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La mia preghiera davanti al Presepe

La mia preghiera di Natale davanti al presepe.
Testo di padre Antonio Rungi

Duemilaventitre’ anni fa
nascevi davvero
nella grotta di Betlemme.

Otto secoli fa
san Francesco d’Assisi
pensò a te o Gesù Bambino
in quel momento unico
della storia della salvezza
ed ideo’ il primo presepe vivente
in quella Greggio icona
di tutti i presepi della Terra
che in questi ottocento anni
si sono realizzati nel mondo intero con pastori dal colore della pelle e di nazionalità diversa.

Oggi o Gesù ti rappresentiamo nuovamente con i pastori
del nostro tempo
con nomi e funzioni diversi.

Rinasci Gesu nelle grotte gelide e fredde del cuore di tanti uomini che non sanno che cosa sia l’amore, il vero amore, dono divino che discende dal cielo ogni anno nel ricordo del tuo primo Natale. Amen.

Una riflessione alla vigilia dell’Immacolata Concezione

Una riflessione alla vigilia dell’Immacolata

di padre Antonio Rungi

Dopo i solenni funerali di Giulia Cecchettin a Padova e la tumulazione nel suo paese natio, tutti si augurano che questa giovane donna riposi in pace e la si ricordi nella preghiera e per il buon esempio che ha lasciato.
Moltiplicare trasmissioni, interviste, dichiarazioni, trasformare un dramma così grande in show televisivi culturali al solo fine di occupare spazi, aprire dibattiti e ripetere all’infinito sempre le stesse cose, serve a ben poco. Tra qualche giorno tutto va nel dimenticatoio come è successo per tante altre donne che hanno subito la stessa sorte e sulle quali si è parlato e scritto tanto nel passato e nei mesi scorsi. Se la memoria di Giulia va mantenuta viva nel cuore degli italiani una strada da percorrere è quella di non alzare mai più un dito contro una donna e per arrivare a questo risultato bisogna amare la donna che ci ha messo al mondo, la mamma, poi la sorella che come te è stata concepita dalla stessa mamma e papà, o sorella adottiva o di famiglia allargata, comunque sorella a tutti gli effetti. Bisogna amare la fidanzata, la moglie e chi portiamo nel cuore con rispetto e tenerezza perché si tratta di una donna comunque e sempre, fosse essa appena nata o al termine della sua lunga esistenza. E questo amore lo si insegna in famiglia, sui banchi di scuola, in mezzo alle piazze reali e virtuali, nelle comunità ecclesiali, nello sport, nel tempo libero, in vacanza, usando i social e quanto è nelle nostre mani non per offendere ma per difendere e proteggere ogni donna, qualsiasi donna, soprattutto se più debole e fragile e senza protezione sociale. Uomini di tutta la terra convertitevi ad amare ogni sorella a partire da chi il Signore ha messo sulla vostra strada per rispettarla e proteggerla e non per denigrarla o annientarla nella sua dignità di donna e persona umana. Basta con le parole, passiamo ai fatti senza tanti proclami, ma operando con convinzione e coraggio in ogni luogo dove viviamo. Uomini smettere di messaggiare cose vergognose e offensive della dignità delle donne, pensando che sono semplici oggetti di possesso o di bassi desideri. Alla vigilia della Madonna Immacolata, festa della vita, della purezza, della bellezza femminile al massimo livello impariamo noi uomini della Terra da San Giuseppe, sposo castissimo di Maria che ha protetto la sua promessa sposa e il Bambino che portava nel suo grembo verginale e che poi ha visto venire alla luce nella grotta di Betlemme e che porta il nome di Gesù.
Gesù, Giuseppe e Maria siano il modello di ogni famiglia, di ogni autentico rapporto tra i componenti di generi diversi. Maria la sola donna tra Giuseppe e il Figlio di Dio è stata amata profondamente da entrambi e lo stesso Gesù l’ha preservata dal peccato originale, insegnando a noi che in Maria, donna pura, bella e santa dobbiamo riscoprire il volto della Madonna in ogni donna di questo mondo che merita rispetto, amore e venerazione e mai umiliazione e violenza come purtroppo sta succedendo da molto tempo. Ora che Giulia riposa in pace in sua memoria facciamo rumore non con le chiavi ma con le idee e con i comportamenti rispettosi di ogni nostra sorella di sangue, di fede cristiana o di appartenenza al genio femminile. Maria Immacolata proteggi tutte le donne della Terra da ogni forma di violenza, sopruso e vile aggressione di uomini senza cuore e senza vero amore.

