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La preghiera per l’Epifania 2023

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Preghiera per l’Epifania 2023
Composta da padre Antonio Rungi

Gesù nel silenzio della grotta di Betlemme tu continui a parlare agli uomini della terra di ogni tempo.
Nei Magi venuti dall’Oriente ritroviamo noi, bisogni di Te, in cerca di Te e non sempre capaci di raggiungerti in tempo utile, in ritardo come sempre ad ascoltare la voce del Tuo silenzio.
Aiutaci Gesù Bambino a riscoprire il tuo parlare a noi esseri mortali nei segni che Tu ci hai donato.
Donaci la forza di quella fede che spesso viene meno di fronte ai problemi di ogni genere che riguardano la nostra ed altrui esistenza.
Donaci la speranza che parte da Betlemme e si estende sino a Gerusalemme, quando sei morto per noi sulla croce.
Donaci, o Gesù, un poco del Tuo amore, nel desiderio profondo del nostro cuore di contribuire al bene del mondo.
Gesù continua a parlarci, nonostante la nostra sordità ad ascoltarTi, soprattutto con la voce della vita che Tu ci hai donato o Dio. Amen

PRIMA DOMENICA DI AVVENTO 2022. RIFLESSIONE E PREGHIERA DI PADRE ANTONIO RUNGI

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I DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A

DOMENICA 27 NOVEMBRE 2022

VEGLIARE IN ATTESA DEL MESSIA

Commento di padre Antonio Rungi

Inizia oggi il nuovo anno liturgico che è classificato come anno A ed oggi celebriamo la prima domenica di Avvento che come sappiamo significa “venuta”, con chiaro riferimento alla prima venuta del Signore nel mistero della sua nascita in mezzo a noi esseri umani, nel grembo verginale di Maria, per opera dello Spirito Santo. Parimenti ci prepariamo alla sua seconda venuta, di cui non sappiamo né il giorno e nel modo in avverrà, ma di certo ci sarà.

Il personale avvento del Signore nella nostra vita avverrà quando egli ci chiamerà a far parte del suo regno eterno ed infinito come ci h ricordato la liturgia di domenica scorsa con la solennità di Cristo Re dell’universo.

Nell’attesa di questa certa venuta per ognuno di noi, questo tempo liturgico che ci prepara al Natale 2022 ci serva a mettere a frutto tutti i suggerimenti che la parola di Dio ci detterà nel corso di questo mese, intervallato con la solennità dell’Immacolata Concezione, la festa tipica dell’Avvento dedicata alla Madre del Salvatore.

Il Vangelo di questa prima domenica, tratto dall’evangelista Matteo, ci riporta al tempo del diluvio, al tempo di Noè. A questo evento naturale ed eccezionale è paragonata da Gesù stesso la sua definitiva venuta sulla terra. Parlando ai suoi discepoli egli ricorda che in quel tempo pre-diluviano la gente mangiava e beveva, si sposava e facevano tante altre cose di vita quotidiana, ignara di quello che stava accadendo. Quaranta giorni di acqua che distrusse ogni cosa, mentre il solo Noè si salvò entrando nell’arca, che nel frattempo riuscì a costruire per mettere in salvo tutto ciò che era possibile salvare.

La venuta del Figlio dell’uomo sarà come un disastro naturale, ambientale, una vera umanitaria, in quanto uno spiraglio di salvezza si aprirà per alcuni e non per tutti. Infatti, in quel contesto, due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Ci sarà, quindi, una selezione, tra i salvati e gli annegati. Chiaro riferimento al giudizio universale, in cui verranno separati i buoni da cattivi. Nell’attesa del secondo avvento del Messia bisogna vegliare, perché non sappiamo in quale giorno il Signore nostro verrà. E per aiutare la comprensione di ciò che dobbiamo fare in attesa di questa venuta, Gesù ci ricorda che se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Si attrezzerebbe per respingere in qualche modo il ladro e sventare il furto. Siccome da sempre il rubare è un fatto inaspettato, anche se temuto, rapportando la venuta del Signore a quello che capita ogni giorno in ogni parte del mondo, dove i ladri entrano in azione, all’insaputa dei padroni di casa, bisogna tenersi pronti perché, nell’ora che non immaginiamo, viene il Figlio dell’uomo. Come è facile intuire non è un discorso di terrorismo psicologico quello che il Signore ci propone in questo brano evangelico, né tantomeno un tentativo di impaurirci in qualche modo, ma è un semplice modo per ricordarci che prevenire i disastri morali e spirituali per la nostra vita futura, quella eterna, è necessario vigilare sui propri comportamenti e non lasciarsi andare in atteggiamenti lesivi della propria dignità di figli di Dio, di quella immagine che portiamo impressa in noi e  che mai dobbiamo offuscare con il peccato, l’immoralità e quanto può allontanarci da Lui. L’allontanamento porta all’assenza di fiducia, gioia e speranza per il glorioso e trionfante ritorno del Signore, il quale verrà per assegnare a ciascuno di noi il posto che ci spetta nella gloria del suo Regno.

