Santuario della Civita

Santuario della Civita. Tutto pronto per il primo ascensore dei pellegrini

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Itri. Santuario della Civita. Tutto pronto per il nuovo ascensore del Santuario

di Antonio Rungi

In dirittura d’arrivo i lavori per la realizzazione del primo ascensore al Santuario della Civita, che sarà a disposizione dei pellegrini, soprattutto per le persone diversamente abili o inabili, per gli anziani e le persone in difficoltà per salire alla Chiesa. Con questa opera costata 150.000 euro si realizza un sogno importante: quello di eliminare le barriere architettoniche al Santuario della Civita che non permette l’accesso ai fedeli in difficoltà alla Chiesa, ove è esposto solennemente la miracolosa immagine della Madonna, che si rifà alla scuola di San Luca, l’Evangelista che ha meglio tratteggiato la figura di Maria, la Madre di Gesù Cristo e Madre della Chiesa. Questa mattina si ha avuto la possibilità di fotografare l’ascensore che è stato già installato e già funziona. Una bella cabina che può ospitare 8 persone per una massimo di 900 Kg. Una sola sosta, quella che va dalla zona-bar, all’ingresso principale del santuario, fino al spazio antistante la Chiesa. Una sola fermata, quindi, che servirà a portare in pochi secondi dal piano terra al primo piano centinaia di pellegrini nell’arco di pochi minuti. Specchio all’interno e tutti i sistemi di sicurezza. Manca solo il collaudo, che sarà effettuato alla fine settimana e per il giorno 21 luglio, festa della Madonna della Civita con la presenza dell’arcivescovo che presiederà, come tutti gli anni, il solenne pontificale al Santuario, nella mattinata, si inaugurerà il primo ascensore al Santuario della Civita. Nelle foto che vi pubblichiamo si evince chiaramente che i tempi previsti per la realizzazione dell’opera sono stati rispettati e se non ci saranno contrattempi dell’ultimo momento o magari un altro motivo per anticipare o posticipare l’inaugurazione, data la coincidenza con la festa della Madonna della Civita e l’afflusso massiccio dei pellegrini, il tutto avverrà come da programma il 21 luglio prossimo. A seguire i lavori è stato il rettore del Santuario, padre Emiddio Petringa, ma frequenti sono state le visite anche dei responsabili della Curia Arcivescovile di Gaeta, anche di sua Eccellenza, monsignor Fabio Bernardo D’Onorio, per verificare di persona i lavori, così pure dei responsabili degli altri Enti che hanno sostenuto l’opera e l’hanno portata a termine. Ora si cambia registro ed anche alla Civita si può arrivare non solo per le scale, ma anche con l’ascensore, destinato soprattutto alle persone inabili

Itri (Lt). Al via i solenni festeggiamenti in onore della Madonna della Civita

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ITRI (LT). SOLENNI FESTEGGIAMENTI IN ONORE DELLA MADONNA DELLA CIVITA, COMPATRONA DELL’ARCIDIOCESI DI GAETA  

di Antonio Rungi 

Dopo l’importante convegno di domenica scorsa, 6 luglio 2014, sulle figure dei due Papi Santi, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, al quale ha partecipato il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, Sgarbi, Roncalli e Girotti, entrano nel vivo i solenni festeggiamenti in onore della Madonna della Civita, che si svolgono dall’11 luglio al 22 luglio di ogni anno nella città di Itri e al Santuario Mariano, che distanza dal centro cittadino 13 Km a 700 metri sul livello del mare, dove da oltre 1000 anni  si venera la Madonna sotto questo titolo.

Venerdì prossimo, 11 luglio, prende il via il solenne novenario in preparazione alla festa, che ricorre liturgicamente  il 21 luglio. Sarà padre Antonio Rungi, passionista della Comunità del Santuario della Civita, ex superiore provinciale dei Passionisti di Napoli, a tenere la prima meditazione su Maria della Civita e San Paolo della Croce. Il fondatore dei Passionisti fu al Santuario della Civita dal maggio al settembre 1726, con il suo fratello Giovanni Battista.

Nove giorni di preghiera e predicazione sul tema “Maria nella vita dei santi”, che saranno animati da nove diversi sacerdoti che tratteranno questo tema durante l’omelia della messa serotina delle ore 19.00. Nel programma dei festeggiamenti tutti i nomi dei sacerdoti che interverranno.

