LA VIA CRUCIS DI PADRE ANTONIO RUNGI PER DEBELLARE L’EPIDEMIA DA CORONAVIRUS

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VIA CRUCIS PER CONTRASTARE L’EPIDEMIA DA CORONAVIRUS 

TESTI – PREGHIERE DI INTERCESSIONE E INVOCAZIONE

DI PADRE ANTONIO RUNGI – PASSIONISTA

INTRODUZIONE

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Galati (Gal 6,14)

<<Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo>>.

La Via della croce, è una via difficile da percorrere. Una via che richiede il coraggio di salire con Cristo al Calvario, accettando, con fede, tutto quello che tale cammino ci chiede di fare.  Con questa pia pratica dei venerdì di tutto l’anno e specialmente di quello del tempo di Quaresima, noi cristiani intendiamo metterci alla sequela di Cristo crocifisso che ci ha invitato, se lo vogliamo seguire, a prendere la croce ogni giorno e mettersi sulla strada che Egli ha percorso dal Pretorio di Pilato fino al Calvario e alla deposizione del suo corpo nel sepolcro di Giuseppe di Arimatea.

Preghiamo: Signore insegnaci a seguirti sulla via della Croce per essere tuoi veri discepoli, senza porre ostacoli di nessun genere al cammino che ci porta a vivere totalmente in Te. Aiutaci in questo difficile momento che stiamo attraversando con la nuova epidemia mondiale causata dal coronavirus. Soccorici e guariscici. Amen 

PRIMA STAZIONE

GESU’ E’ CONDANNATO A MORTE

Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 10-15)

<<[Pilato] sapeva che i sommi sacerdoti gli avevano consegnato [Gesù] per invidia. Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perché egli rilasciasse loro piuttosto Barabba. Pilato replicò: “Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?”.  Ed essi di nuovo gridarono: “Crocifiggilo!”. Ma Pilato diceva loro: “Che male ha fatto?”. Allora essi gridarono più forte: “Crocifiggilo!”. E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso>>.

L’unico vero innocente di tutta la storia dell’umanità, per un assurdo gioco di potere, di odio e di avversità, viene condannato ingiustamente alla morte più terribile ed ignominiosa di tutti i tempi. Quell’innocente è il Figlio di Dio, venuto sulla terra, per portare la gioia, l’amore e la giustizia, fondata sulla verità e sulla universale capacità umana di superare ogni steccato ed ogni limite della propria mente e della propria visione dell’esistenza.

  1. Ripetiamo insieme
  2. Signore aiutaci a proteggere la vita

-Quando non abbiamo i mezzi necessari per fronteggiare un’epidemia globale . R.

-Quando muoiono gli anziani colpiti da questo terribile male. R.

-Quando ci chiudiamo in noi stessi e non aiutiamo chi sta in difficoltà. R.

-Quando non si assistono i malati, i moribondi e gli anziani della nuova epidemia virale. R.

-Quando siamo indifferenti verso i nostri fratelli toccati da questa emergenza sanitaria. R.

-Quando offendiamo e banalizziamo la sofferenza degli altri. R.

Preghiamo: Signore, Tu l’innocente, noi i rei e i peccatori. Tu in croce e noi liberi di continuare a fare il male e a rincorrere verità e giustizia per tutti noi, incapaci di uscire dal buio e dalle tenebre dell’errore. Amen.

SECONDA STAZIONE

GESU’ E’ CARICATO DELLA CROCE

 Dal Vangelo secondo Marco (Mc 10,16-20)

<<Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la coorte. Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo. Cominciarono poi a salutarlo: “Salve, re dei Giudei!”. E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui. Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo>>.

Gesù, quale primo atto dell’esecuzione a morte, che i tuoi carnefici avevano decretato, è stato quello di caricarti della croce, il legno, sul quale, da lì a poche ore saresti stato crocifisso. Ti hanno caricato di questo pesante strumento di morte e Tu in silenzio hai iniziato il cammino verso la meta finale del Calvario. Esempio per tutti noi che, pur coinvolti a portare le nostre piccole o grandi croci quotidiane, spesso ci lamentiamo, protestiamo e scarichiamo sugli altri i nostri pesi e le nostre responsabilità.

