Meditazioni

LA VIA CRUCIS DI PADRE ANTONIO RUNGI PER DEBELLARE L’EPIDEMIA DA CORONAVIRUS

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VIA CRUCIS PER CONTRASTARE L’EPIDEMIA DA CORONAVIRUS 

TESTI – PREGHIERE DI INTERCESSIONE E INVOCAZIONE

DI PADRE ANTONIO RUNGI – PASSIONISTA

INTRODUZIONE

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Galati (Gal 6,14)

<<Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo>>.

La Via della croce, è una via difficile da percorrere. Una via che richiede il coraggio di salire con Cristo al Calvario, accettando, con fede, tutto quello che tale cammino ci chiede di fare.  Con questa pia pratica dei venerdì di tutto l’anno e specialmente di quello del tempo di Quaresima, noi cristiani intendiamo metterci alla sequela di Cristo crocifisso che ci ha invitato, se lo vogliamo seguire, a prendere la croce ogni giorno e mettersi sulla strada che Egli ha percorso dal Pretorio di Pilato fino al Calvario e alla deposizione del suo corpo nel sepolcro di Giuseppe di Arimatea.

Preghiamo: Signore insegnaci a seguirti sulla via della Croce per essere tuoi veri discepoli, senza porre ostacoli di nessun genere al cammino che ci porta a vivere totalmente in Te. Aiutaci in questo difficile momento che stiamo attraversando con la nuova epidemia mondiale causata dal coronavirus. Soccorici e guariscici. Amen 

PRIMA STAZIONE

GESU’ E’ CONDANNATO A MORTE

Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 10-15)

<<[Pilato] sapeva che i sommi sacerdoti gli avevano consegnato [Gesù] per invidia. Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perché egli rilasciasse loro piuttosto Barabba. Pilato replicò: “Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?”.  Ed essi di nuovo gridarono: “Crocifiggilo!”. Ma Pilato diceva loro: “Che male ha fatto?”. Allora essi gridarono più forte: “Crocifiggilo!”. E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso>>.

L’unico vero innocente di tutta la storia dell’umanità, per un assurdo gioco di potere, di odio e di avversità, viene condannato ingiustamente alla morte più terribile ed ignominiosa di tutti i tempi. Quell’innocente è il Figlio di Dio, venuto sulla terra, per portare la gioia, l’amore e la giustizia, fondata sulla verità e sulla universale capacità umana di superare ogni steccato ed ogni limite della propria mente e della propria visione dell’esistenza.

  1. Ripetiamo insieme
  2. Signore aiutaci a proteggere la vita

-Quando non abbiamo i mezzi necessari per fronteggiare un’epidemia globale . R.

-Quando muoiono gli anziani colpiti da questo terribile male. R.

-Quando ci chiudiamo in noi stessi e non aiutiamo chi sta in difficoltà. R.

-Quando non si assistono i malati, i moribondi e gli anziani della nuova epidemia virale. R.

-Quando siamo indifferenti verso i nostri fratelli toccati da questa emergenza sanitaria. R.

-Quando offendiamo e banalizziamo la sofferenza degli altri. R.

Preghiamo: Signore, Tu l’innocente, noi i rei e i peccatori. Tu in croce e noi liberi di continuare a fare il male e a rincorrere verità e giustizia per tutti noi, incapaci di uscire dal buio e dalle tenebre dell’errore. Amen.

SECONDA STAZIONE

GESU’ E’ CARICATO DELLA CROCE

 Dal Vangelo secondo Marco (Mc 10,16-20)

<<Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la coorte. Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo. Cominciarono poi a salutarlo: “Salve, re dei Giudei!”. E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui. Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo>>.

Gesù, quale primo atto dell’esecuzione a morte, che i tuoi carnefici avevano decretato, è stato quello di caricarti della croce, il legno, sul quale, da lì a poche ore saresti stato crocifisso. Ti hanno caricato di questo pesante strumento di morte e Tu in silenzio hai iniziato il cammino verso la meta finale del Calvario. Esempio per tutti noi che, pur coinvolti a portare le nostre piccole o grandi croci quotidiane, spesso ci lamentiamo, protestiamo e scarichiamo sugli altri i nostri pesi e le nostre responsabilità.

 Preghiamo insieme e diciamo

  1. Signore donaci forza e coraggio.

-Nella sofferenza per l’epidemia da coronavirus. R.

-Nelle delusioni della scienza e medicina. R.

-Nella paura di aumento di casi e diffusione del contagio . R.

-Nelle difficili relazioni umane e sociali messe in atto. R.

-Nelle problematiche ecclesiali di questi giorni. R.

-Nelle lotte politiche ed economiche per questa epidemia . R.

Preghiamo: Gesù, donaci la forza di saper accettare le nostre croci e di guardare con grande rispetto ed attenzione alle croci dei nostri fratelli, che, molto frequentemente, sono più dure e pesanti delle nostre. Amen.

TERZA STAZIONE

GESU’ CADE LA PRIMA VOLTA SOTTO LA CROCE

Dal libro del profeta Isaia (Is 53, 4-5)

<<Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità>>.

E’ nella costituzione di ogni essere umano che sotto la fatica, la stanchezza e il dolore si possa cadere nel viaggio della vita. Tu Gesù, per la prima volta, cadi lungo la strada che dalla città santa, ti porterà al Calvario, il luogo del cranio, fuori dalle mura, dove sarai crocifisso perché così deciso dalle autorità politiche e religiose del tempo. La tua prima caduta rammenta a noi, esseri mortali, le nostre prime volte in tante cose che hanno segnato la nostra storia personale nel peccato, dalle quali ci siamo ripresi nella speranza di non dovere più cadere. Non è stato così, più volte siamo caduti, come è successo a Te, e più volte ci siamo rialzati con la tua grazia.

  1. Preghiamo insieme e diciamo
  2. Convertici o Signore

-Quando non vogliamo accettare le difficoltà della vita. R.

-Quando siamo freddi e distaccati dai problemi degli altri. R.

-Quando giudichiamo e condanniamo facilmente gli altri. R.

-Quando non accogliamo chi è nella malattia da Covid-19. R.

-Quando ci rifiutiamo di aprire il nostro cuore ai bisogno dei sofferenti. R.

Preghiamo: Gesù donaci la grazia di non peccare più e di pentirci dal profondo del nostro cuore dei nostri piccoli o grandi errori, ripetuti senza la minima consapevolezza che ogni peccato da noi commesso è un’offesa a Te, a noi stessi e alla Chiesa. Amen.

QUARTA STAZIONE

GESU’ INCONTRA LA SUA SANTISSIMA MADRE

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2, 34-35. 51)

<<Simeone parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima” …Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore>>.

Come in tutti i momenti più sofferti della vita chi ti trovi vicino? Proprio colei che ti ha dato la vita. Così è per noi e così è stato per Te Gesù. Lungo la strada del Calvario Ti sei incontrato con la Tua Madre. Non avete proferito parole, vi siete capiti con uno sguardo, lo sguardo dell’amore e del perdono. Possano le mamme di questo mondo curare l’amore verso i figli e seguirli soprattutto nei momenti più duri della loro vita.

  1. Preghiamo insieme e diciamo
  2. Sii nostro rifugio o Signore

-Nella vita familiare dove possiamo recuperare amore e speranza. R.

-Nelle famiglie dove possiamo aumentare la preghiera e l’aiuto reciproco. R.

-Nelle situazioni di dolore e malattia da virus di ogni tipo. R.

-Nelle difficoltà dei genitori anziani ed ammalati dell’Italia e di altre nazioni. R.

-Nella mancanza di tranquillità psicologica per questa emergenza sanitaria. R.

Preghiamo: Gesù nell’incontro con la tua Santissima Madre, lungo la via del Calvario, ci aiuti a comprendere quanti sia importante camminare insieme, nell’unità della famiglia naturale e nella famiglia ecclesiale, sulle strade della vita, non sempre facili da percorrere, soprattutto se sono in salita ed hanno una meta ben precisa: quella della risurrezione e della vita. Amen

QUINTA STAZIONE

GESU’ E’ AIUTATO DAL CIRENEO A PORTARE LA CROCE

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 15, 21)

<<Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce>>.

Costringere qualcuno a fare qualcosa contro la propria volontà è sempre una violenza, soprattutto quando si tratta di portare la croce degli altri e assumere responsabilità non proprie. Questo uomo di Cirene, passato alla storia della cristianità, ci aiuta a capire il dramma di tante persone costrette a fare cose ignobili per la prepotenza di chi comanda e che schiaccia la libertà e sopprime ogni diritto della persona. Gesù non chiede di essere aiutato, in questo caso, e certamente quando si è visto sollevare, almeno per un po’, dal peso della fatica della croce, ha guardato con occhio di amore e comprensione Simone di Cirene, che da quello sguardo di gratitudine di Gesù ha ricevuto la giusta consolazione.

 Preghiamo insieme e diciamo

  1. Sei tu la nostra speranza Signore.

-Nelle lotta contro questa nuova epidemia. R.

-Nei conflitti tra le diverse opinioni scientifiche. R.

-Nella mancanza di unità di intenti e di interventi sanitari. R.

-Nella privazione della libertà di uscire e muoverci con facilità. R.

-Nelle situazioni di carenza delle strutture sanitarie. R.

Preghiamo: Gesù, lungo la via del Calvario hai incontrato una persona che ti ha aiutato, forse contro la sua stessa volontà, a portare, per un tratto, la tua croce. Donaci la forza di prendere sulle nostre spalle le croci di quanti sono nelle molteplici situazioni di dolore di questo nostro mondo. Vogliamo essere, anche noi, per tutto il tempo necessario, a sollevare le sofferenze degli altri, i Cirenei del XXI secolo, che con Cristo salgono il Calvario di questa umanità. Amen.

 SESTA STAZIONE

GESU’ E’ ASCIUGATO IN VOLTO DALLA VERONICA

Dal libro del profeta Isaia (Is 53, 2-3)

<<Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia>>.

Gesù, lungo la via della tua croce, hai ricevuto un gesto bellissimo, tipico della sensibilità femminile. Dopo l’aiuto dell’uomo, è arrivata la tenerezza di una donna che ti asciuga il volto, mentre sali il Calvario, tra sofferenze indicibili, al punto tale che lasci il segno di questo tuo volto insanguinato su quel panno bianco, su quella tovaglia nitida, reliquia della tua passione e morte in croce. Veronica sarà il nome di ogni donna che asciuga le lacrime e il sangue versato dalle persone che amano e sanno perdonare.

  1. Preghiamo insieme e diciamo
  2. Liberaci Signore.

-Da quanti seminano morte e dolore in ogni angolo del mondo. R.

-Da quanti operano in campo scientifico e medico per interesse. R.

-Da quanti non si impegnano per trovare soluzione ai problemi dell’umanità. R.

-Da quanti alimentano conflitti istituzionali ed internazionali. R.

-Da quanti rovinano il Creato e la Natura con le loro azioni immorali. R.

Preghiamo: Grazie Gesù che ci dai l’opportunità, mentre vai a Calvario, di apprezzare il gesto di questa straordinaria donna coraggiosa che va incontro a Te per donarti un temporaneo sollievo e per pulire il tuo volto e i tuoi occhi perché Tu veda meglio le debolezze e le cattiverie del genere umano e sappi apprezzare l’operato di quanti, nel tuo nome, si fanno Veroniche lungo le strade tortuose di questo mondo. Amen.

SETTIMA STAZIONE

GESU’ CADE LA SECONDA VOLTA SOTTO LA CROCE

Dal libro delle Lamentazioni (Lam 3, 1-2. 9. 16)

<<Io sono l’uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira. Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce… Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri… Mi ha spezzato con la sabbia i denti, mi ha steso nella polvere>>.

Cadere e ricadere è la realtà della vita di ogni essere umano. E’ la debolezza della natura umana. E questo non solo riguarda la sfera biologica e fisica, ma soprattutto quella interiore e morale. In questa seconda caduta di Gesù, di cui, come della prima, non parlano i testi sacri, troviamo un preciso richiamo a prendere coscienza delle nostre mancate promesse fatte a Dio. Non sappiamo calcolare bene ciò che realmente possiamo fare da soli: nulla. Con l’aiuto di Dio e con la sua grazia possiamo fare molto, basta che non abbandoniamo la strada della fede che abbiamo intrapreso e che ci invita a fissare il nostro sguardo sul Cristo pellegrino tra i vari monti del dolore di questo mondo.

 1.Diciamo insieme

  1. Signore allontana da noi ogni tentazione

-Quando si sviluppa in noi la sete di potere e di successo. R.

– Quando cresce la bramosia del denaro e della speculazione in casi di necessità. R.

– Quando siamo presi dalla frenesia del superattivismo. R.

– Quando non sappiamo riflettere sui drammi dell’umanità come in questo caso. R.

– Quando ci autoesaltiamo, senza considerare la pochezza del progresso illimitato. R.

Preghiamo: Signore converti il nostro cuore all’amore. Facci comprendere che vivere nella tua santa grazia, lontani da ogni caduta di ordine morale e spirituale, ci aiuta nel cammino della santità, il cui centro è la tua e nostra Pasqua. Amen.

OTTAVA STAZIONE

GESU’ INCONTRA LE PIE DONNE DI GERUSALEMME

 Dal Vangelo secondo Luca (Lc. 23, 28-30)

<<Gesù, voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?”>>.

La strada del Calvario, percorsa da Gesù, è disseminata da tanti personaggi, tra cui un consistente gruppo di donne pie che, chiaramente vicine a Gesù, piangono nel vederlo soffrire e in quella estrema condizione di dolore. Gesù apprezza questo loro gesto di empatia e di vicinanza al suo dolore, ma coglie l’occasione per invitare quelle donne, per lo più tutte mamme, a riflettere sulla condizione dei propri figli, in considerazione del fatto che saranno trattati più duramente da chi ha in mano il potere. L’invito a versare lacrime di dolore sul frutto del loro grembo, i figli, è chiaro riferimento alle sofferenze che intere generazioni, nel nome di Cristo dovranno soffrire, a partire dai primi martiri.

  1. Diciamo insieme
  2. Signore dacci una mano

-Quando dobbiamo lavare davvero le nostre mani. R.

-Quando vogliamo pregare solo in un certo modo e secondo i nostri comodi. R.

-Quando ci rivoltiamo contro il cielo per questa nuova epidemia. R.

-Quando le nuove generazioni si allontano da Dio per mali di ogni tipo. R.

-Quando non sappiamo ritrovare la strada della speranza nel dolore e nel pianto. R.

Preghiamo: Signore dona conforto e speranza a tutte le madri di questa valle di lacrime, nella quale è più frequente l’esperienza della sofferenza e meno quella della gioia. Sii vicino alle madri che sperano in un mondo migliore per i loro giovani figli. Amen.

NONA STAZIONE

GESU’ CADE LA TERZA VOLTA SOTTO LA CROCE

Dal libro delle Lamentazioni (Lam. 3, 27-32)

<<È bene per l’uomo portare il giogo fin dalla giovinezza. Sieda costui solitario e resti in silenzio, poiché egli glielo ha imposto; cacci nella polvere la bocca, forse c’è ancora speranza; porga a chi lo percuote la sua guancia, si sazi di umiliazioni. Poiché il Signore non rigetta mai… Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo la sua grande misericordia>>.

Non c’è due senza tre, dice un antico motto sapienziale, per dire che è possibile cadere non una, ma più volte, nonostante le nostre promesse. La stessa cosa accade a Gesù, nel suo viaggio al Calvario. Anche se non è citato nel vangelo questa triplice caduta sotto il legno della croce, il fatto che sia stata inserita nel rito tradizionale della Via Crucis, limitandosi al numero tre, sta ad indicare la perfezione nel dolore di Cristo che tocca il vertice cadendo a terra, sulla quale sono passati i suoi piedi santissimi, ridando a quella terra e a quella via di Gerusalemme la giusta valorizzazione per raggiungere la meta finale del Regno.

  1. Diciamo insieme
  2. Dacci Signore la forza di rialzarci dalle nostre cadute morali e spirituali

-Quando la nostra religiosità è superficiale e immatura. R.

-Quando non sentiamo nel cuore l’invito alla conversione. R.

-Quando non amiamo gli altri con tuo stesso cuore di Padre. R.

-Quando spegniamo ogni barlume di speranza in noi e negli altri. R.

– Quando la tua parola ci scivola addosso e non diamo frutti spirituali. R.

– Quando non prestiamo ascolto alle norme morali e sociali finalizzate al bene. R.

Preghiamo: Donaci o Gesù la forza di combattere i dubbi che attanagliano la nostra mente e non ci fanno credere fermamente in Te. Aumenta la nostra fede con la forza della preghiera e dell’ascolto di Te, che sei la Parola di Dio vivente. Amen.

DECIMA STAZIONE

GESU’ È SPOGLIATO DELLE SUE VESTI

 Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 24)

<<I soldati si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere>>.

Nudi siamo venuti al mondo e nudi ce ne andiamo da questo mondo. Gesù viene denudato, prima di essere crocifisso, e spogliato della tunica, di un solo pezzo, per insegnare a noi il distacco da ogni cosa di questa terra. Nulla ci porteremo nell’eternità e tutto lasceremo in eredità. La miseria umana, l’attaccamento alle cose materiali fanno sì che i soldati si giochino a sorte la tunica di Gesù per entrarne in possesso, non come bene spirituale, ma come bene materiale da usare o da spendere sul mercato dell’usato. Gesù spogliato di tutto e alcuni ricchi di tutto, al punto tale che la ricchezza non fa più vivere e addirittura ci mette nella condizione di essere seriamente preoccupati per le cose che possediamo e per la fine che faranno una volta che non siamo più a conteggiare o aumentare quello che già è in nostro possesso e nella nostra disponibilità.

  1. Preghiamo insieme e diciamo
  2. Donaci, Signore, un totale distacco dalle cose della terra

-Quando coltiviamo soltanto i nostri interessi terreni. R.

-Quando nascondiamo la verità per paura e per viltà.

-Quando non operiamo per il bene della comunità. R.

-Quando non prestiamo la nostra opera in casi come quelli che stiamo vivendo. R.

-Quando ci chiudiamo nel nostro orticello per paura di contrarre malattie. R.

-Quando non usiamo saggiamente dell’intelligenza per risolvere i problemi. R.

Preghiamo: Signore fa che nulla anteponiamo al tuo amore e alla tua amicizia. I beni della terra non ci distraggano dal possesso pieno e duraturo dei beni del cielo, quelli che ci danno la vera gioia e la felicità autentica. Amen.

UNDICESIMA STAZIONE

GESU’ E’ INCHIODATO SULLA CROCE

Dal Vangelo secondo Marco (Mc.15, 25-27)

<<Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. E l’iscrizione con il motivo della condanna diceva: “Il re dei Giudei”. Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra>>.

Essere inchiodato sulla croce, per Gesù è stato un dolore inimmaginabile per il procedimento adottato, con la perforazione delle mani e dei piedi, utilizzando chiodi di spessore consistente per reggere il corpo una volta elevato dalla terra e conficcata la croce nel terreno. Un dolore doppiamente avvertito per l’aspetto umano e spirituale, davanti alla tanta ingratitudine del genere umano. Lui che era passato beneficando tutti e sanando ogni sorta di malattia, si trova bloccato mani e piedi al patibolo più infamante della storia dell’umanità. Eppure Gesù permette questo strazio, ben sapendo che sarà limitato il tempo per l’uomo in cui, impunemente, può violare il suo corpo, inchiodato sulla croce, in attesa della risurrezione.

Diciamo insieme

Donaci, Signore la santa rassegnazione.

-Di fronte alle offese alla religione. R

-Di fronte alle persecuzioni alla Chiesa. R.

-Di fronte ai carnefici di ieri e di oggi. R.

-Di fronte al martirio silenzioso di tanti nostri fratelli cristiani. R.

-Di fronte alle dure prove della malattia e dell’abbandono di questi giorni. R.

Preghiamo: Signore dall’albero della croce volgi il tuo sguardo misericordioso sulle sofferenze di quanti sono costretti all’immobilismo totale a causa di malattie rare, non ben curate o ereditate o che sono rimasti inabili in incidenti di ogni genere. Dona a tutti Gesù il conforto nelle loro invalidità fisiche e mentali. Amen.

DODICESIMA STAZIONE

GESU’ MUORE IN CROCE

Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 33-34. 37. 39)

<<Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lema sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?… Ed egli, dando un forte grido, spirò …Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio!”>>.

