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Napoli. Sessantesimo di professione religiosa di Suor Bernardetta Lai. Rito presieduto dal cardinale Sepe

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NAPOLI. 60 ANNI DI PROFESSIONE RELIGIOSA DI SUOR BERNADETTA LAI. RITO PRESIEDUTO DAL CARDINALE CRESCENZIO SEPE, ARCIVESCOVO EMERITO DI NAPOLI

di Antonio Rungi

Domani pomeriggio, martedì 24 maggio 2022, alle ore 17, nella Chiesa delle Monache Passioniste di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo emerito di Napoli, presiederà la solenne concelebrazione eucaristica in occasione del sessantesimo anniversario di professione religiosa di Suor Maria Bernadetta del Cuore Immacolato e Addolorato di Maria (al secolo Tommasina Lai).

Con il cardinale Sepe concelebreranno diversi sacerdoti passionisti e diocesani, che da anni seguono spiritualmente le Monache Passioniste del Monastero di San Giacomo dei Capri in Napoli. “E’ una grande gioia per tutti noi passionisti – ha detto padre Antonio Rungi, già assistente spirituale del monastero negli anni 2003-2008 – ritrovarci intorno a questa nostra consorella che con passione, dedizione, sacrificio ed abnegazione ha servito, prima il Monastero di Tarquinia e poi quello di Napoli, nel ruolo di Presidente della comunità monastica in un periodo di carenza di presenza e di vocazioni. Proprio per interessamento del cardinale Sepe e del compianto monsignor Piergiorgio Silvano Nesti, allora segretario della Congregazione vaticana degli istituti di vita consacrata e delle società apostoliche che fu possibile assicurare una presenza giovanile e più consistente in questo monastero, con l’arrivo di ben cinque monache passioniste indonesiane, che subito si inserirono nel contesto della realtà ecclesiale di Napoli, facendone di questo monastero un luogo di spiritualità passionista aperto al pubblico e capace di venire incontro alle esigenze di quanti erano e sono alla ricerca di Dio. Molto del merito di questa rinascita del Monastero delle Passioniste di Napoli va riconosciuto proprio a Suor Bernardetta, che in qualità di Superiora della comunità sentiva la necessità di non abbandonare questa importante oasi di spiritualità nella zona più rinomata della città di Napoli, appunto il Vomero. Persona umile, affabile, accondiscendente, servizievole e lavoratrice, con un bagaglio spirituale di ampia porta e di grande solidità interiore, suor Bernadetta ha segnato la storia di questo monastero in uno dei momenti più difficili di esso, essendo stato fondato nel 1928. Giusto quindi riconoscere a questa anziana suora ciò che le spetta non solo davanti alla Chiesa e alla Congregazione dei Passionisti, ma anche nella città di Napoli, che l’ha accolta e ben volentieri ha collaborato, in tanti modi, con lei per aiutare il Monastero. I lavori che sono stati fatti in quegli anni per la manutenzione e la migliore sistemazione dei locali sono noti a quanti hanno contribuito a rendere possibile questo progetto di salvaguardia del monastero e soprattutto della presenza in essa delle Figlie spirituali di San Paolo della Croce e della cofondatrice la venerabile Maria Crocifissa di Gesù (Faustina Geltrude Costantini)”.

Nel ringraziare il Signore per il dono della vocazione e per questo traguardo importante della sua vita di monaca passionista, suor Bernardetta scrive testualmente: “Mi chiamo Tommasina Lai, da monaca ho preso il nome di Maria Bernardetta del Cuore Immacolato e Addolorato di Maria. Sono nata in Sardegna. All’età di 14 anni, con la mia famiglia, siamo emigrati nel Lazio. Eravamo otto figli, tutti ancora molto piccoli. Ciascuno si impegnava in diverse piccole mansioni per poterci sostenere. Le mie origini sono molto umili e semplici, senza che sia mancato mai il calore e l’affetto della prima chiesa: la famiglia! Io ho lavorato in ospedale a Montalto di Castro, dove c’erano le suore “figlie di Sant’Anna”, che mi hanno aiutato a conoscere meglio il Signore e a dare ascolto a quella voce che sentivo dentro di me: la vocazione!

Sempre di più, in quegli anni, mi affascinava la vita di preghiera. A 18 anni sono entrata nel Monastero di Tarquinia, fondato da San Paolo della Croce. Vi sono rimasta 40 anni, svolgendo umili servizi a favore della comunità, lavanderia, cucina ed altro.  Nel 2000, col permesso della Sacra Congregazione, sono stata trasferita in questo Monastero a Napoli per sostituire la Superiora del tempo, molto ammalata, anche lei proveniente da Tarquinia. Qui sono stata al servizio della Comunità come Superiora per dieci anni. Già da alcuni anni avevamo ospitato nel nostro Monastero diverse suore provenienti dall’Indonesia. Abbiamo così eletto la nuova Superiora, Madre Giuliana, che ringrazio per la considerazione, le sue attenzioni e per la bella collaborazione che si è creata tra noi. Rimango tanto grata a Dio per tutti questi anni vissuti nella Comunità, osservando in tutto l’ideale del nostro Fondatore. Invoco il Suo aiuto, con il sacrificio e la preghiera, per noi e per tutta l’Umanità bisognosa di Lui. Per questi 60 anni di consacrazione elevo il mio ringraziamento al Signore per la vocazione tra le contemplative, così alla Vergine Addolorata e San Paolo della Croce, Padre e Fondatore. Ringrazio la Chiesa nostra madre che ha accolto la mia vocazione, tutti i miei cari, soprattutto quelli che sono già in Cielo, la mia famiglia Passionista, grata per tanto affetto e tanto bene ricevuto, anche per gli ammonimenti, che mi hanno aiutato a crescere nelle virtù e nell’amore a Dio e al prossimo”.

Un grazie speciale esprime al Cardinale Sepe “per tutte le attenzioni che ha sempre mostrato verso il Monastero delle Passioniste di Napoli”.

PADRE RUNGI. IL TESTO DELLA VIA CRUCIS PER LA PACE IN UCRAINA E NEL MONDO

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Chiesa Santa Maria di Loreto – Padri Passionisti – Itri

Via Crucis – Venerdì 1 aprile 2022

Per la pace in Ucraina e nel mondo

A cura di padre Antonio Rungi

Introduzione

Canto: Ti saluto o croce santa…

Nel nome del Padre…

C.Padre sapiente e misericordioso, donaci un cuore umile e mite per ascoltare la parola del tuo Figlio, per seguirlo ogni giorno, con generosità e fedeltà, sulla via della Croce nel dono della vita e per accoglierlo e servirlo con umiltà come ospite nella persona dei nostri fratelli e delle nostre sorelle. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

Santa Madre…                                                                                      

1.STAZIONE: Gesù è condannato a morte. Preghiamo perché l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia finisca quanto prima.

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo! Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 22-23.26

Disse loro Pilato: “Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?”. Tutti gli risposero: “Sia crocifisso!”. Ed egli aggiunse: “Ma che male ha fatto?”. Essi allora urlarono: “Sia crocifisso!”. Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.

MEDITAZIONE

Il Giudice del mondo, che un giorno ritornerà a giudicare tutti noi, sta lì, annientato, disonorato e inerme davanti al giudice terreno. Crocifiggilo gridano tutti. Urlano perché urlano gli altri e come urlano gli altri. E così, la giustizia viene calpestata per vigliaccheria, per pusillanimità, per paura del diktat della mentalità dominante. La sottile voce della coscienza viene soffocata dalle urla della folla. L’indecisione, il rispetto umano conferiscono forza al male.

PREGHIERA

Signore, Tu sai che, lungo tutta la storia, gli innocenti vengano maltrattati, condannati e uccisi.  A coloro che il Venerdì santo ti hanno condannato a morte fa comprende il grande errore commesso. E come per alcuni di essi nel giorno Pentecoste hai donato la commozione del cuore e la conversione, dona anche a noi la grazia della conversione e del perdono. Amen.

 

2.STAZIONE: Gesù è caricato della croce. Preghiamo perché i bombardamenti di villaggi e città della nazione ucraina finiscano definitivamente.

Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 27-31

Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: “Salve, re dei Giudei!”. E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.

MEDITAZIONE

Gesù, condannato come sedicente re, viene deriso, ma proprio nella derisione emerge crudelmente la verità. Quante volte le insegne del potere portate dai potenti di questo mondo sono un insulto alla verità, alla giustizia e alla dignità dell’uomo! Quante volte i loro rituali e le loro grandi parole, in verità, non sono altro che pompose menzogne, una caricatura del compito a cui sono tenuti per il loro ufficio, quello di mettersi a servizio del bene.

PREGHIERA

Signore, ti sei lasciato deridere e oltraggiare. Aiutaci a non unirci a coloro che deridono chi soffre e chi è debole. Aiutaci a riconoscere in coloro che sono umiliati ed emarginati il tuo volto. Aiutaci ad accettare la croce, a non sfuggirla, a non lamentarci e a non lasciare che i nostri cuori si abbattano di fronte alle fatiche della vita.  Amen.

 

3.STAZIONE: Gesù cade per la prima volta sotto la croce. Preghiamo per Mariupol la città di Maria distrutta al suolo dai russi.

Dal libro del profeta Isaia. 53, 4-6

Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.

MEDITAZIONE

L’uomo è caduto e cade sempre di nuovo: quante volte egli diventa la caricatura di se stesso, non più immagine di Dio, ma qualcosa che mette in ridicolo il Creatore. La caduta di Gesù sotto la croce non è soltanto la caduta dell’uomo Gesù già sfinito dalla flagellazione. L’abbassamento di Gesù è il superamento della nostra superbia: con il suo abbassamento ci fa rialzare. Lasciamo che ci rialzi. Spogliamoci della nostra autosufficienza, della nostra errata smania di autonomia e impariamo invece da lui, da colui che si è abbassato, a trovare la nostra vera grandezza, abbassandoci e volgendoci a Dio e ai fratelli calpestati.

 PREGHIERA

Signore Gesù, il peso della croce ti ha fatto cadere per terra. Il peso del nostro peccato, il peso della nostra superbia ti atterra. Signore, aiutaci perché siamo caduti. Aiutaci ad abbandonare la nostra superbia distruttiva e, imparando dalla tua umiltà, a essere rialzati di nuovo. Amen.

 

4.STAZIONE: Gesù incontra la sua Madre. Preghiamo per le mamme con i loro figli dal territorio nazionale dell’ucraina a causa del conflitto.

Dal Vangelo secondo Luca.  2, 34-35.51

Simeone parlò a Maria, sua Madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima”. Sua Madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.

 

  

 

MEDITAZIONE

Sulla Via crucis di Gesù c’è anche Maria, sua Madre. Durante la sua vita pubblica dovette farsi da parte, per lasciare spazio alla nascita della nuova famiglia di Gesù, la famiglia dei suoi discepoli.  Adesso si vede che ella, non soltanto nel corpo, ma nel cuore, è la Madre di Gesù. I discepoli sono fuggiti, ella non fugge. Ella sta lì, con il coraggio della madre, con la fedeltà della madre, con la bontà della madre, e con la sua fede, che resiste nell’oscurità.

