LA VITA MONASTICA MODELLO DI VITA PER SUPERARE LA PANDEMIA

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Comunicato stampa
P.RUNGI. “Le contemplative segno di speranza e di gioia per l’Italia e per il Mondo. Un Natale sereno e senza lockdown di carattere monastico, che è buono e santo, ma quello sanitario è triste ed angosciante”.
In occasione della giornata mondiale “Pro Orantibus” che si celebra in coincidenza con la festa di Maria presentata al Tempio, il giorno 21 novembre di ogni anno, padre Antonio Rungi, teologo passionista, delegato arcivescovile per la vita consacrata dell’arcidiocesi di Gaeta, rivolge un forte appello “per la preghiera di tutti i fedeli a sostegno della vita consacrata, maschile e femminile, e soprattutto per le monache di clausura, le contemplative e i contemplativi dell’Italia e di tutto il mondo”. Scrive padre Rungi: “Coloro che hanno fatto una scelta di vita di totale consacrazione a Dio, vivendo nella clausura e negli eremi sono un esempio e un segno di speranza, di gioia e di rinascita per l’Italia e per il mondo, in quanto la vita di queste nostre sorelle e fratelli consacrati alla lode di Dio apre il nostro cuore a guardare la vita oltre il temporale e il contingente e a fissare lo sguardo al cielo e nel cielo”.
Nella domenica di Cristo Re, che fa da contenitore spirituale, liturgico e biblico alla giornata mondiale per le claustrali e i contemplativi “il mio pensiero di gratitudine e di riconoscenza va – scrive padre Rungi – a quanti hanno fatto una scelta di vita più radicale rispetto alla stessa vita consacrata, dedicandosi completamente a Dio nella preghiera e nel lavoro. Nel pregare oggi e sempre per tutte le monache di clausura e i monaci contemplativi chiediamo al Signore che illumini i giovani d’Italia e del mondo a seguire non solo la chiamata alla vita consacrata, ma soprattutto alla vita monastica, di cui fin dai primi tempi del cristianesimo è segnata la storia del nostro Paese e di altre nazioni e luoghi dello spirito dell’antico e nuovo mondo. Questo mondo non sarà veramente nuovo –conclude padre Rungi – fino a quando non riporta al centro del suo cammino spirituale la vita di preghiera, di contemplazione e di totale dedizione a Dio nella vita consacrata e monastica. E’ questo il modello –prosegue padre Rungi – a cui ogni cristiano deve ispirarsi, non perché tutti devono farsi frati e monache, ma semplicemente valorizzando il sistema di vita proposto dai contemplativi che è fatto di silenzio, preghiera, lode, lavoro, comunione fraterna, condivisione e soprattutto di amore e perdono. Valori e virtù tutti che si attingono alla sorgente unica della vita cristiana e consacrata che è Cristo, morto e risorto per la nostra salvezza e redenzione. Nel giorno dedicato alle claustrali e ai contemplativi tutti sappiano dire grazie ed esperire alle suore ed ai frati l’apprezzamento e la stima per il coraggio, non comune, di aver scelto una simile ed impegnativa vita a gloria di Dio. In un contesto di pandemia, questo esempio di vita ci aiuterà anche ad uscire dall’emergenza sanitaria e a superare il Covid. Più silenzio, più preghiera, meno esposizione, meno frequentazioni inutili e pericolose da un punto di vista sanitario potranno aiutarci anche nella soluzione di questo gravissimo problema che ci affligge da circa due anni. Tutti in convento e nei monasteri quindi? No assolutamente –scrive padre Rungi – ma tutti prendiamo ad esempio il comportamento delle monache e dei contemplativi d’Italia e del Resto del Mondo per favorire uno stile di vita più salutare per tutti. Siamo più accorti e più ritirati se vogliamo fare un Natale sereno e senza lockdown di carattere monastico, che è buono e santo, ma quello sanitario è triste ed angosciante”.
LA VITA MONASTICA MODELLO DI VITA PER SUPERARE LA PANDEMIAultima modifica: 2021-11-19T11:46:49+01:00da pace2005
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