Archivi Mensili: luglio 2013

Capriglia. Un corso di esercizi spirituali sul tema della GMG di Rio

1910250798.jpgUn corso di esercizi spirituali sul tema della GMG 2013 di Rio è in fase di svolgimento a Capriglia di Pellezzano in provincia di Salerno, predicato da padre Antonio Rungi, missionario passionista. A partecipare a questo corso di esercizi spirituali sono circa 30 Suore Crocifisse Adoratrici di Gesù Eucaristia, istituto fondato dalla Serva di Dio Maria Pia Notari nel XIX secolo. Presente in questo incontro di preghiera la superiora generale della Congregazione, Suor Floriana (Chiara) De Rosa, e molte suore giovani italiane, filippine ed indonesiane. Il corso iniziato domenica 28 luglio in coincidenza con la conclusione della Giornata Mondiale della Gioventù, presieduta da Papa Francesco, si concluderà sabato 3 agosto 2013. Al centro della riflessione delle meditazioni dettate da un missionario passionista, c’è tutto il magistero di Papa Francesco, come espresso negli interventi ufficiale durante la settimana in terra carioca. Come pure oggetto di meditazione e riflessione per le suore corsiste è l’enciclica di Papa Francesco “Lumen fidei”. L’inizio del corso è stato caratterizzato dalla preghiera per le vittime, i feriti e loro familiari del tragico incidente stradale nei pressi di Monteforte Irpino sull’A16. La sede degli esercizi spirituali, infatti, è a pochi Km dal tragico incidente e la notizia è arrivata immediata alla sede dove sono riunite in preghiera le religiose. Questa mattina, infatti, messa di suffragio per le vittime e preghiere per i feriti ed i parenti. In un clima di profonda tristezza ed amarezza è iniziato, questo tempo di preghiera, delle Suore Crocifisse Adoratrici di Gesù Eucaristia in Capriglia, valorizzando l’insegnamento di Papa Francesco dei giorni scorsi e puntando decisamente sulla fedeltà alla vocazione alla vita consacrata e alla missione nella chiesa, come persone impegnate a diffondere il Regno di Dio tra gli uomini, con la carità di Martà e la formazione spirituale di Maria, due sante alle quali le religiose si ispirano nel loro cammino di consacrazione a Dio.

MONDRAGONE. TRIDUO DI SPIRITUALITA’ PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU’

DSC05151.JPGIdealmente e spiritualmente vicini al Santo Padre, Papa Francesco, oggi le Suore di Gesù Redentore di Mondragone, iniziano una tre giorni di cenacolo di preghiera tra la struttura dell’istituto e la spiaggia. L’iniziativa delle Suore della Stella Maris è finalizzata ad incentivare la preghiera all’aperto e a contatto con la natura, ma soprattutto ad evangelizzare attraverso la preghiera durante il periodo estivo, coinvolgendo turisti, villeggianti ed ospiti della stessa struttura della Stella Maris, casa di ospitalità e di spiritualità.
Sono cinque le suore impegnate in questo ministero di evangelizzazione, con il supporto di altre religiose, di altri istituti femminili di vita consacrata e con l’aiuto dei fedeli laici che fanno già esperienza di scuole di preghiera presso parrocchie del territorio o movimenti ecclesiali. La tre giorni inizia questa sera, con l’adorazione eucaristica, alle ore 21.00 e si concluderà domenica, in coincidenza con la chiusura della settimana della Gioventù in corso a Rio De Janeiro in Brasile con Papa Francesco. Guiderà il cenacolo di preghiera e la riflessione sul tema della giornata mondiale della Gioventù, padre Antonio Rungi, missionario passionista, assistente spirituale della Stella Maris e predicatore di esercizi spirituali, che terrà la catechesi alle suore ed ai villeggianti.
Ma l’iniziativa di spiritualità estiva andrà avanti per tutto il mese di agosto, valorizzando le strutture allestite sulla spiaggia da parte delle suore, che sono cabine e gazebi. Si parte dalla Cappella dell’Istituto, che è pochi metri dal mare per l’adorazione eucaristica e poi si scende in spiaggia per la lectio divina, la catechesi ed infine la preghiera del santo Rosaria condiviso tra ospiti della struttura, i villeggianti e i vari fedeli che passeggiano sul lungomare di Mondragone e che sono attratti da questo modo di pregare insieme delle suore e villeggianti in riva al mare, nel raccoglimento della sera. L’appuntamento è, infatti, alle ore 21.00 sia per la tre giorni di spiritualità in spiaggia, dal 26 al 28 luglio, per pregare con Papa Francesco e sia per l’appuntamento settimanale che sarà assicurato al venerdì con la lectio, la catechesi e il rosario in spiaggia. “Un modo questo -afferma la responsabile della struttura – per avvicinare i fedeli alla preghiera e sentirsi chiesa in armonia e in sintonia spirituale anche durante un periodo come quello estivo che potrebbe essere distrattivo. Nella nostra struttura e nello spazio di spiaggia in concessione a noi, ci ritroviamo a pregare puntualmente ogni estate, ma quest’estate 2013 ha un doppio valore, anche perché su un’altra spiaggia molto distante da noi, a Copacabana a Rio De Janeiro, il Papa sta pregando con tutti i giovani del mondo perché la fede possa essere riscoperta e potenziata nella vita di tanti credenti. Noi vogliamo essere vicini al Papa con questi semplici gesti di comunione spirituale e di intenti”.