Al Signore che viene rivolgiamo questa nostra umile preghiera dell’Avvento: Ti sentiamo più vicino che mai o Gesù, mite ed umile di cuore, mentre noi ci accingiamo a ricordare la tua prima venuta tra noi, nell’annuale ricorrenza del tuo Natale.

Gesù, siamo nell’attesa di tante cose che anche importanti ma non essenziali come Te e che non conducono a Te.

Fa che cerchiamo solo Te, per vivere felici in Te.

Siamo in attesa di un mondo migliore, che noi tutti dobbiamo costruire nel tuo amore, di un tempo nostro ed altrui senza più preoccupazioni, affanni e dolori della vita, che pure ci offre tante aspettative.

Siamo in attesa di un sorriso di chi ci sta vicino, di una mano che ci prenda per mano e ci risollevi dalle nostre continue cadute, di un cuore che sappia palpitare d’amore, all’unisono, con il Tuo cuore e con il cuore di tutto il mondo.

Siamo in attesa di quella felicità,

alla quale ogni essere umano aspira, senza neppure volerlo, perché noi siamo stati creati per essere felici in Te, con Te e per Te, Gesù, gioia immensa ed eterna.

Gesù, vieni in questo Natale 2022 a ridare gioia e speranza ai nostri cuori affranti, segnati da tante tristezze e malinconie, che solo il tuo sorriso di Bambino può ridonarci percorrendo la strada che porta alla tua umile grotta dove sei al mondo. Amen. (Preghiera per l’Avvento 2022 di padre Antonio Rungi)

FERMIAMO LA GUERRA, FIRMIAMO LA PACE. APPELLO DI P.RUNGI

Comunicato stampa

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Itri. “Fermiamo la guerra, firmiamo la pace”. Il teologo passionista padre Antonio Rungi scrive una lettera aperta a Putin e Zelens’kyi. Dal santuario della Civita un messaggio di speranza per il Natale 2022.

“Fermiamo la guerra, firmiamo la pace”, è l’appello che il teologo passionista, padre Antonio Rungi, lancia dal Santuario mariano della Civita, in occasione della Solennità di Cristo Re dell’Universo, che si celebra domani 20 novembre nella Chiesa cattolica.In una lettera aperta diretta, attraverso i media, padre Rungi scrive direttamente ai due presidenti, responsabili delle due nazioni belligeranti, la Russia e l’Ucraina, con queste precise parole:

“Signori presidenti della Federazione Russa, Vladimir Putin, e della libera nazione ucraina, Volodymyr Zelens’kyj, scrivo a voi nome di quanti in Italia e nel mondo, cristiani, cattolici e di altre fedi religiose, hanno a cuore la pace non solo tra le vostre nazioni ma in tutto il mondo. Le guerre non si vincono mai. Queste sono sempre e comunque perdenti, Se qualcosa c’è da vincere ora e sempre, in tutto il mondo, quella è la pace. Noi vogliamo vincere la pace e fermare la vostra e qualsiasi altra guerra in atto nel mondo, con la preghiera, la fiducia e la speranza nella nostra sensibilità politica ed umana. Questa umanità ha bisogno di serenità, collaborazione e rispetto tra le nazioni. Nessuna violenza, ingiustizia, sopraffazione può e deve essere legittimata nel nome di un presunto diritto su terre, luoghi territori, culture e popoli, che appartengono al Creatore e a Colui che ha fatto ogni cosa.