 Preghiamo insieme e diciamo

  1. Signore donaci forza e coraggio.

-Nella sofferenza per l’epidemia da coronavirus. R.

-Nelle delusioni della scienza e medicina. R.

-Nella paura di aumento di casi e diffusione del contagio . R.

-Nelle difficili relazioni umane e sociali messe in atto. R.

-Nelle problematiche ecclesiali di questi giorni. R.

-Nelle lotte politiche ed economiche per questa epidemia . R.

Preghiamo: Gesù, donaci la forza di saper accettare le nostre croci e di guardare con grande rispetto ed attenzione alle croci dei nostri fratelli, che, molto frequentemente, sono più dure e pesanti delle nostre. Amen.

TERZA STAZIONE

GESU’ CADE LA PRIMA VOLTA SOTTO LA CROCE

Dal libro del profeta Isaia (Is 53, 4-5)

<<Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità>>.

E’ nella costituzione di ogni essere umano che sotto la fatica, la stanchezza e il dolore si possa cadere nel viaggio della vita. Tu Gesù, per la prima volta, cadi lungo la strada che dalla città santa, ti porterà al Calvario, il luogo del cranio, fuori dalle mura, dove sarai crocifisso perché così deciso dalle autorità politiche e religiose del tempo. La tua prima caduta rammenta a noi, esseri mortali, le nostre prime volte in tante cose che hanno segnato la nostra storia personale nel peccato, dalle quali ci siamo ripresi nella speranza di non dovere più cadere. Non è stato così, più volte siamo caduti, come è successo a Te, e più volte ci siamo rialzati con la tua grazia.

  1. Preghiamo insieme e diciamo
  2. Convertici o Signore

-Quando non vogliamo accettare le difficoltà della vita. R.

-Quando siamo freddi e distaccati dai problemi degli altri. R.

-Quando giudichiamo e condanniamo facilmente gli altri. R.

-Quando non accogliamo chi è nella malattia da Covid-19. R.

-Quando ci rifiutiamo di aprire il nostro cuore ai bisogno dei sofferenti. R.

Preghiamo: Gesù donaci la grazia di non peccare più e di pentirci dal profondo del nostro cuore dei nostri piccoli o grandi errori, ripetuti senza la minima consapevolezza che ogni peccato da noi commesso è un’offesa a Te, a noi stessi e alla Chiesa. Amen.

QUARTA STAZIONE

GESU’ INCONTRA LA SUA SANTISSIMA MADRE

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2, 34-35. 51)

<<Simeone parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima” …Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore>>.

Come in tutti i momenti più sofferti della vita chi ti trovi vicino? Proprio colei che ti ha dato la vita. Così è per noi e così è stato per Te Gesù. Lungo la strada del Calvario Ti sei incontrato con la Tua Madre. Non avete proferito parole, vi siete capiti con uno sguardo, lo sguardo dell’amore e del perdono. Possano le mamme di questo mondo curare l’amore verso i figli e seguirli soprattutto nei momenti più duri della loro vita.

  1. Preghiamo insieme e diciamo
  2. Sii nostro rifugio o Signore

-Nella vita familiare dove possiamo recuperare amore e speranza. R.

-Nelle famiglie dove possiamo aumentare la preghiera e l’aiuto reciproco. R.

-Nelle situazioni di dolore e malattia da virus di ogni tipo. R.

-Nelle difficoltà dei genitori anziani ed ammalati dell’Italia e di altre nazioni. R.

-Nella mancanza di tranquillità psicologica per questa emergenza sanitaria. R.

Preghiamo: Gesù nell’incontro con la tua Santissima Madre, lungo la via del Calvario, ci aiuti a comprendere quanti sia importante camminare insieme, nell’unità della famiglia naturale e nella famiglia ecclesiale, sulle strade della vita, non sempre facili da percorrere, soprattutto se sono in salita ed hanno una meta ben precisa: quella della risurrezione e della vita. Amen

QUINTA STAZIONE

GESU’ E’ AIUTATO DAL CIRENEO A PORTARE LA CROCE

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 15, 21)

<<Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce>>.

