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IL COMMENTO DI P.ANTONIO RUNGI ALLA PAROLA DI DIO DI DOMENICA 31 AGOSTO 2014

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XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO 

“PENSARE SECONDO DIO..E’ INNAMORARSI DEL CROCIFISSO” 

Commento alla parola di Dio di padre Antonio Rungi 

La XXII domenica del tempo ordinario, nel testo del vangelo ci riporta un nuovo dialogo ed incontro di Gesù con Pietro. Ma, in questo, caso, si tratta di un incontro di chiarimento della concezione sul modo di pensare di Pietro circa la persona e la missione di Cristo. Se nella confessione di Cesarea di Filippi, Pietro riconosce Gesù come Figlio di Dio, qui Pietro non riesce ad entrare nel grande mistero del Cristo Crocifisso e Redentore, che passa attraverso la passione e il dolore. Non riesce ad accettare la croce, né a capire il senso più vero del soffrire e del patire nell’ottica di Cristo Crocifisso. 

Il testo del Vangelo che oggi ascoltiamo ci dice esattamente la consistenza di questa rivelazione che Gesù fa di se stesso, proprio a coloro, i discepoli ed Pietro in particolare, che, meglio di ogni altro, dovrebbe riconoscere in Lui il vero Salvatore e i l’atteso Messia, non potente nelle cose della terra, ma potente nelle cose del cielo. Invece, quanta fatica costa a Pietro accettare un Messia sofferente ed accettare la croce, come via preferenziale per seguire Gesù. Proprio in questi giorni, nel ministero della confessione, mi ritrovo davanti a delle persone di ogni condizione sociale, che sono state toccate dalla perdita di persone care, soprattutto di figli giovani e bravi, ma anche toccate dalle varie malattie, soprattutto quella più terribile e ricorrente che è il tumore o il male oscuro della depressione. Quanto è difficile anche per un sacerdote dare parole di conforto e di speranza alle persone che vivono queste sofferenze indicibili da un punto di vista umano. L’unico e costante richiamo che faccio a me stesso e agli altri, nel momento della prova e del dolore, è alzare la testa e guardare la croce e chi su quella croce è stato inchiodato dall’odio e dalla cattiveria umana: Gesù Cristo, il Figlio di Dio, che passò tra la gente facendo solo il bene.  

Ecco la Croce e soprattutto il Crocifisso è l’albero della nostra vittoria contro ogni tentazione ad azzerare nel nostro pensiero e nella nostra vita. Meditare su questo brano del Vangelo, che, a mio modesto avviso, è uno dei più belli e significativi di tutto il messaggio cristiano, come sacerdote passionista vi invito a farlo, personalmente, non solo oggi, in questo giorno di festa che è la domenica, ma sempre, soprattutto nei momenti difficili della nostra vita e, spesso, sono tanti e ricorrenti perché non si vide la via d’uscita. Quella via è indicata dalla Via Crucis, dalla via del Calvario che prima o poi tutti i veri cristiani sono chiamati a percorrere, seguendo il nostro maestro.  Matteo, nel descrivere con dovizia di particolari questo dialogo tra Gesù e suoi apostoli, ci offre in questo brano una meditazione sul mistero di Gesù Crocifisso, che dobbiamo saper valorizzare per la nostra crescita spirituale: “In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».

Pensare secondo Dio è pensare nell’ottica della Croce, come amore ed oblazione. E la vera sequela di Gesù passa attraverso questa adesione e risposta d’amore a lui. Possiamo guadagnare ed avere tutto in questo (e molti per la verità ce l’hanno pure), ma a nulla serve possedere delle cose, se poi non si possiede la vera ricchezza che è Cristo e l’amore. Facciamo nostro questo appello ed invito di Gesù: Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?”.

Guadagniamo davvero le cose che contano per sempre e non quelle che contano per un tempo, quel tempo della vita terrena che non è tutto. Lasciamoci sedurre dalle cose di Dio e non da quelle della carne e degli uomini, come ci ricorda la prima lettura della liturgia di oggi, tratta dal profeta Geremia:Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre;  mi hai fatto violenza e hai prevalso”. E chi si lascia prendere il cuore e la vita da Dio ha una grande missione nel mondo da compiere: “Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno; ognuno si beffa di me. Quando parlo, devo gridare, devo urlare: «Violenza! Oppressione!». Così la parola del Signore è diventata per me causa di vergogna e di scherno tutto il giorno. Mi dicevo: «Non penserò più a lui, non parlerò più nel suo nome!». Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo”.

Avere l’ardore missionario, non per denunciare, ma per testimoniare con la propria vita l’amore verso Dio, la verità, l’onesta, la giustizia, la pace, la rettitudine del cuore e della vita.

Noi vogliamo essere sulla linea che Paolo Apostolo ha tracciato, da un punto di vista morale e dottrinale, nella bellissima lettera ai Romani: “Fratelli, vi esorto, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto”.

Non ci vogliamo conformare alla mentalità del mondo, di un mondo di oggi specialmente, in certe realtà culturali, sociali, politiche, economiche corrotto al massimo. E come spesso ci ricorda Papa Francesco che “è tanto difficile che un corrotto riesca a tornare indietro. Il peccatore sì, perché il Signore è misericordioso e ci aspetta tutti. Ma il corrotto è fissato nelle sue cose, e questi erano corrotti. E per questo si giustificano, perché Gesù, con la sua semplicità, ma con la sua forza di Dio, dava loro fastidio. E, passo dopo passo, finiscono per convincersi che dovevano uccidere Gesù, e uno di loro ha detto: “E’ meglio che un uomo muoia per il popolo”.

Sia questo il nostro sincero atteggiamento di cristiano e la nostra autentica preghiera in questa giornata di festa domenicale e per il resto della nostra vita: “Rinnovaci con il tuo Spirito di verità, o Padre, perché non ci lasciamo deviare dalle seduzioni del mondo, ma come veri discepoli, convocati dalla tua parola, sappiamo discernere ciò che è buono e a te gradito, per portare ogni giorno la croce sulle orme di Cristo, nostra speranza”. Amen.

Nuove strade per il Sud Pontino. Impossibile attraversare Formia ed altri centri d’estate.

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Itri (Lt). P.Rungi chiede altre e moderne strade per risolvere il traffico tra Garigliano e Terracina. Una superstrada da Itri a Ceprano. 