Sabato 12 luglio in occasione dei 165 anni  della venuta del Beato Pio IX a Gaeta e al Santuario della Civita, si svolgerà un pellegrinaggio in bici da Itri a Gaeta nel Santuario della Madonna Annunziata per venerare la Madonna Immacolata, davanti alla quale pregò il beato Pio IX, prima di proclamare il dogma. I momenti più significativi di questa annuale ricorrenza sono la collocazione del busto argenteo della Madonna della Civita sull’altare Maggiore, sabato 19 luglio alle ore 20,30 con il tradizionale canto delle “Dodici Rose” e omaggio floreale delle donne itrane in dolce attesa; poi le varie processioni programmate nei giorni di sabato sera dalla Chiesa di Santa Maria Maggiore fino a San Michele Arcangelo, dove la sacra icona della Madonna resterà per la veglia di preghiera della comunità per l’intera nottata. Domenica la processione da San Michele per le vie della città, con inizio alle ore 10.00 e lunedì 21 luglio, alle ore 9.00 per tutta la città di Itri. Giornate speciali per gli ammalati con la presenza dell’arcivescovo emerito de L’Aquila, monsignor Giuseppe Molinari,  che celebrerà venerdì 18 luglio nella Chiesa di Santa Maria Maggiore, dove da sempre si festeggia la Madonna della Civita, essendo la chiesa parrocchiale principale e centrale della cittadina. L’arcivescovo di Gaeta, monsignor Fabio Bernardo D’Onorio sarà presente nella giornata di festa con la celebrazione della messa solenne il giorno 21, alle ore 11.00  al Santuario della Civita e il giorno 22, alle ore 9.00 nella Chiesa di Santa Maria Maggiore, che guiderà la processione conclusiva e con l’atto di affidamento alla Madonna della Civita della città di Itri e dell’Arcidiocesi.  I solenni festeggiamenti si concludono il giorno 22 dopo la messa dell’Emigrante, presieduta da padre Augusto Matrullo, passionista, originario di Itri, rettore della Basilica dei Santi Giovanni e Paolo a Roma, e la riposizione del busto argenteo della Madonna nella cappella laterale della Chiesa di Santa Maria Maggiore, a mezzanotte del 22 luglio.

Nei vari momenti di preghiera e di animazione liturgica e pastorale saranno coinvolti i sacerdoti della diocesi, il comitato Santa Maria della Civita, Seminaristi, diaconi, ministranti, schola cantorum, Caritas, volontari. Per la festa annuale della Civita arrivano i devoti della Madonna da ogni parte della Diocesi, dal Lazio, dalla Campania, essendo la Madonna molto venerata in queste regioni. Un movimento di fede e di spiritualità mariana. Molto significativa è l’iniziativa annuale di ospitare gli extracomunitari nelle strutture locali e assicurare loro vitto ed alloggio, soprattutto nei quattro giorni più importanti della festa patronale della Madonna della Civita. A proposito del significato di questa festa religiosa, scrive il parroco, don Guerino Piccione, che la Madonna è modello sublime per tutti i suoi figli. Ella è la donna delle relazioni autentiche con Dio e con i fratelli. Nella visita a Santa Elisabetta, la Madonna si presenta come donna capace di mettersi accanto agli altri con gioia, generosità, con tempi lunghi e non con frugalità e in modo occasionale. Impariamo dalla Madonna come nella quotidianità è possibile vivere in modo stabile il nostro rapporto con Dio, per vivere in modo altrettanto solido le nostre relazioni interpersonali”.

Saranno giorni, come si  legge dal vasto ed articolato programma dei festeggiamenti, giorni di impegno spirituale e pastorale serio nel nome della Beata Vergine Maria, Madre e Regina della Civita, ovvero della città di Dio e degli uomini.

Omelia di padre Antonio Rungi per la quarta domenica di Quaresima

CON IL CIECO NATO IN DIALOGO CON GESU’ ALLA PISCINA DI SILOE

di padre Antonio Rungi

 

La quarta domenica di Quaresima, domenica della gioia e della letizia evangelica, ci presenta uno dei miracoli più belli e significativi compiuti da Gesù e di cui ci parla il Vangelo di Giovanni: la guarigione del cieco nato, che viene operata da Gesù alla piscina di Siloe.

