Archivi Mensili: dicembre 2013

Airola (BN). Convegno-dibattito sulla Serva di Dio, Maria Concetta Pantusa

DSC09622Airola (Bn). Una nuova biografia della Serva di Dio, Concetta Pantusa. Domani la presentazione ufficiale alla presenza del Vescovo Diocesano.

di Antonio Rungi

Una nuova e più aggiornata biografia sulla Serva di Dio, Maria Concetta Pantusa verrà presentata ufficialmente, domani 21 dicembre 2013, ad Airola (Bn), alle ore 17.00, nel Teatro Comunale,  alla presenza del Vescovo Diocesano di Cerreto-Telese-Sant’Agata dei Goti, monsignor Michele De Rosa. La nuova biografia è stata scritta da Ulderico Parente per l’Edizioni ELLEDICI e VELAR e reca il significativo titolo, sintesi della vita e delle opere di Maria Concetta Pantusa, definita “Una madre di famiglia, testimone del Vangelo”. Si tratta di una rilettura della vita di questa mamma di famiglia alla luce dei nuovi documenti emersi sulla sua straordinaria avventura umana e spirituale, all’esame della Chiesa, che ha avviato a livello diocesano il relativo processo di beatificazione che, al momento, si trova a un buon punto. Il libro verrà presentato nel corso di un Convegno dibattito, organizzato dalla Pia Unione del Volto Santo di Airola, che ha promosso la causa di beatificazione di Maria Concetta Pantusa, e dal Comune di Airola. I lavori verranno introdotti dal Ministro Provinciale dei Frati Minori della Provincia Sannito-Irpina, padre Sabino Iannuzzi. Interverranno il professore Ulderico Parente, docente di Storia Contemporanea all’Università Internazionale di Roma, con una relazione su “Maria Concetta Pantusa nel contesto del suo tempo”; il professore Don Francesco Asti, sacerdote, ordinario di Teologia presso la Pontificia Facoltà dell’Italia Meridionale, di Napoli, con una relazione su “La vita mistica di Maria Concetta Pantusa”. Concluderà i lavori il Vescovo Michele De Rosa. I lavori saranno moderati dal giornalista Luca Maio. A conclusione dei lavori sarà sottoscritta la stipula del Protocollo d’intesa per favorire la conoscenza e la devozione della Serva di Dio tra il Comune di Airola (Bn) rappresentato dal Sindaco, Signor Michele Napoletano e il Comune di Celico (Cs), paese natio della Serva di Dio, rappresentato dal Sindaco, Signor Luigi Corrado. Alla manifestazione parteciperà anche il Sindaco di Polignano a Mare (Ba), Rag. Domenico Vitto, dove la Serva di Dio visse dopo aver contratto matrimonio in Brasile con Vito De Marco nel 1914, dopo la nascita della figlia Maria Carmela, sempre nata in Brasile, e il rientro in Italia nella primavera del 1916.
L’opuscolo è composto di circa 50 pagine, con varie immagini a colori, relativi alla vita della Serva di Dio dalla nascita fino alla morte, avvenuta il 27 marzo 1953, alla ore 15.00, Venerdì di Passione, e la traslazione delle sue spoglie mortali, nell’attuale Casa del Volto Santo di Airola, avvenuta nel 1981. La Serva di Dio era nata a Celico, in provincia di Cosenza il 3 febbraio 1894. Dopo una vita di stenti con il padre molto severo, si trasferì in Brasile per motivo di lavoro, dove conobbe il marito. La causa di Beatificazione fu avviata dal monsignor Michele De Rosa, durante la solenne concelebrazione del 10 febbraio 2007 nella Chiesa della SS.Annunziata di Airola, alla presenza della figlia Maria Carmela, monaca clarissa, morta il 12 luglio 2008.