Costringere qualcuno a fare qualcosa contro la propria volontà è sempre una violenza, soprattutto quando si tratta di portare la croce degli altri e assumere responsabilità non proprie. Questo uomo di Cirene, passato alla storia della cristianità, ci aiuta a capire il dramma di tante persone costrette a fare cose ignobili per la prepotenza di chi comanda e che schiaccia la libertà e sopprime ogni diritto della persona. Gesù non chiede di essere aiutato, in questo caso, e certamente quando si è visto sollevare, almeno per un po’, dal peso della fatica della croce, ha guardato con occhio di amore e comprensione Simone di Cirene, che da quello sguardo di gratitudine di Gesù ha ricevuto la giusta consolazione.

 Preghiamo insieme e diciamo

  1. Sei tu la nostra speranza Signore.

-Nelle lotta contro questa nuova epidemia. R.

-Nei conflitti tra le diverse opinioni scientifiche. R.

-Nella mancanza di unità di intenti e di interventi sanitari. R.

-Nella privazione della libertà di uscire e muoverci con facilità. R.

-Nelle situazioni di carenza delle strutture sanitarie. R.

Preghiamo: Gesù, lungo la via del Calvario hai incontrato una persona che ti ha aiutato, forse contro la sua stessa volontà, a portare, per un tratto, la tua croce. Donaci la forza di prendere sulle nostre spalle le croci di quanti sono nelle molteplici situazioni di dolore di questo nostro mondo. Vogliamo essere, anche noi, per tutto il tempo necessario, a sollevare le sofferenze degli altri, i Cirenei del XXI secolo, che con Cristo salgono il Calvario di questa umanità. Amen.

 SESTA STAZIONE

GESU’ E’ ASCIUGATO IN VOLTO DALLA VERONICA

Dal libro del profeta Isaia (Is 53, 2-3)

<<Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia>>.

Gesù, lungo la via della tua croce, hai ricevuto un gesto bellissimo, tipico della sensibilità femminile. Dopo l’aiuto dell’uomo, è arrivata la tenerezza di una donna che ti asciuga il volto, mentre sali il Calvario, tra sofferenze indicibili, al punto tale che lasci il segno di questo tuo volto insanguinato su quel panno bianco, su quella tovaglia nitida, reliquia della tua passione e morte in croce. Veronica sarà il nome di ogni donna che asciuga le lacrime e il sangue versato dalle persone che amano e sanno perdonare.

  1. Preghiamo insieme e diciamo
  2. Liberaci Signore.

-Da quanti seminano morte e dolore in ogni angolo del mondo. R.

-Da quanti operano in campo scientifico e medico per interesse. R.

-Da quanti non si impegnano per trovare soluzione ai problemi dell’umanità. R.

-Da quanti alimentano conflitti istituzionali ed internazionali. R.

-Da quanti rovinano il Creato e la Natura con le loro azioni immorali. R.

Preghiamo: Grazie Gesù che ci dai l’opportunità, mentre vai a Calvario, di apprezzare il gesto di questa straordinaria donna coraggiosa che va incontro a Te per donarti un temporaneo sollievo e per pulire il tuo volto e i tuoi occhi perché Tu veda meglio le debolezze e le cattiverie del genere umano e sappi apprezzare l’operato di quanti, nel tuo nome, si fanno Veroniche lungo le strade tortuose di questo mondo. Amen.

SETTIMA STAZIONE

GESU’ CADE LA SECONDA VOLTA SOTTO LA CROCE

Dal libro delle Lamentazioni (Lam 3, 1-2. 9. 16)

<<Io sono l’uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira. Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce… Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri… Mi ha spezzato con la sabbia i denti, mi ha steso nella polvere>>.

