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COMMENTO ALLA PAROLA DI DIO DELLA IV DOMENICA DI AVVENTO 2015

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IV DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C)

DOMENICA 20 DICEMBRE 2015

 

Maria annuncia il Giubileo del suo amato Figlio

 

Commento di padre Antonio Rungi

 

A pochi giorni dal Santo Natale 2015, che è un Natale speciale da un punto di vista spirituale, in quanto è in fase di celebrazione il Giubileo Straordinario della Misericordia, la liturgia della Parola di Dio di questa quarta domenica di Avvento, ci porta davanti alla Grotta di Betlemme, in anticipo, sullo stesso giorno di Natale, per farci contemplare la Vergine Santissimo, in attesa di dare alla luce Gesù, il Figlio di Dio, l’atteso Messia. La Madre della Misericordia, Maria di Nazareth si presenta nel suo ruolo e missione di Madre proprio nel mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio, nel suo grembo verginale, per opera dello Spirito Santo.

La gioia di questa attesa nascita, si percepisce da tutto il clima di festa per l’arrivo dell’atteso Messia. Già nella prima lettura di oggi, tratta dal Libro di Michea, si prefigura all’orizzonte l’immagine del Redentore, della sua Madre e del luogo della sua nascita, la Betlemme del Messia, dalla quale «uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti”. 

Betlemme di Èfrata, la più piccola delle realtà umane, sociali ed ambientali della Giudea, sarà la culla della nascita di Gesù. Solo dalle cose umili e piccole, nella logica di Dio e non dell’uomo, che nascono le cose grandi e diventano grandi, per chi le fa grande. E Betlemme diventerà grande, nella storia dell’umanità, perché lì si è incarnato il Figlio di Dio, nel grembo Colei che deve partorire e di fatto partorirà, la Vergine santa ed immacolata.

Il vangelo di Luca che si presenta Maria in visita alla sua anziana cugina, Elisabetta, ci fa comprendere il senso più vero del Natale di oggi e di sempre, soprattutto del Natale del Giubileo della Misericordia. Maria è la prima a vivere le opere della misericordia corporale e spirituale ed è modello di vita cristiana per quanti sono sinceramente incamminati verso la solennità del Natale ed hanno iniziato, con convinzione interiore e personale il cammino giubilare. Ci ricorda e ci racconta l’Evangelista Luca, il grande scrittore e pittore della Madonna, che “In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.  Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Il Natale della gioia è il Natale giubilare. In occasione della giubileo, che nell’antico Israele si celebrava ogni 50 anni, il suo dello jobel, il suo del corno, è un suono di gioia e di festa, di riscatto e di rinascita, di ripresa di un cammino o di un ritorno sulla strada giusta, che si era abbandonata per rincorrere altre possibilità, al di fuori del progetto di Dio e della sua legge. Maria proclama il Giubileo del Suo Figlio. Ed è felice di farlo, comunicando alla sua cugina ciò che stava compiendosi nella sua vita. Da parte sua, Elisabetta annuncia il giubileo del precursore, Giovanni Battista, che lei porta nel suo grembo, per un miracolo della vita, prodotto in lei da Dio, aprendo il suo grembo ad accogliere la vita, nonostante la sua età avanzata e la sterilità conclamata.

La gioia del Natale e il giubileo della misericordia sono sintetizzati in questo storico incontro tra Maria ed Elisabetta, quando a gioire, per prime, sono queste due straordinarie madri, che sono in attesa della nascita dei rispettivi figli: Gesù Cristo e Giovanni Battista.

Il Natale è accoglienza della vita, è difesa della vita, è amore per la vita di tutte le persone umane, senza distinzione di razza, cultura, religione, età e nazione. Gesù nasce su questa terra per salvare tutta la terra e non una parte di essa.

Il testo della seconda lettura di questa quarta domenica di Avvento, tratta dalla Lettera agli Ebrei, ci offre lo spunto per comprendere meglio la missione di Cristo sulla terra: Gesù entrando nel mondo, dice al Padre: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: “Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà”». Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo per fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre”. Incarnazione, morte e risurrezione di Cristo è il mistero della nostra fede, dopo quella d’Unità e della Trinità di Dio. In questo mistero dell’incarnazione vogliamo entrare, accompagnati dalla Madre di Gesù e Madre nostra, perché questo Natale della Misericordia, sia un Natale di gioia e di rinnovamento autentico della nostra vita e della vita della comunità dei credenti in Cristo.

Sia questa la nostra preghiera di impetrazione: “O Dio, che hai scelto l’umile figlia di Israele per farne la tua dimora, dona alla Chiesa una totale adesione al tuo volere, perché imitando l’obbedienza del Verbo, venuto nel mondo per servire, esulti con Maria per la tua salvezza e si offra a te in perenne cantico di lode”. Amen.

P.RUNGI LA PREGHIERA DEL ROSARIO DELLA MISERICORDIA

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ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA

IL  ROSARIO DELLA MISERICORDIA

IL ROSARIO DELLA MISERICORDIA

 

Composto da padre Antonio Rungi, passionista

 

MISTERI DELLA MISERICORDIA

(TUTTI I GIORNI)

 

 

G. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

T. Amen.

 

G. O Dio, vieni a salvarmi.

T. Signore, vieni presto in mio aiuto.

 

G. Gloria al Padre , al Figlio e allo Spirito Santo.

T. Come era in principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

 

G.MONIZIONE

 

Nell’Anno Giubilare della Misericordia, siamo inviati ad intensificare la nostra preghiera e a potenziare la nostra sincera volontà di pentimento e di rinnovamento personale ed ecclesiale.