Il Papa in Brasile. I Passionisti presenti alle varie celebrazioni della GMG

20130419010419.jpg

I Passionisti alla Giornata Mondiale della Gioventù. Anche il Superiore generale dei Passionisti padre Joachim Rego

di Antonio Rungi

Sono un centinaio i passionisti che da ogni parte del mondo sono arrivati a Rio de Janeiro per partecipare alla settimana della Gioventù con Papa Francesco. Tra i tantissimi religiosi, oltre a quelli già presenti in 30 comunità brasiliane, c’è il Superiore generale dei  Passionisti, padre Joachim Rego, con il suo consiglio generale. I religiosi sono stati accolti nella comunità passionista di Ponta Grossa, nel sud del Brasile. Questa comunità è allo stesso tempo sede del noviziato e casa di esercizi spirituali. L’ incontro dei Giovani Religiosi Passionisti a carattere internazionale si sono preparati alla GMG di Rio con  P. Joachim Rego e i membri del Consiglio Generale riflettendo sul tema “Il Carisma passionista  e la Nuova Evangelizzazione”. A relazionare sull’argomento è stato Mons. Luiz Fernando Lisboa, passionista,eletto vescovo di Pemba, in Mozambico. Padre Luiz ha sviluppato il tema partendo dal carisma tipico dei passionisti, che è la missione e l’evangelizzazione orientata verso i poveri, rispondente ai bisogni globali e urgenti del nostro mondo. “Sotto questa luce dobbiamo contemplare il nostro mondo, discernere le nostre priorità e rispondere in modalità nuove e creative. I passionisti come religiosi consacrati hanno molto da offrire in ogni luogo in cui siamo presenti.  Sono chiamati a fare una lettura critica nelle realtà in cui si trovano e agire al loro interno. Il bisogno di questa epoca ci chiede di essere creativi nel offrire il nostro Carisma e spiritualità al mondo (così come S. Paolo della Croce fece ai suoi tempi). Nel vivere la nostra missione non dobbiamo lavorare da soli; siamo chiamati a sostenere le iniziative di gruppi, di organizzazioni e di diocesi che promuovono l’estendersi del servizio al nostro mondo, dal momento che nel contesto moderno. La  ristrutturazione in atto della Congregazione rende i passionisti liberi di agire in modo inter-congregazionale, inter-istituzionale e capaci di lavorare in rete con tutti coloro che si dedicano alla ricerca della giustizia, della pace e dell’integrità del creato”. Questo compito spetta ai passionisti che sono presenti in Brasile e nell’America Latina dagli inizi del XIX secolo, sia nel ramo maschile, che femminile, con alcuni monasteri di Claustrali, tra cui quello di San Paolo.

I passionisti consapevoli che la Passione di Cristo continua in questo mondo fino a che Egli ritorni nella gloria, condividono le gioie e le ansie dell’umanità in cammino verso il Padre. Studiano di prendere parte alle tribolazioni degli uomini, specialmente dei poveri e degli abbandonati, e di confortarli sollevandoli dalle loro sofferenze. Con la potenza della Croce, sapienza di Dio, tendono con ardore ad illuminare e rimuovere le cause dei mali che affliggono gli uomini. Per questo la loro missione è diretta alla evangelízzazione mediante il ministero della parola della Croce perché tutti possano conoscere Cristo e la forza della Sua risurrezione. Ogni uomo, partecipando alle sofferenze di Cristo, può divenire simile a Lui nella morte per conseguire la sua stessa gloria. Tutti i passionisti si dedicano a questo apostolato, ognuno secondo le proprie attitudini, talenti e mansioni. Corrispondono alle pressanti esigenze, poste a ognuno dalla personale chiamata del Padre a seguire Cristo Crocifisso, con l’impegno continuo a fare del Vangelo di Cristo la regola suprema ed il criterio della loro vita; con la costante volontà di vivere e lavorare in comunità fraterne, osservando le loro Costituzioni nello spirito di San Paolo della Croce, con il fermo proposito di far crescere in noi lo spirito di preghiera e insegnando agli altri a pregare; e infine, con la premurosa attenzione alle necessità degli uomini nostri fratelli e con lo zelo di condurli, attraverso il messaggio della Croce, alla pienezza della vocazione cristiana.

Questa vocazione apostolica, i passionisti l’hanno potuto realizzare nelle diverse realtà del Brasile e dell’America Latina. I passionisti sono presenti i vari luoghi del Brasile con una due province religiose e vari vicariati dipendenti dalle province italiane ed europee. In tutto sono circa 200 i passionisti oggi in Brasile presenti in 30 comunità. Sono presenti in vari stati e in diverse città: a San Paolo, a Belo Horizonte, Victoria, Curitiba, Colombo. Curano le attività educative, le parrocchie e soprattutto sono presenti nei progetti sociali a favore dei poveri e dei bisognosi. Operano nelle favelas di Belo Horizonte, di Jardim America, di San Paolo, in Janauba, dove per la prima volta un Vescovo passionista, mons. Mauro Bastos, morto giovanissimo in un incidente stradale, nel 2006, fu messo alla guida della nuova diocesi, istituita da Giovanni Paolo II nel 2002 ed affidato a questo giovane religioso e santo vescovo. Grande attesa quindi nella famiglia passionista per la visita del Papa in Brasile e per la Giornata mondiale della gioventù, alla quale partecipano, provenienti da varie parti del mondo circa 100 religiosi giovani. Così scrivono le claustrali passioniste sul loro sito dando il benvenuto a Papa Francesco.

Seja benvindo Papa Francisco!

Com todo o Povo Brasileiro, rejubilamos com esta Visita tão especial!

