SESSA AURUNCA

Il commosso ricordo di un carissimo amico e sacerdote, don Amato Brodella

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Sessa Aurunca (Ce). Morto l’ex Vicario generale della Diocesi, monsignor Amato Brodella.
Il mio personale ricordo di un santo sacerdote. Testimonianza di padre Antonio Rungi.
“Qualche sera, prima di Pasqua, -scrive padre Antonio Rungi, passionista, attuale vicario episcopale per la vita consacrata della Arcidiocesi di Gaeta, religioso della comunità di Itri-Santuario della Civita – verso cena mi arriva una telefonata, dopo tanti mesi o forse anni di silenzio: era quella di don Amato Brodella, mio carissimo confratello nel sacerdozio. Il suo desiderio era quello di sentirmi e di sapere come stavo. Mi preoccupai, giustamente, e lui semplicemente mi disse: padre Antonio sentivo il bisogno di ascoltare la voce di un amico, visto che tantI dei miei amici il Signore se l’è portato in cielo. E si riferiva chiaramente alla perdita recente di don Franco Alfieri. Ne parlammo pure. Non vi nascondo la gioia per quella inattesa telefonata, che mi riempiva il cuore, sapendo l’origine e la provenienza di essa e cioè di una persona che ha fatto della sua vita un inno di lode a Dio. E non perché ora non c’è più, ma perché l’ho sempre considerato un santo sacerdote, forte, coraggioso, intrepido per le cose di Dio e per la sua comunità cristiana. Questa mattina ho saputo la triste notizia che mi ha rattristato il cuore, però mi rasserena nell’intimo, sapendo che un altro angelo è salito in paradiso, dopo aver servito Cristo, la Chiesa, la comunità di Carinola e la Diocesi di Sessa, per oltre 60 anni di vita sacerdotale”.
Alla veneranda età di circa 90 anni, questa mattina, 10 maggio 2021, è morto l’ex-vicario generale della Diocesi di Sessa Aurunca, monsignor Amato Brodella.
A darne notizia è la Curia vescovile che sul sito della diocesi scrive testualmente “Il Vescovo (monsignor Orazio Francesco Piazza) il Presbiterio della Diocesi di Sessa Aurunca congiuntamente alla famiglia Brodella, annunciano il ritorno alla casa del Padre di don Gennaro Alfonso Amato Brodella, già Vicario Generale e già Parroco di Ss. Bernardo e Martino in Carinola/Santa Croce”.
Don Amato era un volto noto in tutta la diocesi, ma soprattutto un sacerdote di una vasta cultura storica, geografica, biblica, pastorale.
Nativo di Mondragone, praticamente ha vissuto sempre nella sua amata Carinola, dove ha svolto il suo ministero di parroco della cattedrale per lunghi. Uomo di profonda fede, da un cuore grande, di sensibilità umana rarissima, di una spiritualità profonda, basata sull’umiltà e sulla ricerca della pace, ha fatto tantissimo per la cattedrale di Carinola e per la rinascita spirituale della sua comunità parrocchiale.
Durante l’episcopato di monsignor, Agostino Superbo e Antonio Napoletano ha ricoperto anche l’ufficio di Vicario generale della diocesi.
Docente di varie discipline all’Istituto di Scienze Religiose di Sessa Aurunca, di cui è stato anche direttore, ha promosso la formazione dei laici nella diocesi di Sessa Aurunca, di cui per oltre 60 anni di vita sacerdotale è stato uno dei sacerdoti più attivi, dinamici e propositivi.
Autore di numerose opere di carattere storico, geografico artistico, soprattutto attinenti la chiesa locale, don Amato era un sacerdote stimato da tutti e amato da tutti.
D’altra parte lo favoriva lo stesso nome che al battesimo i suoi genitori gli avevano dato, oltre a quello di Gennaro ed Alfonso, per poi diventare uno dei sacerdoti del dopo guerra, più attivi e innovativi, applicando in concreto le direttive del Concilio Vaticano II.
Grande devoto della Madonna Immacolata, ha sempre avuto a cuore il culto verso la Madre Celeste.
E proprio nel mese a lei dedicato, che don Amato venerava anche sotto il titolo della Madonna Incaldana, protettrice di Mondragone, suo paese d’origine, il Signore l’ha portato in cielo, vicino alla sua Mamma Celeste.
Le esequie di monsignor Amati Brodella, si svolgeranno, domani, l’11 maggio 2021, alle 16.30 all’aperto nel piazzale dell’Istituto delle Suore dell’Immacolata di Genova, fondate da Sant’Agostino Roscelli, con una sede importante proprio Carinola, dove don Amato ha svolto per anni il suo ministero di cappellano.
Per consentire la partecipazione a distanza dei tanti amici, parenti, conoscenti ed estimatori del noto sacerdote, le esequie verranno trasmesse in streaming anche sulla pagina Facebook della Diocesi di Sessa Aurunca.
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3Luca Caiazzo, Gianni Petrilli e 1 altra persona

Pagani (Sa). Domani mattina i funerali di monsignor Antonio Napoletano, vescovo emerito di Sessa Aurunca

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Pagani (Sa). Domani mattina i funerali di monsignor Antonio Napoletano, vescovo emerito di Sessa Aurunca

di Antonio Rungi

Si svolgeranno domani mattina, mercoledì 27 marzo, alle ore 10.00, nella Basilica Pontifica di Sant’Alfonso dei Liguori, in Pagani (Sa), i solenni funerali di monsignor Antonio Napoletano, vescovo emerito di Sessa Aurunca e religioso redentorista. A presiedere il rito sarà l’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, presidente della Conferenza episcopale campana. Parteciperanno tutti i vescovi della Campania.

La salma del Vescovo da Teggiano arriverà a Pagani, alle ore 11,30 di oggi martedì 26 marzo, e nella Congrega del Collegio  sarà allestita la camera ardente.

A dare la notizia della morte varie diocesi. In primo luogo, quella di Sessa Aurunca, di cui era stato vescovo. Infatti, in una nota S.E. Mons. Orazio Francesco Piazza, Vescovo di Sessa Aurunca, i presbiteri, diaconi, religiosi, religiose e seminaristi oltre che profondamente addolorati per la perdita del vescovo emerito “si uniscono nella preghiera alla famiglia redentorista e alla famiglia Napoletano per l’operato di un pastore mite, instancabile e premuroso”.

Stesso motivo di dolore anche per la numerosa comunità diocesana di Teggiano-Policastro, dove monsignor Napoletano era impegnato, vicino al vescovo della Diocesi, monsignor Antonio De Luca, suo confratello redentorista, nella quale dal 2013 si era ritirato, dando un contributo notevole nell’attività missionaria della Chiesa locale, tipica dei Redentoristi.

In merito al grave lutto, anche «Il Vescovo di Nocera Inferiore-Sarno, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Giuseppe Giudice, in comunione con il Presbiterio e la Chiesa diocesana affida a Gesù Buon Pastore l’anima eletta di Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Antonio Napoletano e chiede a tutti la preghiera per il Servo buono e fedele che con generosità, emulo di Sant’Alfonso Maria de Liguori, ha amato e servito la Chiesa negli anni del suo lungo ministero».

Nel ricordare la sua figura, il suo segretario personale, per tutto il periodo del suo episcopato a Sessa Aurunca, unica diocesi di cui è stato pastore, don Giampiero Franzi scrive: “Sulle orme di Gesù buon pastore e redentore, per annunciare a tutti il suo vangelo”. Così può essere sintetizzato il programma e il cammino sacerdotale ed episcopale vissuto da monsignor Antonio Napoletano, prima come missionario redentorista e poi come vescovo della diocesi di Sessa Aurunca. Abituato a lavorare in silenzio e umiltà; uomo prudente, dal cuore sensibile e sincero, dalla profondità dei pensieri, Padre Antonio è stato tutto appassionato per la persona viva di Cristo e per la realtà concreta della sua Chiesa. Nella sua azione magisteriale, pastorale e amministrativa, si è lasciato guidare dalla Parola di Dio, dal Concilio Vaticano II e dal Catechismo della chiesa cattolica. Mons. Napoletano, servitore integerrimo, uomo di forte spessore intellettuale e di attenta riflessione, nel solco luminoso dei predecessori, ha costantemente avuto a cuore la centralità del mistero di Cristo nella vita della chiesa, la formazione permanente e la fraternità del clero e la comunione del popolo di Dio (con particolare attenzione agli ammalati e bisognosi). Il patrimonio del suo pensiero e del suo cuore traspare dalle sue parole e dai suoi molti scritti. Interessanti le sue numerose lettere pastorali, pubblicazioni, articoli su Avvenire, su Riviste specializzate. La specificità del suo compito e del suo stile di vita è stata “l’educazione alla vita buona del vangelo”: la fede cioè deve diventare un patrimonio interiorizzato della coscienza e trasformare la vita. Con costanza, sobrietà e zelo, certo che il cattolicesimo non può essere confinato nella ripetitiva e asettica applicazione di precetti e regole, ha educato e invogliato tutti a non rimanere prigionieri del passato per diventare cristiani più credenti e testimoni più credibili. Granitica guida spirituale, ha dato fiducia, ha incoraggiato, ha ascoltato e a ha sostenuto chiunque aveva desiderio e volontà di compiere il bene e cooperare alla costruzione del Regno”.