Gesù muore in croce nel supremo atto di amore verso di noi. Tre ore di agonia, durante le quali pronuncia parole di infinita attenzione e preoccupazione verso di noi. Dal perdono chiesto al Padre per noi, alla promessa del paradiso al ladrone pentito, all’affidamento dell’umanità alla custodia della sua Mamma e all’accoglienza di Lei nella casa del discepolo prediletto, al grido di aiuto e di dolore rivolto al Padre in un momento di abbandono, al desiderio di essere dissetato nel corpo e nello spirito, al compimento dell’opera della redenzione, al momento della sua morte in croce. Ore in cui l’amore di Cristo Crocifisso rivela tutta la potenza costruttrice di un’umanità nuova, che sa accogliere la croce, la sa portare con dignità, la sa innalzare con orgoglio e la sa valorizzare per il bene e per la vittoria finale.

 Diciamo insieme

Perdona Signore i nostri errori

-Per tua morte in croce. R.

-Per il tuo infinito amore. R.

-Per la tua gloriosa risurrezione

-Per l’intercessione della tua Madre Addolorata. R.

-Per la bontà di quanti ti hanno seguito sulla via del Calvario. R.

-Per la generosità di quanti ogni giorno si donano agli altri negli ospedali e nelle case di cura e sollievo della sofferenza. R.

Preghiamo: O Gesù volgo il mio povero sguardo a Te che sei morto in croce, divenuta con Te il segno più evidente di un amore immenso e condiviso. Fa che dall’albero della croce sorgano tempi di vita e risurrezione per tutti gli uomini di questo mondo, in cui la croce non continui ad essere simbolo di morte e di violenza, a causa di un cuore senza amore. Amen.

TREDICESIMA STAZIONE

GESU’ E’ DEPOSTO DALLA CROCE

Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 42-43. 46)

<<Sopraggiunta ormai la sera, Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il Regno di Dio, comprato un lenzuolo, calò il corpo di Gesù giù dalla croce>>.

La legge della natura prevede che dopo la morte, passato il tempo necessario, il corpo riceva degna sepoltura. Per procedere a questo rito, Gesù viene calato dalla croce dalle persone più care della sua vita. Tra di esse c’è la sua Mamma, le pie donne, Giuseppe d’Arimatea e Giovanni, l’unico che era presente sul Calvario, alla morte del Signore. Con gesti di amore e di attenzione, con il dolore nel cuore, con la delicatezza di anime elette, Gesù scende lentamente dalla croce e viene deposto sulle ginocchia della sua Mamma. Nella sua nascita, come nella sua morte è la sua Mamma ad accoglierlo, prima nel grembo purissimo e, dopo la morte, tra le braccia e sulle ginocchia, simbolo della Terra riconciliata con il cielo, anche attraverso il Sì generoso di Maria, la Madre del Redentore e la Madre della Chiesa.

  1. Diciamo insieme
  2. Madre santissima conforta i tuoi figli

-Nella morte di tanti nostri fratelli per questa ondata di epidemia. R.

-Nelle tragedie e catastrofi come quella che stiamo attraversando. R.

-Nella diffusione dei virus infettivi del corpo e dello spirito. R.

-Nella falsificazione della verità e manipolazione dei fatti. R.

-Nelle ingiustizie subite nella società e nella comunità cristiana. R.

-Nella perdita delle persone care, del lavoro e di legittime aspirazioni. R.

Preghiamo: O Gesù, tra le braccia e sulle ginocchia della tua amatissima Madre sei l’immagine della pietà che genera amore e conforto, nonostante la conclusione cruenta del tuo tempo cronologico tra di noi. Dal grembo di Maria Santissima fa sorgere, soprattutto oggi, un’umanità capace di andare oltre il tempo, la morte e il dolore, per aprirsi alla certezza dell’eternità, della vita, oltre la vita, e della gioia oltre i confini del soffrire. Amen.

QUATTORDICESIMA STAZIONE

GESU’ E’ DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 46-47)

<<Giuseppe d’Arimatea, avvolto il corpo di Gesù in un lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l’entrata del sepolcro. Intanto Maria di Magdala e Maria madre di Joses stavano ad osservare dove veniva deposto>>.

Gesù è deposto nel sepolcro, ma l’alba della risurrezione già risuona nel cuore di Maria e di tutti i veri credenti in Cristo. La morte non è l’ultima parola di Gesù e dopo di lui neanche per ogni essere umano che viene in questo mondo. L’ultima parola è la risurrezione e la vita. Quel sepolcro nuovo, preparato da Giuseppe e messo a disposizione di Gesù è già pieno di luce. Bisogna solo attendere un po’, appena tre giorni, e la pietra rotolata via per potenza divina, dirà al mondo che Cristo non è morto, ma è risorto e in Lui anche noi risorgeremo a vita nuova.

 1.Ripetiamo insieme:

  1. Credo

-Signore noi crediamo che Tu sei il nostro unico Redentore. R.

-Signore noi crediamo che Tu ci ami e ci perdoni anche nelle nostre debolezze. R.

-Signore noi crediamo che Tu non ci abbandoni e non ci lasci soli in questo difficile momento che stiamo vivendo. R.

-Signore noi crediamo che tu sei la via, la verità e la vita. R.

-Signore noi che tu ci salverai quanto prima da questa epidemia mortale. R.

Preghiamo: Gesù vederti morto e deposto in una tomba, per quanto nuova ed accogliente, lascia dentro i nostri sguardi un po’ di tristezza, velata, ma vera. Sai, non sempre siamo in grado di pensare alla vita oltre la morte, soprattutto di fronte alla perdita di persone care. Donaci la grazia di essere forti di fronte alla perdita dei propri cari e di pensare alla risurrezione finale. Amen.

CONCLUSIONE

Secondo le intenzioni del Sommo Pontefice: Pater, Ave e Gloria.

Preghiera finale

Signore Gesù, guarda noi e l’umanità intera afflitta dall’epidemia di coronavirus, che già sta seminando sofferenza e morte in ogni angolo della terra.

Ti chiediamo, umilmente, difendici da questo morbo terribile che sta colpendo particolarmente le persone già debilitate nel fisico e nello spirito.

Non permettere che in Italia e nel resto del mondo, questa nuova epidemia si trasformi in una strage di persone di ogni età, soprattutto di anziani, ma libera dalla sofferenza e dal male tutti coloro che vengono a contatto con il nuovo male o vengono contagiati.

Fa che l’efficacia delle cure preventive, disposte dalle autorità mediche e governative, possano frenare l’avanzata del coronavirus in Italia e nel mondo.

Affidiamo alla tua bontà di Padre questa nostra umile preghiera, mediante l’intercessione della Beata Vergine Maria, salute degli infermi, di San Rocco e di tutti i santi nostri protettori.

Fa che non soffriamo ulteriormente per questa nuova epidemia che sta mettendo ansia e preoccupazione nel cuore dei tuoi figli, così deboli, fragili e paurosi di fronte ai tanti mali e sofferenze di questo nostro tempo e di questo nostro secolo. Amen.

  1. Il Signore sia con voi.
  2. E con il tuo spirito.
  1. Vi benedica Dio onnipotente: Padre, Figlio e Spirito Santo.
  2. Amen
  1. Benediciamo il Signore.
  2. Rendiamo grazie a Dio.

 

P.RUNGI. COMMENTO ALLA PAROLA DI DIO DI DOMENICA 22 SETTEMBRE 2019

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XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

DOMENICA 22 SETTEMBRE 2019

Poveri, ma con dignità, ricchi svuotati di eternità

Commento di padre Antonio Rungi

La parola di Dio di questa XXV domenica del tempo ordinario ci presenta, nel Vangelo di Luca, la parabola dell’amministratore disonesto, dalla quale Gesù fa scaturire una serie di messaggi, raccomandazioni e inviti a non agire in un certo modo, quello appunto della disonestà, dell’affarismo, della visione esclusivamente economica e materiale dell’esistenza umana. L’inizio del racconto detto da Gesù a suoi apostoli, parla di un uomo ricco che aveva un amministratore. I poveri non hanno amministratori; per cui solo i ricchi di sempre possono permettersi chi amministra i loro beni. Non sempre questo avviene con onestà e rettitudine, come ci ricorda il vangelo di Luca. Leggiamo infatti che questo amministratore fu accusato dinanzi al suo padrone di sperperare i suoi averi. Per cui lo convocò e gli disse con schiettezza e senza mezzi termini che da quel momento in poi non poteva più amministrare i suoi beni. Era stato disonesto, aveva fatto i suoi interessi e non quelli del padrone, del ricco e quindi doveva per forza di cosa lasciare subito, senza tentennamenti.

A questo punto scatta la ritorsione verso il ricco e cosa fa l’amministratore disonesto, utilizzando le risorse del suo datore di lavoro? Fece questo ragionamento tra se, che poi concretizzò subito: Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. Si sa che non ha mai fatto niente e campa sulle spalle degli altri, continuerà a fare sempre la stessa cosa per tutta la vita. E allora chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.

A quel punto si era assicurato il suo futuro economico, continuando ad agire in modo scaltro e disonesto, come fanno tanti nel mondo di oggi, rispetto alle persone rette ed oneste, che non approfittano, non rubano, di fanno sconti per un loro personale guadagno a danno di chi dà loro da lavorare. Ma non è questa la strada dell’onestà e della moralità.

Tuttavia, il testo del Vangelo, pur condannando l’atto immorale, mette in bocca al padre una immeritata lode dell’amministratore disonesto, motivandone il perché. Egli aveva agito con scaltrezza, come non fanno tante persone.

E da questo comportamento da biasimare, arriva il monito finale, quello che non ti aspetti come conclusione di un discorso improntato più alla lode dell’immoralità che all’esaltazione della moralità. Si chiama litote quella figura retorica, mediante la quale si sostiene una cosa per affermare l’esatto opposto. Infatti, conclude il testo del vangelo con questa constatazione di fatto: “I figli di questo mondo, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce”.

Di fronte a tale comportamento, Gesù cosa dice?: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne”. Gesù usa immagini e terminologie umane per indirizzare lo sguardo e il pensiero di tutto verso le cose eterne e che non tramontano mai.

E di conseguenza, conferma quello che è il comportamento di ogni persone coerente  e fedele in tutti i campi, affermando che “Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti”. E quindi il rimprovero conclusivo che deve far scattare un diverso modo di agire e soprattutto il superamento del compromesso ad ogni livello.

Infatti, dice Gesù: Se non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?

Perciò, bisogna convenire sul fatto che “Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. In termini molto chiari ed espliciti: Non possiamo servire Dio e la ricchezza».

Queste due realtà sono in contrapposizione e non possono andare d’accordo mai. Per chi guarda all’eternità la scelta è obbligata: può e deve solo e semplicemente scegliere Dio, il bene assoluto, il bene senza fine.

Sul tema dello sfruttamento dei poveri è incentrata la prima lettura, tratta dal libro del profeta Amos, nella quale troviamo parole durissime nei confronti di quanti rubano, sfruttano, umiliano i poveri e pensano a fare soldi e ricchezza a danni degli altri, agendo contro la carità, la giustizia e il diritto: «Ascoltate questo, voi che calpestate il povero e sterminate gli umili del paese, voi che dite: “Quando sarà passato il novilunio e si potrà vendere il grano? E il sabato, perché si possa smerciare il frumento, diminuendo l’efa e aumentando il siclo e usando bilance false, per comprare con denaro gli indigenti e il povero per un paio di sandali? Venderemo anche lo scarto del grano”». Di fronte a questo assurdo comportamento di totale ingiustizia e sfruttamento dei deboli il Signore lo giura per il vanto di Giacobbe: «Certo, non dimenticherò mai tutte le loro opere». Dovrebbe questo far pensare a chi agisce disonestamente in tutti i campi, specialmente in quello economico, lavorativo e professionale

Ed un appello alla carità, alla giustizia e alla rettitudine ci viene dal brano della seconda lettura di oggi, tratto dalla lettera di San Paolo Apostolo a Timoteo, nella quale raccomanda alcune fondamentali cosa da fare: “prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio”.

Questo esplicito e profondo desiderio di pregare deve realizzarsi in ogni luogo alzando al cielo mani pure, senza collera e senza contese. Come è evidente l’apostolo raccomanda di fare preghiera in una condizione di pace, di rapporti tranquilli e soprattutto nella semplicità e nell’innocenza della propria vita. Quante persone hanno le mani pulite in senso morale e di giustizia e rettitudine al punto tale che possono anche lodevolmente pregare ed alzare quelle loro mani al cielo per chiedere o per ringraziare?

Forse molti, forse pochi, forse nessuno, in quanto nessuno è esente da peccato, ma una cosa è certa e cioè che siamo invitati a rispettare i poveri, a non offenderti nella loro dignità, perché essi sono i preferiti da Dio, perché, senza volerlo, hanno scelto la parte migliore, quella che non sarà tolta mai a loro, hanno scelto Dio e non mammona.

Come riflessione conclusiva vi invito ad elevare a Dio questa mia preghiera del povero e per i poveri, scritta  in questi giorni:

 

Signore, non ho niente,

eppure ho tutto, perché ho Te.

 

Non ho cibo a sufficienza,

ma mi basta quello

che guadagno onestamente

o che ricevo generosamente.

 

Non ho casa, ove riposare,

ma mi contento del cielo

sotto il quale riposo ogni tanto,

memore della tua esperienza di un Dio

che non ha neppure una pietra

ove poggiare il suo capo stanco.

 

Non ho denaro

che mi possa aiutare

a vivere con dignità

ma accolgo, con sofferenza,

la carità che mi si fà.

 

Quanto è difficile Signore

vivere da povero

oggi come allora,

ma nessuno di noi

ha scelto di esserlo

venendo su questa Terra.

 

Tu sai la sofferenza

di quanti non hanno nulla,

nel nostro tempo

affamato di guadagni

e di posizioni sempre più agiate

di pochi privilegiati.

 

Non Ti chiedo di rimuovere

solo la nostra povertà,

ma la povertà di tanti popoli

oppressi a causa dell’ingiustizia

e della cattiva gestione

delle risorse della Terra.

 

Fa, o Dio della Provvidenza,

che nessuna persona

sia più povera su questa Terra.

 

Che nessun ammalato

sia abbandonato a se stesso

senza alcuna assistenza e sicurezza.

 

Che nessun anziano

venga lasciato nella solitudine

senza il conforto di qualcuno.

 

Che nessun giovane

abbia a soffrire a causa

del cattivo esempio degli adulti.

 

Che in tutte le famiglie

e su tutte le mense del mondo

arrivi quotidianamente

quel pane di ogni genere

che ti chiediamo ogni giorno

per noi e per tutti

con la stessa preghiera

che ci hai insegnato Tu. Amen

P.RUNGI. COMMENTO ALLA PAROLA DI DIO – XXX DOMENICA TEMPO ORDINARIO

RUNGI-VERDE
XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)
DOMENICA 28 OTTOBRE 2018
Cecità della mente e freddezza del cuore
Commento di padre Antonio Rungi
Il vangelo del cieco Bartimeo, figlio di Timeo, ci indica persone ben precise che hanno un problema grave.
Bartimeo figlio, cieco, e Timeo, padre, che deve affrontare il dramma del figlio disabile.
Al tempo di Gesù non c’erano garanzie sociali ed economiche per i disabili, per cui Bartimeo, per poter sopravvivere deve mendicare lungo la strada. Quello che stava facendo esattamente mentre passava di lì Gesù, che lasciata Gerico era diretto verso altra località, che non è specificata nel testo.
Al seguito di Gesù c’era tanta gente, a conferma della popolarità che si era acquistata il Maestro con la sua missione e con il suo operare a favore degli ultimi e dei sofferenti.
E un sofferente quello che Egli incontra sulla strada, questo Bartimeo, che è cieco e chiede l’elemosina.
Gesù, mosso dalla tenerezza del suo cuore, sentito quello che chiedeva il cieco, opera la guarigione e ridona vista e speranza a questo uomo infermo e disabile.
Nel racconto del brano evangelico di Marco ci sono alcuni importanti passaggi che vale la pena sottolineare nella nostra riflessione domenicale.
Il cieco si rivolge a Gesù con il nome ben conosciuto ed identificativo della discendenza regale e davidica, a conferma della divinità del Cristo: “Figlio di Davide, abbi pietà di me”. E lo dice due volte con insistenza.
E’ la richiesta di una persona in necessità che si rivolge a chi certamente può fare molto o tutto. Quell’abbi pietà di me indica lo stretto rapporto che esisteva tra la malattia e il peccato.
Tutti coloro che erano affetti da malanni erano considerati dei peccatori, puniti da Dio e condannati a tale condizione miserevole, compresa la cecità.
E’ evidente che in questa richiesta di Bartimeo c’è il riconoscimento della propria colpa, dei propri peccati, sapendo che quella era la forma mentale acquisita mediante un insegnamento religioso che vedeva Dio che punisce mediante la malattia ed altre calamità.
Un Dio vendicativo nei confronti del singolo e della comunità. Una visione chiaramente distorta che Gesù viene a correggere, venendo in questo mondo e facendosi servo per amore e venendo incontro alle necessità e povertà materiali e spirituali.
Lo comprendiamo perfettamente alla luce del dialogo che si instaura tra Gesù e Bartimeo, che viene convocato alla presenza del Maestro, mediante il coinvolgimento degli Apostoli, ai quali Gesù dice di chiamarlo, visto che gridava forte e la gente cercava di farlo zittire. E di fatto il cieco si presenta al cospetto di Gesù, faccia a faccia, a tu per tu, ed inizia un dialogo diretto, senza più mediazioni.
Quanto è bello ed importante parlare a tu a tu con Dio nella preghiera. E qui siamo in un contesto di preghiera di impetrazione e di richiesta di grazia. Infatti Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
Poche parole, pochi gesti e il cieco, mediante la fede è guarito dalla sua cecità fisica e dalla cecità della mente e del cuore, al punto tale che si mise a seguire Gesù lungo la strada.
In poche parole, diventa discepolo anche lui e lo fa con la gioia del cuore, come aveva fatto prima, nel momento in cui, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e andò da Gesù.
Cosa che dovremmo fare sempre, quando le necessità di qualsiasi genere, soprattutto spirituali ed interiori, ci dovrebbero spingere nella giusta direzione, che è quella della Chiesa, della preghiera, della messa, della confessione e dell’abbandono fiducioso in Dio, del Padre Nostro.
Non sempre lo facciamo anche se la parola di Dio di questa Domenica ci invita a fare questo percorso di totale abbandono in Dio, come ascoltiamo nel brano della seconda lettura di questa XXX domenica del tempo ordinario, presentato come il vero ed eterno sacerdote, al quale rinvolgerci per ottenere grazia e misericordia: “Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato», gliela conferì come è detto in un altro passo: «Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek”.
Gesù non è il sacerdote debole e fragile come sono tutti i sacerdoti del mondo, scelti da Dio per una missione, ma il sacerdote vero ed eterno, perché Figlio eterno del Padre che nel mistero della morte e risurrezione ci salva con l’unico e definitivo sacrificio della sua vita sull’altare della Croce.
Ci ricorda, infatti, la Lettera agli Ebrei: “Ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati. Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo. Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne”.
La diversità tra i sacerdoti dell’Antico e Nuovo Testamento con Cristo sta nella natura stessa del sacerdozio, che è pienamente ed esclusivamente espresso nella persona di Cristo.
Il servizio sacerdotale e la consacrazione sacerdotale, mediante il sacramento dell’Ordine, fa partecipare la persona ritenuta degna di questo mistero al sacerdozio di Cristo capo, in quanto c’è un sacerdozio comune che tutti i cristiani esercitano in ragione del sacramento del battesimo, mediante il quale siamo stati consacrati in Cristo Re, sacerdote e profeta.
Quindi tutti sacerdoti in base al Battesimo e sacerdoti ministri, cioè scelti per uno specifico servizio nella Chiesa, che sono i presbiteri e i vescovi, nei quali c’è la pienezza del sacerdozio e dell’ordine sacro.
Ministri quindi per servire e non servirsi di Cristo e della Chiesa, per offrire la propria vita e non sacrificare la vita degli altri.
Ministri di misericordia e di perdono e non uomini di potere che in base alla consacrazione sacerdotale pensano di poterla cavare anche nascondo il male e lo scandalo.
Mi piace citare quando ha detto Papa Francesco a noi Passionisti, nell’incontro di lunedì 22 ottobre 2018: “Vi incoraggio ad essere ministri di guarigione spirituale e di riconciliazione, tanto necessarie nel mondo di oggi, segnato da antiche e nuove piaghe…La Chiesa ha bisogno di ministri che parlino con tenerezza, ascoltino senza condannare e accolgano con misericordia”.
E’ tempo di conversione e di rinnovamento per tutti nella Chiesa di Cristo, come ci ricorda la prima lettura di oggi tratta dal profeta Geremia che guarda ad Israele, fuori dalla condizione di esiliata, e in una situazione di gioia, rispetto a quella del pianto e del dolore per la patria lasciata perché deportati: “Erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni; li ricondurrò a fiumi ricchi d’acqua per una strada dritta in cui non inciamperanno, perché io sono un padre per Israele, Èfraim è il mio primogenito».
Dio non è vendicativo, Dio è amore, perdono e misericordia. Per Lui ogni essere umano va salvato e redento, anche se ha commesso i più gravi crimini della terra, purché si penta amaramente dei propri errori e rincominci una vita nuova nel Signore, come è stato per Bartimeo, il cieco che ha riavuto la vista da Gesù, ma soprattutto hai riavuto la gioia di vivere seguendo il Cristo, vera luce e speranza di ogni cuore pentito e contrito, aperto alla tenerezza e all’amore di Dio e dei fratelli.
Sia questa la nostra preghiera oggi, in questo giorno dedicato al Signore, fonte della speranza per ogni cristiano: “O Dio, luce ai ciechi e gioia ai tribolati, che nel tuo Figlio unigenito ci hai dato il sacerdote giusto e compassionevole verso coloro che gemono nell’oppressione e nel pianto, ascolta il grido della nostra preghiera: fa’ che tutti gli uomini riconoscano in lui la tenerezza del tuo amore di Padre e si mettano in cammino verso di te. Carissimi, non c’è vero cammino di nessun tipo se non iniziamo a fare almeno i primi passi per incontrare Dio e incontrare gli altri. Chi si ferma, dice un antico e noto proverbio, è perduto. Chi cammina ha speranza di raggiungere primo o poi la meta sperata, soprattutto se riguarda l’eternità. Camminare per santificarsi e santificare.

