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P.RUNGI. L’ALFABETO GIUBILARE

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ALFABETO GIUBILARE 

PER IL GIUBILEO DELLA MISERICORDIA

 ANNO 2015/2016 

TESTO COMPOSTO DA PADRE ANTONIO RUNGI, PASSIONISTA 

Si moltiplicano le iniziative, finalizzate a dare importanza all’Anno Santo della misericordia, iniziato lo scorso 8 dicembre e che è in fase di svolgimento. Tra le tante iniziative ed idee, lanciate da padre Antonio Rungi, teologo morale e sacerdote passionista della comunità del Santuario della Madonna della Civita, in Itri (Lt), abbiamo anche ora l’Alfabeto giubilare, dopo l’Alfabeto della misericordia. In questo nuovo testo di sintesi, padre Rungi, utilizzando i 21 fonemi dell’alfabeto italiano, fa un percorso biblico, teologico, morale, spirituale e pastorale all’interno del Giubileo della misericordia. Ventuno sostantivi tutti attinenti al Giubileo che stiamo vivendo e che, in questo modo, si concentra sui termini e concetti essenziali. Questo è il senso e la finalità di stilare alfabeti di questo genere, concentrandosi sui termini e sulle parole chiavi di un argomento e di un’esperienza di vita cristiana. Ecco l’alfabeto giubilare composto da padre Antonio Rungi: 

A = ANNO. E’ l’anno giubilare che ricorreva, nella tradizione ebraica, ogni 50 anni e che nella tradizione cristiana, si celebra  ogni 25 anni o, in determinate circostanze, per eventi e fatti particolari, prima o dopo dei 25 anni. In tal caso sono anni giubilari straordinari. 

B = BOLLA. Documento di indizione dell’Anno Santo, firmato dal Papa. Quello attuale porta il titolo “Misericordiae vultus”, firmato da Papa Francesco. 

C = CONFESSIONE. E’ il sacramento indispensabile per ottenere le indulgenze plenarie. Non c’è giubileo personale se non si chiede perdono, sinceramente, dei propri peccati, iniziando una vita nuova. 

D = DIO. E’ la fonte e il termine di ogni azione religiosa, compresa quella dell’Anno giubilare. 

E = ESEMPIO. Il Giubileo sollecita una vita di coerenza e fedeltà alla propria vocazione cristiana e alla propria missione nella Chiesa e nel mondo. 

F = FRANCESCO. E’ l’attuale Papa che ha indetto il Giubileo della Misericordia. 

G = GIUBILEO. E’ l’anno della gioia, che ricorre ogni 50 anni. Viene annunciato dal suono del corno, detto jobel.

H = HESED. La fedeltà di Dio che diventa misericordia nel mistero della salvezza del genere umano; in opposizione all’infedeltà del popolo di Dio che vive nel peccato. 

I = INDULGENZA. Ciò che possiamo ottenere durante l’Anno santo, per la estinzione delle pene conseguenti ai peccati commessi. 

L = LIBERAZIONE. L’anno santo è soprattutto un tempo di grazia, di preghiera e di remissione dei peccati. Un anno di completa liberazione dal male che coabita con noi. 

M = MISERICORDIA. E’ il tema centrale del Giubileo dell’anno 2015/2016. 

N = NAZARENO. E’ l’appellativo con il quale indichiamo Gesù, il Volto misericordioso di Dio. 

O = OPERE. Sono quelle di misericordia, sia corporale che spirituale che dobbiamo praticare. 

P = PORTA. Sono tutte le porte sante aperte a Roma e nel mondo e che varcandole con fede e con le pratiche religiose da espletare ci fanno ottenere le indulgenze. 

Q = QUIETE. L’anno giubilare trasforma la nostra vita agitata e irrequieta, in una calma vera e duratura, perché attinta dall’amore di Dio misericordioso. 

R = RINASCITA. E’ lo scopo fondamentale e l’obiettivo finale di ogni Anno santo. 

S = SANTITA’. L’anno giubilare sollecita un cammino spedito verso la santità, ecco perché il Giubileo è detto “Anno Santo”. 

T = TENEREZZA. Dio ha un cuore tenero e misericordioso verso tutti. Nulla è impossibile a Lui, neppure quello che l’uomo rende impossibile. 

U = UNIGENITO. E’ Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre, prima di tutti i secoli. Dio da Dio; Luce da Luce; generato non creato della stessa sostanza del Padre. 

V = VOLTO. E’ il Volto santo di Gesù, vera e certa espressione della misericordia di Dio. 

Z = ZACCHEO. E’ il personaggio del Vangelo, esempio di conversione e di radicale cambiamento della vita.