Monsignor Antonio era nato Nocera Inferiore l’8 Giugno 1937, era entrato giovanissimo tra i Padri Redentoristi. Completati gli studi filosofici e teologici fu ordinato presbitero il 19 marzo 1961.

Nella Congregazione dei Redentoristi ha ricoperto vari incarichi, tra cui quello di Superiore Provinciale, di Docente, di Rettore del Santuario di San Gerardo Majella, a Martedomini.

Conosciuto e stimato per il suo impegno culturale, educativo e missionario fu letto alla sede vescovile di Sessa Aurunca il 19 novembre 1994, da Giovanni Paolo II,  e fu ordinato vescovo il 6 gennaio 1995.

Ha guidato la diocesi di Sessa Aurunca per circa un ventennio, lasciandola per raggiunti limiti di età nel 2013.

Monsignor Napoletano non mancava mai di citare un motto polacco, molto caro a Giovanni Paolo II, che dice “Chi vive tra i giovani, diventa giovane”, e la chiesa di Sessa  Aurunca era per lui una chiesa fatta da giovani.

“Monsignor Napoletano, era un missionario nello spirito –ricorda padre Antonio Rungi, direttore dell’Ufficio Comunicazione della Diocesi di Sessa Aurunca e Direttore della Pastorale del Turismo, sport e spettacolo della stessa diocesi – ma soprattutto nell’azione pastorale, forte dell’esempio del fondatore dei Redentoristi, Sant’Alfonso Maria dei Liguori, per il quale organizzò un importante convegno in occasione del terzo centenario della nascita, nel 1996 del grande santo napoletano e vescovo di Sant’Agata dei Goti, al quale era profondamente legato come suo maestro e guida spirituale e pastorale nel suo lungo servizio alla Chiesa e alla Congregazione del Santissimo Redentore.

CARINOLA (CE). OGGI I FUNERALI DI DON RICCARDO LUBERTO

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CARINOLA (Ce). GRAVE LUTTO PER LA DIOCESI DI SESSA AURUNCA.  E’ MORTO MONSIGNOR RICCARDO LUBERTO. OGGI I FUNERALI NELLA CHIESA CATTEDRALE DI CARINOLA

di Antonio Rungi

Si svolgeranno, oggi pomeriggio, alle ore 15.00 nella Cattedrale di Carinola i solenni funerali di monsignor Riccardo Luberto, sacerdote della Diocesi di Sessa Aurunca. Le esequie del noto sacerdote di origini carinolesi saranno presieduti dal Vescovo diocesano, monsignor Orazio Francesco Piazza. Parteciperanno i sacerdoti della diocesi e di altre realtà ecclesiali della Campania, dove don Riccardo era molto conosciuto, i parenti del sacerdote defunto e i fedeli di varie parrocchie della Diocesi, dove don Riccardo ha svolto il suo ministero sacerdotale, particolarmente nella città di Mondragone. Don Riccardo è morto all’ospedale civile San Rocco di Sessa Aurunca nella serata di mercoledì 16 gennaio 2019, dove era stato ricoverato per problemi cardiocircolatori. Ieri giovedì 17 gennaio, dalle 8.00 alle 20.00 presso la cappella dell’Ospedale di Sessa Aurunca è rimasta aperta la camera ardente. Questa mattina 18 gennaio, alle ore 10,30 la salma partirà per la Cattedrale di Carinola, in attesa delle esequie nel primo pomeriggio. Monsignor Riccardo Luberto è stato rettore e parroco del Santuario e Basilica Minore della Madonna Incaldana in Mondragone (Ce) per 50 anni. Aveva 86 anni e 60 anni di sacerdozio, celebrati lo scorso anno, di cui 50 anni vissuti nella Basilica Minore della Madonna Incaldana.
Tanti gli incarichi ed uffici ricoperti nella Diocesi di Sessa Aurunca e a livello di Regione ecclesiastica campana, tra cui quello di direttore dell”istituto diocesano di sostentamento del clero e responsabile dell’associazione familiari del clero. Per lunghi anni responsabile della pagina diocesana di Avvenire. E’ stato anche docente di religione nelle scuole statali di Mondragone. Ha collaborato con sei vescovi: De Cicco, Costantini, Nogaro, Superbo, Napoletano e Piazza. Un battagliero e coraggioso sacerdote sempre in prima linea nella difesa del territorio di Mondragone e dell’intera diocesi di Sessa Aurunca.
Don Riccardo era nato a Carinola in provincia di Caserta il 4 maggio 1932 e dopo il seminario minore, gli studi filosofici e teologici, fu ordinato sacerdote il 13 luglio 1958 a Sessa Aurunca da monsignor Gaetano De Cicco.
Dopo 60 anni di ministero attivo, per raggiunti limiti di età, era ritornato, cinque anni fa, nella sua Carinola e collaborava con la Parrocchia di Santa Croce. Dopo i funerali, la salma sarà sepolta nella cappella di famiglia nel cimitero di Carinola

PADRE ANTONIO RUNGI, 40 ANNI DI VITA SACERDOTALE, IL 6 OTTOBRE 2015

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Padre Antonio Rungi, 40 anni di vita sacerdotale