“A mio modesto avviso sono indispensabili per la nostra zona due strutture viarie per eliminare il traffico estivo ed ordinario sulla direttrice Garigliano-Terracina. Una variante che bypassi il centro di Formia e che si colleghi a Terracina. In questo modo si evitano smog, incidenti stradali, traffico e quanto altro di pericoloso per la salute e la vita dei cittadini in questa area”.

E’ quanto ha scritto in una Nota personale padre Antonio Rungi, da tre anni a Itri e oggi religioso della comunità del Santuario della Civita.

“Anche nella direzione Itri-Ceprano autostrada si dovrebbe pensare ad una superstrada – sostiene padre Rungi – sfruttando al massimo l’attuale strada regionale della Civita-Farnese, con qualche viadotto e senza eccessivi impatti ambientali, sul modello della superstrada Cassino-Sora. Questo favorirebbe lo smaltimento del traffico sulla provincia di Latina e Frosinone e richiamerebbe più turismo qualificato in tutta la fascia litoranea del Sud Pontino. Parimenti -continua padre Rungi – favorirebbe l’accesso in tempi più brevi al Santuario della Civita da parte dei fedeli. In poche parole una strada a quattro corsie che si possono ricavare dall’attuale strutturazione della strada e con qualche tunnel o viadotto per ridurre il chilometraggio e i tempi di percorribilità. Certo ci vogliono investimenti consistenti da parte degli Enti preposti. E noi ci auguriamo che questo avvenga quanto prima”.

La richiesta di padre Rungi che non è nuova al riguardo, “parte anche dal fatto –afferma il religioso, da sempre impegnato nel campo sociale e dell’ambiente – del blocco sistematico del traffico a Formia, Gaeta, Itri, Latina e la stessa Sperlonga. A volte per percorrere pochi km da Terracina e Formia ci vogliono pomeriggi e serate intere, soprattutto d’estate. La pericolosità dell’Appia, della Flacca e della Civita Farnese è nota a tutti con tanti incidenti e morti, segnate da tante cappelline edificate alla memoria della vittima della strada. Ma c’è il grave problema dell’inquinamento acustico ed atmosferico soprattutto su Formia, Gaeta, Itri e Fondi, attraversate da Tir, auto, moto ed altri mezzi di trasporto particolarmente inquinanti e ostativi ad un normale traffico locale. E poi il tratto della variante, strettissima che non riesce ad assorbire l’enorme traffico dei pendolari del mare e che va dal Centro Commerciale Panorama fino a Formia e proseguendo in direzione di Gaeta, Sperlonga e Terracina, passando sull’Appia per Itri e sulla Flacca per il Salto di Fondi. Mi auguro –conclude padre Rungi – che le autorità a vario livello e lo stesso governo guidato da Matteo Renzi inserisca tra le infrastrutture viarie nel Lazio il completamento della superstrada Garigliano-Terracina e la nuova superstrada Gaeta-Itri-Ceprano”.

Itri (Lt). Per la solennità dell’Assunta al Santuario sono attesi migliaia di pellegrini

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Come tutti gli anni, la solennità dell’Assunta, per il vocabolario laico Ferragosto, al Santuario della Madonna della Civita è un giorno speciale per i pellegrini. La prassi vuole che in questo giorno i cristiani e i devoti della Madonna non vadano al mare. Sane e sante tradizioni per trascorrere la solennità dell’Assunta in famiglia e nell’assoluta tranquillità. Al Santuario tutto è pronto per accogliere i pellegrini. Anche l’ascensore è perfettamente funzionante per portare in chiesa persone diversamente abili, anziani o altre persone in difficoltà fisiche. Le messe sono assicurate dalle 8.00 del mattino fino alle 20.00 della sera con il seguente orario: 8,00; 9.00; 10,30; 12.00; 17.00; 18,00; 19.00 (all’aperto) ed eventualmente alle ore 20.00. A disposizione dei fedeli per le confessioni, per la celebrazione delle messe, per le varie benedizioni ci sono quattro religiosi della comunità passionista del Santuario: i padri Emiddio Petringa, Cherubino De Feo, Francesco Vacelli e padre Antonio Rungi, I passionisti del Santuario assicurano anche le messe feriali e festive al convento dei passionisti in città, da tutti conosciuto come convento dei cappuccini. Anche qui domani saranno celebrate le messe in onore della Madonna Assunta in cielo, alle ore 8.00 del mattino e alle ore 18.00 del pomeriggio. In questi giorni in preparazione alla solennità dell’Assunta, durante la settimana, il Santuario della Civita è stato meta di pellegrini e devoti, soprattutto del napoletano e della Campania. La presenza in zona, tra Itri, Formia, Gaeta, Scauri. Minturno, Sperlonga e Fondi di tanti napoletani che hanno casa o villa da queste parti o si fittano appartamenti per il Ferragosto favorisce il pellegrinaggio individuale o familiare al Santuario. Per domani, invece, sono attesi gruppi organizzati e i quattro religiosi in servizio al Santuario della Civita si attendono un buon afflusso. Unica preoccupazione il tempo. Quando è bello e non presenta rischi, al santuario arrivano i fedeli per fare visita alla Madonna, pregare, confessarsi, partecipare alla messa e ringraziare per i doni ricevuti. E’ soprattutto il 15 agosto, solennità dell’Assunta che per molti fedeli corre l’obbligo di andare a ringraziare la Madonna e salire al Santuario con i propri familiari. Portare con se i bambini per ricevere la benedizione di Maria. Nelle due messe prefestive di oggi, 14 agosto 2014, la partecipazione alle due messe delle 17.00 e delle 19.00 è stata contenuta, anche perché molti approfittano di questo giorno per trattenersi al mare per poi dedicarsi ai doveri religiosi e cristiani di domani festa della Madonna Assunta in cielo. E in molte famiglie si festeggiano anche gli onomastici di mamme, sorelle, mogli, figlie, essendo il nome Assunta abbastanza diffuso nel Sud.