PREGHIERA

Santa Maria, Madre del Signore, sei rimasta fedele quando i discepoli sono fuggiti. È così che, nell’ora della croce, nell’ora della notte più buia del mondo, sei diventata Madre dei credenti, Madre della Chiesa. Ti preghiamo: insegnaci a credere e aiutaci affinché la fede diventi coraggio di servire e gesto di un amore che soccorre e sa condividere la sofferenza. Amen.

 

5.STAZIONE: Gesù è aiutato a portare la croce da Simone di Cirene. Preghiamo per quei paesi europei che stanno aiutando ed accogliendo i profughi ucraini.

Dal Vangelo secondo Matteo.  27, 32; 16, 24

Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di Gesù. Gesù disse ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.

 

MEDITAZIONE

Simone di Cirene torna dal lavoro, è sulla strada di casa quando s’imbatte in quel triste corteo di condannati – per lui, forse, uno spettacolo abituale. I soldati usano del loro diritto di coercizione e mettono la croce addosso a lui, robusto uomo di campagna.  Accompagnando Gesù e condividendo il peso della croce, il Cireneo ha capito che era una grazia poter camminare assieme a questo Crocifisso e assisterlo. Ogni volta che con bontà ci facciamo incontro a qualcuno che soffre, qualcuno che è perseguitato e inerme, condividendo la sua sofferenza, aiutiamo a portare la croce stessa di Gesù.

PREGHIERA

Signore, a Simone di Cirene hai aperto gli occhi e il cuore, donandogli, nella condivisione della croce, la grazia della fede. Aiutaci ad assistere il nostro prossimo che soffre, anche se questa chiamata dovesse essere in contraddizione con i nostri progetti e le nostre simpatie. Amen.

 

6.STAZIONE: Gesù è asciugato in volto dalla Veronica. Preghiamo perché le sofferenze e le lagrime dei bambini ucraini si trasformino in gioia e sorriso.

Dal libro dei Salmi. 27, 8-9

Di te ha detto il mio cuore: “Cercate il suo volto”; il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.

MEDITAZIONE

Veronica incarna l’anelito che accomuna tutti gli uomini pii dell’Antico Testamento, quello di cercare e vedere il volto di Dio. Sulla strada di Gesù, all’inizio, Veronica non rende altro che un servizio di bontà femminile: offre un sudario a Gesù. Non si fa né contagiare dalla brutalità dei soldati, né immobilizzare dalla paura dei discepoli. È l’immagine della donna buona, che, nel turbamento e nell’oscurità dei cuori, mantiene il coraggio della bontà, non permette che il suo cuore si ottenebri. Nel volto umano, pieno di sangue e di ferite di Gesù, ella vede il Volto di Dio e della sua bontà, che ci segue anche nel più profondo dolore. Soltanto con il cuore possiamo vedere Gesù. Soltanto l’amore ci rende capaci di vedere e ci rende puri. Soltanto l’amore ci fa riconoscere Dio che è l’amore stesso.

ORAZIONE

Signore, donaci l’inquietudine del cuore che cerca il tuo volto. Donaci quella schiettezza e purezza che ci rendono capaci di vedere la tua presenza nel mondo. Imprimi il tuo volto nei nostri cuori, così che possiamo incontrarti e mostrare al mondo la tua immagine. Amen.

 

7.STAZIONE: Gesù cade per seconda volta sotto la croce. Preghiamo per i vari centri piccoli e grandi dell’Ucraina libera e democratica distrutti dai bombardamenti russi.

Dal libro della Lamentazioni. 3, 1-2.9.16

Io sono l’uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira. Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce. Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri. Mi ha spezzato con la sabbia i denti, mi ha steso nella polvere.

MEDITAZIONE

La tradizione della triplice caduta di Gesù e del peso della croce richiama la caduta di Adamo – il nostro essere umani caduti – e il mistero della partecipazione di Gesù alla nostra caduta. San Giovanni parla di una triplice caduta dell’uomo: la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita. Stancatasi della fede, l’uomo ha abbandonato il Signore: le grandi ideologie hanno costruito un nuovo paganesimo, che volendo accantonare definitivamente Dio, è finito per sbarazzarsi dell’uomo. L’uomo giace così nella polvere. Il Signore cade per rialzare ognuno di noi.

PREGHIERA

Signore Gesù Cristo distruggi il potere delle ideologie, che sono intessute di menzogne. Rendici sobri e attenti per poter resistere alle forze del male e aiutaci a riconoscere i bisogni interiori ed esteriori degli altri, Donaci speranza in mezzo a tutta questa oscurità, perché possiamo diventare portatori di pace e di speranza per il mondo. Amen.

 

8.STAZIONE: Gesù consola le pie donne di Gerusalemme. Preghiamo perché la sofferenza delle madri e padri ucraini si trasformi nella gioia di ritornare nelle proprie case e ricongiungere le loro famiglie.

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 28-31

Gesù, voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco? ”.

MEDITAZIONE

Sentire Gesù, mentre rimprovera le donne di Gerusalemme che lo seguono e piangono su di lui, ci fa riflettere. Non serve compiangere a parole, e sentimentalmente, le sofferenze di questo mondo, mentre la nostra vita continua come sempre. Per questo il Signore ci avverte del pericolo in cui noi stessi siamo.  Il male non può continuare a essere banalizzato di fronte all’immagine del Signore che soffre. Anche a noi egli dice: Non piangete su di me, piangete su voi stessi”.

PREGHIERA

Signore, fa che non ci limitiamo a camminare accanto a te, offrendo soltanto parole di compassione. Convertici e donaci una nuova vita; non permettere che, alla fine, rimaniamo lì come un legno secco, ma fa’ che diventiamo tralci viventi in te, la vera vite, e che portiamo frutto per la vita eterna. Amen.

 

9.STAZIONE: Gesù cade per la terza volta sotto la croce. Preghiamo perché nel mondo si affermi la democrazia e il libero pensiero di ogni cittadino.

Dal libro delle Lamentazioni. 3, 27-32

È bene per l’uomo portare il giogo fin dalla giovinezza. Sieda costui solitario e resti in silenzio, poiché egli glielo ha imposto; cacci nella polvere la bocca, forse c’è ancora speranza; porga a chi lo percuote la sua guancia, si sazi di umiliazioni. Poiché il Signore non rigetta mai. . . Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo la sua grande misericordia.

MEDITAZIONE

Che cosa può dirci la terza caduta di Gesù sotto il peso della croce? Forse ci fa pensare alla caduta dell’uomo in generale, all’allontanamento di molti da Cristo, alla deriva verso un secolarismo senza Dio.  Quante volte celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di lui! Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta superbia, quanta autosufficienza! Tutto ciò è presente nella sua passione. Il tradimento dei discepoli è certamente il più grande dolore del Redentore, quello che gli trafigge il cuore.

PREGHIERA

Signore, con le nostre continue cadute ti trasciniamo a terra, e Satana se la ride, perché spera che non riuscirai più a rialzarci dall’abisso in cui siamo sprofondati. Tu, però, ci rialzerai, come Tu Ti sei rialzato, sei risorto e quindi puoi rialzare anche noi. Salva e santifica tutti noi. Amen.

 

10.STAZIONE: Gesù è spogliato delle sue vesti. Preghiamo per l’integrità delle nazioni e per la loro autodeterminazione, Nessuna spartizione dei territori dell’Ucraina venga legittimata con la forza delle armi.

Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 33-36

Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio, gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere. Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte. E sedutisi, gli facevano la guardia.

MEDITAZIONE

Gesù viene spogliato delle sue vesti. Il vestito conferisce all’uomo la sua posizione sociale; gli dà il suo posto nella società, lo fa essere qualcuno. Essere spogliato in pubblico significa che Gesù non è più nessuno, non è nient’altro che un emarginato, disprezzato da tutti. Il Signore sperimenta tutti gli stadi e i gradi della perdizione degli uomini, e ognuno di questi gradi è, in tutta la sua amarezza, un passo della redenzione: è proprio così che egli riporta a casa la pecorella smarrita.

 

ORAZIONE

Signore Gesù, sei stato spogliato delle tue vesti, esposto al disonore, espulso dalla società. Ti sei caricato delle sofferenze e dei bisogni dei poveri, coloro che sono espulsi dal mondo. Donaci un profondo rispetto dell’uomo in tutte le fasi della sua esistenza e in tutte le situazioni nelle quali lo incontriamo. Amen.

 

11.STAZIONE: Gesù è inchiodato alla croce. Preghiamo per tutti i civili bloccati nelle città ucraine occupate dalle milizie russe.

Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 37-42

Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: “ Questi è Gesù, il re dei Giudei”. Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: “Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!”. Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: “Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d’Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo”.

MEDITAZIONE

Gesù è inchiodato sulla croce. Tutto il suo corpo è martoriato. Fermiamoci davanti a questa immagine di dolore, davanti al Figlio di Dio sofferente. Guardiamo a lui nei momenti della presunzione e del godimento, in modo da imparare a rispettare i limiti e a vedere la superficialità di tutti i beni puramente materiali. Guardiamo a lui nei momenti di calamità ed angustia, per riconoscere che proprio così siamo vicini a Dio. Lasciamoci inchiodare a lui, non cedendo a nessuna tentazione di staccarci e di cedere alle beffe che vorrebbero indurci a farlo.

PREGHIERA

Signore Gesù Cristo, ti sei fatto inchiodare sulla croce, accettando la terribile crudeltà di questo dolore, la distruzione del tuo corpo e della tua dignità. Aiutaci a farci legare strettamente a te. Aiutaci a smascherare quella falsa libertà che ci vuole allontanare da te. Amen.

 

12.STAZIONE: Gesù muore in croce. Preghiamo per morte dei soldati ucraini, russi e di tutti i civili a causa di questo assurdo conflitto.

Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 45-50

Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: “Elì, Elì, lemà sabactàni?”, che significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: “Costui chiama Elia”. E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. Gli altri dicevano: “Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!”.E Gesù, emesso un alto grido, spirò.

 

MEDITAZIONE

Con la sua morte in croce, Gesù assume in sé l’intera umanità sofferente, il dramma dell’oscurità di Dio, e fa sì che Dio si manifesti proprio laddove sembra essere definitivamente sconfitto e assente. La croce di Gesù è un avvenimento cosmico. Il mondo si oscura, quando il Figlio di Dio subisce la morte. La terra trema. E presso la croce ha inizio la Chiesa una nuova umanità. Dalla croce egli trionfa, sempre di nuovo.

 

PREGHIERA

Signore Gesù Cristo, aiutaci a riconoscere, in quest’ora di oscurità e di turbamento, il tuo volto. Aiutaci a credere in te e a seguirti proprio nell’ora del bisogno e della prova. Mostrati di nuovo al mondo in quest’ora terribile della guerra in Ucraina e in altre parti del mondo. Fa’ che la tua salvezza si manifesti a tutti gli uomini della terra. Amen.

 

13.STAZIONE: Gesù è deposto dalla croce. Preghiamo perché si fermi la deportazione di bambini e civili dal territorio ucraino.

Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 54-55

Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: “Davvero costui era Figlio di Dio!”. C’erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo.

MEDITAZIONE

Gesù è morto, il suo cuore viene trafitto dalla lancia del soldato romano e ne escono sangue e acqua. E ora che tutto è stato sopportato, si vede che egli, nonostante tutto il turbamento dei cuori, nonostante il potere dell’odio e della vigliaccheria, non è rimasto solo. I fedeli ci sono. Sotto la croce c’erano Maria, sua Madre, la sorella di sua Madre, Maria, Maria di Màgdala e il discepolo che egli amava. Sopra l’ora del grande lutto, del grande ottenebramento e della disperazione, sta misteriosamente la luce della speranza. Il Dio nascosto rimane comunque il Dio vivente e vicino. Il Signore morto rimane comunque il Signore e nostro Salvatore, anche nella notte della morte.