Martedì 6 ottobre 2015, padre Antonio Rungi, sacerdote passionista della comunità del Santuario della Civita, in Itri (Lt), ricorda i suoi 40 anni di vita sacerdotale a servizio della Chiesa, della Congregazione dei Passionisti e dell’intero popolo di Dio.
La fausta ricorrenza sarà ricordata con una solenne concelebrazione eucaristica che padre Antonio Rungi presiederà, alle ore 19.00, nella Chiesa delle Suore di Gesù Redentore della Stella Maris di Mondragone, dove padre Rungi ha svolto il suo ministero sacerdotale per circa 30 anni, dal 1978 al 2003 e dal 2007 al 2011. E dove ancora oggi esercita il suo ministero come assistente spirituale delle Suore.
Alla celebrazione parteciperanno i parenti, i conoscenti, i sacerdoti, le suore, gli amici, gli studenti e quanti si vorranno aggiungere ad essi per condividere un momento di ringraziamento al Signore per il dono della vocazione alla vita sacerdotale, elargita a padre Rungi.
Dei 40 anni di vita sacerdotale, intensamente e generosamente vissuti come figlio spirituale di San Paolo della Croce, circa 30 sono stati al servizio della Chiesa locale di Sessa Aurunca e della comunità passionista di Mondragone (Ce), ricoprendo vari uffici e ruoli: Direttore dell’Ufficio Comunicazioni sociali, Responsabile della Pagina diocesana di Avvenire, Direttore dell’Ufficio pastorale del turismo, sport e spettacolo, cappellano delle Suore di Gesù Redentore, delle Suore Stimmatine, collaboratore della parrocchia san Rufino in Mondragone e di altre parrocchie, missionario e predicatore, docente di Teologia Morale e di altre discipline nell’Istituto Scienze religiose di Sessa Aurunca, docente nelle scuole statali, dove ancora oggi svolge il suo servizio e il suo ministero tra i giovani del Liceo Scientifico di Mondragone, insegnando Filosofia, Pedagogia e Scienze Umane. Docente di Teologia Morale al Magistero di Scienze Religiose di Capua e dell’Istituto Scienze Religiose di Teano.
Sono questi alcuni degli impegni come sacerdote e missionario ed educatore che padre Antonio Rungi ha svolto a Mondragone e nella Diocesi di Sessa Aurunca, ma si è pure prodigato tantissimo per la vita culturale, sociale e spirituale del territorio del litorale domiziano ed in particolare della parrocchia San Giuseppe Artigiano.
Nella comunità passionista di Mondragone è stato Direttore del Collegio San Giuseppe Artigiano, Direttore delle colonie estive, più volte vice-superiore della comunità e incaricato in vari settori della vita passionista.
Direttore della Rivista Presenza Missionaria Passionista dal 1990 al 2011 è giornalista pubblicista dal 1993 ed ha collaborato con varie Riviste e Quotidiani di ispirazione cristiana.
Ha partecipato a diverse trasmissioni televisive della Rai, di Radio Vaticana, Radio Maria, Teleradio Padre Pio. Di questo grande santo beneventano è stato figlio spirituale negli anni 1958-68.
Dei rimanenti 11 anni di vita sacerdotale, padre Rungi, i primi tre, dal 6 ottobre 1975, quando fu ordinato a Napoli nella Chiesa dei Passionisti di Santa Maria ai Monti, da monsignor Antonio Zama, li ha vissuti nella comunità passionista di Napoli, ultimando gli studi per la Laurea in Teologia e svolgendo attività di predicazione e di collaborazione nella Parrocchia di San Paolo in Casoria.
Successivamente si è Laureato in Filosofia all’Università di Napoli e in Materie Letterarie all’Università di Cassino.
Nella stessa comunità di Napoli vi è ritornato a febbraio 2003 fino al maggio 2007 nell’Ufficio di Superiore provinciale dei Passionisti della Provincia dell’Addolorata (Basso Lazio e Campania) e guidando in quegli anni, saggiamente, gli oltre 100 sacerdoti e religiosi passionisti della Provincia religiosa e del Vicariato del Brasile, durante il mandato, concluso alla fine di aprile 2007.
In questo periodo, oltre a visitare sistematicamente le comunità passioniste del Basso Lazio e Campania e del Brasile, ha ricoperto l’Ufficio di Vice-presidente della Cism-Campania, la Conferenza dei superiori maggiori degli istituti religiosi maschili. Dal 1978 sempre impegnato nella scuola e nell’insegnamento, non ha mai tralasciato, tranne per un anno, questo ambito della pastorale e della formazione dei giovani.
Negli ultimi quattro anni di vita sacerdotale, dal 6 ottobre 2011, padre Antonio Rungi ha svolto il suo ministero sacerdotale nella comunità passionista di Itri-città e poi del Santuario della Civita, svolgendo un intenso ministero di predicazione itinerante e di assistenza spirituale alle Suore di varie Congregazioni.
Qui, attualmente vive, svolge il suo servizio scolastico a Mondragone e continuando ad assicurare la predicazione tipica della Congregazione dei Passionisti, ovunque viene chiamato e richiesto.

Nativo di Airola, in provincia di Benevento, nella Diocesi di Cerreto-Telese-Sant’Agata dei Goti, dove nasceva 64 anni, accolto nelle braccia della Serva di Dio Concetta Pantusa, entra tra i passionisti da ragazzo, nel 1964 a soli 13 anni. Emette la professione religiosa il 1 ottobre 1967 insieme ad altri suoi confratelli, a Falvaterra (Fr). Segue gli studi liceali e filosofici a Ceccano, dal 1967 al 1971 e quelli teologici a Napoli, dal 1971 al 1979 quando si Laurea in Teologia.
Circa 15.000 articoli scritti per giornali, riviste, blog, siti internet, oltre 3.000 predicazioni svolte in Italia e all’estero, autore di libri di vario genere, di preghiere, di commenti alla Parola di Dio, grande comunicatore attraverso i new media, i suoi testi sono letti e commentati da migliaia di persone ogni settimana.
Per ricordare questo giorno speciale per lui, padre Rungi, come è solito fare nelle grandi circostanze e ricorrenze, ha composto una preghiera, da vero pastore che ha a cuore il bene supremo delle anime: “Signore, Buon Pastore, mite ed umile di cuore, Ti ringrazio per il dono della vita sacerdotale che mi hai voluto assicurare in questi 40 anni di totale servizio alle anime, che hai affidato alla mia cura pastorale. Rinnovo oggi le mie promesse sacerdotali che mi hanno impegnato nella sincerità del cuore e della mente in tutti questi anni, che Tu, Signore, mi hai concesso con tanta generosità. Ti chiedo perdono se, eventualmente, senza mio volere, non ho corrisposto pienamente alla vocazione sacerdotale e donami la grazia di portare a compimento l’opera che Tu, Gesù, Buon Pastore, hai iniziato in me 40 anni fa. Amen”.

Padre Antonio Rungi, inoltre, ringrazierà il Signore, la Madonna e San Paolo della Croce, al Santuario della Civita, nei prossimi giorni e in data da stabilire ad Airola, nel suo paese natio, che ha portato e porta nel cuore con grande affetto e nostalgia, perché in questa sua città, tra i suoi genitori, parenti, amici e figure esemplari di religiosi passionisti di Monteoliveto è nata e si è consolidata la vocazione alla vita religiosa e sacerdotale, che ha raggiunto traguardi rilevanti e significativi, di 51 anni da passionista e di 40 anni da sacerdote. Augurissimi padre Antonio per tanti anni ancora di vita sacerdotale e missionaria.

Mondragone (Ce). L’estremo saluto ad un giovane testimone della carità

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Mondragone. L’estremo saluto ad un giovane eroe della carità

di Antonio Rungi

Raccontare da lontano i funerali del giovane Eduardo D’Alessandro, da tutti chiamato e conosciuto come Aldo, non è la stessa cosa che avervi partecipato, averli vissuti dal vivo. Ma nelle parole e nel cuore di chi vi è stato c’è tutta l’emozione, l’amarezza e la speranza cristiana di chi guarda la vita in altra direzione e distanza, quella dell’eternità. E’ stato un funerale speciale, per un giovane eroe che meritava tutta l’attenzione della città, dei giovani e della chiesa. La presenza del Vescovo di Sessa Aurunca, monsignor Orazio Francesco Piazza, che ha presieduto la messa esequiale e di tutti i parroci della Forania di Mondragone è stato un segno tangibile di come essere vicino alla sofferenza della famiglia di Eduardo che ha perso una persona cara, appena ventunenne, e a tutti gli amici e conoscenti. La chiesa san Giuseppe Artigiano dei Padri Passionisti di Mondragone si è trasformata, per una mattinata il centro della preghiera per un giovane mondragonese che nel servizio generoso di soccorrere gli altri ha perso la vita, guadagnando il premio più grande e duraturo che è il paradiso. “Aldo vive nel cuore di chi lo ama”. Sono queste le parole di monsignor Piazza durante l’omelia. Ed ha aggiunto: “Più grande l’amore, più forte il dolore, e le parole non bastano a lenirlo. Aldo deve farvi riflettere” “Aldo ha offerto la propria vita…., l’amore non è sconfitto. Questa esperienza così amara non può essere cancellata. C’è differenza profonda tra la morte e il morire . La morte ci porta a fare la domanda sulla vita: la vita è un incrocio di responsabilità. Aldo oggi ci conduce sulla strada della speranza”. Ad accompagnare la liturgia le noti dell’organo della Chiesa dei Passionisti, suonato da don Paolo Marotta. Clima di preghiera, di sofferenza, ma anche di gioia per la testimonianza di vita di questo giovane. Tanti gli applausi nel corso della cerimonia per sottolineare la verità assoluta per sempre, che l’amore supera la morte e donare la vita per gli altri è il gesto più grande di ogni persona umana, credente e non. Ed Aldo era un giovane credente che insieme alla sua famiglia frequentava la parrocchia dei passionisti, dove i suoi genitori hanno voluto che si svolgessero le esequie, pur abitando da poco tempo in via Venezia. E’ stato padre Bernard ad andare a benedire la salma nella casa del defunto, in Via Matilde Serao ed accompagnare il feretro per tutto il percorso. La bara è stata porta a spalla, con l’accompagnamento delle note della banda di Mondragone, note struggenti e commoventi, che ti strappano le lacrime ad ogni passo che fai. La città ha risposto alla grande al lutto cittadino e tutti i negozianti hanno abbassato le serrande al passaggio del feretro. Tanti i confetti e fiori sparsi al passaggio della bara bianca, attraversando Viale Margerita e la Domiziana. Tante le autorità civili e militari presenti al rito funebre, con il sindaco della città, Giovanni Schiappa. Tanti i manifesti di partecipazione al lutto della famiglia di Aldo e tanti gli striscioni disseminati lungo la strada e soprattutto davanti alla Chiesa per ricordare il coraggioso gesto di Eduardo. Ma il momento più intenso emotivamente è stata la celebrazione della messa, alla quale tutti i presenti hanno partecipato in silenzio con la morte nel cuore per la perdita di un giovane come Aldo. A conclusione della funzione, la bara bianca di Eduardo D’Alessandro è stata salutata con un applauso, dentro e fuori la chiesa e qui con il volo dei palloncini bianchi librati verso il cielo, nello spazio antistante la chiesa di San Giuseppe Artigiano, con la lettura di alcune lettere stilate dai suoi amici. Il tutto col sottofondo musicale della bellissima canzone di Blues dedicata da un musicista e cantante mondragonese ad Aldo ed un altro giovane morto recentemente a Mondragone. La bara è proseguita per il cimitero di Mondragone, dove verrà tumulata e ne siamo certi, la tomba di Aldo sarà una meta costante di parenti, amici e conoscenti di questo “novello e giovane samaritano” della città di Mondragone.