Itri (Lt). Novena del Santo Natale, di prima mattina, al Convento dei Passionisti

DSC09415E’ iniziata ieri 16 dicembre nel Convento dei Passionisti di Itri la novena predicata in preparazione al santo Natale 2013. I fedeli, un buon gruppo, come per antica tradizione si recano a messa al mattino, alle ore 7,30 e a conclusione della quale, padre Cherubino De Feo fa le preghiere di rito previsto per la novena. Il testo utilizzato dal sacerdote è quello scritto da padre Antonio Rungi, passionista della comunità del Santuario della Civita e che è pubblicato on-line da vari siti cattolici. La novena è improntata sui vari titoli biblici attribuiti a Gesù Cristo: Figlio di Davide, Figlio di Dio, Messia, Salvatore, Redentore, Figlio di Maria, l’Emmanuele, Figlio dell’uomo, Gesù Bambino. Il Convento dei Passionisti da circa 500 anni, prima con i cappuccini, e da 70 anni con i passionisti costituisce un punto di riferimento spirituale importante per la città di Itri e per il territorio. I religiosi passionisti della comunità della Civita che stanno curando la struttura conventuale cittadina, stanno organizzando per il Santo Natale 2013 le varie celebrazioni per dare degno risalto all’annuale festa del Redentore. Predisposto il bellissimo presepe artistico nella cappella di San Paolo della Croce è meta d visitatori non solo durante le messe feriali e festive ma anche durante il giorno. Per domenica 22 le messe previste del mattino alle ore 8.00 e della sera alle ore 17.00. Tutti i giorni al mattino alle 7,30 messa e novena del Natale fino al 24 mattino. Al 24 notte la messa di mezzanotte per attendere e celebrare nella preghiera la nascita di Gesù. L’orario d’inizio della celebrazione è alle ore 23,30. Per Natale poi le messe festive delle ore 8.00 e delle ore 17.00. Intanto già si respira l’aria del Natale spirituale che la comunità passionista presente ad Itri tra la Civita e il convento cittadino intende vivere insieme ai fedeli che frequentano il convento per partecipare alla messa e alle varie funzioni religiosi. La popolazione è in costante aumento quella che da alcuni mesi sta frequentando il convento, anche per l’accessibilità della struttura religiosa da ogni parte della città e del territorio e per la comodità degli orari delle celebrazioni. Tutto sommato i passionisti continuano a svolgere il loro servizio spirituale e pastorale alla città, prima di tutto e più pienamente ed intensamente al Santuario e in aggiunta anche al convento di Itri, dove sono assicurate le celebrazioni più importanti e partecipate, come il Natale, il Capodanno, l’Epifania e tutte le domeniche e feste comandate.

CONFERENZA SU FEDE E RAGIONE DI P.ANTONIO RUNGI AL LICEO DI MONDRAGONE

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DOMANI DALLE 10,15 ALLE 12,15 NELL’AMBITO DELLA SETTIMANA DELLO STUDENTE IN SVOLGIMENTO AL LICEO SCIENTIFICO STATALE DI MONDRAGONE (CASERTA) PADRE ANTONIO RUNGI, DOCENTE DI FILOSOFIA NELLO STESSO LICEO E GIA’ DOCENTE DI TEOLOGIA MORALE NEI MAGISTERI DI SCIENZE RELIGIOSE E NEGLI ISTITUTI DI SCIENZE RELIGIOSE TERRA’ UNA CONFERENZA SU FEDE E RAGIONE. VI PARTECIPANO GLI STUDENTI DEL TRIENNIO, I DOCENTI E QUANTI SONO INTERESSATI ALL’ARGOMENTO. LA FILOSOFIA SI STUDIA INFATTI NEL TRIENNIO E LE SCIENZE IN TUTTO IL QUINQUIENNIO, SOPRATTUTTO NELL’INDIRIZZO SCIENTIFICO, CHE E’ QUELLO PREDOMINANTE NEL LICEO GALILEO GALILEI DI MONDRAGONE.

PER QUANTO RIGUARDA, INVECE, LA PARTECIPAZIONE ALLE LEZIONE DI RELIGIONE CATTOLICA, QUASI TUTTI GLI STUDENTI HANNO OPTATO PER LA FREQUENZA. NEL LICEO, CON TRE SEDI DUE A MONDRAGONE ED UNA A CANCELLO ARNONE SONO ISCRITTI E FREQUENTANTI OLTRE 800 STUDENTI DI VARI COMUNI DELLA FASCIA LITORANEA DOMIZIANA E DELL’ENTROTERRA. UNA PLATEA SCOLASTICA DI AMPIO RESPIRO CON LA PRESENZA DI CULTURE DIVERSE SUL TERRITORIO DI COMPETENZA DEL LICEO SCIENTIFICO DI MONDRAGONE.

