Archivi Mensili: dicembre 2013

GRAZIE SIGNORE PER QUESTO ANNO 2013

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GRAZIE SIGNORE PER L’ANNO 2013, CHE VOLGE AL TERMINE INESORABILMENTE.

GRAZIE PER TUTTO QUELLO CHE MI HAI DONATO IN QUESTO ANNO ECCEZIONALE DURANTE IL QUALE IMPORTANTI AVVENIMENTI HANNO SEGNATO LA NOSTRA VITA E LA NOSTRA STORIA.

GRAZIE PER LE PERSONE CHE MI HAI FATTO INCONTRARE NEL MIO MINISTERO SACERDOTALE, DALLE QUALI HO AVUTO MOLTO E HO DATO QUELLO CHE TU SIGNORE MI HAI DONATO, DISTRIBUENDOLO CON GENEROSITA’ E CON AMORE SINCERO VERSO OGNI FRATELLO E SORELLA DI QUESTA AMATA TERRA.

GRAZIE ANCHE PER LE PERSONE CHE INVOLONTARIAMENTE O VOLUTAMENTE HANNO FATTO DEL MALE A TANTE PERSONE FACENDOLE SOFFRIRE INGIUSTAMENTE. PERDONALI TU, DOPO CHE IL NOSTRO PERDONO E’ STATO ABBONDANTEMENTE DONATO E CELEBRATO NEL NOSTRO CUORE.

GRAZIE SIGNORE PER IL DONO DELLA VITA, DELLA SALUTE, DEL CIBO QUOTIDIANO DEL LAVORO UMANO ED APOSTOLICO.

GRAZIE SOPRATTUTTO DELL’EUCARISTIA QUOTIDIANA CHE MAI E’ MANCATA IN QUESTO ANNO 2013, ATTINGENDO DA ESSA FORZA ED ENERGIA SPIRITUALE IN ABBONDANZA.

GRAZIE PER LA CHIESA, LA TUA E NOSTRA FAMIGLIA NELLA FEDE. GRAZIE PER PAPA BENEDETTO XVI E GRAZIE SOPRATTUTTO PER PAPA FRANCESCO CHE TU HAI SCELTO A GUIDA DELLA CHIESA IN QUESTO TEMPO DI SPERANZA E GIOIA CHE TU CI STAI DONANDO.

GRAZIE PER I VESCOVI, I SACERDOTI, I RELIGIOSI ED I FEDELI LAICI CHE NEL SILENZIO E LAVORANDO CONTROCORRENTE FANNO AMARE SEMPRE DI PIU’ LA TUA CHIESA SANTA E INSIEME PECCATRICE.

GRAZIE PER LE MADRI ED I PADRI CHE PORTANO AVANTI CON SACRIFICIO E DIGNITA’ LA LORO FAMIGLIA NATURALE..

GRAZIE PER I FIGLI DELLE TANTE FAMIGLIE NORMALI E DEI TANTI NUCLEI FAMILIARI IN CUI I BAMBINI VIVONO L’ESPERIENZA DELLA SEPARAZIONE E DELLA DIVISIONE.

GRAZIE PER IL DOLORE E LA SOFFERENZA CHE PURIFICA E FORTIFICA IL CUORE E LA MENTE DEI VERI CREDENTI. LA CROCE SIA SEMPRE IL SEGNO DISTINTIVO DEI TUOI FIGLI E DISCEPOLI SULLE STRADE DELLA VITA.

GRAZIE PER LA SAPIENZA DEGLI ANZIANI, PER L’INNOCENZA DEI PICCOLI, PER L’ENTUSIASMO DEI GIOVANI, PER LA MATURITA’ DEI GRANDI.

GRAZIE PER TUTTO E PER TUTTI, BEN SAPENDO CHE NON POTRA’ MAI ESSERE TOTALE IL MIO RINGRAZIAMENTO A TE, PER AVERMI CHIAMATO AD ESSERE SACERDOTE IN ETERNO, NELLA FAMIGLIA DI SAN PAOLO DELLA CROCE, LA MIA AMATA CONGREGAZIONE DELLA PASSIONE, NELLA QUALE OGNI CONFRATELLO E’ PARTE INTEGRANTE DELLA MIA ESISTENZA.

GRAZIE PER I MIEI PARENTI VICINI E LONTANTI, STRETTI O LARGHI, PER GLI AMICI I CONOSCENTI, GLI STUDENTI, I DOCENTI, I DIRIGENTI E QUANTI LAVORANO NELLA SCUOLA ED IN ALTRI SETTORE E SVOLGONO CON AMORE E DEDIZIONE IL LORO COMPITO NEL MONDO.

GRAZIE PER GLI UOMINI DELLA POLITICA, DELLA CULTURA, DELL’ECONOMIA, DEI SERVIZI SOCIALI E SERVIZI AL POPOLO ITALIANO, DI TUTTI QUELLI CHE SONO IMPEGNATI ONESTAMENTE NEL PORTARE AVANTI UN PROGETTO DI PACE E GIUSTIZIA SOCIALE.

GRAZIE PER I TANTI POVERI CHE VIVONO CON DIGNITA’ LA LORO CONDIZIONE SOCIALE E DAI QUALI PRENDIANO LEZIONE PER FARE DEL BENE A CHIUNQUE STA IN DIFFICOLTA’ SENZA GUARDARE L’ORIGINE, LA PROVENIENZA, IL COLORE DELLA PELLE E SPECIALMENTE IL SUO CREDO. FA O SIGNORE CHE NESSUNO UOMO AL MONDO SOFFRA PER LA MISERIA E LA FAME, CONSEGUENZA DELL’EGOISMO E DEL BENESSERE DEI POTENTI DELLA TERRA.

GRAZIE PER IL CREATO, LA BELLISSIMA NATURA CHE HAI POSTO NELLE NOSTRE MANI PERCHE’ LA POSSIMO CUSTODIRE CON AMORE E NEL RISPETTO DELLE LEGGI CHE TU HAI DATO AL MONDO E ALLA CREAZIONE, OPERA DELLE TUE MANI.

