Immacolata Concezione

Pagani (Sa). Festa delle Suore della Carità del Preziosissimo Sangue

tommasomariafusco.jpgCon un solenne triduo di preparazione spirituale, predicato da padre Antonio Rungi, passionista, che si tiene dal 3 al 5 gennaio 2013 nella casa madre di Pagani (Sa), in Via San Francesco, dove riposano le spoglie mortali del Beato, le Suore della Carità del Preziosissimo Sangue, ricordano il loro Fondatore, Tommaso Maria Fusco, prossimo alla canonizzazione, in  questo anno della fede. Era, infatti il 6 gennaio del 1873, solennità dell’Epifania, 140 anni fa, quando profondamente colpito dalla disgrazia di un’orfana, vittima della strada, dopo attenta preparazione nella preghiera di discernimento, don Tommaso Maria fondò la Congregazione delle «Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue». L’Opera ebbe inizio nella Chiesa della Madonna del Carmine, in Pagani, alla presenza del Vescovo Raffaele Ammirante il quale, con la consegna dell’abito alle prime tre Suore, benedisse il primo Orfanotrofio per sette orfanelle povere del paese. Sulla nascente famiglia religiosa e sull’Orfanotrofio, dietro sua richiesta, non tardò a scendere anche la benedizione del Papa. Ora le Suore fondate dal Fusco sono presenti in varie parti d’Italia e all’estero, portando avanti l’opera iniziata dal fondatore, con particolare attenzione ai bambini e all’infanzia abbandonata o in difficoltà. La straordinaria figura di questo sacerdote diocesano, viene commemorata in questi giorni, con una specifica preparazione spirituale alla festa dell’Istituto che si ricorda il 6 gennaio. Le comunità religiose delle Suore della Carità del Preziosissimo Sangue di Pagani e delle altre località della regione Campania si ritroveranno in queste sere per la celebrazione dei vespri, della santa messa con riflessione e con altri momenti di incontri tra le suore e i fedeli laici, soprattutto giovani, che fanno riferimento ai cenacoli di preghiera istituiti a Pagani e negli altri Comuni del territorio. Particolarmente seguito è quello che si tiene presso l’antica abitazione del Beato, ora trasformata in casa religiosa, cenacolo di preghiera e di apostolato con i bambini, secondo il carisma dello stesso Tommaso Maria Fusco, di cui il Beato Giovanni Paolo II, disse, nel giorno della beatificazione, avvenuta in San Pietro, il 7 ottobre del 2001: “La singolare vitalità della fede, attestata dal Vangelo nel brano di Luca, emerge anche nella vita e nell’attività di don Tommaso Maria Fusco, fondatore dell’Istituto delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue. In virtù della fede egli seppe vivere, nel mondo, la realtà del Regno di Dio in modo del tutto speciale. Tra le sue giaculatorie, una ve n’era a lui particolarmente cara: “Credo in te, mio Dio; aumenta la mia fede”. E’ proprio questa la domanda che gli Apostoli rivolgono a Gesù nel Vangelo (cfr Lc 17,6). Il beato Tommaso Maria aveva infatti capito che la fede è prima di tutto un dono, una grazia. Nessuno può conquistarla o guadagnarla da solo. Si può soltanto chiederla, implorarla dall’Alto. Perciò, illuminati dal prezioso insegnamento del nuovo Beato, non stanchiamoci mai di invocare il dono della fede, perché “il giusto vivrà per la sua fede” (Ab 1,4)” (Omelia di Giovanni Paolo II, Beatificazione di T.M. Fusco, 7 ottobre, 2001).Le Suore della carità del preziosissimo Sangue, forti dell’insegnamento del loro fondatore, avvertono in questo anno della fede la necessità di presentare lo spirito di fede, animato da una profonda carità e da una sicura speranza di Tommaso Maria Fusco, in questo tempo in cui, come chiesa, tutti i cristiano sono chiamati a rivitalizzare il dono e la grazia della fede, ricevuta nel Battesimo, come fu impegno fondamentale di Tommaso Maria Fusco da semplice battezzato, poi cresimato e soprattutto da pastore delle anime, come sacerdote zelante e mosso da un grande spirito di servizio e di amore verso Dio, la Chiesa e le anime affidate alla sua cura pastorale. Fin dall’inizio del ministero curò la formazione dei fanciulli, per i quali in casa sua, aprì una