Mondragone (Ce). Il Liceo scientifico allestisce speciale mostra dei presepi natalizi

mostrapresepi1MONDRAGONE (CE). Il Liceo Scientifico Galilei allestisce VI Edizione della Mostra dei Presepi.

Il Liceo Scientifico Statale Galileo Galilei di Mondragone (Ce), con circa 1000 studenti, in occasione del Natale 2013 ha allestito una mostra di presepi, nella sede centrale della struttura dell’Istituto, sita in Via Pitagora. Si tratta della VI Edizione della mostra “Con i pastori… verso Betlemme” ed è un progetto di attività didattica e cultura, promossa dalla docente di Religione Cattolica, Rita Tramonti, con la collaborazione di altri docenti dell’Istituto. La mostra sarà aperta agli studenti e al pubblico nei giorni 14-15-16 dicembre. Il pubblico potrà visionare la vasta gamma di presepi realizzati dalle singole classi o da gruppi di studenti il sabato 14 dicembre 2013, dalle ore 15,30 alle 18,30, mentre domenica 15 dicembre l’accesso al pubblico è consentito dalle ore 9.00 alle ore 12.00. La mostra è una dei più qualificate della provincia di Caserta e si sta imponendo progressivamente a livello nazionale. Saranno, infatti, circa 60 i presepi in gara, che saranno valutati da un’apposita commissione di esperti in arte, in cultura, comunicazione e teologia. Tutta la manifestazione oltre ad avere avuto il beneplacito del collegio dei docenti, è stata particolarmente sostenuta ed incoraggiata dal Dirigente scolastico, professore Giorgio Bovenzi, sempre aperto ad iniziative finalizzate al coinvolgimento creativo e innovativo degli studenti. E l’arte presepiale è sicuramente quella che maggiormente può sviluppare l’originalità e la creatività. Tanto è vero oltre ad essere premiato il Presepe più bello, saranno adeguatamente presi in considerazione i presepi più originali e creativi e che, data la finalità della rassegna, si atterranno ai criteri di far rivivere il Natale e le Tradizioni natalizie anche con un semplice presepe, fatto di materiale di limitato costo o a costo zero. Gli studenti si stanno concentrando nell’elaborazione della loro mini opera presepiale sui temi portanti di questo periodo: la figura di Papa Francesco, i fatti di cronaca, la politica, le varie questioni sociali e giovanili. Il presepi infatti realizzati dagli studenti avranno di mira di lanciare ai visitatori della mostra un messaggio chiaro e preciso. Originalità, messaggio e valore artistico sono i punti cardini della realizzazione e della valutazione delle varie opere, che farà la commissione tecnica nominata allo scopo. Per far crescere l’interesse verso tale iniziativa sarà a disposizione del grande pubblico, quello virtuale, un profilo su Facebook, su cui si potrà votare direttamente il presepe più bello per gli internauti. Nel contesto, poi, dell’intera manifestazione culturale e artistica, si svolgerà un mercatino della bontà, finalizzato a reperire i fondi necessari per aiutare le persone in difficoltà in questo Natale 2013, che si preannuncia per molti un Natale austero e con grandi sacrifici e rinunce per tutti.

La consulenza teologica della manifestazione è affidata a padre Antonio Rungi, teologo morale, docente di Filosofia e scienze dell’educazione nello stesso Liceo statale di Mondragone, il quale tiene a sottolineare come “gli studenti del liceo, molto attenti alle istanze di carattere religioso hanno fatto proprio l’invito del nuovo Vescovo della Diocesi di Sessa Aurunca, monsignor Orazio Francesco Piazza, di valorizzare tutti i tempi e gli strumenti per recuperare la bellezza e la ricchezza, umana, artistica, culturale, sociale e spirituale del Natale”. A tal fine alcuni docenti e diversi studenti parteciperanno al Presepe vivente, allestito della Parrocchia di San Michele Arcangelo in Mondragone nei giorni successivi al Natale 2013.

MONDRAGONE (CE). DOMENICA L’USCITA DEGLI DEL SEMINARIO DI STUDI SULL’ANNO DELLA FEDE

A conclusione dell’Anno della fede e dei 150 anni di nascita delle Suore di Gesù Redentore, domenica 24 novembre varranno pubblicati gli Atti del Seminario di Studi sull’Anno della fede e la Serva di Dio Madre Victorine Le Dieu, fondatrice delle Suore di Gesù Redentore, che in Mondragone hanno una storica presenza nell’Istituto Stella Maris, per lunghi anni convitto, scuola, casa famiglia, colonia estiva ed ora Casa di Ospitalità per persone e gruppi. L’opuscolo, interamente a colori, è stato curato da padre Antonio Rungi, assistente spirituale delle Suore della Stella Maris e moderatore del Seminario di Sudi, al quale il 16 maggio 2013 parteciparono autorevoli personaggi della cultura cristiana contemporanea. L’Arcivescovo di Potenza, sua eccellenza mons. Agostino Superbo, già Vescovo di Sessa Aurunca e già Vice-presidente della Cei, monsignor Antonio Napoletano, vescovo emerito di Sessa Aurunca, il prof. Giuseppe Comparelli, passionista, storico ed esperto di Risorgimento italiano, padre Berardo Buonanno, francescano, e studiosi della realtà ecclesiale locale, il vicario episcopale per la vita consacrata della Diocesi di Sessa Aurunca, don Paolo Marotta e il Vicario foraneo di Mondragone, don Roberto Guttoriello.

Nella presentazione dell’interessante contributo storico e culturale, edito dalle Suore di Gesù Redentore della Stella Maris, il curatore della pubblicazione, padre Antonio Rungi, scrive testulamente:  “In questo opuscolo, concepito per offrire un servizio sia a quanti hanno partecipato al Seminario di Studi su “L’Anno della fede e la Serva di Dio Madre Victorine LE Dieu”, fondatrice della Congregazione “Suore di Gesù Redentore”, sia a quanti non ne hanno avuto la possibilità, abbiamo inteso raccogliere tutto quanto è stato fatto in preparazione e durante lo svolgimento del Seminario di Studi: le conferenze, le testimonianze, i saluti, i ringraziamenti, l’omelia e quanto altro di utile per avere il quadro completo di questo importante avvenimento per le Suore di Gesù Redentore della Stella Maris di Mondragone, per la città di Mondragone e per la Diocesi di Sessa Aurunca. Era la prima volta che le Suore della Stella Maris avevano organizzato un simile impegnativo incontro culturale. E l’occasione è stata il 150 anniversario del riconoscimento dell’Opera da parte di Pio IX il 15 gennaio 1863 e contestualmente la celebrazione dell’Anno della fede, indetto da Papa Benedetto XVI ed aperto ufficialmente il 12 ottobre del 2012 e continuato dal suo successore, Papa Francesco, dopo le dimissioni di Papa Ratzinger, e portato al termine, chiudendo ufficialmente quest’anno di grazia con la solennità di Gesù Cristo Re dell’Universo il 24 novembre 2013. Nel ringraziare quanti hanno reso possibile questo Seminario di Studi, apprezzato da tutti sia nei contenuti che nella modalità dello svolgimento, consegniamo questo lavoro di sintesi nelle mani di coloro che sentono più che mai urgente e necessaria la riscoperta della fede, prendendo a modello i santi e focalizzando la propria riflessione sulla figura esemplare della Serva di Dio Victorine Le Dieu”.