Cadere e ricadere è la realtà della vita di ogni essere umano. E’ la debolezza della natura umana. E questo non solo riguarda la sfera biologica e fisica, ma soprattutto quella interiore e morale. In questa seconda caduta di Gesù, di cui, come della prima, non parlano i testi sacri, troviamo un preciso richiamo a prendere coscienza delle nostre mancate promesse fatte a Dio. Non sappiamo calcolare bene ciò che realmente possiamo fare da soli: nulla. Con l’aiuto di Dio e con la sua grazia possiamo fare molto, basta che non abbandoniamo la strada della fede che abbiamo intrapreso e che ci invita a fissare il nostro sguardo sul Cristo pellegrino tra i vari monti del dolore di questo mondo.

 1.Diciamo insieme

  1. Signore allontana da noi ogni tentazione

-Quando si sviluppa in noi la sete di potere e di successo. R.

– Quando cresce la bramosia del denaro e della speculazione in casi di necessità. R.

– Quando siamo presi dalla frenesia del superattivismo. R.

– Quando non sappiamo riflettere sui drammi dell’umanità come in questo caso. R.

– Quando ci autoesaltiamo, senza considerare la pochezza del progresso illimitato. R.

Preghiamo: Signore converti il nostro cuore all’amore. Facci comprendere che vivere nella tua santa grazia, lontani da ogni caduta di ordine morale e spirituale, ci aiuta nel cammino della santità, il cui centro è la tua e nostra Pasqua. Amen.

OTTAVA STAZIONE

GESU’ INCONTRA LE PIE DONNE DI GERUSALEMME

 Dal Vangelo secondo Luca (Lc. 23, 28-30)

<<Gesù, voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?”>>.

La strada del Calvario, percorsa da Gesù, è disseminata da tanti personaggi, tra cui un consistente gruppo di donne pie che, chiaramente vicine a Gesù, piangono nel vederlo soffrire e in quella estrema condizione di dolore. Gesù apprezza questo loro gesto di empatia e di vicinanza al suo dolore, ma coglie l’occasione per invitare quelle donne, per lo più tutte mamme, a riflettere sulla condizione dei propri figli, in considerazione del fatto che saranno trattati più duramente da chi ha in mano il potere. L’invito a versare lacrime di dolore sul frutto del loro grembo, i figli, è chiaro riferimento alle sofferenze che intere generazioni, nel nome di Cristo dovranno soffrire, a partire dai primi martiri.

  1. Diciamo insieme
  2. Signore dacci una mano

-Quando dobbiamo lavare davvero le nostre mani. R.

-Quando vogliamo pregare solo in un certo modo e secondo i nostri comodi. R.

-Quando ci rivoltiamo contro il cielo per questa nuova epidemia. R.

-Quando le nuove generazioni si allontano da Dio per mali di ogni tipo. R.

-Quando non sappiamo ritrovare la strada della speranza nel dolore e nel pianto. R.

Preghiamo: Signore dona conforto e speranza a tutte le madri di questa valle di lacrime, nella quale è più frequente l’esperienza della sofferenza e meno quella della gioia. Sii vicino alle madri che sperano in un mondo migliore per i loro giovani figli. Amen.

NONA STAZIONE

GESU’ CADE LA TERZA VOLTA SOTTO LA CROCE

Dal libro delle Lamentazioni (Lam. 3, 27-32)

<<È bene per l’uomo portare il giogo fin dalla giovinezza. Sieda costui solitario e resti in silenzio, poiché egli glielo ha imposto; cacci nella polvere la bocca, forse c’è ancora speranza; porga a chi lo percuote la sua guancia, si sazi di umiliazioni. Poiché il Signore non rigetta mai… Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo la sua grande misericordia>>.

Non c’è due senza tre, dice un antico motto sapienziale, per dire che è possibile cadere non una, ma più volte, nonostante le nostre promesse. La stessa cosa accade a Gesù, nel suo viaggio al Calvario. Anche se non è citato nel vangelo questa triplice caduta sotto il legno della croce, il fatto che sia stata inserita nel rito tradizionale della Via Crucis, limitandosi al numero tre, sta ad indicare la perfezione nel dolore di Cristo che tocca il vertice cadendo a terra, sulla quale sono passati i suoi piedi santissimi, ridando a quella terra e a quella via di Gerusalemme la giusta valorizzazione per raggiungere la meta finale del Regno.