Também não temos nem ouro nem prata, mas temos Jesus para oferecer a todos e num só coração em Cristo, acompanhamos vossa Santidade e todos os participantes da Jornada Mundial da Juventude!

ITRI, IL CONVEGNO SU PAPA FRANCESCO

2013-07-07 19.06.52.jpgItri (Lt). Il primo convegno su Papa Francesco, a 100 giorni della sua elezione. Molto interesse e tantissima partecipazione.

di Antonio Rungi

Nell’ambito dei solenni festeggiamenti in onore della Madonna della Civita, la patrona dell’Arcidiocesi di Gaeta e della città di Itri, che si svolgono dal primo al 22 luglio di ogni anno, domenica 7 luglio 2013, dalle ore 19,00 alle ore 21,00, ad Itri, nella chiesa parrocchiale Santa Maria Maggiore, si è solto il convegno ecclesiale-parrocchiale su “Papa Francesco. I primi 100 giorni” di Pontificato. Circa 1000 persone presenti in chiesa per ascoltare i vari relatori. Presenti al Convegno il parroco don Guerino Piccione padre Antonio Rungi, della comunità passionista del Santuario della Civita, che predicherà il 12 luglio durante la novena in onore della Madonna. Ad introdurre i lavori è stato l’Avvocato Antonio Fargiorgio, presidente dell’Associazione Madonna della Civita, che ha messo in risalto la finalità del convegno nel contesto della festa patronale. Il primo saluto ai convenuti è stato del parroco, don Guerino Piccione che ha messo il risalto la speciale devozione di Papa Francesco verso la Madonna, richiamando il suo primo significativo gesto di portare un vasetto di fiori alla Madonna Salus Populi Romani a Santa Maria Maggiore in Roma all’indomani della sua elezione a Sommo Pontefice e Vescovo di Roma. A seguire, l’intervento del sindaco della cittadina, dott. Giuseppe De Santis, che ha sottolineato l’importanza della festa patronale come momento di aggregazione e di approfondimento della propria fede. A coordinare tutto il convegno, oltre che ad organizzarlo concretamente, è stato Orazio La Rocca, vaticanista de “La Repubblica” e collaboratore del settimanale L’Espresso, che è originario di Itri. Il primo atteso intervento è stato di Pippo Baudo, noto presentatore della Rai. Pippo Baudo ha parlato del potente e trasformante carisma di Papa Francesco, che oltre a dare una sterzata alla Chiesa è un forte richiamo anche ai media, alla televisione, a camminare secondo criteri di eticità e moralità, con uno stile di vita semplice e povera. A seguire, Gianni Valente, biografo del Cardinale Bergoglio, quando era arcivescovo a Buenos Aires, in Argentina. Ha parlato dei suoi vari incontri con Papa Bergoglio, dei vari aneddoti e della sua amicizia con l’allora cardinale ed ora Papa. Due fatti hanno suscitato viva emozione nei presenti, quando Valente ha parlato della visita di Bergoglio e sua alla “città nascosta”, una grande estensione di terreno dove abitano in condizioni disumane migliaia di persone a Buenos Aires e come il cardinale Bergoglio sapeva stare vicino a quella gente. L’altro fatto commovente citato da Valente è stato la carità pastorale con cui l’allora arcivescovo fu vicino ad un ex-vescovo che aveva lasciato e si era sposato, restando praticamente escluso ed emarginato da tutti. Lui lo andava a visitare e lo confortava con la parola e l’affetto del buon pastore, che non esclude nessuno dal suo ovile, anzi che va in cerca della pecorella smarrita. Il successivo intervento è stato quello di Carlo Di Cicco, Vice-Direttore de L’Osservatore Romano. Di Cicco ha parlato in particolare dello stretto rapporto che intercorre tra Papa Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco. “Non ci sarebbe Francesco, se non ci fosse stato Benedetto che come sappiamo ha rinunciato perché ha capito che le forze umane non c’erano più per continuare. Di Papa Giovanni Paolo II la gente diceva che andava a vederlo, di Papa Benedetto la gente diceva che andava ad ascoltarlo, di Papa Francesco la gente dice semplicemente che bisogna imitarlo e non sarà facile per nessuno”, ha detto il Vice Direttore dell’Osservatore Romano. L’ultimo, sintetico intervento è stato di padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, che ha raccontato dell’elezione del Papa e della prossima venuta del Papa ad Assisi, sottolineando il fatto della scelta del nome “Francesco” per dare anche attraverso questi segnali una svolta potente ed innovativa a tutta la chiesa. I fatti di questi giorni ha detto padre Enzo, lo stanno dimostrando. Ha anticipato anche la notizia che il Papa ha scritto una bellissima preghiera in onore di San Francesco che depositerà, nella cripta del Santo il 4 ottobre 2013 quando andrà in visita pastorale ad Assisi nel giorno stesso della festa del Patrono dell’Italia. L’ultimo intervento è stato del Maestro Ambrogio Sparagna che ha portato la sua testimonianza dell’incontro con il Papa nei giorni scorsi con circa 200 bambini delle case famiglie, e con il concerto offerto al Papa. Poi una sua esibizione all’organetto ed insieme ad un’artista siciliana l’esecuzione di un bellissimo canto sulla verginità della Madonna, in dialetto siciliano. Le ultime parole di saluto sono state di Pippo Baudo che ha sottolineato l’importanza di vivere in comunione della chiesa, di dare la possibilità a divorziati risposati di accostarsi all’eucaristia, del cambiamento di indirizzo e di impostazione dello Ior, della scelta della povertà e della tenerezza che devono caratterizzare sacerdoti, religiosi e suore. A conclusione del convegno, come ogni anno, dopo una breve processione per le principali vie di Itri c’è stata l’ostensione del quadro della Madonna della Civita, in Piazza Incoronazione. Rito che ha aperto ufficialmente il periodo di festeggiamenti in onore della Santissima Patrona della Arcidiocesi di Gaeta e della Città di Itri. Alle 22.00 tutti a casa, dopo una serata di ascolto e riflessione sulla straordinaria personalità di Papa Francesco.