P.RUNGI. NO AI BOTTI DI CAPODANNO 2016 PER RAGIONI MORALI E SOCIALI

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COMUNICATO STAMPA
P.RUNGI (TEOLOGO MORALE). NO AI BOTTI DI CAPODANNO 2016 PER MOTIVI MORALI E SOCIALI.
Da un ventennio, padre Antonio Rungi, teologo morale, religioso passionista, attualmente in servizio pastorale e spirituale presso il Santuario della Civita, in Itri (Lt), porta avanti la sua compagna contro i botti di Capodanno. Anche per la fine dell’Anno 2015 e l’inizio del nuovo anno 2016, padre Rungi, ribadisce il suo totale “No ai botti di Capodanno”. Le ragioni che il teologo morale apporta in una Nota personale, inviata agli organi di stampa sono, come egli scrive “di ordine morale e sociale”. I motivi morali vengono indicati nel fatto che “siamo nell’Anno della misericordia, nell’anno giubilare e la gioia del vero credente e cristiano è quella interiore e non caotica e chiassosa dei botti rischiosi di fine anno; ma siamo anche in una congiuntura economica gravissima, al punto tale che ogni spreco e ostentazione di consumismo fine a se stesso e di feste apparenti, contraddice con il clima generale che si respira in Italia e soprattutto al Sud, dove maggiore si avverte la crisi economica. E poi ci sono stati i terribili fatti di sangue del 2015 con i tanti morti e non solo per il terrorismo che si sono registrati in tante parti del mondo. Cose –precisa il teologo Rungi – che dovrebbero far riflettere seriamente tutte le persone responsabili e specialmente quelli che credono in Dio e professano la fede cristiana. Spesso sono proprio costoro che spendono molto in fuochi artificiali e non fanno opere di bene, anche di fronte alle richieste di aiuto più certe e veritiere. Le opere di misericordia corporale spirituali che dovrebbero essere prese in seria considerazione nella pratica quotidiana, specie durante il Giubileo, chiedono una concreta e mirata applicazione proprio in occasione del passaggio al nuovo anno solare, che, per tradizione cristiana, è definito Anno del Signore. Che sia davvero l’Anno del Signore, dal momento che è l’Anno del Giubileo e pertanto ogni cosa deve rimettersi al proprio posto e deve rientrare nell’ordine morale che ben conosciamo noi cristiani, soprattutto nel settore della giustizia sociale”. Tra le motivazioni sociali, il teologo Rungi, fa riferimento “all’ordine pubblico, alla sicurezza dei cittadini, che hanno bisogno di trascorrere questo Capodanno senza paure di attentati o con il rischio di utilizzare il caos di fine anno, da parte di malintenzionati per compiere atti di violenza di qualsiasi genere. Dopo gli attentati di Parigi, tutta l’Europa deve essere più accorta nel prevenire qualsiasi azione terroristica sul suo territorio. Dopo tali drammatici fatti, tutto sembra essere sotto controllo, ma non bisogna mai abbassare la guardia e far trascorre tranquillo il passaggio al nuovo anno, facendo festa in famiglia o nelle piazze, ma evitando fuochi artificiali. Mi auguro che un Decreto urgente del Governo, di oggi 30 dicembre 2015, vieti per quest’anno i fuochi artificiali in tutta Italia, anche per le ben note questioni di inquinamento. E se questo non fosse possibile o si è in ritardo per farlo, ci auguriamo tutti, visto che ce n’ è bisogno urgente che nella notte di San Silvestre piova su tutta l’Italia, in modo che nessuno possa sparare i fuochi artificiali, dei quali sicuramente già si è dotato come è pessima e rischiosa abitudine, soprattutto nelle Regioni del Sud. Strano fatto –conclude padre Rungi – dove c’è più miseria e fame, disoccupazione mancanza di soldi, più si spendono denari, buttati all’aria e al vento, nella notte di San Silvestre, proprio per i fuochi artificiali, causando, in moltissimi casi, sofferenze e morte in famiglie e luoghi, dove si è abituati a salutare il nuovo anno in questo modo immorale, illegale e antisociale”.

P.RUNGI. L’ALFABETO DELLA MISERICORDIA

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Padre Antonio Rungi, teologo morale, sacerdote passionista della comunità del Santuario Mariano della Civita, in Itri (Lt), in occasione della fine dell’anno 2015 e alla vigilia del nuovo anno del Signore, 2016, interamente dedicato al Giubileo della Misericordia e all’Anno Santo, indetto da Papa Francesco e in fase di svolgimento, ha elaborato un alfabeto della misericordia, al cui centro dei 21 fonemi della lingua italiana, utilizzati per stilare l’alfabeto della misericordia, pone il concetto dell’amore e della bontà del cuore. Ad ogni lettera dell’alfabeto corrisponde un pensiero, un’idea, un progetto di vita umana e cristiana che vanno adeguatamente valutati e attuati. Ecco il nuovo alfabeto della misericordia: 

A = Amore. Il cuore della misericordia è l’amore. Chi ama vive nella misericordia. 

B = Bontà. Un cuore buono è un cuore misericordioso, che comprende e aiuta. 

C = Carità. Il servizio della carità è la concreta risposta alla misericordia vissuta nella quotidianità. 

D = Dono. La misericordia è sapersi donare agli altri, senza risparmiare energie. 

E = Elemosina. Non essere attaccati ai beni della terra e dare non solo il superfluo, ma anche l’essenziale e l’indispensabile, se c’è necessità. 

F = Fede. La misericordia è un atto di fede in Dio e nell’uomo. Non è vera la fede, se è priva di misericordia. 

G = Giustizia. La misericordia passa attraverso il riequilibrio delle situazioni scompensate dal nostro modo di agire. Non ci può essere misericordia se non si pratica la giustizia sociale e non si garantiscono i diritti umani. 

H = Honor. L’onore è il lato luminoso della misericordia. Il rispetto dei valori fondamentali dell’etica cristiana, personale e comunitaria è espressione di misericordia nel consesso umano. 

I = Impegno. Lottare per la verità è fare il cammino della misericordia. Non si può restare alla finestra, ma essere protagonisti nel portare la gioia del Vangelo. 

L = Luce. Chi è nella luce, vive nella grazia e nella misericordia di Dio. Le tenebre sono il peccato, che offusca in noi la possibilità di vedere il bene e di farlo concretamente. 

M = Misericordia. Aver un cuore capace di perdono, di attenzione verso gli altri, di riconciliazione, di apertura ad una bontà illimitata. 

N = Nobiltà. La misericordia è espressione di un cuore nobile, di un modo di pensare ed operare che vola alto e non si abbassa alle miserie, ai pettegolezzi agli inciuci umani. 

O = Odio. L’opposto della misericordia è l’odio, il risentimento. Non può abitare nel cuore di un credente nessuna tipologia di odio, di qualsiasi origine o per qualsiasi fine. 

P = Perdono. La parola chiave della misericordia è il perdono, che non può consistere in un solo atto, ma che deve costituire l’ossatura del modo di agire di ogni cristiano, per tutta la vita, sull’esempio di Cristo che ci ha perdonato e ci ha salvato e continua a farlo in tanti modi a noi ben noti. 

Q = Qualità. La misericordia si struttura sulla qualità dei rapporti umani. Nella misura in cui cresce la qualità delle relazioni e la loro autenticità, più cresce il grado di comprensione e di umanizzazione. 

R = Rancore. Come l’odio, questo sentimento che distruggere l’essere umano e gli avvelena l’esistenza, non può coabitare in una persona credente o con buoni sentimenti. Bisogna purificare la memoria da ogni male o torto subito nella vita. 

S = Sincerità. L’essere misericordiosi, come il Padre che è nei cieli, necessita un rapporto sincero con Dio e con i fratelli. Nella falsità, nella menzogna e nell’ipocrisia, crescono solo le erbe della malizia. 

T = Tenerezza. Avere un cuore tenero, come quello di Dio Padre, spetta ad ogni cristiano, sinceramente incamminato sulla vita della conversione, del pentimento e del rinnovamento. 