Anche in questo testo vediamo Gesù in dialogo con una persona singola, che chiede aiuto e vuole essere guarito dalla sua cecità. Ha provato tante volte di immergersi in quell’acqua salutare, ma non avendo avuto aiuto da nessuno è rimasto sempre in dietro. Anche in questa domenica al centro del racconto c’è l’acqua che risana, che una persona che deve essere risanata, c’è una reale condizione di difficoltà, in cui questo possa avvenire, c’è soprattutto Gesù che viene incontro al cieco nato, lo guarisce e gli dona la fede, che è il miracolo più grande che avviene nel suo cuore. Il testo del Vangelo, nella sua forma completa, è più dettagliato e articolato nella esposizione dei fatti. Presenta molti aspetti, che necessitano di approfondimento per inquadrare il tutto nel cammino quaresimale che stiamo facendo. Un cammino di luce, conversione, cambiamento radicale della nostra vita, alla scuola di quel divino Maestro che è Gesù. Dopo la guarigione il cieco diventa il testimone della misericordia e della bontà di Dio tra gli uomini. Un testimone scomodo per quanti non credono in Gesù, ma un testimone attendibile per quelli che avevano fiducia nel Signore e confidavano nel suo potere di taumaturgo. Gesù, infatti, opera questa guarigione nel giorno di sabato,  durante il quale, secondo la legge, non si poteva neppure fare il bene, un’azione di aiuto e di sostegno alla sofferenza delle persone in difficoltà. Motivo questo per i nemici di Gesù di trovare un altro capo di imputazione per eliminarlo, data la popolarità che andava assumendo tra il popolo di Dio. Gesù si faceva strada a forza dell’amore e della misericordia, dell’accoglienza e della tenerezza ed attenzione, rispetto a quanti perdevano consenso, perché sepolcri imbiancati, la cuore apparente perfezione era solo un’osservanza esteriore della legge, ma erano privi di amore e di attenzione. Gesù ci insegna a volgere lo sguardo sulla sofferenza dei nostri fratelli, ad intervenire se è nelle nostre possibilità e capacità. A non restare assolutamente con le mani in mano e a guardare che gli altri si attivino per mettere in pratica la solidarietà, fatta di gesti concreti e di vera attenzione verso i fratelli. Certo, il testo del Vangelo ci fa riflettere su tante altre realtà teologiche, spirituali e pastorali, ma resta centrale il fatto che qui, ancora una volta, è Gesù che prende l’iniziativa e soccorre il cieco nato e lo risana per sempre nel fisico e nello spirito, perché riceve, per la prima volta, non solo la vista, ma anche la fede che è la vista sul cielo e sull’eternità. E’ come il belvedere delle nostre città e contrade, dove saliamo per goderci il panorama che si staglia davanti a noi nella sua bellezza ed immensità. E quello che sperimenta, dopo la guarigione, il cieco nato. Leggiamolo questo brano del Vangelo così bello: “In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo».

Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».

Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».

Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».

In questa ottica di fede nuova che Gesù dona al cieco guarito, si comprende anche il brano di approfondimento teologico che è la seconda lettura di oggi e che è tratto dalla Lettera agli Efesini. Scrive l’Apostolo Paolo ai cristiani di Efeso: “Fratelli, un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente. Di quanto viene fatto in segreto da [coloro che disobbediscono a Dio] è vergognoso perfino parlare, mentre tutte le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce: tutto quello che si manifesta è luce. Per questo è detto: «Svégliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà».

Essere nella luce, uscire dalle tenebre vuol dire assumere un comportamento morale adeguato a chi vive di fede e nella fede in Gesù. Da qui il monito esplicito di “non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente”. Non bisogna mai stare dalla parte del male e dei malvagi, di quanti fanno il male e per di piò lo coprono o lo giustificano. Chi vive nella fede sa benissimo dove sta il bene e dove sta il male, perché la fede porta alla luce e genera netta divisione con le tenebre del peccato. Ci ricorda l’Apostolo che “di quanto viene fatto in segreto da coloro che disobbediscono a Dio è vergognoso perfino parlare, mentre tutte le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce”.

Nella vita, ci capita spesso di trovarci di fronte ai dei comportamenti di persone che sono gravi errori e nessuno le richiama al proprio dovere morale; mentre altre persone che non fanno assolutamente nulla sono giudicati e valutati severamente. La copertura sugli atti immorali di tante persone, in tutti gli ambienti, viene assicurata da amici, parenti, conoscenti, pensatori che legittimano tutti i comportamenti, anche quelli scandalosi facendo ricorso alla debolezza e fragilità umana. Ma la debolezza può diventare forza e la fragilità virtù. Dipende da noi uscire fuori da falsi convincimenti che non possiamo migliorarci. In realtà possiamo migliorarci e  come. Sta a noi poter rispondere ai continui appelli alla conversione, come ci ricorda il brano della prima lettura di oggi, tratto dal primo libro di Samuele. Il brano ci ricorda che il Signore guarda il cuore, va a fondo della persona, non si ferma in superficie , alle apparenze, perché in fondo in fondo, nel cuore di ogni uomo, fosse anche il più grande peccatore, c’è sempre un fiammella di speranza che alimenta tutto il resto e che sarà anche quel piccolo seme che farà germogliare il tutto.

Sia questa la nostra umile preghiera a conclusione della meditazione che la parola di Dio ci ha suggerito di fare su tre testi molti belli e sentiti: “O Padre, che per mezzo del tuo Figlio

operi mirabilmente la nostra redenzione, concedi al popolo cristiano di affrettarsi con fede viva e generoso impegno verso la Pasqua ormai vicina”.

Avanziamo in questo cammino quaresimale e a man mano che camminiamo nella luce, vedremo sempre più luce in Dio e nella nostra vita, chiarificandoci ciò che deve essere eliminato per arrivare alla Pasqua davvero riconciliati. Impariamo da Papa Francesco a capire l’urgenza di accostarci al sacramento della penitenza, confessando umilmente i nostri peccati ed iniziando una vita nuova, una vita di grazia, di luce e di amicizia con Dio, vivendo costantemente nella grazia e nella sua amicizia.