DOMANI, 17 DICEMBRE 2013 SI DISCUTERA’ I FEDE E RAGIONE E FEDE E SCIENZE ANCHE ALLA LUCE DEL MAGISTERO DEI TRE ULTIMI PONTEFICI: GIOVANNI PAOLO II, BENEDETTO XVI E PAPA FRANCESCO. LA VOCE DELLA SCIENZA E DEL PENSIERO LAICO  E’ ASSICURATA IN VIDEO DALLA ASTROFISICA MARGHERITA HACK E DA ANTONINO ZICHICHI E DA ALTRI STUDIOSI.

UN COLLAGE DI VIDEO SONO STATI APPRONTATI DAL CONFERENZIERE PER SUPPORTRE LA RELAZIONE INIZIALE E ARRIVARE AL DIBATTITO FINALE CON ULTERIORI ELEMENTI CONTENUTISTICI ANCHE VISIVI.

Mostra dei presepi al Liceo Galilei di Mondragone

La mostra dei presepi al nostro Liceo di Mondragone. Con una cerimonia molto semplice, ma partecipata è stata inaugurata questa mattina, sabato 14 dicembre 2013, la Mostra dei presepi al Liceo Scientifico Statale “G.Galilei” di Mondragone. Il taglio del nastro all’ingresso della palestra coperta del liceo, dove è stata allestita la mostra è toccato all’alunna anagraficamente più piccola (Federica), presenti in quel momento, e con la preghiera guidata da padre Antonio Rungi, docente di filosofia e scienze umane nello stesso liceo. Lo stesso padre Rungi, dopo la preghiera recitata con tutti gli alunni e i docenti presenti, tenendosi per mano, ha impartito  benedizione impartita alle persone e alla stessa attività. Subito dopo è iniziata la visita che ha fatto registrare una consistente e frequente partecipazione degli studenti, dei docenti e del personale Ata. La mostra resterà aperta fino a lunedì 16 dicembre contestualmente al un altro significativo appuntamento nel liceo che è l’Open Day. Al termine della rassegna sarà un’apposita commissione di esperti a valutare i circa 40 presepi esposti al pubblico, molto interessanti, belli e significativi sotto vari aspetti. Lo sforzo di portare al termine questa attività didattica è stato in primo luogo fatto dalla professoressa di Religione Cattolica. Rita Tramonti, con l’aiuto di altri docenti dell’Istituto, molto attento agli aspetti religioso, soprattutto da quando è guidato dal professore Giorgio Bovenzi, attuale dirigente scolastico dello storico liceo mondragonese, con circa 1.000 studenti. La rassegna dei presepi in questa struttura è alla sesta edizione e di anno in anno si fa confermando come tra le più interessanti a livello territoriale, anche per la buona fattura dei presepi realizzati o da singoli studenti, o da gruppi di studenti o da un’intera classe. Gli studenti e le persone che visiteranno la mostra potranno esprimere il loro giudizio di valutazione e di gradimento, votando il presepe più bello, quello del voto popolare. In realtà a scegliere il presepe più bello di quest’anno sarà la giuria di esperti che dovrà pronunciarsi lunedì stesso alla chiusura della mostra, dopo aver attentamente valutato tutti i presepi presentati. Nel contesto della mostra è in fase di svolgimento anche il Natale solidale. Gli studenti liceali e quanti dando l’offerta per prendere una stella di Natale o altri oggetti messi in vendita contribuiranno ad opere di benedicenze per aiutare persone o istituzioni operanti sul territorio e che vivono in situazione di grave necessità. “Dall’arte alla solidarietà è un solo grande progetto per vivere il Natale nell’ottica di quel messaggio di pace, amore e gioia che questa annuale ricorrenza religiosa della fede cattolica pone davanti a noi e ci chiede una personale e generale risposta di adesione”, ha dichiarato padre Antonio Rungi, uno dei sostenitori della rassegna annuale dei presepi e che incoraggio professori e studenti per portare a termine questa iniziativa, nonostante le difficoltà oggettive e reali per fare di più e meglio, soprattutto di questi tempi.