La preghiera per il decennale di pontificato di Papa Francesco

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Preghiera per il decennale di pontificato di Papa Francesco.
Composta da padre Antonio Rungi

O Gesù maestro e buon pastore che dieci anni fa hai indicato in Papa Francesco il successore di San Pietro e tuo dolce vicario in terra, ti ringraziamo di questo singolare dono che hai fatto alla Chiesa in questo difficile momento storico per l’umanità intera.

Ti affidiamo Gesù il servizio del pastore della chiesa universale perché sia sempre più incisivo, coerente secondo gli insegnamenti del Vangelo, della dottrina e della tradizione della chiesa da te fondata e protetta in due millenni di alterne vicende.

O buon Gesù, per l’intercessione della beata Vergine Maria, Madre della Chiesa, dona lunga vita al nostro amatissimo pastore, papa Francesco e nonostante gli attuali problemi di salute e le tante difficoltà nella e fuori la comunità dei credenti, fa che possa continuare, per tanti anni ancora, il suo ministero apostolico, confidando sul tuo aiuto, sulla nostra costante preghiera e sul nostro affetto sincero.

Grati per il bene che sempre ha compiuto in questi primi dieci anni di coraggioso e innovativo pontificato eleviamo a te Gesù e a lui il nostro infinito grazie per il progresso spirituale registrato nella Chiesa e nell’intera umanità. Amen.

LA VIA CRUCIS PER I MORTI IN MARE IN CALABRIA

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Via Crucis per i morti in mare in Calabria
VENERDI’ 3 MARZO 2023

Testo di padre Antonio Rungi, passionista
Citazioni tratte dal Magistero di Papa Francesco

Introduzione

C. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. T. Amen.
C. Il Signore sia con voi. T.E con il tuo spirito.

L.1. Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Galati (Gal 6,14)

“Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo”

L.2.La Via della croce, è una via difficile da percorrere. Una via che richiede il coraggio di salire con Cristo al Calvario, accettando, con fede, tutto quello che tale cammino ci chiede di fare. Nel silenzio, nella sofferenza, nel totale abbandono alla volontà di Dio, che ci chiede di essere vicini al suo Figlio, Gesù Cristo, almeno nel momento culminante della sua vita, sforziamoci di accogliere questo invito e condividere con Cristo il momento della croce e della sua donazione per tutti noi. In questo cammino spirituale con Gesù verso il Calvario, ci accompagni il pensiero di tanti morti del naufragio davanti alle coste calabre e quanto ci insegna Papa Francesco in merito a simili tragedie.

C. Preghiamo: Signore insegnaci a seguirti sulla via della Croce per essere tuoi veri discepoli, senza porre ostacoli di nessun genere al cammino che ci porta a vivere totalmente in Te. Amen

PRIMA STAZIONE: GESU’ E’ CONDANNATO A MORTE.

L.1. Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 10-15)

[Pilato] sapeva che i sommi sacerdoti gli avevano consegnato [Gesù] per invidia. Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perché egli rilasciasse loro piuttosto Barabba. Pilato replicò: “Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei”;. Ed essi di nuovo gridarono: “Crocifiggilo”. Ma Pilato diceva loro: “Che male ha fatto?”;. Allora essi gridarono più forte: “Crocifiggilo!”;. E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso”.

L.2. “Fratelli e sorelle, interroghiamoci tutti su questa ennesima tragedia. È il momento della vergogna! Preghiamo per questi fratelli e sorelle e per tanti che continuano a morire in questi drammatici viaggi. Anche preghiamo per coloro che possono aiutare, ma preferiscono guardare da un’altra parte. Preghiamo in silenzio per loro”. (Papa Francesco).

C. Preghiamo: Signore, Tu l’innocente, noi i rei e i peccatori. Tu in croce e noi liberi di continuare a fare il male e a rincorrere verità e giustizia per tutti noi, incapaci di uscire dal buio e dalle tenebre dell’errore. Amen.

SECONDA STAZIONE: GESU’ E’ CARICATO DELLA CROCE.

L.1.Dal Vangelo secondo Marco (Mc 10,16-20)

“Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la coorte. Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo. Cominciarono poi a salutarlo: “Salve, re dei Giudei!”. E gli percuotevano il capo con una canna, gli
sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui. Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo”.

L.2. “Vi confesso che sono molto addolorato per la tragedia che ancora una volta si è consumata nei giorni scorsi nel Mediterraneo: tanti migranti sono morti in mare. Sono persone, sono vite umane che per giorni hanno attraversato un mare che poi è diventato la tomba per molti di loro, diversi dei quali bambini”.