 

Itri (Lt). Orario invernale delle Sante Messe al Santuario della Civita e al Convento cittadino dei passionisti

DSC04432.JPGDSC05120.JPGItri (Lt). Orario invernale delle Sante Messe al Santuario della Civita e al Convento dei Passionisti.

Con l’entrata in vigore dell’orario solare, anche l’orario della celebrazione delle sante messe al Santuario della Civita ed al Convento dei Passionisti ha fatto registrare qualche piccolo cambiamento che è opportuno far conoscere ai fedeli e a quanti si recano, per partecipare alla messa, sia al Santuario e sia al Convento dei Passionisti in Via S.Paolo della Croce in Itri.

Al santuario della Civita le messe feriali sono alle ore 11.00 e alle ore 17.00; mentre nelle domeniche e giorni festivi le sante messe si celebrano alle 9,00; 10,30; 12,00; 16,00; 17.00.

Al convento dei passionisti, invece, alle ore 7,30 nei giorni feriali e alle ore 8.00 e 17.00 nelle domeniche e nei giorni festivi.

Tra il santuario e il convento sono impegnati quattro religiosi passionisti, in un’unica comunità, guidata dal superiore-rettore, padre Emiddio Petringa e dai padri Cherubino De Feo, Francesco Vaccelli e Antonio Rungi (già superiore provinciale della Provincia dell’Addolorata).

Le messe festive sono normalmente celebrate al Santuario da padre Francesco Vaccelli alle ore 9.00; da padre Cherubino De Feo alle ore 10,30 e 16.00; da padre Emiddio Petringa alle ore 12.00 e alle ore 17.00. Padre Antonio Rungi assicura la celebrazione delle messe domenicali e festive al Convento cittadino dei passionisti alle ore 8.00 e 17.00 e collabora per le confessioni al Santuario.

L’assetto della nuova comunità sarà definitivamente sancito con l’incontro con il nuovo superiore provinciale, padre Mario Caccavale, che farà una visita fraterna alla Comunità passionista di Itri nei giorni 14 e 15 novembre prossimi.

Finora è stata assicurata la presenza dei passionisti alla Civita da 28 anni e al convento di Itri da 70 anni, tanti ne ricorrono in questo anno 2013 che volge al termine.

Itri (Lt). Le suore Alcantarine in ritiro spirituale nella giornata di oggi.

rungi5-13.jpgSarà padre Antonio Rungi, passionista del Santuario della Civita, a guidare oggi 6 novembre il ritiro spirituale delle Suore Francescane Terziarie Alcantarine di Itri, che gestiscono una casa di riposo per gli anziani nel centro storico di Itri. Tema di questo importante incontro delle 10 religiose con il teologo Rungi è la testimonianza evangelica della vita consacrata nella chiesa e nel mondo contemporaneo alla luce degli insegnamenti di Papa Francesco, molto attento alle religiose. La giornata di ritiro inizia nel mattino, alle ore 10.00 con la prima conferenza e il dialogo fraterno sul tema trattato, prosegue poi con l’adorazione eucaristica, e nel pomeriggio con l’approfondimento personale e la verifica comunitaria del lavoro spirituale svolto nel corso della giornata. Dopo la trattazione della tematica della donna nella Bibbia, i ritiri spirituali mensili che si svolgeranno presso la struttura della casa di riposo San Martino delle Suore Alcantarine di Itri verteranno sulla testimonianza delle vita religiosa e di suora in particolare nel contesto del mondo d’oggi. Le suore Alcantarine di Itri sono impegnate nel servizio della carità verso gli anziani. Nella loro struttura, infatti, vengono accuditi e curati diverse persone della terza età. Parimenti le suore sono impegnate nella pastorale parrocchiale e collaborano costantemente con le parrocchie di Itri, guidate dallo scorso ottobre 2012 dal parroco don Guerino Piccione, con la collaborazione dal primo ottobre scorso del vicario parrocchiale, il novello sacerdote don Gennaro Petruccelli. L’assistenza spirituale alle Suore è assicurata dai sacerdoti diocesani e dai passionisti presenti in Itri.

Itri (Lt). Il primo documento ufficiale sul Santuario della Civita

DSC09354.JPGRisale al 1147 il primo documento ufficiale attestante l’esistenza del Santuario della Civita, uno dei luoghi mariani più conosciuti e visitati d’Italia, che si trova nel Comune di Itri (Lt) e nell’arcidiocesi di Gaeta. Un documento più antico, del 1036 circa, indirettamente parla, comunque, di questo importante Santuario mariano nel Basso Lazio. risalente all’anno mille, dicendo di un’immagine della Madonna della Civita collocata sul Monte.

Nel “Codex Diplmaticus Cajetanus”, a pagina 272 è scritto testualmente in lingua latina: “Gualguamus Iudex et Notarius Ytri, una cum uxore Sikelgarda donat Ecclesiae B.M.V. de Civita seu alio nomine de Agie curis commissare Fratris Bartholomaei et Richardo Monasteri S.Iohannis Evangelistae, quod de Felline dicitur, subditae et ab eo iterum aedificatae terram quandam que est posita in Agie, et vineam que est posita in Urbano”, Mense Augusto, indictiione decima, Ytri. (Ex Apogr. Chart. Sec. XVII).