Nel nome di quel Dio in cui noi tutti crediamo che è venuto a portare la pace, 2022 anni fa, il cui nome è Gesù Cristo, fermate la guerra sul territorio ucraino e firmate la pace senza condizioni. Davanti alla Grotta di Betlemme chiedete perdono alle vostre rispettive popolazioni per i morti, le distruzioni causati da nove mesi di guerra che ha prodotto solo danni, disastri e problemi per l’oggi e il domani delle vostre popolazioni. Ci avviciniamo a Santo Natale che è festa anche per voi cristiani della Russia e dell’Ucraina. Per questo giorno santo ed importante per tutta l’umanità, alla scuola di Gesù Bambino, firmate una pace vera e duratura, non solo per il bene delle vostre nazioni, ma per tutto il resto del mondo che soffre per assurda guerra ed ingiustificata nel cuore del Vecchio Continente, non senza responsabilità indiretta dei grandi della Terra”.  

Padre Rungi attraverso i social ha lanciato questa campagna di sottoscrizione della pace in Ucraina e nel resto del mondo.

Napoli. Sessantesimo di professione religiosa di Suor Bernardetta Lai. Rito presieduto dal cardinale Sepe

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NAPOLI. 60 ANNI DI PROFESSIONE RELIGIOSA DI SUOR BERNADETTA LAI. RITO PRESIEDUTO DAL CARDINALE CRESCENZIO SEPE, ARCIVESCOVO EMERITO DI NAPOLI

di Antonio Rungi

Domani pomeriggio, martedì 24 maggio 2022, alle ore 17, nella Chiesa delle Monache Passioniste di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo emerito di Napoli, presiederà la solenne concelebrazione eucaristica in occasione del sessantesimo anniversario di professione religiosa di Suor Maria Bernadetta del Cuore Immacolato e Addolorato di Maria (al secolo Tommasina Lai).

Con il cardinale Sepe concelebreranno diversi sacerdoti passionisti e diocesani, che da anni seguono spiritualmente le Monache Passioniste del Monastero di San Giacomo dei Capri in Napoli. “E’ una grande gioia per tutti noi passionisti – ha detto padre Antonio Rungi, già assistente spirituale del monastero negli anni 2003-2008 – ritrovarci intorno a questa nostra consorella che con passione, dedizione, sacrificio ed abnegazione ha servito, prima il Monastero di Tarquinia e poi quello di Napoli, nel ruolo di Presidente della comunità monastica in un periodo di carenza di presenza e di vocazioni. Proprio per interessamento del cardinale Sepe e del compianto monsignor Piergiorgio Silvano Nesti, allora segretario della Congregazione vaticana degli istituti di vita consacrata e delle società apostoliche che fu possibile assicurare una presenza giovanile e più consistente in questo monastero, con l’arrivo di ben cinque monache passioniste indonesiane, che subito si inserirono nel contesto della realtà ecclesiale di Napoli, facendone di questo monastero un luogo di spiritualità passionista aperto al pubblico e capace di venire incontro alle esigenze di quanti erano e sono alla ricerca di Dio. Molto del merito di questa rinascita del Monastero delle Passioniste di Napoli va riconosciuto proprio a Suor Bernardetta, che in qualità di Superiora della comunità sentiva la necessità di non abbandonare questa importante oasi di spiritualità nella zona più rinomata della città di Napoli, appunto il Vomero. Persona umile, affabile, accondiscendente, servizievole e lavoratrice, con un bagaglio spirituale di ampia porta e di grande solidità interiore, suor Bernadetta ha segnato la storia di questo monastero in uno dei momenti più difficili di esso, essendo stato fondato nel 1928. Giusto quindi riconoscere a questa anziana suora ciò che le spetta non solo davanti alla Chiesa e alla Congregazione dei Passionisti, ma anche nella città di Napoli, che l’ha accolta e ben volentieri ha collaborato, in tanti modi, con lei per aiutare il Monastero. I lavori che sono stati fatti in quegli anni per la manutenzione e la migliore sistemazione dei locali sono noti a quanti hanno contribuito a rendere possibile questo progetto di salvaguardia del monastero e soprattutto della presenza in essa delle Figlie spirituali di San Paolo della Croce e della cofondatrice la venerabile Maria Crocifissa di Gesù (Faustina Geltrude Costantini)”.