U = Umiltà. Riconoscere i propri errori, peccati di ogni genere, senza vantare presunte santità che non si hanno affatto. Tutto rimettere nelle mani di Cristo, che per noi umiliò se stesso fino al sacrificio supremo della Croce.

V = Vigilanza. Vigilare sui nostri comportamenti morali ed umani, senza abbassare la guardia, per non incappare in fragilità umane, che possono condizionare il cammino della conversione e del rinnovamento interiore. 

Z = Zelo. Lavorare per la diffusione del Regno di Dio, che è Regno di misericordia e di bontà infinita, dando il proprio contributo di autentica testimonianza di vita cristiana e di sensibilità umana.

COMMENTO ALLA SOLENNITA’ DELLA MADRE DI DIO – 1 GENNAIO 2016

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SOLENNITA’ DI MARIA MADRE DI DIO

 

1 GENNAIO 2016

 

Maria, Stella della Misericordia

 

La liturgia di questo primo giorno del nuovo anno ci fa celebrare la solennità di Maria, Madre di Dio e la giornata mondiale della pace. Se questa annuale ricorrenza assume un significato particolare, ogni inizio d’anno, in quanto affidiamo il cammino temporale della nostra vita e della nostra storia alla Madre di Dio, questo lo è particolarmente oggi, nell’anno giubilare della misericordia, che stiamo vivendo e mi auguro valorizzando in modo significativo. In Maria, Madre di Dio, che è Madre della Misericordia ed è Stella della Misericordia, vogliamo analizzare il tempo che è passato e il tempo che ci attende. Il nostro già è scritto nel libro della vita e tutto è davanti a Dio, con le nostre opere di bene, ma anche con le nostre debolezze. Il non ancora della nostra vita sta nelle mani di Dio e lui solo lo conosce e lui solo ce lo fa conoscere di giorno in giorno, sia quando siamo chiamati a contemplare il paradiso sul nostro Tabor, sia quado siamo chiamati a vivere ai piedi del Crocifisso, insieme a Maria, sul monte del Calvario. Nell’ottava di Natale, all’inizio del nuovo anno, la liturgia della parola ci riporta sia al momento della nascita di Gesù, che al successivo atto compiuto da Giuseppe e Maria nei confronti di quel Bambino che già era al centro della storia e segnava la storia di questa umanità con la sua presenza silenziosa e graziosa. Infatti ci ricorda l’evangelista Luca che, come sappiamo è stato particolarmente devoto della Madonna, al punto tale che le prime icone della Vergine Santissima si rifanno proprio a Lui, i genitori gli diedero il nome e a Gesù fu messo il nome che l’Angelo Gabriele aveva comunicato a Maria nel giorno dell’Annunciazione  e del suo “Si” a Dio, che si incarna, così, nel suo grembo verginale per opera dello Spirito Santo: “Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo”. Anche in questa particolare circostanza della vita di Gesù, è presente la sua Madre e Maria esercita la sua maternità in modo evidente, ma soprattutto in modo aderente alla sua missione nei confronti di Gesù Redentore. Una missione silenziosa, contemplativa ed adoratrice, al punto tale che davanti ai tanti bellissimi gesti nei confronti di quel Bambino, venuto alla luce, da parte dei pastori e di altre persone, Maria conserva tutto gelosamente nel suo cuore. Come al tempo di Gesù e come Ella fu vicina a Gesù con amorevolezza e discrezione, così è vicino ad ogni fratello, nella fede, di Gesù. E lei esercita la sua maternità non solo nei confronti di Gesù, Figlio di Dio, ma anche nei confronti di noi esseri umani, che la sentiamo, la veneriamo come vera nostra Madre celeste ed avvocata nostra. D’altra parte, ci ricorda l’Apostolo Paolo, nel brano della seconda lettura di oggi, tratto dalla sua lettera ai Galati che “quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli”.  E che noi siamo davvero figli di Dio, nel suo Figlio, Gesù Cristo “lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio”. La maternità di Maria, apre a noi esseri umani la prospettiva della nostra figliolanza a Dio, che ci ha resi tali mediante il dono dello Spirito Santo. Per cui, la nostra vita si struttura e si evolve nel tempo e nella storia, ma è aperta all’eternità ed indirizzata verso la gloria del cielo, dove è attenderci la Trinità Santissima e la Vergine Maria, con tutti i santi del Paradiso. Ce lo ricorda la preghiera iniziale di questa liturgia in onore di Maria: “O Dio, che nella verginità feconda di Maria  hai donato agli uomini i beni della salvezza eterna,  fa’ che sperimentiamo la sua intercessione,  poiché per mezzo di lei  abbiamo ricevuto l’autore della vita,  Cristo tuo Figlio”.

Gesù, quindi, porta la vita, è all’origine di ogni vita ed è il termine di ogni vita, è davvero l’Alfa e l’Omega di ogni vicenda umana e terrena. Da lui e in vista di lui, come credenti, dobbiamo partire, ripartire o giungere a Lui se vogliamo camminare sulla strada che Cristo stesso ci ha segnato: la strada della pace, della misericordia, del perdono, dell’amore che apre le porte  anche dei cuori più duri degli uomini. Nella giornata mondiale annuale della pace, che coincide con il primo dell’anno, ci sia di auspicio la preghiera che gli israeliti utilizzavano come benedizione:  Ci benedica il Signore  e ci custodisca. Il Signore faccia risplendere per noi il suo volto

 e ci faccia grazia. Il Signore rivolga a noi il suo volto  e ci conceda pace”. Quella pace che chiediamo al Signore per tutta l’umanità, mediante l’intercessione della Madonna, Stella della Misericordia, alla quale ci rivolgiamo con questa preghiera:

 

Vergine Santissima, Stella della Misericordia, ci rivolgiamo a te, con animo grato e riconoscente, in questo Anno Santo del perdono e dell’ indulgenza plenaria, perché il tuo “Si” ha permesso a Cristo di entrare in questo mondo e salvarci dal fuoco eterno dell’Inferno.

 

La tua materna assistenza, a questa umanità sofferente, priva, spesso, di gioia e di speranza, si è manifestata sin dal momento del concepimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio, fattosi carne, per opera dello Spirito Santo, nel tuo grembo verginale.

 

La tua materna protezione, l’hai assicurata alle persone e alle famiglie in difficoltà, soprattutto quando, alle nozze di Cana, hai chiesto a Gesù di aiutare quella giovane coppia, rimasta senza vino, all’inizio del loro cammino coniugale.