GRAZIE PER I MIEI GENITORI E PER LE PERSONE CHE PASSANDO, QUALI PELLEGRINI SU QUESTA TERRA, HANNO LASCIATO IL LORO SEGNO DI SANTITA’ E DI RETTITDINE MORALE.

PERDONA SIGNORE QUANTI, INVECE, HA SOLO SEMINATO ODIO, DISCORDIA, HANNO CALUNNIATO, DIFFAMATO, DISPREZZATO, VIOLENTATO ED UCCISO NEL CORPO E NELLO SPIRITO. PER TUTTI LORO ANCORA IN VITA O GIA’ ENTRATI NEL REGNO DELLA VERITA’ SCENDA ABBONDANTE LA MISERICORDIA E UN TEMPO DI PURIFICAZIONE E DI RIPARAZIONE.

GRAZIE PERCHE’ CI HAI AFFIDATO ALLE CURE DELLA TUA DOLCISSIMA MADRE, MARIA, CHE VENERIAMO CON SPECIALE AMORE OGNI GIORNO DELLA NOSTRA VITA.

GRAZIE PER TUTTI I SANTI CHE, IN ASCOLTO DELLA TUA PAROLA, HANNO REALIZZATO IL PROGETTO PIU’ IMPORTANTE DELLA LORO VITA, QUELLO DI CAMMINARE SEMPRE SULLE VIE DI DIO.

GRAZIE OGGI E SEMPRE E PER SEMPRE, ANCHE SE NON MERITIAMO TANTO AMORE CHE TU CI DONI, SENZA CHIEDERCI IN CAMBIO NULLA, MA SOLO UNA RISPOSTA D’AMORE GENEROSA, L’UNICA COSA CHE PUO’ RENDERE FELICE IL CUORE DI OGNI UOMO.

AMEN.

PADRE ANTONIO RUNGI, PASSIONISTA.

BUON ANNO 2014

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NON CI SONO PAROLE PER AUGURAVI OGNI BENE PER IL PROSSIMO 2014, CHE INIZIA TRA QUALCHE ORA. OGNI ANNO CHE PASSA E’ SEMPRE UN GRANDE DONO DALL’ALTO, DA CHI LASSU’ GUIDA LE SORTI DELL’UMANITA’ E LA STORIA DI QUESTO MONDO. A DIO IL NOSTRO INFINITE GRAZIE PER TUTTI I GIORNI CHE CI DONA E CI OFFRE COME OPPORTUNITA’ PER FARE IL BENE E VIVERE BENE.

PERTANO AUGURO

BUON ANNO A CHI HA POCHI O MOLTI ANNI

A CHI LO SCORSO ANNO HA VISSUTO MALE

A CHI GLI RIESCE OGNI COSA NELLA VITA

RISPETTO A CHI DEVE MOLTO PATIRE.

BUON ANNO AI PICCOLI, AI GRANDI, AI GIOVANI E AGLI ANZIANI,

AI SANI E SOPRATTUTTO AGLI AMMALATI,

A TUTTI COLORO CHE NON PENSANO ALL’ETA’ CHE HANNO

MA AL BENE CHE SONO CHIAMATI A FARE,

FINQUANDO SI HA TEMPO PER POTER FARE.

BUON ANNO A QUANTI HANNO BRUCIATO, POCHI, MOLTI

O TUTTI GLI ANNI DELLA LORO VITA, RITENENDOSI DEI FALLITI.

PER TUTTI C’E’ SEMPRE UN INIZIO E QUEST’ANNO 2014

POTREBBE ANZI DEVE ESSERE L’INIZIO DI UNA NUOVA VITA PER TUTTI.

AUGURISSIMI DI BUON ANNO 2014

La riflessione spirituale per la solennità della Madre di Dio

BLOG SANTA FAMIGLIA (13)

MARIA, MADRE DI DIO – 1 GENNAIO 2014 –

GIORNATA MONDIALE DELLA PACE

COMMENTO ALLA LITURGIA DI PADRE ANTONIO RUNGI, PASSIONISTA

 

“Dalla tenerezza di una Madre, nasce la pace per tutti”.

Dalla tenerezza della Madre di Dio, Maria Santissima, nasce la pace per tutti, perché Maria, per opera dello Spirito Santo, ha dato al mondo il principe della pace, Gesù redentore dell’umanità. In questo primo giorno dell’anno due sono i temi della liturgia con la quale diamo il primo passo nell’anno nuovo, appena iniziato: Madria, Madre di Dio e la Giornata Mondiale della Pace, in termini progressivi è la 47esima.

Nel riflettere e meditare sulle due tematiche, iniziamo dalla prima e più importante celebrazione della Giornata odierna, che è la Madre di Dio, la Regina della Pace.

La Chiesa, infatti, seguendo una antica tradizione, consacra il primo giorno dell´anno civile alla Vergine Maria, chiamandola con il titolo sorprendente di: “Madre di Dio”. Meditando sul mistero del Dio fatto uomo, la Chiesa è arrivata, dopo secoli, a riconoscere che la madre di Cristo può anche essere chiamata, a pieno titolo, “Madre di Dio”.  Fu il Concilio di Efeso, nell´Asia Minore, nell´anno 431 a proclamare questa verità di fede. La proclamazione di questo dogma mariano fu accolto con entusiasmo dal popolo cristiano. Questo titolo ha una sua importanza teologica, spirituale e pastorale, anche se questo titolo non lo troviamo scritto nei Vangeli o nel Nuovo Testamento più in generale. Nei vangeli, infatti, la più normale ed accreditata espressone “la Madre di Gesù”, dice tutta la verità sulla figura e la missione di Maria nei confronti di Gesù, Figlio di Dio e della Chiesa. Il Concilio Vaticano II, nella Costituzione dogmatica Lumen Gentium, ha dedicato il settimo capitolo alla Madonna. In esso leggiamo: “Volendo Dio misericordiosissimo e sapientissimo compiere la redenzione del mondo, « quando venne la pienezza dei tempi, mandò il suo Figlio, nato da una donna… per fare di noi dei figli adottivi» (Gal 4,4-5), « Egli per noi uomini e per la nostra salvezza è disceso dal cielo e si è incarnato per opera dello Spirito Santo da Maria vergine ». Questo divino mistero di salvezza ci è rivelato e si continua nella Chiesa, che il Signore ha costituita quale suo corpo e nella quale i fedeli, aderendo a Cristo capo e in comunione con tutti i suoi santi, devono pure venerare la memoria «innanzi tutto della gloriosa sempre vergine Maria, madre del Dio e Signore nostro Gesù Cristo» . Infatti Maria vergine, la quale all’annunzio dell’angelo accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio e portò la vita al mondo, è riconosciuta e onorata come vera madre di Dio e Redentore. Redenta in modo eminente in vista dei meriti del Figlio suo e a lui unita da uno stretto e indissolubile vincolo, è insignita del sommo ufficio e dignità di madre del Figlio di Dio, ed è perciò figlia prediletta del Padre e tempio dello Spirito Santo; per il quale dono di grazia eccezionale precede di gran lunga tutte le altre creature, celesti e terrestri. Insieme però, quale discendente di Adamo, è congiunta con tutti gli uomini bisognosi di salvezza; anzi, è « veramente madre delle membra (di Cristo)… perché cooperò con la carità alla nascita dei fedeli della Chiesa, i quali di quel capo sono le membra » . Per questo è anche riconosciuta quale sovreminente e del tutto singolare membro della Chiesa, figura ed eccellentissimo modello per essa nella fede e nella carità; e la Chiesa cattolica, istruita dallo Spirito Santo, con affetto di pietà filiale la venera come madre amatissima. (LG, nn.52-53).