Il Commento di padre Antonio Rungi per la III Domenica di Avvento- 15 dicembre 2013

Terza domenica di Avvento – Anno A – Domenica 15 dicembre 2013

La gioia è un diritto e dovere di ogni cristiano 

Commento alla parola di Dio di Padre Antonio Rungi, passionista

La terza domenica di Avvento è la domenica della gioia. Per la verità tutte le domeniche, tutti i giorni, tutti gli attimi della nostra vita sono motivo di gioia e danno gioia. Si tratta di comprendere il vero significato e senso della gioia cristiana, che questa domenica ci vuole trasmettere per tre motivi principali: la vicinanza del Santo Natale, la parola di Dio incentrata su questo tema e l’insegnamento della Chiesa che indirizza il nostro modo di pensare ed agire da cristiani nell’ottica della gioia. Papa Francesco con la sua recente esortazione apostolica “Evangelii gaudium” ci spinge a pensare ed operare nella prospettiva della gioia che viene da Cristo, uno salvatore del mondo. Sant’Agostino scriveva che per il cristiano la gioia è un dovere, da parte sua Santa Teresa d’Avila, ribadiva che il Signore ama i cuori gioiosi, le anime sempre sorridenti. E san Giovanni della Croce, sosteneva con forza che la gioia è il sole dell’anima: essa illumina colui che la possiede e riscalda tutti quelli che ne ricevano i raggi. I santi di ogni tempo e dei nostri tempi, proprio perché immersi nella gioia di Cristo hanno potuto ribadire la necessità di vivere nella gioia, con gioia e per la gioia. Da qui anche il magistero recente di Papa Francesco che ha voluto sottolineare l’importanza della gioia nella vita di ogni cristiano. Nella prima lettura della liturgia odierna, da profeta Isaia, è messo in risalto questo tema, guardando speranza alla venuta dell’atteso messia e salvatore del popolo di Israele e indirettamente di tutta l’umanità. Israele è infatti il centro della religiosi di un Dio, che si è rivelato ed ha comunità, tramite Mosè, la sua salvezza, quella che tocca le profondità dell’essere stesso dell’uomo e della storia:  “Si rallegrino il deserto e la terra arida,  esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca;  sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio, non temete!  Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina.  Egli viene a salvarvi». Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto. Ci sarà un sentiero e una strada  e la chiameranno via santa. Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore  e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto”.

Non sono pie esortazioni queste affermazioni del Profeta, né un decalogo temporaneo per sperimentare la gioia di un Natale, ma sono fondamentali atteggiamenti di vita che ogni cristiano deve assumere, sempre, per avere fede in Dio e viverla con coerenza, coraggio e capacità di rinnovarsi, anche davanti ai drammi più pesanti della vita personale e sociale. La gioia del Natale che vogliamo sperimentare alla luce di questo messaggio è questa capacità di guardare all’immediato futuro con speranza e fiducia nel Signore.San Tommaso d’Aquino scriveva che “chi vuole essere migliore, deve possedere la gioia spirituale”.

Sullo stretto rapporto tra gioia e speranza è incentrato il secondo brano della liturgia della parola di questa terza domenica di avvento, tratto dalla lettera di san Giacomo apostolo, nella quale ci invita alla positività e dalla costruttività in tutto, prendendo a modello il lavoro dell’agricoltore:  “Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina. Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore”. La gioia cristiana è costanza nella fatica, nel rigenerarsi spiritualmente, dando spazio ad una vita interiore ed umana sempre più qualificata ed elevata, nel saperci accettare o sopportare, coscienti più che mai che abbiamo limiti e nessuno è esente da peccato. Il cristiano che si guarda sinceramente dentro, sa dove deve operare per migliorare se stesso e far migliorare gli altri. Scriveva il Beato Giovanni XXIII, prossimo Santo: “Cercate la gioia, portando dappertutto una nota di sincerità, di rettitudine, evitando ciò che è bugia e infingimento, perché dalla propria vita zampilli un fiotto continuo di acqua viva, che sale fino alla vita eterna”.

Chi può darci il sapore e la consistenza di una gioia vera? Per un credente è fuori di ogni dubbio e legittima messa in discussione: E’ Cristo, il Messia. Ce lo ricorda con chiarezza il testo del Vangelo di oggi. Di fronte alla spasmodica attesa di Israele del Salvatore, Giovanni, il precursore, si fa portavoce delle istanze della comunità dei credenti, “per mezzo dei suoi discepoli mandò a dire a Gesù: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».