P.RUNGI. COMMENTO ALLA SOLENNITA’ DEL CORPUS DOMINI 2018

CORPUS DOMINI 2018

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO (ANNO B)

Domenica 3 GIUGNO 2018

Gesù, donaci anime eucaristiche, capaci di offrire come Te la loro vita.

Commento di padre Antonio Rungi

La solennità del Corpus Domini, del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo ci impegna in un modo del tutto singolare nel meditare su questo grande mistero della fede: Gesù come Egli stesso ci ha detto, nell’ultima cena, è presente in mezzo a noi con il sacramento dell’eucaristia, per accompagnarci nel cammino della vita terrena, con questo sacramento, che, come tutti i sacramenti, ci dona la grazia santificante. Qui la grazia è ricevuta direttamente mediante l’assunzione del corpo di Cristo con l’ostia consacrata e il bere il vino consacrato, perché in questi due segni scelti da Gesù Egli è presente in corpo, sangue, anima e divinità. Il testo del Vangelo di Marco che oggi ascoltiamo ci racconta il momento dell’istituzione dell’eucaristia nel giovedì santo, in quell’ultima cena di Gesù fatta con gli Apostoli, prima di essere condannato a morte. “Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Pane e vino segni della sua presenza speciale e sacramentale in mezzo a noi. Il Pane che fa riferimento al suo corpo donato e il vino al suo sangue versato, fino all’ultima goccia, sulla croce per salvare l’umanità. E sul sangue offerto a Dio è incentrato il testo della prima lettura di oggi, tratto dall’Esodo, in cui è scritto che Mosé “si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d’Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore. Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l’altra metà sull’altare. Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto».  Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!». Chiaramente questo sangue è prefigurazione del sangue di Cristo versato sulla croce per noi, anzi nel mette in risalto, anticipatamente, il valore redentivo e la risposta che i credente deve dare a Dio, quale segno di riconoscenza e gratitudine verso di Lui.

Agganciandosi proprio a questo testo, l’autore della Lettera agli Ebrei, sviluppando la sua riflessione biblica e teologica sul valore del sangue nell’Antico Testamento, si concentra sull’infinito valore del sangue di Cristo versato sulla croce per la redenzione dell’umanità. Leggiamo, infatti, “se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo – il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio – purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente? Per questo egli è mediatore di un’alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa.

Gesù quindi superare la vecchia alleanza e la porta a compimento con la sua morte e risurrezione, soprattutto versando il suo sangue, quale elemento identificativo della vera oblatività e vittimalità del Figlio di Dio. “Cristo è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d’uomo, cioè non appartenente a questa creazione. Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna”.

Nella liturgia solenne del Corpus Domini, oltre al valore della santa messa, da cui parte tutto il culto eucaristico al di fuori di essa, è messa in risalto la Chiesa, che nell’eucaristia si ricostruisce e si rigenera continuamente. Nella sequenza che caratterizza questo giorno speciale, nella sua parte iniziale che, di norma non si legge in chiesa, ma che è importantissima peri contenuti teologici e biblici, oltre che spirituali e dogmatici inclusi possiamo meglio entrare nel grande mistero della santissimo sacramento, incentrato sulla transustanziazione, sulla comunione, sull’unione, sulla purificazione del cuore e sulla conversione: “Sion, loda il Salvatore, la tua guida, il tuo pastore con inni e cantici. Impegna tutto il tuo fervore: egli supera ogni lode, non vi è canto che sia degno. Pane vivo, che dà vita: questo è tema del tuo canto, oggetto della lode. Veramente fu donato agli apostoli riuniti in fraterna e sacra cena. Lode piena e risonante, gioia nobile e serena sgorghi oggi dallo spirito. Questa è la festa solenne nella quale celebriamo la prima sacra cena. È il banchetto del nuovo Re, nuova Pasqua, nuova legge; e l’antico è giunto a termine. Cede al nuovo il rito antico, la realtà disperde l’ombra: luce, non più tenebra. Cristo lascia in sua memoria ciò che ha fatto nella cena: noi lo rinnoviamo. Obbedienti al suo comando, consacriamo il pane e il vino, ostia di salvezza. È certezza a noi cristiani: si trasforma il pane in carne, si fa sangue il vino. Tu non vedi, non comprendi, ma la fede ti conferma, oltre la natura. È un segno ciò che appare: nasconde nel mistero realtà sublimi. Mangi carne, bevi sangue; ma rimane Cristo intero in ciascuna specie. Chi ne mangia non lo spezza, né separa, né divide: intatto lo riceve. Siano uno, siano mille, ugualmente lo ricevono: mai è consumato. Vanno i buoni, vanno gli empi; ma diversa ne è la sorte: vita o morte provoca. Vita ai buoni, morte agli empi: nella stessa comunione ben diverso è l’esito! Quando spezzi il sacramento non temere, ma ricorda: Cristo è tanto in ogni parte, quanto nell’intero. È diviso solo il segno non si tocca la sostanza; nulla è diminuito della sua persona”.

Sta in questo bellissimo testo della sequenza la sintesi del grande mistero della presenza reale di Gesù Sacramentato nell’ostia consacrata. A Gesù eleviamo la nostra umile preghiera, in questo giorno solennissimo del Corpus Domini, con queste parole che sgorgano dal nostro cuore, particolarmente sensibile alla santissima eucaristia: “O Gesù Eucaristia, qui presente sacramentalmente in corpo, sangue, anima e divinità, nell’ostia consacrata, Ti adoriamo profondamente con tutto il cuore e la mente e crediamo fermamente che Tu, o Gesù, sei il Dio vivente, che si dona a noi nel santissimo sacramento da Te istituito nell’ultima cena, per essere nostro alimento nel cammino dell’umana esistenza. O Gesù amabilissimo, tutto nascosto nei veli eucaristici, insegnaci a praticare la santa umiltà per farci cibo e bevanda per il bene dell’umanità. Fa che diventiamo, anche noi, pane spezzato e sangue versato per amare e perdonare, per offrire e soffrire, per vivere e morire ogni giorno sulla croce eucaristica. O Gesù, fonte di gioia e sostegno all’anima nostra, noi Ti adoriamo con tutto il nostro essere e ci prostriamo umilmente ai tuoi piedi. Come i tuoi fragili discepoli riconosciamo le nostre debolezze e Ti chiediamo quell’ energia potente per la nostra anima gemente e sofferente che promana dal santissimo sacramento. Rinnova in noi, o Gesù, la profonda gioia di essere con noi, tutti i giorni, fino alla fine del mondo senza mai abbandonarci nella tentazione, ma donandoci costantemente il Tuo amore misericordioso. Gesù, fonte di gioia e alimento quotidiano della nostra vita spirituale, donaci sempre Te stesso nel santissimo sacramento dell’altare, mediante il servizio sacerdotale, di persone sante a Te consacrate, che siano anime eucaristiche, fino a sacrificare la loro vita per il proprio ovile. Amen.

 

LA VIA CRUCIS COMPOSTA DA PADRE ANTONIO RUNGI PER IL VENERDI’ SANTO 2018

DODICESIMA STAZIONE

VIA CRUCIS – VENERDI’ SANTO 2018

TESTI E PREGHIERE

DI PADRE ANTONIO RUNGI – PASSIONISTA

INTRODUZIONE

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Galati (Gal 6,14)

<<Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo>>.

La Via della croce, è una via difficile da percorrere. Una via che richiede il coraggio di salire con Cristo al Calvario, accettando, con fede, tutto quello che tale cammino ci chiede di fare.

Nel silenzio, nella sofferenza, nel totale abbandono alla volontà di Dio, che ci chiede di essere vicini al suo Figlio, Gesù Cristo, almeno nel momento culminante della sua vita, sforziamoci di accogliere questo invito e condividere con Cristo il momento della croce e della sua donazione per tutti noi.

 

Preghiamo: Signore insegnaci a seguirti sulla via della Croce per essere tuoi veri discepoli, senza porre ostacoli di nessun genere al cammino che ci porta a vivere totalmente in Te. Amen

PRIMA STAZIONE

GESU’ E’ CONDANNATO A MORTE

Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 10-15)

<<[Pilato] sapeva che i sommi sacerdoti gli avevano consegnato [Gesù] per invidia. Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perché egli rilasciasse loro piuttosto Barabba. Pilato replicò: “Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?”.  Ed essi di nuovo gridarono: “Crocifiggilo!”. Ma Pilato diceva loro: “Che male ha fatto?”. Allora essi gridarono più forte: “Crocifiggilo!”. E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso>>.

 

L’unico vero innocente di tutta la storia dell’umanità, per un assurdo gioco di potere, di odio e di avversità, viene condannato ingiustamente alla morte più terribile ed ignominiosa di tutti i tempi.

Quell’innocente è il Figlio di Dio, venuto sulla terra, per portare la gioia, l’amore e la giustizia, fondata sulla verità e sulla universale capacità umana di superare ogni steccato ed ogni limite della propria mente e della propria visione dell’esistenza.

Ricordiamo in questa stazione tutti gli innocenti condannati a morte o alle varie pene e carcerazioni nel corso dei secoli, a partire dai piccoli Santi Innocenti.

Preghiamo: Signore, Tu l’innocente, noi i rei e i peccatori. Tu in croce e noi liberi di continuare a fare il male e a rincorrere verità e giustizia per tutti noi, incapaci di uscire dal buio e dalle tenebre dell’errore. Amen.

SECONDA STAZIONE

GESU’ E’ CARICATO DELLA CROCE

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 10,16-20)

<<Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la coorte. Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo. Cominciarono poi a salutarlo: “Salve, re dei Giudei!”. E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui. Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo>>.

Gesù, il primo atto dell’esecuzione a morte, che i tuoi carnefici avevano decretato, è stato quello di caricarti della croce, il legno, sul quale, da lì a poche ore saresti stato crocifisso. Ti hanno caricato di questo pesante strumento di morte e Tu in silenzio hai iniziato il cammino verso la meta finale del Calvario. Esempio per tutti noi che, pur coinvolti a portare le nostre piccole o grandi croci quotidiane, spesso ci lamentiamo, protestiamo e scarichiamo sugli altri i nostri pesi e le nostre responsabilità.

Ricordiamo in questa stazione tutti coloro che non hanno pazienza e forza per portare la fatica della vita e il peso del soffrire e del patire umano.

 

Preghiamo: Gesù, donaci la forza di saper accettare le nostre croci e di guardare con grande rispetto ed attenzione alle croci dei nostri fratelli, che, molto frequentemente, sono più dure e pesanti delle nostre. Amen.

 

TERZA STAZIONE

GESU’ CADE LA PRIMA VOLTA SOTTO LA CROCE

Dal libro del profeta Isaia  (Is 53, 4-5)

<<Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità>>.

 

E’ nella costituzione di ogni essere umano che sotto la fatica, la stanchezza e il dolore si possa cadere nel viaggio della vita. Tu Gesù, per la prima volta, cadi lungo la strada che dalla città santa, ti porterà al Calvario, il luogo del cranio, fuori dalle mura, dove sarai crocifisso perché così deciso dalle autorità politiche e religiose del tempo. La tua prima caduta rammenta a noi, esseri mortali, le nostre prime volte in tante cose che hanno segnato la nostra storia personale nel peccato, dalle quali ci siamo ripresi nella speranza di non dovere più cadere. Non è stato così, più volte siamo caduti, come è successo a Te, e più volte ci siamo rialzati con la tua grazia.

Ricordiamo in questa stazione tutti i nostri fratelli nella fede che sentono il peso dei propri errori e dei propri peccati, soprattutto contro la vita nascente e la difesa della dignità della persona umana.

 

Preghiamo: Gesù donaci la grazia di non peccare più e di pentirci dal profondo del nostro cuore dei nostri piccoli o grandi errori, ripetuti senza la minima consapevolezza che ogni peccato da noi commesso è un’offesa a Te, a noi stessi e alla Chiesa. Amen.

 

 

QUARTA STAZIONE

GESU’ INCONTRA LA SUA SANTISSIMA MADRE

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2, 34-35. 51)

<<Simeone parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima” …Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore>>.

Come in tutti i momenti più sofferti della vita chi ti trovi vicino? Proprio colei che ti ha dato la vita. Così è per noi e così è stato per Te Gesù. Lungo la strada del Calvario Ti sei incontrato con la Tua Madre. Non avete proferito parole, vi siete capiti con uno sguardo, lo sguardo dell’amore e del perdono. Possano le mamme di questo mondo curare l’amore verso i figli e seguirli soprattutto nei momenti più duri della loro vita.

 

Ricordiamo in questa stazione tutte le mamme che si sacrificano quotidianamente per i loro figli, specialmente verso quelle creature con seri problemi di salute.

 

Preghiamo: Gesù nell’incontro con la tua Santissima Madre, lungo la via del Calvario, ci aiuti a comprendere quanti sia importante camminare insieme, nell’unità della famiglia naturale e nella famiglia ecclesiale, sulle strade della vita, non sempre facili da percorrere, soprattutto se sono in salita ed hanno una meta ben precisa: quella della risurrezione e della vita. Amen

 

QUINTA STAZIONE

GESU’ E’ AIUTATO DAL CIRENEO A PORTARE LA CROCE

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 15, 21)

<<Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce>>.

Costringere qualcuno a fare qualcosa contro la propria volontà è sempre una violenza, soprattutto quando si tratta di portare la croce degli altri e assumere responsabilità non proprie. Questo uomo di Cirene, passato alla storia della cristianità, ci aiuta a capire il dramma di tante persone costrette a fare cose ignobili per la prepotenza di chi comanda e che schiaccia la libertà e sopprime ogni diritto della persona. Gesù non chiede di essere aiutato, in questo caso, e certamente quando si è visto sollevare, almeno per un pò, dal peso della fatica della croce, ha guardato con occhio di amore e comprensione Simone di Cirene, che da quello sguardo di gratitudine di Gesù ha ricevuto la giusta consolazione.

 

Ricordiamo in questa stazione quanti in questo nostro tempo sono schiacciati dai potenti della terra, che negano loro ogni diritto naturale e civile e che spesso sono violati nelle cose più sacre e nei valori più essenziali.

 

Preghiamo: Gesù, lungo la via del Calvario hai incontrato una persona che ti ha aiutato, forse contro la sua stessa volontà, a portare, per un tratto, la tua croce. Donaci la forza di prendere sulle nostre spalle le croci di quanti sono nelle molteplici situazioni di dolore di questo nostro mondo. Vogliamo essere, anche noi, per tutto il tempo necessario, a sollevare le sofferenze degli altri, i Cirenei del XXI secolo, che con Cristo salgono il Calvario di questa umanità. Amen.

 

 

SESTA STAZIONE

GESU’ E’ ASCIUGATO IN VOLTO DALLA VERONICA

 

Dal libro del profeta Isaia (Is 53, 2-3)

 

<<Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia>>.

 

Gesù, lungo la via della tua croce, hai ricevuto un gesto bellissimo, tipico della sensibilità femminile. Dopo l’aiuto dell’uomo, è arrivata la tenerezza di una donna che ti asciuga il volto, mentre sali il Calvario, tra sofferenze indicibili, al punto tale che lasci il segno di questo tuo volto insanguinato su quel panno bianco, su quella tovaglia nitida, reliquia della tua passione e morte in croce. Veronica sarà il nome di ogni donna che asciuga le lacrime e il sangue versato dalle persone che amano e sanno perdonare.

 

Ricordiamo in questa stazione tutte le donne del mondo, soprattutto quelle che sono offese nella loro dignità, sono state umiliate e violentate. Ricordiamo tutte le donne che hanno una sensibilità umana ed una tenerezza speciale verso chi soffre ed è abbandonato.

 

Preghiamo: Grazie Gesù che ci dai l’opportunità, mentre vai a Calvario, di apprezzare il gesto di questa straordinaria donna coraggiosa che va incontro a Te per donarti un temporaneo sollievo e per pulire il tuo volto e i tuoi occhi perché Tu veda meglio le debolezze e le cattiverie del genere umano e sappi apprezzare l’operato di quanti, nel tuo nome, si fanno Veroniche lungo le strade tortuose di questo mondo. Amen.

SETTIMA STAZIONE

GESU’ CADE LA SECONDA VOLTA SOTTO LA CROCE

 

Dal libro delle Lamentazioni (Lam 3, 1-2. 9. 16)

 

<<Io sono l’uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira. Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce… Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri… Mi ha spezzato con la sabbia i denti,

mi ha steso nella polvere>>.

 

Cadere e ricadere è la realtà della vita di ogni essere umano. E’ la debolezza della natura umana. E questo non solo riguarda la sfera biologica e fisica, ma soprattutto quella interiore e morale. In questa seconda caduta di Gesù, di cui, come della prima, non parlano i testi sacri, troviamo un preciso richiamo a prendere coscienza delle nostre mancate promesse fatte a Dio. Non sappiamo calcolare bene ciò che realmente possiamo fare da soli: nulla. Con l’aiuto di Dio e con la sua grazia possiamo fare molto, basta che non abbandoniamo la strada della fede che abbiamo intrapreso e che ci invita a fissare il nostro sguardo sul Cristo pellegrino tra i vari monti del dolore di questo mondo.

 

Ricordiamo in questa stazione tutti coloro che persistono in una situazione di peccato e che danno evidente scandalo con il loro modo di comportarsi.

 

Preghiamo: Signore converti il nostro cuore all’amore. Facci comprendere che vivere nella tua santa grazia, lontani da ogni caduta di ordine morale e spirituale, ci aiuta nel cammino della santità, il cui centro è la tua e nostra Pasqua. Amen.

 

OTTAVA STAZIONE

GESU’ INCONTRA LE PIE DONNE DI GERUSALEMME

Dal Vangelo secondo Luca  (Lc. 23, 28-30)

 

<<Gesù, voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?”>>.

 

La strada del Calvario, percorsa da Gesù, è disseminata da tanti personaggi, tra cui un consistente gruppo di donne pie che, chiaramente vicine a Gesù, piangono nel vederlo soffrire e in quella estrema condizione di dolore. Gesù apprezza questo loro gesto di empatia e di vicinanza al suo dolore, ma coglie l’occasione per invitare quelle donne, per lo più tutte mamme, a riflettere sulla condizione dei propri figli, in considerazione del fatto che saranno trattati più duramente da chi ha in mano il potere. L’invito a versare lacrime di dolore sul frutto del loro grembo, i figli, è chiaro riferimento alle sofferenze che intere generazioni, nel nome di Cristo dovranno soffrire, a partire dai primi martiri.

 

Ricordiamo in questa stazione tutte le mamme del mondo in pena per i loro figli, per motivi di salute, di mancanza di lavoro, di conforto e di sostegno di ogni genere.

 

Preghiamo: Signore dona conforto e speranza a tutte le madri di questa valle di lacrime, nella quale è più frequente l’esperienza della sofferenza e meno quella della gioia. Sii vicino alle madri che sperano in un mondo migliore per i loro giovani figli. Amen.