COMMENTO DELLA PAROLA DI DIO DI DOMENICA 17 AGOSTO 2014

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DOMENICA XX DEL TEMPO ORDINARIO

17 AGOSTO 2014

LA GRANDEZZA DELLA FEDE 

di padre Antonio Rungi 

La grandezza della fede di cui parla Gesù nel vangelo di questa domenica XX del tempo ordinario, nel quale ci viene presentata una mamma, di origine cananea, che chiede con insistenza a Gesù di salvare la sua figlia, posseduta dal demonio, non la si può misurare con metri umani e matematici o statistici, ma dalla grande del cuore. Gesù in un primo momento non ascolta la donna che chiede di essere aiutata, disperata come è di gestire una situazione impossibile come quella di una possessione diabolica. Poi l’ha ascolta e l’esaudisce, mettendo in risalto che la sua fede è grande. “Donna, grande è la tua fede”. Quante volte Gesù nel suo ministero pubblico constatando la fede delle persone le guarisce e le esaudisce. Ma anche quante volte rimprovera proprio a chi gli sta più vicino, come i discepoli e gli apostoli, che la loro fede è fragile, è dubbiosa, non riconoscono in Cristo il Messia. Allora quando e come possiamo definire grande la nostra fede. Stando a questa lezione di vita, a questa catechesi di oggi fatta da Gesù stesso, la fede può classificarsi grande quando veramente la persona credente si affida totalmente nelle mani di Dio, riconosce in Gesù Cristo il salvatore. La professione della vera fede parte da Cristo ed approda a Cristo Redentore. La fede passa attraverso la richiesta di grazie e di interventi di Dio nella nostra vita. Questa mamma angosciata sa benissimo che lei e la sua figlia da sola non possono farcela nel liberarsi dalle forze del male che attanagliano la vita della sua giovane creatura. Incontra a Gesù che si era stabilito tra Tiro e Sidone, lei che era della Cananea, si rivolge a lui con parole di grande fiducia, riconoscendolo quale Egli è il Messia: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». La donna chiede perdono per se stessa, quasi a volersi colpevolizzare per quello che sta accadendo alla sua figlia, ma anche per chiede soccorso. Gesù non dà retta a questa prima istanza di aiuto. Poi subentrano gli apostoli che infastiditi dal fatto che grida e non vogliono che il maestro faccia brutta figura, gli chiedono di esaudirla, in modo che se la tolgono dai piedi. Le persone che chiedono con insistenza danno fastidio a tutti sulla terra, a Gesù no. Anzi sembra che il Signore voglia spingere questa donna a non fermarsi nel suo cammino di fede e fiducia in Dio al primo ostacolo. E così avviene. La donna replica la richiesta e lo fa con una maggiore enfasi e convinzione del cuore: «Signore, aiutami!». Anche in questa seconda richiesta di aiuto non arriva la risposta che la donna si attendeva. Anzi Gesù vuole fare risaltare che la sua missione è prima di tutto rivolta alla conversione di Israele. Alla terza domanda di aiuto, in cui ella pure si riconosce non  appartenente al popolo eletto, chiede ugualmente quell’attenzione di Gesù al suo caso, a soddisfare la sua fame di serenità spirituale per se stessa e soprattutto per la sua figlia. E Gesù interviene e le dice con assoluta certezza: “Avvenga per te come desideri”. La guarigione della figlia è immediata ed irreversibile, in quanto quando Cristo guarisce il cuore e la mente delle persone non fa per sempre, specie quando la fede è sincera e la volontà di camminare sulla via del bene è chiara e non ammette ripensamenti.

Grande lezione di vita e soprattutto un motivo in più per riflettere tutti su come è la nostra fede, come la sentiamo dentro di noi e come la manifestiamo e testimoniamo. Forse anche noi abbiamo bisogno di gridarla forte questa fede in Cristo, senza paura, senza timore di dare fastidio a Dio stesso o agli altri. Una fede grande che non deve assolutamente mettere in discussione la parola di Dio e quando Cristo ha rivelato e la chiesa ci ripropone nell’assoluta fedeltà al vangelo della gioia e della speranza cristiana.

Ce lo ricorda, senza mezze parole, il profeta Isaia nel brano della prima lettura di oggi, nel quale ci viene chiesto fedeltà, osservanza della legge di Dio, in particolare il giorno del Signore, e vita spirituale intensa e profondamente motivata per la conquista del cielo e non per la conquista della terra e delle cose del mondo. Così dice il Signore: «Osservate il diritto e praticate la giustizia, perché la mia salvezza sta per venire, la mia giustizia sta per rivelarsi. Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare il nome del Signore, e per essere suoi servi, quanti si guardano dal profanare il sabato e restano fermi nella mia alleanza li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli».

Entrare in questa dimensione spirituale e contemplativa della vita aiuta a far accrescere la fede. Questa si alimenta nell’ascolto e nella pratica attuazione della parola del Signore. Non può esserci fede vera e grande se non la si ancora alla preghiera, alla contemplazione del Dio vivente. Questa è prassi di ogni giorno, ma dovrebbe diventare un’esigenza imprescindibile soprattutto di Domenica, quando invece di onorare il giorno del Signore, lo dissacriamo in tanti modi e con tante forme di violenza, ingiustizie, guerre, odi e depravazioni morali di ogni genere.

La conversione del cuore e della vita dovrebbe riguardare tutti, partendo proprio da coloro che hanno avuto il dono della fede ed hanno avuto la possibilità di incontrare Cristo fin dai primi vagiti in questa vita. L’apostolo Paolo ce lo ricorda nel bellissimo brano della lettera ai Romani, la seconda lettura di questa domenica, con parole e accenti di speranza, perché la misericordia di Dio e per tutti e non solo per pochi eletti. La donna cananea del vangelo di oggi ci fa capire quando è infinita ed estesa la bontà di Dio che non ammette confini di popoli, razze, religiosi, condizioni personali, differenze sessuali e culturali, ma tutti, veramente tutti sono nella sua misericordia: “Fratelli, a voi, genti, ecco che cosa dico: come apostolo delle genti, io faccio onore al mio ministero, nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni. Se infatti il loro essere rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, che cosa sarà la loro riammissione se non una vita dai morti? Infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch’essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!”.

Come, allora non lasciarsi prendere per mano da Dio e farci accompagnare sulla via della vera vita? Diciamo con fede questa nostra preghiera domenicale che è di tutta l’assemblea eucaristica convocata in tutte le chiese cattoliche del mondo per elevare al Signore questa invocazione, insieme al Santo Padre, Papa Francesco che in questi giorni è in missione apostolica in estremo oriente e precisamente nelle due Coree, dove eleverà agli onori degli altari i tanti martiri cristiani che si sono avuti in questi luoghi di antica e recente evangelizzazione: “O Dio, che hai preparato beni invisibili per coloro che ti amano, infondi in noi la dolcezza del tuo amore, perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa, otteniamo i beni da te promessi, che superano ogni desiderio”.  