Scuola mattinale, e ripristinò la Cappella serotina, per i giovani e gli adulti presso la chiesa parrocchiale di San Felice e Corpo di Cristo con lo scopo di promuovere la loro formazione umana e cristiana. Essa fu un autentico luogo di conversioni e di preghiera, come lo era stata nell’esperienza di Sant’Alfonso, venerato e onorato a Pagani per il suo apostolato. Nel 1857 fu ammesso alla Congregazione dei Missionari Nocerini, sotto il titolo di San Vincenzo de’ Paoli, con la immissione in una itineranza missionaria estesa specialmente alle regioni dell’Italia meridionale. Nel 1860 fu nominato cappellano del Santuario della Madonna del Carmine, detta delle Galline, in Pagani, dove incrementò le associazioni cattoliche maschili e femminili, e vi eresse l’altare del Crocifisso e la Pia Unione per il culto al Preziosissimo Sangue. Don Tommaso Maria continuò a dedicarsi al ministero sacerdotale con predicazione di esercizi spirituali e di missioni popolari; e su questa itineranza apostolica nacquero le numerose fondazioni di case e orfanotrofi che segnarono la sua eroica carità, ancora più intensa specialmente nell’ultimo ventennio della sua vita (1870-1891). Agli impegni di Fondatore e Missionario Apostolico associò anche quelli di Parroco (1874-1887) presso la Chiesa Matrice di San Felice e Corpo di Cristo, in Pagani, di confessore straordinario delle monache di clausura in Pagani e Nocera, e, negli ultimi anni di vita, di padre spirituale della Congrega laicale nel Santuario della Madonna del Carmine. Ben presto don Tommaso Maria, divenuto oggetto d’invidia per il bene operato col suo ministero e per la vita di sacerdote esemplare, affronterà umiliazioni, persecuzioni fino all’infamante calunnia nel 1880, da un confratello nel sacerdozio. Ma egli sostenuto dal Signore, portò con amore quella croce che il suo Vescovo Ammirante, al momento della fondazione, gli aveva preconizzato: «Hai scelto il titolo del Preziosissimo Sangue? Ebbene, preparati a bere il calice amaro». Nei momenti della durissima prova sostenuta in silenzio, ripeteva: «L’operare e il patire per Dio sia sempre la vostra gloria e delle opere e patimenti che sostenete sia Dio la vostra consolazione in terra e la vostra mercede in cielo. La pazienza è come la salvaguardia e il sostegno di tutte le virtù». Consumato da una patologia epatica, don Tommaso Maria chiuse piamente la sua esistenza terrena il 24 febbraio 1891, pregando col vecchio Simeone:  «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele». (Lc 2, 29-32).e di Gesù. Aveva appena 59 anni quando celebrò il suo transito per l’eternità. Era nato, infatti, 1 dicembre 1831 a Pagani, in diocesi di Nocera- Sarno, settimo di otto figli, del farmacista dott. Antonio, e della nobildonna Stella Giordano, genitori di integra condotta morale e religiosa che seppero formarlo alla pietà cristiana e alla carità verso i poveri. Fu battezzato lo stesso giorno della nascita nella Parrocchia di San Felice e Corpo di Cristo. Ben presto rimase orfano della madre, vittima dell’epidemia colerica nel 1837 e, pochi anni dopo, nel 1841, perdette anche il padre. D’allora si occupò della sua formazione don Giuseppe, lo zio paterno, il quale gli fu maestro negli studi primari. Fin dal 1839, anno della canonizzazione di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, il piccolo Tommaso aveva sognato la chiesa e l’altare e finalmente nel 1847 entrò nel Seminario diocesano di Nocera, dal quale nel 1849 uscirà consacrato sacerdote il fratello Raffaele. Il 1° aprile 1851 Tommaso Maria ricevette il Sacramento della Cresima e il 22 dicembre 1855, dopo la formazione seminaristica, fu ordinato sacerdote dal Vescovo Agnello Giuseppe D’Auria. In questi anni di esperienze dolorose, per la perdita di persone care alle quali si aggiungeva quella dello zio (1847) e del giovane fratello Raffaele (1852), si sviluppa in Tommaso Maria una devozione già cara a tutta la famiglia Fusco: quella al Cristo paziente e alla sua SS. Madre Addolorata, come viene ricordato dai biografi: «Era devotissimo del Crocifisso e tale rimase sempre».