ORAZIONE

Signore, fà che nell’ora dell’oscurità riconosciamo che tu sei sempre vicino a noi. Donaci una fedeltà che resista nello smarrimento e un amore che ti accolga nel momento più estremo del tuo bisogno. Aiuta i poveri e i ricchi, i semplici e i dotti, a superare le loro paure e i loro pregiudizi, e a offrirti la nostra capacità, il nostro cuore, il nostro tempo, preparando così il giardino nel quale può avvenire la risurrezione. Amen.

 

14.STAZIONE: Gesù è deposto nel sepolcro. 14. Per tutti i civili e militari sepolti nelle fosse comune durante questi giorni di conflitto in Ucraina.

Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 59-61

Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l’altra Maria.

MEDITAZIONE

Nel momento della deposizione comincia a realizzarsi la parola di Gesù: “In verità, in verità, vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12, 24). Gesù è il chicco di grano che muore. Dal chicco di grano morto comincia la grande moltiplicazione del pane che dura fino alla fine del mondo: egli è il pane di vita capace di sfamare in misura sovrabbondante l’umanità intera e di donarle il nutrimento vitale: il Verbo eterno di Dio, che è diventato carne e anche pane, per noi, attraverso la croce e la risurrezione. Sopra la sepoltura di Gesù risplende il mistero della luce della pace, della vita e della risurrezione finale anche nelle nostri poveri corpi morali.

PREGHIERA

Signore Gesù Cristo, come il chicco di grano si rialza dalla terra come stelo e spiga, così anche tu non potevi rimanere nel sepolcro e sperimentare la corruzione. Sei, invece, risorto e hai dato spazio alla carne trasformata nel cuore di Dio. Fa’ che possiamo rallegrarci di questa speranza e possiamo portarla gioiosamente nel mondo per essere testimoni della tua risurrezione, della tua pace e della comunione tra tutti i popoli del mondo. Amen.

Santa Madre deh voi fate …

Conclusione

Secondo le intenzioni di Papa Francesco.

Padre, Ave e Gloria

Orazione conclusiva

O Dio, che nella passione del Cristo nostro Signore ci hai liberati dalla morte, eredità dell’antico peccato trasmessa a tutto il genere umano, rinnovaci a somiglianza del tuo Figlio; e come abbiamo portato in noi, per la nostra nascita, l’immagine dell’uomo terreno, così per l’azione del tuo Spirito, fa’ che portiamo l’immagine dell’uomo celeste.  Per Cristo nostro Signore.

Benedizione finale del sacerdote.

Canto conclusivo

ITRI. FESTA DELLA CIVITA 2021 AL SANTUARIO. ORARI

MESSE CIVITA 2021

Aggiornato il programma e l’orario delle celebrazioni al Santuario della Civita

di Antonio Rungi

Vengono pubblicate ulteriori informazioni sulla festa della Madonna della Civita che si celebra in modo solenne al santuario a lei dedicato, di proprietà dell’Arcidiocesi di Gaeta, affidato ai passionisti di Itri Civita e Città, nei giorni 20 e 21 luglio 2021. Dopo la pandemia si riprende il cammino in presenza di sempre più numerosi fedeli, devoti e pellegrini che arrivano al santuario da ogni parte d’Italia e dall’estero, anche ora che si sono riaperte le frontiere innalzate dalla pandemia.

MESSE CIVITA 2021

LA FESTA DI SANTA MAFRIA GORETTI DAI PASSIONISTI DI ITRI

SANTA MARIA GORETTI 2021

LA FESTA DI SANTA MARIA GORETTI DAI PASSIONISTI DI ITRI

di Antonio Rungi

Quattro giorni di preghiera e riflessioni per ricordare Santa Maria Goretti nella comunità passionista di Itri (LT) in questo anno di riapertura della vita sociale, dopo un tempo difficile come quello della pandemia che abbiamo vissuto e stiamo vivendo. Si inizia sabato 3 luglio 2021, con il santo rosario, alle ore 7,00 con la celebrazione eucaristica delle 7,30 e con la celebrazione delle Lodi con i fedeli che partecipano alla celebrazione di apertura del triduo. Nel pomeriggio, alle ore 17,30 il santo rosario con i pensieri spirituali di Santa Maria Goretti, i vespri e la celebrazione della messa con le riflessionI del celebrante sulla vita esemplare di questa giovane martire dell’inizio novecento, Maria Goretti ha segnato la storia della cristianità nelle paludi pontine e in quella Nettuno, Zona Ferriere, ove il 5 luglio 1902 venne aggredita e pugnalata dal suo aggressore, Alessandro Serenelli, che voleva abusare di lei.

La morte di Marietta avvenne all’ospedale di Nettuno, dove venne ricoverata nel tentativo di salvarle la vita, ma il 6 luglio spirò dopo aver perdonato il suo aggressore. Di questa vita esemplare di una dodicenne parleranno i passionisti che presiederanno le celebrazioni durante il triduo e nella festa del 6 luglio 2021.

Tranne domenica, 4 luglio, che la messa del mattino viene celebrata alle ore 8.00, invece delle 7,30, per il resto il programma quotidiano è il medesimo del giorno 3 e per il giorno 4 e 5 luglio. Nel giorno della festa liturgica, invece, oltre alla celebrazione del mattino sono previsti, nel pomeriggio, momenti significativi per i devoti della santa.

A conclusione della Messa verrà ricordato il transito della santa alla gloria del cielo e poi la benedizione dei bambini e delle famiglie. In serata, tempo permettendo ed anche europei di calcio permettendo verrà proiettato all’aperto il Film su questa santa, che ha avuto varie edizioni e produzioni, dopo la canonizzazione di Maria Goretti avvenuta nel 1950. “Nonostante le difficoltà attuali di riportare in chiesa i fedeli, dopo la pandemia e soprattutto di fare festa nei modi tradizionali, con le processioni e in momenti di socializzazione, anche se in tono minore, quasi sommesso -ha detto padre Antonio Rungi, delegato arcivescovile per la vita consacrata dell’arcidiocesi di Gaeta – noi passionisti e e fedeli devoti di Itri festeggeremo comunque questa piccola grande santa, esempio di coraggio, fortezza, carità pur nella sua tenera età, Marietta è il coraggio dei piccoli e degli adolescenti che in tempi molto difficili e diversi dai nostri ha fatto una scelta coraggiosa e significativa per indicare ai giovani e agli adulti, che cercano facili soddisfazioni alla propria fallimentare esistenza, che solo il vero amore, questo che si fonda su Dio e conduce a Dio, può riempire il cuore e la mente di ogni uomo e credente della felicità su questa terra e del cielo. Il film più noto su santa Maria Goretti è “Il cielo sulla palude”, titolo significativo per dire che anche nella melma più bassa dell’ esperienza umana del peccato si aprono spazi di luci, come quella di Maria Goretti, che diradono le nubi dell’immoralità e della perversione ed aprono il cielo ad un azzurro che è aspirazione all’eternità ed invito alla pace del cuore e della mente su questa terra. Maria Goretti con la sua purezza e il suo martirio ha aperto il cielo di Dio sui peccati e le debolezze di un giovane, che camminava sulla strada della perdizione e del peccato, fino a compiere un omicidio di una ragazzina. Lei che ogni giorno toccava il cielo con un dito, perché profondamente innamorata di Cristo e protetta dalla Vergine Maria, in quanto la sua mente e la sua anima erano immerse nella preghiera, nella carità e non ultimo nel mistero eucaristico che le diede la forza e il coraggio di affrontare il martirio, senza cedere di una virgola sui valori che aveva nel cuore. I ragazzi sono capaci anche di atti eroici come Marietta, che tutti portiamo nel cuore ed amiamo coma una santa sempre giovane e sempre attuale, per gli insegnamenti che ha lasciati ai piccoli ed ai grandi. Dal cielo protegga la gioventù italiana e soprattutto le ragazze e le donne sempre di più a rischio di violenza nel nostro tempo così tremendo”.

LA SERVA DI DIO CONCETTA PANTUSA, PROSSIMA ALLA VENERABILITA’

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La testimonianza di Padre Antonio Rungi, vice postulatore della causa di beatificazione della Serva di Dio, Madre Concetta Pantusa.

“Sono grato al Signore, alla Madonna e alla Congregazione vaticana per le cause dei santi che il 21 aprile scorso, con proprio decreto ha riconosciuto la validità dell’inchiesta diocesana per la causa di beatificazione di Concetta Pantusa, madre di famiglia, che da anni è stata assunta come impegno prioritario della Pia Unione del Volto Santo di Airola”, è quanto dichiara padre Antonio Rungi, passionista, vice-postulatore della causa di beatificazione di Concetta Pantusa, attuale vicario episcopale per la vita consacrata dell’arcidiocesi di Gaeta, di comunità a Itri-Civita.

“Questo è un ulteriore passo verso la dichiarazione dell’eroicità delle virtù della nostra Serva di Dio, Concetta Pantusa, che rende particolarmente felici tutti noi airolani –ha detto padre Rungi – e particolarmente quelli che come me, anche se in tenera età, ho conosciuto Concetta Pantusa e sono stato accolto tra le sue braccia, alla mia nascita il 7 luglio 1951. La mia vita si è incrociata, per tanti aspetti, con la Serva di Dio, in quanto la nostra famiglia, insieme a papà Giovanni Rungi, mamma Tommasina Ricciardi, mia sorella Cira (tutti  e tre passati a miglior vita) e mio fratello Pompeo abitavamo con la Serva di Dio nello stesso stabile di Via Monteoliveto, oggi divenuta la celebre casa del Volto Santo di Airola, nella quale sono custodite le spoglie mortali di Concetta Pantusa. Bisogna ricordare che Airola ha considerata Concetta Pantusa “santa” durante la vita e dopo la morte. Basta dire che i passionisti, in particolare, subito hanno preso a cuore la testimonianza di vita santa di Concetta Pantusa. La serva di Dio per anni è stata sepolta nella cappella cimiteriale dei passionisti. Per questa ragione, visto anche la devozione della gente che visitavano la sua tomba, iniziarono un lavoro certosino, portato avanti da padre Tommaso Tatangelo, passionista. Fu lui a stilare, in modo preciso e circostanziato, una documentazione rigorosamente storica, avallata da giuramento, degli avvenimenti più rilevanti, circa la vita, le virtù e le opere della Serva di Dio Maria Concetta Pantusa, morta in concetto di santità in Airola (BN) il 27 marzo 1953. Documentazione, ad uso esclusivo dei processi diocesani, che fu consegnata l’8 settembre 1974 a monsignor Ilario Roatta, allora il vescovo di Sant’Agata dei Goti. Da questa prima documentazione si è partiti per portare avanti, poi, con l’opera di padre Stefano Pompilio (vice postulatore, passato a miglior vita) e dei Frati Minori della Provincia del Sannio, dietro incoraggiamento continuo della Pia Unione del Volto Santo di Airola, l’attuale fase del processo per la beatificazione della Serva di Dio, Concetta Pantusa.