L’opuscolo verrà distribuito a quanti, domenica prossima, 24 novembre, solennità del Cristo Re dell’Universo e chiusura dell’Anno della fede, parteciperanno alla messa festiva, che sarà presieduta dal vicario foraneo di Mondragone, don Roberto Guttoriello, che è stato uno dei relatori sulla vita sociale e religiosa a Mondragone durante la giornata di Seminario svolta alla Stella Maris il 16 maggio 2013. Coloro che sono interessati a ricevere copia dell’interessante lavoro, possono fare richiesta diretta alle Suore della Stella Maris.

 

Mondragone (Ce). Le Suore della Stella Maris ricordano la loro fondatrice

vivtorine1.jpgIl 26 ottobre del 1884, la serva di Dio Madre Victorine Le Dieu, Fondatrice delle Suore di Gesù Redentore (Ex-Patrocinio San Giuseppe) terminava a Roma la sua missione terrena ed iniziava, in cielo, la sua adorazione perenne della SS.Trinità, come aveva fatto nel corso della sua esistenza tra la Francia, sua nazione d’origine e l’Italia, sua nazione di approdo e di concretizzazione della sua opera a favore dei bambini orfani ed abbandonati. A distanza di 129 anni della sua morte e in coincidenza dei 150 anni di approvazione dell’opera di Madre Victorine Le Dieu, da parte di Pio IX il 15 gennaio del 1863, le sue figlie spirituali della comunità religiosa della Stella Maris ricordano la loro Fondatrice con un triduo di preghiera, e di riflessione, dal 24 al 26 ottobre, nella parrocchia San Giuseppe Artigiano dei Padri Passionisti di Mondragone, e con una speciale giornata di ritiro spirituale, aperto a tutti, mercoledì 30 ottobre 2013. Questa sera si è tenuto il primo giorno con una buona partecipazione dei fedeli e dei devoti della serva di Dio. Il triduo sarà incentrato sulla fede, sulla speranza  e la carità di Madre Victorine Le Dieu ed il ritiro spirituale,  sarà un momento di ringraziamento a Dio per l’Anno della fede, nel nome di Victorine Le Dieu. La speciale ricorrenza ha suggerita alla comunità delle Suore della Stella Maris, composta da 5 religiose, di focalizzare la loro attenzione sul carisma della Fondatrice che è l’Adorazione eucaristica, la riparazione dei peccati dell’umanità e la riconciliazione come pace tra Dio e l’uomo e tra gli uomini tra loro nel segno di quella pace e fraternità universale che Victorine Le Dieu ebbe a cuore nella Francia post-rivoluzionaria del XIX secolo, durante il quale visse. Era, infatti, nata in Francia il 22 maggio del 1809 ad Avrances e dal giorno della sua nascita fu un progressivo cammino di santità alla luce dell’eucaristia del mistero del Cristo Redentore.Il triduo di preghiera sarà incentrato sull’adorazione eucaristica, che si svolgerà durante i tre giorni nella casa di spiritualità delle Suore della Stella Maris e sulla celebrazione della messa alle ore 18,30 nella parrocchia dei Passionisti. Celebrazione che sarà preceduta dalla preghiera del Rosario meditato e dalla catechesi sulla vocazione alla vita cristiana e religiosa della Serva di Dio. Di particolare interesse, invece, riceve la giornata di spiritualità del 30 ottobre con inizio alle ore 9.00 del mattino e chiusura alle ore 18.00 e che sarà guidata dal missionario passionista, padre Antonio Rungi, che nelle due meditazioni previste per la giornata, con le catechesi e l’omelia presenterà il volto più bello ed innovativo del carisma di Victorine Le Dieu, alla luce dell’insegnamento e del magistero di Papa Francesco sulla vita consacrata, sulla fede e sulle opere di carità. Come dire una quattro giorni di intensa spiritualità tra la Stella Maris e il Convento dei Passionisti, durante i quali i fedeli sarà invitati a prendere esempio da Victorine Le Dieu per tradurre il dono meraviglioso della fede in vera e concreta azione di amore verso gli ultimi ed abbandonati del territorio. In una terra dove il problema dei tumori, delle malattie consequenziali all’inquinamento atmosferico, dove la presenza degli extra-comunitari si fa sentire in modo evidente, anche le Suore della Stella Maris, nel nome della Serva di Dio Victorine Le Dieu pongono al centro della loro missione, la difesa della vita e la cultura della vita, attingendo il coraggio della loro missione dalla fonte della carità che è Gesù Sacramentato.

FRATTAMAGGIORE. PRIMO INCONTRO DI FORMAZIONE PER LE SUORE ANCELLE DEL SACRO CUORE

ANCELLE DEL SACRO CUORE DI CATERINA VOLPICELLI

FRATTAMAGGIORE – NAPOLI

PRIMO INCONTRO DI FORMAZIONE – 24 OTTOBRE 2013

GUIDA SPIRITUALE: P.ANTONIO RUNGI – PASSIONISTA

 

<<La chiamata di Dio: dall’evento parola all’esperienza>>

 

1.PREMESSA

 

In questo anno pastorale 2013-2014 avremo come tema unificante dei nostri incontri, secondo quanto deciso dal Consiglio generale della Congregazione delle Suore Ancelle del Sacro Cuore di Caterina Volpicelli e fino al prossimo capitolo generale il seguente tema: “La chiamata di Dio: dall’evento parola all’esperienza”. Comprendiamo subito che è tutta la famiglia di Caterina Volpicelli a mettersi in cammino per preparare e vivere l’evento capitolare tra tre anni, come momento di grazia e di rinnovamento personale. E a rinnovarsi non sono chiamate solo le Ancelle, ma anche le Piccole Ancelle e le Aggregate, che a vario titolo giuridico, canonico, spirituale fanno parte dell’unica famiglia della Santa che amore di intenso trasporto il Cuore di Cristo e ne fece la sua missione in terra napoletana, in un periodo di grandi sconvolgimenti sociali. Ognuno è chiamato a vivere la propria vocazione ed il carisma di appartenenza seguendo quello che sono le regole di vita per la diversità delle chiamate che il Signore ha rivolto a voi facendovi conoscere ed apprezzare, professare e promettere di vivere la devozione al Sacro Cuore di Gesù secondo l’esempio di Santa Caterina Volpicelli. Per comprendere questa speciale chiamata, che la maggior parte di voi, vive e testimonia stando nel mondo e nella famiglia, è necessario partire proprio dal significato della chiamata che il Signore ha rivolto a voi, come a me, e alla quale abbiamo e stiamo dando la nostra umile risposta, non senza difficoltà, problemi ed ostacoli che, con la grazia di Dio e la nostra personale volontà, dobbiamo superare per vivere meglio questo dono e questa grazia ricevuta.

 

2.CHE SIGNIFICA “VOCAZIONE”?

 

Il termine vocazione (dal latino vocatio) significa chiamata e, nell’ambito del lessico religioso, fa riferimento alla chiamata da parte di Dio alla vita religiosa o ad una particolare missione a servizio della Chiesa o del prossimo. Per voi, carissime sorelle della famiglia di Caterina Voplicelli, significa vivere il carisma come “Ancelle”, che vivono insieme in comunità e in fraternità legittimamente costituite; in “Piccole Ancelle” che hanno promesso di vivere i voti e i consigli evangelici stando nel mondo e in famiglia. “Aggregate” che hanno deciso di fare esperienza di vita consacrate al Cuore di Cristo vivendo da donne sposate o nubili. Capire e valorizzare la propria chiamata è il primo passo per essere in sintonia con quanto abbiamo liberamente deciso di fare per la maggior gloria di Dio, per la nostra santificazione personale e per essere strumenti per la santificazione degli altri.

Partendo dalla terminologia possiamo affrontare meglio questo percorso di formazione sulla vocazione, come adesione alla Parola di Dio e come impegno di vita, cioè esperienza da vivere e condividere.