In questi misteri della misericordia, vogliamo celebrare il perdono di Dio verso l’uomo peccatore, ma ancora bisognoso di redenzione.

Nelle persone guarite nel corpo e nello spirito da Gesù Cristo, come leggiamo nel Vangelo, noi vogliamo trovare le motivazioni personali ed ecclesiali più profonde per vivere la misericordia e sentire nella nostra vita lo sguardo amorevole di Cristo, Volto misericordioso di Dio Misericordia.

Con questo spirito e con tali intenzioni, diciamo insieme:

 

T. CREDO

 

Credo in un solo Dio, Padre onnipotente,

creatore del cielo e della terra,

di tutte le cose visibili e invisibili.

 

Credo in un solo Signore, Gesù Cristo,

unigenito Figlio di Dio,

nato dal Padre prima di tutti i secoli.

 

Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero;

generato, non creato,

della stessa sostanza del Padre;

per mezzo di lui tutte le cose sono state create.

 

Per noi uomini e per la nostra salvezza

discese dal cielo;

e per opera dello Spirito Santo

si è incarnato nel seno della Vergine Maria

e si è fatto uomo.

 

Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato,

morì e fu sepolto.

 

Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture;

è salito al cielo, siede alla destra del Padre.

 

E di nuovo verrà, nella gloria,

per giudicare i vivi e i morti,

e il suo regno non avrà fine.

 

Credo nello Spirito Santo, che è Signore e da la vita,

e procede dal Padre e dal Figlio

e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato,

e ha parlato per mezzo dei profeti.

 

Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica.

 

Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati.

 

Aspetto la risurrezione dei morti

e la vita del mondo che verrà. Amen.

 

T. Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia.

 

G. Maria, Madre della divina misericordia.

T. Prega per noi.

 

 

G. Nel primo mistero della misericordia, meditiamo Gesù che incontra la Samaritana al pozzo di Giacobbe.

 

DAL VANGELO DI GIOVANNI – CAP.4

 

3 Gesù lasciò la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea. 4 Doveva perciò attraversare la Samaria. 5 Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6 qui c’era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. 7 Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». 8 I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. 9 Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. 10 Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11 Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest’acqua viva? 12 Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?». 13 Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; 14 ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna». 15 «Signore, gli disse la donna, dammi di quest’acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». 16 Le disse: «Va’ a chiamare tuo marito e poi ritorna qui». 17 Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene “non ho marito”; 18 infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». 19 Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta. 20 I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». 21 Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. 22 Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23 Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. 24 Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». 25 Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa». 26 Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo». 27 In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: «Che desideri?», o: «Perché parli con lei?». 28 La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: 29 «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?». 30 Uscirono allora dalla città e andavano da lui.

 

PADRE NOSTRO – 10 AVE MARIA – GLORIA AL PADRE.

 

T. Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia.

 

G. Maria, Madre della divina misericordia.

T. Prega per noi.

 

G. Nel secondo mistero della misericordia, meditiamo Gesù che incontra Zaccheo a Gerico.

 

DAL VANGELO DI LUCA – CAP. 19

 

1 Entrato in Gerico, attraversava la città. 2 Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3 cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. 4 Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. 5 Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6 In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. 7 Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È andato ad alloggiare da un peccatore!». 8 Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9 Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo; 10 il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

 

PADRE NOSTRO –  10 AVE MARIA – GLORIA AL PADRE.

 

T. Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia.

 

G. Maria, Madre della divina misericordia.

T. Prega per noi.

 

G. Nel terzo mistero della misericordia, meditiamo Gesù che guarisce il Lebbroso.

 

DAL VANGELO DI LUCA – CAP.5

 

12 Un giorno Gesù si trovava in una città e un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò ai piedi pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi sanarmi». 13 Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii risanato!». E subito la lebbra scomparve da lui. 14 Gli ingiunse di non dirlo a nessuno: «Va’, mostrati al sacerdote e fa’ l’offerta per la tua purificazione, come ha ordinato Mosè, perché serva di testimonianza per essi».

 

PADRE NOSTRO – 10 AVE MARIA – GLORIA AL PADRE.

 

T. Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia.

 

G. Maria, Madre della divina misericordia.

T. Prega per noi.

 

G. Nel quarto mistero della misericordia, meditiamo Gesù che guarisce un paralitico.

 

DAL VANGELO DI LUCA – CAP.5

 

17 Un giorno, Gesù, sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. 18 Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui. 19 Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza. 20 Veduta la loro fede, disse: «Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi». 21 Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: «Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?». 22 Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Che cosa andate ragionando nei vostri cuori? 23 Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Alzati e cammina? 24 Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico – esclamò rivolto al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua». 25 Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si avviò verso casa glorificando Dio. 26 Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».

 

PADRE NOSTRO – 10 AVE MARIA – GLORIA AL PADRE.

 

T. Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia.

 

G. Maria, Madre della divina misericordia.

T. Prega per noi.

 

G. Nel quinto mistero della misericordia, meditiamo Gesù perdona l’adultera.

 

DAL VANGELO DI GIOVANNI – CAP.8

 

1 Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. 2 Ma all’alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. 3 Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, 4 gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5 Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6 Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. 7 E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». 8 E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9 Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.

Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. 10 Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11 Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

 

PADRE NOSTRO – 10 AVE MARIA – GLORIA AL PADRE.

 

T. Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia.

 

G. Maria, Madre della divina misericordia.

T. Prega per noi.

 

T. SALVE REGINA

 

G. LITANIA DELLA MISERICORDIA

 

Signore, pietà Signore, pietà
Cristo, pietà Cristo, pietà
Signore, pietà Signore pietà
Misericordia di Dio, che scaturisci dal seno del Padre confido in te!
Misericordia di Dio, massimo attributo della Divinità confido in te!
Misericordia di Dio, mistero incomprensibile confido in te!
Misericordia di Dio, sorgente che emani dal mistero della Trinità confido in te!
Misericordia di Dio, che nessuna mente né angelica né umana può scrutare confido in te!
Misericordia di Dio, da cui proviene ogni vita e felicità confido in te!
Misericordia di Dio, sublime più dei cieli confido in te!
Misericordia di Dio, sorgente di stupende meraviglie confido in te!
Misericordia di Dio, che abbracci tutto l’universo confido in te!
Misericordia di Dio, che scendi al mondo nella persona del Verbo Incarnato confido in te!
Misericordia di Dio, che scorresti dalla ferita aperta del Cuore di Gesù confido in te!
Misericordia di Dio, racchiusa nel cuore di Gesù per noi e soprattutto per i peccatori  

confido in te

Misericordia di Dio, imperscrutabile nell’ istituzione dell’Eucaristia confido in te
Misericordia di Dio, che fondasti la santa Chiesa confido in te!
Misericordia di Dio, che istituisti il Sacramento dei Battesimo confido in te!
Misericordia di Dio, che ci giustifichi attraverso Gesù Cristo confido in te!
Misericordia di Dio, che per tutta la vita ci accompagni confido in te!
Misericordia di Dio, che ci abbracci specialmente nell’ora della morte confido in te!
Misericordia di Dio, che ci doni la vita immortale confido in te!
Misericordia di Dio, che ci segui in ogni istante della nostra esistenza confido in te!
Misericordia di Dio, che converti i peccatori, induriti confido in te!
Misericordia di Dio, che ci proteggi dal fuoco dell’inferno confido in te!
Misericordia di Dio, meraviglia per gli angeli, incomprensibile ai santi confido in te!
Misericordia di Dio, presente in tutti i divini misteri confido in te!
Misericordia di Dio, che ci sollevi da ogni miseria confido in te!
Misericordia di Dio, sorgente d’ogni nostra gioia confido in te!
Misericordia di Dio, che dal nulla ci chiamasti all’esistenza confido in te!
Misericordia di Dio, che abbracci tutte le opere nelle tue mani confido in te!
Misericordia di Dio, che coroni tutto ciò che esiste ed esisterà confido in te!
Misericordia di Dio, in cui tutti siamo immersi confido in te!
Misericordia di Dio, amabile conforto dei cuori esacerbati confido in te!
Misericordia di Dio, speranza unica de disperati confido in te!
Misericordia di Dio, in cui i cuori riposano e gli spauriti trovano la pace confido in te!
Misericordia di Dio, che ispiri speranza contro ogni speranza confido in te!
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, perdonaci, o Signore
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, ascoltaci, Signore
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
 

G.PREGHIAMO

Dio eterno, la cui Misericordia è infinita e in cui il tesoro della compassione è inesauribile, rivolgi a noi uno sguardo di bontà e moltiplica in noi la tua Misericordia, affinché, nei momenti difficili non ci perdiamo d’animo e non smarriamo la speranza, ma, con la massima fiducia, ci sottomettiamo alla tua santa volontà, la quale è Amore e Misericordia. Amen.

 

Secondo le intenzioni del Santo Padre e per ottenere le indulgenze:

 

PADRE NOSTRO –  AVE MARIA – GLORIA AL PADRE.

 

ANGELO DI DIO – L’ETERNO RIPOSO.

 

G. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

T. Amen.

 

G. Benediciamo il Signore!

T. Rendiamo grazie a Dio

COMMENTO ALLA TERZA DOMENICA DI AVVENTO – 13 DICEMBRE 2015

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COMMENTO ALLA TERZA DOMENICA DI AVVENTO