Ricordo benissimo che il processo per la causa di beatificazione fu aperto ufficialmente il 10 febbraio 2007, alla presenza del Vescovo diocesano di Cerreto-Telese-Sant’Agata dei Goti, monsignor Michele De Rosa, nella Chiesa della SS.Annunziata di Airola (Bn) e dopo 9 anni e mezzo chiuso la sera del 22 agosto 2016, dallo stesso Vescovo De Rosa. Fu sigillata tutta la documentazione prodotta sotto giuramento da parte dei testimoni e verbalizzato dal tribunale diocesano. Tale documentazione fu immediatamente portata a Roma ed ora dopo quasi 5 anni di attesa, di studio e lettura degli esperti, è arrivato questo decreto sulla validità degli atti processuali, che permetterà al Postulatore generale, padre Giovangiuseppe Califano, Frate Minore, di stilare la positio per la dichiarazione della venerabilità, che sarà decretata da Papa Francesco, dopo l’approvazione della commissione teologica e dei cardinali.

In questi 5 anni abbiamo lavorato nel silenzio e fatta conoscere la Serva di Dio, attraverso la diffusione della sua biografia, con video, immagini, preghiere, interventi per radio, televisione, sui social e abbiamo e continuiamo a far pregare tante persone che hanno avuto modo di conoscere Concetta Pantusa durante la sua vita e dopo la sua morte. Nel mio ministero di predicatore itinerante passionista, dal momento che faccio riferimento spesso alla Serva di Dio,  incontro di frequente persone che da sempre si rivolgono, con la preghiera, alla Serva di Dio per ottenere grazie e vengono esaudite. Certo dobbiamo insistere per ottenere, per sua intercessione, un vero miracolo dal Signore, per poterla vedere prima beata e poi, dopo un altro miracolo, anche canonizzata.  A Mondragone, a Frattamaggiore, nel napoletano, casertano e beneventano, Concetta Pantusa  e Casa del Volto Santo sono un riferimento importante per tanti devoti della prossima venerabile. Siamo solo all’inizio di un cammino – precisa padre Antonio Rungi – che speriamo possa, in pochi mesi, giungere alla dichiarazione della venerabilità o meglio dell’eroicità delle virtù esercitate da questa straordinaria mamma di famiglia, con il cuore di consacrata laica, che a mio avviso può essere definita la santa Rita del Sud. Nubile, sposata, vedova, con l’unica figlia monaca delle clarisse di Airola e lei con il desiderio di consacrarsi a Dio nella vita religiosa. Cosa che non le fu possibile, ma visse da vera consacrata alla passione di Cristo, prendendo molto dalla spiritualità passionista del vicino convento di Monteoliveto e parimenti moltissimo dalla spiritualità francescana, avendo una figlia monaca clarissa e un riferimento importantissimo nel convento di San Pasquale in Airola, con i frati Minori che la seguirono in vita e dopo la morte si sono assunti l’onere di portare avanti il processo di beatificazione, avviato a nome e per conto della Pia Unione del Volto Santo che grandissimo merito ha in tutto questo”.

 

Nella foto in bianco e nero: padre Antonio Rungi tra le braccia della Serva di Dio Concetta Pantusa, Madre di famiglia, con la sua sorella Cira (morta l’11 agosto 2016) e il fratello Pompeo Pasqualino di Airola

CONTEMPLARE, ASCOLTARE E RIPARTIRE. COMMENTO ALLA PAROLA DI DIO DELLA II DOMENICA DI QUARESIMA 2021 A CURA DI PADRE ANTONIO RUNGI

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II Domenica di Quaresima

Domenica 28 febbraio 2021

Tra l’Oreb e il Tabor c’è solo un cammino da fare: quello della fede e della speranza.

Commento di padre Antonio Rungi

La parola di Dio di questa seconda domenica di Quaresima ci invita a salire su due monti: il monte di Abramo, l’Oreb e il monte di Gesù, che è il Tabor, dove Egli si trasfigura.

Nella prima lettura, infatti, tratta dal libro della Gènesi si parla del sacrificio di Isacco, figlio di Abramo, avuto per miracolo nella vecchiaia e considerata la sterilità di sua moglie Sara. Questo dono del cielo, dal cielo stesso viene chiesto di sacrificarlo come segno di totale abbondono ai disegni di Dio.

Il testo biblico è sicuramente tra i più drammatici, da certi punti di vista, ma nello stesso tempo è aperto alla speranza e alla piena fiducia in Dio. L’ordine del Signore è chiaro e perentorio nei confronti di Abramo: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».

Abramo stranamente obbedisce senza porre delle domande: Signore perché, dopo che mi ha concesso il dono della paternità?.

Quante mamme e quanti papà vediamo nel volto triste ed angosciato di questo patriarca che sa benissimo che la vita, anche quella di un figlio, non gli appartiene, ma tutto dipende da Colui che dà la vita e che mantiene in vita.

Comunque Abramo fa quello che ha chiesto il Signore e così arrivarono, lui e il figlio, al luogo che Dio gli aveva indicato, il monte Oreb.

Nulla era preparato e tutto c’era da allestire per consumare il sacrificio di un giovane figlio.

E così, Abramo costruì l’altare, collocò la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio.

Nei sacrifici umani ritorna spesso il coltello come arma del delitto, dell’assassinio e nel caso specifico di un atto sacrificale.

A questo punto, Dio interviene mediante l’Angelo liberatore che ordina ad Abramo di non stendere la mano contro il ragazzo e non a fargli niente!.

Il motivo di questo gesto di tolleranza da parte di Dio sta nelle parole che seguono: “Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito».

C’era, quindi, bisogno di verificare la fede di quest’uomo, padre e patriarca, prima di affidargli un compito molto importante.

E la fede di Abramo vince, perché nel suo cuore avrà pensato che il Signore non avrebbe permesso tutto questo.

Dio voleva constatare il coraggio della fede di questo uomo, totalmente votato ai suoi disegni e al suo volere.

La ricompensa del Signore per questo atto di fiducia non si fa attendere e così Abramo alzando gli occhi, vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.

Il sacrificio a Dio viene comunque assicurato ma si sostituisce la vittima; da una persona umana, giovane, ad un animale che normalmente veniva ucciso per esigenze di caccia e di alimentazione.

Ma il discorso non si conclude con quel gesto sacrificale sostitutivo. Infatti, l’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e gli fa una promessa, un giramento vero e proprio, che ha il fondamento nella parola stessa di Dio che è fedele e dura in eterno: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».

Si arriva alla conclusione di tutto il racconto. Da un sacrificio dell’unico figlio, che viene proposto e poi annullato da Dio, alla moltitudine dei figli di Abramo che ben conosciamo chi sono e cioè il popolo eletto.

Abramo così diventa il padre, non biologico di un intero popolo, ma il padre nella fede e come tale trasmette il dono più prezioso ai figli di questo popolo che è la fiducia totale e piena in Dio.

Saliamo adesso sull’altro monte, quello di Gesù, il Tabor e vediamo cosa succede qui.

Il vangelo di Marco ce lo dice sinteticamente: qui Gesù si trasfigura, presenti Elia e Mosè, appararsi a fianco a Lui nella gloria, davanti ai tre discepoli, Pietro, Giovanni e Giacomo, ascesi al sacro monte con il divino Maestro.

Tutto si sarebbero aspettavano i tre, ma non di certo di trovarsi davanti a questo scenario di paradiso che tocca il loro cuore e la loro mente al punto tale da far dire a Pietro: Signore è bello per noi stare qui, facciamo tre tende e ci stabilizziamo nella gioia e nel benessere eterno su questo luogo della vera felicità. Invece, dopo quel momento di estasi, si ritorna alla normalità, alla quotidianità, con all’orizzonte il monte Calvario, il monte della passione e morte in croce, ma anche della risurrezione del Signore.

L’episodio della trasfigurazione che è narrato nei tre vangeli sinottici (Marco 9:2-8, Matteo 17:1-8, Luca 9:28-36), ed è collocato dopo la confessione di Pietro, ci racconta che Gesù, dopo essersi appartato con i discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni, cambiò aspetto mostrandosi ai tre discepoli con uno straordinario splendore della persona e uno stupefacente candore delle vesti.

In questo contesto si verifica l’apparizione di Mosè ed Elia che conversano con Gesù e si ode una voce, proveniente da una nube, che dichiara la figliolanza divina di Gesù.

Lo splendore di Cristo richiama la sua trascendenza, la presenza di Mosè ed Elia simboleggia la legge e i profeti che hanno annunciato sia la venuta del Messia che la sua passione e glorificazione; la nube si riferisce a teofanie già documentate nell’Antico Testamento.

Una tradizione attestata già nel IV secolo da Cirillo di Gerusalemme e da Girolamo, identifica il luogo dove sarebbe avvenuta la trasfigurazione con il monte Tabor, letteralmente “la montagna”. Si tratta di un colle rotondeggiante e isolato, alto 588 m s.l.m., ossia circa 400 metri sul livello delle valli circostanti, nella Regione della Galilea, in Israele. Nella prima metà del XX secolo qui fu costruita la Basilica della Trasfigurazione e il monastero greco-ortodosso di Sant’Elia.

Il mistero luminoso della trasfigurazione del Signore, quindi, ci riporta all’essenza stessa del nostro rapporto con Dio e ci chiede di fare, soprattutto in questo tempo di quaresima e di pandemia, tre cose importanti: contemplare, ascoltare e ripartire. 

Contemplare significa riflettere sulla vita di Gesù. Al centro del metodo della contemplazione vi sono i sensi umani: vedere, udire, sentire.

Lo scopo della contemplazione è far crescere la conoscenza intima di Gesù Cristo, per amarlo di più e seguirlo più da vicino.

La contemplazione è una preghiera affettiva piuttosto che una riflessione intellettuale.

Meditazione e contemplazione fanno parte della tradizione della spiritualità cristiana che risultano particolarmente utili nel corso della Quaresima che è tempo forte per contemplare e meditare.

Altra cosa da fare è ascoltare Dio che parla a noi attraverso la legge e i profeti. La presenza di Elia e Mosé nella trasfigurazione di Cristo ci indicano i riferimenti più incisivi per ascoltare davvero Dio che parla a noi, soprattutto attraverso la voce di Cristo: questi è il mio figlio l’amato, ascoltatelo. Gesù non ci parla direttamente, non ci viene a fare una lezione o una predica, né ci appare in sogno o visione per dirci quello che dobbiamo fare. Egli ha parlato e continua a parlare a noi attraverso il sacramento della Chiesa, suo mistico corpo, nella quale un ruolo fondamentale ha Pietro, il Papa, che sale con Gesù su Monte Tabor e al quale Gesù stesso affida la sua chiesa. Egli continua a parlare con la voce di Giovanni e Giacomo e degli altri apostoli che personalmente hanno ascoltato il Signore. Non facciamoci parlare dalla voce di un altro apostolo, Giuda iscariota che fu il traditore.