 

La tua vicinanza alle sofferenze di chi sperimenta il dolore e l’emarginazione, l’hai manifestata ai piedi della Croce, quando hai partecipato alla Passione del tuo Figlio, dal Quale sei stata scelta come Sua cooperatrice singolare.

 

Vergine Santissima, Stella della Misericordia, continua ad operare in noi prodigi di pentimento, conversione e riparazione per tutto il male che abbiamo commesso,  personalmente e socialmente.

 

Dal cielo guida il nostro cammino giubilare in questo Anno Santo della Misericordia, durante il quale sentiamo l’urgenza e la necessità di dire basta al peccato e di vivere costantemente nella grazia santificante.

 

Vergine Santissima, consegnaci, alla fine dei nostri giorni, a Tuo Figlio, purificati nel corpo e nello spirito, perché possiamo partecipare, anche noi, alla gioia eterna di Dio Amore e Misericordia. Amen.

(Preghiera di padre Antonio Rungi)

PREGHIERA. MARIA, STELLA DELLA MISERICORDIA

STELLA DELLA MISERICORDIA 2015

Maria, Stella della Misericordia

Preghiera composta da padre Antonio Rungi, passionista

 

Vi offro questa nuova preghiera in onore della Madonna, Stella della Misericordia, perché ne facciate tesoro in questi giorni di Natale e per tutto l’anno giubilare, recitandola ogni giorno, a partire da domani, per tutto l’Anno Santo. Buon Natale

 

Vergine Santissima, Stella della Misericordia, ci rivolgiamo a te, con animo grato e riconoscente, in questo Anno Santo del perdono e dell’ indulgenza plenaria, perché il tuo “Si” ha permesso a Cristo di entrare in questo mondo e salvarci dal fuoco eterno dell’Inferno.

 

La tua materna assistenza, a questa umanità sofferente, priva, spesso, di gioia e di speranza, si è manifestata sin dal momento del concepimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio, fattosi carne, per opera dello Spirito Santo, nel tuo grembo verginale.

 

La tua materna protezione, l’hai assicurata alle persone e alle famiglie in difficoltà, soprattutto quando, alle nozze di Cana, hai chiesto a Gesù di aiutare quella giovane coppia, rimasta senza vino, all’inizio del loro cammino coniugale.

 

La tua vicinanza alle sofferenze di chi sperimenta il dolore e l’emarginazione, l’hai manifestata ai piedi della Croce, quando hai partecipato alla Passione del tuo Figlio, dal Quale sei stata scelta come Sua cooperatrice singolare.

 

Vergine Santissima, Stella della Misericordia, continua ad operare in noi prodigi di pentimento, conversione e riparazione per tutto il male che abbiamo commesso,  personalmente e socialmente.

 

Dal cielo guida il nostro cammino giubilare in questo Anno Santo della Misericordia, durante il quale sentiamo l’urgenza e la necessità di dire basta al peccato e di vivere costantemente nella grazia santificante.

 

Vergine Santissima, consegnaci, alla fine dei nostri giorni, a Tuo Figlio, purificati nel corpo e nello spirito, perché possiamo partecipare, anche noi, alla gioia eterna di Dio Amore e Misericordia. Amen.

 

BUON NATALE 2015

BUON GIUBILEO

2015/2016

 

 

Vergine Santissima, Stella della Misericordia,

ci rivolgiamo a te, con animo grato e riconoscente,

in questo Anno Santo del perdono e dell’ indulgenza plenaria,

perché il tuo “Si”

ha permesso a Cristo

di entrare in questo mondo

e salvarci dal fuoco eterno dell’Inferno.

 

La tua materna assistenza,

a questa umanità sofferente,

priva, spesso, di gioia e di speranza,

si è manifestata sin dal momento

del concepimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio,

fattosi carne, per opera dello Spirito Santo,

nel tuo grembo verginale.

 

La tua materna protezione,

l’hai assicurata alle persone e alle famiglie in difficoltà,

soprattutto quando, alle nozze di Cana,

hai chiesto a Gesù di aiutare quella giovane coppia,

rimasta senza vino, all’inizio del loro cammino coniugale.

 

La tua vicinanza alle sofferenze

di chi sperimenta il dolore e l’emarginazione,

l’hai manifestata ai piedi della Croce,

quando hai partecipato alla Passione del tuo Figlio,

dal Quale sei stata scelta come Sua cooperatrice singolare.

 

Vergine Santissima, Stella della Misericordia,

continua ad operare in noi prodigi di pentimento,

conversione e riparazione

per tutto il male che abbiamo commesso,

personalmente e socialmente.

 

Dal cielo guida il nostro cammino giubilare

in questo Anno Santo della Misericordia,

durante il quale sentiamo l’urgenza e la necessità

di dire basta al peccato

e di vivere costantemente nella grazia santificante.

 

Vergine Santissima, consegnaci, alla fine dei nostri giorni,

a Tuo Figlio, purificati nel corpo e nello spirito,

perché possiamo partecipare, anche noi,

alla gioia eterna di Dio Amore e Misericordia. Amen.

COMMENTO ALLA PAROLA DI DIO PER LA DOMENICA DELLA SANTA FAMIGLIA.

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SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE (ANNO C)
DOMENICA 27 DICEMBRE 2015

UNA FAMIGLIA UNICA, IRRIPETIBILE, MODELLO DI TUTTE LE FAMIGLIE

Commento di padre Antonio Rungi

A solo 48 ore dalla solennità del Natale e dell’annuale ricorrenza della nascita di Gesù, celebriamo, oggi, nel clima natalizio e di festa che genera questa ricorrenza, un altro momento bello del cammino di questo Giubileo della Misericordia in pieno svolgimento. Oggi, infatti, celebriamo la festa della Santa Famiglia di Gesù, Giuseppe e Maria, una storia di vita familiare irripetibile, ma affascinante e modello di comportamento per ogni famiglia credente o meno. La famiglia di Nazareth è questo riferimento normativo, spirituale, umano e sociale a cui ci vogliamo ispirare in questo Natale 2015, che è il Natale della Misericordia e del perdono.