C. Preghiamo: Gesù, donaci la forza di saper accettare le nostre croci e di guardare con grande rispetto ed attenzione alle croci dei nostri fratelli, che, molto frequentemente, sono più dure e pesanti delle nostre. Amen.

TERZA STAZIONE: GESU’ CADE LA PRIMA VOLTA SOTTO LA CROCE.

L.1. Dal libro del profeta Isaia (Is 53, 4-5)

“Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità”.

L.2. “Stamattina ho saputo con dolore del naufragio avvenuto sulla costa calabrese, presso Crotone. Già sono stati recuperati quaranta morti, tra cui molti bambini. Prego per ognuno di loro, per i dispersi e per gli altri migranti sopravvissuti. Ringrazio quanti hanno portato soccorso e coloro che stanno dando accoglienza. La Madonna sostenga questi nostri fratelli e sorelle”.
C. Preghiamo: Gesù donaci la grazia di non peccare più e di pentirci dal profondo del nostro cuore dei nostri piccoli o grandi errori, ripetuti senza la minima consapevolezza che ogni peccato da noi commesso è un’offesa a Te, a noi stessi e alla Chiesa. Amen.

QUARTA STAZIONE: GESU’ INCONTRA LA SUA SANTISSIMA MADRE.

L.1.Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2, 34-35. 51)

“Simeone parlò a Maria, sua madre: “;Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima”; …Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore”.

L.2. “Gesù ci insegna a vivere il dolore accettando la realtà della vita con fiducia e speranza, mettendo l’amore di Dio e del prossimo anche nella sofferenza: è l’amore che trasforma ogni cosa.”

C. Preghiamo: Gesù nell’incontro con la tua Santissima Madre, lungo la via del Calvario, ci aiuti a comprendere quanti sia importante camminare insieme, nell’unità della famiglia naturale e nella famiglia ecclesiale, sulle strade della vita, non sempre facili da percorrere, soprattutto se sono in salita ed hanno una meta ben precisa: quella della risurrezione e della vita. Amen

QUINTA STAZIONE: GESU’ E’ AIUTATO DAL CIRENEO A PORTARE LA CROCE.

L.1.Dal Vangelo secondo Marco (Mc 15, 21)

Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce”.

L.2. “La sofferenza dell’altro costituisce un richiamo alla conversione, perché il bisogno del fratello mi ricorda la fragilità della mia vita, la mia dipendenza da Dio e dai fratelli. Se umilmente chiediamo la grazia di Dio e accettiamo i limiti delle nostre possibilità, allora confideremo nelle infinite possibilità che ha in serbo l’amore di Dio. ”

C. Preghiamo: Gesù, lungo la via del Calvario hai incontrato una persona che ti ha aiutato, forse contro la sua stessa volontà, a portare, per un tratto, la tua croce. Donaci la forza di prendere sulle nostre spalle le croci di quanti sono nelle molteplici situazioni di dolore di questo nostro mondo. Vogliamo essere, anche noi, per tutto il tempo necessario, a sollevare le sofferenze degli altri, i Cirenei del XXI secolo, che con Cristo salgono il Calvario di questa umanità. Amen.

SESTA STAZIONE: GESU’ E’ ASCIUGATO IN VOLTO DALLA VERONICA.

L.1.Dal libro del profeta Isaia (Is 53, 2-3)

“Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia”.

L.2. “Anche nella sofferenza nessuno è mai solo, perché Dio nel suo amore misericordioso per l’uomo e per il mondo abbraccia anche le situazioni più disumane, nelle quali l’immagine del Creatore presente in ogni persona appare offuscata o sfigurata. ”

C. Preghiamo: Grazie Gesù che ci dai l’opportunità, mentre vai a Calvario, di apprezzare il gesto di questa straordinaria donna coraggiosa che va incontro a Te per donarti un temporaneo sollievo e per pulire il tuo volto e i tuoi occhi perché Tu veda meglio le debolezze e le cattiverie del genere umano e sappi apprezzare l’operato di quanti, nel tuo nome, si fanno Veroniche lungo le strade tortuose di questo mondo. Amen.

SETTIMA STAZIONE: GESU’ CADE LA SECONDA VOLTA SOTTO LA CROCE.

L.1.Dal libro delle Lamentazioni (Lam 3, 1-2. 9. 16)

“Io sono l’uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira. Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce… Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri… Mi ha spezzato con la sabbia i denti, mi ha steso nella polvere”
.
L.2. “Noi attendiamo che Dio nella sua onnipotenza sconfigga l’ingiustizia, il male, il peccato e la sofferenza con una vittoria divina trionfante. Dio ci mostra invece una vittoria umile che umanamente sembra un fallimento.”