Sempre nella stessa pagina si trova il seguente testo in latino che esplicita ulteriormente la donazione del santuario. “+ In nomine Domine Dei et Salvatoris nostri Iesu Christi ab incarnatione eius anno millesimo quadragesimo septimo, Temporibus Domini nostri Gaufridi de Aquila Dei grazia Comitis, necnon et Adelietze Comitissae Coniugis esius, mense augusto Indictione decima, Ytro, Ego Vualganus Dei omnipotentis misericordia dieti castri iudex et notarius una cum Sikelgarda coniuge mea, et cum haeredis meis. Ab hodierna die, et per omne futurum tempus scribo propria manu hanc meae donationis et offertionis chartulam. Primum Deo omnipotenti Iesu Christo Domino nostro et beatissimae atque sanctissimae eius genitricis et Verginis Mariae, Suaque Ecclesiae quae dicitur de Civita, seu alio nomine de agie quae in cura cuiusdam fratris Bartholomaci nomine manet, quae etiam in potestate et regimine Domini Ricchardi reverendissimi Abbatis monasterii Sancti Iohannis Apostoli et Evangelistae, quod de Felline dicitur evidentissimae, a quo reaedificata est, opportunissime permanet, scilicet de una petiola de terra, quae est posita in agie, et de una disertina de vinea quae est posita in Urbano, quas pro redemptione animae filii mei Cleopae predictae Sanctae Ecclesiae donavi, atque eorum quorum et fuere olim. Quae his finibus concluditur…..

Insuper quinque optimi auri uncias tam dictae Sanctae Ecclesiae quam eius rectoribus componat paena nomine. Et poena soluta, et anathemate percepto, haec nostra donatio, ut superius legitur firma in aeternum permaneat. Scritpa a me Vualgano de dicto castro notarius, in mense indicitione suprascripta decima.(Dal Tabelarium Casinense, Tomo II, Codex Diplomaticus Cajetanus, Pars II. Montis Casini, 1891, Ediziione anastatica 1969).

Cosa voglia testimoniare tutto questo? E’ facile da capire. L’antica e oltre millenaria devozione alla Madonna della Civita in questo territorio. Una devozione che è passata attraverso i pellegrinaggi di grandi santi del passato e dell’oggi in questo luogo di preghiera. Ultimo in ordine di tempo è stato il beato Giovanni Paolo II, prossimo santo, che nel 1989, il 25 giugno, in occasione dei 140 anni della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione, da parte di Pio IX che fu pellegrino nel febbraio del 1849. Da allora la devozione alla Madonna della Civita si è diffusa in tutto il Basso Lazio e nelle regioni confinanti, raggiungendo luoghi e paesi stranieri, dove gli itrani hanno portato il culto e la festa della loro Madre Celeste. La Madonna della Civita è protettrice della città di Itri e compatrona dell’arcidiocesi di Gaeta. Al Santuario, recentemente, sono stati effettuati lavori di miglioramento della struttura, che dal 1985 è affidata ai Padri Passionisti e ne curano l’animazione spirituale e pastorale. Prossimi sono a realizzarsi sono altri lavori di servizio e assistenza ai pellegrini che giungono numerosi al Santuario per elevare alla Vergine Santa le preghiere necessarie per il proprio bene spirituale e fisico e per pregare per le necessità di tanti fratelli e sorelle che sono nella sofferenza.

Antonio Rungi

Gaeta (Lt). Ordinazione sacerdotale di don Gennaro Petruccelli, sabato 5 ottobre

gennaro-diacono.jpggennaro-diacono1.jpgGaeta (Lt). Mons. D’Onorio, arcivescovo di Gaeta, ordina presbitero, Gennaro Petruccelli, diacono del clero diocesano

 

di Antonio Rungi

 

Sabato 5 ottobre 2013 alle ore 19.00 nella Chiesa parrocchiale di San Paolo Apostolo in Gaeta  S. E. Mons. Fabio Bernardo D’Onorio, arcivescovo di Gaeta  (Lt) presiederà la solenne concelebrazione eucaristica durante la quale il diacono Gennaro Petruccelli del clero diocesano riceverà l’Ordine Sacro del Presbiterato, per la preghiera e l’imposizione delle mani del suo vescovo, che lo ha ritenuto degno di questo ministero, dove averlo ordinato diacono  il 12 aprile scorso nella stessa chiesa parrocchiale, ove verrà ordinato presbitero.