Il terzo atto da compiersi è quello di ripartire, dopo aver contemplato ed ascoltato. E ripartire significa, nella logica della trasfigurazione e del monte Tabor, scendere a valle e camminare per le strade del mondo per annunciare la parola che salva. In questa valle di lagrime e di speranza noi dobbiamo essere gli annunziatori della gioia che ci viene da Dio nella contemplazione del suo Figlio, Gesù Cristo, nato, morto, risorto ed asceso al cielo per la nostra salvezza. Ripartire ce lo chiede anche il tempo della pandemia che stiamo vivendo e tale ripartenza riguarda non solo la vita economica e sociale, ma soprattutto la vita spirituale e cristiana, bloccata da tante limitazioni sanitarie che si sono trasformate in autolimitazioni per allontanarci, senza alcun motivo, dalla frequenza della Chiesa e dei sacramenti.

La parola di Dio di questa domenica sia un motivo in più per riflettere su come stiamo vivendo la nostra fede in questo tempo di prova e sofferenza e se proprio vogliamo farci guidare da essa, penso che sia quanto mai opportuno meditare sulla seconda lettura di oggi, tratta dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani: “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi!”.

Come è facile capire, se fondiamo ogni nostro agire e soprattutto tutta la nostra vita in Gesù Cristo, chi potrà mai danneggiarci, offendere, umiliare, condannare? Nessuno, perché Cristo ci ha salvati e redenti e gli uomini di questa terra sono dei poveri illusi se pensano di essere i salvatori di questa o quell’altra situazione, compresa quella della pandemia. Senza la fede in Dio non si riesce in nulla, neppure nell’eliminare da questo mondo un semplice ma terribile virus.

La lezione di vita che ci viene dalla parola di Dio di questa domenica è chiara. Sta a noi capirla e come Abramo salire sul monte ed offrire tutto quello che è più importante e prezioso per noi. E Dio non si terrà per se qualsiasi gesto di amore, obbedienza e fiducia in Lui e ci ricompenserà già su questa terra con la pace del nostro cuore e la luce della nostra mente. Ma salire anche con Cristo sul Tabor per gustare la dolcezza e la serenità di stare in contemplazione dell’unico salvatore del mondo.

PASSIONISTI. IL GIUBILEO DEI 300 ANNI DI VITA E STORIA

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Roma. La Congregazione dei Passionisti inizia il Giubileo per i suoi 300 anni di storia. Indulgenza plenaria in tutte le chiese e comunità dei passionisti. Il messaggio di Papa Francesco a tutta la famiglia passionista

di Antonio Rungi

Con l’apertura della Porta Santa della Basilica dei Ss. Giovanni e Paolo – a Roma – cui seguirà la Messa inaugurale, presieduta dal Segretario di Stato Vaticano, il Cardinal Pietro Parolin, nella solennità di Cristo Re, domenica 22 novembre 2020, alle ore 10,130 inizia per tutta la Congregazione dei Passionisti l’anno giubilare per i 300 anni dell’Istituto, fondato da san Paolo della Croce, il 22 novembre 1720. Questa data fa riferimento al giorno in cui Paolo Danei, un giovane di 26 anni, abbandonata l’attività commerciale, iniziò un ritiro di 40 giorni, una vera e propria quaresima o quarantena, in una cella della Chiesa di San Carlo a Castellazzo Bormida (Alessandria), durante il quale scrisse le regole della futura congregazione. Si sentiva ispirato a “radunare compagni per condividere ed annunciare al mondo l’Amore Crocifisso”. Il ritiro terminò il 1 gennaio 1721. Di qui le date del giubileo passionista di un anno, dal 22 novembre 2020 al 1 gennaio 2022.

La cerimonia nel rispetto delle norme sanitarie anti-covid, vedrà la partecipazione delle massime autorità della Congregazione della Passione, con il Superiore generale, padre Joackim Rego. e potrà seguire su Tv2000 e in streaming da ogni parte del mondo.

Il programma predisposto due anni fa finalizzato a dare massimo risalto a questo storico avvenimento è stato, in ragione della pandemia, ridimensionato e adeguato al momento presente. A tal fine, per limitare il rischio del contagio della seconda ondata della pandemia, prudenzialmente sono stati cancellati i pellegrinaggi nazionali e internazionali ai luoghi di san Paolo della Croce e rinviati a data da stabilire.

“La celebrazione del Terzo Centenario mantiene intatto il suo valore come impegno interiore per rinnovare la propria vita e la propria missione”.

L’icona e il motto del giubileo indicano il percorso che i passionisti intendono fare in questo anno giubilare che si presenta con tante difficoltà esterne ma non spirituali: “Gratitudine, Profezia, Speranza. Rinnovare la nostra Missione”.

“Le celebrazioni giubilare -ha scritto il Superiore generale, padre Joackim Rego – devono puntare ad approfondire il nostro impegno nel mantenere viva la memoria della Passione del Signore quale espressione definitiva dell’amore di Dio per tutte le persone e per il creato e cercare forme nuove per promuovere la memoria della Passione del Signore” “La grazia del Giubileo  offre il vigore per un nuovo inizio, la nuova opportunità di una vita nuova in pienezza e bellezza”.

Non a caso è stato concesso alla Congregazione della Passione  dalla Penitenzeria Apostolica di lucrare le indulgenze plenarie nei modi esplicitati nel decreto ai autorizzazione e che verrà affisso in tutte le chiese e gli oratori pubblici dei passionisti. Si tratta  di un vero e proprio Anno Santo per la famiglia passionista, nella sua totalità, che si estenderà fino al 1° gennaio del 2022 e che coinvolgerà religiosi, monache, religiose, fedeli laici, movimenti e gruppi che fanno riferimento al carisma di san Paolo della Croce, che il 22 novembre 1720 iniziava questa straordinaria avventura carismatica, proseguita dai suoi figli spirituali in tutto il mondo, in questi 300 anni di storia, vita e missione.

Da parte sua il Santo Padre, Papa Francesco, ha inviato un suo messaggio a tutta la famiglia passionista, in data 15 ottobre, tramite il superiore generale, padre Joackim Rego nel quale scrive testualmente: Le celebrazioni giubilari per il terzo centenario della vostra Congregazione, mi offrono l’occasione di unirmi spiritualmente alla vostra gioia per il dono della vocazione ricevuta di vivere e annunciare la memoria della Passione di Cristo, facendo del mistero pasquale il centro della vostra vita (cfr Costituzioni 64). Questo vostro carisma, come ogni carisma della vita consacrata, è una irradiazione dell’amore salvifico che scaturisce dal mistero trinitario, si rivela nell’amore del Crocifisso (cfr Esort. ap. Vita consecrata 17- 19. 23), si effonde su una persona scelta dalla provvidenza estendendosi in una data comunità, per impiantarsi nella Chiesa in risposta a particolari bisogni della storia. Affinché il carisma perduri nel tempo, è necessario renderlo aderente alle nuove esigenze, tenendo viva la potenza creativa degli inizi. Questa significativa ricorrenza centenaria rappresenta una provvida opportunità di incamminarvi verso nuovi traguardi apostolici, senza cedere alla tentazione di «lasciare le cose come stanno» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 25). Il contatto con la Parola di Dio nella preghiera e la lettura dei segni dei tempi negli eventi quotidiani, vi renderà capaci di percepire il soffio creativo dello Spirito che alita nel tempo, additando le risposte alle attese dell’umanità: A nessuno sfugge che viviamo oggi in un mondo in cui nulla è più come prima”.

Per l’anno giubilare non sono previsti grandi eventi esteriori ad eccezione del Congresso internazionale “La sapienza della croce in un mondo plurale”, che si svolgerà a Roma presso l’Università Lateranense, dal 21 al 24 settembre del 2021.

I passionisti nel mondo sono oltre 2500 e sono presenti in tutti i continenti, in 63 nazioni e in 400 comunità. Speciale devozione curano verso la Madonna “Salvezza del popolo romano”, dove il fondatore san Paolo della Croce si recò a pregare, nell’ottobre del 1721, facendo voto di aiutare la gente a fare memoria della passione di Gesù Cristo, definita da lui “l’opera più grande e stupenda dell’amore di Dio”

ITRI. FESTA DI SAN PAOLO DELLA CROCE 2020

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ITRI (LT). FESTA DI SAN PAOLO DELLA CROCE, NEL TERZO CENTENARIO DI FONDAZIONE DELL’ISTITUTO DEI PASSIONISTI

di Antonio Rungi

Quattro giorni di intensa preghiera per la festa San Paolo della Croce, dal 16 al 19 di ottobre 2020, che si terranno nella chiesa di Santa Maria di Loreto in Itri, tempio mariano che i passionisti hanno avuto in donazione nel 1943 e che conservano gelosamente, per alimentare la fede nel popolo santo di Dio nella comunità cristiana di Itri e dei paesi limitrofi. La festa, quest’anno, nel rispetto delle norme anti Covid 19, più restrittive nel Lazio, rispetto a quelle emanate dal governo, assume un significato particolate sia per la ricorrenza del terzo centenario della Congregazione dei Passionisti, fondata da San Paolo della Croce il 22 novembre 1720 e sia per l’emergenza dovuta alla pandemia che tanta ansia e preoccupazione sta producendo nel cuore e nella vita della gente e dei fedeli. In considerazione di tutti questi elementi, la comunità passionista di Itri-Civita, costituita da 8 religiosi, che curano anche il Santuario Mariano della Civita, si concentrerà essenzialmente sulle celebrazioni religiose. In particolare sarà curata la preghiera del rosario, la celebrazione delle messe con relative omelie, commemorazione transito del fondatore dei passionisti, avvenuto a Roma il 18 ottobre 1775, ai Santi Giovanni e Paolo. Nessuna manifestazione esterna è prevista per questa festa, anche perché non è possibile affatto.

La chiesa dei Passionisti di Itri, conosciuta da tutti come dei “Cappuccini”, intitolata dalla Madonna di Loreto, da loro fondata nel 1574 e per secoli curata e messa a servizio della comunità religiosa e civile di Itri, può ospitare fino ad un massimo di 60 persone in base alle norme per il Covid-19. Normalmente la Chiesa è frequentata da un buon numero di fedeli, sia nelle giornate feriali e soprattutto nelle domeniche e nelle feste. La devozione a San Paolo della Croce è molto sentita in città e nel territorio, in quanto il Santo è stato negli anni 1720-1726 più volte a Gaeta, Fondi, Sperlonga ed altre località. A Gaeta, insieme al fratello Giovanbattista, fissò per lunghi mesi la sua dimora al romitorio della Madonna della Catena e nel 1726 per diversi mesi sostò in preghiera, penitenza e discernimento al Santuario della Madonna della Civita. La presenza di San Paolo della Croce si perpetua da tre secoli in questa area, con la predicazione delle missioni popolari, con varie iniziative religiose, che i passionisti nel tempo hanno portato avanti con la loro attività missionaria e spirituale. Poi nel 1943 nell’attuale convento cittadina si stabilì una comunità religiosa passionista che ha operato nel territorio dell’arcidiocesi di Gaeta in vari settori: parrocchia, direzione spirituale, predicazione itinerante, assistenza spirituale a vari istituti di suore e, negli anni post-bellici nel campo dell’assistenza umanitaria, culturale e sociale, favorendo quella rinascita civile di Itri, dopo il secondo e distruttivo conflitto mondiale. Dal 1985 i passionisti, su proposta dell’arcidiocesi di Gaeta, hanno accettato di guidare spiritualmente anche il santuario della Civita.