C. Preghiamo: Signore converti il nostro cuore all’amore. Facci comprendere che vivere nella tua santa grazia, lontani da ogni caduta di ordine morale e spirituale, ci aiuta nel cammino della santità, il cui centro è la tua e nostra Pasqua. Amen.

OTTAVA STAZIONE: GESU’ INCONTRA LE PIE DONNE DI GERUSALEMME.

L.1.Dal Vangelo secondo Luca (Lc. 23, 28-30)

“Gesù, voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?”.

L.2 Chi ha pianto per la morte di questi fratelli e sorelle? Chi ha pianto per queste persone che erano sulla barca? Per le giovani mamme che portavano i loro bambini? Per questi uomini che desideravano qualcosa per sostenere le proprie famiglie? Siamo una società che ha dimenticato l’esperienza del piangere, del “patire con”: la globalizzazione dell’indifferenza ci ha tolto la capacità di piangere! Nel Vangelo abbiamo ascoltato il grido, il pianto, il grande lamento: «Rachele piange i suoi figli… perché non sono più». Erode ha seminato morte per difendere il proprio benessere, la propria bolla di sapone. E questo continua a ripetersi… Domandiamo al Signore che cancelli ciò che di Erode è rimasto anche nel nostro cuore; domandiamo al Signore la grazia di piangere sulla nostra indifferenza, di piangere sulla crudeltà che c’è nel mondo, in noi, anche in coloro che nell’anonimato prendono decisioni socio-economiche che aprono la strada ai drammi come questo. «Chi ha pianto?». Chi ha pianto oggi nel mondo?
C. Preghiamo: Signore dona conforto e speranza a tutte le madri di questa valle di lacrime, nella quale è più frequente l’esperienza della sofferenza e meno quella della gioia. Sii vicino alle madri che sperano in un mondo migliore per i loro giovani figli. Amen.

NONA STAZIONE: GESU’ CADE LA TERZA VOLTA SOTTO LA CROCE.

L.1.Dal libro delle Lamentazioni (Lam. 3, 27-32)

“È bene per l’uomo portare il giogo fin dalla giovinezza. Sieda costui solitario e resti in silenzio, poiché egli glielo ha imposto; cacci nella polvere la bocca, forse c’è ancora speranza; porga a chi lo percuote la sua guancia, si sazi di umiliazioni. Poiché il Signore non rigetta mai… Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo la sua grande misericordia”

L.2 “Bisogna scoprire il senso, forse del dolore e della sofferenza. Le disgrazie ci permettono di scoprirlo; proprio mentre cadiamo nell’abisso del dolore, scopriamo che il vero senso non era dove lo cercavamo, ma è nell’amore, e che nell’amore c’è anche il dolore”
C. Preghiamo: Donaci o Gesù la forza di combattere i dubbi che attanagliano la nostra mente e non ci fanno credere fermamente in Te. Aumenta la nostra fede con la forza della preghiera e dell’ascolto di Te, che sei la Parola di Dio vivente. Amen.

DECIMA STAZIONE: GESU’ È SPOGLIATO DELLE SUE VESTI.

L.1. Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 24)
“I soldati si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere”.

L.2. “In questo mondo della globalizzazione siamo caduti nella globalizzazione dell’indifferenza”, “ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro”! Ci è stata tolta “la capacità di piangere. Chiediamo al Signore perdono per l’indifferenza verso tanti fratelli e sorelle”, “perdono per chi si è accomodato e si è chiuso nel proprio benessere che porta all’anestesia del cuore”, “perdono per coloro che con le loro decisioni a livello mondiale hanno creato situazioni che conducono a questi drammi”, affinché il mondo abbia “il coraggio di accogliere quelli che cercano una vita migliore”.

C. Preghiamo: Signore fa che nulla anteponiamo al tuo amore e alla tua amicizia. I beni della terra non ci distraggano dal possesso pieno e duraturo dei beni del cielo, quelli che ci danno la vera gioia e la felicità autentica. Amen.

UNDICESIMA STAZIONE: GESU’ E’ INCHIODATO SULLA CROCE.

L.1. Dal Vangelo secondo Marco (Mc.15, 25-27)

“Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. E l’iscrizione con il motivo della condanna diceva: “Il re dei Giudei”. Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra”.