NONA STAZIONE

GESU’ CADE LA TERZA VOLTA SOTTO LA CROCE

 

Dal libro delle Lamentazioni (Lam. 3, 27-32)

 

<<È bene per l’uomo portare il giogo fin dalla giovinezza. Sieda costui solitario e resti in silenzio, poiché egli glielo ha imposto; cacci nella polvere la bocca, forse c’è ancora speranza; porga a chi lo percuote la sua guancia, si sazi di umiliazioni. Poiché il Signore non rigetta mai… Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo la sua grande misericordia>>.

 

Non c’è due senza tre, dice un antico motto sapienziale, per dire che è possibile cadere non una, ma più volte, nonostante le nostre promesse. La stessa cosa accade a Gesù, nel suo viaggio al Calvario. Anche se non è citato nel vangelo questa triplice caduta sotto il legno della croce, il fatto che sia stata inserita nel rito tradizionale della Via Crucis, limitandosi al numero tre, sta ad indicare la perfezione nel dolore di Cristo che tocca il vertice cadendo a terra, sulla quale sono passati i suoi piedi santissimi, ridando a quella terra e a quella via di Gerusalemme la giusta valorizzazione per raggiungere la meta finale del Regno.

 

Ricordiamo in questa stazione quanti si sono allontanati definitivamente dalla fede e non praticano più la religione cattolica. Senta, ognuno, di loro il bisogno di ritornare alla casa del Padre e di rialzarsi.

 

Preghiamo: Donaci o Gesù la forza di combattere i dubbi che attanagliano la nostra mente e non ci fanno credere fermamente in Te. Aumenta la nostra fede con la forza della preghiera e dell’ascolto di Te, che sei la Parola di Dio vivente. Amen.

DECIMA STAZIONE

GESU’ E’ SPOGLIATO DELLE  SUE VESTI

 

Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 24)

<<I soldati si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere>>.

 

Nudi siamo venuti al mondo e nudi ce ne andiamo da questo mondo. Gesù viene denudato, prima di essere crocifisso, e spogliato della tunica, di un solo pezzo, per insegnare a noi il distacco da ogni cosa di questa terra. Nulla ci porteremo nell’eternità e tutto lasceremo in eredità. La miseria umana, l’attaccamento alle cose materiali fanno sì che i soldati si giochino a sorte la tunica di Gesù per entrarne in possesso, non come bene spirituale, ma come bene materiale da usare o da spendere sul mercato dell’usato. Gesù spogliato di tutto e alcuni ricchi di tutto, al punto tale che la ricchezza non fa più vivere e addirittura ci mette nella condizione di essere seriamente preoccupati per le cose che possediamo e per la fine che faranno una volta che non siamo più a conteggiare o aumentare quello che già è in nostro possesso e nella nostra disponibilità.

 

Ricordiamo in questa stazione tutti coloro che sono avidi di denaro e che curano la cultura dell’avere, piuttosto che quella dell’essere. Possano ritornare sulla retta strada del distacco dal possesso terreno.

 

Preghiamo: Signore fa che nulla anteponiamo al tuo amore e alla tua amicizia. I beni della terra non ci distraggano dal possesso pieno e duraturo dei beni del cielo, quelli che ci danno la vera gioia e la felicità autentica. Amen.

UNDICESIMA STAZIONE

GESU’ E’ INCHIODATO SULLA CROCE

Dal Vangelo secondo Marco (Mc.15, 25-27)

 

<<Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. E l’iscrizione con il motivo della condanna diceva: “Il re dei Giudei”. Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra>>.

 

Essere inchiodato sulla croce, per Gesù è stato un dolore inimmaginabile per il procedimento adottato, con la perforazione delle mani e dei piedi, utilizzando chiodi di spessore consistente per reggere il corpo una volta elevato dalla terra e conficcata la croce nel terreno. Un dolore doppiamente avvertito per l’aspetto umano e spirituale, davanti alla tanta ingratitudine del genere umano. Lui che era passato beneficando tutti e sanando ogni sorta di malattia, si trova bloccato mani e piedi al patibolo più infamante della storia dell’umanità. Eppure Gesù permette questo strazio, ben sapendo che sarà limitato il tempo per l’uomo in cui, impunemente, può violare il suo corpo, inchiodato sulla croce, in attesa della risurrezione.

 

Riordiamo in questa stazione tutti i crocifissi della storia dell’umanità, soprattutto quelli di religione cristiana, che sull’esempio del divino Maestro sono morti martiri per la fede.

 

Preghiamo: Signore dall’albero della croce volgi il tuo sguardo misericordioso sulle sofferenze di quanti sono costretti all’immobilismo totale a causa di malattie rare, non ben curate o ereditate o che sono rimasti inabili in incidenti di ogni genere. Dona a tutti Gesù il conforto nelle loro invalidità fisiche e mentali. Amen.

DODICESIMA STAZIONE

GESU’ MUORE IN CROCE

Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 33-34. 37. 39)

 

<<Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì , Eloì , lema sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?… Ed egli, dando un forte grido, spirò …Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio!”>>.

 

Gesù muore in croce nel supremo atto di amore verso di noi. Tre ore di agonia, durante le quali pronuncia parole di infinita attenzione e preoccupazione verso di noi. Dal perdono chiesto al Padre per noi, alla promessa del paradiso al ladrone pentito, all’affidamento dell’umanità alla custodia della sua Mamma e all’accoglienza di Lei nella casa del discepolo prediletto, al grido di aiuto e di dolore rivolto al Padre in un momento di abbandono, al desiderio di essere dissetato nel corpo e nello spirito, al compimento dell’opera della redenzione, al momento della sua morte in croce. Ore in cui l’amore di Cristo Crocifisso rivela tutta la potenza costruttrice di un’umanità nuova, che sa accogliere la croce, la sa portare con dignità, la sa innalzare con orgoglio e la sa valorizzare per il bene e per la vittoria finale.

 

Ricordiamo in questa stazione tutti i moribondi e tutti coloro che sono passati a miglior vita dopo un breve o lungo calvario di pene e sofferenze indicibili.

 

Preghiamo: O Gesù volgo il mio povero sguardo a Te che sei morto in croce, divenuta con Te il segno più evidente di un amore immenso e condiviso. Fa che dall’albero della croce sorgano tempi di vita e risurrezione per tutti gli uomini di questo mondo, in cui la croce non continui ad essere simbolo di morte e di violenza, a causa di un cuore senza amore. Amen.

 

TREDICESIMA STAZIONE

GESU’ E’ DEPOSTO DALLA CROCE

 

Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 42-43. 46)

 

<<Sopraggiunta ormai la sera, Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il Regno di Dio, comprato un lenzuolo, calò il corpo di Gesù giù dalla croce>>.

 

La legge della natura prevede che dopo la morte, passato il tempo necessario, il corpo riceva degna sepoltura. Per procedere a questo rito, Gesù viene calato dalla croce dalle persone più care della sua vita. Tra di esse c’è la sua Mamma, le pie donne, Giuseppe d’Arimatea e Giovanni, l’unico che era presente sul Calvario, alla morte del Signore. Con gesti di amore e di attenzione, con il dolore nel cuore, con la delicatezza di anime elette, Gesù scende lentamente dalla croce e viene deposto sulle ginocchia della sua Mamma. Nella sua nascita, come nella sua morte è la sua Mamma ad accoglierlo, prima nel grembo purissimo e, dopo la morte, tra le braccia e sulle ginocchia, simbolo della Terra riconciliata con il cielo, anche attraverso il Sì generoso di Maria, la Madre del Redentore e la Madre della Chiesa.

 

Ricordiamo in questa stazione le sofferenze delle mamme e dei papà per la perdita di un loro giovane figlio, per cause naturali o per altri motivi.

 

Preghiamo: O Gesù, tra le braccia e sulle ginocchia della tua amatissima Madre sei l’immagine della pietà che genera amore e conforto, nonostante la conclusione cruenta del tuo tempo cronologico tra di noi. Dal grembo di Maria Santissima fa sorgere, soprattutto oggi, un’umanità capace di andare oltre il tempo, la morte e il dolore, per aprirsi alla certezza dell’eternità, della vita, oltre la vita, e della gioia oltre i confini del soffrire. Amen.

QUATTORDICESIMA STAZIONE

GESU’ E’ DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 46-47)

 

<<Giuseppe d’Arimatea, avvolto il corpo di Gesù in un lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l’entrata del sepolcro. Intanto Maria di Magdala e Maria madre di Joses stavano ad osservare dove veniva deposto>>.

 

Gesù è deposto nel sepolcro, ma l’alba della risurrezione già risuona nel cuore di Maria e di tutti i veri credenti in Cristo. La morte non è l’ultima parola di Gesù e dopo di lui neanche per ogni essere umano che viene in questo mondo. L’ultima parola è la risurrezione e la vita. Quel sepolcro nuovo, preparato da Giuseppe e messo a disposizione di Gesù è già pieno di luce. Bisogna solo attendere un po’, appena tre giorni, e la pietra rotolata via per potenza divina, dirà al mondo che Cristo non è morto, ma è risorto e in Lui anche noi risorgeremo a vita nuova.

 

Ricordiamo in questa stazione tutti i fratelli defunti, le anime sante del purgatorio e in particolare tutti i nostri parenti e familiari che sono morti e che attendono di raggiungere il Paradiso, nell’attesa della risurrezione finale, nel giudizio universale.

 

Preghiamo: Gesù vederti morto e deposto in una tomba, per quanto nuova ed accogliente, lascia dentro i nostri sguardi un po’ di tristezza, velata, ma vera. Sai, non sempre siamo in grado di pensare alla vita oltre la morte, soprattutto di fronte alla perdita di persone care. Donaci la grazia di essere forti di fronte alla perdita dei propri cari e di pensare alla risurrezione finale. Amen.

 

 

 

CONCLUSIONE

 

 

Secondo le intenzioni del Sommo Pontefice: Pater, Ave e Gloria.

 

Dagli scritti di San Paolo della Croce.

 

<<Fortunata l’anima che rivestita di Gesù Crocifisso e tutta permeata dalle sue pene santissime, se ne sta tutta immersa e inabissata nell’immenso amore della divina carità ed ivi, attratta da ogni cosa creata, si riposa nel seno dell’amato Bene>>.

 

 

Preghiamo: O Padre che hai dato come modello agli uomini Gesù Cristo nostro Salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce, concedi a noi, che abbiamo percorso la Via Crucis, in ricordo della Passione di Cristo, di avere sempre presente questa suprema prova di amore, per partecipare alla gloria della risurrezione. Egli vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

  1. Il Signore sia con voi.
  2. E con il tuo spirito.

 

  1. Vi benedica Dio onnipotente: Padre, Figlio e Spirito Santo.
  2. Amen

 

  1. Benediciamo il Signore.
  2. Rendiamo grazie a Dio.

P.RUNGI. COMMENTO ALLA TERZA DOMENICA T.O. – 21 GENNAIO 2018

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III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

 

Domenica 21 Gennaio 2018

 

L’urgente esigenza di convertirci per seguire davvero Cristo.

 

Commento di padre Antonio Rungi

 

C’è il rischio oggi, più di ieri, di sentirsi santi e perfetti, quando non lo siamo affatto, in quanto tutti siamo peccatori e tutti siamo chiamati ad una sincera conversione della nostra vita a Dio.

Non per il fatto che non si commettono alcuni gravi peccati che uno può ritenersi giusto e santo davanti a Dio e agli altri; anzi in ragione del nostro appiattimento su uno stile di vita cristiana, basato sulla ripetitività ed aridità degli atti, dell’osservanza di certe norme e leggi morali, si può ingenerare in chi è credente e praticante la convinzione di essere santo.

Dal canto suo chi è lontano dalla fede e dalla pratica religiosa può ritenersi nel giusto anche lui, in quanto la scelta di non vivere e praticare la fede fa parte delle decisioni personali, assunte davanti a Dio e delle quali renderà conto solo a Lui. Si ritiene, quindi giusto, anche non vivendo di fede e operando per fede.

Allora chi deve convertirsi? Chi avverte il bisogno di convertirsi davvero? I presunti perfetti non avvertono la necessità di farlo; chi si è allontanato dalla fede non si pone neppure il problema. Chi ci resta lo farà e sentirà la necessità? Andiamo con ordine e vediamo cosa ci dice la parola di Dio di oggi.

La liturgia della Parola di Dio di questa terza domenica, infatti, ci dice chiaramente che tutti siamo invitati a convertirci: i presunti santi e chi si è allontanato dalla fede. I santi veri che avevano ed hanno la coscienza di non essere completamente a posto avvertono tale urgenza e seguono la strada maestra della penitenza per convertirsi maggiormente.

Nella prima lettura, tratta dal Libro del profeta Giona vediamo all’opera questo grande predicatore dell’Antico Testamento che su invito di Dio si mette a percorrere le strade della città di Ninive, abbastanza grande ed estesa, per invitare tutti gli abitanti di essa a cambiare vita e condotta, in quanto l’immoralità era alta in questo luogo conosciuto come luogo di peccato.

Il rischio della distruzione imminente della città era reale, I quaranta giorni ulteriori dati per attuare un risanamento indicano il tempo ultimo per tornare sulla strada giusta. Riferimento indiretto alla Quaresima.

La risposta dei Niniviti alla predicazione di Gioia fu quella di bandire un digiuno, di vestire il sacco, quale segno esteriore di penitenza. E ciò lo fecero i grandi e piccoli. Di fronte a questo atteggiamento nuovo di tutto il popolo: “Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece”.

Il cambiamento personale e collettivo degli abitanti di Ninive fece rivedere la decisione che aveva assunto Dio nei loro confronti e che aveva comunicato a Giona, il quale si era fatto portavoce di conversione per tutti gli abitanti.

Come è facile comprendere da testo, quando c’è la volontà ed effettivamente si opera nella direzione giusta, il cuore di Dio si commuove e si muove a compassione di noi e viene ulteriormente in nostro aiuto e soccorso. Ci evita altre sofferenze.

Sul tema della conversione è incentrato il Vangelo di oggi, tratto dal testo di San Marco. All’opera, in questo caso, troviamo Gesù stesso, quale perfetto predicatore, che inizia il suo ministero pubblico con la sua prima predica ufficiale, incentrata sulla conversione. Diceva, infatti, Gesù: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Il tempo compiuto indica ormai la presenza del Messia e del Salvatore in mezzo all’umanità.

Era ormai il tempo di Cristo e chi voleva e vuole mettersi sulla stessa strada non doveva e non deve fare altro che aprire le porte del proprio cuore a Cristo.

Come fecero i primi discepoli di Gesù che, chiamati direttamente da Lui, si posero alla sua sequela. Infatti, Gesù “passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono”.

Assoldati i primi due discepoli, Gesù continuò nella sua opera di reclutamento di altri discepoli intorno alla sua persona, fino ad arrivare al biblico numero di Dodici. Così, “andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui”.

I primi quattro del gruppo sono ormai sicuri e sono uniti sulla scia di Gesù. E’ bello pensare che quattro giovani discepoli, forti della chiamata del nuovo Maestro, lascino ogni cosa e si mettano sulle sue tracce. Il Maestro avanti, come era prassi, e i discepoli dietro per attuare una vera e visibile sequela. Come sarebbe bello che anche oggi fossero tanti i giovani che sentano la chiamata di Dio e si mettano alla sua sequela rispondendo alla chiamata alla vita sacerdotale, religiosa e missionaria.

Di fronte a questo discorso della conversione e della sequela, l’Apostolo Paolo, scrivendo ai cristiani di Corinto, nella sua prima lettera rivolta a questa comunità, a rischio per l’immoralità che serpeggiava in quel luogo, esprime con chiarezza il suo pensiero in merito ad un radicale cambiamento della propria vita, nella prospettiva delle cose che verranno e che ci interpellono: “il tempo si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!”.

La consapevolezza che tutto è provvisorio di fronte all’eternità, spinge l’apostolo Paolo a raccomandare ai suoi cristiani di Corinto a vivere distaccati dagli affetti e dai beni terreni e a concentrarsi completamente sui beni eterni, in quanto passa la figura di questo mondo e si apre quella dell’eternità.

A conclusione della nostra riflessione sulla parola di Dio di oggi, incentrata sul tema della conversione permanente che dobbiamo attuare nella nostra vita di cristiani, sia questa la nostra umile preghiera: “O Padre, che nel tuo Figlio ci hai dato la pienezza della tua parola e del tuo dono, fa’ che sentiamo l’urgenza di convertirci a te e di aderire con tutta l’anima al Vangelo, perché la nostra vita annunzi anche ai dubbiosi e ai lontani l’unico Salvatore, Gesù Cristo. Amen.

 

 

P.RUNGI. MESE DI MAGGIO 2017 CON SAN PAOLO DELLA CROCE

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MESE DI MAGGIO IN ONORE DELLA MADONNA

CON SAN PAOLO DELLA CROCE

SUSSIDIO A CURA DI PADRE ANTONIO RUNGI PASSIONISTA

MESE DI MAGGIO 2017

 

Introduzione

 

Il 29 giugno 2017 ricorrono 150 anni dalla Canonizzazione di San Paolo della Croce, fondatore della Congregazione della Passione (Passionisti), Era il giorno 29 giugno 1867, solennità dei Ss. Apostoli Pietro e Paolo, quando Papa Pio IX, assistito da numerosi vescovi e Cardinali, circondato da numeroso popolo, proclamava santo Paolo della Croce nella Basilica di San Pietro. Qui, dopo la proclamazione della santità del Fondatore dei Passionisti veniva collocata, al lato destro della sede petrina della Basilica Vaticana, ancora oggi conservata, la statua del Fondatore dei Passionisti, in segno di stima verso questo predicatore e missionario di Gesù Crocifisso e dei dolori di Maria, che ha lasciato una traccia indelebile nella spiritualità della Chiesa cattolica.

In occasione di questo evento speciale, ho ritenuto opportuno predisporre un “Mese mariano con San Paolo della Croce”, valorizzando i titoli mariani, la sua devozione personale, i dogmi professati, i santuari conosciuti e visitati (Cerro, vicino Genova; Montenero, vicino Livorno; Santa Maria Maggiore a Roma; Catena a Gaeta; Civita a Itri) i ritiri costruiti (Presentazione del Monte Argentario, Santa Maria di Corniano a Ceccano, Santa Maria di Pugliano a Paliano), con il riferimento agli scritti del Fondatore dei Passionisti, che sono una ricchezza straordinaria anche in riferimento al culto mariano e alla mariologia.

 

CENNI BIOGRAFICI

 

Paolo Danei nasce ad Ovada (Alessandria), secondo di sedici figli, all’alba del 3 gennaio 1694 da Luca e Annamaria Massari. Ancora bambino apprende dalla mamma l’amore verso il Crocifisso che caratterizzerà tutta la sua vita. Nel 1720 una visione lo orienta più chiaramente. Rapito in spirito si vede “vestito di nero sino a terra”. La Madonna più volte gli indica la strada e gli mostra anche l’abito della nuova congregazione che avrà nella passione di Gesù la ragione del suo esistere. Il 22 novembre dello stesso anno monsignor Francesco Arborio Gattinara vescovo di Alessandria lo riveste di una tunica nera da eremita. Paolo si ritira in una stanzetta attigua alla chiesa di San Carlo a Castellazzo Bormida (Alessandria). Vi resta chiuso dal 23 novembre 1720 al primo gennaio 1721.  Dal 2 al 7 dicembre scrive la regola dei Passionisti. L’agosto successivo parte per Roma con la speranza di essere ricevuto dal papa cui intende chiedere l’approvazione del nuovo istituto. Da una guardia viene respinto come uno dei tanti avventurieri. Paolo, amareggiato, si reca a pregare nella chiesa di Santa Maria Maggiore dove rinnova l’impegno di fondare la congregazione ed emette il voto di dedicarsi a risvegliare nel cuore dei fedeli la “memoria della passione di Gesù”. Tornando a casa si ferma brevemente sul Monte Argentario (Grosseto): vi tornerà presto con il fratello Giovanni Battista vestito da eremita anche lui e fin dall’infanzia suo inseparabile compagno di penitenza, di contemplazione e di ideali. Il 21 maggio 1725 il papa Benedetto XIII gli concede a voce il permesso di radunare compagni consacrati alla stessa missione. Per oltre un anno si ferma a Roma presso l’ospedale di San Gallicano; insieme al fratello si dedica all’assistenza degli ammalati anche se l’istituto coltivato nel cuore ha ben altre finalità. Con Giovanni Battista viene ordinato sacerdote in San Pietro dal papa Benedetto XIII. Nel 1728 i due fratelli tornano all’Argentario. Il 14 settembre 1737 sul monte Argentario inaugura la prima casa religiosa dedicata alla Presentazione di Maria al tempio. L’ha disegnata lui con il suo bastoncello. Quando era ancora a Castellazzo la Madonna gli aveva detto: “Paolo, vieni all’Argentario dove sono sola”. Nel 1741, il 15 maggio, arriva l’approvazione delle Regole da parte del papa Benedetto XIV. L’11 giugno 1741 insieme a cinque compagni emette la professione religiosa: sulla tonaca nera indossata dai religiosi compare per la prima volta il tipico stemma passionista. In questa circostanza Paolo aggiunge al suo nome l’appellativo “della Croce”. Nel 1773 apre a Roma quella casa religiosa che sarà la sede centrale della Congregazione: la basilica e il convento dei Santi Giovanni e Paolo, a Celio. trascorre il resto della sua vita. Vi muore  il pomeriggio del 18 ottobre 1775. Amare la chiesa, vivere nella preghiera, nella solitudine e nella povertà; contemplare il Crocifisso; predicare a tutti la passione di Gesù. Queste le sue ultime volontà. Pio IX lo proclamerà santo nel 1857.