IL SIGNORE HA REVOCATO LA NOSTRA CONDANNA. HA DISPERSO IL NOSTRO NEMICO

DI PADRE ANTONIO RUNGI

Da pochi giorni è iniziato il Giubileo della Misericordia e la parola di Dio di questa terza domenica di Avvento, chiamata della “Gioia”, viene in soccorso per comprendere il vero significato di questo anno di grazia che il Signore ci ha concesso mediante l’autorità di Papa Francesco che ha indetto questo giubileo straordinario per tutte le necessità spirituali della Chiesa.
Nella prima lettura di oggi, tratta dal profeta Sofonia, il tema della gioia è strettamente rapportato a quello del perdono, il perdono di Dio che rende gioiosa la vita del popolo eletto, coscienze delle sue tristezze e delle sue umane debolezze. “Rallègrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme! Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico. Re d’Israele è il Signore in mezzo a te, tu non temerai più alcuna sventura”. Primo motivo di gioia è che il Signore ha revocato la condanna. Nella confessione e nel pentimento sincero dei nostri peccati Dio revoca la condanna e ci perdona, al punto tale che, mediante l’acquisto delle sante indulgenze, vengono estinte in noi e per sempre tutte le pene conseguenti ai nostri peccati, soprattutto quelli mortali. E’ quindi un motivo di gioia in questo anno del giubilo essere particolarmente felici e contenti di questa concreta possibilità che abbiamo di ritornare ad un condizione di grazia ottimale, con la speranza e il proposito sincero di non ricadere nei peccati di sempre. Altro motivo di gioia è che il Signore ha disperso il nemico. Il nemico più grande dell’uomo è il male, è il peccato, è satana, da cui ha origine ogni male nell’uomo che si lascia tentare e cedere alle sue lusighe. Da questo nemico terribile ci libera la confessione, una vita di grazia e di penitenza che l’anno giubilare ci assicura in modo del tutto singolare. Si tratta, perciò, di una gioia interiore, sacramentale, spirituale e morale, in quanto lontano da ogni ogni peccato e perdonati per quelli della vita passata, noi possiamo andare incontro al Signore con animo nuovo e ricostruito nella sua stessa essenza che è quello della spiritualità duratura. Perciò, nell’attesa di questo Natale 2015, il Natale del Giubileo della Misericordia, bisogna non aver paura, non scoraggiarsi, non abbassare la guardia sul nostro comportamento morale, perché il Signore è con noi e non ci abbandona. Egli è un salvatore potente, che condivide con noi la sua gioia di Padre e di Dio e proprio per questo motivo ci rinnovera nel suo amore, per cantare insieme la gioia che viene dal cielo.
Un altro motivo di gioia ce lo indica l’Apostolo Paolo nel brano della seconda lettura di questa domenica, tratto dalla sua Lettera ai Filippesi, nella quale scrive, con la sua solita attenzione verso i suoi fratelli nella fede, parole molto belle ed incoraggianti, in vista della venuta del Signore. Essere sempre lieti, essere amabili, non angustiarsi per nulla, pregare, chiedere aiuto a Dio, ringraziare, sono le azioni che rendono gioiosa l’esistenza umana e quella cristiana, in modo particolare. Chi vive in questo costante atteggiamento è una persona in pace, una persona serena e tranquilla, in quanto Dio è con lui.
Troviamo espresso nel testo del vangelo di oggi ancora un motivo di gioia. E a proporcelo come stile di vita costante è San Giovanni Battista, il Precursore che, nel brano del vangelo di Luca, di questa terza domenica di Avvento, quella della gioia, emerge come figura esemplare circa la carità, la giustizia, l’onestà, la rettitudine morale. Per preparare la via alla gioia, la strada a Cristo è necessario fare tutto questo e farlo con azioni concrete e non solo con una teorizzazione del Vangelo che porta i fedeli lontani da una fede vissuta e calata nella storia di oggi e di sempre. Giovanni è chiaro e schietto nel suo parlare, un parlare che invito alla conversione e alla purificazione della vita: “Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile”. Nell’anno della misericordia ha un forte impatto sulla nostra mentalità cristiana quanto è possibile fare in questo giubileo, come segno di cammino e conversione personale incontro a Cristo.

Questa voce di Giovanni risuona anche oggi nella Chiesa del XXI secolo dell’era cristiana, per ribadire, anche in questo anno giubilare, quello che viene proclamato da 2000 anni: Viene il Signore. Egli ci battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile. La purificazione avverrà solo e soltanta in Cristo e il Giubileo della misericordia e del perdono lo celebreremo solo e soltanto se ci facciamo purificare da Cristo, se ci lasciamo pulire nei pensieri, nei sentimenti da tutto ciò che è antiCristo, è male ed è peccato. Sia questa la nostra preghiera, oggi, in prossimità al Santo Natale 2015 e a pochi giorni dell’apertura dell’Anno Santo della Misericordia: O Dio, fonte della vita e della gioia, rinnovaci con la potenza del tuo Spirito, perché corriamo sulla via dei tuoi comandamenti, e portiamo a tutti gli uomini il lieto annunzio del Salvatore, Gesù Cristo tuo Figlio”. Amen.

 