Ecco i contenuti essenziali del Vangelo della gioia che siamo chiamati ad annunciare e testimoniare noi cristiani del XXI secolo, quello stesso che ha  proclamato Gesù e Giovanni il Battista, e che Papa Francesco mette sotto i nostri sguardi con le prime parole della sua recente esortazione apostolica: “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”.

Fratelli carissimi, il Natale 2013 sia un Natale in cui davvero incontriamo Cristo nella sua parola, nei suoi sacramenti, nella sua Chiesa e soprattutto nella sua carità senza limiti.  Con Gesù Cristo nel nostro cuore, sperimenteremo, nonostante le sofferenze e le prove della vita, la vera gioia che viene da Dio.

 

 

 

 

Decalogo natalizio del 2013

DSC09415ITRI (LT). PADRE RUNGI UN DECALOGO DELLA BONTA’ IN OCCASIONE DEL NATALE 2013

In occasione del Natale 2013, padre Antonio Rungi, passionista, ha elaborato uno speciale “decalogo” per aiutare a vivere positivamente questi giorni particolarmente cari ad ogni cristiano ed uomo di buona volontà. “Dieci suggerimenti –precisa padre Rungi- che vogliono toccare la mente ed il cuore di quanti si accingono a vivere questo Natale non senza difficoltà e problemi di ogni genere, specialmente economici e sociali. Certo non si può essere buoni solo per un giorno, è necessario –sottolinea padre Rungi- che la bontà investa tutti i giorni della nostra esistenza per capire e vivere il vero significato del Mistero del Verbo Incarnato”. La bontà e la generosità arriva il più delle volte dalle persone più in difficoltà e povere. Prendiamo ad esempio Papa Francesco che ci sollecita continuamente a fare il bene e a mettersi dalla parte dei più poveri. Ecco il decalogo natalizio scritto da padre Rungi.

1. Dona un sorriso ad ogni bambino, che incontrerai sulla tua via. Il vero volto del Natale lo trovi impresso nei tanti volti dei bambini di ogni razza, popolo, cultura e religione.
2. Porta gioia a chi soffre in questo giorno ed attende da te una parola di conforto. Non far passare invano questo tempo per vivere la solidarietà e l’accoglienza.
3. Abbi cura di quanti sono soli e abbandonati a se stessi e non dimenticarli più per i giorni futuri, ma seguili con particolare premura.
4. Pensa in modo speciale agli ammalati e agli anziani, che soffrono maggiormente in questo periodo di feste. Una tua attenzione ed una tua parola riempirà di gioia il loro cuore.
5. Fermati a pregare davanti al Presepe e medita seriamente sulla tua vita passata, presente e sul futuro della tua esistenza. Non essere eccessivamente tollerante con te e giudice severo con tutti gli altri.
6. Riconciliati con le persone con le quali non sei in pace né ti relazioni per motivi banali o per interessi vari. Fa un vero Natale in pace con la società.
7. Vivi con serenità questi giorni santi, soprattutto in famiglia e tra i tuoi cari, senza lamentarti per le cose che non hai o non vanno.
8. Fai un gesto di coraggio: lascia tutto ciò che non conta per la vera felicità del cuore. Donati agli altri con un amore grande e senza calcoli.
9. Presenta il volto più vero del Natale a quanti dovranno ancora comprendere il senso vero di questa straordinaria ed unica festa, che ci coinvolge totalmente.
10. Ascolta l’armonia del Natale e lasciati prendere dalla sua fantasia. Sicuramente ne uscirai trasformato in quei valori che danno luce alla mente e calore al tuo piccolo o grande cuore di essere umano, salvato dall’amore del Redentore.