 

PREGHIERA

O Padre, che hai ispirato a san Paolo, della Croce un grande amore per la passione del tuo Figlio, fa’ che scorretti dal suo esempio e dalla sua intercessione non esitiamo ad abbracciare la nostra croce. Te lo chiediamo nel nome di Maria, Madre Addolorata. Amen.

 

1 Maggio 2017: Maria Madre di Dio

 

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Colossesi.

“Tutto ciò che fate in parole e opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre” (Col 3,17).

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Maria Santissima è un pelago sì profondo di perfezioni, che a me non basta l’animo di parlarne (I, 349).

 

Preghiera: O Dio, nostro Padre,  sull’esempio della Beata Vergine Maria, Madre della lode perenne, fa’ che nella nostra vita rendiamo testimonianza al tuo amore e godiamo i frutti della giustizia e della pace. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto: Dedicherai un tempo della tua giornata nel servizio disinteressato agli altri senza attenderti ricompense di alcun genere.

 

2 Maggio 2017: Maria, Madre di Gesù e degli uomini

 

Dal Vangelo di Luca

“Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono…Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre». (Lc 1,39-45)

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Le ricchezze di questa sovrana Signora sono tante, che solamente quel gran Dio che l’ha arricchita di sì gran tesori, le conosce (I, 349).

 

Preghiera: Dio di bontà infinita, concedi ai tuoi fedeli, per intercessione della beata Vergine Maria, madre di misericordia, di sperimentare sulla terra la tua clemenza, e di contemplare la tua gloria nel cielo. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto. Oggi ti impegnerai a riconciliarti con le persone con le quali non ti parli e sarai strumento di riconciliazione per gli altri.

 

3 Maggio 2017: Maria di Nazareth

 

Dal libro del profeta Isaia

“Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa quanti la amate. Sfavillate di gioia con essa voi tutti che avete partecipato al suo lutto. Così succhierete al suo petto e vi sazierete, deliziandovi, all’abbondanza del suo seno. Poiché così dice il Signore: «Ecco io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la prosperità; come un torrente in piena la ricchezza dei popoli; i suoi bimbi saranno portati in braccio, sulle ginocchia saranno accarezzati. Come una madre consola un figlio così io vi consolerò; in Gerusalemme sarete consolati. Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore, le vostre ossa saran rigogliose come erba fresca. la mano del Signore si farà manifesta ai suoi servi” (Isaia 49,15 ss).

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

La gran Regina ha patito dolori che da mente umana non si possono capire, tanto sono stati intensi a proporzione dei suoi sentimenti.

 

Preghiera: O Dio, che nella tua provvidenza tutto disponi secondo un disegno di amore, per l’intervento della Vergine Maria, Madre del tuo Figlio, allontana da noi ogni male e donaci ciò che giova al nostro vero bene.

 

Fioretto: Oggi non farai mancare il necessario al sostentamento personale a quelle persone che sai che stanno in stretta necessità. Fai un’opera di bene.

 

4 Maggio 2017: Maria presentata al tempio

 

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

“Fratelli, sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio” (2Cor. 1,3ss).

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Il Cuore di Maria ha amato ed ama più Dio che tutto il paradiso insieme : voglio dire più che tutti gli angeli e santi che sono stati, sono e saranno (I. 321).

 

Preghiera: O Padre, che per mezzo della Vergine Maria hai mandato al mondo il consolatore promesso dai profeti, Gesù Cristo tuo Figlio, per sua intercessione fa’ che possiamo ricevere e condividere con i nostri fratelli l’abbondanza delle tue consolazioni. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto: Oggi ti impegnerai ad attuare concretamente una delle  sette opere di misericordia corporale, consolando gli afflitti.

 

5 Maggio 2017: Vergine della Visitazione

 

Dal Vangelo di Matteo

L’angelo disse alle donne: « Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l’ho detto ». Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli. Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: « Salute a voi ». Ed esse, avvicinatesi, gli cinsero i piedi e lo adorarono” (Mt 28, 1ss)

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

La gran ferita d’amore di cui fu felicemente piagato il suo purissimo Cuore fin dal primo istante della sua purissima Immacolata Concezione, crebbe tanto in tutto il corso della santissima sua vita, sinché penetrò tanto addentro che fece partire dal corpo quell’anima santissima (I,349).

 

Preghiera: O Dio, che nella gloriosa risurrezione del tuo Figlio hai ridato la gioia al mondo intero, per intercessione di Maria Vergine concedi a noi di godere la gioia della vita senza fine. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto: Oggi sarai strumento di gioia per gli altri, eviterai con particolare cura di far soffrire qualcuno.

 

6 Maggio 2017: Vergine Immacolata

 

Dal Vangelo di Giovanni

“C’era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei. Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: « Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui ».Gli rispose Gesù: « In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio ». Gli disse Nicodèmo: « Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere? ». Gli rispose Gesù: « In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito, è spirito» (Gv 3,1-6)

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Chi vuol piacere a Maria Santissima bisogna che più s’umili, più s’annichili, perché Maria fu la più umile fra tutte le creature e perciò piacque a Dio.

 

Preghiera: Padre buono, donaci il tuo Santo Spirito, perché guidi ogni nostra azione e irradi sul cammino della Chiesa la luce di santità, che rifulse in tutta la vita della Vergine Maria. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto: Oggi ti dedicherai in modo speciale a rivivere le promesse battesimali, vistando il fonte battesimale.

 

 

7 Maggio 2017: Cuore purissimo di Maria

 

Dagli Atti degli Apostoli.

“Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato. Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C’erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfèo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui” (Atti 1,6-14)

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Facciamo festa e giubiliamo in Dio nostro bene, nel gran trionfo di Maria Santissima nostra gran Regina e Madre, e godiamo che sia. esaltata sopra tutti i cori degli angeli, e collocata alla destra del suo divin Figliolo (I, 349).

 

Preghiera: O Padre, che hai effuso i doni del tuo Spirito sulla beata Vergine orante con gli Apostoli nel Cenacolo, fa’ che perseveriamo unanimi in preghiera con Maria nostra madre per portare al mondo, con la forza dello Spirito, il lieto annunzio della salvezza.

 

Fioretto: Oggi ti dedicherai in modo speciale alla preghiera personale e comunitaria, soprattutto in parrocchia.

 

8 Maggio 2017: Regina e Madre Bambina

 

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti». Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre».

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Maria è la tesoriera delle grazie, e Sua Divina Maestà vuole che tutte passino per le sue mani (I, 350).

 

 

Preghiera: Assisti i tuoi fedeli, Signore, nel cammino della vita, e per l’intercessione materna della beata Vergine Maria, madre e maestra, fa’ che giungiamo felicemente al tuo santo monte, Cristo Gesù, nostro Signore.

 

Fioretto: Oggi ti impegnerai a pregare il Santo Rosario per intero, tutti i 20 misteri, nell’arco della giornata.

 

9 Maggio 2017: Madre del Verbo Umanato

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Carissimo, uno solo è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto banditore e apostolo – dico la verità, non mentisco  -, maestro dei pagani nella fede e nella verità. Voglio dunque che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando al ciclo mani pure senza ira e senza contese” (2, 5-8).

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Quella gran ferita d’amore, di cui fu dolcemente piagato il suo purissimo cuore sino dal primo istante della purissima immacolata sua concezione, crebbe tanto in tutto il corso della sua santissima vita, sinché penetrò tanto dentro che ne fece partire dal corpo quell’anima santissima.

 

Preghiera: Padre santo, sorgente dell’unità e origine della concordia, fa’ che le varie famiglie dei popoli, per intercessione della beata Vergine Maria, madre di tutti gli uomini, formino l’unico popolo della nuova alleanza. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto: Oggi sarai strumento di unità e di coesione negli ambienti di vita e di lavoro.

 

 

10 Maggio 2017: Maria Addolorata

 

Dal Vangelo secondo Luca

 

“In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: « Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo ». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse : «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo parti da lei. Parola del Signore”(Lc 1,26-38).

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Così questa morte d’amore più dolce della stessa vita, diede fine a quel mare di dolori che questa gran Madre patì per tutto il corso della santissima sua vita, non solamente nella ss. Passione di Gesù, ma in vedere tante offese che si facevano dagli uomini ingrati alla divina maestà.

 

Preghiera: O Dio, che nella Vergine Maria, capolavoro del tuo Spirito, ci hai donato le primizie della creazione nuova, fa’ che liberati dalla schiavitù del peccato abbracciamo con tutto il cuore la novità del Vangelo, testimoniando in parole e opere il comandamento dell’amore. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto: Oggi ti sforzerai di essere una persona nuova che sa accogliere il vangelo della speranza con cuore sincero e contrito.

 

11 Maggio 2017: Madre della Croce

 

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!» (Lc 11, 27-28).

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Così dunque facciamo festa e giubiliamo in Dio nostro bene nel gran trionfo di Maria ss. nostra gran Regina e Madre, godiamo che sia esaltata sopra tutti i cori degli angeli, collocata alla destra del suo divin Figliuolo.

 

Preghiera: Dio onnipotente ed eterno, che nella beata Vergine Maria, gloriosa madre del tuo Figlio, hai dato un sostegno e una difesa a quanti la invocano, concedi a noi per sua intercessione di essere forti nella fede, saldi nella speranza, perseveranti nel tuo amore. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto: Oggi reciterai tre volte il Credo durante la giornata, secondo le intenzioni di Papa Francesco.

 

12 Maggio 2017: Madre di Gesù Crocifisso

 

Dal Libro del Siracide

Avvicinatevi tutti a me, voi che mi desiderate, e saziatevi dei miei frutti. Poiché il mio insegnamento è più dolce del miele e il possedermi è più dolce del favo di miele Il mio ricordo durerà di generazione in generazione. Quanti si nutrono di me, avranno ancora fame; e quanti da me si dissetano, avranno ancora sete. Chi mi ascolta, non sarà deluso; e chi compie le mie opere, non peccherà. Chi mi rende onore, avrà la vita eterna.

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

In quel gran Cuore santissimo si può godere delle glorie di Maria Santissima, amandola col cuore purissimo del divin Figliuolo, e se Gesù le dà licenza, fare un volo nel cuore purissimo di Maria e giubilar con lei, rallegrarsi che sano finite tante pene, tanti dolori, e domandar grazia di starsene immersa nell’immenso mare delle pene di Gesù e dei dolori di Maria. Lasciamoci penetrare da queste pene, da questi dolori, e lasciamo che si temperi bene la spada o lancia o dardo, acciò penetri più addentro la ferita d’amore, perché tanto più sarà penetrante la ferita d’amore, più presto uscirà dal carcere la prigioniera.

 

Preghiera: Padre della luce, che per risollevare in Cristo l’umanità decaduta hai eletto la Vergine Maria come sede della Sapienza, donaci con il suo materno aiuto una coscienza profonda dei nostri limiti, per non lasciarci travolgere dall’orgoglio e servirti con l’umiltà che a te piace. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto: Oggi praticherai soprattutto la virtù dell’umiltà. Mettendo da parte orgoglio, superbia ed arroganza.

 

13 Maggio 2017: Maria assunta in cielo

 

Dal Libro del Profeta Isaia

Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: “Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace”; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore.

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Preghi Maria santissima che non tardi più ad impetrarle la grazia di essere vera umile e tutta virtuosa, tutta fuoco d’amore e le dica che se vuole far la carità di ferirle il cuore con un acuto dardo d’amore, che penetri ben a fondo la la spada o lancia, sita in sua mano.

 

Preghiera: Regina della Pace, che ha donato al mondo, Gesù, Principe della Pace, fa che in tutto il mondo la vera pace che Cristo ha portato con la sua croce regni in tuti i cuori e in tutto il mondo. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto: Oggi parteciperai alla santa messa e pregherai per la pace nel mondo.

 

14 Maggio 2017: Madre della Santa Speranza

 

Dagli Atti degli Apostoli

[Dopo che Gesù fu assunto in ciclo], gli apostoli ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato. Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C’erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfèo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui. Al compiersi della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal ciclo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi.

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Preghi per questa minima Congregazione, che Maria la protegga e la provveda di santi operai.

 

Preghiera: Signore, tu sai quanto timidi e incerti sono i pensieri dei mortali;  per intercessione di Maria, madre del buon consiglio, nel cui grembo verginale il Verbo si è fatto uomo,  concedi a noi il tuo Spirito, perché ci faccia conoscere ciò che piace a te  e ci guidi nei travagli della vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,  per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

Fioretto: Oggi valorizzerai i buoni e saggi consigli che le persone rette ti potranno dare; ma sarai anche tu strumento di buon consiglio a chi ti è vicino.

 

15 Maggio 2017: Regina del cielo

 

Dal Vangelo di Giovanni (2,1-11)

In quel tempo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà». Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: « Riempite d’acqua le giare» ; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono». Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Si unisca all’intenzione purissima di questa cara Bambina e sacrifichi se stessa a Dio in odore di soavità, nel cuore purissimo di Maria Santissima. Questo gran cuore, che dopo il Cuore di Gesù, è il Re dei cuori, ha amato ed ama di più Dio, che tutto il Paradiso assieme.

 

Preghiera: O Padre, che nella tua provvidenza mirabile hai voluto associare la Vergine Maria al mistero della nostra salvezza, fa’ che, accogliendo l’invito della Madre, mettiamo in pratica ciò che il Cristo ci ha insegnato nel Vangelo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

 

Fioretto: Oggi visiterai una famiglia in difficoltà portando conforto ai coniugi e se necessario anche un aiuto materiale.

 

 

16 Maggio 2017: Maria Tesoriera di tutte le grazie

 

Dal Libro del Siracide

Io, come vite, produco germogli di grazia, e i miei fiori danno frutti di gloria e di rettitudine. Io sono la madre del bell’amore e del timore, della conoscenza e della santa speranza. In me è la grazia per ogni via e verità, in me ogni speranza di vita e di virtù.

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Perciò lei desideri d’amare Dio, con il cuore di questa gran Bambina, e per farlo si getti in spirito in questo bel cuore, ed ami il Sommo Bene come questo purissimo Cuore, con intenzione di esercitare tutte le virtù, che esercitò Lei.

 

Preghiera. Guarda, o Padre, all’umile tua serva, la Vergine Maria, che sta davanti a te rivestita della gloria del tuo Figlio e adornata di ogni virtù e dono dello Spirito; per sua intercessione, concedi a noi di seguire ciò che è vero e giusto ai tuoi occhi, per giungere alla fonte dell’eterna bellezza e del santo amore. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto: Oggi curerai in modo particolare la tua bellezza spirituale ed interiore, quella  che più conta in questo mondo.

 

17 Maggio 2017: Madre della divina misericordia

 

Dal Vangelo di Giovanni (15, 9-12)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati».

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Ma per fare questo ed avere l’ingresso nel Cuore Santissimo della nostra gran Regina e Madre Bambina, bisogna farsi pure bambina, con la semplicità fanciullesca, colla vera umiltà ed annichilamento del cuore.

 

Preghiera: O Dio, che nell’incarnazione del tuo Figlio hai allietato il mondo intero, concedi a noi che veneriamo Maria, causa della nostra letizia, di camminare costantemente nella via dei tuoi precetti e di tenere fissi i nostri cuori dove è la vera gioia. Amen.

 

Fioretto: Oggi manterrai allegro il tuo ambiente di vita quotidiana, trasmettendo alle persone la gioia vera del cuore.

 

18 Maggio 2017: Madonna del Santo Rosario

 

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo.

Io, Giovanni, vidi un nuovo ciclo e una nuova terra, perché il ciclo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: « Ecco la dimora di Dio con gli uomini ! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il “Dio-con-loro”. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate». E Colui che sedeva sul trono disse: « Ecco, io faccio nuove tutte le cose».

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

L’astinenza dai frutti cominci il 1 agosto, per chi lo vuol fare, ma tutti lo faranno perché vogliono bene assai alla nostra Dolcissima Signora e Madre Maria.

 

Preghiera: O Dio, che nel grembo verginale di Maria hai preparato con arte ineffabile il santuario del Cristo tuo Figlio, fa’ che custodendo integra la grazia del Battesimo, diventiamo tuoi adoratori in spirito e verità, per essere edificati in tempio vivo della tua gloria. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto: Oggi trascorrerai almeno un’ora nella chiesa parrocchiale, per pregare e partecipare alla liturgia del giorno.

 

19 Maggio 2017: Madre dolcissima

 

Dal Vangelo secondo Matteo  (12,46-50)

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti». Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre».

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Compatire Gesù con il cuore addolorato di Maria, questi due cuori sono due fornaci d’amore, anzi una fornace sola, e lei si butti in questo forno acciò consumato tutto l’umido delle imperfezioni diventi un pane mondo per la mensa del Re della Gloria.

 

Preghiera: Signore nostro Dio, che hai fatto della Vergine Maria il modello di chi accoglie la tua Parola e la mette in pratica, apri il nostro cuore alla beatitudine dell’ascolto, e con la forza del tuo Spirito fa’ che noi pure diventiamo luogo santo in cui la tua Parola di salvezza oggi si compie. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto: Oggi rifletterai sulla tua personale chiamata e vocazione, cercando di fare ciò che Cristo ti è chiesto fare.

 

20 Maggio 2017: Aiuto dei cristiani

 

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

S’abissi sempre più spesso nel gran mare della passione di Gesù e dei dolori di Maria, se sarà ben umile farà buona pesca. Si riposi in Dio con umiltà e semplicità bambinesca.

 

Preghiera: O Dio, che nel sangue prezioso del tuo Figlio hai riconciliato a te il mondo, e ai piedi della croce hai costituito la Vergine Maria riconciliatrice dei peccatori, per i suoi meriti e le sue preghiere, concedi a noi il perdono delle colpe e una rinnovata esperienza del tuo amore. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto: Oggi ti accosterai al sacramento della riconciliazione, facendo una confessione generale per liberare la propria coscienza dai peccati della vita passata e presente.

 

21 Maggio 2017: Salute degli infermi

 

Dalla Lettera di S.Paolo Apostolo ai Romani

Giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo; per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio.  E non soltanto questo: noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata  e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Offra il sangue preziosissimo di Gesù e le lacrime di Maria all’Eterno Padre per questo povero peccatore.

 

Preghiera: O Dio, che ci dai la gioia di venerare la Vergine Maria, madre della santa speranza, concedi a noi, con il suo aiuto, di elevare fino alle realtà celesti gli orizzonti della speranza, perché impegnandoci all’edificazione della città terrena, possiamo giungere alla gioia perfetta, mèta del nostro pellegrinaggio nella fede. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto: Oggi alimenterai  il dialogo fraterno, la disponibilità verso gli altri e il dono della speranza.

 

22 Maggio 2017: Stella del Mare

 

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Io, Giovanni, vidi un nuovo ciclo e una nuova terra, perché il ciclo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: «Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il “Dio-con-loro”. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate». E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Ponga sotto il manto di Maria Addolorata i suoi figliuolini, pregandola di bagnarli e ammorbidirgli il cuore con le sue lacrime.

 

Preghiera: O Dio, che nel tuo unico Figlio, hai stabilito la porta della vita e della salvezza, per la materna intercessione di Maria, donaci di perseverare nel tuo amore, finché raggiungiamo la soglia della patria celeste. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

Fioretto: Oggi pregherai in modo speciale la Vergine Santa perché ti spalanchi sempre più la porta della fede, che è Cristo, in questo anno della fede. .