L.2 Immigrati morti in mare, da quelle barche che invece di essere una via di speranza sono state una via di morte. Così il titolo dei giornali. Quando alcune settimane fa ho appreso questa notizia, che purtroppo tante volte si è ripetuta, il pensiero vi è tornato continuamente come una spina nel cuore che porta sofferenza. E allora ho sentito che dovevo venire qui oggi a pregare, a compiere un gesto di vicinanza, ma anche a risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta. Non si ripeta per favore.

C. Preghiamo: Signore dall’albero della croce volgi il tuo sguardo misericordioso sulle sofferenze di quanti sono costretti all’immobilismo totale a causa di malattie rare, non ben curate o ereditate o che sono rimasti inabili in incidenti di ogni genere. Dona a tutti Gesù il conforto nelle loro invalidità
fisiche e mentali. Amen.

DODICESIMA STAZIONE: GESU’ MUORE IN CROCE

L.1.Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 33-34. 37. 39)

“;Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lema sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?… Ed egli, dando un forte grido, spirò …Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: “;Veramente quest’uomo era Figlio di Dio!”.

L.2. Tanti di noi, mi includo anch’io, siamo disorientati, non siamo più attenti al mondo in cui viviamo, non curiamo, non custodiamo quello che Dio ha creato per tutti e non siamo più capaci neppure di custodirci gli uni gli altri. E quando questo disorientamento assume le dimensioni del mondo, si giunge a tragedie come quella a cui abbiamo assistito.

C. Preghiamo: O Gesù volgo il mio povero sguardo a Te che sei morto in croce, divenuta con Te il segno più evidente di un amore immenso e condiviso. Fa che dall’albero della croce sorgano tempi di vita e risurrezione per tutti gli uomini di questo mondo, in cui la croce non continui ad essere
simbolo di morte e di violenza, a causa di un cuore senza amore. Amen.

TREDICESIMA STAZIONE: GESU’ E’ DEPOSTO DALLA CROCE

L.1. Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 42-43. 46)

“Sopraggiunta ormai la sera, Giuseppe d’;Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il Regno di Dio, comprato un lenzuolo, calò il corpo di Gesù giù dalla croce”.

L.2. «Dov’è il tuo fratello?», la voce del suo sangue grida fino a me, dice Dio. Questa non è una domanda rivolta ad altri, è una domanda rivolta a me, a te, a ciascuno di noi. Quei nostri fratelli e sorelle cercavano di uscire da situazioni difficili per trovare un po’ di serenità e di pace; cercavano un posto migliore per sé e per le loro famiglie, ma hanno trovato la morte. Quante volte coloro che cercano questo non trovano comprensione, non trovano accoglienza, non trovano solidarietà! E le loro voci salgono fino a Dio!

C. Preghiamo: O Gesù, tra le braccia e sulle ginocchia della tua amatissima Madre sei l’immagine della pietà che genera amore e conforto, nonostante la conclusione cruenta del tuo tempo cronologico tra di noi. Dal grembo di Maria Santissima fa sorgere, soprattutto oggi, un’umanità capace di andare oltre il tempo, la morte e il dolore, per aprirsi alla certezza dell’eternità, della vita,
oltre la vita, e della gioia oltre i confini del soffrire. Amen.

QUATTORDICESIMA STAZIONE: GESU’ E’ DEPOSTO NEL SEPOLCRO.

L.1.Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 46-47)

“Giuseppe d’Arimatea, avvolto il corpo di Gesù in un lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l’entrata del sepolcro. Intanto Maria di Magdala e Maria madre di Joses stavano ad osservare dove veniva deposto”.

L.2. Chi è il responsabile del sangue di questi fratelli e sorelle? Nessuno! Tutti noi rispondiamo così: non sono io, io non c’entro, saranno altri, non certo io. Ma Dio chiede a ciascuno di noi: «Dov’è il sangue del tuo fratello che grida fino a me?». Oggi nessuno nel mondo si sente responsabile di questo; abbiamo perso il senso della responsabilità fraterna; siamo caduti nell’atteggiamento ipocrita del sacerdote e del servitore dell’altare, di cui parlava Gesù nella parabola del Buon Samaritano: guardiamo il fratello mezzo morto sul ciglio della strada, forse pensiamo “poverino”, e continuiamo per la nostra strada, non è compito nostro; e con questo ci tranquillizziamo, ci sentiamo a posto. La cultura del benessere, che ci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone, che sono belle, ma non sono nulla, sono l’illusione del futile, del provvisorio, che porta all’indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell’indifferenza. In questo mondo della globalizzazione siamo caduti nella globalizzazione dell’indifferenza. Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro!