Nel ringraziare il Signore per il dono della vocazione e per questo traguardo importante della sua vita di monaca passionista, suor Bernardetta scrive testualmente: “Mi chiamo Tommasina Lai, da monaca ho preso il nome di Maria Bernardetta del Cuore Immacolato e Addolorato di Maria. Sono nata in Sardegna. All’età di 14 anni, con la mia famiglia, siamo emigrati nel Lazio. Eravamo otto figli, tutti ancora molto piccoli. Ciascuno si impegnava in diverse piccole mansioni per poterci sostenere. Le mie origini sono molto umili e semplici, senza che sia mancato mai il calore e l’affetto della prima chiesa: la famiglia! Io ho lavorato in ospedale a Montalto di Castro, dove c’erano le suore “figlie di Sant’Anna”, che mi hanno aiutato a conoscere meglio il Signore e a dare ascolto a quella voce che sentivo dentro di me: la vocazione!

Sempre di più, in quegli anni, mi affascinava la vita di preghiera. A 18 anni sono entrata nel Monastero di Tarquinia, fondato da San Paolo della Croce. Vi sono rimasta 40 anni, svolgendo umili servizi a favore della comunità, lavanderia, cucina ed altro.  Nel 2000, col permesso della Sacra Congregazione, sono stata trasferita in questo Monastero a Napoli per sostituire la Superiora del tempo, molto ammalata, anche lei proveniente da Tarquinia. Qui sono stata al servizio della Comunità come Superiora per dieci anni. Già da alcuni anni avevamo ospitato nel nostro Monastero diverse suore provenienti dall’Indonesia. Abbiamo così eletto la nuova Superiora, Madre Giuliana, che ringrazio per la considerazione, le sue attenzioni e per la bella collaborazione che si è creata tra noi. Rimango tanto grata a Dio per tutti questi anni vissuti nella Comunità, osservando in tutto l’ideale del nostro Fondatore. Invoco il Suo aiuto, con il sacrificio e la preghiera, per noi e per tutta l’Umanità bisognosa di Lui. Per questi 60 anni di consacrazione elevo il mio ringraziamento al Signore per la vocazione tra le contemplative, così alla Vergine Addolorata e San Paolo della Croce, Padre e Fondatore. Ringrazio la Chiesa nostra madre che ha accolto la mia vocazione, tutti i miei cari, soprattutto quelli che sono già in Cielo, la mia famiglia Passionista, grata per tanto affetto e tanto bene ricevuto, anche per gli ammonimenti, che mi hanno aiutato a crescere nelle virtù e nell’amore a Dio e al prossimo”.

Un grazie speciale esprime al Cardinale Sepe “per tutte le attenzioni che ha sempre mostrato verso il Monastero delle Passioniste di Napoli”.

Airola (BN). Die septimo della morte del già Comandante Pompeo Rungi (mio fratello)