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P.RUNGI. IL MIO SUSSIDIO PER IL GIUBILEO DELLA MISERICORDIA

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COMUNICATO STAMPA

P. RUNGI (TEOLOGO MORALE). CURATO DAL RELIGIOSO PASSIONISTA UN SUSSIDIO SUL GIUBILEO DELLA MISERICORDIA.

“Anno Santo della Misericordia – 2015/16”, è questo il titolo del sussidio sul Giubileo della Misericordia, curato da padre Antonio Rungi, religioso passionista della comunità del Santuario della Civita, docente, teologo morale, originario di Airola (Bn). Con tale titolo l’autore ha voluto indicare il contenuto del suo opuscolo, in distribuzione presso lo stesso autore e presso le Suore di Gesù Redentore di Mondragone. La prima edizione, a carattere divulgativo, è stata stampata a Mondragone, dove padre Rungi insegna Filosofia e Pedagogia nel Locale Liceo Statale “G.Galilei” e dove il religioso ha vissuto per circa 30 anni, ricoprendo vari uffici a livello diocesano e scolastico.
Il sussidio predisposto da padre Rungi si divide in due parti. La prima riguarda la presentazione del Giubileo in generale con il concetto e i simboli del Giubileo, e il Giubileo della Misercordia in particolare, con il richiamo al concetto biblico di misericordia, a quello di indulgenza, alle parabole della misericordia; alle opere di misericordia corporale e spirituale; alla Madonna, Madre della Misercicordia e ad alcuni Santi della Misericordia, particolarmente conosciuti, tra cui san Paolo della Croce, San Pio da Pietrelcina, Santa Faustina Kovalska, Santa Rita da Cascia, Santa Maria Goretti ed altri. Si tratta di piccoli accenni biografici di questi e di altri santi, accenni utili per inquadrare il cammino giubilare personale che si intende fare. La seconda parte del sussidio è di carattere catechestico e liturgico con il richiamo ai comandamenti giubilari, al Sacramento e al rito della Confessione, con la proposta di uno schema di esame di coscienza, per prepararsi in modo serio a ricevere il Sacramento della Riconciliazione, alle varie preghiere per il Giubileo, a partire da quella ufficiale, scritta da Papa Francesco, alle preghiere che hanno attinenza con la devozione alla Passione di Cristo, ai Dolori di Maria, alla Preghiera della Divina Misercordia di Santa Faustina. Si tratta di un utile sussidio ed aiuto spirituale che deve accompagnare il cammino dei cristiani in questo anno Santo. Tutto il materiale inserito nel libro è stato attinto dai vari testi, libri e siti internet sul Giubileo, con una consistente parte del lavoro fatto, quello più specifico, che è stata scritta dall’autore. In particolare le preghiere, le riflessioni sui testi biblici delle parabole e delle opere di misericordia corporale. Intanto, è in fase di stampa, presso l’Editore Caramanica di Marina di Minturno, lo stesso sussidio con ulteriori testi del Magistero di Papa Francesco sul Giubileo della Misericordia; sussidio che sarà pronto, quale approfondimento del primo, alla fine della prossima settimana, subito dopo l’apertura ufficiale dell’Anno Santo.

COMMENTO ALLA SOLENNTA’ DELL’IMMACOLATA 2015

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SOLENNITA’ DELL’ IMMACOLATA CONCEZIONE

DELLA BEATA VERGINE MARIA

MARTEDI 8 DICEMBRE 2015

MARIA IMMACOLATA, MADRE DI MISERICORDIA E DI PERDONO

 

Commento di padre Antonio Rungi

 

La solennità dell’Immacolata Concezione di quest’anno 2015, assume un particolare significato per tutti i cristiani e per quanti, anche al di fuori della religione cristiana, venerano la Vergine Santissima. E’ una festa speciale, in quanto oggi inizia il Giubileo della Misericordia, indetto da Papa Francesco e che prende il via con l’apertura della Porta Santa in San Pietro in Vaticano. Maria, a ben ragione, proprio perché preservata dal peccato originale e non avendo commesso alcuna sorte di peccato, è indicata come la Madre della Misericordia e del perdono. In ragione di questo singolare privilegio che il Signore le ha concesso per il fatto che doveva essere la Madre di Dio, ci indica il cammino di purificazione, di riconciliazione e di perdono che dobbiamo compiere in questo anno di grazia, in questo anno giubilare, in questo anno di conversione, di cui tutti gli esseri umani hanno bisogno. Nessuno è senza peccato e proprio in ragione della condizione in cui ci troviamo ad essere, che è quella di peccatore, necessitiamo anche dell’aiuto di Maria, la tua bella, la tutta pura e santa, per incontrare Cristo, nostro Salvatore e Redentore. Incontrare la misericordia di Dio, non solo nel sacramento della Confessione, ma iniziando a vivere una vita nuova, lontana dal peccato e dalla colpa, sempre più immersa nella grazia della riconciliazione e del pentimento. Il racconto del peccato originale che ci viene ricordato nel brano della prima lettura di oggi, tratto dal Libro della Genesi, non è altro che un forte richiamo alla nostra reale condizione di peccatori, che hanno bisogno di essere continuamente guariti dalla colpa d’origine e purificati per essere degni di accostarsi a Cristo. Dopo il peccato originale, commesso dai nostri progenitori, Adamo ed Eva, c’è la promessa della redenzione e della salvezza, prefigurata, anzi esplicitamente anticipata in questo testo nella figura della nuova Eva, la Madonna Immacolata. Eva ha commesso il peccato, Maria è stata preservata dal peccato, per cui è la Madre dei viventi, in ordine alla grazia e alla santificazione del popolo di Dio. Il seme che nascerà in Lei, per opera dello Spirito Santo, è il Cristo Redentore e Salvatore dell’umanità. Nel mistero della nascita, della vita, della passione, morte e risurrezione di Cristo c’è la sconfitta del peccato e l’uomo, redento da Cristo, può liberamente accedere, con la sua adesione alla fede e alla morale cristiana, alla vita della grazia, partendo dall’atto fondamentale che è il sacramento del Battesimo. Sacramento che ci estirpa la radice del peccato d’origine, ma ci lascia nella condizione di aver necessità di ricorrere alla grazia del sacramento del perdono e della misericordia, nel corso della vita, che è il sacramento dell’umile confessione e remissione dei peccati. A ciò si aggiunga, in questa specifica ricorrenza dell’anno giubilare, la possibilità di ottenere le indulgenze plenarie che, come sappiamo, eliminano anche le pene conseguenti alla colpa, possiamo ben sperare di camminare in quella vita nuova a cui tutti aspiriamo, avendo la consapevolezza che il cammino è lungo e difficile. Ci ricorda, infatti, l’apostolo Paolo nel brano della seconda lettura di oggi, tratto dalla sua Lettera agli Efesini che  “Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo”.