NOTA PERSONALE DI P.RUNGI SUI PROFUGHI IRACHENI E DI ALTRI PAESI

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I conventi, le case di accoglienza gestite dalle suore, dai religiosi, le strutture delle parrocchie, delle Caritas, le famiglie cristiane che se lo possono permettere, accolgano i profughi cristiani dell’Iraq e tutti i profughi per un scopo umanitario. Come credenti italiani, accogliendo l’invito di Papa Francesco e del Cardinale Bagnasco, Presidente della Cei, non possiamo chiudere il nostro cuore a questa nuova emergenza umanitaria che tanto ci fa riflettere e pone davanti a noi scelte di carità e di apertura verso i profughi di ogni religione e cultura che devono essere ospitati nelle strutture adatte e nel rispetto delle leggi dello Stato Italiano. Non bisogna avere paura di aprire il cuore alla carità, anche se le difficoltà giuridiche per attuare il vangelo spesso contrastano con la generosità della gente. Tante emergenze sanitarie ed umanitarie possono di fatto limitare gli accessi nei paesi occidentali.  Ma se non è possibile accogliere in Patria si faccia ogni sforzo, per dare degna accoglienza ai profughi che scappano da tanti focalai di guerra, soprattutto alle donne ed ai bambini, categorie più esposte e fragili in questo nostro mondo”.

Chiedo anche di fare un censimento delle strutture religiose disponibili ad accogliere i profughi. La solennità dell’Assunta che bussa alle porte non ci può lasciare nella tristezza che tante mamme e tanti bambini stanno soffrendo in varie parti del mondo, in attesa che qualcuno prenda decisioni forti per chiudere i conflitti in atto non solo in Iraq, ma anche nella Terra di Gesù, in Africa, nell’Europa dell’Est e in tante altre parti del mondo dove non vogliamo arrivare con le nostre telecamere, con i nostri scritti, con i nostri reportage. Questo nostro pazzo mondo ha bisogno di pace e di giustizia, ha bisogno di libertà, democrazia, libertà di pensiero e di religione, di libertà umana e personale, perché ogni uomo nasce libero ed è libero da ogni forma di schiavitù ed oppressione che non può essere tollerata da chi ha in mano il potere delle nazioni. Pertanto per il 15 agosto in tutte le realtà ecclesiali e religiose italiane, unendoci all’ esortazione del Santo Padre,  pregheremo nel giorno della Madonna Assunta per chiedere la concordia e il sollievo dei cristiani drammaticamente perseguitati in tante e diverse parti del nostro mondo, ma avremo uno sguardo aperto ad accogliere tutti nel nome di Cristo e dell’amore universale che deve caratterizzare la vita di ogni cristiano o uomo di buona volontà-

Padre Antonio Rungi

13 agosto 2014

VEGLIA DI PREGHIERA – ASSUNTA 2014

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VEGLIA DI PREGHIERA

IN PREPARAZIONE ALLA SOLENNITÀ

DELL’ASSUNZIONE DI MARIA

A cura di padre Antonio Rungi

 

 

 

CANTO EUCARISTICO

 

ESPOSIZIONE DEL SANTISSIMO SACRAMENTO

(O SEMPLICE APERTURA DEL TABERNACOLO)

 

C.Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

T. Amen.  

 

C.Il Signore sia con voi.

T. E con il tuo spirito

 

C. Preghiamo.

 

Signore che ci hai convocato, in questa notte, per celebrare le lodi di Maria, tua e nostra Madre, fa che alla vigilia della solennità della sua Assunzione al cielo, in corpo ed anima, ogni uomo della terra si senta rigenerato nel corpo e nello spirito, assumendo come comportamento del vivere le virtù di Maria.

Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

T. Amen

 

 

In ascolto

 

Dalla lettera agli Efesini di san Paolo, apostolo 1, 16 – 2, 10

 

Fratelli, non cesso di render grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere, perché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui. Possa egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo l’efficacia della sua forza che egli manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti
e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni principato e autorità,
di ogni potenza e dominazione e di ogni altro nome che si possa nominare non solo nel secolo presente ma anche in quello futuro. Anche voi eravate morti per le vostre colpe e i vostri peccati, nei quali un tempo viveste alla maniera di questo mondo. Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo: per grazia infatti siete stati salvati. Con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù.

 

SALMO RESPONSORIALE

 

T.  Venite, lodiamo Dio nostro Padre, in comunione con la Vergine Maria.

 

1.  Acclamate al Signore, voi tutti della terra,

     servite il Signore nella gioia, presentatevi a lui con esultanza.

 

2.  Riconoscete che il Signore è Dio;

     egli ci ha creati e noi siamo suoi, suo popolo e gregge del suo pascolo.

 

1.  Varcate le sue porte con inni di grazie,

     i suoi atri con canti di lode, lodatelo, benedite il suo nome.

 

2.  Poiché buono è il Signore.

     eterna la sua misericordia, la sua fedeltà per ogni generazione.

 

CANTO MARIANO


Dalla Costituzione Apostolica »Munificentissimus Deus» di Pio XII, papa

 