 

Casoria. Capitolo generale straordinario delle Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato

antonio9.jpgantonio7.jpgantonio10.jpgSi svolgerà dal 27 al 29 dicembre 2012 il Capitolo generale straordinario delle Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato, istituto religioso femminile, fondato dalla Beata Maria Cristina Brando, a Casoria (Napoli). E sarà proprio nella casa generalizia di Casoria, Istituto Brando, dove si svolgerà la tre giorni dell’assise della Congregazione, per revisionare il testo delle Costituzioni, a distanza di 30 anni dall’ultima approvazione pontificia, dopo la riforma conciliare. Al Capitolo generale partecipano 25 religiose in rappresentanza delle circa 400 suore che oggi compongono l’Istituto e che sono presenti in Italia, in varie parti, e all’estero, soprattutto in Indonesia e Filippine. Il capitolo generale straordinario sarà moderato da padre Antonio Rungi, passionista. L’Istituto, guidato da tre anni dalla Superiora Generale, Madre Carla Di Meo, è chiamato a revisionare la sua vita interna e il suo apostolato non solo adattando le costituzioni e i regolamenti alle nuove indicazioni che vengono dalla Sacra Congregazione vaticana dei religiosi, ma anche a verificare il cammino fatto in questo primo triennio, tappa intermedia, del sessennio 2009-2015, quando si svolgerà il Capitolo generale ordinario ed elettivo. Nel Capitolo generale che si svolgerà nel periodo natalizio, le suore membri di diritto o delegate, esaminaranno i testi elaborati da un’apposita commissione dell’Istituto e coordinata da padre Lionello Leidi, passionista, ufficiale della Sacra Congregazione vaticana dei religiosi. Il tema su cui si esamineranno le religiose è “Al pozzo di Giacobbe, per recuperare energie nuove”. Nell’anno della fede, infatti, le religiose, sull’esempio della loro fondatrice, Madre Cristina Brando, vogliono sentirsi protagoniste della loro stessa rinascita spirituale e di quella dell’intero istituto religioso. La revisione delle regole è sempre un momento di grazia e costituisce una nuova primavera spirituale per l’istituto, la cui spiritualità è l’adorazione eucaristica, che diventa servizio e diaconia verso gli ultimi e i bisognosi della terra. Le Suore Vittime Espitarici di Gesù Sacramentato, sono, infatti impegnate nel campo dell’educazione e della formazione dei piccoli, dei giovani, ma anche in tante opere di carità e di misercordia corporale e spirituale, soprattutto nei Paesi del terzo e quarto mondo. Lo sviluppo consistente dell’Istituto nei paesi dell’estremo oriente, dove è in crescita il numero delle religiose che vogliono seguire e vivere il carisma di Madre Cristina (prossima alla canonizzazione) è un dato importante ed incoraggiante per il futuro stesso della famiglia religios, data la giovane età di tutte le religiose. La fedeltà di queste religiose alle promesse fatte è consistente e dura nel tempo. Segno evidente di una buona formazione umana, spirituale ed apostolica dell’intero gruppo delle religiose giovani, perfettamente integrate, in Italia, nelle varie case religiose, ove il numero delle suore italiane va riducendosi con l’avanzare degli anni. Prossima apertura di una casa religiosa sarà in Africa. In tal modo l’istituto sarà presente in tutti i cinque continenti, con un’azione apostolica di grande respiro missionario.
L’agenda del capitolo generale straordinario è fitta e incalzante negli impegni che attendono le capitolari nella tre giorni di studio, approfondimeno e soprattutto di approvazione e votazione del lavoro già fatto e che si farà durante il Capitolo generale.