C. Preghiamo: Gesù vederti morto e deposto in una tomba, per quanto nuova ed accogliente, lascia dentro i nostri sguardi un po’ di tristezza, velata, ma vera. Sai, non sempre siamo in grado di pensare alla vita oltre la morte, soprattutto di fronte alla perdita di persone care. Donaci la grazia di essere forti di fronte alla perdita dei propri cari e di pensare alla risurrezione finale. Amen.

CONCLUSIONE

Pater, Ave e Gloria secondo le intenzioni del Sommo Pontefice e per lucrare le indulgenze,

Preghiamo: O Padre che hai dato come modello agli uomini Gesù Cristo nostro Salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce, concedi a noi, che abbiamo percorso la Via Crucis, in ricordo della Passione di Cristo, di avere sempre presente questa suprema prova di amore, per partecipare alla gloria della risurrezione. Egli vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

R. Il Signore sia con voi.
V. E con il tuo spirito.
R. Vi benedica Dio onnipotente: Padre, Figlio e Spirito Santo.
V. Amen
R. Benediciamo il Signore.



 

La preghiera per i funerali del papa emerito Benedetto XVI

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Preghiera per Papa Benedetto XVI
Composta da padre Antonio Rungi

Dio Amore infinito
Ti ringraziamo per aver donato
alla Chiesa e all’umanità
il santo padre Papa Benedetto XVI che hai associato a te nella gloria del cielo.

Concedi o Signore che l’esempio mirabile di bontà, tenerezza, dolcezza e umiltà di papa Benedetto XVI possa segnare per noi un nuovo cammino di essere e fare chiesa, una nuova esperienza di fede fondata sulla ricerca della verità e della luce che solo una mente immersa totalmente nel vangelo può assaporare in terra e poi godere eternamente in cielo.

Ti chiediamo con profonda convinzione interiore glorifica il Sommo Pontefice Benedetto XVI con l’aureola di padre della Chiesa e di dottore della gentilezza e della verità sempre amate e testimoniate nel suo lungo e santo pellegrinaggio terreno. Amen316.0.1143998459-kK6E-U32401864506487d1E-656x492@Corriere-Web-Sezioni

P. Rungi. Una speciale Via Crucis per l’Ucraina

BUON PASTORE - PADRE RUNGI_InPixio

COMUNICATO STAMPA


ITRI (LT). SPECIALE VIA CRUCIS PER L’UCRAINA COMPOSTA DAL TEOLOGO RUNGI. DOMANI LO SVOLGIMENTO NELLA CHIESA DELLA MADONNA DI LORETO.

Una speciale Via Crucis per l’Ucraina è stata composta dal teologo passionista, padre Antonio Rungi, della comunità di Itri-Civita, delegato arcivescovile per la vita consacrata della Diocesi di Gaeta, e che sarà svolta domani, venerdì 1 aprile, alle ore 16.00 nella Chiesa della Madonna di Loreto, in Itri.

Padre Rungi alle tradizionali 14 stazioni ha cambiato i titoli e la finalizzazione della preghiera, rapportando la nuova titolazione al cammino al Calvario di Gesù Cristo e quella della nazione Ucraina. La passione di Cristo si rinnova ogni volta che una persona o un intero popolo soffre a causa di mani e violenze altrui.

Questa è la nuova titolazione della speciale Via Crucis che il sacerdote e missionario passionista affida alla preghiera dei sacerdoti d’Italia in questo venerdì di Quaresima.

Ecco i 14 titoli della Via Crucis dell’Ucraina e per l’Ucraina
1. Stazione. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
2. Stazione. Il bombardamento di villaggi e città.
3. Stazione. La caduta di Mariupol.
4. Stazione. La fuga delle mamme con i loro figli dal territorio nazionale.
5. Stazione. Gli aiuti umanitari dei vari paesi europei ai profughi ucraini.
6. Stazione. Le sofferenze e le lagrime dei bambini ucraini.
7. Stazione. La caduta di vari centri piccoli e grandi dell’Ucraina libera e democratica.
8. Stazione. La sofferenza delle madri e padri ucraini.
9. Stazione. La caduta della democrazia e del libero pensiero.
10. Stazione. La spartizione dei territori dell’Ucraina.
11. Stazione. La crocifissione dei civili bloccati nelle città occupate.
12. Stazione. La morte dei soldati ucraini e russi e di tutti i civili.
13. Stazione. La deportazione dei bambini e civili nella nazione russa.
14. Stazione. La sepoltura in fosse comuni di tutti i civili e militari morti durante il conflitto in Ucraina.