2.1. Nel linguaggio dei latini.

 

Per i latini, la vocatio assumeva significati differenti in rapporto al contesto sociale in cui tale vocabolo veniva usato: essa poteva significare una citazione in giudizio (da qui, il termine ad-vocatio, vale a dire la consultazione legale centrata sulla figura professionale dell’ad-vocatus, il cui termine greco corrispondente è paràcletos, o paraclito), un invito a pranzo (suggestivo il riferimento alla chiamata, rivolta da Dio a tutti gli uomini, a partecipare al banchetto celeste della fine dei tempi), una convocazione  (o  con-vocatio, ossia la chiamata in riunione di un gruppo di persone per trattare un argomento di interesse comune), un’invocazione o appello (in-vocatio) ad agire per il bene comune (come la chiamata alle armi per difendere la patria minacciata da pericoli esterni od interni).

Nella lingua italiana, la vocazione o chiamata è arricchita da sinonimi, che, di volta in volta, chiariscono ulteriormente il significato di questo vocabolo: inclinazione, attitudine, disposizione, tendenza, predisposizione, propensione, passione, capacità, dote. Nessuno di questi sinonimi, però, chiarisce del tutto il significato profondo della vocazione nella sua accezione religiosa e biblica, laddove la chiamata è frutto di una libera iniziativa di Dio e di una libera accettazione da parte dell’uomo, chiamato per l’appunto da Dio a svolgere una missione a favore degli uomini.

 

2.2. Nell’Antico Testamento

 

La radice ebraica qr’ compare circa 760 volte nell’Antico Testamento ed ha il significato di “richiamare l’attenzione di una persona con il suono della voce, per entrare in contatto con lei”. Da ciò si comprende come la chiamata possa essere ambivalente: solitamente è Dio che “chiama” l’uomo per comunicargli la sua volontà suprema e per affidargli un importante incarico, ma può essere anche l’uomo a cercare di “farsi sentire” da Dio, alzando per bene la voce, per esporgli le proprie difficoltà ed angosce ed essere esaudito. A questo proposito, appare evidente il contrasto tra la mentalità dei pagani, che cercavano di farsi ascoltare dalle loro divinità con grida, lamenti e riti chiassosi e sanguinari e la profonda spiritualità del pio israelita, consapevole che Dio non ha bisogno di tanto chiasso per accorgersi delle esigenze spirituali dei suoi fedeli. È molto indicativo l’episodio del profeta Elia, che sfida in un curioso duello i numerosi sacerdoti di Baal invitandoli a farsi ascoltare dal loro falso dio gridando sempre più forte e ferendosi a più non posso con lance e spade, perché forse è distratto o si è addormentato, mentre a lui basta una muta preghiera per essere esaudito da YHWH, l’unico vero Dio adorato dal popolo ebraico (1Re 18,20-40). Nel Nuovo Testamento, invece, appare accentuata l’iniziativa di Dio, cui corrisponde la libera risposta dell’uomo, mediante l’impiego del termine kaléin (“chiamare”), con i suoi derivati klésis e klétos (“chiamata”),  epikaléin (“nominare, chiamare”) e proskaléomai (“chiamare vicino a sé”), che ricorrono per circa 230 volte.

 

2.3. Le varie accezioni del “verbo chiamare”

Nell’Antico Testamento, si possono distinguere le seguenti importanti sfumature semantiche nel verbo qr’.

 

2.3.1.Gridare, ossia comunicare con il suono della voce (cf. Dt 20,10; 1Sam 17,8; 2Re 18,28); può trattarsi di un grido (Gen 41,43; Lv 13,45; Gdc 7,20), di un annuncio (Est 6,9.11), di una dichiarazione festosa (Sal 89,27) o di una proclamazione (Es 32,5; Lv 23,21; 1Re 21,9-12; Is 1,13).

 

2.3.2.Annunciare, termine tecnico della proclamazione profetica (1Re 13,32; Is 40,2.6; Ger 2,2; Gn 1,2); è espressivo il passo di Zc 7,7 in cui Dio stesso rivela di essere il soggetto che parla “per mezzo dei profeti del passato”. A questo significato fanno riferimento i passi biblici nei quali si parla dell’importanza del nome di YHWH nell’annuncio (Es 33,19: “proclamare il nome di YHWH”; cf. anche Dt 32,3; Sal 105,1; Is 12,4).

 

2.3.3.Chiamare a sé, spesso in casi in cui il contatto avviene dopo aver percorso una certa distanza (Gen 12,18; 20,8; Es 9,27). Quando si tratta di un pasto, allora il termine acquista il significato di invitare (1Sam 16,3). Nel contesto giuridico, la parola significa convocare qualcuno davanti al tribunale (1Sam 22,11; Is 44,7; 59,4) e, nel contesto militare, chiamare alle armi (Gdc 8,1; Ger 4).

 

2.3.4.Chiamare, con YHWH come soggetto (2Re 3,10.13; Is 3,3; 41,9; Os 11,1). In tale situazione è utilizzata l’espressione “chiamare per nome”, che dimostra come YHWH, colui che chiama, entri in un intenso rapporto con colui che è stato chiamato (Es 31,2; Is 43,1). Questa chiamata include un servizio che si assume nei confronti di Dio.

 

2.3.5.Dare un nome a qualcuno, usato assieme a šem; si tratta del termine tecnico che indica l’imposizione del nome (Gen 1,5; 2,20; Rt 4,17; Is 66,15; Gen 3,20; 4,25 s). L’espressione “il nome di qualcuno viene invocato sopra qualcosa” ha un significato giuridico: in caso di cambiamento di proprietà, il nome del nuovo proprietario viene indicato ufficialmente, quasi a sigillo dell’atto d’acquisto o di conquista (2Sam 12,28; Is 4,1). Quando tale espressione è riferita al nome di YHWH, essa indica il dominio di Dio, ad esempio su Israele (Dt 28,10; Is 63,19), sul Tempio (1Re 8,43; Ger 7,10 s) e sui popoli (Am 9,12).

 

2.3.6.Invocare, con YHWH come complemento oggetto dell’invocazione (89 volte nell’Antico Testamento, di cui 47 nei salmi; cf. Sal 17,6; 18,47 ecc.), spesso anche nell’espressione “invocare il nome del Signore” (Gen 4,26; 12,8; 1Re 18,24; Is 64,6), il cui significato varia con il contesto: lodare, ringraziare, protestare, gridare, chiedere aiuto, pregare sono le sfumature semantiche più ricorrenti del verbo “invocare”.

 

2.4. NEL NUOVO TESTAMENTO

Nel Nuovo Testamento s’incontrano varianti semantiche simili a quelle dell’Antico Testamento. Il verbo greco kaléin (chiamare) assume, di volta in volta, vari significati secondo il contesto in cui tale verbo è utilizzato dall’autore sacro.

 

2.4.1.Chiamare qualcuno, nel senso di chiamare “a sé”, o invitare (Mt 2,7; Mc 3,31; Lc 14,7-11; 1Cor 10,27). Nei Vangeli è Gesù che chiama “a sé” i suoi discepoli (Mt 10,1; 15,32;18,32; 20,25; Mc 15,44; Lc 7,18)

 

2.4.2.Conferire un nome (Lc 6,15; At 10,1; 15,37). La posizione ed il ruolo, che una persona assume ai fini della storia della salvezza, dipendono dal nome con cui essa viene designata (Lc 1,13 ss; Mt 1,21; Lc 1,32.35; Mt 22,41.46; 5,9; Eb 2,11; 1Gv 3,1).

 

2.4.3.Designare, è il significato che emerge nei passi in cui Gesù è colui che chiama, mentre i discepoli sono i destinatari della chiamata (Mt 10,5 ss; Mc 1,16-20; 6,7-13; Lc 9,1-6; 10,1-17). La chiamata di Gesù è caratterizzata dal suo potere, che coinvolge i destinatari, dal rigorismo che richiede una dedizione incondizionata e dal fatto di rivolgersi a singole persone, che sono assunte al suo servizio. Per quanto riguarda il senso e lo scopo della chiamata, occorre tenere presente che chiamata e missione, sequela ed invio sono costantemente collegati tra loro.