Finita la festa dell’Immacolata a Carinola

Foto0747.jpgNonostante il tempo inclemente di questi giorni, la festa in onore della Madonna dell’Immacolata si è svolta regolarmente. La tanto attesa e sentita processione si è svolta regolarmente il giorno 8 dicembre con inizio alle ore 12,30 e conclusione alle 14,00 dopo la preghiera di affidamento alla Madonna letta da padre Antonio Rungi, missionario passionista, che ha predicato in questi giorni di preparazione della festa dell’Immacolata a Carinola. Nove giorni di preparazione spirituale con la novena, di cui gli ultimi tre con la predicazione di padre Antonio Rungi, religioso passionista, noto ed apprezzato missionario della Congregazione della Passione, che come tutti gli anni è risciuto ad entrare con i suoi discorsi nel cuore di tutti i carinolesi che hanno partecipato al triduo e soprattutto alle messe di oggi, solennità dell’Immacolata. Si è iniziato con la messa delle ore 6.00 presieduta da don Michelangelo, durante la quale, padre Rungi ha tenuto una vibrante omelia mariana che ha scosso spiritualmente tutti presenti. Si è proseguito con la messa delle 8,00 e con la celebrazione della messa solenne delle ore 11,30, presieduta dal don Amato Brodella, parroco della cattedrale e animata dai canti, come nella messa dell’aurora, della schola cantorum parrocchiale. Nuova intensa omelia di padre Rungi rivolta specialmente ai tanti giovani e ragzzi presenti, che poi hanno preso parte anche alla processione, nonostante il tempo minaccioso. Tutto è andato bene e si è concluso nel migliore dei modi. Il comitato della festa religiosa insieme alla Congrega dell’Immacolata hanno organizzato anche quest’anno una bellissima novena e una festa religiosa che sempre più si configura come un appuntamento importantissimo nella vita spirituale e mariana di ogni carinolese. Nelle omelie della solennità, padre Antonio Rungi ha sottilneato più volte che la festa in onore della Madonna Immacolata deve essere un motivo serio e sincero per rallegrarsi: “Carinola, rallegrati, gioisci, perché hai la Madre di Gesù in cielo che ti benedice e ti protegge in tutti i momenti della tua vita, specialmente in quelli più tristi e difficili. Tu sei la cittadella dell’Immacolata e come tale imita la Vergine Beata in tutto ciò che è amore, carità, purezza, servizio umile e disinteressato”. L’entusiasmo che riesce a trasmettere padre Antonio Rungi con le sue accese omelie, rende la festa dell’Immacolata particolarmente sentita da tutto il popolo di Dio. La presenza a Carinola di una chiesa in fase di ultimazione dedicata all’Annunziata, ma in realtà dell’Immacolata, la presenza della Congrega dell’Immacolata e delle Suore dell’Immacolata di Genova, fondate da Sant’Agostino Roscelli, rende più viva questa esperienza di fede che parte da lontano, subito dopo la proclamazione ufficiale del dogma dell’Immacolata a firma del Beato Pio IX, Papa, nel 1854. La storia e gli avvenimenti più importanti di Carinola negli ultimi 160 anni sono contrassegnati dalla presenza operosa nella Madonna Immacolata nella vita dei singoli fedeli e dell’intera comunità carinolese. La Madonna Immacolata per ogni carinolese, vicino o lontano, è il punto di riferimento della propria devozione e dello speciale culto che nutrono verso la Madre del Salvatore da generazione in generazione.