 

23 Maggio 2017: Salus populi romani

 

Dal libro di Giuditta (15,8-10;  16, 13-14)

In quei giorni, il sommo sacerdote Ioakìm, e il consiglio degli anziani degli Israeliti, che abitavano in Gerusalemme, vennero a vedere i benefici che il Signore aveva operato per Israele e inoltre per vedere Giuditta e porgerle il loro omaggio. Appena furono entrati in casa sua, tutti insieme le rivolsero parole di benedizione ed esclamarono al suo indirizzo: «Tu sei la gloria di Gerusalemme, tu magnifico vanto d’Israele, tu splendido onore della nostra gente. Tutto questo hai compiuto con la tua mano, egregie cose hai operato per Israele, di esse Dio si è compiaciuto. Sii sempre benedetta dall’onnipotente Signore». Tutto il popolo soggiunse: «Amen!».

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

S’avvicina la grande solennità dei trionfi di Maria che morì di morte più preziosa e desiderabile della stessa vita, perché fu morte d’amore, moriamo anche noi con Lei, e moriamo con tutto il creato per vivere vita d’amore, vita santa e perfetta.

 

Preghiera: O Dio, Padre di misericordia, che hai mandato il tuo Figlio come redentore del mondo, concedi a noi, per intercessione di Maria, che veneriamo sotto il titolo della mercede, di custodire intatto il dono della libertà filiale, acquistato a prezzo della croce, per esserne araldi e promotori fra tutte le genti. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto: Ti farai portatore o portatrice di una speranza vera in un futuro migliore, impegnando la tua persona a servizio della causa della solidarietà e della fraternità universale.

 

 

24 Maggio 2017: Maria SS. di Montenero

 

Dal Libro del Profeta Isaia

Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere. Disprezzato e reiètto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci da salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti.

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Redentore mio imprimete nel mio cuore la vostra passione. O Maria datemi il mio Gesù, fate che lo abbraccio stretto nel mio cuore. Imprimete nell’anima mia i vostri gran dolori, fatemi amare Gesù con il vostro purissimo cuore.

 

Preghiera: Concedi ai tuoi fedeli, Signore Dio nostro, di godere sempre la salute del corpo e dello spirito e per la gloriosa intercessione di Maria santissima, sempre vergine, salvaci dai mali che ora ci rattristano e guidaci alla gioia senza fine. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto: Oggi farai visita ad una persona ammalata o anziana e cercherai di essere di aiuto sollevandola dal dolore fisico o spirituale almeno per qualche ora.

 

25 Maggio 2017: Santa Maria del Cerro

 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.  Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Pregavo la Beata Vergine che mi intercedesse la grazia con molte lacrime.

 

Preghiera: O Padre, che accanto al tuo Figlio, innalzato sulla croce, hai voluto presente la sua Madre Addolorata: fa’ che la santa Chiesa, associata con lei alla passione del Cristo, partecipi alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto: Oggi farai la Via Crucis e la Via Matris, come impegno di spiritualità cristologica e mariana.

 

 

26 Maggio 2017: Madonna della Catena

 

 

Dal Vangelo di San Luca

In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: « Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Io allora alzavo la voce a Dio e a Maria ss. che mi aiutassero e dicevo che voglio star così sino che siano dette le Messe, e ciò per far contro la tentazione…allora gridavo a Maria ss. che mi aiutasse.

 

Preghiera: Guarda, Signore, il tuo popolo, riunito nella memoria della beata Vergine Maria; fa’ che per sua intercessione partecipi alla pienezza della tua grazia. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto: Sarai particolarmente attento alle ragioni del cuore che devono spingerti ad amare e a perdonare soprattutto coloro che non ti amano o ti hanno offeso ed umiliato.

 

 

27 Maggio 2017: Madonna della Civita

 

Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38)

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: « Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te ». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: « Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo ». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto».

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Mi venne poi una rimembranza della fuga fatta in Egitto con tanto suo scomodo e patimento e anche dolore di Maria ss. e san Giuseppe, ma in particolare di Maria ss.

 

Preghiera:  Padre santo, che nel misericordioso disegno della redenzione hai scelto la Vergine Maria, umile tua serva, come madre e cooperatrice del Cristo, fa’ che volgendo a lei il nostro sguardo, ti serviamo con totale dedizione e ci impegniamo instancabilmente alla salvezza del mondo. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto: Oggi praticherai concretamente la virtù della carità e della diaconia nella chiesa e in famiglia.

 

28 Maggio 2017: Santa Maria di Corniano

 

Dal libro del profeta Ezechièle (47, 1-2.8-9.12)

In quei giorni, l’angelo mi condusse in visione all’ingresso del tempio del Signore e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente. Quell’acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell’altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all’esterno fino alla porta esterna che guarda a oriente, e vidi che l’acqua scaturiva dal lato destro. Mi disse: «Queste acque escono di nuovo nella regione orien­tale, scendono nell’Araba ed entrano nel mare: sboccate in mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il fiume, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché quelle acque dove giungono risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà.

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Abbiano i fratelli una tenerissima devozione al SS.Sacramento e alla SS.Vergine particolarmente ai suoi dolori.

 

Preghiera: O Maria, tu che ci porti a Gesù, fonte e vertice della salvezza del genere umano, fa che in ogni parte della terra gli uomini conosco Cristo, unico Salvatore e Redentore dell’uomo, Lui che Dio e vive e regna nei secoli dei secoli. Ame.

 

Fioretto: Oggi curerai in modo singolare la tua spiritualità eucaristica, facendo un’ora di adorazione davanti a Gesù Sacramentato ed accostandoti all’Eucaristia.

 

29 Maggio 2017: Santa Maria di Pugliano

 

Dal libro di Ester

In quei giorni, Ester parlò di nuovo alla presenza del re Assuero, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con le lacrime agli occhi d’impedire gli effetti della malvagità di Amàn l’Agaghita e l’attuazione dei piani che aveva preparato contro i Giudei.   Allora il re stese lo scettro d’oro verso Ester; Ester si alzò, rimase in piedi davanti al re e disse: «Se così piace al re, se io ho trovato grazia ai suoi occhi, se la cosa gli par giusta e se io gli sono gradita, si scriva per revocare i documenti scritti, macchinazione di Amàn figlio di Hammedàta, l’Agaghita, in cui si ordina di far perire i Giudei che sono in tutte le province del re. Perché come potrei io resistere al vedere la sventura che colpirebbe il mio popolo? Come potrei resistere al vedere la distruzione della mia stirpe?».

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Tutti i religiosi venerino con adeguato onore la beata Madre di Dio e sempre Vergine Maria e la ritengano quale principale protettrice, si ricordino spesso dei dolori acerbissimi da Lei sofferti nella passione e morte del Figlio e ne promuovano la venerazione con la parola e con l’esempio.

 

Preghiera:  O Dio, che nel mirabile disegno del tuo amore hai voluto che Maria desse alla luce l’Autore della grazia e fosse in modo singolare associata all’opera della redenzione, per la potenza delle sue preghiere, donaci l’abbondanza delle tue grazie e guidaci al porto della salvezza. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto: Oggi ti farai portatore o portatrice di grazia per gli altri, condividendo la preghiera, la riflessione sulla parola di Dio, mediante la Lectio divina che farai insieme agli altri in famiglia, in comunità o da sola.

 

30 Maggio 2017: Regina degli Angeli e dei Santi

 

Dal Libro del Profeta Isaia

Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno delle sovranità ed è chiamato: “Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace”; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore.

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Si abbia tenera devozione all’Immacolata Concezione di Maria Santissima che come Madre di Misericordia c’impetrerà da sua Divina Maestà una vita pura e santa.

 

Preghiera: O Padre, che ci hai dato come nostra madre e regina la Vergine Maria, dalla quale nacque il Cristo, tuo Figlio, per sua intercessione donaci la gloria promessa ai tuoi figli nel regno dei cicli. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto: Oggi mediterai sui novissimi: morte, giudizio, inferno e paradiso.

 

31 Maggio 2017: Regina della Congregazione della Passione

 

Dal Vangelo secondo Luca ( 1,39-56)

In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: « Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore».

 

Pensiero mariano di San Paolo della Croce

Ogni giorno si porteranno in spirito sul Calvario, considerando e compassionando insieme gli acerbissimi dolori sofferti da Maria nella passione e morte del suo divin Figlio. Se si va dal Crocifisso, c’è la mamma; ove c’è la mamma v’è il figlio.

 

Preghiera: O Dio, salvatore di tutti i popoli, che per mezzo della beata Vergine Maria, arca della nuova alleanza, hai recato alla casa di Elisabetta la salvezza e la gioia, fa’ che docili all’azione dello Spirito possiamo anche noi portare Cristo ai fratelli e magnificare il tuo nome con inni di lode e con la santità della vita. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto: Oggi farai visita ad una persona sola ed abbandonata, o ad una donna in attesa di un bambino o mettendoti a disposizione per persone diversamente abili.

 

 

Litania mariana con i titoli di San Paolo della Croce

A cura di padre Antonio Rungi

 

Maria Madre di Dio

Maria Madre di Cristo e degli uomini

Maria di Nazareth

Maria presentata al tempio

Vergine della Visitazione

Vergine Immacolata

Cuore purissimo di Maria

Regina e Madre Bambina

Madre del Verbo Umanato

Maria Addolorata

Madre della Croce

Madre di Gesù Crocifisso

Maria assunta in cielo

Madre della Santa Speranza

Regina del cielo

Maria Tesoriera di tutte le grazie

Madre della divina misericordia

Madonna del Santo Rosario

Madre dolcissima

Aiuto dei cristiani

Salute degli infermi

Stella del Mare

Salus populi romani

Maria SS. di Montenero

Santa Maria del Cerro

Madonna della Catena

Madonna della Civita

Santa Maria di Corniano

Santa Maria di Pugliano

Regina degli Angeli e dei Santi

Regina della Congregazione della Passione.

 

 

 

 

 

 

P.RUNGI. COMMENTO ALLA PAROLA DI DIO DELLA QUINTA DOMENICA DI QUARESIMA 2017

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V DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO A)

Domenica 2 aprile 2017

 

Lazzaro, vieni fuori. E l’amico morto resuscitò.

Mai disperare di fronte al dolore e alla morte

e sempre avere fiducia e speranza nel Signore

 

Commento di padre Antonio Rungi
La quinta domenica di Quaresima che celebriamo oggi ci prepara immediatamente alla Pasqua. Sono, infatti, pochi i giorni che ci separano dall’annuale ricorrenza liturgica della risurrezione del Signore, che è il punto di riferimento di tutto il cammino spirituale del singolo cristiano, come per l’intera comunità cristiana.

Già domenica prossima entriamo nel vivo delle celebrazioni pasquali con la Domenica delle Palme o di Passione.

Questi ultimi giorni, prima della Settimana Santa, siano vissuti bene da ognuno di noi chiedendo al Signore quanto è espresso nella preghiera della colletta di questa domenica: “Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso, perché possiamo vivere e agire sempre in quella carità, che spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi”.

Al mistero di Cristo Redentore, al futuro Re e Messia d’Israele si riferisce il testo della prima lettura di questa domenica, tratto dal profeta Ezechiele, che ci invita a riconoscere il Signore che viene, in quanto aprirà le tombe e farà uscire dai sepolcri il suo popolo.

Chiaro riferimento alla risurrezione della carne e al Cristo pasquale che la liturgia dell’AT anticipa con tante figure ed immagini come quella dell’uscita dall’esilio terreno e spirituale in cui il popolo di Dio si era procacciato e da cui non riusciva ad venire fuori senza l’intervento dall’alto.

La terra promessa si vede all’orizzonte e non si tratta solo dalla Palestina e del ritorno in patria, dopo i vari esili storici di Israele, ma soprattutto al ritorno della patria celeste ed eterna, verso la quale noi tutti siamo diretti e di cui dobbiamo preoccuparci seriamente, se consideriamo che siamo di passaggio su questa terra, viviamo in esilio, nell’attesa di raggiungere la nostra casa e patria per l’eternità.

E il Salmo 129 completa questa nostra riflessione sul futuro nostro, che si chiama eternità, ricordando ad ognuno di noi la nostra povertà e miseria, di fonte alla bontà e la misericordia di Dio, che è infinita:  “Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi ti può resistere? Ma con te è il perdono: così avremo il tuo timore”.

San Paolo Apostolo nel testo della sua Lettera ai Romani, che oggi leggiamo, ci riporta alla triste realtà di una vita vissuta nel materialismo e alla bellezza e ricchezza di una vita vissuta nello spirito. Infatti, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio; mentre coloro che vivono sotto il dominio dello Spirito del Signore, piacciono a Dio e vivono di Dio nel tempo e nell’eternità.

Anche in questo secondo brano della parola di Dio di oggi c’è un forte appello ad alzare gli occhi al cielo, a guardare in alto e saper sognare una vita spiritualmente felice: “se Cristo è in noi, il nostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia”, ci ricorda l’Apostolo.

Il Vangelo di oggi con il racconto della risurrezione di Lazzaro, di cui l’evangelista Giovanni ci offre tutti i dettagli, ci anticipa quello che succederà con la risurrezione di Gesù. Egli riporta alla vita fisica, momentaneamente, l’amico Lazzaro, per la cui morte il Signore soffre e piange, per insegnarci a guardare la nostra vita, oltre la vita. Infatti, la morte non è l’ultima parola per l’uomo, ma è la risurrezione anche nel suo corpo mortale.

La malattia che porterà Lazzaro alla morte fisica, non sarà per glorificare la conclusione dell’esistenza terrena di ogni essere umano e vivente, ma sarà per dare gloria a Dio, come leggiamo testualmente: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato».

E così sarà, in quanto Lazzaro, che già da quattro giorni era nel sepolcro, per la potenza divina di Gesù, risorgerà e riprenderà il suo cammino nel tempo, in attesa poi di chiuderlo per sempre alla fine dei suoi giorni, davvero ultimi quella volta successiva, come era scritto nel libro della vita e soprattutto della fede.

Voglio chiudere questa riflessione della quinta domenica di Quaresima, con la stessa preghiera che Gesù rivolge a Dio Padre, prima di far risuscitare Lazzaro: “Padre, ti rendiamo grazie perché ci ascolti sempre nella gioia e nella sofferenza. Io sappiamo che ci dai sempre ascolto, ma rendi più forte e solida la nostra fede in Te, nella risurrezione della carne e nella vita eterna”.

Questa settimana che ci attende, sia di preparazione alla Settimana Maggiore. Predisponiamo il nostro cuore ad accogliere il Verbum Crucis, la Parola della Croce, che è la vera salvezza del mondo.

Non dimentichiamo chi vive nel dolore, nella malattia e sperimenta la perdita delle persone care, come fu per le sorelle di Lazzaro e per lo stesso Gesù per la morte del suo amico.

Mai disperare di fronte al dolore e alla morte e sempre avere fiducia e speranza nel Signore

P.RUNGI. COMMENTO ALLA PAROLA DI DIO DI DOMENICA 9 OTTOBRE 2016

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XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

DOMENICA 9 OTTOBRE 2016

SOLO POCHI SANNO RINGRAZIARE IL SIGNORE

Commento di padre Antonio Rungi

Il Vangelo di questa domenica, la XXVIII del tempo ordinario, ci racconta della guarigione di dieci lebbrosi, che Gesù sana mentre attraversa la Samaria e la Galilea. Dei dieci guariti solo uno sente il dovere di ringraziare il Signore per il dono ricevuto. Con questo esempio ci viene ricordata la tendenza generale dei fedeli di ringraziare il Signore solo in parte, mentre la stragrande maggioranza non si ricorda mai di ringraziare Dio per i doni ricevuti. L’ingratitudine è grande! E pur cambiando la società, rimane costante il comportamento di chi, pur avendo ricevuto tanto da Dio, non eleva al cielo il volto per dire semplicemente “Grazie Signore”.

Questo racconto ci fa riflettere su come noi dobbiamo agire nei confronti di Dio, quando Egli si muove, e lo fa sempre, a nostro favore e compassione. Non dimentica e non trascura la sofferenza di nessuno e pur sanando tutti, non tutti sanno dire grazie, ritornare sui propri passi ed elevare a Dio l’inno di ringraziamento e di lode.

Un altro aspetto importante che la parola di Dio ci fa considerare è il tema della lebbra, quella fisica, intesa come malattia emarginante del soggetto, e la lebbra spirituale, quella interiore e che non si vede, e che, purtroppo, infetta più dell’altra e trasmette nel mondo degli uomini il male, come sistema di pensiero e di vita. Non si guarisce da questa lebbra, rappresentata dai nove lebbrosi che non tornano indietro per ringraziare per la guarigione ricevuta. Questa malattia dell’anima, che è il peccato, la corruzione, l’idolatria, il fanatismo, l’egoismo, il male assoluto, non si guarisce neppure se il Signore interviene e dà la guarigione per il momento, che può essere una confessione in una determinata occasione e circostanza della vita, un atto di culto, un pentimento del momento, una preghiera o qualsiasi altra cosa che aiuti, momentaneamente a distanziarsi dal peccato. Per la guarigione totale è necessaria una lunga terapia anti-lebbra spirituale, che è incentrata su medicine dell’anima, che sanano e purificano la mente e il cuore dalle passioni di ogni genere e dai peccati che distruggono il bene più prezioso di una persona credente, quello appunto della sua interiorità e spiritualità. Non senza un perché il testo del vangelo di questa domenica si conclude con una bellissima espressione di stima, apprezzamento ed incoraggiamento di Gesù verso l’unico lebbroso guarito, che torna da Lui: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!». Chi si libera dal male non è più prostrato nel fisico e n nello spirito, ma si rialza, perché riacquista quella energia interiore che è la grazia e la misericordia di Dio, sulla quale poggiare il successivo, non facile cammino, dopo la caduta, quando il Signore dice, in tanti modi e con tutti gli strumenti, al peccatore pentito e ricostruito nello spirito: vai avanti, con la fede ce la farai e potrai superare tutte le malattie e le lebbre dello spirito, che altrimenti non guarirebbero mai.

Gesù si presenta, quindi, non solo come Colui che guarisce il corpo dai vari malanni, ma Colui che guarisce il cuore dalla più grave malattia della mancanza di amore e di speranza.

Il lebbroso è scartato, è emarginato, deve indicare agli altri, anche nel modo di vestire e di comportarsi del suo stato fisico, per evitare il contagio. E’ un escluso, vive fuori dell’accampamento, deve portare i segni distintivi della sua condizione di malattia ed allertare i cittadini perché non vengano a contagio con lui e si ampli l’epidemia. Si può dire che, con il campanello al collo o in mano, può essere paragonato all’autoambulanza o il 118 dei nostri giorni, oppure il telefono rosso, o al codice rosso come si classificano i malati in fase di gravissima situazione di salute. E’ evidente che chi soffriva di questa malattia emarginante cercava di guarire in tutti i modi, ricorrendo a maghi, a guaritori di ogni genere. Anche nel brano della prima lettura di oggi, troviamo questo bisogno di guarigione in Naaman, il comandante dell’esercito del re di Aram, il quale  “scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola di Elisèo, uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato dalla sua lebbra”.

Naaman, dopo la guarigione è riconoscente verso il profeta e vuole desbitarsi in qualche modo, già abituato a pagare dottori e ciarlatani che non potevano nulla nei confronti di quella malattia, allora classificata come incurabile, però si prendevano i lauti compensi per le consulenze e le terapie che prescrivevano senza alcun beneficio per il malato. Ecco, perché, “tornò con tutto il seguito da [Elisèo] l’uomo di Dio; entrò e stette davanti a lui dicendo: «Ecco, ora so che non c’è Dio su tutta la terra se non in Israele. Adesso accetta un dono dal tuo servo». Quello disse: «Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderò». L’altro insisteva perché accettasse, ma egli rifiutò. Allora Naamàn disse: «Se è no, sia permesso almeno al tuo servo di caricare qui tanta terra quanta ne porta una coppia di muli, perché il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dèi, ma solo al Signore».

Naaman si porta la terra benedetta di quel luogo, dove egli era stato guarito e ne fa uno strumento di purificazione per tutti gli altri.

La fede di questi due malati di lebbra, di cui ci raccontano la prima lettura di oggi e il Vangelo ci aiuta a capire il senso di quanto scrive l’Apostolo Paolo al suo amico Timoteo, nella sua seconda lettera, a questo vescovo di Efeso, comunità cristiana costituita da lui, che ora è in catena per aver annunciato la parola di Cristo. Egli sopporta “ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna”.

E la fede nella risurrezione, è il tema centrale di questo brano, che conclude: “Se moriamo con lui, con lui anche vivremo; se perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà; se siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso”.