I santi padri e i grandi dottori nelle omelie e nei discorsi, rivolti al popolo in occasione della festa odierna, parlavano dell’Assunzione della Madre di Dio come di una dottrina già viva nella coscienza dei fedeli e da essi già professata; ne spiegavano ampiamente il significato, ne precisavano e ne apprendevano il contenuto, ne mostravano le grandi ragioni teologiche. Essi mettevano particolarmente in evidenza che oggetto della festa non era unicamente il fatto che le spoglie mortali della beata Vergine Maria fossero state preservate dalla corruzione, ma anche il suo trionfo sulla morte e la sua celeste glorificazione, perché la Madre ricopiasse il modello, imitasse cioè il suo Figlio unico, Cristo Gesù.
San Giovanni Damasceno, che si distingue fra tutti come teste esimio di questa tradizione, considerando l’Assunzione corporea della grande Madre di Dio nella luce degli altri suoi privilegi, esclama con vigorosa eloquenza: «Colei che nel parto aveva conservato illesa la sua verginità doveva anche conservare senza alcuna corruzione il suo corpo dopo la morte. Colei che aveva portato nel suo seno il Creatore, fatto bambino, doveva abitare nei tabernacoli divini. Colei, che fu data in sposa dal Padre, non poteva che trovar dimora nelle sedi celesti. Doveva contemplare il suo Figlio nella gloria alla destra del Padre, lei che lo aveva visto sulla croce, lei che, preservata dal dolore, quando lo diede alla luce, fu trapassata dalla spada del dolore quando lo vide morire. Era giusto che la Madre di Dio possedesse ciò che appartiene al Figlio, e che fosse onorata da tutte le creature come Madre ed ancella di Dio». San Germano di Costantinopoli pensava che l’incorruzione e l’assunzione al cielo del corpo della Vergine Madre di Dio non solo convenivano alla sua divina maternità, ma anche alla speciale santità del suo corpo verginale: «Tu, come fu scritto, sei tutta splendore (cfr. Sal 44, 14); e il tuo corpo verginale è tutto santo, tutto casto, tutto tempio di Dio. Per questo non poteva conoscere il disfacimento del sepolcro, ma, pur conservando le sue fattezze naturali, doveva trasfigurarsi in luce di incorruttibilità, entrare in una esistenza nuova e gloriosa, godere della piena liberazione e della vita perfetta». Un altro scrittore antico afferma: «Cristo, nostro salvatore e Dio, donatore della vita e dell’immortalità, fu lui a restituire la vita alla Madre. Fu lui a rendere colei, che l’aveva generato, uguale a se stesso nell’incorruttibilità del corpo, e per sempre. Fu lui a risuscitarla dalla morte e ad accoglierla accanto a sé, attraverso una via che a lui solo è nota».
Tutte queste considerazioni e motivazioni dei santi padri, come pure quelle dei teologi sul medesimo tema, hanno come ultimo fondamento la Sacra Scrittura. Effettivamente la Bibbia ci presenta la santa Madre di Dio strettamente unita al suo Figlio divino e sempre a lui solidale, e compartecipe della sua condizione.
Per quanto riguarda la Tradizione, poi, non va dimenticato che fin dal secondo secolo la Vergine Maria vene presentata dai santi padri come la novella Eva, intimamente unita al nuovo Adamo, sebbene a lui soggetta. Madre e Figlio appaiono sempre associati nella lotta contro il nemico infernale; lotta che, come era stato preannunziato nel protovangelo (cfr. Gn 3, 15), si sarebbe conclusa con la pienissima vittoria sul peccato e sulla morte, su quei nemici, cioè, che l’Apostolo delle genti presenta sempre congiunti (cfr. Rm capp. 5 e 6; 1 Cor 15, 21-26; 54-57). Come dunque la gloriosa risurrezione di Cristo fu parte essenziale e il segno finale di questa vittoria, così anche per Maria la comune lotta si doveva concludere con la glorificazione del suo corpo verginale, secondo le affermazioni dell’Apostolo: «Quando questo corpo corruttibile si sarà vestito di incorruttibilità e questo corpo mortale di immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata ingoiata per la vittoria» (1 Cor 15; 54; cfr. Os 13, 14).

In tal modo l’augusta Madre di Dio, arcanamente unita a Gesù Cristo fin da tutta l’eternità «con uno stesso decreto» di predestinazione, immacolata nella sua concezione, vergine illibata nella sua divina maternità, generosa compagna del divino Redentore, vittorioso sul peccato e sulla morte, alla fine ottenne di coronare le sue grandezze, superando la corruzione del sepolcro. Vinse la morte, come già il suo Figlio, e fu innalzata in anima e corpo alla gloria del cielo, dove risplende Regina alla destra del Figlio suo, Re immortale dei secoli.

 

PREGHIERA SILENZIOSA (SOTTO FONDO MUSICALE)

 

PREGHIERA DEI FEDELI

 

C.Carissimi, ringraziamo Dio,  al termine di questo giorno perché ha associato Maria ai misteri del Redentore, donandola alla Chiesa come madre e modello di vita. Diciamo insieme:

T. Ascoltaci, o Signore

 

1.  E’ bello ringraziarti con tutto il cuore, Padre Santo, per le grandi opere compiute nella Vergine Maria. All’annunzio dell’angelo, ella accolse nel cuore immacolato il tuo Verbo e per l’azione misteriosa dello Spirito Santo lo concepì nel grembo verginale; divenendo Madre del suo Creatore, segnò gli inizi della Chiesa. Preghiamo.

T. Ascoltaci, Signore

 

 

2.  Arca della Nuova Alleanza, la Vergine Madre annunziò ad Elisabetta la tua misericordia e nella notte di Betlemme irradiò sul mondo la Luce eterna della tua Sapienza; consacrandoti nel tempio il primogenito si unì all’offerta del Redentore, rivelando il mistero della Chiesa. Preghiamo:

T. Ascoltaci, o Signore.

 

3. Ai piedi della Croce, estese la sua maternità a tutti gli uomini, generati dalla morte di Cristo per una vita senza fine; orante con gli apostoli nell’attesa dello Spirito Santo, incessantemente guida e sostiene la preghiera della Chiesa. Preghiamo:

T. Ascoltaci, o Signore.

 

4.Assunta alla gloria del cielo, vestita di sole e coronata di stelle, è la regina assisa alla destra dell’Agnello; splendente tra i santi, indica con materno amore la via della Vita e guida al santuario celeste il pellegrinaggio della Chiesa. Preghiamo.

T. Ascoltaci, o Signore

 

C.Uniti al coro degli angeli, agli apostoli, a tutti i santi del cielo e della terra, ti acclamiamo, o Padre, con la preghiera che Gesù ci insegnato:

 

 

Padre nostro…

 

PREGHIERA DI SUA SANTITÀ PIO XII

ALLA VERGINE ASSUNTA IN CIELO

 

(La preghiera può essere fatta dal sacerdote, dalla guida, o da cinque persone diverse) 

 

C. O Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre degli uomini.

 

1. — Noi crediamo con tutto il fervore della nostra fede nella vostra assunzione trionfale in anima e in corpo al cielo, ove siete acclamata Regina da tutti i cori degli Angeli e da tutte le schiere dei Santi; e noi ad essi ci uniamo per lodare e benedire il Signore, che vi ha esaltata sopra tutte le altre pure creature, e per offrirvi l’anelito della nostra devozione e del nostro amore.