Carinola (Ce). Conclusa la festa religiosa dell’Immacolata

Foto0744.jpgFoto0745.jpgFoto0748.jpgNonostante il tempo inclemente di questi giorni, la festa in onore della Madonna dell’Immacolata si è svolta regolarmente. La tanto attesa e sentita processione si è svolta regolarmente il giorno 8 dicembre con inizio alle ore 12,30 e conclusione alle 14,00 dopo la preghiera di affidamento alla Madonna letta da padre Antonio Rungi, missionario passionista, che ha predicato in questi giorni di preparazione della festa dell’Immacolata a Carinola. Nove giorni di preparazione spirituale con la novena, di cui gli ultimi tre con la predicazione di padre Antonio Rungi, religioso passionista, noto ed apprezzato missionario della Congregazione della Passione, che come tutti gli anni è risciuto ad entrare con i suoi discorsi nel cuore di tutti i carinolesi che hanno partecipato al triduo e soprattutto alle messe di oggi, solennità dell’Immacolata. Si è iniziato con la messa delle ore 6.00 presieduta da don Michelangelo, durante la quale, padre Rungi ha tenuto una vibrante omelia mariana che ha scosso spiritualmente tutti presenti. Si è proseguito con la messa delle 8,00 e con la celebrazione della messa solenne delle ore 11,30, presieduta dal don Amato Brodella, parroco della cattedrale e animata dai canti, come nella messa dell’aurora, della schola cantorum parrocchiale. Nuova intensa omelia di padre Rungi rivolta specialmente ai tanti giovani e ragzzi presenti, che poi hanno preso parte anche alla processione, nonostante il tempo minaccioso. Tutto è andato bene e si è concluso nel migliore dei modi. Il comitato della festa religiosa insieme alla Congrega dell’Immacolata hanno organizzato anche quest’anno una bellissima novena e una festa religiosa che sempre più si configura come un appuntamento importantissimo nella vita spirituale e mariana di ogni carinolese. Nelle omelie della solennità, padre Antonio Rungi ha sottilneato più volte che la festa in onore della Madonna Immacolata deve essere un motivo serio e sincero per rallegrarsi: “Carinola, rallegrati, gioisci, perché hai la Madre di Gesù in cielo che ti benedice e ti protegge in tutti i momenti della tua vita, specialmente in quelli più tristi e difficili. Tu sei la cittadella dell’Immacolata e come tale imita la Vergine Beata in tutto ciò che è amore, carità, purezza, servizio umile e disinteressato”. L’entusiasmo che riesce a trasmettere padre Antonio Rungi con le sue accese omelie, rende la festa dell’Immacolata particolarmente sentita da tutto il popolo di Dio. La presenza a Carinola di una chiesa in fase di ultimazione dedicata all’Annunziata, ma in realtà dell’Immacolata, la presenza della Congrega dell’Immacolata e delle Suore dell’Immacolata di Genova, fondate da Sant’Agostino Roscelli, rende più viva questa esperienza di fede che parte da lontano, subito dopo la proclamazione ufficiale del dogma dell’Immacolata a firma del Beato Pio IX, Papa, nel 1854. La storia e gli avvenimenti più importanti di Carinola negli ultimi 160 anni sono contrassegnati dalla presenza operosa nella Madonna Immacolata nella vita dei singoli fedeli e dell’intera comunità carinolese. La Madonna Immacolata per ogni carinolese, vicino o lontano, è il punto di riferimento della propria devozione e dello speciale culto che nutrono verso la Madre del Salvatore da generazione in generazione.