Don Gennaro Petruccelli, 26 anni, nativo di Gaeta, ha avvertito la vocazione sacerdotale ben presto, svolgendo il servizio di ministrante e di giovane di Azione Cattolica nella sua parrocchia di San Paolo in Gaeta e nella comunità dell’Oratorio San Giovanni Bosco, sotto la guida del parroco don Stefano Castaldi. Dopo la maturità scientifica, il 25 ottobre del 2006 è entrato nel Seminario Maggiore Regionale, Pontificio Collegio Leoniano di Anagni, ove ha ultimato, nel maggio 2013, gli studi teologici in preparazione al sacerdozio. Negli anni di formazione ha svolto il ministero pastorale  presso le parrocchie “San Pio X a Salto di Fondi, “Santa Maria Maggiore” a Lenola, “Cuore Eucaristico di Penitro. Dall’ottobre 2012 svolge il suo servizio presso le parrocchie di Itri sotto la guida del parroco don Guerino Piccione. E’ iscritto alla Facoltà di Storia e Beni culturali della Chiesa presso la Pontificia Università Gregoriana. Dall’inizio di settembre 2013 è stato nominato Assistente del Settore Giovani di Azione Cattolica diocesana. Il Presbiterato è il secondo grado del Sacramento dell’Ordine e inserisce l’eletto nel presbiterio diocesano in stretta obbedienza e unione col Vescovo. Il presbitero a immagine di Cristo sommo ed eterno sacerdote, sono consacrati per annunciare la buona novella del Regno di Dio, pascere i fedeli e celebrare il culto divino. Segnati da uno speciale carattere che lo configura a Cristo sacerdote, egli agiscono ‘in persona’ di Cristo capo, soprattutto nella celebrazione dei sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione. Parte essenziale del rito sarà l’Imposizione delle mani dell’Arcivescovo sul capo dell’eletto assieme alla preghiera consacratoria. Come è prassi liturgica imporranno le mani sul novello consacrato tutti i sacerdoti presenti e concelebranti. Questa nuova ordinazione sacerdotale è un dono straordinario di grazia del Signore per la diocesi di Gaeta, in mancanza di sacerdoti. Un’occasione questa per pregare il Signore perché mandi santi sacerdoti alla Chiesa di Gaeta. Sono, infatti,  dodici i seminaristi che studiano nel Seminario di Anagni e si stanno preparando spiritualmente e culturalmente al ministero del presbiterato.

Lenola (Lt). Iniziato triduo di preparazione alla festa della Madonna del Colle.

DSC08823.JPGDSC08826.JPGE’ iniziato ieri, 11 settembre 2013, il triduo di preparazione alla festa della Madonna del Colle, a Lenola (Lt), protettrice della città, triduo predicato quest’anno da padre Antonio Rungi, missionario passionista del Santuario della Civita. Nella messa della sera delle ore 18,30 al Santuario della Madonna erano oltre 300 persone a partecipare alla solenne liturgia eucaristica, presieduta da padre Rungi e concelebrata dal Rettore-Parroco don Adriano Di Gesù. Padre Rungi ha parlato della riconciliazione, attenendosi alla messa in onore della Madonna, Madre della Riconciliazione. “Non ci sarà vera festa se non ci riconciliamo con la nostra coscienza, con Dio e con gli altri. La Madonna -ha detto il sacerdote – soffre per i nostri litigi, divisioni, conflitti e forme di odio e risentimento che albergano nel nostro cuore. Come manifestò la sua misericordia al servo di Dio Gabriele Mattei, che nutriva nel cuore l’odio e volontà di uccidere, così susciti in noi l’amore per ogni persona, ci spinga ad agire per riconciliarci partendo dai nostri familiari. Bella la festa esterna -ha concluso padre Rungi- ma molto più bella e gradita a Dio e alla Madonna la festa del cuore, la festa di un cuore riconciliato attraverso il sacramento della penitenza e la partecipazione all’eucaristia”.
Oggi, 12 settembre, festa del Nome di Maria, secondo giorno del triduo predicato, padre Rungi celebrerà nuovamente presso il Santuario della Madonna del Colle e terrà l’omelia sulla festa di oggi.
I solenni festeggiamenti proseguiranno domani, venerdì, con l’ultimo giorno di triduo predicato da padre Antonio Rungi, sabato con la messa della vigilia della Madonna del Colle, presieduta dal Rev.mo Padre Ugo Tagni, Abate dell’Ordine Cistercense; domenica la messa solenne presieduta alle ore 11.00 dall’arcivescovo di Gaeta, monsignor Fabio Bernardo D’Onorio alle ore 11.00 e a seguire la processione per le principali vie della città della statua della Madonna del Colle. Immagine che è solennemente esposta nel Santuario e messa alla venerazione del popolo di Dio che in questi giorno, più numeroso, arriva al Santuario per pregare ed affidarsi alla Madre di Dio e chiedere grazie al Signore, mediante la sua potente intercessione, come hanno potuto sperimentare gli abitanti di Lenola in tanti secoli di culto e pietà popolare verso la Madonna del Colle, onore e gloria di questo popolo laborioso e autenticamente mariano. Sono migliaia i fedeli che ogni anno, rientrando anche in paese, che ritornano per partecipare ai festeggiamenti religiosi e civili, organizzato dall’apposito comitato feste, presieduto dal rettore-parroco, don Adriano. Nell’anno della fede, un maggior impulso ad una vera ed autentica devozione mariana è stato dato nel corso della novena e soprattutto del triduo di predicazione tuttora in corso.