Nell’ottobre di quest’anno, si è svolto un importante Sinodo ecclesiale in Vaticano a livello mondiale proprio sul tema della famiglia. Vorremmo agganciarsi proprio a questa esperienza di chiesa, guidata oggi dalla saggia ed equilibrata persona di Papa Francesco per entrare nel cuore della Famiglia di Nazareth e sbarrare le porte delle nostre famiglie, chiuse e serrate da egoismi di ogni tipo. E per farlo, ci affidiamo proprio ai tre membri di questa comunità familiare divina ed umana, in cui la presenza di Cristo, Figlio di Dio, concepito nel grembo di Maria per opera dello Spirito Santo ci dà il polso della reale e straordinaria vicenda di questa favola e sogno familiare che troviamo proprio nella casa di Nazaret. Il testo del Vangelo di Luca che oggi ascoltiamo ci presenta una famiglia in marcia verso Gerusalemme, in una carovana, per celebrare la pasqua annuale. C’erano Giuseppe, Maria e Gesù uniti nel viaggio di andata. Dopo aver svolto tutto quello che era previsto di fare, ritornarono. Ma Gesù, senza dire nulla ai genitori, resto a Gerusalemme tra i dottori ad insegnare loro. Un bambino di 12 anni che insegna ai tanti intellettuali del tempio sacro. Eppure si verifica esattamente così. Certo, se Gesù avesse chiesto il permesso ai genitori, non glielo avrebbero concesso. A dodici anni, minorenne, con la confusione che c’era a Gerusalemme per la Pasqua, nessun genitore avrebbe permesso una cosa simile. E lui cosa fa? Rimane lì ad insegnare. E sì, Lui poteva disobbedire ai genitori terreni, ma non poteva non ascoltare la voce del suo Padre Celeste che lo voleva esattamente in quel momento, in quel luogo a svolgere la sua missione. D’altra parte, quando i genitori ritrovano Gesù e lo rimproverano, senza mezze misure (legittimamente da un punto di vista legale) egli cosa dice:«Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro”. Esattamente quello che spesso capita nelle nostre famiglie di oggi: non ci capisce più tra genitori e figli, tra marito e moglie e tra parente vari. Gesù qui chiede una comprensione oltre misura alla Madre e a Giuseppe, una comprensione di un mistero ancora tutto da scoprire e rivelare. Maria in questo mistero vi era entrata con un si, preciso. Giuseppe lo aveva accettato dando la disponibilità all’angelo, mentre nel sogno e poi nella realtà pensava di ripudiare Maria che era incinta. Poi tutto scorre liscio. Quel Bambino nasce e viene alla luce, cresce, si sviluppa e cerca la sua autonomia nella missione celeste che deve portare a termine. Egli è sceso per fare la volontà del Padre. Ecco io vengo, Signore, per fare la tua volontà. E Gesù compie questa volontà in ogni momento della sua vita, la sua obbedienza la osserva integralmente, verso il suo vero Padre, anche se poi, ci ricorda il vangelo, che tornò a casa e restò sottomesso ai genitori fino al momento dell’annuncio del Regno e della predicazione. Alcune considerazioni su questo testo del Vangelo vanno fatte, anche in rapporto al tempo che stiamo vivendo, quello del Giubileo della Misericordia. Nella vita sbagliamo tutti. Sbagliano i piccoli, più facilmente, in quanto sono inesperti e a volte ribelli e contestatori, ma sbagliano molto di più i grandi, che sono distratti in tante cose e a volte si dimenticano delle loro creature o le curano solo fino a quando si va d’accordo tra coniugi.

Gesù dimenticato dai suoi genitori è l’esempio di tanti bambini dimenticati nel mondo, di cui nessuno va alla ricerca. Sono anonimi, non appartengono a nessuno e come tali sono oggetti delle passionisti e delle barbarie più crude che si possono compiere in ogni epoca ed anche nella nostra epoca: bambini uccisi dalle bombe, morti in fondo al mare, uccisi dal lavoro, dalla miseria e dalla fame, uccisi dall’egoismo dei grandi, molte volte che sfruttano queste creature innocenti e tenere, che, invece, avrebbero bisogno di altre e più amorevoli cure ed attenzioni. Gesù ritrovato dai genitori, è la speranza che nutriamo tutti nei nostri cuore che questo natale della misericordia, possa far ritrovare genitori e figli, marito e moglie intorno alla tavola della misericordia, dell’amore e della tenerezza del cuore. Non è festa della famiglia se mancano i bambini e dove mancano i bambini manca il sorriso di Dio, la tenerezza di Dio, un presente e un futuro dell’umanità.

Non possiamo permetterci distrazioni nei confronti dei piccoli, né avere piena fiducia in loro, in quanto devono crescere e maturare. Ci vuole quella necessaria vigilanza, attenzione, cura ed amore in ogni luogo, istituzione dove c’è anche un solo bambino e molte volte, neppure della propria famiglia o della parentela, in quanto i bambini sono di tutti  devono essere protetti da tutti.

Il senso di questa festa 2015 della santa famiglia sta proprio partendo dal Gesù bambino volto tenerissimo della misericordia di Dio. Ripartendo dalla vita e dai bambini, le nostre famiglie riassaporeranno il cielo nella loro casa, la gioia e la felicità che solo un bambino può dare. Tutte le mamme, tutti i padri dovrebbero elevare al Signore la stessa preghiera di Anna, di cui ci parla il testo della prima lettura di oggi, tratto dal Libro di Samuele, visto che si parla prorio della nascita di questo uomo eccezionale nella storia del popolo eletto:  “Per la tua vita, mio signore, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto. Anch’io lascio che il Signore lo richieda: per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore». E si prostrarono là davanti al Signore”. Quante donne e quanti uomini hanno ucciso bambini? Il Giubileo della misericordia sia anche il tempo di una profonda verifica persona circa il tema dell’accoglienza della vita nascente e della vita già venuta alla luce, con l’entrata in questo mondo, quando ogni bambino, uscendo dal grembo materno, dopo nove, più o meno mesi, di attesa, incomincia con un pianto che, spesso, lo accompagnerà fino alla morte. Quanti bambini hanno pianto per le colpe e le responsabilità dei genitori, parenti ed adulti nell’indifferenza e nella cattiveria. L’umanità sappia chiedere perdono a tutti i bambini del mondo per il male che ha commesso nei suoi confronti, dal momento stesso in cui Erode compì la prima strage degli innocenti. Quelle stragi silenziose e conosciute si rinnovano ancora oggi. E noi non possiamo tacere di fronte al male, qualsiasi male, che si possa fare ad un qualsiasi creatura innocente e semplice come sono i bambini di tutta la terra, al di là del colore della pelle, della nazione e della religione.