Sia questa la nostra umile preghiera che rivolgiamo al Signore nella celebrazione della santissima eucaristia:O Dio, fonte della vita temporale ed eterna, fa’ che nessuno di noi ti cerchi solo per la salute del corpo: ogni fratello in questo giorno santo torni a renderti gloria per il dono della fede, e la Chiesa intera sia testimone della salvezza che tu operi continuamente in Cristo tuo Figlio”. Amen.

 

ROSARIO MEDITATO IN ONORE DI SAN PIO – COMPOSTO DA P.ANTONIO RUNGI

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SANTO ROSARIO MEDITATO

IN ONORE DI SAN PIO DA PIETRELCINA

COMPOSTO DA PADRE ANTONIO RUNGI PASSIONISTA

INTRODUZIONE

 

In occasione dell’anno giubilare della misericordia e alla vigilia della festa liturgia di San Pio da Pietrelcina,  ho scritto una speciale preghiera in onore di Padre Pio. Si tratta di uno speciale  “Rosario Meditato”, sul modello del rosario classico in onore della Madonna, nella quale sono ricordati i momenti salienti della vita di padre Pio. La preghiera è strutturata in modo semplice ed è basata su un Pater nostro, 10 Gloria al Padre, un’ Ave Maria per ogni momento della vita del Santo. Sono 20 i momenti indicati in questa preghiera. Tali momenti sono suddivisi per motivi di gioia, motivi di sofferenza, motivi di gloria, motivi di luce: tutti relativi alla vita di San Pio, inquadrati in un contesto di riferimento biblico e cristologico e con precisi riferimenti al pensiero di Padre Pio. A conclusione dei rispettivi cinque momenti o dell’intero rosario in onore di Padre Pio seguono la recita della Salve Regina, soprattutto la Litania e la Preghiera in onore di Padre Pio. Nella litania sono menzionate le qualità morali, umane e spirituali di Padre Pio.

L’idea di dedicare una preghiera articolata e precisa in cui si ripercorressero i momenti salienti della vita di padre Pio da Pietrelcina, come santo della misericordia, parte da molto lontano, ha avuto una prima elaborazione in occasione della beatificazione e poi canonizzazione, per poi arrivare, nella su completezza, nell’anno giubilare della misericordia.

La conoscenza personale di padre Pio quando ero ragazzino è un ulteriore motivo di gioia per me sacerdote passionista, di dedicare a lui, quale maestro di vita spirituale, sacerdotale, di vita consacrata e ministro della riconciliazione, qualcosa di personale, sgorgato dal mio cuore, dopo 41 anni di vita sacerdotale.

Il ricordo di questo santo religioso  è rimasto sempre vivo nella mia mente e nel mio cuore.

Questa preghiera semplice è indirizzata soprattutto a quanti vorranno, attraverso l’itinerario spirituale di padre Pio, riscoprire il dono della fede e dare senso alla propria sofferenza.

Padre Pio da Pietrelcina costituisce, infatti, un forte richiamo alla bontà ed alla purezza dei sentimenti in un mondo contrassegnato dall’indifferenza verso Dio e verso i fratelli.

Un richiamo per bambini, giovani e adulti, ma un richiamo per tutte le categorie di persone a fare della misericordia il centro della vita di ogni credente.

 

Santo Rosario in onore di Padre Pio

 

 Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

 

Pensieri spirituali di padre Pio

La preghiera è l’effusione del nostro cuore. Se la preghiera è fatta bene commuove Gesù. La preghiera deve essere insistente perché l’insistenza denota la fede. Il profumo della preghiera non andrà mai perduto.

 

Giaculatorie

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua divina misericordia. E dona santi sacerdoti e ferventi religiosi alla tua chiesa.

 

Regina della pace, prega per noi. San Pio da Pietrelcina, prega per noi.

 

 

I MOMENTI DELLA GIOIA (Lunedì e Sabato)

 

1. Nel primo momento della gioia ricordiamo:

LA NASCITA E IL BATTESIMO DI PADRE PIO

 

Dalla Lettera di San Paolo Apostoli ai Romani (6,4)

“Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova”.

 

Notizie biografiche di padre Pio

Nel tranquillo paesino di Pietrelcina, in provincia di Benevento, il 25 maggio 1887, da Grazio Forgione e Maria Giuseppa De Nunzio, nasce Francesco, poi Padre Pio. Il bambino viene battezzato il 26 maggio, nella Chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli, oggi intitolata a Sant’Anna, dall’economo curato Nicolantonio Orlando. Segnato dalla grazia del sacramento che lo consacra a Cristo re, sacerdote e profeta, Francesco Forgione inizia il suo cammino verso la santità.

Meditiamo sul dono del Battesimo da noi ricevuto, per testimoniarlo nella quotidianità della nostra vita.

 

Pensieri spirituali di padre Pio

La fede illumina l’anima tua. La fede sia la fiaccola che vi guidi sempre. La fede ci illumina verso Gesù. Dio parla a chi tiene le orecchie basse.

 

Padre nostro; 10 Gloria al Padre; 1 Ave Maria.

 

Giaculatorie

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua divina misericordia. E dona santi sacerdoti e ferventi religiosi alla tua santa chiesa.

 

Regina della pace, prega per noi.

 

San Pio da Pietrelcina, prega per noi.

 

2. Nel secondo momento della gioia ricordiamo:

LA PRIMA COMUNIONE DI PADRE PIO

 

Dal Vangelo secondo Marco (14, 22-24)

“Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: <Prendete, questo è il mio corpo>. Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: <Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza versato per molti>”.

 

Notizie biografiche di padre Pio

Il cammino spirituale iniziato da Francesco in tenera età, sotto la guida dei suoi genitori, trova il primo fondamentale momento espressivo nel giorno in cui, per la prima volta, riceve Gesù Eucaristia. Questo primo incontro eucaristico segnerà per sempre la vita del Santo.

Meditiamo sul mistero eucaristico, alla cui sorgente, ogni giorno si alimentò Padre Pio e, sul suo esempio, anche noi poniamoci alla ricerca di Colui che è la nostra vera gioia e la nostra sicura speranza.

 

Pensieri spirituali di padre Pio

Quando stai bene la messa l’ascolti, quando stai male la messa la celebri. Fermati all’altare, Gesù gradirà la tua presenza. Tenete sempre compagnia a Gesù, Egli vi conforterà.

 

Padre nostro; 10 Gloria al Padre; 1 Ave Maria.

 

Giaculatorie

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua divina misericordia. E dona santi sacerdoti e ferventi religiosi alla tua chiesa.

 

Regina della pace, prega per noi.

 

San Pio da Pietrelcina, prega per noi.

 

3. Nel terzo momento della gioia ricordiamo:

LA CRESIMA DI PADRE PIO

 

Dagli Atti degli Apostoli (2,1-4)

“Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi”.

 

Notizie biografiche di padre Pio

La perfezione della sua fede, Padre Pio la celebra nel dono del sacramento della Cresima ricevuto a 12 anni, il 27 settembre 1899, a Benevento, dalle mani di monsignor Donato Maria Dell’Olio. Essere soldato di Cristo, testimone del suo Vangelo: sono state le parole che hanno accompagnato Padre Pio per tutta la sua vita. Essere dalla parte di Dio, della Chiesa, della verità, vivere la fede fino al martirio, se necessario. Meditiamo sul dono del sacramento della Cresima che abbiamo ricevuto o che ci apprestiamo a ricevere. Allo Spirito Santo, per intercessione di Padre Pio, chiediamo di vivere con coraggio la nostra fede.

 

Pensieri spirituali di padre Pio

L’anima con lo scudo della fede è inviolabile. Trovando Dio troviamo serenità e pace. Mondate il cuore da ogni passione terrena.

 

Padre nostro; 10 Gloria al Padre; 1 Ave Maria.

 

Giaculatorie

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua divina misericordia. E dona santi sacerdoti e ferventi religiosi alla tua chiesa.

 

Regina della pace, prega per noi.

 

San Pio da Pietrelcina, prega per noi..

 

4. Nel quarto momento della gioia ricordiamo:

LA PROFESSIONE RELIGIOSA DI PADRE PIO TRA I FRATI CAPPUCCINI

 

Dal Vangelo secondo Matteo (19, 16-22)

“Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: <Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?>. Egli rispose: <Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti >. Ed egli chiese: <Quali?>. Gesù rispose: <Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso >. Il giovane gli disse: <Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?>. Gli disse Gesù: <Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi >. Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze”.

 

Notizie biografiche di padre Pio

Ben presto Francesco rivelò una particolare attenzione per le cose di Dio ed avvertì chiaramente la chiamata alla speciale vocazione alla vita consacrata. Il 22 gennaio 1903, a Morcone (Bn) vestì l’abito di San Francesco d’Assisi, tra i frati cappuccini, e prese il nome di Fra Pio. Terminato l’anno del noviziato, il 22 gennaio 1904 emise i voti semplici di povertà, castità ed obbedienza. Professava i voti solenni, legandosi definitivamente all’Ordine dei Cappuccini il 27 gennaio 1907. Meditiamo sul dono della vocazione alla vita consacrata, quale via privilegiata per un cammino nella perfezione della carità, alla quale il Signore, come padre Pio, chiama tanti uomini e donne.

 

Pensieri spirituali di padre Pio

Se ci guardiamo dentro, vediamo la nostra miseria. Domandiamo a Gesù il dono dell’umiltà. Serba intera la purezza del tuo cuore. Sii sempre ed in tutto umile. Sottomessi non significa essere schiavi. La tristezza entra nei cuori attaccati alle cose.

 

Padre nostro; 10 Gloria al Padre; 1 Ave Maria.

 

Giaculatorie

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua divina misericordia. E dona santi sacerdoti e ferventi religiosi alla tua chiesa.

 

Regina della pace, prega per noi.

 

San Pio da Pietrelcina, prega per noi.

 

5. Nel quinto momento della gioia ricordiamo:

L’ORDINAZIONE SACERDOTALE DI PADRE PIO

 

Dal Vangelo secondo Matteo (28, 16-20)

“Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: <Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo>”.

 

Notizie biografiche di padre Pio

Essere sacerdote di Cristo per Padre Pio fu non solo un traguardo importantissimo della sua vita, ma l’inizio di un vero e profondo cammino di assimilazione a Gesù Crocifisso. Quel 10 agosto 1910 nel Duomo di Benevento, per la preghiera e l’imposizione delle mani di monsignor Paolo Schinosi, arcivescovo di Marcianapoli padre Pio viene elevato alla dignità di sacerdote ed inviato tra la gente come pastore attento e premuroso ai bisogni spirituali di tanti fratelli assetati di Dio. Meditiamo sul mistero del sacerdozio cattolico, dono che Gesù Cristo ha fatto alla Chiesa nel Giovedì Santo, alla vigilia della sua Passione e Morte. Meditiamo anche sul nostro sacerdozio comune, donatoci da Cristo nel sacramento della nostra rinascita.

 

Pensieri spirituali di padre Pio

Tutti siamo chiamati da Gesù a salvare le anime. Amiamo il Signore che è amore infinito. Il tempo speso per la gloria di Dio non è mai perso. Siate sempre in pace con la vostra coscienza. Non bisogna mai agire con modi violenti.

 

Padre nostro; 10 Gloria al Padre; 1 Ave Maria.

 

Giaculatorie

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua divina misericordia.

E dona santi sacerdoti e ferventi religiosi alla tua chiesa.

 

Regina della pace, prega per noi.

 

San Pio da Pietrelcina, prega per noi..

 

 

I MOMENTI DELLA SOFFERENZA (Martedì e Venerdì)

 

1. Nel primo momento della sofferenza ricordiamo:

IL DONO DELLE STIMMATE DI GESU’ A PADRE PIO

 

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Galati (6,14-17)

“Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio. D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo”.

 

Notizie biografiche di padre Pio

La mattina di venerdì 20 settembre 1918, padre Pio pregando davanti al Crocifisso del Coro della vecchia chiesina di San Giovanni Rotondo (Fg), dove risiedeva dal 28 luglio 1916, ricevette il dono delle stimmate che rimasero aperte, fresche e sanguinanti per mezzo secolo e che scomparvero 48 ore prima di morire. Meditiamo sul mistero del Cristo Crocifisso alla cui scuola si pose padre Pio da Pietrelcina e sul suo esempio, fissando il nostro sguardo sul Crocifisso, valorizziamo la nostra sofferenza in sconto dei nostri peccati e per la conversione dei peccatori.

 

Pensieri spirituali di padre Pio

Vi sono gioie sublimi e dolori profondi. Sulla terra ognuno ha la sua croce. La croce mette l’anima alle porte del cielo.

 

Padre nostro; 10 Gloria al Padre; 1 Ave Maria.

 

Giaculatorie

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua divina misericordia.

E dona santi sacerdoti e ferventi religiosi alla tua chiesa.

 

Regina della pace, prega per noi.

San Pio da Pietrelcina, prega per noi.

 

2. Nel secondo momento della sofferenza ricordiamo:

LA CALUNNIA SUBITA DA PADRE PIO CON SANTA RASSEGNAZIONE ALLA VOLONTA’ DI DIO.

 

Dalla prima lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi (4, 10-13)

“Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi onorati, noi disprezzati. Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo schiaffeggiati, andiamo vagando di luogo in luogo, ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi”.

 

Notizie biografiche di padre Pio

La cattiveria degli uomini, la perversione del cuore, la gelosia di persone ed altri fattori permisero che si alimentassero sospetti e calunnie sulla vita morale di padre Pio. Nella sua serenità interiore, nella sua purezza dei sentimenti e del cuore, nella perfetta coscienza di. essere nel giusto, padre Pio accettò anche la calunnia, nell’attesa che i suoi calunniatori uscissero allo scoperto e dicessero la verità. Cosa che avvenne regolarmente. Forte del monito di Gesù, padre Pio di fronte a chi voleva il suo male ricambiò col bene e col perdono le gravi offese ricevute. Meditiamo sul mistero della dignità della persona umana, immagine di Dio, ma anche, tante volte, riflesso del male che si annida nel cuore degli uomini. Sull’esempio di padre Pio sappiamo usare la parola ed i gesti solo per comunicare e trasmettere il bene, mai per offendere e denigrare la gente.

 

Pensieri spirituali di padre Pio

Il silenzio è l’ultima difesa. Facciamo la volontà di Dio il resto non conta. Il peso della croce fa vacillare, la sua potenza solleva.

 

Padre nostro; 10 Gloria al Padre; 1 Ave Maria.

 

Giaculatorie

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua divina misericordia. E dona santi sacerdoti e ferventi religiosi alla tua chiesa.

 

Regina della pace, prega per noi.

 

San Pio da Pietrelcina, prega per noi.

 

3. Nel terzo momento della sofferenza ricordiamo:

LA SEGREGAZIONE IN SOLITUDINE DI PADRE PIO

 

Dal Vangelo secondo Matteo (16,14)

“Gesù congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù”.

 

Notizie biografiche di padre Pio

Dopo la sua ordinazione sacerdotale ed in seguito al dono delle stimmate, padre Pio fu più volte segregato nel suo convento per disposizione delle autorità ecclesiastiche. I fedeli accorrevano a lui da ogni parte, perché lo consideravano, già in vita, un santo. I fatti straordinari che si verificavano nella sua vita e che egli cercava di tenere nascosto, appunto per evitare fanatismi e speculazioni, suscitò inquietanti problemi nella Chiesa e nel mondo della scienza. Gli interventi dei suoi superiori come quelli della Santa Sede lo costrinsero ad essere più volte lontano dai suoi devoti e dall’esercizio del ministero sacerdotale, specie della confessione. Padre Pio fu obbediente in tutto e visse quei lunghi periodi di isolamento più strettamente congiunto al suo Signore, nella celebrazione privata della S. Messa. Meditiamo sul mistero della solitudine, che accompagna l’esperienza di Gesù Cristo, lasciato solo, dagli stessi suoi apostoli nel momento della passione, e sull’esempio di Padre Pio cerchiamo di trovare in Dio la nostra speranza e la vera compagnia.

 

Pensieri spirituali di padre Pio

Gesù non è mai senza la croce, ma la croce non è mai senza Gesù. Gesù ci chiede di portare un pezzetto della sua croce. Il dolore è il braccio dell’amore infinito.

 

Padre nostro; 10 Gloria al Padre; 1 Ave Maria.

 

Giaculatorie

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime bisognose della tua divina misericordia. Dona santi sacerdoti e ferventi religiosi alla tua chiesa.

 

Regina della pace, prega per noi.

 

San Pio da Pietrelcina, prega per noi.

 

4. Nel quarto momento della sofferenza ricordiamo:

LA MALATTIA DI PADRE PIO

 

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani (8,35-39)

“Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Proprio come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello. Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore”.

 

Notizie biografiche di padre Pio

Fin dal noviziato padre Pio iniziò a soffrire strane malattie di cui mai si ebbe un’esatta diagnosi, che non lo lasciarono più per tutta la vita. Ma era egli stesso desideroso di soffrire per amore di Dio, di accettare il dolore quale mezzo di espiazione, per poter imitare meglio Cristo, che nella passione e morte ha salvato gli uomini. Sofferenze che si accentuarono nel corso della vita e che divennero sempre più pesanti verso la fine della sua esistenza terrena.

Meditiamo sul mistero della sofferenza dei nostri fratelli, quelli che portano meglio impresso nel corpo e nello spirito il volto di Gesù Crocifisso.

 

Pensieri spirituali di padre Pio

Un’anima gradita a Dio è sempre in prova. Nelle avverse vicende vi sorregga la misericordia di Gesù.

 

Padre nostro; 10 Gloria al Padre; 1 Ave Maria.

 

Giaculatorie

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua divina misericordia. E dona santi sacerdoti e ferventi religiosi alla tua chiesa.

 

Regina della pace, prega per noi.

 

San Pio da Pietrelcina, prega per noi.

 

5. Nel quinto momento della sofferenza ricordiamo:

LA MORTE DI PADRE PIO

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (19, 25-30).

“Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: <<Donna, ecco il tuo figlio!>>. Poi disse al discepolo: <<Ecco la tua madre!>>. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: <<Ho sete>>. Vi era lì un vaso pieno d’aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: <<Tutto è compiuto!>>. E, chinato il capo, spirò”.

 

Notizie biografiche di padre Pio

Il 22 settembre 1968, alle cinque del mattino, Padre Pio celebra la sua ultima messa. Il giorno successivo, alle 2,30, Padre Pio, all’età di 81 anni, muore serenamente pronunciando le parole “Gesù e Maria. Era il 23 settembre del 1968 e la notizia della morte del frate cappuccino di san Giovanni Rotondo si sparse in tutto il mondo, provocando in tutti i suoi devoti un senso di nostalgia, ma anche una profonda convinzione che era morto un santo religioso. Ai suoi solenni funerali partecipano oltre centomila persone.

 

Pensieri spirituali di padre Pio

Non scoraggiatevi se lavorate molto e raccogliete poco. Dio è spirito di pace e di misericordia. Se l’anima si sforza di migliorare Gesù la premia. Appoggiamoci alla croce, troveremo conforto.

 

Padre nostro; 10 Gloria al Padre; 1 Ave Maria

 

Giaculatorie

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua divina misericordia. E dona santi sacerdoti e ferventi religiosi alla tua chiesa.

 

Regina della pace, prega per noi.

 

San Pio da Pietrelcina, prega per noi.

 

 

I MOMENTI DELLA GLORIA (Domenica, Mercoledì)

 

1. Nel primo momento della gloria ricordiamo:

L’AMORE FILIALE A PADRE PIO DEI SUOI FIGLI SPIRITUALI

 

Dal Vangelo secondo Giovani (15, 9-14)

“Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando”.

 

Notizie biografiche di padre Pio

Il carisma di questo umile frate, figlio spirituale di San Francesco d’Assisi, determinò un forte vento di spiritualità intorno al Convento di San Giovanni Rotondo, divenuto il faro di luce e di speranza di tante anime in cerca di Dio. Conciliando l’amministrazione dei sacramenti, la celebrazione eucaristica, con la direzione spirituale, padre Pio in oltre 50 anni di vita sacerdotale, sia a contatto con i fedeli e sia nel silenzio del suo convento, ha costituito intorno alla sua figura tante persone timorate di Dio e sinceramente incamminate sulla via del bene. Il riconoscimento del bene che il Venerabile Padre faceva a tutte le anime era confermato da quella famiglia di devoti che giorno dopo giorno si accresceva di nuovi figli spirituali.

Meditiamo sul mistero della spiritualità cristiana e francescana, alla cui scuola ci invita a metterci il nuovo Beato, padre Pio da Pietrelcina.

 

Pensieri spirituali di padre Pio

La vostra casa sia piena di pace. Non temete Dio perché non vi farà alcun male. La pietà è utile a tutti.