  1. Diciamo insieme
  2. Dacci Signore la forza di rialzarci dalle nostre cadute morali e spirituali

-Quando la nostra religiosità è superficiale e immatura. R.

-Quando non sentiamo nel cuore l’invito alla conversione. R.

-Quando non amiamo gli altri con tuo stesso cuore di Padre. R.

-Quando spegniamo ogni barlume di speranza in noi e negli altri. R.

– Quando la tua parola ci scivola addosso e non diamo frutti spirituali. R.

– Quando non prestiamo ascolto alle norme morali e sociali finalizzate al bene. R.

Preghiamo: Donaci o Gesù la forza di combattere i dubbi che attanagliano la nostra mente e non ci fanno credere fermamente in Te. Aumenta la nostra fede con la forza della preghiera e dell’ascolto di Te, che sei la Parola di Dio vivente. Amen.

DECIMA STAZIONE

GESU’ È SPOGLIATO DELLE SUE VESTI

 Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 24)

<<I soldati si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere>>.

Nudi siamo venuti al mondo e nudi ce ne andiamo da questo mondo. Gesù viene denudato, prima di essere crocifisso, e spogliato della tunica, di un solo pezzo, per insegnare a noi il distacco da ogni cosa di questa terra. Nulla ci porteremo nell’eternità e tutto lasceremo in eredità. La miseria umana, l’attaccamento alle cose materiali fanno sì che i soldati si giochino a sorte la tunica di Gesù per entrarne in possesso, non come bene spirituale, ma come bene materiale da usare o da spendere sul mercato dell’usato. Gesù spogliato di tutto e alcuni ricchi di tutto, al punto tale che la ricchezza non fa più vivere e addirittura ci mette nella condizione di essere seriamente preoccupati per le cose che possediamo e per la fine che faranno una volta che non siamo più a conteggiare o aumentare quello che già è in nostro possesso e nella nostra disponibilità.

  1. Preghiamo insieme e diciamo
  2. Donaci, Signore, un totale distacco dalle cose della terra

-Quando coltiviamo soltanto i nostri interessi terreni. R.

-Quando nascondiamo la verità per paura e per viltà.

-Quando non operiamo per il bene della comunità. R.

-Quando non prestiamo la nostra opera in casi come quelli che stiamo vivendo. R.

-Quando ci chiudiamo nel nostro orticello per paura di contrarre malattie. R.

-Quando non usiamo saggiamente dell’intelligenza per risolvere i problemi. R.

Preghiamo: Signore fa che nulla anteponiamo al tuo amore e alla tua amicizia. I beni della terra non ci distraggano dal possesso pieno e duraturo dei beni del cielo, quelli che ci danno la vera gioia e la felicità autentica. Amen.

UNDICESIMA STAZIONE

GESU’ E’ INCHIODATO SULLA CROCE

Dal Vangelo secondo Marco (Mc.15, 25-27)

<<Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. E l’iscrizione con il motivo della condanna diceva: “Il re dei Giudei”. Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra>>.

Essere inchiodato sulla croce, per Gesù è stato un dolore inimmaginabile per il procedimento adottato, con la perforazione delle mani e dei piedi, utilizzando chiodi di spessore consistente per reggere il corpo una volta elevato dalla terra e conficcata la croce nel terreno. Un dolore doppiamente avvertito per l’aspetto umano e spirituale, davanti alla tanta ingratitudine del genere umano. Lui che era passato beneficando tutti e sanando ogni sorta di malattia, si trova bloccato mani e piedi al patibolo più infamante della storia dell’umanità. Eppure Gesù permette questo strazio, ben sapendo che sarà limitato il tempo per l’uomo in cui, impunemente, può violare il suo corpo, inchiodato sulla croce, in attesa della risurrezione.

Diciamo insieme

Donaci, Signore la santa rassegnazione.

-Di fronte alle offese alla religione. R

-Di fronte alle persecuzioni alla Chiesa. R.

-Di fronte ai carnefici di ieri e di oggi. R.

-Di fronte al martirio silenzioso di tanti nostri fratelli cristiani. R.

-Di fronte alle dure prove della malattia e dell’abbandono di questi giorni. R.