Sia questa la nostra preghiera, oggi, nella domenica della Santa Famiglia, nell’Anno Giubilare della Misericordia:

Gesù Bambino, ancora una volta sei sceso tra noi,

nell’annuale ricorrenza della tua nascita,

per portare a tutti noi il tuo messaggio d’amore.

 

Ancora una volta, ai piedi della tua umile grotta,

ti chiediamo di vegliare sulle nostre famiglie

segnate da tante prove e situazioni dolorose,

assistite, come per Te, dalle amorevoli cure di Maria  e Giuseppe.

 

Tu che hai parlato al cuore delle persone semplici,

come i pastori e da loro hai avuto una risposta

generosa di amore e di socializzazione,

fa che nelle nostre famiglie

si viva con semplicità ed accoglienza reciproca

l’avventura spirituale dell’amore coniugale e familiare.

 

Tu che hai accolto benevolmente i sapienti del tuo tempo

anch’essi alla ricerca di una stella e di orientamento,

fa che le persone che governano i popoli e le nazioni,

e impegnate  nella politica, nell’economia e nella cultura,

facciano l’opzione fondamentale per la famiglia,

fondata sul matrimonio, unico ed indissolubile, tra uomo e donna,

e aperta all’amore per tutta la vita.

 

Tu che sei sfuggito alla strage degli innocenti

decretata da un Erode assettato di sangue e di potere,

difendi le nostre famiglie dalle stragi quotidiane,

sempre più ricorrenti ed aberranti,

di piccoli, giovani, anziani, padri, madri,

conseguenza di una cultura violenta, terroristica,

che stenta ad essere debellata

in un mondo dominato dall’odio,

dalla superbia e dal risentimento.

 

Solo Tu dalla Grotta di Betlemme,

con la potente mano di Dio quale sei,

puoi fermare quanti usano le loro mani,

per offendere e distruggere la famiglia,

per ammazzare e rubare nelle case,

per imbrogliare e corrompere i nuclei familiari,

per delinquere e alimentare il malaffare

distruggendo le famiglie con condizionamenti di ogni tipo.

 

Poni nel cuore delle persone oneste,

che sono la maggior parte sulla terra,

la forza necessaria per lottare

contro i mali dell’era contemporanea,

e sostieni il cammino di pace e  di giustizia sociale,

che sono i valori maggiormente in grado

di ridare dignità alla famiglia naturale ed umana,

in questo Anno Giubilare della Misericordia.

 

L’intercessione di Maria, Tua e nostra dolcissima Madre,

e di San Giuseppe, custode attento e giusto di Te,  Gesù,

Redentore dell’uomo,  possano ottenere dal Padre Celeste,

con la salutare illuminazione dello Spirito Santo,

di ridonare alle nostre famiglie italiane e di tutto il mondo

la gioia di vivere unite in pace e in armonia con Dio,

con il creato e con tutti gli esseri umani. Amen.

 

(Preghiera composta da padre Antonio Rungi)

P.RUNGI (TEOLOGO MORALE). DIECI REGOLE PER VIVERE DAVVERO IL GIUBILEO.

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P.RUNGI (TEOLOGO MORALE). DIECI REGOLE PER VIVERE DAVVERO IL GIUBILEO.

Padre Antonio Rungi, religioso passionista del Santuario della Civita, in Itri (Lt), teologo morale, ha fissato in dieci regole fondamentali l’esperienza del Giubileo della Misericordia, indetto da Papa Francesco e in corso di svolgimento. Regole che debbono essere attentamente osservate e vissute, soprattutto in questo tempo natalizio, in cui la riconciliazione dovrebbe essere lo scopo fondamentale di ogni persona cristiana che non sta in pace ed in armonia con gli altri. Le dieci norme giubilari spaziano dall’amore di Dio all’amore del prossimo, da un impegno personale a quello ecclesiale, comunitario e sociale.

Ecco in sintesi il decalogo giubilare del teologo morale:

1.Non avrai altro scopo nella vita che quello di servire solamente Dio e  mai servizi di Dio e della religione per rubare, uccidere e compiere qualsiasi ingiustizia.

2.Ricordati che il Paradiso lo si conquista facendo il bene ed amando Dio e i fratelli, abbandonando ogni velleitario progetto di vivere, come se Dio non esistesse.

3.Ricordati che sei un peccatore e devi convertirti a Cristo Salvatore, riconoscendo umilmente i tuoi peccati, confessarli ed espiarli in questo mondo.

4.Non offendere nessuno con le parole e le azioni, ma rispetta tutto e tutti, anche se non sono la pensano come te.

5.Ricordati di perdonare a chi ti ha offeso e di chiedere perdono se hai offeso tu, a partire dai parenti e tuoi vicini, quelli più difficili da perdonare.

6.Non pensare solo a te stesso, ma anche ai fratelli che sono in necessità, destinando le tue risorse per il bene degli altri e non truffando o rubando soldi e  cose che non sono di tua proprietà.

7.Ricordati di fare il bene sempre, anche quando non sei ricambiato su questa terra, soprattutto dai tuoi parenti, quasi sempre gli ultimi a comprendere i tuoi reali bisogni materiali e spirituali.

8.Non essere  arrogante, presuntuoso  e altezzoso, ma sii umile, disponibile e amorevole verso tutti, portando la gioia nel cuore di chi è triste e solo.

9.Non essere ipocrita, falso e infedele, ma sii coerente con te stesso, abborrendo ogni menzogna e falsità, ma con l’essere sincero e veritiero in ogni circostanza.

10.Ricordati che la verità viene sempre a galla e che in Dio tutto sarà luce e trasparenza assoluta nell’eternità, dopo la morte corporale, dalla quale nessun uomo potrà scampare, anche se vive cento ed oltre anni.

“Esaminarsi su questi fondamentali doveri del credente –afferma padre Rungi – è il primo passo per celebrare il Giubileo della Misericordia secondo il cuore di Cristo, l’esempio di Maria e di tutti i santi e in sintonia con Papa Francesco, che ha indicato il percorso giubilare in modo speciale nelle opere di misericordia corporale e spirituale”.