 

Padre nostro; 10 Gloria al Padre; 1 Ave Maria.

 

Giaculatorie

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua divina misericordia. E dona santi sacerdoti e ferventi religiosi alla tua chiesa.

 

Regina della pace, prega per noi.

San Pio da Pietrelcina, prega per noi.

 

2. Nel secondo momento della gloria ricordiamo:

LA REALIZZAZIONE DELLA CASA SOLLIEVO DELLA SOFFERENZA PER OPERA DI PADRE PIO

 

Dal Vangelo secondo Matteo (25,34-40)

“Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

 

Notizie biografiche di padre Pio

Il 9 gennaio 1940 dava l’avvio ad un’opera grandiosa, destinata al sollievo della sofferenza. Si servì, per realizzarla, dei suoi figli spirituali. Sorta con le offerte spontanee e sincere di fedeli d’ogni continente, la Casa Sollievo della Sofferenza s’apriva ai malati il 5 maggio 1956, e in breve diventava un punto di riferimento per curare le malattie del corpo, far sentire ai malati la protezione di Dio, e favorire l’accompagnamento spirituale soprattutto nei momenti più difficile della sofferenza o nei momenti dell’imminente morte.

Meditiamo sul mistero della carità, come servizio ai povere ed ai sofferenti, ma anche quale via privilegiata per vivere e testimoniare la fede. L’assistenza ai malati e la loro cura deve essere, sull’esempio di padre Pio, nelle nostre preoccupazioni ed azioni quotidiane.

 

Pensieri spirituali di padre Pio

Portate Dio ai malati, è la migliore cura. I medici portino amore al letto del malato. L’umiltà e la carità vanno di pari passo. La beneficenza è figlia della provvidenza. La carità è la regina delle virtù.

 

Padre nostro; 10 Gloria al Padre; 1 Ave Maria.

 

Giaculatorie

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua divina misericordia. Dona santi sacerdoti e ferventi religiosi alla tua chiesa.

 

Regina della pace, prega per noi.

 

San Pio da Pietrelcina, prega per noi.

 

3. Nel terzo momento della gloria ricordiamo:

LA COMPLETA RIABILITAZIONE DI PADRE PIO DOPO LA DURISSIMA PROVA DELLE SANZIONI ECCLESIASTICHE

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (16, 20-23)

“In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell’afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia”:

 

Notizie biografiche di padre Pio

Nel corso della sua lunga vita, padre Pio da Pietrelcina è stato tantissime volte provato nella sua dignità di religioso e sacerdote. Ha accettato tutto per amore e come prova da parte di Dio. Dopo le tante persecuzioni subite a causa di tanti che, volutamente o involontariamente, non credevano in lui, dopo tante proibizioni di celebrare in pubblico, di confessare, di seguire i suoi figli spirituali, venne il giorno in cui il venerabile padre riprese il suo ministero, fortificato ulteriormente nello spirito e maggiormente disponibile alla volontà di Dio in tutto. Era il 16 luglio 1933 quando Padre Pio torna a celebrare la messa in chiesa. Un anno dopo riprende ad ascoltare le confessioni degli uomini e delle donne. Il 10 agosto 1935 Padre Pio celebra in un clima di ritrovata serenità il 25° di sacerdozio.

 

Pensieri spirituali di padre Pio

L’ingiustizia umana non turbi l’anima vostra. Non vi arrestate mai nella ricerca della verità. La prudenza ha gli occhi, l’amore le gambe. L’amore tutto dimentica e tutto perdona.

 

Padre nostro; 10 Gloria al Padre; 1 Ave Maria.

 

Giaculatorie

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua divina misericordia. E dona santi sacerdoti e ferventi religiosi alla chiesa.

 

Regina della pace, prega per noi.

San Pio da Pietrelcina, prega per noi.

 

4. Nel quarto momento della gloria ricordiamo:

LA NASCITA E LO SVILUPPO DEI GRUPPI DI PREGHIERA DI PADRE PIO

 

Dagli Atti degli Apostoli (2, 41-48)

“Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone. Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati”.

 

Notizie biografiche di padre Pio

Fin dai primi anni della sua presenza a san Giovanni Rotondo intorno a padre Pio si stringe sempre più numeroso un gruppo di fedelissimi. Era gente di tutti i livelli sociali e di tutte le categorie. Persone che si facevano guidare da questo sacerdote, capace di consigliare, di richiamare, di leggere nelle profondità del cuore umano. I devoti di padre Pio, puntualmente, si ritrovano con il venerabile Padre soprattutto per pregare, ma anche per le opere di bene. Da qui la nascita dei gruppi di preghiera che già durante la vita terrena di padre Pio si diffusero ovunque, seguendo il suo insegnamento e le sue direttive. Oggi si vanno sempre più diffondendo in ogni angolo della terra queste associazioni spontanee che recano il nome del neo-Beato, riconosciute ed apprezzate dalla Chiesa.

Meditiamo sul mistero della preghiera, come esperienza di vicinanza a Dio e come occasione continua per un reale rinnovamento personale. Sull’esempio del Venerabile padre Pio facciamo della preghiera il centro di interesse della nostra vita quotidiana.

 

Pensieri spirituali di padre Pio

Camminate nella via del Signore, Guardatevi dalle ansie e dalle inquietudini. Abbiate tanta fiducia nella misericordia di Dio. Gesù guarda le disposizioni dei buoni. Dio gradisce il desiderio di volerlo amare.

 

Padre nostro; 10 Gloria al Padre; 1 Ave Maria.

 

Giaculatorie

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua divina misericordia. E dona santi sacerdoti e ferventi religiosi alla tua chiesa.

 

Regina della pace, prega per noi.

 

San Pio da Pietrelcina, prega per noi.

 

5. Nel quinto momento della gloria ricordiamo:

LA CANONIZZAZIONE DI PADRE PIO

 

Dalla prima Lettera di San Giovanni Apostolo (3, 1-3)

“Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro”.

 

Notizie biografiche di padre Pio

Il 16 giugno 2002, padre Pio viene proclamato Santo da Papa Giovanni Paolo II. Un evento atteso da tutti i devoti del grande santo fin dal giorno del suo transito alla gloria del Paradiso, avvenuto il 23 settembre 1968. Ora padre Pio è riconosciuto dalla Chiesa un modello di santità per tutti, sia fedeli che sacerdoti e religiosi. Egli è il tramite temporale più vicino alla nostra esperienza di fede per cogliere il vero messaggio spirituale del mistero della misericordia dei Dio-Padre nei confronti dell’umanità.

Meditiamo sul mistero della santità e sull’esempio di padre Pio da Pietrelcina ognuno si impegni a vivere secondo il modello di Gesù Cristo che “per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal Cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo”.

 

Pensieri spirituali di padre Pio

La gioia del cuore è la vita dell’anima. Camminate con semplicità verso Gesù. Facciamoci santi per stare insieme in Paradiso.

 

Padre nostro; 10 Gloria al Padre; 1 Ave Maria.

 

Giaculatorie

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua divina misericordia. E dona santi sacerdoti e ferventi religiosi alla tua chiesa.

 

Regina della pace, prega per noi.

 

San Pio da Pietrelcina, prega per noi.

 

I MOMENTI DELLA LUCE

 

  1. 1.     Nel primo momento della luce ricordiamo:

PADRE PIO CHE AMMINISTRA IL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (20, 19-23)

19 La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 20 Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21 Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». 22 Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; 23 a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».

 

Notizie biografiche di padre Pio

Oltre 40 anni di ininterrotto ministero nel confessionale, tranne la parentesi della proibizione di ascoltare le confessioni, durante il periodo della prova. Tutta la vita di padre Pio è stata impegnata nel donare la misericordia di Dio a chi ricorreva a lui, attraverso la confessione, per ottenere la pace del cuore con il sacramento del perdono.

 

Pensieri spirituali su padre Pio

“Possiamo proprio dire che Padre Pio è stato un servitore della misericordia. Lo è stato a tempo pieno, praticando, talvolta fino allo sfinimento, “l’apostolato dell’ascolto”. E’ diventato, attraverso il ministero della Confessione, una carezza vivente del Padre, che guarisce le ferite del peccato e rinfranca il cuore con la pace. San Pio non si è mai stancato di accogliere le persone e di ascoltarle, di spendere tempo e forze per diffondere il profumo del perdono del Signore. Poteva farlo perché era sempre attaccato alla fonte: si dissetava continuamente da Gesù Crocifisso, e così diventava un canale di misericordia. Ha portato nel cuore tante persone e tante sofferenze, unendo tutto all’amore di Cristo che si è donato «fino alla fine» (Gv 13,1). Ha vissuto il grande mistero del dolore offerto per amore. In questo modo la sua piccola goccia è diventata un grande fiume di misericordia, che ha irrigato tanti cuori deserti e ha creato oasi di vita in molte parti del mondo” (Papa Francesco).

 

Padre nostro; 10 Gloria al Padre; 1 Ave Maria.

 

Giaculatorie

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua divina misericordia. E dona santi sacerdoti e ferventi religiosi alla tua chiesa.

 

Regina della pace, prega per noi.

 

San Pio da Pietrelcina, prega per noi.

 

 

  1. 2.     Nel secondo mistero della luce ricordiamo:

PADRE PIO CHE CELEBRA LA SANTISSIMA EUCARISTIA

 

Dalla Prima Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi (11,23-26)

 

23Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane 24e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me. 25Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me. 26Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.

 

Notizie biografiche di padre Pio

La messa celebrata da padre Pio era il cuore e l’attesa di tutti i devoti che giungevano a San Giovanni Rotondo per partecipare ad essa. Non era una messa normale. Era una messa celebrata da un santo e come tale, ci si immergeva in essa con il cuore e la mente e dalla celebrazione si usciva diversi, pieni di gioia e confortati dall’eucaristia.

 

Pensieri spirituali su padre Pio

“Rivolgo un saluto a tutti voi, che venite da diversi Paesi e regioni, uniti da grande affetto e gratitudine verso san Pio da Pietrelcina. Gli siete molto grati, perché vi ha aiutato a scoprire il tesoro della vita, che è l’amore di Dio, e a sperimentare la bellezza del perdono e della misericordia del Signore. E questa è una scienza che dobbiamo imparare tutti i giorni, perché è bella: la bellezza del perdono e della misericordia del Signore”(Papa Francesco).

 

Padre nostro; 10 Gloria al Padre; 1 Ave Maria.

 

Giaculatorie

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua divina misericordia. E dona santi sacerdoti e ferventi religiosi alla tua chiesa.

 

Regina della pace, prega per noi.

 

San Pio da Pietrelcina, prega per noi.

 

 

3.      Nel terzo momento della luce ricordiamo:

PADRE PIO CHE ADORA GESU’ SACRAMENTATO

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (4, 23-24)

23 Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. 24 Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità».

 

Notizie biografiche di padre Pio

Alla celebrazione eucaristica, padre Pio aggiungeva tantissime ore di adorazione davanti a Gesù Sacramentato, solennemente esposto o semplicemente riposto nel tabernacolo. Oltre al Crocifisso, la santissima eucaristica era il punto focale della sua vita consacrata e sacerdotale. Il tabernacolo gli dava gioia, luce, calore ed amore.

 

Pensieri spirituali su padre Pio

La preghiera, infatti, è una vera e propria missione, che porta il fuoco dell’amore all’intera umanità. Padre Pio disse che la preghiera è una «forza che muove il mondo». La preghiera è una forza che muove il mondo! Ma noi crediamo questo? E’ così. Fate la prova! Essa – aggiunse – «spande il sorriso e la benedizione di Dio su ogni languore e debolezza»…La preghiera, allora, non è una buona pratica per mettersi un po’ di pace nel cuore; e nemmeno un mezzo devoto per ottenere da Dio quel che ci serve. Se fosse così, sarebbe mossa da un sottile egoismo: io prego per star bene, come se prendessi un’aspirina. No, non è così. Io prego per ottenere questa cosa. Ma questo è fare un affare. Non è così. La preghiera è un’altra cosa, è un’altra cosa. La preghiera, invece, è un’opera di misericordia spirituale, che vuole portare tutto al cuore di Dio. “Prendi Tu, che sei Padre”. Sarebbe così, per dirlo in maniera semplice. La preghiera è dire: “Prendi Tu, che sei Padre. Guardaci Tu, che sei Padre”. E’ questo rapporto con il Padre. La preghiera è così. È un dono di fede e di amore, un’intercessione di cui c’è bisogno come del pane. In una parola, significa affidare: affidare la Chiesa, affidare le persone, affidare le situazioni al Padre – “io ti affido questo” – perché se ne prenda cura. Per questo la preghiera, come amava dire Padre Pio, è «la migliore arma che abbiamo, una chiave che apre il cuore di Dio». Una chiave che apre il cuore di Dio: è una chiave facile” (Papa Francesco).

 

Padre nostro; 10 Gloria al Padre; 1 Ave Maria.

 

Giaculatorie

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua divina misericordia. E dona santi sacerdoti e ferventi religiosi alla tua chiesa.

 

Regina della pace, prega per noi.

 

San Pio da Pietrelcina, prega per noi.

 

 

4.      Nel quarto mistero della luce ricordiamo:

PADRE PIO COME DIRETTORE SPIRITUALE DELLE ANIME

 

Dal Vangelo secondo Matteo (11,25-30)

25 In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. 26 Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. 27 Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.

28 Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. 29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. 30 Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».

 

Notizie biografiche di padre Pio

Padre Pio, oltre ad essere un valente ed esperto confessore, era un ottimo padre e direttore spirituale. Tanti i fedeli che si rivolgevano a lui per un consiglio, un’indicazione, una dirittura di marcia nel campo della fede, della morale, della vita di relazione con gli altri. Oltre ai fedeli, erano tantissimi i sacerdoti, i religiosi, i vescovi, le suore, le persone di un certo livello sociale che si facevano guidare da padre Pio nel loro percorso di vita cristiana. E tutti, ma proprio tutti, con grande successo nel campo della vita interiore.

 

Pensieri spirituali su padre Pio

Era un apostolo, un uomo di Dio. Ma era in coma da tempo, da tempo… I medici dicevano: “Non si sa come ancora riesca a respirare”. Entrò un altro amico prete, si avvicinò a lui e gli parlò. Lui sentiva. “Lasciati portare dal Signore. Lasciati andare avanti. Abbi fiducia, affidati al Signore”. E con queste parole, lui si lasciò andare in pace. Tanta gente ha bisogno, tanti malati, che si dicano loro parole, che si diano carezze, che diano loro forza per portare avanti la malattia o andare incontro al Signore. Chiediamo la grazia di riconoscere la presenza di Cristo nelle persone inferme e in coloro che soffrono; come ripeteva Padre Pio, «il malato è Gesù». Il malato è Gesù. E’ la carne di Cristo”. (Papa Francesco).

 

Padre nostro; 10 Gloria al Padre; 1 Ave Maria.

 

Giaculatorie

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua divina misericordia. E dona santi sacerdoti e ferventi religiosi alla tua chiesa.

 

Regina della pace, prega per noi.

 

San Pio da Pietrelcina, prega per noi.

 

5.      Nel quinto mistero della luce ricordiamo:

PADRE PIO SINGOLARE DEVOTO DELLA BEATA VERGINE MARIA

 

Dal Vangelo secondo Luca (1,26-37)

“L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù…. Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio… nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto».

 

Notizie biografiche di padre Pio

Padre Pio e la Madonna. Non si può immaginare la vita del frate da Pietrelcina senza Maria. E la Madre di Dio tantissime volte si è manifestata a Lui, addirittura accompagnandolo all’altare durante la Santa Messa celebrata nella chiesetta di Sant’Anna. La Madonna della Libera, venerata nella chiesa parrocchiale di Pietrelcina, ha rappresentato indubbiamente il primo riferimento della devozione Mariana del piccolo Francesco Forgione. Un culto che è andato sempre più sviluppandosi negli anni fino a divenire espressione di uno straordinario affetto filiale.  “A Madonnella nostra”, così Padre Pio chiamerà sempre teneramente la protettrice di Pietrelcina. Ma non è solo con questo titolo che Maria viene venerata da Padre Pio.  Anche la Madonna del Rosario di Pompei, e successivamente la Madonna delle Grazie di San Giovanni  Rotondo e la Madonna di Fatima, saranno al centro di un culto Mariano che riveste un ruolo peculiare nella spiritualità del frate francescano.

 

Pensieri spirituali su padre Pio

Il cuore di Dio non è “blindato” con tanti mezzi di sicurezza. Tu puoi aprirlo con una chiave comune, con la preghiera. Perché ha un cuore d’amore, un cuore di padre. È la più grande forza della Chiesa, che non dobbiamo mai lasciare, perché la Chiesa porta frutto se fa come la Madonna e gli Apostoli, che erano «perseveranti e concordi nella preghiera» (At 1,14), quando aspettavano lo Spirito Santo. Perseveranti e concordi nella preghiera. Altrimenti si rischia di appoggiarsi altrove: sui mezzi, sui soldi, sul potere; poi l’evangelizzazione svanisce e la gioia si spegne e il cuore diventa noioso. Voi volete avere un cuore noioso? [La gente: “No!”] Volete avere un cuore gioioso? [“Sì!”] Pregate! Questa è la ricetta.  (Papa Francesco)

 

Padre nostro; 10 Gloria al Padre; 1 Ave Maria.

 

Giaculatorie

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua divina misericordia. E dona santi sacerdoti e ferventi religiosi alla tua chiesa.

 

Regina della pace, prega per noi.

 

San Pio da Pietrelcina, prega per noi.

 

 

Salve Regina

 

 

Litanie in onore di Padre Pio

 

Signore, pietà Signore, pietà

Cristo, pietà Cristo, pietà

Signore, pietà Signore, pietà

Padre Pio…………….. prega per noi

Padre umile

Padre povero

Padre ubbidiente

Padre casto

Padre venerabile

Figlio prediletto del Poverello d’Assisi

Figlio dell’obbedienza

Discernitore dello spirito umano

Uomo della provvidenza

Sacerdote pio

Anima santa

Confessore instancabile

Devoto della Vergine Santa

Mistico della Passione di Cristo

Servo umile e fedele

Amministratore accorto ed oculato

Cuore grande ed immenso di carità

Uomo paziente e misericordioso

Uomo forte e timorato di Dio

Uomo penitente

Uomo gioviale

Uomo della pace

Difensore dei deboli

Religioso osservante della regola francescana

Gloria dell’ordine francescano

Sacerdote fedele a Cristo

Sacerdote fedele alla santa Chiesa

Amico dei cercatori di Dio

Ammonitore dei peccatori

Guida illuminata

Conforto dei cuori affranti

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,

perdonaci, Signore.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,

ascoltaci, Signore.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,

abbi pietà di noi.

 

Prega per noi, o San Pio.

Affinché siamo fatti degni, come te, delle promesse di Cristo.

 

Preghiamo

O Dio, che nel San Pio da Pietrelcina, povero e umile, hai offerto alla tua Chiesa una viva immagine del Cristo crocifisso, concedi a noi, mediante la sua intercessione, di seguire il tuo Figlio nella via della sofferenza e della perfetta carità.

Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

PREGHIERA AL SAN PIO DA PIETRELCINA

 

O diletto figlio di San Francesco d’Assisi e della terra sannita,

che fosti chiamato da Dio

a percorrere la strada stretta dei consigli evangelici

e ad assimilarti, ogni giorno, al mistero del Cristo Crocifisso,

ora che godi della visione beatifica di Dio

concedi ai tuoi devoti

le grazie spirituali di cui hanno bisogno.

Tu sacerdote di Cristo

che hai vissuto nella totale fedeltà a Lui,

concedi anche a noi di essere fedeli

ai nostri impegni cristiani e sociali.

Tu autentico devoto della Madre di Dio

che affidasti a Lei il tuo ministero sacerdotale

concedi a noi tuoi figli spirituali

di amare con la stessa intensità del tuo amore

la Madre di nostro Signore.

Tu che hai amato di intenso amore

la santa Chiesa ed il Sommo Pontefice

concedi ai cristiani del nostro tempo

di difendere dagli attacchi dei nemici di Cristo

la sua sposa castissima.

O San Pio da Pietrelcina

fa di tutti noi, mediante la tua intercessione presso il Signore,

degni discepoli dell’unico Maestro,

alla cui scuola tu hai realizzato il tuo progetto di santità.

Benedici quanti confidano nel tuo patrocinio presso Dio,

difendici dalle insidie del maligno,

proteggi i nostri bambini, i giovani, gli ammalati, gli anziani

e tutti coloro che non contano nella nostra società.

Amen.