“In questo difficile momento per l’intera umanità per la guerra in atto in Ucraina – ha scritto padre Rungi – accogliendo l’invito del Santo Padre, Papa Francesco, di pregare per la pace in questa martoriata nazione ho pensato di scrivere questa nuova e circostanziata Via Crucis dell’Ucraina e per l’Ucraina, ripercorrendo il cammino della sofferenza di questa nazione, della stessa Russia e del mondo intero, per questa assurda e ina spettata guerra nel cuore dell’Europa. L’unica potente arma che abbiamo nelle nostre mani è la preghiera. La Via Crucis, pratica tipica dei venerdì di Quaresima, sarà domani per noi passionisti e fedeli della comunità cittadina di Itri un ripercorrere il calvario dell’Ucraina in questi 37 giorni di guerra distruttiva e lesiva dei diritti fondamentali di ogni persona e di ogni nazione. Noi continuiamo a pregare e a sperare perché cessino le armi e vinca la pace, avendo come riferimento la passione e morte in Croce di Cristo che è venuto a salvare tutti e a portare la pace all’intera umanità”.

Il decalogo della pace a cura di padre Antonio Rungi

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Il decalogo della pace
Testo di padre Antonio Rungi

1 Aborrire ogni guerra e qualsiasi forma di violenza, che si oppongono al rispetto e alla dignità delle genti.

2 Costruire ogni giorno la pace con la collaborazione e la stima fra tutti i membri di nazioni libere e democratiche.

3 Promuove la pace mediante la cultura, il dialogo, la comprensione e la fiducia fra individui e popoli della Terra.

4 Difendere la dignità di ogni persona umana, nell’assicurare ad essa il diritto alla vita, alla famiglia e a quanto è necessario per vivere.

5 Dialogare con sincerità e pazienza tra tutti i governanti della Terra, riconoscendo che il confronto con la diversità e l’opinione degli altri può diventare un’occasione di maggiore crescita umana e democratica.

6 Perdonare gli errori e i pregiudizi del passato e del presente e sostenersi nello sforzo comune per vincere l’egoismo, l’abuso, l’odio e la violenza, frutti di un retaggio di tempi lontani, non accettsbili in un mondo globalizzato.

7 Essere solidali con quanti soffrono per la miseria e l’abbandono, ben sapendo che nessuno può essere felice da solo.

8 Fare sentire la voce di quanti non si rassegnano alla guerra, alla violenza e al male, mediante la richiesta della distruzione di tutte le armi tradizionali, batteriche e nucleari.

9 Incoraggiare qualsiasi iniziativa che promuova l’amicizia fra i popoli, convinti che, se manca un’intesa solida tra di loro, il progresso tecnologico espone il mondo a crescenti rischi di distruzione e di morte.

10 Sollecitare i responsabili delle nazioni a compiere tutti gli sforzi possibili affinché, a livello nazionale e internazionale, sia edificata e consolidata la pace fondata sull’autodeterminazione dei popoli. Nessuna invasione o aggressione può essere giustificata per motivi politici, economici, militari ed esponsionistici, soprattutto se si uccidono bambini e civili.

Festa del papà. Aiutiamo i papà ucraini.

Festa del papà. Padre Rungi invita ad adottare un papà ucraino.

In occasione della solennità di San Giuseppe, festa del papà, padre Antonio Rungi, teologo passionista della comunità del santuario della Madonna della Civita in Itri (LT) invita i papà d’Italia “ad adottare economicamente e umanamente i papà ucraini, soprattutto coloro che per difendere la patra sono rimasti a combattere per contrastare l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin”. Ogni papà costituisca ‘un fondo personale da devolvere ad un papà della martoriiata nazione ucraina per riprendersi con la famiglia e ricostruire il proprio nucleo familiare appena finita la guerra”. Padre Rungi invita anche “ad avere il cuore aperto a tutti quei papà della nazione russa che si sono opposti e si stanno opponendo alla guerra e sono stati arresrati solo per aver espresso il loro dissenso nei confronti della guerra”. Padre Rungi “non dimentica neppure i papà caduti in questo assurdo conflitto che ne’ ucraini e né russi volevano e vogliono. Penso a tutti quei bambini ucraini e russi – scrive padre Rungi- che hanno perso i loro papà e sono rimasti orfani perché un padre dal cuore indurito e senza umanità ha mandato al massacro i giovani padri dell’Ucraina e della stessa Federazione russa. San Giuseppe che ha protetto Gesù dalla strage degli innocenti decisa da Erode possa illuminare la mente di Putin, padre naturale di vari suoi figli, pensando al dolore che ha causato uccidendo con bombardamenti i padri della terra ucraina, lasciando orfani tanti bambni, molti dei quali profughi nelle nazioni libere e democratiche dell’Europa”. E chiude con questo messaggio finale: “Ogni guerra non distrugge solo case, città e nazioni facilmente ricostruibili, ma uccide il futuro dell’umanità perché privando un bambino o migliaia di essi dei loro papà naturali o adottivi uccide in loro il senso della vita e della famiglia. Quando si uccide un qualsiasi membro di una famiglia naturale si uccide la speranza e il futuro di quel popolo, di quella nazione e dell’umanità in generale”.