Preghiamo: Signore dall’albero della croce volgi il tuo sguardo misericordioso sulle sofferenze di quanti sono costretti all’immobilismo totale a causa di malattie rare, non ben curate o ereditate o che sono rimasti inabili in incidenti di ogni genere. Dona a tutti Gesù il conforto nelle loro invalidità fisiche e mentali. Amen.

DODICESIMA STAZIONE

GESU’ MUORE IN CROCE

Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 33-34. 37. 39)

<<Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lema sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?… Ed egli, dando un forte grido, spirò …Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio!”>>.

Gesù muore in croce nel supremo atto di amore verso di noi. Tre ore di agonia, durante le quali pronuncia parole di infinita attenzione e preoccupazione verso di noi. Dal perdono chiesto al Padre per noi, alla promessa del paradiso al ladrone pentito, all’affidamento dell’umanità alla custodia della sua Mamma e all’accoglienza di Lei nella casa del discepolo prediletto, al grido di aiuto e di dolore rivolto al Padre in un momento di abbandono, al desiderio di essere dissetato nel corpo e nello spirito, al compimento dell’opera della redenzione, al momento della sua morte in croce. Ore in cui l’amore di Cristo Crocifisso rivela tutta la potenza costruttrice di un’umanità nuova, che sa accogliere la croce, la sa portare con dignità, la sa innalzare con orgoglio e la sa valorizzare per il bene e per la vittoria finale.

 Diciamo insieme

Perdona Signore i nostri errori

-Per tua morte in croce. R.

-Per il tuo infinito amore. R.

-Per la tua gloriosa risurrezione

-Per l’intercessione della tua Madre Addolorata. R.

-Per la bontà di quanti ti hanno seguito sulla via del Calvario. R.

-Per la generosità di quanti ogni giorno si donano agli altri negli ospedali e nelle case di cura e sollievo della sofferenza. R.

Preghiamo: O Gesù volgo il mio povero sguardo a Te che sei morto in croce, divenuta con Te il segno più evidente di un amore immenso e condiviso. Fa che dall’albero della croce sorgano tempi di vita e risurrezione per tutti gli uomini di questo mondo, in cui la croce non continui ad essere simbolo di morte e di violenza, a causa di un cuore senza amore. Amen.

TREDICESIMA STAZIONE

GESU’ E’ DEPOSTO DALLA CROCE

Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 42-43. 46)

<<Sopraggiunta ormai la sera, Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il Regno di Dio, comprato un lenzuolo, calò il corpo di Gesù giù dalla croce>>.

La legge della natura prevede che dopo la morte, passato il tempo necessario, il corpo riceva degna sepoltura. Per procedere a questo rito, Gesù viene calato dalla croce dalle persone più care della sua vita. Tra di esse c’è la sua Mamma, le pie donne, Giuseppe d’Arimatea e Giovanni, l’unico che era presente sul Calvario, alla morte del Signore. Con gesti di amore e di attenzione, con il dolore nel cuore, con la delicatezza di anime elette, Gesù scende lentamente dalla croce e viene deposto sulle ginocchia della sua Mamma. Nella sua nascita, come nella sua morte è la sua Mamma ad accoglierlo, prima nel grembo purissimo e, dopo la morte, tra le braccia e sulle ginocchia, simbolo della Terra riconciliata con il cielo, anche attraverso il Sì generoso di Maria, la Madre del Redentore e la Madre della Chiesa.

  1. Diciamo insieme
  2. Madre santissima conforta i tuoi figli

-Nella morte di tanti nostri fratelli per questa ondata di epidemia. R.

-Nelle tragedie e catastrofi come quella che stiamo attraversando. R.

-Nella diffusione dei virus infettivi del corpo e dello spirito. R.

-Nella falsificazione della verità e manipolazione dei fatti. R.

-Nelle ingiustizie subite nella società e nella comunità cristiana. R.

-Nella perdita delle persone care, del lavoro e di legittime aspirazioni. R.