Novena del Santo Natale – Anno 2013

NOVENA DEL SANTO NATALE  ANNO 2013

TESTO DI PREGHIERA

A CURA DI PADRE ANTONIO RUNGI, PASSIONISTA

 

In occasione del Natale 2013, vi presento questo sussidio di preghiera, da me elaborato, per aiutarvi nel prepararvi alla Solennità dell’annuale festa del Redentore. Si tratta di un lavoro di particolare utilità spirituale per quanti, in parrocchia, a casa, nei monasteri, nelle case religiose, di gruppi di preghiera, vorranno prendere a cuore un’adeguata preparazione immediata al santo Natale di quest’anno. Tanti i titoli riferiti a Gesù ed attribuiti a Lui nella Sacra scrittura, che opportunamente vi riporto al fine di una vostra personale scelta del cammino di fede e di preparazione che volete fare per questo Natale. Da essi ho estrapolato alcuni che sono poi il mio schema per la novena del Natale 2013. I vari nomi e titoli di Gesù usati nella Bibbia rivelano, infatti, qualcosa di Lui (sulla sua Divinità, la sua Umanità, il suo carattere, la sua vita terrena, la grandezza della sua gloria e potenza dopo la sua resurrezione, la sua opera in cielo e in mezzo alla Chiesa dopo la sua ascensione in cielo, ecc). Vediamoli, tenendo a mente che Gesù deriva dall’ebraico Joshua” (Y’shua), che significa Yahweh salva’ 

Lo schema che vi propongo è il seguente:

16 Dicembre 2013: Gesù, Figlio Davide.

17 Dicembre 2013: Gesù, il Messia.

18 Dicembre 2013: Gesù, Figlio di Dio

19 Dicembre 2013: Gesù, Verbo Incarnato.

20 Dicembre 2013: Gesù, Il Redentore.

21 Dicembre 2013: Gesù, il Salvatore.

22.Dicembre 2013: Gesù, Figlio di Giuseppe e Maria

23 Dicembre 2013: Gesù, l’Emmanuele, Dio con noi

24 Dicembre 2013: Gesù Bambino

 

1.Gesù Figlio di Davide

Dal vangelo secondo Matteo  21,1-11

Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito”». Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma». I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!». Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea». 

Riflessione

Gesù Cristo è chiamato ‘Figlio di Davide’ perché secondo la carne egli è disceso dalla casa e famiglia di Davide re d’Israele. Il padre putativo di Gesù infatti, cioè Giuseppe “era della casa e famiglia di Davide” (Luca 2,4). Se si legge la genealogia di Gesù Cristo così come l’ha trascritta Matteo nel Vangelo si può chiaramente vedere che Gesù Cristo discende secondo la carne da Davide (cfr Matt. 1,1-17); Paolo nella sua Lettera ai Romani definisce il Figlio di Dio “nato dalla stirpe di Davide secondo la carne” (Rom. 1,3). Gesù stesso quando apparve a Giovanni sull’isola di Patmos gli disse di essere “la radice della stirpe di Davide” (Apoc. 22,16). Di lui viene detto che è “il Germoglio di Davide” (Apoc. 5,5). Che il Messia doveva discendere dalla casa di Davide era stato predetto dai profeti. Isaia disse: “1 Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. 2Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore” (Is. 11,1-2); Geremia disse: “[5]«Ecco, verranno giorni – dice il Signore –  nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto,  che regnerà da vero re e sarà saggio  ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra. [6]Nei suoi giorni Giuda sarà salvato  e Israele starà sicuro nella sua dimora;  questo sarà il nome con cui lo chiameranno: Signore-nostra-giustizia”(Ger. 23,5-6) e Ezechiele disse: “Susciterò per loro un pastore che le pascerà, Davide mio servo. Egli le condurrà al pascolo, sarà il loro pastore; io, il Signore, sarò il loro Dio e Davide mio servo sarà principe in mezzo a loro: io, il Signore, ho parlato. “(Ez. 34,23-24).  Ma Gesù oltre a discendere dalla casa di Davide nacque nella stessa città dove nacque Davide, cioè Betlemme. L’angelo che apparve ai pastori nella contrada di Betlemme disse loro: “Oggi, nella città di Davide, v’è nato un salvatore, che è Cristo Signore” (Luca 2,11); questo avvenne affinché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta Michea: “Così dice il Signore: «E tu, Betlemme di Èfrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me  colui che deve essere il dominatore in Israele;  le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti.” (Mic. 5,1).

 

TRE GLORIA AL PADRE

 

Preghiera

Gesù, Figlio di Davide,

che viene in mezzo a noi

nel segno della pace e della riconciliazione

guida il cammino dell’umanità

verso i pascoli eterni della serenità.