L’altro argomento odierno è la Giornata mondiale della pace e per la ricorrenza Papa Francesco ha scritto ed inviato a tutti gli uomini di buona volontà il suo primo messaggio da Vescovo di Roma per tale giornata speciale, sul tema “La fraternità, fondamento e via della pace”, nel quale leggiamo testualmente: “La fraternità ha bisogno di essere scoperta, amata, sperimentata, annunciata e testimoniata. Ma è solo l’amore donato da Dio che ci consente di accogliere e di vivere pienamente la fraternità…. Maria, la Madre di Gesù, ci aiuti a comprendere e a vivere tutti i giorni la fraternità che sgorga dal cuore del suo Figlio, per portare pace ad ogni uomo su questa nostra amata terra”.

Questa pace, trova le sue motivazioni più profonde nel mistero della divina rivelazione e redenzione.

Nella prima lettura di oggi, ci giungono alle nostre orecchie per essere assimilate, le parole del Libro dei Numeri, nel quale leggiamo: “Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro: Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”. Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò». E’ la celebre preghiera di benedizione del popolo d’Israele, il cui nucleo centrale dell’orazione è appunto la pace che viene da Dio. Una pace luminosa, senza ostacoli e senza alcuna macchia ed imperfezione, in quanto è nel cuore stesso di Dio questa pace che Egli dona al mondo ed al genere umano.

Nella seconda lettura di oggi, tratta dalla  lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati, il tema della pace è incentrato sulla venuta di Cristo sulla terra, nella pienezza dei tempi, come è definita la stagione in cui il Cristo è stato con nella sua umanità e divinità, congiunte nell’unità della sua persona. In questo tempo di grazia, dalla nascita, attraverso la sua passione, morte e risurrezione, Gesù Cristo ha rivelato il vero volto di Dio, che è quello della misericordia e del perdono. Leggiamo, infatti che “quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli.  E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

Ed infine il brano del Vangelo secondo Luca, in cui si rivivono i momenti più belli della nascita del messia: “In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.  Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

 Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo”. Stupirsi delle meraviglie che il Signore compie ogni giorno della nostra vita: stupenda è l’opera della creazione, più stupenda è l’opera della Redenzione. E davanti al Redentore dell’uomo, Gesù Bambino, concepito nel grembo verginale di Maria, lo stupore e la meraviglia, trovano la vera ragion d’essere e la motivazione più profonda per continuare a meravigliarsi di quanto abbiamo avuto, abbiamo ed avremo dalle mani sapienti del Creatore e dalla Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione del Redentore.

E con la preghiera della Colletta di questa solennità della Madre di Dio, ci rivolgiamo a Maria in questo primo giorno dell’anno 2014, che il Signore ci dona per fare il bene e camminare nella perfezione della carità verso Dio e verso i fratelli, avendo come modello di vita la tenerezza e la dolcezza della Regina della Pace: “Padre buono,  che in Maria, vergine e madre, benedetta fra tutte le donne,  hai stabilito la dimora del tuo Verbo fatto uomo tra noi,  donaci il tuo Spirito,  perché tutta la nostra vita nel segno della tua benedizione si renda disponibile ad accogliere il tuo dono”.

Liturgia di fine anno 2013 a cura di padre Antonio Rungi.

LITURGIA DI FINE ANNO 2013

A CURA DI P.ANTONIO RUNGI, PASSIONISTA 

ADORAZIONE EUCARISTICA – TE DEUM – BENEDIZIONE EUCARISTICA 

ESPOSIZIONE del SS. Sacramento

(Canto di esposizione  e incensazione) 

C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

A. Amen. 

C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi.

A. E con il tuo spirito. 

(Preghiera silenziosa) 

MONIZIONE INTRODUTTIVA

C. Eccoci, Signore! Siamo qui davanti a Te alla fine di questo anno 2013 per ringraziarti di averci concesso di vivere questo tratto di strada insieme con Te. Vogliamo aprirti il nostro cuore, affidare a Te tutto quello che in questi 12 mesi, 365 giorni, 8.760 ore, 525.600 minuti, 31.536.000 secondi, abbiamo vissuto. Di tutti questi secondi, quanti li abbiamo dedicati completamente ed unicamente a Te? Un frammento della nostra vita, più o meno lunga fin qui vissuta, composto di tanti momenti di allegria, di serenità, ma anche di tristezza e sconforto. Stasera vogliamo restituire a Te ogni singolo momento che ci hai voluto donare, sia esso positivo o negativo, meditando in silenzio e riflettendo nel segreto del nostro cuore sul cammino fatto in questo anno del Signore 2013, che oggi si conclude. 

Preghiera silenziosa 

C. Durante quest’anno, purtroppo, sono state molte le occasioni in cui ci siamo trovati ad un bivio ed abbiamo seguito un’altra strada, diversa dalla tua. Abbiamo preferito contare solo sulle nostre forze e non affidarci fiduciosi a Te. E te ne chiediamo perdono! 