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Airola (BN). Domani il die septimo della morte del già comandante Pompeo Rungi
Ad una settimana esatta dalla morte del già comandante della polizia municipale di Airola, Pasqualino Pompeo Rungi, avvenuta dopo le 23 del 4 maggio 2022 all’Ospedale Civile di Benevento, domani 11 maggio 2022, alle ore 18,30, nella Chiesa parrocchiale di San Michele a Serpentara in Airola, sarà celebrata una messa di suffragio per il noto ufficiale di polizia municipale della città di Airola. La messa sarà presieduta da padre Antonio Rungi, sacerdote passionista, fratello del Comandante che già ha presieduto la messa esequiale del giorno 6 maggio 2022, nella Chiesa dell’Annunziata, con la partecipazione di diversi sacerdoti e molti fedeli.
L’improvvisa ed inaspettata morte di Pompeo Rungi ha lasciato Airola e la Valle Caudina, dove era conosciuto per il suo ufficio, costernate per la gravissima perdita. Nato ad Airola il 6 febbraio 1949, Pompeo Rungi, ha vissuto sempre nella sua città natia, insieme ai genitori, Giovanni e Tommasina Riccardi, con la sorella Cira ed il fratello Antonio, poi sacerdote passionista. Da giovane dopo gli studi elementari, medi e superiori intraprese il cammino di Vigile Urbano, per poi negli anni e con la progressione di carriera, avendone i titoli e vincendo un regolare concorso, di arrivare a ricoprire il ruolo di Comandante della Polizia Municipale. Negli anni del suo servizio in questo ambito ha servito con attenzione, passione e profonde motivazioni, quelle che erano le esigenze della popolazione non solo nell’ambito del traffico, del commercio e delle varie attività civili e comunali direttamente soggette alla sua vigilanza e all’insieme del Corpo di polizia municipale, ma anche a livello umano e relazionale. Insieme al servizio di comandate ha svolto altri servizi per la cittadina: presidente del Comitato della Festa dell’Addolorata, presidente della squadra di calcio di Airola, membro della Pia Opera del Volto Santo, Membro dl consiglio pastorale parrocchiale di San Michele.
Uomo di preghiera, riservato ed attento alla propria vita spirituale, era frequentatore assiduo di santuari, oltre a quelli di Airola e della Provincia di Benevento, anche quelli di Pompei, del Volto Santo in Napoli, di padre Pio a Pietrelcina e a San Giovanni Rotondo, di Montevergine, nonché quello di Santa Rita da Cascia.
Del già comandante Pompeo Rungi tutta la popolazione di Airola, come si è potuto constatare durante la camera ardente allestita presso la struttura di accoglienza dei defunti di Corso Caudino, nei pressi dei Convento di San Pasquale, e durante i solenni funerali, ha espresso pensieri di gratitudine e di stima per l’operato di questo Comandante della Polizia Municipale che in 42 anni di servizio ha dato un volto nuovo ad Airola. In stretta collaborazione con i vari sindaci che hanno guidato Airola in questi ultimi 50 anni, il Comandante Rungi ha sempre dimostrato senso del dovere, amore per la città e disponibilità verso tutti nella legalità.
Oltre al fratello padre Antonio Rungi, che ha tenuto l’omelia, a conclusione della messa esequiale di venerdì scorso hanno preso la parola per ringraziare Pompeo, il rappresentante della polizia municipale di Airola, Franco Bernardo, il vice-sindaco di Airola, Michele Napolitano, il sindaco Vincenzo Falzarano, padre Emanuele Zippo, parroco di San Michele e la figlia del comandante, Jessica che a nome delle altre tre sorelle (Dora, Antonella e Masina) e di tutta la famiglia ha voluto ringraziare le persone per la partecipazione al lutto che ha colpito la famiglia Rungi per la perdita del già comandante Pasqualino Pompeo Rungi. Le spoglie mortali di Pompeo ora riposano nella sua Airola, insieme ai suoi genitori e alla sua sorella Cira, nella cappella cimiteriale della famiglia Rungi-Ricciardi.

No alla guerra.Si alla pace in Ucraina.

ITRI (LT). IL TEOLOGO RUNGI: LANCIARE LA PACE IN EUROPA E NEL MONDO CON I TUTTI I MEDIA E I SOCIAL. UN REFERENDUM MONDIALE SULLA PACE.

“Lanciamo la pace in Europa e nel Mondo”, è lo slogan che padre Antonio Rungi, teologo passionista, delegato arcivescovile per la vita consacrata della diocesi di Gaeta (Lt), invita a fare attraverso i social ed anche in presenza mediante la diffusione di un semplice messaggio di pace a tutti indistintamente e con la partecipazione alle manifestazioni che le singole sigle pacifiste possono avviare in questo periodo delicato che sta attraversando l’Europa in particolare.
Padre Rungi poi tutti gli operatori della comunicazione, coloro che hanno in mano strumenti potentissimi come Tv, Radio, Network accogliendo le istanze e le richieste di pace dall’Italia, dall’Europa e dal Mondo.
“Si tratta di promuovere virtualmente un Referendum mondiale della pace accogliendo il pensiero anche del popolo russo e delle altre nazioni, legittimamente e democraticamente autodeterminatasi, perché possano esprimere il loro parere sulla questione Ucraina-Russia. Lanciamo la pace – prosegue padre Rungi- anche in quei territorio dove non si può parlare, esprimere il proprio pensiero e non vi è possibilità di conoscere cosa pensa il popolo su questo argomento. Per ora non ci sono restrizioni o blocchi su Internet e suoi social e quindi è quanto mai opportuno mediare la richiesta di pace utilizzando questi strumenti e facendoci carico, tutti, credenti, non credenti, uomini di buona volontà, pacifisti di tutte le latitudini del mondo, di questa necessità perché in questo tempo e sempre regni la pace e la concordia su tutta la Terra. Lanciamo la pace –aggiunge padre Rungi- con i nostri spot, messaggi, preghiere, poesie, aforismi, post, video, banner, manifesti e quanto altro che possa comunicare al mondo il nostro autentico e sincero desiderio di pace. Inviamo tutto ai potenti della Terra e vediamo che ascoltano il grido dei poveri e degli oppressi, perché la guerra non la fa chi la decide, ma i giovani, i soldati, i figli di famiglia che rischiano la vita, per vere questioni politiche, ideologiche o di interessi economici. E tanto per iniziare –conclude padre Rungi – alla sera accendiamo una candela nelle nostre abitazioni e lanciamo la pace con un semplice gesto di luce e di speranza che un lume acceso può simboleggiare nel buio di queste notti che mettono ansia ed angoscia in Europa e nel Mondo”.