Carinola (Ce). Festa dell’Immacolata dei giovani e per i giovani

Foto-0069.jpgFoto-0068.jpgFoto-0075.jpgLa festa dell’Immacolata a Carinola (Ce) nella Diocesi di Sessa Auruna è una festa per i giovani e dei giovani. A promuoverne la celebrazione in modo solenne è la locale Congrega dell’Immacolata, di antica istituzione, che annovera tra i soci diversi giovani che continuano l’opera di promozione del culto dell’Immacolata, iniziata dai loro antenati. Insieme alla Congrega sono parte integrante della diffusione del culto e della devozione mariana a Carinola le Suore dell’Immacolata di Genova, fondate da Sant’Agostino Roscelli, che nella storica cittadina di Carinola, una volta sede episcopale, hanno un’avviata struttura di promozione culturale e sociale sul territorio. Ma è soprattutto il popolo di Dio che vive e sente intensamente la festa della Madonna Immacolata e si prepara ad essa con la solenne novena, che si conclude domani 7 dicembre, alla quale partecipano numerossimi non solo gli anziani e gli adulti, ma anche i giovani. Anche quest’anno a predicare il triduo conclusivo della novena dell’Immacolta è padre Antonio Rungi, missionario passionista, teologo moarle e docente nelle scuole statali. Ad accogliere queste varie istanze per onorare sempre più solennemente la Vergine Immacolata è da 50 anni monsignor Amato Brodella, vicario generale della Diocesi di Sessa Aurunca e parroco della cattedrale di Carinola da mezzo secolo. Proprio per incentivare il culto verso l’Immacolata sono state attivare varie iniziative religiose, culturali e sociali. In primo luogo il restauro della statua della Madonna Immacolata, opera lignea del settecento, l’antica e storica chiesa dell’Annunziata, ove per anni si è tenuta la novena in preparazione alla festa, incontri culturali e pubblicazioni varie per far conoscere maggiormente il culto alla Vergine Santa. In quest’anno della fede, la comunità parrocchiale della cattedrale di Carinola, sotto la guida del parroco, ha voluto impostare questa celebrazione in onore della Madonna Immacolata da un punto di vista di approfondimento della fede, partendo proprio dal dogma dell’Immacolata Concezione, convinta più che mai che i dogmi mariani sono naturali tramiti per arrivare al potenziamento della propria fede in Cristo. Su questi temi le riflessioni teologiche, le catechesi, le lectio divinae, le preghiere e la tradizioni popolari che si sono svuluppate intorno al culto dell’ Immacolata, l’intera comunità parrocchiale ha meglio compreso quanto sia importante una vera devozione alla Madonna per recuperare una vera e matura fede nell’oggi della chiesa e del mondo. A tal fine, come tutti gli anni, tra le tante pratiche religiose sorte e conservate nel tempo circa la devozione alla Madonna Immacolata c’è l’antica tradizione della messa dell’aurora, che si celebra di buon mattino, alle ore 6.00 e alla quale partecipano un migliaia di fedeli, soprattutto bambini, ragazzi e giovani. E’ una festa nella festa che si prolunga per l’intera giornata con la solenne processione della bellissima statua della Madonna Immacolata per tutto il centro storico di Carinola. Per l’occasione arrivano in città i tanti emigrati carinolesi, in Italia o all’estero, per motivi di lavoro per riassaporare la gioia di una festa e della famiglia, nell’imminenza della solennità del Natale. Occasione la festa dell’Immacolata per allestire il presepe, soprattutto, ma anche l’albero di Natale, nelle famiglie della città, dove la sana tradizione del presepe tradizionale, compreso il bue e lasinello, che come ha precisato il Papa, Benedetto XVI nel suo recente libro “L’Infanzia di Gesù” non necessariamente erano presenti alla nascita di Gesù, costituiranno gli elementi visivi ed artistici del Natale nelle famiglie, in cui un posto speciale ha appunto la Vergine Santa. Tanti motivi per fare festa e per fare della festa dell’Immacolata la festa della famiglia, dei buoni sentimenti, della purezza e dell’essenzialità della vita, una festa dei giovani e per i giovani che molto sentono questa devozione e la vivono con sentimenti profondi ed autentici.

La proclamazione del dogma dell’Immacolata e il Santuario della Civita

Foto0729.jpgFoto0732.jpgLa storia, lo sviluppo e soprattutto la proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione sono legati alla figura di Papa Pio IX e al Santuario della Madonna della Civita in Itri (Lt). Documenti alla mano e testimonianze storiche certe, raccontano che nel 1847-48 lo Stato Pontificio fu scosso dai moti rivoluzionari che sfociarono nell’assassinio di Pellegrino Rossi. Pio IX, che dal 1846 era Sommo Pontefice, dopo aver pregato ed essersi consultato, pensò bene di rifugiarsi a Gaeta, sotto la protezione del Re delle Due Sicilie, Ferdinando II. Il viaggio da Roma a Gaeta, fatto in incognito e svolto nella massima riservatezza, avvenne il 25 novembre 1848. Il Papa raggiunse Terracina e subito dopo Gaeta, ove fu accolto dal Re con grande rispetto e venerazione. Pur in mezzo alla tantissime preoccupazioni che segnarono il suo pontificato, Papa Pio IX desiderava ardentemente di concludere l’iter giuridico per la definizione del dogma dell’Immacolata che stava nel suo cuore di padre e pastore della chiesa universale. Il 2 febbraio 1849 indirizzò a tutto l’episcopato cattolico la lettera apostolica “Ubi primum” per chiedere il parere sull’opportunità, dato il momento storico che si stava vivendo allora sia nella Chiesa che al di fuori della Chiesa, del grande privilegio mariano. Pochi giorni dopo decise di fare il pellegrinaggio al Santuario della Civita, luogo di straordinaria devozione di tutta l’arcidiocesi di Gaeta alla Madonna. Il viaggio lo effettuò il 10 febbraio del 1849. Fu un avvenimento di straordinaria rilevanza storica per tutta la diocesi di Gaeta e particolarmente per la città di Itri (Lt) su cui territorio comunale insiste il Santuario della Madonna della Civita. Pio IX, pregando, salì, a dorso di una mula bardata di bianco, il sentiero che portava alla Civita, segnato dalle cappelle della Via Crucis. Raggiunto il Santuario, venerò l’icona della Madonna e davanti all’immagine prodigiosa pregò a lungo. Poi celebrò la santa messa e a conclusione della quale, come ricordo della sua visita al Santuario, lasciò il calice e 10 monete d’oro per la celebrazione di una messa, con l’autografo e con una frase, in latino, che sintetizzava il senso del suo andare al santuario: “Di te si dicono cose stupende, città di Dio”. Qui il Papa maturò il convincimento di proclamare il dogma dell’Immacolata Concezione, cosa che farà nel 1854, definendo verità di fede che Maria, per singolare privilegio, è stata preservata dal peccato originale e da ogni altro peccato; per cui è una donna unica e singolare, essendo la Madre di Cristo e Madre di Dio. Nella bolla pontificia“Ineffabilis Deus, dell’8 dicembre 1854, Pio IX ripercorre tutte le tappe, specialmente le ultime, che portarono alla proclamazione del dogma: “Dichiariamo, pronunziamo, e definiamo essere dottrina rivelata da Dio quella che ritiene preservata immune da ogni macchia di colpa originale fin dal primo istante della sua Concezione la Beatissima Vergine Maria per singolar grazia e privilegio di Dio onnipotente in riguardo dei meriti di G. C. Salvatore dell’uman genere, e perciò doversi da tutti i fedeli fermamente e costantemente credere”.