Tutti – Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. 

C. Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A. Amen.

          Preghiera silenziosa 

S – Affidiamo al Padre tutte le preghiere che sono nate dal nostro cuore ed eleviamo insieme l’antica preghiera di lode e di ringraziamento del Te Deum. 

TE  DEUM  (Testo latino)

Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur.

Te ætérnum Patrem, * omnis terra venerátur. 

Tibi omnes ángeli, * tibi cæli et univérsæ potestátes:

Tibi chérubim et séraphim * incessábili voce proclamant:

Sanctus, * Sanctus, * Sanctus * Dóminus Deus Sábaoth.

Pleni sunt cæli et terra * maiestátis glóriæ tuae.

Te gloriósus * Apostolórum chorus,

Te prophetárum * laudábilis númerus,

Te mártyrum candidátus * laudat exércitus.

Te per orbem terrárum *   

sancta confitétur Ecclésia,

Patrem * imménsæ maiestátis; 

venerándum tuum verum * et únicum Fílium;

Sanctum quoque * Paráclitum Spíritum.

Tu rex glóriæ, * Christe.

Tu Patris * sempitérnus es Filius.

Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, * 

non horruísti Virginis úterum.

Tu, devícto mortis acúleo, *   

aperuísti credéntibus regna cælórum.

Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris.   

Iudex créderis * esse ventúrus.

Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *

quos pretióso sánguine redemísti.

ætérna fac cum sanctis tuis * in glória numerári.

Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *   

et bénedic hereditáti tuæ.   

Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum.   

Per síngulos dies * benedícimus te;

et laudámus nomen tuum in sæculum, *   

et in sæculum sæculi.   

Dignáre, Dómine, die isto *   

sine peccáto nos custodíre.

Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri.

Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *   

quemádmodum sperávimus in te.

In te, Dómine, sperávi: *   

non confúndar in ætérnum. 

TE DEUM (Testo in Italiano)

Noi ti lodiamo, Dio *  

ti proclamiamo  Signore.   

O eterno Padre, *   

tutta la terra ti adora.   

     

 A te cantano gli angeli *   

 e tutte le potenze dei cieli:   

 Santo, Santo, Santo *   

 il Signore Dio dell’universo.   

     

 I cieli e la terra *   

 sono pieni della tua gloria.   

 Ti acclama il coro degli apostoli *   

 e la candida schiera dei martiri;   

     

 le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *   

 la santa Chiesa proclama la tua gloria,   

 adora il tuo unico figlio, *   

 e lo Spirito Santo Paraclito.   

     

 O Cristo, re della gloria, *   

 eterno Figlio del Padre,   

 tu nascesti dalla Vergine Madre *   

 per la salvezza dell’uomo.   

     

 Vincitore della morte, *   

 hai aperto ai credenti il regno dei cieli.   

 Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *   

 Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.   

     

 Soccorri i tuoi figli, Signore, *   

 che hai redento col tuo sangue prezioso.   

 Accoglici nella tua gloria *   

 nell’assemblea dei santi.   

     

 Salva il tuo popolo, Signore, *   

 guida e proteggi i tuoi figli.   

 Ogni giorno ti benediciamo, *   

 lodiamo il tuo nome per sempre.   

     

 Degnati oggi, Signore, *   

 di custodirci senza peccato.   

 Sia sempre con noi la tua misericordia: *   

 in te abbiamo sperato.   

     

 Pietà di noi, Signore, *   

 pietà di noi.   

 Tu sei la nostra speranza, *   

 non saremo confusi in eterno. 

S – O Dio, fonte di ogni bene, la tua misericordia non conosce limiti. Noi ti rendiamo grazie per i doni ricevuti e supplichiamo la tua paterna bontà: preservaci da ogni pericolo all’ombra delle tue ali e donaci sapienza, serenità e salute, affinché si compia sempre la tua volontà. Per Cristo nostro Signore. Amen. 

SALMO 90 

Signore, tu sei stato per noi un rifugio

di generazione in generazione.

 

Prima che nascessero i monti

e la terra e il mondo fossero generati,

da sempre e per sempre tu sei, Dio.

 

Tu fai ritornare l’uomo in polvere

e dici: «Ritornate, figli dell’uomo».

 

Ai tuoi occhi, mille anni

sono come il giorno di ieri che è passato,

come un turno di veglia nella notte.

 

Li annienti: li sommergi nel sonno;

sono come l’erba che germoglia al mattino:

al mattino fiorisce, germoglia,

alla sera è falciata e dissecca.

 

Gli anni della nostra vita sono settanta,

ottanta per i più robusti 

ma quasi tutti sono fatica, dolore; ‒

passano presto e noi ci dileguiamo.

 

Insegnaci a contare i nostri giorni

e giungeremo alla sapienza del cuore.

 

Volgiti, Signore; fino a quando?

Muoviti a pietà dei tuoi servi.

 

Saziaci al mattino con la tua grazia:

esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.

 

Rendici la gioia per i giorni di afflizione,

per gli anni in cui abbiamo visto la sventura. 

 

Si manifesti ai tuoi servi la tua opera

e la tua gloria ai loro figli.

 

Sia su di noi la bontà del Signore, nostro Dio:

rafforza per noi l’opera delle nostre mani,

l’opera delle nostre mani rafforza.

 

Gloria al Padre…

Sia lodato e ringraziato ogni momento….

 

TANTUM ERGO (incensazione)

 

Tantum ergo Sacramentum

veneremur cernui

Et antiquum documentum

novo cedat ritui

Præstet fides supplementum

sensuum defectui.

 

Genitori Genitoque

laus et jubilatio

Salus, honor virtus quoque

sit et benedictio.

Procedenti ab utroque

 compar sit laudatio. Amen

QUESTO GRANDE SACRAMENTO

Questo grande sacramento

veneriamo supplici;

è il supremo compimento

degli antichi simboli.

Viva fede ci sorregga

quando i sensi tacciono.

Al supremo, sommo Dio,

Padre, Figlio e Spirito

gloria, onore, lode piena

innalziamo unanimi;

il mistero dell’Amore

adoriamo umili. Amen. 