Preghiera per la pace in Ucraina

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Preghiera al Cuore Immacolato di Maria per la Russia e l’Ucraina.
Composta da padre Antonio Rungi

O Cuore immacolato di Maria
ci rivolgiamo a te,
Madre di Dio
e Madre dell’intera umanità,
perché tu possa accogliere
la nostra incessante
e fiduciosa preghiera
per la pace nel mondo intero. .

Ti affidiamo Maria
la Russia e l’Ucraina
di cui tu sei la Regina
e la Madre premurosa
di ogni tuo figlio
di queste martoriate terre
dove oggi si combatte
una sanguinosa guerra.

Come alle nozze di Cana
e lungo la via del Calvario
chiedi a Gesu il dono della pace
per l’intera umanità
e fa che nell’Ucraina
tacciano i rumori della guerra,
si fermi la strage degli innocenti,
si ritorni a vivere in amicizia
tra russi e ucraini.

Maria fa che nulla possa turbare
il consesso civile
dell’intera umanità,
desiderosa più che mai
di pace e fratellanza universale.

Maria ascoltaci.
Maria esaudiscici.
Maria intercedi per noi
presso tuo Figlio, Gesù Cristo, nostro Salvatore e Redentore.
Amen.

No alla guerra.Si alla pace in Ucraina.

ITRI (LT). IL TEOLOGO RUNGI: LANCIARE LA PACE IN EUROPA E NEL MONDO CON I TUTTI I MEDIA E I SOCIAL. UN REFERENDUM MONDIALE SULLA PACE.

“Lanciamo la pace in Europa e nel Mondo”, è lo slogan che padre Antonio Rungi, teologo passionista, delegato arcivescovile per la vita consacrata della diocesi di Gaeta (Lt), invita a fare attraverso i social ed anche in presenza mediante la diffusione di un semplice messaggio di pace a tutti indistintamente e con la partecipazione alle manifestazioni che le singole sigle pacifiste possono avviare in questo periodo delicato che sta attraversando l’Europa in particolare.
Padre Rungi poi tutti gli operatori della comunicazione, coloro che hanno in mano strumenti potentissimi come Tv, Radio, Network accogliendo le istanze e le richieste di pace dall’Italia, dall’Europa e dal Mondo.
“Si tratta di promuovere virtualmente un Referendum mondiale della pace accogliendo il pensiero anche del popolo russo e delle altre nazioni, legittimamente e democraticamente autodeterminatasi, perché possano esprimere il loro parere sulla questione Ucraina-Russia. Lanciamo la pace – prosegue padre Rungi- anche in quei territorio dove non si può parlare, esprimere il proprio pensiero e non vi è possibilità di conoscere cosa pensa il popolo su questo argomento. Per ora non ci sono restrizioni o blocchi su Internet e suoi social e quindi è quanto mai opportuno mediare la richiesta di pace utilizzando questi strumenti e facendoci carico, tutti, credenti, non credenti, uomini di buona volontà, pacifisti di tutte le latitudini del mondo, di questa necessità perché in questo tempo e sempre regni la pace e la concordia su tutta la Terra. Lanciamo la pace –aggiunge padre Rungi- con i nostri spot, messaggi, preghiere, poesie, aforismi, post, video, banner, manifesti e quanto altro che possa comunicare al mondo il nostro autentico e sincero desiderio di pace. Inviamo tutto ai potenti della Terra e vediamo che ascoltano il grido dei poveri e degli oppressi, perché la guerra non la fa chi la decide, ma i giovani, i soldati, i figli di famiglia che rischiano la vita, per vere questioni politiche, ideologiche o di interessi economici. E tanto per iniziare –conclude padre Rungi – alla sera accendiamo una candela nelle nostre abitazioni e lanciamo la pace con un semplice gesto di luce e di speranza che un lume acceso può simboleggiare nel buio di queste notti che mettono ansia ed angoscia in Europa e nel Mondo”.