Tu pastore d’Israele,

non permettere che nulla nel mondo

possa ostacolare la fede in chi crede in Te,

principe della pace,

benedetto nei secoli,

atteso dall’umanità.

Nella nostra vita di tutti i giorni,

possa la luce della tua regalità,

portare verità, santità e fraternità

in tutto il genere umano,

per il quale sei nato nel grembo verginale

di Maria tua e Madre ed hai offerto la tua

vita sulla croce, re di pace e di perdono.

(Padre Antonio Rungi)

 

 

2.Gesù Messia

 

Dal Vangelo secondo Giovanni 1,19-28

Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: “Chi sei tu?”. Egli confessò e non negò, e confessò: “Io non sono il Cristo”. Allora gli chiesero: “Che cosa dunque? Sei Elia?” Rispose: “Non lo sono”. “Sei tu il profeta?” Rispose: “No”. Gli dissero dunque; “Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?” Rispose: “Io sono ‘‘voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore’’, come disse il profeta Isaia”. Essi erano stati mandati da parte dei farisei. Lo interrogarono e gli dissero: “Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?” Giovanni rispose loro: “Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, uno che viene dopo di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio del sandalo”. Questo avvenne in Betania, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

 

 Riflessione

Il brano vangelo  parla della testimonianza di Giovanni Battista. I giudei mandarono “sacerdoti e leviti” ad interrogarlo. Allo stesso modo, alcuni anni dopo, manderanno persone a controllare l’attività di Gesù (Mc 3,22). C’è una somiglianza molto grande tra le risposte della gente nei riguardi di Gesù e le domande che le autorità rivolgono a Giovanni. Gesù chiede ai discepoli: “Chi dice la gente che io sono?” Loro rispondono: “Elia, Giovanni Battista, Geremia, uno dei profeti” (cf. Mc 8,27-28). Le autorità rivolgono le stesse domande a Gesù: “Sei tu il Messia, o Elia, il profeta?” Giovanni risponde citando il profeta Isaia: “Io sono una voce che grida nel deserto: preparate il cammino al Signore”. Gli altri tre vangeli contengono la stessa affermazione nei riguardi di Giovanni: lui non è il Messia, ma è venuto a preparare la venuta del messia (cf. Mc 1,3; Mt 3,3; Lc 3,4). Tutti e quattro i vangeli prestano molta attenzione all’attività ed alla testimonianza di Giovanni Battista. Qual’è il motivo di questa insistenza da parte loro nel dire che Giovanni non è il Messia?

Giovanni Battista fu messo a morte da Erode attorno all’anno 30. Ma fino alla fine del primo secolo, epoca in cui fu scritto il Quarto Vangelo, Giovanni continuava ad essere considerato un leader tra i giudei. Ed anche dopo la sua morte, il ricordo di Giovanni continuava ad esercitare un forte influsso nel vissuto della fede della gente. Era considerato un profeta (Mc 11,32). Era il primo grande profeta che apparve dopo secoli di assenza dei profeti. Molti lo consideravano il Messia. Quando negli anni 50, Paolo passò per Efeso, in Asia Minore, incontrò un gruppo di persone che erano state battezzate con il battesimo di Giovanni (cf. At 19,1-4). Per questo, era importante divulgare la testimonianza dello stesso Giovanni Battista, dicendo che non era il Messia ed indicare invece Gesù come il Messia. E così, Giovanni stesso contribuisce ad irradiare meglio la Buona Notizia di Gesù.

“Come mai tu battezzi se non sei né il Messia, né Elia, né il profeta? La risposta di Giovanni è un’altra affermazione con la quale indica che Gesù è il Messia: “Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, uno che viene dopo di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio del sandalo”. E un poco più avanti (Gv 1,33), Giovanni fa allusione alle profezie che annunciavano l’effusione dello Spirito per i tempi messianici: “Colui sul quale vedrete scendere lo Spirito e posarsi su di lui, costui battezza con lo Spirito Santo” (cf. Is 11,1-9; Ez 36,25-27; Gioele 3,1-2).