Salerno. Un corso di esercizi spirituali sulla prima enciclica di Papa Francesco

imagesCANPNDVD.jpgSALERNO. UN CORSO DI ESERCIZI SPIRITUALI SULLA PRIMA ENCICLICA DI PAPA FRANCESCO

Sarà il teologo morale, padre Antonio Rungi, missionario passionista, a predicare il primo corso di esercizi spirituali sulla prima enciclica di Papa Francesco “Lumen fidei”, pubblicata oggi, 5 luglio 2013, e già oggetto di approfondimento teologico e spirituale da parte dei credenti.
Il corso di esercizi spirituali, già in programma, verrà predicato alle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia, la cui casa generalizia si trova a San Gregorio Armeno in Napoli. Saranno 30 le suore che a Capriglia, in provincia di Salerno, seguiranno le meditazioni dettate dal teologo e missionario padre Antonio Rungi.
Il tema che il teologo, infatti, ha scelto per tale corso di esercizi che inizia domenica sera, 7 luglio 2013 e termina il 13 luglio, sabato, è “Per fede, nell’anno della fede, la riscoperta della vocazione alla vita consacrata alla luce della Lumen Fidei”.
Il corso di esercizi spirituali, oltre ai momenti di preghiera, prevede due meditazioni giornaliere sul tema della fede e alla luce del magistero di Papa Francesco. Il sacerdote esaminerà i quattro capitolo in cui è strutturata l’Enciclica, mettendo in risalto l’aspetto spirituale, pastorale, ecclesiale, apostolico, mariano, comunionale nell’ambito della vita consacrata. La lettera enciclica è infatti anche indirizzata a tutti i religiosi perché ne facciano oggetto di studio, di preghiera, di confronto e soprattutto di impegno personale e comunitario per riscoprire la fede in Gesù Cristo, povero casto ed obbediente, modello, quindi di ogni persona consacrata a Cristo per un profondo motivo di fede in Dio.
La Congregazione delle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia furono fondate dalla serva di Dio Maria Pia Notari.

La Serva di Dio Maria Pia della Croce nacque a Capriglia (SA) il 2 dicembre 1847 da genitori di buoni sentimenti religiosi e con una elevata posizione economica. Essi avrebbero preferito un figlio maschio. Questa accoglienza non gioiosa segnerà la vita della fanciulla, che al battesimo fu chiamata Maddalena, e fu presto affidata ad uno zio paterno, l’avvocato Nicola Notari, che risiedeva a Napoli. Passò per diversi educandati e comunità religiose. A nove anni ricevette l’Eucaristia e poi la Cresima. A dodici anni con il consenso del confessore fece voto di temporanea castità, reso perpetuo a quindici anni, il 2 luglio 1862. Qualche anno dopo, nel 1864 il desiderio della vita consacrata si rese più forte, ma ci fu l’opposizione dei genitori che la richiamarono a Capriglia. Maddalena, tuttavia, non voleva sposarsi.  Un sacerdote napoletano, Don Salvatore Barbara, la guidò lungamente e saggiamente nella scelta religiosa. Infatti, nel 1873, fece un’esperienza tra le Terziarie Servite. Ne vestì l’abito nella Cappella di S. Luciella a Porta S. Gennaro, assumendo il nome di Maria Pia dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. Professò inoltre privatamente i voti di povertà, obbedienza e castità. Il 20 novembre 1885 diede inizio alla fondazione della Congregazione delle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia, cominciando con appena due altre donne in un quartino a Napoli, al numero 19 di Via Maiorana. Come fondatrice assunse definitivamente il nome di Maria Pia della Croce. Da ora provvederà lei stessa alla vita della piccola comunità che si era formata e starà in stretto legame con gli Arcivescovi che si susseguiranno nel tempo, cioè il Card. Sisto Riario Sforza, il Card. Guglielmo Sanfelice e il Card. Giuseppe Prisco, percorrendo così l’iter dell’approvazione canonica, che, iniziato nel 1892, sarà definitivamente sancito dalla Santa Sede nel 1915. 

Cresciuto il numero delle suore, la Serva di Dio nel 1890 aveva trasferito la casa generalizia a San Giorgio a Cremano dove aveva acquistato un intero palazzo con annesso giardino. La crescita dell’Istituto si estese con l’apertura di nuove case tra le quali Castel S. Giorgio, Nocera, Rutigliano, Putignano ed oggi perfino nelle Filippine e Perù. 

La Serva di Dio morì all’età di settantadue anni proprio la sera del 10 luglio di ottantatré anni fa, e cioè nel 1919.