 

2. — Noi sappiamo che il vostro sguardo, che maternamente accarezzava l’umanità umile e sofferente di Gesù in terra, si sazia in cielo alla vista della umanità gloriosa della Sapienza increata, e che la letizia dell’anima vostra nel contemplare faccia a faccia l’adorabile Trinità fa sussultare il vostro cuore di beatificante tenerezza; e noi, poveri peccatori, noi a cui il corpo appesantisce il volo dell’anima, vi supplichiamo di purificare i nostri sensi, affinché apprendiamo, fin da quaggiù, a gustare Iddio, Iddio solo, nell’incanto delle creature.

3. Noi confidiamo che le vostre pupille misericordiose si abbassino sulle nostre miserie e sulle nostre angosce, sulle nostre lotte e sulle nostre debolezze; che le vostre labbra sorridano alle nostre gioie e alle nostre vittorie; che voi sentiate la voce di Gesù dirvi di ognuno di noi, come già del suo discepolo amato: Ecco il tuo figlio; e noi, che vi invochiamo nostra Madre, noi vi prendiamo, come Giovanni, per guida, forza e consolazione della nostra vita mortale.

 

4. — Noi abbiamo la vivificante certezza che i vostri occhi, i quali hanno pianto sulla terra irrigata dal sangue di Gesù, si volgono ancora verso questo mondo in preda alle guerre, alle persecuzioni, alla oppressione dei giusti e dei deboli ; e noi, fra le tenebre di questa valle di lacrime, attendiamo dal vostro celeste lume e dalla vostra dolce pietà sollievo alle pene dei nostri cuori, alle prove della Chiesa e della nostra Patria.

 

5. — Noi crediamo infine che nella gloria, ove voi regnate, vestita di sole e coronata di stelle, voi siete; dopo Gesù, la gioia e la letizia di tutti gli Angeli e di tutti i Santi; e noi, da questa terra, ove passiamo pellegrini, confortati dalla fede nella futura risurrezione, guardiamo verso di voi, nostra vita, nostra dolcezza, nostra speranza; attraeteci con la soavità della vostra voce, per mostrarci un giorno, dopo il nostro esilio, Gesù, frutto benedetto del vostro seno, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.

 

C. O Dio onnipotente, che nella Vergine Maria hai compiuto meraviglie, fino a innalzarla al regno dei cieli con il corpo glorificato, donaci di vivere in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni e di poter un giorno condividere il gaudio senza fine. Per Cristo nostro Signore.

T    Amen.

 

BENEDIZIONE EUCARISTICA (COME AL SOLITO)

 

CANTO MARIANO  

 

PROCESSIONE DELLA STATUA DELLA MADONNA

PREGHIERA DEL ROSARIO E CANTI

SALUTO A MARIA

 

 

LA SOLENNITA’ DELL’ASSUNTA 2014

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Solennità dell’Assunta 15 agosto 2014

 

Una gioia immensa sapere che Maria ci attende nel Paradiso

 

di padre Antonio Rungi

 

Una mamma non può che avere un posto eccezionale nella vita dei suoi figli. Lo è da un punto di vista umano, lo è soprattutto da un punto di vista spirituale e cristiano. Gesù, infatti, ha riservato per la sua e nostra mamma un trattamento speciale, in vista proprio del piano della salvezza del genere umano. L’ha preservata dal peccato originale e poi in virtù di questo singolare privilegio l’ha voluta subito, tutta per se e per noi nella gloria del cielo, dove Maria è stata assunta in corpo ed anima. E’ un dogma di fede ed è uno dei dogmi mariani che meglio aprono il nostro cuore alla gioia e alla speranza cristiana. La nostra mamma celeste ci aspetta in paradiso raggiante di luce, vestita di sole, sotto ai suoi piedi la luna e coronata di stelle E’ la Vergine dell’Apocalisse che la fede identifica con la Madonna Assunta in cielo, che celebriamo ogni anno, con data fissa, il 15 agosto.

Mi piace ricordare questa festa, ormai entrata nella tradizione di tutti i cristiani, dopo l’approvazione e la proclamazione del dogma nel 1950 da parte di Pio XII, come la festa della speranza e della vita oltre la vita.