C – Hai dato loro un Pane disceso dal cielo

A – Che porta in sé ogni dolcezza 

C – Preghiamo Guarda, o Padre, al tuo popolo, che professa la sua fede in Gesù Cristo, nato da Maria Vergine, crocifisso e risorto, presente in questo santissimo sacramento dell’Alatare e fa’ che attinga da questa sorgente di ogni grazia frutti di salvezza eterna. Per Cristo nostro Signore. Amen! 

BENEDIZIONE EUCARISTICA

ACCLAMAZIONI:

Dio sia benedetto

Benedetto il suo santo nome

Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo

Benedetto il nome di Gesù

Benedetto il suo sacratissimo Cuore

Benedetto il suo preziosissimo Sangue

Benedetto Gesù nel SS. Sacramento dell’altare

Benedetto lo Spirito Santo Paraclito

Benedetta la gran Madre di Dio, Maria santissima

Benedetta la sua santa e immacolata concezione

Benedetta la sua gloriosa assunzione

Benedetto il nome di Maria, vergine e madre

Benedetto san Giuseppe, suo castissimo sposo

Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi

CANTO  PER LA REPOSIZIONE DEL SS.SACRAMENTO

CANTO FINALE NATALIZIO

Le preghiere di oggi per la famiglia: Papa Francesco ed io

Preghiera alla Santa Famiglia

di Papa Francesco

29 Dicembre 2013

 

 Gesù, Maria e Giuseppe,

 in voi contempliamo

 lo splendore dell’amore vero,

 a voi con fiducia ci rivolgiamo.

 

 Santa Famiglia di Nazareth,

 rendi anche le nostre famiglie

 luoghi di comunione e cenacoli di preghiera,

 autentiche scuole del Vangelo

 e piccole Chiese domestiche.

 

 Santa Famiglia di Nazareth,

 mai più nelle famiglie si faccia esperienza

 di violenza, chiusura e divisione:

 chiunque è stato ferito o scandalizzato

 conosca presto consolazione e guarigione.

 

 Santa Famiglia di Nazareth,

 il prossimo Sinodo dei Vescovi

 possa ridestare in tutti la consapevolezza

 del carattere sacro e inviolabile della famiglia,

 la sua bellezza nel progetto di Dio.

 

 Gesù, Maria e Giuseppe,

 ascoltate, esaudite la nostra supplica. Amen.

 

 

Preghiera per la famiglia di padre Antonio Rungi, passionista

Festa della Santa Famiglia – 29 dicembre 2013

 

Gesù Bambino, ancora una volta sei sceso tra noi,

nell’annuale ricorrenza della tua nascita,

per portare a tutti noi il tuo messaggio d’amore.

 

Ancora una volta, ai piedi della tua umile grotta,

ti chiediamo di vegliare sulle nostre famiglie

segnate da tante prove e situazioni dolorose,

assistite, come per Te, dalle amorevoli cure di Giuseppe e Maria.

 

Tu che hai parlato al cuore delle persone semplici,

come i pastori e da loro hai avuto una risposta

generosa di amore e di socializzazione,

fa che nelle nostre famiglie

si viva con semplicità ed accoglienza reciproca

l’avventura spirituale dell’amore coniugale e familiare.

 

Tu che hai accolto benevolmente i sapienti del tuo tempo

anch’essi alla ricerca di una stella e di orientamento,

fa che le persone che governano i popoli e le nazioni,

e impegnate  nella politica, nell’economia e nella cultura,

facciano l’opzione fondamentale per la famiglia,

fondata sul matrimonio, unico ed indissolubile, tra uomo e donna,

e aperta all’amore per tutta la vita.

 

Tu che sei sfuggito alla strage degli innocenti

decretata da un Erode assettato di sangue e di potere,

difendi le nostre famiglie dalle stragi quotidiane,

sempre più ricorrenti ed aberranti,

di piccoli, giovani, anziani, padri, madri,

conseguenza di una cultura violenta

che stenta ad essere debellata

in un mondo dominato dall’odio, dalla superbia e dal risentimento.

 

Solo Tu dalla Grotta di Betlemme,

con la potente mano di Dio quale sei,

puoi fermare quanti usano le loro mani,

per offendere e distruggere la famiglia,

per ammazzare e rubare nelle case,

per imbrogliare e corrompere i nuclei,

per delinquere e alimentare il malaffare

distruggendo le famiglie con condizionamenti di ogni tipo.

Poni nel cuore delle persone oneste,

che sono la maggior parte sulla terra

la forza necessaria per lottare

contro i mali dell’era contemporanea,

e sostieni il cammino di pace e  di giustizia sociale,

che sono i valori maggiormente in grado

di ridare dignità alla famiglia naturale ed umana.

 

L’intercessione di Maria, Tua e nostra dolcissima Madre,

e di San Giuseppe, custode attento e giusto di Te,  Gesù,

Redentore dell’uomo,  possano ottenere dal Padre Celeste,

con la salutare illuminazione dello Spirito Santo,

di ridonare alle nostre famiglie italiane e di tutto il mondo

la gioia di vivere unite in pace e in armonia con Dio,

con il creato e con tutti gli esseri umani. Amen.

 

(Padre Antonio Rungi, passionista)

NO A BOTTI DI FINE ANNO – APPELLO E PREGHIERA DI P.RUNGI

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PREGHIERA ED APPELLO PER SCORAGGIARE I PATITI DEI BOTTI DI SAN SILVESTRO 

Ha composto una preghiera e l’affida alla recita dei fedeli delle varie comunità cattoliche italiane, perché –dice- “il Capodanno non si trasformi in una tragedia per bambini, giovani e famiglie con morti e feriti conseguenti all’uso indiscriminato e distorto di razzi e petardi per festeggiare l’ingresso del nuovo anno 2014”, è quanto dichiara padre Antonio Rungi, religioso passionista della comunità del Santuario della Civita in Itri (Lt).