IL CARISMA DI FONDAZIONE

CROCE ED EUCARESTIA – La festa deve essere da noi profondamente sentita e vissuta, perché, se essa è simbolo redentivi di ciascun cristiano, per la Suora Crocifissa Adoratrice dell’Eucaristia, è l’essenza stessa della sua vita di consacrazione. (1984) Infatti è in questo arcano di Croce ed Eucaristia che si ritrova tutta la ricca spiritualità dell’anima umile e semplice di Maddalena Notari che ha saputo il suo dramma della vocazione – missione di Gesù e, spinta dal Suo amore, ha saputo camminare decisamente verso la Croce, sostenuta dallo spogliamento totale di sé all’obbedienza fedelissima alle Sue divine ispirazioni. La Croce, santamente amata, è stata la bussola che ha orientato il suo cammino verso Cristo, verso il Padre, verso i fratelli sin dalla sua più giovane età. L’Eucaristia – nutrimento per una vita incentrata su Cristo e per una missione legata al Vangelo ed alla Chiesa – fu per la nostra Madre Fondatrice modello ed impegno di servizio o di diaconia. (1989) La festa dell’esaltazione della Croce ravviva nel pensiero e nel cuore, particolarmente di noi Crocifisse Adoratrici, la meta culmine di tale volontà e, anche se la nostra vita e la nostra missione si svolge e si deve attuare oggi, in una società in trasformazione, il punto Luce non muta, è e rimane il mirabile esempio della vita di Cristo compiutasi in tutto l’arco dell’esistenza umana, tesa sola a compiere l’adorabile disegno del Padre in pienezza di obbedienza e di sacrificale abbandono.
La diaconia del servizio mio, e di ciascuna di noi, deve avere tale ed unica visione e prospettiva di fede, perché solo allora si è veri diaconi del servizio e si sa «lavare i piedi» «spezzare il pane ai fratelli»; farsi tutto a tutti desiderando esclusivamente il bene delle anime, l’espansione del regno di Dio, il progresso del proprio Istituto che solo in questa ottica si ama di un amore incondizionato. (1996).
Saper passare a considerare Gesù come «il mio Amore»… E questo il compito di tutta la vita che comincia con un deciso e totalizzante «Sì» iniziale alla sua chiamata, alla sua proposta, al suo invito, che si concretizza in offerta ablativa per l’intera esistenza della creatura chiamata. Dico oblativa perché … Vita consacrata n. 23: «È sotto la croce che si comprende il valore ultimo e le conseguenze vere dei consigli evangelici: lì l’amore verginale di Cristo per il Padre e per tutti gli uomini raggiungerà la sua massima espressione. La Sua povertà arriverò allo spogliamento di tutto. La sua obbedienza fino al dono della vita». (1997).SERVIZIO – Non c’è età pensionabile per lo Spirito, se ci fosse sarebbe triste. Purtroppo non pensiamo forse spesso, sorelle, di aver già dato tutto al Signore? … Non abbiamo esclamato tante volte: adesso basta, ho lavorato troppo?… Quando hai detto «basta» – dice S. Bernardo – sei finito. (1985) «Se il chicco di grano non muore resta infruttuoso se muore porta molto frutto …» E Gesù, come il chicco di frumento si è lasciato pestare, schiacciare, morire per generare alla vita della grazia le infinite anime del cosmo umano. (1987) «Evangelizzare» è anche anelito del nostro Santo Padre. Con la preghiera, innanzi tutto, personale e comunitaria, attenta intensa, impetrativa; prostrate in adorazione davanti al santo ciborio non ci stanchiamo di implorare dal Dio vivo e vero accanto a noi le grazie di luce e di sapienza interiore per tutte le sue predilette creature. Gesù era Dio e sapeva che l’uomo era stato creato non per il dolore ma per la felicità, per la gioia piena, per tendere alle realtà più nobili, più belle, più sante. Perciò ha portato e sopportato il dolore, ma non l’ha mai amato. Nella Sua vita terrena non si è mai mostrato impassibile ed insensibile ad esso, si è commosso, ha pianto e tremato di fronte alle devastazioni del dolore, e quando ha creduto opportuno è sempre intervenuto per eliminarlo; non lo ha mai benedetto, non lo ha cancellato dal mondo ma ha fatto una cosa meravigliosa: lo ha riempito d’amore e l’ha reso strumento di redenzione e di salvezza. (1993) Siamo all’inizio di un nuovo sessennio, di itinerario e di impegno di vita ascetica, imploriamo tutte unite in questa festa grande lo Spirito di Dio perché sia l’anima di ogni nostro compito, la sua forza e potenza dirigano e illuminino i nostri passi per compiere ogni opera nella certezza della Sua presenza che è garanzia della volontà divina. (1996). CARISMA – A distanza di un secolo è doveroso ricordare i primissimi anni della fondazione durante i quali, come per miracolo, si moltiplicarono le case e le attività: assicurazione delle Specie Eucaristiche, scuole di pittura, di musica, di ricamo, collegi e orfanotrofi, catechesi parrocchiale e soprattutto il richiamo esercitato su di un numero sempre più grande di anime anelanti a seguire nell’immolazione e nella preghiera ai piedi dell’Eucarestia, una semplice, piccola donna. Quale il fascino? …Quale la forza? …Quale la potenza? … A questi interrogativi c’è una sola risposta «la Croce e l’Eucarestia». Due aspetti dell’unico mistero di Cristo che la nostra Madre Fondatrice sintetizzò con profondità in se proiettabili mirabilmente nella sua Congregazione. E se la Croce, nel mondo di oggi, ci rende portatrici di un messaggio che rivela il valore della sofferenza e la speranza della salvezza, è necessario anche annunziare, con un servizio missione ad ogni livello ed a qualsiasi titolo, il significato profondo dell’Eucarestia che è vita di Cristo perpetuamente e gratuitamente donata per l’elevazione della creatura, per la salvezza dell’uomo. (1985) Per noi tutte uno spazio particolare va riservato ogni anno alla festa del 21 novembre, data di nascita della nostra Congregazione, data di rinascita per ogni crocifissa nel dono che lo Spirito Santo fece ad una creatura, ad una fondatrice, la nostra M. Pia della Croce, un dono che è il «carisma», una parola che racchiude lo spirito, le finalità della nostra famiglia religiosa. Ogni mia consorella è mia madre, mia figlia, mia sorella, non posso metterla da parte, devo con comprensione aiutarla, sostenerla, amarla. Il cuore è un terreno dove bisogna lavorare sempre intensamente perché si liberi dalle scorie umane e diventi casa di Dio, trono regale di Cristo, sede della Trinità, dobbiamo sviluppare la preghiera del cuore che è anche anelito del Signore, veglia intima, colloquio silenzioso e profondo che tiene viva la presenza di Cristo e far emergere questa divina unione, più che dalla mente, ogni pensiero, ogni azione del nostro quotidiano. (1990) Il nostro carisma ci innesta nella Radice viva della Chiesa: Cristo benedetto.… E Cristo è fecondità che, nel rivelare dona ciò che rivela, nell’annunziare opera ciò che annunzia, nell’implorare dal Padre salvezza per i fratelli immola tutto Se stesso in un sacrificio di indicibili dolori per ottenere la redenzione. (1994). CON MARIA – La vita interiore ci fa vivere nell’insicurezza dei mezzi umani, ma nelle certezze soprannaturali: certezza di essere amati da Dio, certezza che Dio ci vuole felici nella sua felicità, certezza che la sua Onnipotenza è al mio servizio, certezza che se io faccio gli interessi di Dio Lui farà i miei, certezza che Lui non si farà mai vincere in generosità, certezza che la forza di Dio non mi lascia mai. A Maria, la vergine del «Sì», affidiamo i nostri desideri di progresso interiore. Ella è mediatrice tra Dio e l’uomo e poiché la vocazione religiosa è un progetto di santità che Dio ha su ciascuno di noi, Maria è la via più breve per realizzare questo progetto. (1986) Maria Santissima, donna di fede, donna di carità, serva umile ed orante del Signore, Madre di sapienza, Madre di amore, ci aiuti a comprendere le insondabili ricchezze dei segreti del Cuore di Dio anche se sono sofferenze e rinunce, mortificazioni, offerte; ci insegni il silenzioso, arduo ma alto cammino delle virtù dei santi, ci guidi per lo stretto sentiero della fede viva per dare ad ogni dolore il nome giusto che è il «Signore Crocifisso». Ci conceda la gioia sublime dell’appartenenza incondizionata al suo Figlio Gesù. (1994). Signore Gesù in piena adesione di fede vuol dire non appartenere più al mondo dei compromessi, della mediocrità, della pigrizia, dei ripiegamenti, dei timori esagerati, dell’ingenerosità, e comporta la necessità di superare se stesso e le proprie posizioni in una ricerca di ciò che è più scomodo più sacrificale, più piccolo ed umile, nascosto e silenzioso, più perfetto, vitale e spiritualmente valido. La preghiera è la forza rigeneratrice e fecondatrice delle azioni umane. L’importanza della preghiera è evidente in tutta la vita di Gesù. È Lui che ci ha insegnato tutte le forme di preghiera: quella liturgica e comunitaria nel Tempio e nella Sinagoga, quella personale nella solitudine e sul monte. E la Sua, è una preghiera che immerge tutto l’essere Padre. (1998).