Da dove veniamo, chi siamo e dove andiamo, trovano queste domande, precise risposte nella festa di oggi e nei testi che ne supportano la liturgia della parola. In Gesù Cristo siamo stati scelti prima della creazione del mondo e siamo nella benedizioni di Dio da sempre. Siamo stati predestinati ad essere figli  di Dio nel suo Figlio Gesù Cristo. Siamo stati fatti eredi della gloria futura, alla quale parteciperemo, dopo la nostra morte e, in modo pieno e totale, con la risurrezione finale.

Quindi sappiamo da dove veniamo, sappiamo con certezza, in Cristo, chi siamo e conosciamo anche la nostra definitiva meta d’arrivo che è l’eternità, dove ad attenderci è la Santissima Trinità, insieme alla nostra Madre Immacolata, la Madre della Misericordia e la madre della tenerezza e dolcezza di Dio. Con Maria, celebrata oggi, come donna purissima, chiamata dall’Arcangelo Gabriele, nel momento dell’Annunciazione, come la “piena di grazia”, cioè come la donna perfetta, nel cui grembo nascerà Gesù, per opera dello Spirito Santo, nell’atto stesso in cui Maria dice il suo “Si” a Dio, vogliamo fare il nostro cammino giubilare, nella piena consapevolezza delle nostre fragilità umane e dei nostri peccati. E davanti alla Tutta pura, alla Tutta bella e Santa, noi ci inchiniamo per chiedere la grazia, oggi e sempre, di vivere lontano dal peccato e sempre più immersi nel mistero del Dio Amore e Misericordia, che, come il Padre della Parabola, attende ogni suo figlio sulla soglia della riconciliazione, della pace e del ritorno all’armonia con la propria coscienza, con gli altri e con Dio. E al Signore, attraverso la Madonna Immacolata, mediatrice di grazie, chiediamo di andare incontro a Lui nella santità e nella purezza di spirito. E con questa preghiera in onore della Madonna Immacolata di Papa Francesco, ci rivolgiamo a Lei con sentimenti di gratitudine e di speranza: O Maria, Madre nostra,  oggi il popolo di Dio in festa ti venera Immacolata, preservata da sempre dal contagio del peccato. Sapere che Tu, che sei nostra Madre, sei totalmente libera dal peccato  ci dà grande conforto. Sapere che su di te il male non ha potere, ci riempie di speranza e di fortezza nella lotta quotidiana che noi dobbiamo compiere contro le minacce del maligno. Ma in questa lotta non siamo soli, non siamo orfani, perché Gesù, prima di morire sulla croce, ci ha dato Te come Madre. Noi dunque, pur essendo peccatori, siamo tuoi figli, figli dell’Immacolata, chiamati a quella santità che in Te risplende per grazia di Dio fin dall’inizio. Animati da questa speranza, noi oggi invochiamo la tua materna protezione per noi, per le nostre famiglie, per le nostre Città, per il mondo intero. La potenza dell’amore di Dio, che ti ha preservata dal peccato originale, per tua intercessione liberi l’umanità da ogni schiavitù spirituale e materiale, e faccia vincere, nei cuori e negli avvenimenti, il disegno di salvezza di Dio. Fa’ che anche in noi, tuoi figli, la grazia prevalga sull’orgoglio e possiamo diventare misericordiosi  come è misericordioso il nostro Padre celeste. In questo tempo che ci conduce alla festa del Natale di Gesù, insegnaci ad andare controcorrente: a spogliarci, ad abbassarci, a donarci, ad ascoltare, a fare silenzio, a decentrarci da noi stessi, per lasciare spazio alla bellezza di Dio, fonte della vera gioia. O Madre nostra Immacolata, prega per noi!” Amen.

P.RUNGI. SI’ AL PRESEPE E ALLE CELEBRAZIONI NATALIZIE IN TUTTE LE SCUOLE PUBBLICHE E UFFICI PUBBLICI

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COMUNICATO STAMPA 

P.RUNGI  (TEOLOGO MORALE) . NON FAR FARE IL PRESEPE O OSTACOLARE ALTRE MANIFESTAZIONI RELIGIOSE NATALIZIE  A SCUOLA O NEI  LUOGHI PUBBLICI  E’ UN GRAVE  ATTO DI INTOLLERANZA RELIGIOSA NEI CONFRONTI DEI CRISTIANI.

 

“Non far fare il presepe o proibire di fare altre manifestazioni religiose in occasione del Natale sia a scuola che nei luoghi pubblici, soprattutto in questo Anno giubilare della Misericordia, è una grave violazione della libertà religiosa nei confronti dei cristiani; anzi è un gravissimo peccato contro la libera espressiva religiosa di ogni persona umana che crede in Gesù Cristo, Figlio di Dio, che si è incarnato nel grembo verginale di Maria, per opera dello Spirito Santo ed è nato a Betlemme 2015 anni fa per la salvezza del genere umano”, è quanto afferma padre Antonio Rungi, teologo morale, religioso passionista, docente di Filosofia e Pedagogia nelle scuole statali, a commento di quanto sta succedendo in alcune parti d’Italia sia nelle scuole pubbliche che in determinati luoghi pubblici.