Chi pensa ad un esistenza che finisce con la morte e tutto si chiude in quell’ultima dimora del cimitero, si sbaglia terribilmente. Gesù risorto e Maria assunta in cielo sono la certezza assoluta della fede che la nostra vita, anche quella corporea, è destinata ad una felicità eterna. Tutto questo avverrà nel secondo e definitivo avvento di Cristo sulla terra con il giudizio universale. Con la Madonna Assunta in cielo in corpo ed anima, questa realtà futura è stata anticipata con un singolare piano che Dio ha predisposto per questa sua singolare creatura che è Maria, la Madre di Dio, la Madre di Cristo e della Chiesa. Maria non è morta, ma si è addormentata in Cristo, per passare nella sua esistenza creaturale ad un esistenza eterna trasformata nella gloria del Paradiso, dove Ella è la Regina ed è la Piena di Grazia per sempre, che continua a dispensare le sue grazie per noi. Pensare alla Vergine Santa che dal cielo e di ci protegge è avere la certezza della protezione celeste da parte di una mamma, la cui costante preoccupazione è vedere i suoi figli che vivano in piace e nella gioia. Invece anche in questa solennità dell’Assunta del 2014, la Madonna vede con sofferenza quanta lotta, quanto odio, quante guerre si fanno i suoi figli in questo mondo perché l’orgoglio e la presunzione di qualcuno o di pochi si vuole affermare con la violenza e la forza sugli altri, causando dolori e sofferenze immani negli esseri umani e ferendo in modo terribile il cuore di Cristo e la sensibilità di Maria. Nella liturgia di oggi il male del mondo è rappresentato da quel drago, simbolo di satana, che ostacola la nascita del figlio della Donna e vuole divorare il figlio appena nato. Chiaro riferimento alla Madonna e alla nascita del Redentore. Quanti draghi oggi nel mondo non fanno nascere la speranza, la gioia, al pace e la giustizia nel mondo. Affidiamoci alla Madonna che nonostante tutte queste gravissimi situazioni esistenti nel mondo, nuovamente ci offre Gesù il principe della pace. Lei combatte le forze del male con la forza della fede e della sua intima unione con Cristo. Lei vince in Cristo il male e la morte e Maria si pone come stella del mattino sul pellegrinaggio della fede e della carità di tutti i discepoli di Cristo, dei cristiani di ieri e di oggi. Nel mistero dell’Assunzione al cielo della Madonna noi sperimentiamo nella grazia dei sacramenti del battesimo e della riconciliazione questa vittoria sul male e sulla morte spirituale, in attesa dei definitivo duello tra Cristo e l’Anticristo, ove la morte corporale sarà debellato dalla terra e l’uomo verrà associato alla gloria del cielo per sempre e in modo diverso. Ce lo ricorda san Paolo Apostolo nel brano della seconda lettura di oggi, tratta dalla sua prima lettera ai Corinzi, dove afferma che Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Ed aggiunge checome in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Quando e come avverrà lo dice con chiarezza, quando Cristo si sarà manifestato. È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi. In questo progetto di salvezza, la Madonna diventa la mamma dell’amore, della carità, della gioia, del servizio e ci spinge noi suoi figli ad operare nella logica del magnificat, delle beatitudini e a fare esperienza di amore concreto andando verso quanti soffrono nel corpo e nello spirito, portando ad essi i segni della gioia e della speranza cristiana. Nella sua umiltà, nella sua generosità, Maria può cantare con sicurezza e certezza di fede, nella piena consapevolezza della sua risposta d’amore al Signore:  “Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome”. Si confermiamo nella fede le cose grandi che Dio ha fatto in Maria. Una creatura unica ed eccezionale, una donna irripetibile, una mamma di infinito amore che avendo generato nel suo seno verginale, per opera dello Spirito Santo, il Figlio di Dio, quel suo Figlio l’ha voluto vicina a se per sempre, quale dimora di bontà e tenerezza per tutti. Il grembo verginale di Maria, la sua speciale persona aveva diritto, per decisione dell’Altissimo, di entrare nella gioia del Paradiso nella sua interezza di Madre. Ecco perché il dogma dell’Assunta è strettamente agganciato a quello dell’Immacolato e le due verità di fede mariane si compensano e si integrano a vicenda e fanno risplendere la Madonna per quella luce, non propria ma riflessa, divina che porta Cristo venendo in questo mondo, vivendo in questo mondo, soffrendo e morendo, ma soprattutto risorgendo dalla morte e ascendendo al cielo dove ha portato con se nella pienezza della persona di Maria, la su Madre, che ora vigila sulla storia dell’umanità ed attende tutti i suoi figli oltre la soglia del tempo, nell’eternità.

 

 

Mondragone (Ce). La Madonna Assunta arriva dal mare

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Mondragone (Ce). La Madonna Assunta arriva in processione per via mare. La prima volta di mons. Piazza

di Antonio Rungi

Come tutti gli anni, da circa mezzo secolo, nella domenica antecedente la solennità della Madonna Assunta, la sacra immagine della Vergine Santa viene portata in processione, sui natanti e barche, per via mare. Anche quest’anno, oggi, domenica 10 agosto, si svolgerà questo rito religioso a Mondragone, dove la Madonna Assunta è solennemnte festeggiata nella Chiesa parrocchiale di San Rufino, che dal giugno scorso ha un nuovo parroco nella persona di don Osvaldo Morelli. A presiedere la processione per via mare, dalla località Baia Azzurra a 4 Km a nord di Mondragone, fino a Mondragone Lido sarà il Vescovo di Sessa Aurunca, monsignor Orazio Francesco Piazza, che per la prima volta parteciperà a questa singolare processione in onore della Madonna Assunta. Manifestazione che attira devoti e curiosi da tutta la Regione e oltre Regione Campania fino a raggiungere circa 100.000 fedeli lungo tutto il litorale domiziano. La Madonna, infatti, sistemata su un natante e scorata dalla Capitaneria di Porto e da altri natanti che la seguono a distanza, viene trasferita da una zona all’altra della riviera dai pescatori del posto. E’ un’antica e sana tradizione di fede popolare che soprattutto gli uomini di mare, i pescatori in primo piano, sentono particolarmente e curano nei minimi particolari. E’ un tempo di preghiera e di riflessione sulla figura di Maria ed è un segno di benedizione per quanti operano nel settore turistico a Mondragone e sulla fascia domiziana. Nel passaggio della Madonna tutti i lidi usano far brillare i fuochi artificiali in onore della Madonna, ai quali concorrono i turisti e i villeggianti che affollano il litorale domizio nel periodo di ferragosto. L’estate abbastanza tardiva e le attività turistiche in crisi anche per il tempo incerto hanno sollecitato gli operatori del settore a chiedere un intervento dal cielo con la preghiera e l’intercessione della Madonna Assunta. Confidano infatti in questo momento di festa per recuperare economicamente, augurandosi che il tempo sia migliore fino alla fine dell’estate. Appuntamento a Baia Azzurra alle ore 20,30  di oggi, domenica 10 agosto, festa di San Lorenzo Martire, con la partenza della statua della Madonna Assunta che attraverserà la costa mondragonese per oltre 5 Km pregando insieme al pastore della chiesa locale.

LIBERATE PADRE ANTONIO RODRIGUEZ, SACERDOTE PASSIONISTA

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Roma. I Passionisti pregano per la liberazione di padre Antonio Rodriguez, arrestato in El Salvador. Iniziative della chiesa salvadoregna.

di Antonio Rungi

La chiesa cattolica in El Salvador ha espresso nei giorni scorsi forte preoccupazione per l’arresto di padre Antonio Rodríguez, religioso passionista, di origine spagnola, accusato di aiutare alcuni componenti di una banda ai quali aveva espresso la propria solidarietà.

Padre Antonio Rodríguez è parroco di Resume, sobborgo di San Salvador, dove conduce da diversi anni un programma di riabilitazione per giovani carcerati.

Il sacerdote arrestato in seguito ad una vasta operazione durante la quale sono stati arrestate 127 persone, tra cui autorità e forze dell’ordine- Il sacerdote è  accusato del reato di introduzione in carcere di oggetti illegali destinati al leader di una pericolosa banda criminale di El Salvador, la “Pandilla 18”.