A distanza di 140 anni dalla visita al santuario della Civita, giungeva pellegrino il Beato Giovanni Paolo II, per ricordare solennemente questo storico avvenimento. Era il 25 giugno del 1989. Furono queste le parole pronunciata dal Santo Padre al santuario della Civita: “Sono venuto su questo Sacro Monte per venerare la Vergine Santissima nel suo Santuario della Civita, così famoso e così ricco di significato per voi, che negli occhi di Maria e nel suo volto materno cercate conforto alle sofferenze fisiche e morali. Seguendo le orme del mio predecessore Pio IX, a 140 anni dalla sua visita, ho desiderato salire quassù anch’io, iniziando questa Giornata, dedicata pienamente all’Archidiocesi di Gaeta, proprio da voi, membra sofferenti del Corpo Mistico della Chiesa. Eccomi, dunque, ai piedi di Maria, salute degli infermi e aiuto di tutti i cristiani. .. Ci troviamo qui, presso questo caro Santuario, anima della vostra devozione a Maria. Ebbene, nel portare la vostra croce quotidiana, sappiate guardare alla Vergine Santa, ed ispirarvi al suo atteggiamento di totale adesione all’opera di grazia del Signore. La risposta generosa di Maria:«Eccomi», diventi espressione anche della vostra personale adesione, momento per momento, alla volontà di Dio; diventi la vostra risposta, suggerita ed alimentata dall’amore. Se numerosi Santuari come questo sono dedicati a Maria, è perché i fedeli di ogni parte della terra hanno capito l’importanza della presenza della Vergine Santa in mezzo al Popolo di Dio; hanno capito che suo compito precipuo è di «presentare» alle generazioni di tutti i tempi il Cristo«ricco di misericordia», perché ciascuno possa trovare in lui il Salvatore a cui affidare se stesso per il tempo e per l’eternità.
Nell’anno della fede, la comunità del Santuario della Civita intende ripartire dal dogma dell’Immacolata Concezione di Maria per approfondire la propria fede, per farla conoscere anche attraverso una devozione mariana più sentita e vissuta nella quotidianità, avendo come modello della fede proprio la Vergine Maria, la tutta bella, la tutta santa, l’Immacolata Madre di Dio e dell’umanità redenta dal sangue prezioso di Cristo.

Dal 1985 il santuario è retto dai passionisti della Provincia religiosa dell’Addolorata (Basso Lazio e Campania), affidato ad essi dall’Arcidiocesi di Gaeta, da cui dipende giuridicamente. In questo santuario giunse pellegrino anche san Paolo della Croce, insieme al suo fratello Giovanni Battista, nel 1726, pregando ai piedi della prodigiosa immagine mariana.

Padre Antonio Rungi cp