 

2.4.5.Nominare (epikaléin) è il significato sotteso all’assegnazione di un nome proprio (Mt 10,25) o di un soprannome (Mt 10,3; At 4,36; 12,25). In altri passi, compare il significato giuridico di “appellatio” (At 25,11.12.21.25), o dell’invocare Dio come testimone (2Cor 1,23). Infine, il termine è utilizzato spesso per l’invocazione di Dio e del suo nome nella confessione, che avviene nella comunità (At 7,59; Rm 10,12 ss). L’applicazione di quest’invocazione a Gesù (At 22,16; 1Cor 1,2) indica che Egli è il Figlio di Dio, il Messia.

 

2.4.6.Chiamare nel senso della “chiamata sovrana di Dio”, significato ricorrente in Paolo. In quest’autore, “chiamata” e “vocazione” sono concetti fondamentali per descrivere in che cosa consistano l’esistenza e la salvezza del cristiano. Paolo stesso fu chiamato dalla grazia di Dio e, contemporaneamente, gli fu affidato l’incarico di annunciare il vangelo (Gal 1,15 s; Rm 1,1). Non è, però, solo l’apostolo ad essere chiamato, ma tutti coloro che credono in Cristo (Rm 1,6 s; 9,24; 1Cor 1,2.24). La chiamata di Dio è parola creatrice (Rm 4,17) ed è l’unica fonte dell’esistenza della comunità, costituita dai “santi chiamati”; essi formano un unico corpo, chiamato alla pace di Cristo che regna su di loro (Col 3,15; Ef 4,4). Paolo (Rm

8,28-30) sottolinea il fatto che la chiamata degli eletti è il fondamento del decreto divino di salvezza: vivere nella chiamata di Dio, significa essere giusti e partecipare alla gloria di Cristo (1Cor 1,9; 1Ts 2,12; 5,24). La chiamata al regno di Dio (1Ts 2,12) racchiude in sé, per i credenti, una nuova vita nella libertà (Gal 5,13) e nella santificazione (Ef 4,1; 1Ts 4,7; 2Ts 1,11); per tale prova, viene promesso “il premio della vocazione” (Fil 3,14; Ef 1,18; 1Tm 6,12). Il credente può lasciare gli ordinamenti di questo mondo così come sono, poiché la condizione in cui egli si trovava al momento della vocazione non ha più gran valore (1Cor 7,20-22). Similmente, Pietro dichiara che coloro che sono stati chiamati da Dio in Cristo (1Pt 1,15; 5,10) e che sono stati salvati dalle tenebre, devono annunciare le opere di Dio (1Pt 2,9), seguendo Cristo nella sofferenza alla quale sono anch’essi chiamati (1Pt 2,21), per

ereditare infine la benedizione (1Pt 3,9; cf. anche Eb 3,1; 9,15; Ap 17,14; 19,9). Allo spettro semantico del verbo greco kaléin appartengono i termini importanti di eklégomai (“eleggere”) e di ekklesìa (comunità).

 

3.Spunti di riflessione

Il rapporto tra Dio e l’uomo, per quanto concerne la vocazione/chiamata, è asimmetrico, perché c’è un’infinita sproporzione tra l’infinito amore di Dio per la sua creatura e la pur libera iniziativa dell’essere umano, che si rivolge al suo Creatore per invocarlo o per rispondere alla sua chiamata. Solitamente l’uomo si rivolge al suo Signore e Dio per ottenerne l’aiuto, l’attenzione, il sostegno nella prova, la compassione, il perdono e la benevolenza ma Dio dona sempre la sua grazia ai suoi

figli e con sapiente provvidenza li guida alla salvezza, anche se vuole essere al centro del pensiero dell’uomo e vuole essere “pregato e supplicato”.

L’uomo non è mai dispensato dalla supplica, rivolta al suo Creatore e Signore, proprio perché è “creatura”. Quando Dio “chiama” l’uomo, non si comporta mai allo stesso modo, ma la sua chiamata è sempre originale, unica, personale e personalizzata.

– Dio chiamò Abramo facendo sentire la propria voce nell’intimo della coscienza del patriarca, mentre questi era in tutt’altre faccende nella chiassosa città di Ur, un crocevia commerciale molto attivo della bassa Mesopotamia (l’attuale Iraq); la “Voce” era perentoria e non ammetteva repliche né ripensamenti: “Vattene dal tuo paese e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io t’indicherò” (Gen12,1). Abramo restò affascinato dalla Voce che gli rimbombava nel cuore e nella mente ed abbandonò la sicurezza della sua posizione economica e sociale, affrontando i rischi di una promessa di proporzioni così smisurate da sembrare irreale: “Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione… in te saranno benedette tutte le famiglie della terra” (Gen 12,2-3). Abramo non se lo fece ripetere due volte. 

– Chiamò Mosè, mentre stava pascolando il gregge di suo suocero Ietro. Dio gli “parlò” da un roveto ardente, prospettandogli una grandiosa impresa: liberare niente meno che un popolo intero dalla schiavitù in Egitto, uno dei regni più potenti del tempo e non c’è da meravigliarsi che Mosè si fosse spaventato a morte davanti a quella missione “impossibile”: ma, come aveva già fatto il suo antenato Abramo, egli obbedì, diventando il legislatore d’Israele (Es 3,1-21).

Il piccolo Samuele avvertì di notte una “Voce” che lo invitava a mettersi a disposizione del Signore Dio d’Israele per cambiare radicalmente la situazione religiosa e politica del suo popolo (1Sam 3,1- 21) ed egli divenne uno dei più grandi profeti e uomini del Signore dell’intera storia del popolo eletto.

– Elia ricevette dal Signore l’invito di ritornare sui suoi passi (1Re 19,3-18) mentre era in fuga dal re Acab e dalla perfida regina Gezabele, che lo volevano morto, perché il suo compito era quello di essere il paladino di Dio contro le ingiustizie perpetrate dalla casa regnante del Regno del Nord, Samaria. Il profeta s’aspettava un incontro maestoso e terrificante col Signore (il vento impetuoso, il terremoto, il fuoco), ma la “Voce” del Signore si fece sentire nel mormorio di un vento leggero (1Re 19,12), un impalpabile soffio appena percettibile più dagli orecchi del cuore che da quelli che ornano la testa. Il Signore Dio sa fare un gran rumore anche nel silenzio più assoluto, se l’uomo accetta di ascoltarlo, come insegna la storia di tanti santi del nostro tempo e di quello passato.

-Saulo di Tarso, invece, mentre si recava in quel di Damasco per perseguitare ed imprigionare, torturare e, forse, uccidere gli odiati cristiani, fu travolto da una luce impetuosa e sbalzato di brutto da cavallo, mentre una “Voce” potente rimproverava il focoso fariseo, religiosissimo ed integerrimo osservante della Legge ebraica: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?” (At 9,1-4). La vocazione di altri grandi uomini è stata meno drammatica e clamorosa di quella di Paolo di Tarso.

-S. Antonio abate, fondatore del monachesimo occidentale, fu colpito da una pagina del Vangelo mentre stava casualmente partecipando ad una celebrazione eucaristica. Il celebrante stava proclamando l’invito rivolto da Gesù ai suoi discepoli di vendere tutti i loro averi, darli ai poveri e seguirlo alla conquista di beni superiori. Detto, fatto.

-S. Ambrogio era il rappresentante legale dell’imperatore nell’Italia settentrionale ed era solo un catecumeno quando, intervenuto nella cattedrale del capoluogo per prevenire possibili disordini tra cattolici ed ariani, la voce di un bambino lo proclamò vescovo di Milano, cambiandogli la vita in modo radicale dall’oggi al domani.

– Per attirare a sé s. Agostino, uomo dall’intelligenza inquieta ed attratto più dai vizi che da una vita virtuosa, Dio si servì delle lacrime e delle silenziose preghiere di s. Monica, la madre del futuro vescovo e grande Padre della Chiesa.

-S. Francesco d’Assisi cominciò il suo cammino di conversione nelle buie ed umide prigioni di Perugia, dopo una sfortunata spedizione militare. Il crollo del suo sogno di diventare un cavaliere ammirato e ricco di gloria segnò l’inizio di una vita spesa nel totale dono di sé al Signore della storia e del mondo al punto che, chi lo incontrava, aveva l’inquietante impressione di essersi imbattuto in Cristo stesso.

-S. Ignazio di Loyola, un combattente nato, mentre era convalescente per i postumi di una ferita da guerra, sentì montare dentro di sé il desiderio di mettersi al servizio del grande Re del cielo leggendo un libro di biografie dei santi, capitatogli in mano per puro caso (o per provvidenza divina?), avendo ormai esaurito la scorta dei libri d’avventura di cui era avido lettore.