Airola (Bn). Giubileo sacerdotale di padre Faustino D’Uva

padrefaustino.jpgairola123-600x250.jpgAirola (Bn). Padre Faustino D’Uva, 65 anni di sacerdozio e 72 di vita religiosa

 

di Antonio Rungi

 

E’ sicuramente una delle tappe più importanti e rilevanti per ogni sacerdote: il giubileo dei 65 anni di fedeltà a tale vocazione. A questa tappa ci è arrivato lo scorso 2 maggio 2013, padre Faustino dell’Angelo Custode (al secolo Angelo D’Uva), che ha ricordato i suoi 65 anni di vita sacerdotale.

A festeggiare l’anziano religioso, nato a Santa Croce del Sannio (Bn), nell’Arcidiocesi di Benevento, il 2 dicembre 1924, saranno, sabato prossimo, 6 luglio 2013, durante la festa di Santa Maria Goretti, che è molto venerata nella Valle Caudina, tutti i confratelli passionisti di Airola (Bn), dove il religioso vive da circa 25 anni e della provincia religiosa dell’Addolorata (Basso Lazio e Campania).

Una solenne concelebrazione, presieduta dallo stesso sacerdote si terrà nella Chiesa monumentale dei Passionisti, San Gabriele Arcangelo di Airola,  alle ore 20.00 e a seguire un momento di fraternità tra tutti i partecipanti al rito religioso di ringraziamento al Signore.

Per la fausta ed eccezionale ricorrenza saranno presenti autorità religiose e civili del territorio, essendo il religioso molto conosciuto ed apprezzato per le sue doti umane, per la sua affabilità ed ilarità e per la sua riservatezza.

Padre Fausto D’Uva entra tra i passionisti piccolissimo, chiamato alla vita consacrata da San Paolo della Croce, al quale è profondamente legato da una spiritualità intensa. Professa i consigli evangelici, per la prima volta, a Pontecorvo (Fr) il 16 dicembre 1941, compiendo così, quest’anno 72 anni di vita consacrata.

Dopo gli studi teologici, durante un periodo difficile, come quello della seconda guerra mondiale, fu ordinato sacerdote ad Anagni (Fr) il 2 maggio 1948.