P.RUNGI. COMMENTO PER IL NATALE 2015

RUNGI2015

Solennità del Natale 2015 – Venerdì 25 dicembre 2015

 

Il nostro pellegrinaggio giubilare alla Grotta di Betlemme

 

Commento di padre Antonio Rungi

 

Questo Natale 2015 ha un sapore, un significato ed un valore del tutto speciale. E’ il Natale della misericordia infinita e tenerissima che ci porta a noi, Gesù Bambino, il Figlio di Dio, che si incarna nel grembo verginale di Maria Santissima e viene a noi come salvatore e redentore, con il volto della vera misericordia di Dio. La coincidenza dell’anno santo della misericordia, aperto da Papa Francesco lo scorso 8 dicembre, rende questo Natale più importante da un punto di vista spirituale, in quanto è la festa che ci riporta all’origine stessa del mistero della salvezza, che inizia prima a Nazareth e prosegue a Betlemme, dove viene alla luce Gesù, il messia atteso dai popoli e nostro liberatore. Nella solenne liturgia della notte santa, che accompagna il cammino del cristiano in questo anno giubilare, noi, infatti, ci confrontiamo con la vera e grande notizia più importante di tutti i tempi e per tutta l’umanità; Gesù Cristo, Figlio di Dio, si incarna nel grembo verginale di Maria per portare a noi la salvezza, la misericordia e il perdono di Dio. Ci ricorda il profeta Isaia nel brano della messa di mezzanotte che “un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere  e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine  sul trono di Davide e sul suo regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e per sempre”. Il programma del Natale della misericordia sta sintetizzato in queste parole di speranza, gioia e giustizia per tutti. L’anno giubilare è appunto questo anno per rimettere a posto, a livello spirituale, morale e sociale, le cose che non vanno personalmente e collettivamente. E ciò si inizia a fare, se con umiltà ci poniamo davanti a Gesù Bambino e riconosciamo i nostri peccati, per ricominciare una vita senza peccato. Le tenebre in cui siamo immersi devono fare spazio alla luce vera che viene dal cielo ed ha un solo nome: Gesù Cristo il Salvatore. Questa luce dobbiamo sapere riscoprire nell’anno giubilare, perché Gesù è il volto misericordioso del Padre: “Il popolo che camminava nelle tenebre  ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia,  hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete  e come si esulta quando si divide la preda. Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo aguzzino, come nel giorno di Màdian. Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando e ogni mantello intriso di sangue

 saranno bruciati, dati in pasto al fuoco. Moltiplicare la gioia del perdono e dell’essere perdonati, dall’essere liberi, mediante il dono dell’indulgenza plenaria, anche delle pene conseguenti alle nostre colpe”. Il nostro pellegrinaggio giubilare alla grotta di Betlemme può avere un doppio motivo: quello dei pastori e quello dei Re Magi. Il motivo pastorale, sta nel riconoscere in Cristo il vero Pastore delle nostre anime che ci conduce ai pascoli eterni della felicità. Il motivo regale, sta nel riconoscere in Cristo l’unico vero Re di tutti i tempi, il cui regno non finisce mai. Dal Pastore da pastori andiamo alla Grotta di Gesù per assaporare la gioia di prostrarci per chiedere perdono per noi e per l’umanità. Da re, come i sapienti dell’oriente, andiamo da Lui, per offrirgli quel poco di bene che abbiamo con noi e realizzato nei nostri giorni ed anni, fin qui vissuti con la fede del Natale, ben sapendo, come ci ricorda l’Apostolo Paolo nel brano della sua lettera a Tito, che nella notte santa proclamiamo: “è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.  Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone”. Il Natale della misericordia lo celebriamo se ci lasciamo riscattare da Cristo da ogni iniquità, formando la chiesa suo popolo santo, ma anche popolo di peccatori, che hanno bisogno di redenzione. Risuoni in questo Natale il canto di gioia, speranza e fiducia che gli Angeli proclamarono nella notte in cui venne al mondo il Redentore e della quale ci racconta l’evangelista Luca: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama». Lo stesso canto di gioia vorremmo che risuonasse in ogni parte del mondo e in ogni angolo di questo mondo solo e solitario, che va alla ricerca della vera gioia e felicità che viene dall’Alto e si chiama “Emmanuele, il Dio con noi”. Possiamo sperimentare, fin d’ora, questa gioia dentro e fuori di noi, consapevoli che il Natale ha un suo fascino e una sua bellezza interiori, che nessuno puoi toglierci, da dove è riposto, ben sapendo che sta nel profondo del nostro cuore e della nostra vita e da lì nessuno lo potrà estirpare per rincorrere fasi dei che non possono dare felicità, perché inesistenti. Anche per noi si devono compiere i giorni per dare alla luce, nel nostro cuore, Gesù, e con la stessa tenerezza e bontà di Maria, Giuseppe, i pastori e i semplici della terra l’hanno voluto incontrare e lo hanno amato, profondamente, perché avvertivano in Lui la potenza di Dio e la misericordia di Dio. Sia, questa la nostra preghiera di Natale 2015:

 

Cristo, Salvatore e Redentore dell’uomo,

guarda dalla tua grotta di Betlemme

l’umanità intera in questo tuo annuale Natale 2015

che, oggi, ha un significato giubilare per tutti i tuoi seguaci.

 

 

Davanti a Te, Gesù Bambino,

contemplando il volto di Maria, la tua Madre dolcissima,

guardando a Giuseppe, il tuo padre terreno,

osservando quanti arrivano da Te per adorarTi ,

ci prostriamo umilmente per ringraziarti

per tutti i doni che ci hai dato.

 

 

Ti chiediamo umilmente,

o Verbo Eterno del Padre Misericordioso,

che quest’anno Giubilare,

dedicato alla riconciliazione e al perdono,

sia, per tutta la Chiesa e l’umanità,

un anno di rinascita spirituale

e di ripresa morale per  tutto il genere umano.

 

 

Dona a quanti si immergono

nel mistero del tuo Natale annuale,

la sapienza della grotta di Betlemme,

che si traduce in opere di bene

ed ha un solo nome: misericordia per sempre.

 

 

Guarda, Gesù Bambino, tutti i bambini di questa terra,

segnata dall’odio, dal terrorismo e dalla guerra,

proteggili da mani violente, che uccidono in loro

ogni speranza di sopravvivenza.

 

 

Assisti, Principe della pace,

quanti lottano per costruire

un mondo di giustizia e di pace,

e fa che i loro sforzi

producano i risultati attesi e sperati.