Nel 2012, i passionisti hanno lasciato la parrocchia di Santa Maria Maggiore che avevano guidato per oltre 50 anni e la parrocchia San Michele Arcangelo, sempre in Itri, che aveva avuto in affidamento da due anni. Attualmente oltre al santuario della Civita, impegno pastorale prioritario, sono a servizio dell’arcidiocesi di Gaeta, come responsabili della vita consacrata, come parroci e vicari -parroci, nel campo della predicazione itinerante, dei mezzi di comunicazione sociale, come cappellani ed altri ministeri tipici della Congregazione della Passione. In occasione del lockdown per la pandemia da coronavirus, ancora in fase di diffusione, hanno animato la vita spirituale dei fedeli, a distanza, con la celebrazione delle sante messe, la liturgia delle ore, le catechesi, la preghiera del Rosario, con le varie funzioni religiose, soprattutto in occasione della settimana santa, trasmettendo il tutto in diretta streaming dal Convento di Itri e dal Santuario della Civita, quando è stato possibile.

Ora i religiosi, confidando nell’aiuto di Dio, sperano di poter svolgere al meglio il triduo e la festa religiosa del loro fondatore, San Paolo della Croce ed attendere l’arrivo dell’Icona del Giubileo dei Passionisti, in peregrinatio in tutto il mondo e che arriverà ad Itri-convento il 30 novembre 2020, proveniente da Casamicciola e che verrà poi trasferita il 2 dicembre alla comunità di Sora. Intanto nella Chiesa è stato predisposto il tosello che accoglie la statua di San Paolo della Croce, collocata, all’esterno, all’ingresso del Convento e che negli anni scorsi veniva portata in processione per le principali vie del rione dei Cappuccini.

Questo è il programma dettagliato del triduo e della festa liturgica di San Paolo della Croce nel 2020, segnato dalla pandemia.

Il 16-17 ottobre 2020, giornate di preparazione: al mattino: Ore 7,00 Santo Rosario. Ore 7,30 Messa; al pomeriggio: Ore 17,30 Santo Rosario meditato con i pensieri spirituali di San Paolo della Croce. Ore 18.00 Messa con omelia. Domenica, 18 ottobre 2020, giorno della commemorazione della morte di San Paolo della Croce, al mattino: ore 7,30 Santo Rosario; ore 8.00 Messa. Al pomeriggio, ore 17,30 santo Rosario meditato, con i pensieri spirituali di San Paolo della Croce; ore 18.00, santa messa con omelia. A conclusione della santa Messa commemorazione del Transito di San Paolo della Croce al cielo, con la lettura dei Ricordi e delle ultime raccomandazioni lasciate ai suoi figli spirituali il 18 ottobre 1775. Lunedì, 19 ottobre 2020, festa liturgica di San Paolo della Croce, infine, alle ore 7,30 messa solenne concelebrata; ore 17,30 santo Rosario ed ore 18.00, concelebrazione, con la supplica a San Paolo della Croce e la benedizione con la sua reliquia.

ITRI. I PASSIONISTI IN QUESTO TEMPO DI CORONAVIRUS

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ITRI. I PASSIONISTI QUESTA MATTINA HANNO CELEBRATO MESSA PER TUTTI I DEFUNTI DEL CORONAVIRUS

“Di fronte alle immagini dei carri militari che hanno trasferito fuori regione della Lombardia i corpi dei morti di e con coranavirus per la cremazione siamo rimasti scioccati e come sacerdoti e religiosi abbia ritenuto, come altre volte, di pregare e celebrare l’eucaristia per i nostri fratelli defunti di questa immane tragedia nazionale”, è quanto ha detto padre Antonio Rungi, all’inizio e a conclusione della santa messa che lo stesso sacerdote, delegato arcivescovile per la vita consacrata della diocesi di Gaeta, ha celebrato questa mattina alle ore 7,30 nella Chiesa dei Passionisti di Itri.

“La morte di tante persone, la mancanza anche di un’adeguata assistenza spirituale, la privazione di un degno funerale, come cristiani ci mette davanti a questa prova durissima e dolorosissima che, con speranza, fiducia, forza della scienza e della preghiera pensiamo di superare quanto prima con l’aiuto di tutti”.

Padre Rungi ha lanciato anche un messaggio a tutti gli Italiani di “restare a casa e di rispettare tutte le norme sanitarie che ci sono state date obbligatoriamente. Se questa è la strada per superare l’emergenza e combattere l’epidemia la dobbiamo percorrere tutti e non chi si e chi no. Tutti uniti contro il coronavirus, questo nemico silenzioso e subdolo che tanta sofferenza ed ansia sta portando nei nostri cuori”.

Un pensiero speciale durante la preghiera finale è stato rivolto ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari, alle forze dell’Ordine, ai responsabili civili e politici a tutti i livelli che stanno affrontando questa emergenza con serietà e competenza.

La santa messa è stata concelebrata dai religiosi della comunità passionista di Itri, senza presenza di fedeli, a porte chiuse, ma mandata in onda in streaming per dare possibilità ai fedeli della zona di seguire la celebrazione eucaristica dalle proprie abitazioni.

Da ieri anche Itri, in base a quanto ha comunicato il Sindaco della Città, avvocato Antonio Fargiorgio, presenta un caso di coronavirus, attentamente monitorato e che non dovrebbe suscitare troppe preoccupazioni tra la cittadinanza. Ma si sa che la paura è grande ed anche Itri, che già si era adeguata alle norme sanitaria per l’emergenza coronavirus, da questa mattina è una cittadina deserta, ma anche preoccupata per i giorni che verranno. A pochi km c’è Fondi che è stata completamente isolata per l’aumento dei casi negli ultimi giorni. Per cui la preoccupazione è aumentata e la gente è in ansia per tutto questo e per quello che sente a livello nazionale ed internazionale.

“Si esce da questa situazione confidando –ha detto padre Rungi – nella scienza e nella fede, che sono le vie maestre per superare ogni epidemia compresa questa del coronavirus. Ci vorrà un po’ di tempo, piangeremo altri morti, ma alla fine vinceremo se saremo uniti e rispettosi delle norme sanitarie”. Il messaggio che ha lanciato è sintetizzato nel poster che sta circolando con poche essenziali parole: “Al 19 marzo 2020 i morti sono 3405 con e di coronavirus. Una strage silenziosa. Noi facciamo silenzio e preghiamo”.

LA VIA CRUCIS DI PADRE ANTONIO RUNGI PER DEBELLARE L’EPIDEMIA DA CORONAVIRUS

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VIA CRUCIS PER CONTRASTARE L’EPIDEMIA DA CORONAVIRUS 

TESTI – PREGHIERE DI INTERCESSIONE E INVOCAZIONE

DI PADRE ANTONIO RUNGI – PASSIONISTA

INTRODUZIONE

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Galati (Gal 6,14)

<<Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo>>.

La Via della croce, è una via difficile da percorrere. Una via che richiede il coraggio di salire con Cristo al Calvario, accettando, con fede, tutto quello che tale cammino ci chiede di fare.  Con questa pia pratica dei venerdì di tutto l’anno e specialmente di quello del tempo di Quaresima, noi cristiani intendiamo metterci alla sequela di Cristo crocifisso che ci ha invitato, se lo vogliamo seguire, a prendere la croce ogni giorno e mettersi sulla strada che Egli ha percorso dal Pretorio di Pilato fino al Calvario e alla deposizione del suo corpo nel sepolcro di Giuseppe di Arimatea.

Preghiamo: Signore insegnaci a seguirti sulla via della Croce per essere tuoi veri discepoli, senza porre ostacoli di nessun genere al cammino che ci porta a vivere totalmente in Te. Aiutaci in questo difficile momento che stiamo attraversando con la nuova epidemia mondiale causata dal coronavirus. Soccorici e guariscici. Amen 

PRIMA STAZIONE

GESU’ E’ CONDANNATO A MORTE

Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 10-15)

<<[Pilato] sapeva che i sommi sacerdoti gli avevano consegnato [Gesù] per invidia. Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perché egli rilasciasse loro piuttosto Barabba. Pilato replicò: “Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?”.  Ed essi di nuovo gridarono: “Crocifiggilo!”. Ma Pilato diceva loro: “Che male ha fatto?”. Allora essi gridarono più forte: “Crocifiggilo!”. E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso>>.

L’unico vero innocente di tutta la storia dell’umanità, per un assurdo gioco di potere, di odio e di avversità, viene condannato ingiustamente alla morte più terribile ed ignominiosa di tutti i tempi. Quell’innocente è il Figlio di Dio, venuto sulla terra, per portare la gioia, l’amore e la giustizia, fondata sulla verità e sulla universale capacità umana di superare ogni steccato ed ogni limite della propria mente e della propria visione dell’esistenza.

  1. Ripetiamo insieme
  2. Signore aiutaci a proteggere la vita

-Quando non abbiamo i mezzi necessari per fronteggiare un’epidemia globale . R.

-Quando muoiono gli anziani colpiti da questo terribile male. R.

-Quando ci chiudiamo in noi stessi e non aiutiamo chi sta in difficoltà. R.

-Quando non si assistono i malati, i moribondi e gli anziani della nuova epidemia virale. R.

-Quando siamo indifferenti verso i nostri fratelli toccati da questa emergenza sanitaria. R.

-Quando offendiamo e banalizziamo la sofferenza degli altri. R.

Preghiamo: Signore, Tu l’innocente, noi i rei e i peccatori. Tu in croce e noi liberi di continuare a fare il male e a rincorrere verità e giustizia per tutti noi, incapaci di uscire dal buio e dalle tenebre dell’errore. Amen.

SECONDA STAZIONE

GESU’ E’ CARICATO DELLA CROCE

 Dal Vangelo secondo Marco (Mc 10,16-20)

<<Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la coorte. Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo. Cominciarono poi a salutarlo: “Salve, re dei Giudei!”. E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui. Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo>>.

Gesù, quale primo atto dell’esecuzione a morte, che i tuoi carnefici avevano decretato, è stato quello di caricarti della croce, il legno, sul quale, da lì a poche ore saresti stato crocifisso. Ti hanno caricato di questo pesante strumento di morte e Tu in silenzio hai iniziato il cammino verso la meta finale del Calvario. Esempio per tutti noi che, pur coinvolti a portare le nostre piccole o grandi croci quotidiane, spesso ci lamentiamo, protestiamo e scarichiamo sugli altri i nostri pesi e le nostre responsabilità.

 Preghiamo insieme e diciamo

  1. Signore donaci forza e coraggio.

-Nella sofferenza per l’epidemia da coronavirus. R.

-Nelle delusioni della scienza e medicina. R.

-Nella paura di aumento di casi e diffusione del contagio . R.

-Nelle difficili relazioni umane e sociali messe in atto. R.

-Nelle problematiche ecclesiali di questi giorni. R.

-Nelle lotte politiche ed economiche per questa epidemia . R.

Preghiamo: Gesù, donaci la forza di saper accettare le nostre croci e di guardare con grande rispetto ed attenzione alle croci dei nostri fratelli, che, molto frequentemente, sono più dure e pesanti delle nostre. Amen.

TERZA STAZIONE

GESU’ CADE LA PRIMA VOLTA SOTTO LA CROCE

Dal libro del profeta Isaia (Is 53, 4-5)

<<Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità>>.