Appena sacerdote fu impegnato nella formazione, nella predicazione e successivamente in vari uffici.

E’ stato lui a curare per oltre 30 anni la pubblicazione, da Calvi Risorta (Ce), della celebre rivista dei passionisti del Sud Italia “L’Araldo del Crocifisso”, impegnando le sue migliori energie spirituali, umane ed intellettuali per la pubblicazione mensile di questo organo di informazione, che manteneva i contatti con le popolazioni evangelizzate, nell’immediato dopo-guerra. Poi i vari uffici, tra cui quello di consultore provinciale, di vicario, di cappellano.

Persona di vasta cultura, dalla battuta facile, padre Faustino in tutte le comunità passioniste in cui è stato ha lasciato un ottimo ricordo di se.

Le sue catechesi dalla profondità teologica e dal senso pastorale sono ben note a quanti lo continuano ad ascoltare durante la celebrazione della santa messa al Convento di Monteoliveto di Airola e fino a qualche mese fa in varie parrocchie della Diocesi di Cerreto-Telese-Sant’Agata de’ Goti.

Buona parte del suo ministero sacerdotale l’ ha dedicata all’attività di confessore e direttore spirituale.

Confessore di vescovi, sacerdoti, seminaristi, religiosi e religiose, laici e quanti cercano nel sacerdote anche un sicuro punto di riferimento spirituale e consigliere, padre Faustino D’Uva ha ereditato al Convento di Monteoliveto il patrimonio spirituale, apostolico e ministeriale di tanti religiosi passionisti che dal 1882 sono presenti in questo convento, ininterrottamente e qui lavorano per la diffusione del Regno di Dio.

All’anziano sacerdote che festeggia i 65 anni di ministero nella chiesa e nella Congregazione dei passionisti gli auguri sinceri di una lunga vita.

Con padre Faustino D’Uva, nella stessa celebrazione, ricorderanno i loro anniversari sacerdotali, altri due passionisti della stessa comunità di Airola: padre Paolo Viola (45 anni), originario di Castrocielo (Fr), per lunghi anni missionario in Brasile, e padre Francesco Minucci (30 anni), originario di Pietrastornina (Av), anche loro impegnati nell’apostolato tipico dei passionisti, quello della predicazione itinerante e della nuova evangelizzazione.

La prima enciclica di Papa Francesco “Lumen fidei”

bf0cd5db490ea06a261021c0f7d5-grande.jpgE’ certamente l’unica  enciclica ad essere scritta a quattro mani, nel senso che vi hanno lavorato intorno a tale progetto due Pontefici, entrambi viventi: uno emerito, Papa Benedetto XVI, che ha avviato il progetto e, l’altro, il Papa in carica, Francesco, che lo ha completato e lo ha reso noto alla comunità cristiana di tutto il mondo, ufficializzando il documento e presentando a tutti coloro che, in questo anno della fede, che volge al termine, vogliono riscoprire il dono della fede ricevuto nel battesimo. Il titolo dell’enciclica è significativo ed espressivo per sé. Fa riferimento alla luce della fede, indicando con questo termine di luce, tutto ciò che rende chiaro all’uomo, nella grazia di Dio e nell’abbandono fiducioso in Lui, dei misteri della fede. Fare luce, significa mettere chiarezza dentro di se e incontrare la persona che questa luce la proietta sull’uomo, perché è il Dio della luce, che è Gesù Cristo, trasfigurato sul Monte Tabor, morto e risorto sul Monte Calvario.Fin dalla creazione di parla di luce. Dio disse e subito si fece luce. La storia esce dal suo buio e diventa la storia della salvezza, della luce. Una storia segnata dalle tenebre del peccato e dell’errore, a partire dal primo peccato, quello dei nostri progenitori, che noi definiamo originale. Da quel peccato e da quella disobbedienza a Dio, nasce anche la promessa della salvezza che Cristo porterà a tutti gli uomini. La luce della risurrezione è anche la luce della salvezza eterna. Il Dio della luce in cui noi crediamo è Colui che ci ha inviato la vera luce, che è Cristo. Nella notte di Pasqua, mentre la chiesa è tutta nel buio, il sacerdote che ha acceso il fuoco nuovo e il cero pasquale, ad un certo punto del suo cammino verso l’altare per tre volte canta ad alta voce: La luce di Cristo. Il popolo di Dio risponde: “Rendiamo grazie a Dio”. Da questo evento salvifico della redenzione operata da Cristo, nasce tutto il discorso della luce della fede. Il battesimo, sacramento della luce della fede. La cresima, il sacramento della luce della perfezione dello Spirito Santo. L’eucaristia, la luce della presenza del Cristo nella nostra vita, nel suo corpo e nel suo sangue, realmente presente nel pane e vino consacrati. La confessione, la luce della riconciliazione e del ritrovato perdono e della rinnovata amicizia e misericordia di Dio nei nostri riguardi. Il matrimonio, la luce dell’amore vero che si realizza nella coppia, di uomo e donna, aperta al dono della vita e della felicità. L’ordine sacro, la luce della pastoralità e della missionarietà che si accende in cui che è chiamato a servire la causa del Vangelo e della Chiesa. L’unzione degli inferni, la luce della forza per affrontare la croce e la sofferenza di tutti i giorni e a volte a preparare l’incontro con Gesù Cristo nella luce senza fine.La luce della parola di Dio che diventa il faro direzionale del cammino nel tempo e in vista dell’eternità.La luce della Chiesa, che santa e peccatrice, indica a tutti i suoi figli la strada maestra in cui incontrare Cristo.La luce della carità, che rende davvero, nella fede, i fratelli e le sorelle, amici per sempre, superando ogni barriera ed ogni pregiudizio.La luce della speranza che impegna l’uomo a costruire un mondo più giusto su questa terra, in attesa dei cieli nuovi e della terra nuova che il Signore darà, alla fine dei tempi. La luce della tenerezza e della bontà di Dio, non più visto come giudice, ma come Padre della misericordia, al quale è lecito chiedere sempre “Padre perdonami”, ben sapendo che Egli ci perdona, rispetto ad un mondo che non sa perdonare e cerca di perdonare.La luce della croce e del Crocifisso, issato sul calvario per essere punto di riferimento nella vita di tutti i giorni, quando la sofferenza è tanta e tale che solo abbracciandosi la croce per amore, si fa spazio nel nostro cuore all’amore del Redentore.La luce della pace, quella che cercano gli uomini e non la trovano mai. La luce della gioia, quella che, soprattutto nel nostro tempo, non fa più capolino nella vita di tanta gente, triste ed angosciata per un’esistenza senza senso.La luce eterna che risplende per nostri fratelli defunti che ci hanno preceduto nel regno dei cieli e che vedono il volto di Dio nel santo paradiso. La luce del Dio Uno e Trino, la luce di Maria Santissima, donna di fede e donna della luce, la luce degli arcangeli, angeli, santi e beati che da lassù dove tutto è luce, perché c’è Dio, un giorno arriveremo per riempierci di luce che non avrà più fine. Grazie Papa Benedetto XVI e Papa Francesco, perché attraverso l’enciclica “Lume fidei”, la luce della fede, avete apportato un’immensa luce nel nostro modo di pensare, ragionare, pregare, studiare, riflettere e soprattutto amare. Quella luce della fede ci porta ad amare come Cristo ci ha amato fino alla croce.