Roma. Esercizi spirituali predicati da padre Rungi

cristina-brando.jpgCento Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato, congregazione fondata dalla Beata Maria Cristina Brando, trascorreranno in preghiera, seguendo il ferragosto. Le religiose, infatti, guidate dalla Madre Generale, Madre Carla Di Meo, dal 14 al 18 agosto  saranno in preghiera presso la casa di spiritualità e di accoglienza, “Villa Maria Cristina Brando, situata in Roma, sulla Via Cassia. A predicare questo ulteriore corso di esercizi spirituali sarà padre Antonio Rungi, missionario passionista della Comunità del Santuario della Civita. Padre Rungi ha già predicato un precedente corso di esercizi spirituale alle stesse suore dal 7 all’11 agosto 2013. Tema portante di questi incontri di spiritualità è la fede e la testimonianza della vita consacrata nell’oggi della Chiesa e della società, alla luce degli insegnamenti di Papa Francesco. Gli esercizi spirituali per le religiose iniziano oggi 14 agosto e si concluderanno il 18, domenica, con la visita al santuario della Madonna delle Grazie in Nettuno e la celebrazione della messa solenne alle ore 11.00 nella casa del Martirio di Santa Maria Goretti a Le Ferriere.  Vi partecipano religiose di varie nazionalità, che oggi compongono l’avviata famiglia religiosa della Beata Brando. Molte le religiose filippine, indonesiane, dei Paesi dell’America Latina che costituiscono oggi la parte più consistente e rilevante della Congregazione, che conta circa 400 membri. con una buona presenza di religiose giovani di origine italiana. Il carisma di fondazione di Cristina Brando è l’adorazione eucaristica, tradotta, in termini teologici con “vittimalità”, come hanno sottolineato le Costituzioni revisionate alla fine del 2012, durante il capitolo generale straordinario, moderato da padre Antonio Rungi, ex-superiore provinciale dei passionisti di Napoli,  ed approvate dalla Santa Sede. Le religiose tuttavia sono impegnate nel campo educativo, soprattutto dei più piccoli, ma anche dei giovani. Avviati istituti di scuole superiori sono presenti in varie parti d’Italia e del mondo, con particolare attenzione a Casoria (Na), dove l’istituto Brando è nato e poi si è stabilizzato in varie nazioni. Le Suore che sono conosciute più comunemente come “Sacramentine” hanno una duplice finalità: adorare Cristo nell’eucaristia per poi testimoniare l’amore del Signore nella vita di tutti i giorni a servizio della comunità, della chiesa e dei più poveri e deboli. Una parte dell’istituto è composta da religiose che facevano parte della Congregazione della Serva di Dio, Maria Pia Brando, sorella della Beata Maria Cristina Brando, e che svolgeva attività caritativa in Mugnano di Napoli, dove era operativo un Orfanatrofio, oggi un’avvita scuola dell’infanzia con il noto Santuario del Sacro Cuore di questa cittadina alla periferia di Napoli. Su questi temi le cento religiose rifletteranno, avendo come guida e maestra di vita spirituale la Vergine Santa, che venerano in modo speciale sotto il titolo dell’Addolorata e dell’Immacolata ed Assunta. Lo faranno nella città eterna, a Roma, dove la loro presenza, è assicurata in varie zone della città dei Papi, in vari ministeri e servizi pastorali che svolgono con particolare attenzione e professionalità in Italia e all’estero, godendo la stima delle chiese locali. Prossima nuova apertura di missione in Africa, mentre si attende con ansia la canonizzazione della fondatrice, che dovrebbe avvenire il prossimo anno.

ITRI, IL CONVEGNO SU PAPA FRANCESCO

2013-07-07 19.06.52.jpgItri (Lt). Il primo convegno su Papa Francesco, a 100 giorni della sua elezione. Molto interesse e tantissima partecipazione.