E’ nella costituzione di ogni essere umano che sotto la fatica, la stanchezza e il dolore si possa cadere nel viaggio della vita. Tu Gesù, per la prima volta, cadi lungo la strada che dalla città santa, ti porterà al Calvario, il luogo del cranio, fuori dalle mura, dove sarai crocifisso perché così deciso dalle autorità politiche e religiose del tempo. La tua prima caduta rammenta a noi, esseri mortali, le nostre prime volte in tante cose che hanno segnato la nostra storia personale nel peccato, dalle quali ci siamo ripresi nella speranza di non dovere più cadere. Non è stato così, più volte siamo caduti, come è successo a Te, e più volte ci siamo rialzati con la tua grazia.

  1. Preghiamo insieme e diciamo
  2. Convertici o Signore

-Quando non vogliamo accettare le difficoltà della vita. R.

-Quando siamo freddi e distaccati dai problemi degli altri. R.

-Quando giudichiamo e condanniamo facilmente gli altri. R.

-Quando non accogliamo chi è nella malattia da Covid-19. R.

-Quando ci rifiutiamo di aprire il nostro cuore ai bisogno dei sofferenti. R.

Preghiamo: Gesù donaci la grazia di non peccare più e di pentirci dal profondo del nostro cuore dei nostri piccoli o grandi errori, ripetuti senza la minima consapevolezza che ogni peccato da noi commesso è un’offesa a Te, a noi stessi e alla Chiesa. Amen.

QUARTA STAZIONE

GESU’ INCONTRA LA SUA SANTISSIMA MADRE

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2, 34-35. 51)

<<Simeone parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima” …Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore>>.

Come in tutti i momenti più sofferti della vita chi ti trovi vicino? Proprio colei che ti ha dato la vita. Così è per noi e così è stato per Te Gesù. Lungo la strada del Calvario Ti sei incontrato con la Tua Madre. Non avete proferito parole, vi siete capiti con uno sguardo, lo sguardo dell’amore e del perdono. Possano le mamme di questo mondo curare l’amore verso i figli e seguirli soprattutto nei momenti più duri della loro vita.

  1. Preghiamo insieme e diciamo
  2. Sii nostro rifugio o Signore

-Nella vita familiare dove possiamo recuperare amore e speranza. R.

-Nelle famiglie dove possiamo aumentare la preghiera e l’aiuto reciproco. R.

-Nelle situazioni di dolore e malattia da virus di ogni tipo. R.

-Nelle difficoltà dei genitori anziani ed ammalati dell’Italia e di altre nazioni. R.

-Nella mancanza di tranquillità psicologica per questa emergenza sanitaria. R.

Preghiamo: Gesù nell’incontro con la tua Santissima Madre, lungo la via del Calvario, ci aiuti a comprendere quanti sia importante camminare insieme, nell’unità della famiglia naturale e nella famiglia ecclesiale, sulle strade della vita, non sempre facili da percorrere, soprattutto se sono in salita ed hanno una meta ben precisa: quella della risurrezione e della vita. Amen

QUINTA STAZIONE

GESU’ E’ AIUTATO DAL CIRENEO A PORTARE LA CROCE

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 15, 21)

<<Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce>>.

Costringere qualcuno a fare qualcosa contro la propria volontà è sempre una violenza, soprattutto quando si tratta di portare la croce degli altri e assumere responsabilità non proprie. Questo uomo di Cirene, passato alla storia della cristianità, ci aiuta a capire il dramma di tante persone costrette a fare cose ignobili per la prepotenza di chi comanda e che schiaccia la libertà e sopprime ogni diritto della persona. Gesù non chiede di essere aiutato, in questo caso, e certamente quando si è visto sollevare, almeno per un po’, dal peso della fatica della croce, ha guardato con occhio di amore e comprensione Simone di Cirene, che da quello sguardo di gratitudine di Gesù ha ricevuto la giusta consolazione.

 Preghiamo insieme e diciamo

  1. Sei tu la nostra speranza Signore.

-Nelle lotta contro questa nuova epidemia. R.

-Nei conflitti tra le diverse opinioni scientifiche. R.

-Nella mancanza di unità di intenti e di interventi sanitari. R.

-Nella privazione della libertà di uscire e muoverci con facilità. R.

-Nelle situazioni di carenza delle strutture sanitarie. R.

Preghiamo: Gesù, lungo la via del Calvario hai incontrato una persona che ti ha aiutato, forse contro la sua stessa volontà, a portare, per un tratto, la tua croce. Donaci la forza di prendere sulle nostre spalle le croci di quanti sono nelle molteplici situazioni di dolore di questo nostro mondo. Vogliamo essere, anche noi, per tutto il tempo necessario, a sollevare le sofferenze degli altri, i Cirenei del XXI secolo, che con Cristo salgono il Calvario di questa umanità. Amen.

 SESTA STAZIONE

GESU’ E’ ASCIUGATO IN VOLTO DALLA VERONICA

Dal libro del profeta Isaia (Is 53, 2-3)

<<Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia>>.

Gesù, lungo la via della tua croce, hai ricevuto un gesto bellissimo, tipico della sensibilità femminile. Dopo l’aiuto dell’uomo, è arrivata la tenerezza di una donna che ti asciuga il volto, mentre sali il Calvario, tra sofferenze indicibili, al punto tale che lasci il segno di questo tuo volto insanguinato su quel panno bianco, su quella tovaglia nitida, reliquia della tua passione e morte in croce. Veronica sarà il nome di ogni donna che asciuga le lacrime e il sangue versato dalle persone che amano e sanno perdonare.

  1. Preghiamo insieme e diciamo
  2. Liberaci Signore.

-Da quanti seminano morte e dolore in ogni angolo del mondo. R.

-Da quanti operano in campo scientifico e medico per interesse. R.

-Da quanti non si impegnano per trovare soluzione ai problemi dell’umanità. R.

-Da quanti alimentano conflitti istituzionali ed internazionali. R.

-Da quanti rovinano il Creato e la Natura con le loro azioni immorali. R.

Preghiamo: Grazie Gesù che ci dai l’opportunità, mentre vai a Calvario, di apprezzare il gesto di questa straordinaria donna coraggiosa che va incontro a Te per donarti un temporaneo sollievo e per pulire il tuo volto e i tuoi occhi perché Tu veda meglio le debolezze e le cattiverie del genere umano e sappi apprezzare l’operato di quanti, nel tuo nome, si fanno Veroniche lungo le strade tortuose di questo mondo. Amen.

SETTIMA STAZIONE

GESU’ CADE LA SECONDA VOLTA SOTTO LA CROCE

Dal libro delle Lamentazioni (Lam 3, 1-2. 9. 16)

<<Io sono l’uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira. Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce… Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri… Mi ha spezzato con la sabbia i denti, mi ha steso nella polvere>>.

Cadere e ricadere è la realtà della vita di ogni essere umano. E’ la debolezza della natura umana. E questo non solo riguarda la sfera biologica e fisica, ma soprattutto quella interiore e morale. In questa seconda caduta di Gesù, di cui, come della prima, non parlano i testi sacri, troviamo un preciso richiamo a prendere coscienza delle nostre mancate promesse fatte a Dio. Non sappiamo calcolare bene ciò che realmente possiamo fare da soli: nulla. Con l’aiuto di Dio e con la sua grazia possiamo fare molto, basta che non abbandoniamo la strada della fede che abbiamo intrapreso e che ci invita a fissare il nostro sguardo sul Cristo pellegrino tra i vari monti del dolore di questo mondo.

 1.Diciamo insieme

  1. Signore allontana da noi ogni tentazione

-Quando si sviluppa in noi la sete di potere e di successo. R.

– Quando cresce la bramosia del denaro e della speculazione in casi di necessità. R.

– Quando siamo presi dalla frenesia del superattivismo. R.

– Quando non sappiamo riflettere sui drammi dell’umanità come in questo caso. R.

– Quando ci autoesaltiamo, senza considerare la pochezza del progresso illimitato. R.

Preghiamo: Signore converti il nostro cuore all’amore. Facci comprendere che vivere nella tua santa grazia, lontani da ogni caduta di ordine morale e spirituale, ci aiuta nel cammino della santità, il cui centro è la tua e nostra Pasqua. Amen.

OTTAVA STAZIONE

GESU’ INCONTRA LE PIE DONNE DI GERUSALEMME

 Dal Vangelo secondo Luca (Lc. 23, 28-30)

<<Gesù, voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?”>>.

La strada del Calvario, percorsa da Gesù, è disseminata da tanti personaggi, tra cui un consistente gruppo di donne pie che, chiaramente vicine a Gesù, piangono nel vederlo soffrire e in quella estrema condizione di dolore. Gesù apprezza questo loro gesto di empatia e di vicinanza al suo dolore, ma coglie l’occasione per invitare quelle donne, per lo più tutte mamme, a riflettere sulla condizione dei propri figli, in considerazione del fatto che saranno trattati più duramente da chi ha in mano il potere. L’invito a versare lacrime di dolore sul frutto del loro grembo, i figli, è chiaro riferimento alle sofferenze che intere generazioni, nel nome di Cristo dovranno soffrire, a partire dai primi martiri.

  1. Diciamo insieme
  2. Signore dacci una mano

-Quando dobbiamo lavare davvero le nostre mani. R.

-Quando vogliamo pregare solo in un certo modo e secondo i nostri comodi. R.

-Quando ci rivoltiamo contro il cielo per questa nuova epidemia. R.

-Quando le nuove generazioni si allontano da Dio per mali di ogni tipo. R.

-Quando non sappiamo ritrovare la strada della speranza nel dolore e nel pianto. R.

Preghiamo: Signore dona conforto e speranza a tutte le madri di questa valle di lacrime, nella quale è più frequente l’esperienza della sofferenza e meno quella della gioia. Sii vicino alle madri che sperano in un mondo migliore per i loro giovani figli. Amen.

NONA STAZIONE

GESU’ CADE LA TERZA VOLTA SOTTO LA CROCE

Dal libro delle Lamentazioni (Lam. 3, 27-32)

<<È bene per l’uomo portare il giogo fin dalla giovinezza. Sieda costui solitario e resti in silenzio, poiché egli glielo ha imposto; cacci nella polvere la bocca, forse c’è ancora speranza; porga a chi lo percuote la sua guancia, si sazi di umiliazioni. Poiché il Signore non rigetta mai… Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo la sua grande misericordia>>.

Non c’è due senza tre, dice un antico motto sapienziale, per dire che è possibile cadere non una, ma più volte, nonostante le nostre promesse. La stessa cosa accade a Gesù, nel suo viaggio al Calvario. Anche se non è citato nel vangelo questa triplice caduta sotto il legno della croce, il fatto che sia stata inserita nel rito tradizionale della Via Crucis, limitandosi al numero tre, sta ad indicare la perfezione nel dolore di Cristo che tocca il vertice cadendo a terra, sulla quale sono passati i suoi piedi santissimi, ridando a quella terra e a quella via di Gerusalemme la giusta valorizzazione per raggiungere la meta finale del Regno.

  1. Diciamo insieme
  2. Dacci Signore la forza di rialzarci dalle nostre cadute morali e spirituali

-Quando la nostra religiosità è superficiale e immatura. R.

-Quando non sentiamo nel cuore l’invito alla conversione. R.

-Quando non amiamo gli altri con tuo stesso cuore di Padre. R.

-Quando spegniamo ogni barlume di speranza in noi e negli altri. R.

– Quando la tua parola ci scivola addosso e non diamo frutti spirituali. R.