LA VITA MONASTICA MODELLO DI VITA PER SUPERARE LA PANDEMIA

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Comunicato stampa
P.RUNGI. “Le contemplative segno di speranza e di gioia per l’Italia e per il Mondo. Un Natale sereno e senza lockdown di carattere monastico, che è buono e santo, ma quello sanitario è triste ed angosciante”.
In occasione della giornata mondiale “Pro Orantibus” che si celebra in coincidenza con la festa di Maria presentata al Tempio, il giorno 21 novembre di ogni anno, padre Antonio Rungi, teologo passionista, delegato arcivescovile per la vita consacrata dell’arcidiocesi di Gaeta, rivolge un forte appello “per la preghiera di tutti i fedeli a sostegno della vita consacrata, maschile e femminile, e soprattutto per le monache di clausura, le contemplative e i contemplativi dell’Italia e di tutto il mondo”. Scrive padre Rungi: “Coloro che hanno fatto una scelta di vita di totale consacrazione a Dio, vivendo nella clausura e negli eremi sono un esempio e un segno di speranza, di gioia e di rinascita per l’Italia e per il mondo, in quanto la vita di queste nostre sorelle e fratelli consacrati alla lode di Dio apre il nostro cuore a guardare la vita oltre il temporale e il contingente e a fissare lo sguardo al cielo e nel cielo”.
Nella domenica di Cristo Re, che fa da contenitore spirituale, liturgico e biblico alla giornata mondiale per le claustrali e i contemplativi “il mio pensiero di gratitudine e di riconoscenza va – scrive padre Rungi – a quanti hanno fatto una scelta di vita più radicale rispetto alla stessa vita consacrata, dedicandosi completamente a Dio nella preghiera e nel lavoro. Nel pregare oggi e sempre per tutte le monache di clausura e i monaci contemplativi chiediamo al Signore che illumini i giovani d’Italia e del mondo a seguire non solo la chiamata alla vita consacrata, ma soprattutto alla vita monastica, di cui fin dai primi tempi del cristianesimo è segnata la storia del nostro Paese e di altre nazioni e luoghi dello spirito dell’antico e nuovo mondo. Questo mondo non sarà veramente nuovo –conclude padre Rungi – fino a quando non riporta al centro del suo cammino spirituale la vita di preghiera, di contemplazione e di totale dedizione a Dio nella vita consacrata e monastica. E’ questo il modello –prosegue padre Rungi – a cui ogni cristiano deve ispirarsi, non perché tutti devono farsi frati e monache, ma semplicemente valorizzando il sistema di vita proposto dai contemplativi che è fatto di silenzio, preghiera, lode, lavoro, comunione fraterna, condivisione e soprattutto di amore e perdono. Valori e virtù tutti che si attingono alla sorgente unica della vita cristiana e consacrata che è Cristo, morto e risorto per la nostra salvezza e redenzione. Nel giorno dedicato alle claustrali e ai contemplativi tutti sappiano dire grazie ed esperire alle suore ed ai frati l’apprezzamento e la stima per il coraggio, non comune, di aver scelto una simile ed impegnativa vita a gloria di Dio. In un contesto di pandemia, questo esempio di vita ci aiuterà anche ad uscire dall’emergenza sanitaria e a superare il Covid. Più silenzio, più preghiera, meno esposizione, meno frequentazioni inutili e pericolose da un punto di vista sanitario potranno aiutarci anche nella soluzione di questo gravissimo problema che ci affligge da circa due anni. Tutti in convento e nei monasteri quindi? No assolutamente –scrive padre Rungi – ma tutti prendiamo ad esempio il comportamento delle monache e dei contemplativi d’Italia e del Resto del Mondo per favorire uno stile di vita più salutare per tutti. Siamo più accorti e più ritirati se vogliamo fare un Natale sereno e senza lockdown di carattere monastico, che è buono e santo, ma quello sanitario è triste ed angosciante”.