 

 

Maria, la Madre del perdono,

ci faccia riscoprire la gioia

di essere in pace con tutti,

senza conservare, nel nostro cuore,

alcun risentimento, ribellione o progetti di distruzione.

 

 

Nulla ci allontani dalla gioia di vivere,

oggi e sempre, il tuo Natale di amore,

di pace e di misericordia,

alla scuola di quella misera ed umile

grotta, nella quale sei venuto al mondo,

senza clamore e splendore,

ma solo con il calore del Tuo amore per noi.

 

 

Gesù Bambino,

volto dolcissimo e tenerissimo di Dio,

che è Misericordia infinita,

trasforma questo Natale 2015,

segnato da tanti mali e difficoltà,

in un Natale pieno di gioia e speranza

per l’intera umanità. Amen.

 

(Padre Antonio Rungi, passionista)

 

MONDRAGONE (CE). AL LICEO GALILEI UN INCONTRO PRE-NATLIZIO CON IL VESCOVO DI SESSA AURUNCA

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Mondragone (Ce). Il Vescovo Piazza incontra gli studenti liceali prima di Natale

di Antonio Rungi

Un incontro prenatalizio con tutti gli studenti liceali e delle scuole superiori di Mondragone. Così il Vescovo di Sessa Aurunca, Orazio Francesco Piazza ha voluto rapportarsi ai giovani della su Diocesi all’indomani dell’apertura della porta del Giubileo della Misericordia nella Cattedrale di Sessa Aurunca e alla vigilia dell’apertura della porta mariana, alla Basilica Minore e Santuario della Madonna Incaldana. Due gli incontri di oggi, giovedì 17 dicembre, tenuti a Mondragone: prima all’ITC Stefanelli e poi al Liceo Scientifico “G.Galilei. Qui il vescovo ha potuto visitare la mostra dei presepi, allestita presso la Palestra dell’Istituto, comprendente 36 artistici presepi, tutti realizzati da singoli studenti o da classi dell’Istituto. Il Vescovo è stato accolto con grande entusiasmo dai liceali e con lui si sono confrontati sui grandi temi di attualità a livello di Chiesa universale e locale, in particolare sul tema del Giubileo e della solidarietà, che passa attraverso l’impegno di tutta la Chiesa di Sessa Aurunca, che presenta il volto di tante emergenze, come quella di Pescopagano, dove ha detto il Vescovo sono oltre 8.000 gli immigrati che fanno riferimento all’unica struttura sociale che è la Parrocchia di San Gaetano. E dove è stato aperto un centro diagnostico per le esigenze di cura delle donne di qualsiasi religione e nazione. Temi importanti che necessitano di essere risolti, quali il problema della povertà, della disoccupazione giovanile, la questione della solitudine degli anziani e dei giovani, questi ultimi immersi sempre più in una vita virtuale e non reale. Il dibattito che ne è scaturito, anche sui temi prettamente religiosi, quali la testimonianza di vita dei sacerdoti e del clero, dell’impegno a favore degli ultimi, è risultato di grande stimolo e di riflessione per tutti. Il Vescovo nella sua visita era accompagnato dal Vicario generale della Diocesi, monsignor Franco Alfieri, dal responsabile della pastorale scolastica, don Franco Iodice. Ad accogliere il Vescovo al Liceo è stata la Vice-preside, professoressa Filippa De Gennaro, gli studenti, i docenti di religione cattolica Rita Tramonti, Gabriella Scapicchio e Rosanna Montano e di altre discipline, il personale Ata della scuola. A conclusione del suo intervento, il Vescovo ha assicurato l’apertura di vari punti di ristoro, curati dalla Diocesi, per le persone povere del territorio che sono sempre in aumento, soprattutto a Mondragone, dove l’afflusso degli immigrati è maggiormente sentito e numericamente più rilevante. Gli studenti hanno accolto il Vescovo con musiche, canti e balli natalizi, preparati dai docenti del Liceo Musicale e Coreutico. Due ore di intensa riflessione e meditazione sugli argomenti più recenti dalla Chiesa e della società, a partire dall’Anno Santo della Misericordia, moderati dal docente del Liceo e giornalista, padre Antonio Rungi.

P.RUNGI. LA MIA PREGHIERA DI NATALE 2015

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PREGHIERA DI NATALE 2015
Composta da padre Antonio Rungi
Cristo, Salvatore e Redentore dell’uomo,
guarda dalla tua grotta di Betlemme
l’umanità intera in questo tuo annuale Natale 2015
che, oggi, ha un significato giubilare per tutti i tuoi seguaci.
Davanti a Te, Gesù Bambino,
contemplando il volto di Maria, la tua Madre dolcissima,
guardando a Giuseppe, il tuo padre terreno,
osservando quanti arrivano da Te per adorarTi ,
ci prostriamo umilmente per ringraziarti
per tutti i doni che ci hai dato.
Ti chiediamo umilmente,
o Verbo Eterno del Padre Misericodioso,
che quest’anno Giubilare,
dedicato alla riconciliazione e al perdono,
sia, per tutta la Chiesa e l’umanità,
un anno di rinascita spirituale
e di ripresa morale per tutto il genere umano.
Dona a quanti si immergono
nel mistero del tuo Natale annuale,
la sapienza della grotta di Betlemme,
che si traduce in opere di bene
ed ha un solo nome: misericordia per sempre.
Guarda, Gesù Bambino, tutti i bambini di questa terra,
segnata dall’odio, dal terrorismo e dalla guerra,
proteggili da mani violente, che uccidono in loro
ogni speranza di sopravvivenza.
Assisti, Principe della pace,
quanti lottano per costruire
un mondo di giustizia e di pace,
e fa che i loro sforzi
producano i risultati attesi e sperati.
Maria, la Madre del perdono,
ci faccia riscoprire la gioia
di essere in pace con tutti,
senza conservare, nel nostro cuore,
alcun risentimento, ribellione o progetti di distruzione.
Nulla ci allontani dalla gioia di vivere,
oggi e sempre, il tuo Natale di amore,
di pace e di misericordia,
alla scuola di quella misera ed umile
grotta nella quale sei venuto al mondo,
senza clamore e splendore,
ma solo con il calore del Tuo amore per noi.
Gesù Bambino,
volto dolcissimo e tenerissimo di Dio
che è Misericordia infinita,
trasforma questo Natale 2015,
segnato da tanti mali e difficoltà,
in un Natale pieno di gioia e speranza
per l’intera umanità. Amen.