di Antonio Rungi

Nell’ambito dei solenni festeggiamenti in onore della Madonna della Civita, la patrona dell’Arcidiocesi di Gaeta e della città di Itri, che si svolgono dal primo al 22 luglio di ogni anno, domenica 7 luglio 2013, dalle ore 19,00 alle ore 21,00, ad Itri, nella chiesa parrocchiale Santa Maria Maggiore, si è solto il convegno ecclesiale-parrocchiale su “Papa Francesco. I primi 100 giorni” di Pontificato. Circa 1000 persone presenti in chiesa per ascoltare i vari relatori. Presenti al Convegno il parroco don Guerino Piccione padre Antonio Rungi, della comunità passionista del Santuario della Civita, che predicherà il 12 luglio durante la novena in onore della Madonna. Ad introdurre i lavori è stato l’Avvocato Antonio Fargiorgio, presidente dell’Associazione Madonna della Civita, che ha messo in risalto la finalità del convegno nel contesto della festa patronale. Il primo saluto ai convenuti è stato del parroco, don Guerino Piccione che ha messo il risalto la speciale devozione di Papa Francesco verso la Madonna, richiamando il suo primo significativo gesto di portare un vasetto di fiori alla Madonna Salus Populi Romani a Santa Maria Maggiore in Roma all’indomani della sua elezione a Sommo Pontefice e Vescovo di Roma. A seguire, l’intervento del sindaco della cittadina, dott. Giuseppe De Santis, che ha sottolineato l’importanza della festa patronale come momento di aggregazione e di approfondimento della propria fede. A coordinare tutto il convegno, oltre che ad organizzarlo concretamente, è stato Orazio La Rocca, vaticanista de “La Repubblica” e collaboratore del settimanale L’Espresso, che è originario di Itri. Il primo atteso intervento è stato di Pippo Baudo, noto presentatore della Rai. Pippo Baudo ha parlato del potente e trasformante carisma di Papa Francesco, che oltre a dare una sterzata alla Chiesa è un forte richiamo anche ai media, alla televisione, a camminare secondo criteri di eticità e moralità, con uno stile di vita semplice e povera. A seguire, Gianni Valente, biografo del Cardinale Bergoglio, quando era arcivescovo a Buenos Aires, in Argentina. Ha parlato dei suoi vari incontri con Papa Bergoglio, dei vari aneddoti e della sua amicizia con l’allora cardinale ed ora Papa. Due fatti hanno suscitato viva emozione nei presenti, quando Valente ha parlato della visita di Bergoglio e sua alla “città nascosta”, una grande estensione di terreno dove abitano in condizioni disumane migliaia di persone a Buenos Aires e come il cardinale Bergoglio sapeva stare vicino a quella gente. L’altro fatto commovente citato da Valente è stato la carità pastorale con cui l’allora arcivescovo fu vicino ad un ex-vescovo che aveva lasciato e si era sposato, restando praticamente escluso ed emarginato da tutti. Lui lo andava a visitare e lo confortava con la parola e l’affetto del buon pastore, che non esclude nessuno dal suo ovile, anzi che va in cerca della pecorella smarrita. Il successivo intervento è stato quello di Carlo Di Cicco, Vice-Direttore de L’Osservatore Romano. Di Cicco ha parlato in particolare dello stretto rapporto che intercorre tra Papa Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco. “Non ci sarebbe Francesco, se non ci fosse stato Benedetto che come sappiamo ha rinunciato perché ha capito che le forze umane non c’erano più per continuare. Di Papa Giovanni Paolo II la gente diceva che andava a vederlo, di Papa Benedetto la gente diceva che andava ad ascoltarlo, di Papa Francesco la gente dice semplicemente che bisogna imitarlo e non sarà facile per nessuno”, ha detto il Vice Direttore dell’Osservatore Romano. L’ultimo, sintetico intervento è stato di padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, che ha raccontato dell’elezione del Papa e della prossima venuta del Papa ad Assisi, sottolineando il fatto della scelta del nome “Francesco” per dare anche attraverso questi segnali una svolta potente ed innovativa a tutta la chiesa. I fatti di questi giorni ha detto padre Enzo, lo stanno dimostrando. Ha anticipato anche la notizia che il Papa ha scritto una bellissima preghiera in onore di San Francesco che depositerà, nella cripta del Santo il 4 ottobre 2013 quando andrà in visita pastorale ad Assisi nel giorno stesso della festa del Patrono dell’Italia. L’ultimo intervento è stato del Maestro Ambrogio Sparagna che ha portato la sua testimonianza dell’incontro con il Papa nei giorni scorsi con circa 200 bambini delle case famiglie, e con il concerto offerto al Papa. Poi una sua esibizione all’organetto ed insieme ad un’artista siciliana l’esecuzione di un bellissimo canto sulla verginità della Madonna, in dialetto siciliano. Le ultime parole di saluto sono state di Pippo Baudo che ha sottolineato l’importanza di vivere in comunione della chiesa, di dare la possibilità a divorziati risposati di accostarsi all’eucaristia, del cambiamento di indirizzo e di impostazione dello Ior, della scelta della povertà e della tenerezza che devono caratterizzare sacerdoti, religiosi e suore. A conclusione del convegno, come ogni anno, dopo una breve processione per le principali vie di Itri c’è stata l’ostensione del quadro della Madonna della Civita, in Piazza Incoronazione. Rito che ha aperto ufficialmente il periodo di festeggiamenti in onore della Santissima Patrona della Arcidiocesi di Gaeta e della Città di Itri. Alle 22.00 tutti a casa, dopo una serata di ascolto e riflessione sulla straordinaria personalità di Papa Francesco.