Padre Rodríguez, meglio conosciuto come padre Toño, si è sempre proclamato innocente fin dal suo arresto. «Non ho mai trafficato e mai fatto cospirazione», ha dichiarato il religioso. Padre Rodríguez è stato arrestato insieme ad altre centoventisette persone durante una vasta operazione della polizia condotta nella capitale salvadoregna.

«La Chiesa — ha dichiarato nella sua omelia durante la messa celebrata, domenica scorsa, nella cattedrale metropolitana di San Salvador, monsignor José Luis Escobar Alas, arcivescovo di San Salvador — è rispettosa della giustizia, ma l’arresto di padre Antonio non solo ci ha sorpreso, ma ci preoccupa molto. La Chiesa auspica che il sistema giudiziario nazionale chiarisca al più presto i fatti e agisca in conformità con la verità e la giustizia. Mi sembra doveroso ricordare — ha proseguito monsignor Escobar Alas — tutto il bene che ha fatto padre Antonio a favore dei poveri attraverso la pastorale sociale della parrocchia. Per questo invito i fedeli a pregare per padre Antonio e a esprimere tutto il nostro affetto e la nostra solidarietà».

Movimentazione generale per la liberazione  di padre Rodriguez anche nella Congregazione dei padri Passionisti di cui padre Antonio Rodriguez è membro. Preghiere ed iniziative diplomatiche sono state poste in essere dai responsabili della Congregazione della Passione di Gesù Cristo, perché il religioso possa essere scarcerato quanto prima, essendo estraneo ad ogni accusa.

Nel rispetto della legge e della giustizia dello Stato salvadoregno, anche i passionisti di tutto il mondo si auspicano che la questione possa essere risolta quanto prima nell’accertamento sicuro e definitivo dei fatti. Per questo in tutte le comunità passioniste del mondo si prega e soprattutto si spera.

Intanto si chiede un intervento della Santa Sede e  un appello alla liberazione da parte di Papa Francesco.

La notizia già è apparsa su L’Osservatore Romano di mercoledì ed oggi, su mia segnalazione anche su Avvenire.

Il salvadanaio coniugale della solidarietà

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SCAURI (LT). IL SALVADANAIO CONIUGALE DELLA SOLIDARIETA’. PARTE DALLA PARROCCHIA SANT’ALBINA L’INIZIATIVA ESTIVA PER AIUTARE I POVERI 

di Antonio Rungi 

Parte dalla Parrocchia Sant’Albina in Scauri (Lt), nell’Arcidiocesi di Gaeta, per iniziativa del parroco, don Simone Di Vito, “Il Salvadanaio coniugale della solidarietà” per aiutare i poveri del territorio e le missioni.  Tutto parte qualche anno fa, durante la celebrazione della santa messa dei giorni 7-8 agosto del 2008, quando una suora missionaria in Tanzania parlò della vita di stenti di tale e popolazione e del bisogno impellente di aiutarla, mancando del necessario.  Tra le tante persone presenti c’erano diverse coppie e cristiani intenzionati a fare qualcosa di concreto. E così i primi a muoversi in tale direzione furono due sposi, che decisero di mettere da parte per scopi missionari 50 centesimi al giorno, per tutto l’anno. Quella coppia riuscì a mettere da parte circa 200 euro in un salvadanaio che fu destinato alla solidarietà. Sostenuti dall’incoraggiamento di Don Simone Di Vito, l’iniziativa si è estesa e va ampliandosi, caratterizzandosi come un sistema di aiuto umanitario che nel piccolo può dare sostanziali contribuiti alla causa della solidarietà internazionale. In questa estate 2014, l’iniziativa ha preso il volo, anche in seguito alla testimonianza di una coppia che qui riportiamo integralmente, per essere di stimolo ed esempio a tutti gli altri: “ Caro don Simone,  Io, Antonio, e mia moglie, Carolina, grazie a Voi, da qualche anno viviamo la nostra vita con  una piccola gioia in più. E c’è un motivo. Era il 7 o l’8 agosto del 2008 e alla celebrazione della Santa Messa delle 19 una suora, missionaria in un paesino della Tanzania se non ricordo male, testimoniò la vita di stenti della popolazione e dell’estremo bisogno del necessario per vivere. Poi ci fu il  Vostro commento e quello lo ricordiamo bene, perché ci indusse a riflettere. Vi soffermaste sul concetto di delega che caratterizza l’esistenza di  molti di noi cristiani, anche la mia e di Carolina, tanto indolenti  da chiedere a Nostro Signore di provvedere a dare cibo a chi ha fame. E infatti, da bravi cristiani, ogni giorno, a pranzo e a cena, anche noi ringraziavamo Lui e, ricordandoci  di chi vive in povertà,  recitavamo la nostra preghiera: “Signore, Ti ringraziamo per questo cibo. Fa’ che in ogni parte del mondo per tutti i tuoi figli ci sia sempre qualcosa da mangiare. Amen.”E stavamo, in tal modo a posto con la nostra coscienza. Molto comodo, veramente molto comodo. Però da quel giorno qualcosa in noi è cambiato e Ve ne siamo grati, e così abbiamo cambiato anche la nostra preghiera quotidiana.

E da allora, prima di pranzo e cena, Carolina ed io preghiamo insieme dicendo: “Signore, Ti ringraziamo per questo cibo. Facciamo che  in ogni parte del mondo per tutti i tuoi figli ci sia sempre qualcosa da mangiare. Amen.” E, prima della preghiera, mettiamo da parte, ogni giorno, un moneta da 50 centesimi. Non è assolutamente un sacrificio. Anzi, è questa  la  piccola gioia che ci accompagna da qualche anno. Sono pochi gli Euro che raccogliamo in 365 giorni. Li consegniamo a Voi, come ogni anno, certi che saranno bene utilizzati. Il Signore Vi accompagni sempre. Carolina e Antonio Conzo. Scauri, 28 luglio 2014. Ed arrivano i ringraziamenti della suora, attraverso don Simone: “Gentilissimi signori Conzo grazie per l’offerta di 180 Euro mandata attraverso don Simone.  Il suo ricordo ci commuove! Vi ringraziamo a nome di tutte le suore della missione e specialmente a nome dei bimbi dell’asilo di Mkiwa che con il vostro dono riceveranno ogni giorno un pasto caldo a base di polenta e fagioli. Promettiamo di pregare per le vostre necessità. Che il Signore mandi sulla vostra famiglia abbondanza di  benedizioni!

Suor Incoronata”.