“E’ inconcepibile in una nazione –afferma P. Rungi – come l’Italia con una forte caratterizzazione di cultura cristiana, di arte ed espressioni musicali e simboliche che hanno attinenza con il mistero della Nascita di Gesù Cristo, proibire ai bambini, ai ragazzi, ai giovani e agli adulti di esprimere la loro passione per il Natale, in quei luoghi dove ogni giorno vivono la loro esperienza formativa, anche attraverso l’insegnamento della religione cattolica. La presenza di alunni e studenti o di adulti di altre religioni non può ostacolare quello che è il comune sentire e la tradizione natalizia nel nostro paese. Nessuno è tenuto a partecipare alle manifestazioni di carattere religioso, se non le condivide, ma è pur vero che nessuno può ostacolare che tali manifestazioni di culto e di fede debbano essere represse, in ragione di una libertà religiosa e tolleranza che è tale se si rispettano solo le altre fedi e si massacra la nostra religione, il nostro culto, le nostre tradizioni. E per giunta in un Paese libero e democratico, in una Nazione e in un Continente a forte caratterizzazione cristiana. Per cui, invito gli studenti cattolici, i genitori cattolici, i docenti cattolici, il personale della scuola, soprattutto i dirigenti scolastici, cattolici o di altre fedi o agnostici, a favorire tutto ciò che è espressione di amore e rispetto del Natale cristiano a partire dal presepe, dai canti, dall’arte, per poi esplicitarsi nelle molteplici modalità di vivere il Natale con i bambini italiani, quale la recita del Natale e il saggio natalizio. Togliete il Natale ai bambini e ai ragazzi nella scuola e togliete a loro una parte della felicità, della gioia in questi giorni. Vivere il clima natalizio con un spirito di pace, fraternità e solidarietà è il modo migliore per incontrare i bambini di altre culture e religioni, che, più degli adulti, sanno stare insieme ai propri coetanei e non fare polemica o ostacolare un percorso di formazione ed esperienza umana e religiosa, in caso di realizzazione del presepe a scuola o nei luoghi pubblici o di manifestazioni canore e artistiche riguardante il mistero della Natività. Chiedo a tutti i dirigenti scolastici, essendo anch’io un docente impegnato nelle scuole statali, di avere massimo rispetto per i bambini, i ragazzi, gli studenti che vogliono festeggiare il loro Natale a scuola, senza ostacolare nessuna forma di manifestazione della loro gioia di credere, vivere e sperare in un mondo migliore, mediante tutto quello che è espressione di cultura, fede e religione cristiana, la quale può solo aiutare il cammino verso la pace, la solidarietà e fratellanza universale e non certamente ostacolarla. D’altra parte – continua il teologo morale Rungi – per ogni cristiano, dovunque egli si trovi ed operi è suo dovere manifestare la fede e testimoniarla, nel rispetto degli altri, ma non privandosi di ciò che è essenziale alla sua fede stessa. E il Natale è essenziale per ogni cristiano che ama la pace, la giustizia, la famiglia, i poveri, gli emarginati, gli immigrati e fa di questa festa non solo un artistico presepe o saggio natalizio, ma la traduce in opere di bene, a partire dalla scuola e dal mondo del lavoro dove vive ogni giorno da cattolico e non da agnostico. E tal proposito è bene citare quanto recita il Catechismo della Chiesa cattolica sulla professione della fede cristiana: “Chi dice “Io credo”, dice “Io aderisco a ciò che noi crediamo. La comunione nella fede richiede un linguaggio comune della fede, normativo per tutti e che unisca nella medesima confessione di fede” (CCC, 185).

“La manifestazione pubblica della nostra fede  è vivere coerentemente con essa, ma anche realizzare  il presepe nei locali pubblici o utilizzare tutti i simboli, i riti cattolici per renderla visibile a tutti, senza paure e ipocrisie. E allora, perché vietare il presepe o altro del Natale se è una cosa buona ed è utile per il bene comune, per la gioia di tutti? Provate a togliere il presepe o altre iniziative natalizie –conclude con amarezza e tristezza padre Rungi – e in Italia e nel mondo non sarà più Natale davvero, non solo per i cristiani, ma per tutti gli uomini di buona volontà. Cristo è venuto nel mondo per la felicità di tutti e non solo per una parte di esso”.

COMMENTO ALLA PAROLA DI DIO DI DOMENICA 6 DICEMBRE 2015

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II DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C)
DOMENICA 6 DICEMBRE 2015

L’AUTOSTRADA DELLA CONVERSIONE INTERIORE

Commento di padre Antonio Rungi

La seconda domenica di Avvento 2015 ci immette nel duplice clima dell’attesa e del cambiamento della nostra vita, in ragione dell’imminente apertura della porta santa del Giubileo della Misericordia e dell’imminente solennità del santo Natale.