Preghiamo: O Gesù, tra le braccia e sulle ginocchia della tua amatissima Madre sei l’immagine della pietà che genera amore e conforto, nonostante la conclusione cruenta del tuo tempo cronologico tra di noi. Dal grembo di Maria Santissima fa sorgere, soprattutto oggi, un’umanità capace di andare oltre il tempo, la morte e il dolore, per aprirsi alla certezza dell’eternità, della vita, oltre la vita, e della gioia oltre i confini del soffrire. Amen.

QUATTORDICESIMA STAZIONE

GESU’ E’ DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 15, 46-47)

<<Giuseppe d’Arimatea, avvolto il corpo di Gesù in un lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l’entrata del sepolcro. Intanto Maria di Magdala e Maria madre di Joses stavano ad osservare dove veniva deposto>>.

Gesù è deposto nel sepolcro, ma l’alba della risurrezione già risuona nel cuore di Maria e di tutti i veri credenti in Cristo. La morte non è l’ultima parola di Gesù e dopo di lui neanche per ogni essere umano che viene in questo mondo. L’ultima parola è la risurrezione e la vita. Quel sepolcro nuovo, preparato da Giuseppe e messo a disposizione di Gesù è già pieno di luce. Bisogna solo attendere un po’, appena tre giorni, e la pietra rotolata via per potenza divina, dirà al mondo che Cristo non è morto, ma è risorto e in Lui anche noi risorgeremo a vita nuova.

 1.Ripetiamo insieme:

  1. Credo

-Signore noi crediamo che Tu sei il nostro unico Redentore. R.

-Signore noi crediamo che Tu ci ami e ci perdoni anche nelle nostre debolezze. R.

-Signore noi crediamo che Tu non ci abbandoni e non ci lasci soli in questo difficile momento che stiamo vivendo. R.

-Signore noi crediamo che tu sei la via, la verità e la vita. R.

-Signore noi che tu ci salverai quanto prima da questa epidemia mortale. R.

Preghiamo: Gesù vederti morto e deposto in una tomba, per quanto nuova ed accogliente, lascia dentro i nostri sguardi un po’ di tristezza, velata, ma vera. Sai, non sempre siamo in grado di pensare alla vita oltre la morte, soprattutto di fronte alla perdita di persone care. Donaci la grazia di essere forti di fronte alla perdita dei propri cari e di pensare alla risurrezione finale. Amen.

CONCLUSIONE

Secondo le intenzioni del Sommo Pontefice: Pater, Ave e Gloria.

Preghiera finale

Signore Gesù, guarda noi e l’umanità intera afflitta dall’epidemia di coronavirus, che già sta seminando sofferenza e morte in ogni angolo della terra.

Ti chiediamo, umilmente, difendici da questo morbo terribile che sta colpendo particolarmente le persone già debilitate nel fisico e nello spirito.

Non permettere che in Italia e nel resto del mondo, questa nuova epidemia si trasformi in una strage di persone di ogni età, soprattutto di anziani, ma libera dalla sofferenza e dal male tutti coloro che vengono a contatto con il nuovo male o vengono contagiati.

Fa che l’efficacia delle cure preventive, disposte dalle autorità mediche e governative, possano frenare l’avanzata del coronavirus in Italia e nel mondo.

Affidiamo alla tua bontà di Padre questa nostra umile preghiera, mediante l’intercessione della Beata Vergine Maria, salute degli infermi, di San Rocco e di tutti i santi nostri protettori.

Fa che non soffriamo ulteriormente per questa nuova epidemia che sta mettendo ansia e preoccupazione nel cuore dei tuoi figli, così deboli, fragili e paurosi di fronte ai tanti mali e sofferenze di questo nostro tempo e di questo nostro secolo. Amen.

  1. Il Signore sia con voi.
  2. E con il tuo spirito.
  1. Vi benedica Dio onnipotente: Padre, Figlio e Spirito Santo.
  2. Amen
  1. Benediciamo il Signore.
  2. Rendiamo grazie a Dio.

 

LA VIA CRUCIS DI PADRE ANTONIO RUNGI PER DEBELLARE L’EPIDEMIA DA CORONAVIRUSultima modifica: 2020-03-06T17:24:35+01:00da pace2005
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