Padre Antonio Rungi

Itri (Lt). Un convegno ecclesiale su Papa Francesco

2013-07-02 15.03.05.jpgitri%20-%20convegno%2007-07-13.jpgItri (Lt). Il primo convegno su Papa Francesco, a 100 giorni della sua elezione.

 

di Antonio Rungi

 

Nell’ambito dei solenni festeggiamenti in onore della Madonna della Civita, la patrona dell’Arcidiocesi di Gaeta e della città di Itri, che si svolgono dal primo al 22 luglio di ogni anno,  domenica 7 luglio, alle ore 19,00, ad Itri, nella chiesa parrocchiale Santa Maria Maggiore, si svolgerà il convegno ecclesiale-parrocchiale su “Papa Francesco.  I primi 100 giorni” di Pontificato.

Si tratta del primo convegno del genere a livello nazionale che ha come finalità quella di leggere l’attività del Papa da varie angolature, in quanto i relatori affronteranno vari aspetti della straordinaria figura del novello Pontefice, anche alla luce della pubblicazione della sua prima enciclica “Lumen fidei”, che verrà resa nota venerdì 5 luglio. Non si tratta, tuttavia – come evidenziano gli organizzatori – “di dare un giudizio di valore sull’opera del Papa, ma di riflettere insieme sulla svolta significativa che Papa Francesco ha dato alla Chiesa in questi 100 giorni del suo pontificato”.
A parlare di questo argomento ci saranno uomini  di chiesa, della cultura e dello spettacolo e del giornalismo. Sono infatti attesi alla tavola rotonda su questo argomento Pippo Baudo, noto presentatore della Rai, padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, Salvatore Mazza, giornalista di Avvenire e presidente dell’Associazione internazionale dei Vaticanisti, Carlo Di Cicco, Vice-Direttore de L’Osservatore Romano, Gianni Valente, biografo del Cardinale Bergoglio, quando era arcivescovo a Buenos Aires, in Argentina.

L’iniziativa è stata promossa come tutti gli anni, da 15 anni a questa parte, dall’Associazione “Maria Santissima della Civita” e dalla  Pro Loco, che negli anni passati in questa circostanza hanno portato ad Itri personalità di grande spicco ecclesiale, culturale e politico.

Coordinatore di tale iniziativa è il giornalista Orazio La Rocca, vaticanista de “La Repubblica” e collaboratore del settimanale L’Espresso, che è originario di Itri.

Al convegno ha annunciato la sua presenza sua Ecc.za Mons. Fabio Bernardo D’Onorio, arcivescovo di Gaeta. I saluti iniziali saranno dati ai convenuti dal parroco della cittadina, don Guerino Piccione e vicario foraneo della Forania di Fondi e dal Sindaco della Città, dott. Giuseppe De Santis.

Moderatore del Convegno  sarà Antonio Fargiorgio, presidente dell’Associazione Maria Santissima della Civita.

A conclusione del convegno, come ogni anno, ci sarà l’ostensione del quadro della Madonna della Civita, in Piazza Incoronazione, Cerimonia che aprirà, così, il periodo di festeggiamenti in onore della Santissima Patrona della  Arcidiocesi di Gaeta e della Città di Itri che occupano praticamente tutto il mese, anche per la vicinanza del Santuario Mariano della Civita, a 13 Km dalla città, sul Monte Civita, dove nel giugno 1989 arrivò pellegrino anche Giovanni Paolo II in occasione dei 150 anni della visita al Santuario della Civita di Papa Pio IX. Dopo il convegno, molti si attendono la visita spontanea di Papa Francesco, già invitato ufficialmente dall’Arcivescovo di Gaeta a tenere una prossima visita pastorale alla Diocesi, particolarmente cara ad ogni Papa.