Nella dinamica del cammino spirituale che siamo chiamati a fare, noi cristiani, per questo duplice importante motivo di vita interiore, abbiamo una duplice stella di riferimento in questi giorni: la Madonna e San Giovanni Battista. Entrambi ci introducono nel mistero del Natale e nella celebrazione dell’anno santo. Oggi, nella liturgia della parola, emerge con maggiore autorevolezza la figura del precursore, di cui vengono indicate, nel testo del Vangelo di Luca, le coordinate storiche e motivazionali, per cogliere il Lui, la voce potente che grida nel deserto, perché l’umanità intera si converta e creda fermamente nella venuta e nella missione del Redentore: “Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa”.

Ma chi era Giovanni Battista e cosa ci dice per questo Natale 2015 e per il cammino giubilare che stiamo iniziando a fare? La risposta la troviamo nel vangelo di oggi, ed è una risposta estremamente impegnativa per tutti, che scuote le nostre coscienze e che chiede un’immediata cambiamento di direzione di marcia. Certo come su tutte le strade di questo mondo a senso unico, come spesso è la nostra vita, che si sviluppa nella sola direzione orizzontale, dobbiamo trovare lo svincolo prossimo e più opportuna per ritornare sui nostri passi o per cambiare completamente direzione nel nostro agire da cristiani. Giovanni è la «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!». Questa voce dobbiamo ascoltare nel deserto di questa umanità, poco attenta ad ascoltare il Signore che parla, ancora oggi, attraverso i suoi profeti, a partire dalla voce di un altro Giovanni dei nostri tempi che è Papa Francesco. Lui, mediante il dono del Giubileo della Misericordia ci ha voluto richiamato proprio questo fondamentale dovere di ascoltare il Signore in quest’oggi della storia dell’umanità e della storia di una chiesa, ferita per tanti scandali e per tante infedeltà al Signore. Dobbiamo tutti raddrizzare le strade che portano al Signore e farle diventare autostrade dell’amore e della misericordia. Per realizzare questo prioritario scopo del nostro essere cristiani, ci sovviene il contenuto del brano della seconda lettura di questa domenica di Avvento, tratto dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési, che scrive parole di grande speranza:  “Fratelli, sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente. Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù”.

Quest’opera buona è sia il nuovo anno liturgico che abbiamo appena iniziato e soprattutto l’anno giubilare che inizia, dopodomani, 8 dicembre 2015.

Cosa ci deve guidare in questo cammino spirituale è lo stesso apostolo a ricordarcelo: “Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù. E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio”.

Vivere nell’amore di Cristo, crescere nella carità, aumentare il livello di conoscenza del mistero, essere integri e irreprensibili per la venuta di Cristo, essere ricolmi di giustizia avendo a modello il Giusto e il Santo che è Dio.

Un programma di vita impegnativo, ma comunque accessibile a tutti. Basta la buona volontà, avere le giusta considerazione della fede che abbiamo accettato di vivere e coltivare una speranza che va oltre il tempo dell’attesa e si colloca nell’eternità. Perciò, facendo nostro il programma di vita che il Profeta Baruc stila per la Gerusalemme del suo tempo, noi stiliamo lo stesso programma di vita spirituale e morale per le tante Gerusalemme di mondo moderno, dove il pianto è la costante di ogni momento della sua esistenza. Da questa logica del negativo dobbiamo uscire accogliendo l’invito del Profeta: “Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell’afflizione, rivèstiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre. Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio, metti sul tuo capo il diadema di gloria dell’Eterno, perché Dio mostrerà il tuo splendore a ogni creatura sotto il cielo. Sarai chiamata da Dio per sempre: «Pace di giustizia» e «Gloria di pietà». Sorgi, o Gerusalemme, sta’ in piedi sull’altura e guarda verso oriente; vedi i tuoi figli riuniti, dal tramonto del sole fino al suo sorgere, alla parola del Santo, esultanti per il ricordo di Dio. Si sono allontanati da te a piedi, incalzati dai nemici; ora Dio te li riconduce in trionfo come sopra un trono regale. Poiché Dio ha deciso di spianare ogni alta montagna e le rupi perenni, di colmare le valli livellando il terreno, perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio. Anche le selve e ogni albero odoroso hanno fatto ombra a Israele per comando di Dio. Perché Dio ricondurrà Israele con gioia alla luce della sua gloria, con la misericordia e la giustizia che vengono da lui.

Deporre le armi della malinconia che rattristiamo noi stessi, gli altri e Dio e armarsi delle armi della vera gioia; farsi belli nel cuore e  nell’anima e non solo nel corpo e nel fisico; cercare la giustizia e la pace in ogni cosa e situazione della vita, lottando con tutte le nostre forze, perché questi valori si affermino sempre più nelle città degli uomini. Lottare con le armi della preghiera e del perdono i nemici che non vogliono la pace e non cercano la giustizia; proclamare un anno di riconciliazione e misericordia per tutti gli esseri umani, oggi presenti su questa Terra. E’ questo il programma di un’intera vita che dobbiamo amare e proteggere, perché ci è stata donata da Dio e a Lui la dobbiamo riconsegnare accresciuta nei meriti e nella santità, che il tempo ci ha permesso di poter aumentare mediante il dono della fede, della speranza e della carità.

Pertanto, sia questa la nostra preghiera, alla vigilia del grande giubileo della misericordia: “Dio grande e misericordioso, fa’ che il nostro impegno nel mondo
non ci ostacoli nel cammino verso il tuo Figlio, ma la sapienza che viene dal cielo
ci guidi alla comunione con il Cristo, nostro Salvatore”. Amen.