“Fin da domenica prossima, festa della Santa Famiglia di Nazareth, chiedo a tutti i confratelli sacerdoti e parroci di inserire tra le intenzioni di preghiera della comunità riunita per le varie celebrazioni una speciale preghiera per contrastare l’usanza dei botti illegali e pericolosi che si sparano nella notte di San Silvestre in tutta Italia e soprattutto in Campania, anche in considerazione della grave crisi economica che interessa le famiglie italiane. Sarebbe un fatto gravissimo e un peccato contro la povertà sparare centinaia o migliaia di euro per il Capodanno 2014, mentre ci si lamenta che manca l’essenziale nelle nostre famiglie. Purtroppo –afferma P.Rungi – è un dato di fatto che le famiglie più povere e in difficoltà in occasione del Capodanno sparano di più rispetto a quanti stanno meglio economicamente. E’ un paradosso e una contraddizione che dovrebbe essere superato in questa circostanza non sparando affatto, ma trascorrendo la fine dell’anno in serenità e in pace nelle famiglie o nei locali economicamente accessibili, anche per fare nostro il monito e l’appello di Papa Francesco” 

Ecco il testo della preghiera composta da padre Rungi: 

Dio della pace e della serenità,

che  ci insegni l’amore, la solidarietà

e vuoi la civile convivenza tra le genti

non permettere che il prossimo Capodanno 2014

si trasformi per le nostre comunità in lutti e afflizioni

per morti ammazzati e feriti più o meno gravi

conseguenti allo sparo dei fuochi artificiali.

 

Illumina quanti usano vendere ed acquistare tali strumenti di morte

a non immettere sul mercato e sul circuito della vendita illegale

fuochi che possono solo danneggiare e non certo far gioire ed esultare.

 

Guida i genitori, gli adulti e quanti sono abituati

a festeggiare l’annuale  ricorrenza del Capodanno

di rinnegare i fuochi artificiali

e festeggiare l’arrivo del nuovo anno

nella serenità e nella pace familiare e sociale.

 

Blocca sul nascere le intenzioni e i propositi cattivi

di quanti speculando su questi strumenti di morte e di mutilazione

immettendo sul mercato clandestino ordigni di morte,

incuranti della vita e della salute dei bambini

e dell’integrità di ogni vita umana.

Fa, O Signore, che la festa di Capodanno

non si trasformino in dolore per madri,

mogli, fratelli, sorelle, parenti, amici e conoscenti

per aver avuto un loro congiunto mutilato o morto

per l’uso distorto dei botti di fine anno.

Te lo chiediamo per l’intercessione di Maria Santissima,

che in questo primo giorno del nuovo anno

celebriamo con il titolo di Madre di Dio e Regina della Pace. Amen.

(P.Antonio Rungi, passionista)

Il Commento di padre Antonio Rungi per la Festa della Santa Famiglia

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FESTA DELLA SANTA FAMIGLIA DI NAZARETH- 29 DICEMBRE 2013

NAZARETH: DOVE NASCE E CRESCE L’AMORE 

Commento di padre Antonio Rungi

La famiglia di Nazareth, composta da Gesù, Giuseppe e Maria, può giustamente ritenersi il luogo ideale, unico ed irripetibile in cui nasce, cresce e si potenzia l’amore, perché in questo nucleo familiare l’amore è la base stessa dei rapporti interpersonali tra i tre soggetti eccezionali. Gesù, il Figlio di Dio; Maria, la Vergine Immacolata e purissima, Madre di Cristo Salvatore; Giuseppe il padre giuridico e putativo del Figlio di Dio, l’Emmanuele, il Bambino Gesù che vive e cresce in questo luogo di santità familiare, che non ha confronti nella storia dell’umanità. La famiglia di Nazareth è il modello per ogni famiglia di questa terra, dove non sempre la famiglia naturale o acquista o di altro genere presenta il volto dell’amore e della reciproca accoglienza. Oggi, a pochi giorni dal Santo Natale 2013, viene riproposta all’attenzione dei fedeli che si dichiarano cattolici e vivono da cattolici il valore indiscutibile della famiglia, fondata sul matrimonio, che Gesù stesso ha elevato a sacramento. E come tale è un atto d’amore tra uomo e donna, entro il quale nasce altro amore che è quella della procreazione. Il matrimonio che è uno ed indissolubile stabilizza anche su un piano giuridico un dato di fatto, quello di amarsi nel rispetto delle leggi che il Creatore ha immesso nella coppia umana, composta di maschio e femmina, perché la loro relazione d’amore fosse aperta alla vita. Non c’è famiglia senza figli e dove ci sono i figli c’è per necessità l’amore, che parte dai coniugi e si estende in modo diverso al frutto del grembo delle madri che accolgono il dono della vita, mediante un atto d’amore con il proprio sposo.

Per Maria è Giuseppe, sposi castissimi, il dono della maternità e della paternità adottiva è venuto direttamente da Dio, mediante l’azione dello Spirito Santo che ha reso fecondo il grembo di Maria, la Madre di Dio e di Cristo.

Nasce da un progetto di Dio ben preciso la famiglia di Nazareth ed è lo stesso Dio, fattosi carne nel grembo di Maria ad animare d’amore e di gioia la santa famiglia nella quale entra a far parte, anche giuridicamente, mediante la libera adesione al progetto di Dio da parte di San Giuseppe. Tre cuori in una capanna, quella di Betlemme, che poi diventa la casa di Nazareth, dove i tre straordinari personaggi vivono in assoluta armonia e normalità, tranne qualche scossone che anche i genitori di Gesù dovranno avvertire quando il Bambino, fin dai primi vagiti dovrà assaporare la sofferenza, con la nascita in una povera grotta di Betlemme, con la persecuzione di Erode, con la fuga in Egitto e poi con lo smarrimento di Gesù nel Tempio, per arrivare, in età adulta, all’attività evangelizzatrice di Gesù in tutta la Palestina, fino al momento culminante della sua vita con la sua morte in Croce, alla presenza della sua Madre Addolorata, la Vergine Santa. Una famiglia dove la gioia era di casa, ma dove non sono mancate le prove, accettate con disponibilità alla volontà di Dio, che così ha voluto anche per il suo Figlio, inviato nel mondo per la salvezza dello stesso mondo. Perciò è giusto pregare, oggi, all’inizio della celebrazione eucaristica con queste significative parole: “O Dio, nostro creatore e Padre, tu hai voluto che il tuo Figlio, generato prima dell’aurora del mondo, divenisse membro dell’umana famiglia; ravviva in noi la venerazione per il dono e il mistero della vita, perché i genitori si sentano partecipi della fecondità del tuo amore, e i figli crescano in sapienza, età e grazia, rendendo lode al tuo santo nome”.