San Paolo della Croce, fondatore dei Passionisti, avvertì questa chiamata ascoltando un giorno una predica del suo parroco e decise di rinunciare ad ogni uso personale dei beni, ispirando la sua vita a Gesù Crocifisso.

– Santa Caterina Volpicelli   sentì questa speciale vocazione a consacrarsi totalmente al Signore e a percorrere più alacremente la via della santità, guidata da sapienti e santi Direttori spirituali.

Si potrebbe continuare all’infinito, su questa falsariga, per raccontare la storia della vocazione alla santità di tanti uomini e donne che, nel corso della storia antica o recente, hanno saputo ascoltare la “voce” talvolta carezzevole, talvolta imperiosa ma sempre amorevole di Dio, che chiama i suoi figli al proprio servizio, allo scopo di far giungere a tutti gli uomini il suo annuncio di salvezza. Dio chiama sempre, non smette mai di parlare al cuore ed alla mente degli uomini, ma non sempre trova menti e cuori disposti ad ascoltarlo ed a donargli il proprio unico ed irrepetibile “sì”.

Passionisti. 38 anni di sacerdozio di padre Antonio Rungi, missionario passionista

150120132141.jpgantonio1.jpgPadre Antonio Rungi, passionista, domenica 6 ottobre 2013 celebra il 38° anniversario della sua ordinazione sacerdotale, avvenuta a Napoli il 6 ottobre 1975 per la preghiera e l’imposizione delle mani di mons.Antonio Zama, nella Chiesa dei padri passionisti di Napoli, dedicata a Santa Maria ai Monti, ai Ponti Rossi. Una tappa importantissima per noto religioso passionista della Provincia dell’Addolorata, che ha guidato come superiore provinciale nel quadriennio 2003-2007. Padre Antonio Rungi, padre Antonio dell’Addolorata, religioso e sacerdote passionista  è nato ad Airola (BN) 62 anni fa. Entra tra i Passionisti, all’età di 13 anni, nella Scuola Apostolica di Calvi Risorta (CE) il 4 ottobre 1964. A settembre del 1966, dopo il ginnasio, fa il suo ingresso nel Noviziato passionista di Falvaterra (FR), dove svolge il suo anno di prova, prima della professione religiosa, emessa il 1 ottobre del 1967 nel Ritiro di San Sosio Martire in Falvaterra (Fr). Completati gli studi filosofici a Ceccano (Fr) nel Ritiro della Badia, viene trasferito a Napoli per seguire gli studi di Teologia, presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale Sez. San Tommaso d’Aquino-Capodimonte.

Il 21 novembre del 1974 emette la professione perpetua. Ultimato il quinquennio teologico consegue il Baccellierato in Teologia nel 1975. Il 23 luglio 1975 è ordinato Diacono nella Chiesa S. Maria ai Monti dei Padri Passionisti di Napoli. Il 6 ottobre 1975 nella medesima Chiesa dei Passionisti di Napoli viene ordinato sacerdote dall’allora vescovo ausiliare di Napoli, mons. Antonio Zama, poi diventato arcivescovo di Sorrento-Castellammare.

Negli anni accademici dal 19775/76 al 1977/78 prosegue gli studi per la Licenza specializzata in Teologia, che consegue, nel 1979, presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale con una tesi in Teologia pastorale, indirizzo etico, sul “Verbum Crucis e rinnovamento pastorale” (relatore: prof. Settimio Cipriani, biblista).

I primi anni del suo ministero sacerdotale li svolge nella città di Napoli e nella vicina città di Casoria, come collaboratore del parroco di San Paolo Apostolo. Promuove una serie di iniziative culturali, ricreative e religiose e svolge un’intensa azione pastorale nelle famiglie, tra i giovani, con gli anziani e nella scuola. Memorabile è la sacra rappresentazione della Passione di Gesù nella settimana santa del 1977 nella Piazza di Casoria con circa 200 attori e 10.000 spettatori.

Nel settembre del 1978 è trasferito alla comunità passionista di Mondragone, con l’incarico di collaboratore del parroco. Inizia, così, la lunga ed ininterrotta presenza di Padre Antonio Rungi nella comunità di Mondragone, che durerà fino al 2003, quando fu eletto dal capitolo provinciale, tenuto a Formia (Lt), superiore provinciale della provincia religiosa dell’Addolorata (Basso Lazio e Campania). Mandato ultimato nell’aprile 2007. In questo periodo è stato assistente spirituale del Monastero delle Monache Passioniste di Napoli e Vice-presidente della Cism Campania.

Padre Rungi nel 1982 consegue anche la Laurea in Filosofia all’Università di Napoli, con una tesi in Filosofia della Storia, e, nel 1986, la Laurea in Lettere classiche presso l’Università di Cassino (FR), con una tesi in Storia della Scuola.

Docente di ruolo nelle scuole statali di varie discipline (Lettere, Filosofia, Pedagogia, Psicologia, Scienze umane e sociali), ha insegnato ininterrottamente dal 1978 a tutt’oggi 2013.

Impegno didattico anche nel campo religioso, con l’insegnamento della Teologia Morale  ed altre discipline teologiche ed umanistiche negli Istituti di Scienze religiose di Sessa Aurunca e Teano e nel Magistero di Capua.

Dal 1973 a tutt’oggi ha collaborato, in qualità di giornalista pubblicista, con diverse riviste e giornali, quali l’Osservatore Romano e Avvenire. Dal 1990 al 2011 è stato direttore responsabile della rivista Presenza Missionaria Passionista.

Tra i passionisti ha ricoperto alcuni uffici: vicario, direttore,, membro delle commissioni provinciali apostolato, delegato al Capitolo provinciale, delegato della Cipi, Superiore provinciale. 

Nella diocesi di Sessa Aurunca è stato chiamato a vari uffici e mansioni: membro del consiglio presbiterale, del consiglio pastorale diocesano, vice-segretario del Sinodo Diocesano, presidente della commissione comunicazioni sociali, direttore dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, incaricato diocesano della pastorale del tempo libero, turismo, sport e spettacolo.

Autore di oltre 13.000 articoli di prevalente contenuto religioso, molti sulla vita consacrata, pubblicati su giornali, riviste, siti e blog internet è autore anche di alcuni opuscoli (Chiesa locale e mass-media; Il Servo di Dio Padre Giuseppe Pesci, il Nuovo Rosario Meditato, la Via Crucis, ecc,), Il Rosario di Padre Pio da Pietrecina..

La sua maggiore attività l’ha svolta nel campo missionario: panegirici, tridui, settenari, novenari, collaborazione alle missioni popolari, conferenze, esercizi spirituali al popolo, ritiri spirituali alle Suore, settimane sante, prediche di circostanze, esercizi spirituali ai religiosi e alle religiose, Ritiri mensili al clero diocesano. Assistente spirituale e confessore ordinario e straordinario di vari istituti religiosi femminili. Negli anni 1978-2011 è stato cappellano delle Suore Stimmatine e di Gesù Redentore di Mondragone. Ha predicato gli esercizi spirituali a vari istituti religiosi, ha tenuto il ritiro mensile a tutte le religiose della Diocesi di Sessa Aurunca e dall’arcidiocesi di Gaeta. Continua questo suo specifico ministero nell’attuale comunità di residenza del Santuario della Civita in Itri (Lt).

Nel 2006 è’ stato eletto Vice-presidente della Cism-Campania.

Oggi continua la sua missione nella Chiesa e nella Congregazione dei Passionisti offrendo il suo pieno servizio per la diffusione della Parola della Croce e del Vangelo della Passione, sull’esempio del fondatore dei Passionisti, San Paolo della Croce, con la predicazione itinerante, l’amministrazione del sacramento della riconciliazione, con la direzione spirituale e la predicazione di corsi di esercizi spirituali alle Suore di vari istituti femminili.

Attualmente è confessore ordinario di vari istituti religiosi femminili della Campania e del Lazio. Predica ritiri spirituali mensili o periodici a vari istituti religiosi. Cura la formazione di Suore, di Laici e soprattutto dei giovani con l’insegnamento nella scuola statale.

Un sincero augurio da parte della comunità web a padre Antonio Rungi, anche per il suo impegno nella comunicazione sociale.