ITRI. FESTA DELLA CIVITA 2021 AL SANTUARIO. ORARI

MESSE CIVITA 2021

Aggiornato il programma e l’orario delle celebrazioni al Santuario della Civita

di Antonio Rungi

Vengono pubblicate ulteriori informazioni sulla festa della Madonna della Civita che si celebra in modo solenne al santuario a lei dedicato, di proprietà dell’Arcidiocesi di Gaeta, affidato ai passionisti di Itri Civita e Città, nei giorni 20 e 21 luglio 2021. Dopo la pandemia si riprende il cammino in presenza di sempre più numerosi fedeli, devoti e pellegrini che arrivano al santuario da ogni parte d’Italia e dall’estero, anche ora che si sono riaperte le frontiere innalzate dalla pandemia.

MESSE CIVITA 2021

MESE DI MAGGIO 2021 DEDICATO ALLA PANDEMIA. IL TESTO DI PADRE RUNGI

SPIRITUALITA’. MESE DI MAGGIO DEDICATO ALLA PANDEMIA. PADRE RUNGI HA COMPOSTO QUESTO NUOVO SUSSIDIO DI PREGHIERA MARIANA.

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MESE DI MAGGIO 2021 – DEF

Il mese di maggio è dedicato alla Madonna ed è una pratica religiosa molto sentita ed seguita dai fedeli di ogni ceto e condizione sociale. Per accompagnare il cammino spirituale in questo mese mariano 2021, padre Antonio Rungi, teologo passionista della comunità del santuario della Madonna della Civita in Itri (Lt), delegato arcivescovile per la vita consacrata della diocesi di Gaeta, ha composto un testo del mese di maggio, “con la precisa intenzione –scrive l’autore – di pregare per essere vicini a quanti soffrono e stanno attraversando propri di ogni genere in questo anno di pandemia”.

Il titolo che padre Rungi ha voluto dato a questo sussidio di spiritualità mariano è emblematico “Un mese con Maria in tempo di pandemia”. Si tratta di un cammino spirituale che inizierà il primo maggio e si concluderà il trentuno. “Una sorta di esercizi spirituali –afferma il teologo- avendo come punti di riferimento la parola di Dio, la preghiera della Chiesa, il magistero di Papa Francesco e la testimonianza dei santi”.

La struttura del mese di maggio è, infatti, basata sulle parole dette a Maria o dette da Maria, così come riportate nei testi del vangelo di Luca e Giovanni, con la testimonianza di 31 santi mariani, che spaziano di primi secoli del cristianesimo fino ai nostri giorni. Le preghiere scelte per le orazioni specifiche del mese di maggio sono tratte dalla celebrazione delle sante messe del messale mariano, ma interessanti sono soprattutto le impetrazioni ricavate dall’Angelus e Regina coeli, che hanno accompagnato il cammino della Chiesa in questo anno di pandemia, con il sostegno spirituale ed incoraggiamento del Santo Padre, Papa Francesco. Tutte le impetrazioni che sono veri e propri impegni di preghiera e di vita cristiana, in poche parole dei fioretti, concludono il singoli giorni del mese di maggio 2021.

Il testo è stato infatti pubblicato sul gruppo Facebook “Con Papa Francesco”, amministrato dallo stesso padre Antonio Rungi.