Come per la famiglia di Nazareth, così per tutte le famiglie ci sono regole scritte e non scritte da rispettare e vivere, come ci ricorda la prima lettura tratta dal libro sapienziale del Siracide: Il Signore ha glorificato il padre al di sopra dei figli e ha stabilito il diritto della madre sulla prole. Chi onora il padre espìa i peccati e li eviterà

e la sua preghiera quotidiana sarà esaudita. Chi onora sua madre è come chi accumula tesori. Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera. Chi glorifica il padre vivrà a lungo, chi obbedisce al Signore darà consolazione alla madre. Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,

non contristarlo durante la sua vita. Sii indulgente, anche se perde il senno, e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore. L’opera buona verso il padre non sarà dimenticata, otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa”.

Il modello di questo grande amore verso i propri genitori è stato Gesù, che ha amato di un amore immenso Maria e Giuseppe. Da entrambi ha appreso le cose necessarie per crescere come uomo, pur avendo la coscienza della sua missione, che non contrastava affatto con l’azione educatrice di Gesù Bambino, poi ragazzino, poi giovane ed infine nella sua piena autonomia di uomo adulto.

Se la famiglia è il luogo per eccellenza dell’amore vero, è anche il luogo della tenerezza autentica. Nelle nostre famiglie, quando circola la dolcezza e la tenerezza tutti i componenti crescono e si relazionano in modo costruttivo e formativo per ognuno, anche con ruoli e funzioni diverse. I genitori educano i figli e i figli rieducano i genitori, in quello scambio di dare e ricevere che tutti sperimentano nelle vere famiglie, dove c’è Dio e quindi c’è la pace e la serenità. Il testo della seconda lettura di oggi tratto dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési ci aiuta a capire tutto questo: “ Fratelli, scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie! La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.

Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con durezza. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino”. Sta tutto in questo sintetico messaggio di amore, di bontà e di santità il cammino che la famiglia, soprattutto di oggi, deve fare alla luce degli insegnamenti di Cristo e della sua famiglia, composta dalla madre, Maria e dal padre putativo, Giuseppe, ma anche da altri partenti, più o meno vicini o lontani.

La fuga in Egitto della Santa Famiglia ricordata oggi nel testo del vangelo di Matteo che ascolteremo è in linea perfetta con il tema di questa domenica, dedicata alla famiglia di Nazareth, ma anche a tutte le famiglie del mondo. La sofferenza e le prove, specie di questi giorni, per tutte le famiglie sono davanti a noi. Famiglie di emigranti che lasciano la loro patria in cerca di lavoro e fortuna e che invece trovano la morte o l’umiliazione. Famiglia perseguitata per varie cause in tante parti del mondo, soprattutto per motivi politici, razziali, culturali o di religione che progressivamente stanno distruggendo il cuore stesso dell’umanità che è la famiglia naturale. La sofferenza di Giuseppe e Maria profughi in Egitto è la sofferenza di tanti padri di famiglia che vanno in cerca di lavoro per far vivere dignitosamente la propria moglie e i propri figli. La sofferenza di Gesù Bambino è il simbolo della sofferenza di tanti bambini del mondo che sono uccisi, violentati, offesi nella loro innocenza e dignità e di cui nessuno si fa carico. Ecco il racconto evangelico della fuga in Egitto della Santa Famiglia e del suo ritorno, dopo la pacificazione dell’ambiente in cui operava il Re Erode: “I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».  Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzareth, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

Fuga e ritorno, per poi stabilirsi a Nazareth definitivamente e dove davvero la santa famiglia visse giorni felici, prima della grande tempesta della condanna a morte di Gesù Maestro. Nazareth, può ben dirsi il luogo per antonomasia, dove nasce e cresce l’amore, perché in questa famiglia nasce e cresce Gesù, il Figlio di Dio, venuto nel mondo per portare l’amore e la riconciliazione.

Airola (BN). Il Convegno sulla Serva di Dio Maria Concetta Pantusa

DSC09626Si è svolto come previsto, sabato 21 dicembre 2013 ad Airola (Bn), con inizio alle ore 17.00 il Convegno sulla Serva di Dio Maria Concetta Pantusa nella città di Airola (Bn). Il teatro comunale che ha ospitato la manifestazione era pieno e le persone hanno seguito con vivo interesse quanti sono intervenuti per la circostanza. Interessanti le relazioni del prof. Parente e del professore di teologia don Francesco Asti. Il primo si è soffermato sul periodo storico in cui ha vissuto Conetta Pantusa; il secondo ha analizzato la vita spirituale e carismatica della Serva di Dio, mettendo in evidenza la sua spiritualità passionista e francescana, che ha un punto di riferimento comune nel mistero del Cristo Crocifisso. Il saluto iniziale del ministro provinciale dei francescani di Benevento, Fr. Sabino Iannuzzi è servito a fare il punto della situazione circa la causa di beatificazione in atto per la Pantusa e i cui oneri maggiori si sono assunti i francescani e la Pia Unione del Volto Santo di Airola. Molto chiara la posizione del Vescovo De Rosa circa la causa: è suo forte desiderio che s concluda positivamente quanto prima, anche perché il tempo del suo pensionamento si avvicina e suo desiderio è quello di vedere agli onori degli altari la Serva di Dio Maria Concetta Pantusa. Ha chiesto espressamente che ci di dovere si muova e faccia quanto deve fare per poter concludere l’iter del processo diocesano. Il convegno è stato moderato dal giornalista Luca Maio. A seguire, dopo la parte spirituale, è venuta la stipula del protocollo di intesa tra i sindaci di Airola e Celico circa la diffuso del culto della Serva di Dio. Idea positiva per far conoscere bene la figura di questa donna e madre eccezionale che ha lasciato il segno nella città di Airola e nella sua città natia, come hanno sottolineato il Sindaco Napoletano (Airola) e Corrado (Celico). La manifestazione si concludeva intorno alle ore 19.00 dopo un signorile bouffet offerto a tutti i presenti al convegno. Tra la gente anche la rappresentanza del Comune di Celino e di Polignano a Mare (Ba) con in primis i primi cittadini di tali località. Ora ci si augura che davvero si possa concludere quanto prima il processo diocesano ascoltando gli ultimi testimoni che dovranno depositare davanti al tribunale diocesano per la causa dei santi. Tra i presenti al convegno, anche padre Antonio Rungi, passionista (vice-postulatore), padre Vittorio Balzarano (Moderatore della Pia Unione), padre Luciano, padre Pasquale, don Liberato, altri sacerdoti ed autorità civili del territorio e della Provincia

runginov2013-3Quarta domenica di Avvento – Anno A – Domenica 22 dicembre 2013-L’attesa è già metà festa, come ci rammenta San Giuseppe. di padre Antonio Rungi 