– Quando non prestiamo ascolto alle norme morali e sociali finalizzate al bene. R.

Preghiamo: Donaci o Gesù la forza di combattere i dubbi che attanagliano la nostra mente e non ci fanno credere fermamente in Te. Aumenta la nostra fede con la forza della preghiera e dell’ascolto di Te, che sei la Parola di Dio vivente. Amen.

DECIMA STAZIONE

GESU’ È SPOGLIATO DELLE SUE VESTI

 Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 24)

<<I soldati si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere>>.

Nudi siamo venuti al mondo e nudi ce ne andiamo da questo mondo. Gesù viene denudato, prima di essere crocifisso, e spogliato della tunica, di un solo pezzo, per insegnare a noi il distacco da ogni cosa di questa terra. Nulla ci porteremo nell’eternità e tutto lasceremo in eredità. La miseria umana, l’attaccamento alle cose materiali fanno sì che i soldati si giochino a sorte la tunica di Gesù per entrarne in possesso, non come bene spirituale, ma come bene materiale da usare o da spendere sul mercato dell’usato. Gesù spogliato di tutto e alcuni ricchi di tutto, al punto tale che la ricchezza non fa più vivere e addirittura ci mette nella condizione di essere seriamente preoccupati per le cose che possediamo e per la fine che faranno una volta che non siamo più a conteggiare o aumentare quello che già è in nostro possesso e nella nostra disponibilità.

  1. Preghiamo insieme e diciamo
  2. Donaci, Signore, un totale distacco dalle cose della terra

-Quando coltiviamo soltanto i nostri interessi terreni. R.

-Quando nascondiamo la verità per paura e per viltà.

-Quando non operiamo per il bene della comunità. R.

-Quando non prestiamo la nostra opera in casi come quelli che stiamo vivendo. R.

-Quando ci chiudiamo nel nostro orticello per paura di contrarre malattie. R.

-Quando non usiamo saggiamente dell’intelligenza per risolvere i problemi. R.

Preghiamo: Signore fa che nulla anteponiamo al tuo amore e alla tua amicizia. I beni della terra non ci distraggano dal possesso pieno e duraturo dei beni del cielo, quelli che ci danno la vera gioia e la felicità autentica. Amen.

UNDICESIMA STAZIONE

GESU’ E’ INCHIODATO SULLA CROCE

Dal Vangelo secondo Marco (Mc.15, 25-27)

<<Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. E l’iscrizione con il motivo della condanna diceva: “Il re dei Giudei”. Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra>>.

Essere inchiodato sulla croce, per Gesù è stato un dolore inimmaginabile per il procedimento adottato, con la perforazione delle mani e dei piedi, utilizzando chiodi di spessore consistente per reggere il corpo una volta elevato dalla terra e conficcata la croce nel terreno. Un dolore doppiamente avvertito per l’aspetto umano e spirituale, davanti alla tanta ingratitudine del genere umano. Lui che era passato beneficando tutti e sanando ogni sorta di malattia, si trova bloccato mani e piedi al patibolo più infamante della storia dell’umanità. Eppure Gesù permette questo strazio, ben sapendo che sarà limitato il tempo per l’uomo in cui, impunemente, può violare il suo corpo, inchiodato sulla croce, in attesa della risurrezione.

Diciamo insieme

Donaci, Signore la santa rassegnazione.

-Di fronte alle offese alla religione. R

-Di fronte alle persecuzioni alla Chiesa. R.

-Di fronte ai carnefici di ieri e di oggi. R.

-Di fronte al martirio silenzioso di tanti nostri fratelli cristiani. R.

-Di fronte alle dure prove della malattia e dell’abbandono di questi giorni. R.

Preghiamo: Signore dall’albero della croce volgi il tuo sguardo misericordioso sulle sofferenze di quanti sono costretti all’immobilismo totale a causa di malattie rare, non ben curate o ereditate o che sono rimasti inabili in incidenti di ogni genere. Dona a tutti Gesù il conforto nelle loro invalidità fisiche e mentali. Amen.

DODICESIMA STAZIONE

GESU’ MUORE IN CROCE

Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 33-34. 37. 39)

<<Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lema sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?… Ed egli, dando un forte grido, spirò …Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio!”>>.

Gesù muore in croce nel supremo atto di amore verso di noi. Tre ore di agonia, durante le quali pronuncia parole di infinita attenzione e preoccupazione verso di noi. Dal perdono chiesto al Padre per noi, alla promessa del paradiso al ladrone pentito, all’affidamento dell’umanità alla custodia della sua Mamma e all’accoglienza di Lei nella casa del discepolo prediletto, al grido di aiuto e di dolore rivolto al Padre in un momento di abbandono, al desiderio di essere dissetato nel corpo e nello spirito, al compimento dell’opera della redenzione, al momento della sua morte in croce. Ore in cui l’amore di Cristo Crocifisso rivela tutta la potenza costruttrice di un’umanità nuova, che sa accogliere la croce, la sa portare con dignità, la sa innalzare con orgoglio e la sa valorizzare per il bene e per la vittoria finale.

 Diciamo insieme

Perdona Signore i nostri errori

-Per tua morte in croce. R.

-Per il tuo infinito amore. R.

-Per la tua gloriosa risurrezione

-Per l’intercessione della tua Madre Addolorata. R.

-Per la bontà di quanti ti hanno seguito sulla via del Calvario. R.

-Per la generosità di quanti ogni giorno si donano agli altri negli ospedali e nelle case di cura e sollievo della sofferenza. R.

Preghiamo: O Gesù volgo il mio povero sguardo a Te che sei morto in croce, divenuta con Te il segno più evidente di un amore immenso e condiviso. Fa che dall’albero della croce sorgano tempi di vita e risurrezione per tutti gli uomini di questo mondo, in cui la croce non continui ad essere simbolo di morte e di violenza, a causa di un cuore senza amore. Amen.

TREDICESIMA STAZIONE

GESU’ E’ DEPOSTO DALLA CROCE

Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 42-43. 46)

<<Sopraggiunta ormai la sera, Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il Regno di Dio, comprato un lenzuolo, calò il corpo di Gesù giù dalla croce>>.

La legge della natura prevede che dopo la morte, passato il tempo necessario, il corpo riceva degna sepoltura. Per procedere a questo rito, Gesù viene calato dalla croce dalle persone più care della sua vita. Tra di esse c’è la sua Mamma, le pie donne, Giuseppe d’Arimatea e Giovanni, l’unico che era presente sul Calvario, alla morte del Signore. Con gesti di amore e di attenzione, con il dolore nel cuore, con la delicatezza di anime elette, Gesù scende lentamente dalla croce e viene deposto sulle ginocchia della sua Mamma. Nella sua nascita, come nella sua morte è la sua Mamma ad accoglierlo, prima nel grembo purissimo e, dopo la morte, tra le braccia e sulle ginocchia, simbolo della Terra riconciliata con il cielo, anche attraverso il Sì generoso di Maria, la Madre del Redentore e la Madre della Chiesa.

  1. Diciamo insieme
  2. Madre santissima conforta i tuoi figli

-Nella morte di tanti nostri fratelli per questa ondata di epidemia. R.

-Nelle tragedie e catastrofi come quella che stiamo attraversando. R.

-Nella diffusione dei virus infettivi del corpo e dello spirito. R.

-Nella falsificazione della verità e manipolazione dei fatti. R.

-Nelle ingiustizie subite nella società e nella comunità cristiana. R.

-Nella perdita delle persone care, del lavoro e di legittime aspirazioni. R.

Preghiamo: O Gesù, tra le braccia e sulle ginocchia della tua amatissima Madre sei l’immagine della pietà che genera amore e conforto, nonostante la conclusione cruenta del tuo tempo cronologico tra di noi. Dal grembo di Maria Santissima fa sorgere, soprattutto oggi, un’umanità capace di andare oltre il tempo, la morte e il dolore, per aprirsi alla certezza dell’eternità, della vita, oltre la vita, e della gioia oltre i confini del soffrire. Amen.

QUATTORDICESIMA STAZIONE

GESU’ E’ DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 46-47)

<<Giuseppe d’Arimatea, avvolto il corpo di Gesù in un lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l’entrata del sepolcro. Intanto Maria di Magdala e Maria madre di Joses stavano ad osservare dove veniva deposto>>.

Gesù è deposto nel sepolcro, ma l’alba della risurrezione già risuona nel cuore di Maria e di tutti i veri credenti in Cristo. La morte non è l’ultima parola di Gesù e dopo di lui neanche per ogni essere umano che viene in questo mondo. L’ultima parola è la risurrezione e la vita. Quel sepolcro nuovo, preparato da Giuseppe e messo a disposizione di Gesù è già pieno di luce. Bisogna solo attendere un po’, appena tre giorni, e la pietra rotolata via per potenza divina, dirà al mondo che Cristo non è morto, ma è risorto e in Lui anche noi risorgeremo a vita nuova.

 1.Ripetiamo insieme:

  1. Credo

-Signore noi crediamo che Tu sei il nostro unico Redentore. R.

-Signore noi crediamo che Tu ci ami e ci perdoni anche nelle nostre debolezze. R.

-Signore noi crediamo che Tu non ci abbandoni e non ci lasci soli in questo difficile momento che stiamo vivendo. R.

-Signore noi crediamo che tu sei la via, la verità e la vita. R.

-Signore noi che tu ci salverai quanto prima da questa epidemia mortale. R.

Preghiamo: Gesù vederti morto e deposto in una tomba, per quanto nuova ed accogliente, lascia dentro i nostri sguardi un po’ di tristezza, velata, ma vera. Sai, non sempre siamo in grado di pensare alla vita oltre la morte, soprattutto di fronte alla perdita di persone care. Donaci la grazia di essere forti di fronte alla perdita dei propri cari e di pensare alla risurrezione finale. Amen.

CONCLUSIONE

Secondo le intenzioni del Sommo Pontefice: Pater, Ave e Gloria.

Preghiera finale

Signore Gesù, guarda noi e l’umanità intera afflitta dall’epidemia di coronavirus, che già sta seminando sofferenza e morte in ogni angolo della terra.

Ti chiediamo, umilmente, difendici da questo morbo terribile che sta colpendo particolarmente le persone già debilitate nel fisico e nello spirito.

Non permettere che in Italia e nel resto del mondo, questa nuova epidemia si trasformi in una strage di persone di ogni età, soprattutto di anziani, ma libera dalla sofferenza e dal male tutti coloro che vengono a contatto con il nuovo male o vengono contagiati.

Fa che l’efficacia delle cure preventive, disposte dalle autorità mediche e governative, possano frenare l’avanzata del coronavirus in Italia e nel mondo.

Affidiamo alla tua bontà di Padre questa nostra umile preghiera, mediante l’intercessione della Beata Vergine Maria, salute degli infermi, di San Rocco e di tutti i santi nostri protettori.

Fa che non soffriamo ulteriormente per questa nuova epidemia che sta mettendo ansia e preoccupazione nel cuore dei tuoi figli, così deboli, fragili e paurosi di fronte ai tanti mali e sofferenze di questo nostro tempo e di questo nostro secolo. Amen.

  1. Il Signore sia con voi.
  2. E con il tuo spirito.
  1. Vi benedica Dio onnipotente: Padre, Figlio e Spirito Santo.
  2. Amen
  1. Benediciamo il Signore.
  2. Rendiamo grazie a Dio.