FESTA DELLA DONNA 2021. SPECIALE ORAZIONE DEL TEOLOGO RUNGI

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P.Rungi (Teologo passionista). Nella festa della donna 2021. Una speciale preghiera per tutte le donne del mondo. No a violenze, abusi e soprusi.
In occasione dell’annuale festa civile della donna, che si ricorda l’8 marzo, padre Antonio Rungi, teologo passionista della comunità del santuario della Madonna della Civita, in Itri (Lt), delegato arcivescovile per la vita consacrata della Diocesi di Gaeta, ha scritto un’articolata preghiera a sostegno delle donne di tutto il mondo.
L’orazione assume un particolare significato in quest’anno 2021 segnato ancora dalla pandemia. Padre Rungi fa riferimento nel suo testo alle varie problematiche attinenti alle donne di tutto il mondo: violenza, soprusi, abusi, mancanza di cibo, di lavoro, istruzione preoccupazione per il loro futuro e di quello dei lori figli e delle loro famiglie.
Padre Rungi apprezza lo stile di vita delle donne per quelle che sono e fanno e per il coraggio che dimostrano in tutte le circostanze.
Una forte denuncia arriva dal teologo passionista in merito a quanti fanno del male alle donne e restano impuniti. Persone che vanno condannate in quanto “senza amore e senza onore” che tante volte pensano di difendere rispetto ad una cultura atavica di possesso della donna a loro piacimento.
“Nessun Ciano -scrive padre Rungi – possa continuare a circolare impunemente sulla faccia della terra, specialmente se distrugge la vita di donne oneste e rette”.
Sempre nell’orazione rivolta al Signore, attraverso il modello perfetto di ogni donna, da un punto di vista cattolico; che è la Beata Vergine Maria, padre Rungi chiede a Maria che sia il baluardo e la difesa contro “le tempeste dell’odio e della violenza che si scatena in questi soggetti malati nella mente e nel cuore”, che poi uccidono ed abusano delle donne in qualsiasi età.
Sempre nella preghiera il sacerdote chiede al Signore che si superare quella cultura di ieri e di oggi che non sa “coniugare al femminile” i sostantivi della vita.
Ecco il testo competo dell’orazione che padre Rungi ha pubblicato e ha diffuso sui sociali “nella speranza -scrive – che possa essere un piccolo contributo non solo di preghiera, ma anche di riflessione e di impegno in questo giorno ricordevole dedicato alle donne definite dal teologo passionista “straordinarie persone che stanno segnando nel silenzio, nella santità, nella generosità, nel sacrifico quotidiano e nell’amore verso i propri cari la storia di questa umanità”. E a conclusione dell’orazione non poteva mancare il riferimento alle donne sante della Chiesa cattolica, molto venerate tra le donne cristiane.
Preghiera per la festa della donna 2021
di padre Antonio Rungi
Ci rivolgiamo a Te
Signore della tenerezza
e della bontà infinta,
in questo giorno di festa
per le donne di tutta la terra,
perché tu dia conforto, gioia e speranza
a queste straordinarie persone,
che stanno segnando,
nel silenzio, nella santità,
nella generosità, nel sacrificio quotidiano
e nell’amore verso i propri cari,
la storia di questa umanità.
In un tempo difficile
come questo segnato dalla pandemia,
molte donne soffrono
per i ben noti motivi
della mancanza del cibo,
del lavoro, della salute
e soprattutto per il futuro dei loro figli
e delle loro famiglie.
Signore Gesù accogli le preghiere
di tutte le donne del mondo,
di quelle che credono in Te
e di quelle che, per varie ragioni,
professano altre fedi e religioni.
Per tutte, Signore, abbi uno sguardo
d’amore e di accoglienza
di ogni legittima loro attesa e desiderio.
Allontana da questo mondo
ogni forma di offesa, violenza,
sopruso ed abuso verso le donne
di qualsiasi razza, nazione, cultura e religione.
Nessun Caino possa
continuare a circolare impunemente
sulla faccia della terra, specialmente
se distrugge la vita di donne rette ed oneste,
che hanno un cuore buono,
incapaci come sono di fare del male
ai propri carnefici e uccisori.
Maria, la Donna perfetta
che tu hai scelto
come Madre tenera e prediletta,
sia lo scudo sicuro per ogni donna della Terra,
e il baluardo certo contro le tempeste
dell’odio e della violenza
che si scatena, diabolicamente,
nel cuore di soggetti malati,
nel cuore e nella mente,
perché sono senza amore e senza onore.
Signore,
per intercessione di tutte le donne sante,
che hanno segnato la storia della cattolicità,
libera il mondo dal flagello della violenza contro le donne
e dall’abuso di ogni genere verso di loro,
siano esse in tenera età , o avanti negli anni
oppure avanzate per sapienza ed esperienza
nella vita, non facile da coniugare al femminile
sia nei tempi passati che quelli odierni. Amen.