La quarta domenica di Avvento è la domenica della preparazione immediata al Santo Natale. Si può ben dire che l’attesa è già meta festa, perché quando si attende qualcuno importante, l’attesa stessa ti riempie di gioia e ti fa preparare nel modo dovuto. E qui ad attendere non è una qualsiasi persona o fatto, ma Dio stesso che si fa nostro fratello, nel grembo verginale di Maria, la madre dolcissima di Cristo Redentore. Tutta la parola di Dio, infatti, di questa ultima domenica di avvento ci prepara alla grande festa della nascita del Messia e dell’atteso salvatore del mondo. Lo attende Maria, ma lo attende anche Giuseppe, il padre putativo, Colui che il Signore aveva scelto per essere il degno sposo della Madre del Signore, l’uomo giusto al posto giusto, con la capacità di intercettare i disegni di Dio e dare la sua convincente risposto al suo progetto divino. Nel racconto di questo unico evento della storia dell’umanità, l’evangelista Matteo sottolinea questa generosità di Giuseppe e questo suo totale abbandono a ciò che il Signore gli chiede di fare, di fronte ad un mistero insondabile della nascita di Gesù per opera dello Spirito Santo. E’ uno dei testi del vangelo più belli, emozionanti e coinvolgenti. Non è di tutti accettare con semplicità e con fede, con coraggio, senza temere il giudizio umano, ma solo accettare la volontà di Dio, come è stato per San Giuseppe, lo sposo castissimo della Beata Vergine Maria, il padre adottivo, putativo o legale di Gesù Cristo. Ecco il brano del vangelo di questa domenica nella sua immediatezza comunicativa: “Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa”. Anche noi, carissimi, siamo chiamati a destarci dal sogno, per vivere nella realtà di tutti i giorni. Una realtà che ci impone delle scelte coraggiose, del si o no e che non ammette mezze misure circa la fede. Anche noi dobbiamo dire e rinnovare il nostro sì a Gesù Cristo, in questo Natale 2013, con la consapevolezza che egli viene nuovamente in mezzo a noi, per ridestarci dal sonno e dai sogni impossibili all’uomo, ma possibilissimi a Dio, se l’uomo di fa guidare dalla luce della fede e non solo e semplicemente della ragione e della scienza. Non dobbiamo aver paura di lasciare fare a Dio, completamente a Lui nella nostra vita, perché, siamone certi, Egli non ci deluderà, ma ci darà tutto quello che è necessario per il nostro bene. Il bene assoluto che Egli ci ha donato è lo stesso suo Figlio Gesù Cristo, venuto tra noi per aprirci le porte della salvezza eterna.Nella colletta specifica di questa quarta domenica, infatti, preghiamo con queste parole di grande speranza e di grande apertura al mistero: “O Dio, Padre buono,  tu hai rivelato la gratuità e la potenza del tuo amore, scegliendo il grembo purissimo della Vergine Maria per rivestire di carne mortale il Verbo della vita: concedi anche a noi  di accoglierlo e generarlo nello spirito con l’ascolto della tua parola,  nell’obbedienza della fede”. Accogliere Cristo con l’obbedienza della fede. Quella stessa obbedienza della fede che ha guidato Maria, la Vergine, nel grande mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio, atteso dall’umanità e dal popolo credente in cammino verso la felicità, come ci ricorda il profeta Isaia nella prima lettura di questa giornata festiva: “In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto». Ma Àcaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele». Il Dio con noi sta con noi, è per noi, è in noi. Per Lui, con Lui ed in Lui noi assaporiamo ogni attimo della nostra vita, come è dolce vivere solo e soltanto per Iddio. Natale è la festa del Dio in noi. E’ la festa della comunione con Cristo e con i fratelli. Preparare questa festa a pochi giorni della celebrazione liturgica di essa, vuol dire aprire il cuore all’attesa vera dentro di noi: “Stillate dall’alto, o cieli, la vostra rugiada  e dalle nubi scenda a noi il Giusto;  si apra la terra e germogli il Salvatore. Ecco la nostra invocazione di oggi e di sempre per preparare il Natale di questo 2013 e tutti i Natali che il Signore vorrà donarci per il resto della nostra ed altrui vita. Questa gioia del Natale e più in generale del vangelo, come ci ricorda costantemente Papa Francesco, noi abbiamo il diritto e dovere di gridarla al mondo intero, come sottolinea l’Apostolo Paolo nella seconda lettura di questa domenica, tratta dalla Lettera ai Romani: “Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo –, a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!”.Anche noi, fratelli carissimi, davanti all’imminente celebrazione del Santo Natale, vogliamo farci queste domande, come proposte nel salmo responsoriale: “Chi potrà salire il monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli”. Chi potrà celebrare degnamente questo Natale 2013? La risposta sta nella parola di Dio di questa domenica che deve diventare parola di vita. Potrà celebrare e festeggiare il Natale chi non si è macchiato di crimini o che si sia pentito veramente; chi ha avuto ed ha sentimenti puri e belli; chi non si è costruito o pensa di costruirsi idoli di qualsiasi genere, ma cerca nel profondo del suo essere  il Dio vero, che Gesù Cristo ci ha rivelato nel mistero della sua Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione. Buon cammino verso il Natale, ormai vicino, insieme a Giuseppe e a Maria.