Messia (o Cristòs, traduzione greca da un originale aramaico che significa “consacrato” o “scelto”) è il titolo cristologico più frequentemente riscontrato nei testi del Nuovo Testamento per un totale di 535 volte. È il titolo attribuito dai suoi discepoli a Gesù che, dopo l’evento della risurrezione, formò il contenuto di fede e il kerygma delle primitive comunità cristiane. L’appellativo Cristòs e la figura di Messia da attribuire a Gesù sono particolarmente difficili da discutere, dal momento che Gesù non si è mai descritto direttamente come Messia, nel senso regale davidico; nè c’è, d’altro canto, alcuna prova che egli abbia rifiutato questo titolo. Quando Pietro riconobbe Gesù come Messia (Mc 8,29; Lc 9,20; Mt 16,16-19) Gesù reagì con grande prudenza e riservatezza: corregge il titolo con il riferimento al “Figlio dell’Uomo”, e dà ordine ai suoi discepoli di non parlare di questo a nessuno. Paradossalmente sarà la morte in croce, e la sua rivelazione come Signore risorto, a consentire di rileggere la sua figura messianica e la sua vera identità, collocando Gesù nel ruolo escatologico di colui che realizza definitivamente il progetto divino della salvezza nella storia umana.

 

TRE GLORIA AL PADRE

 

Preghiera

 Vieni di notte,

 ma nel nostro cuore è sempre notte:

 e dunque vieni sempre, Signore.

 Vieni in silenzio,

 noi non sappiamo più cosa dirci:

 e dunque vieni sempre, Signore.

 Vieni in solitudine,

 ma ognuno di noi è sempre più solo:

 e dunque vieni sempre, Signore.

 Vieni, Figlio della pace,

 noi ignoriamo cosa sia la pace:

 e dunque vieni sempre, Signore.

 Vieni a liberarci,

 noi siamo sempre più schiavi:

 E dunque vieni sempre, Signore.

 Vieni a consolarci,

 noi siamo sempre più tristi:

 e dunque vieni sempre, Signore.

 Vieni a cercarci,

 noi siamo sempre più perduti,:

 e dunque vieni sempre, Signore.

 Vieni, tu che ci ami:

 nessuno è in comunione col fratello

 se prima non è con te, o Signore.

 Noi siamo tutti lontani, smarriti,

 né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo.

 Vieni, Signore. Vieni sempre, Signore.

(Padre David Maria Turoldo)

 

3. Gesù Figlio di Dio

 

Dal Vangelo di Matteo 4,3-6

E il tentatore, avvicinatosi, gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani». Ma egli rispose: Sta scritto: “Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio”. Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio, 6 e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto: “Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo, ed essi ti porteranno sulle loro mani, perché tu non urti con il piede contro una pietra».

 

Riflessione

Figlio di Dio, è un titolo che può essere associato a quello di Cristo e di Messia ma che nella tradizione evangelica non si trova mai esplicitamente in bocca a Gesù. La tradizione sinottica riferisce questo titolo a Gesù solo in contesti solenni, teofanici (battesimo, trasfigurazione), ma anche nelle tentazioni nel deserto, sulla croce. Nel quarto vangelo di Giovanni si trova menzionato dieci volte. Anche per questo titolo si deve dire che è stata l’esperienza relativa alla Risurrezione di Gesù a farlo riscoprire nella sua valenza cristologica, a conferma che la cristologia neotestamentaria pone nel mistero pasquale il suo criterio di verità: la rivelazione definitiva di Gesù Cristo in Dio Padre.

 

TRE GLORIA AL PADRE

 

Preghiera

 Asciuga, Bambino Gesù,  le lacrime dei fanciulli!

 accarezza il malato e l’anziano!

 Spingi gli uomini a deporre le armi

 e a stringersi in un

 universale abbraccio di pace!

 Invita i popoli, misericordioso Gesù,

 ad abbattere i muri creati

 dalla miseria e dalla disoccupazione,

 dall’ignoranza e dall’indifferenza,

 dalla discriminazione e dall’intolleranza.

 Sei Tu, Divino Bambino di Betlemme,

 che ci salvi liberandoci dal peccato.

 Sei Tu il vero e unico Salvatore,

 che l’umanità spesso cerca a tentoni.

 Dio della Pace, dono di pace all’intera umanità,

 vieni a vivere nel cuore di ogni uomo

 e di ogni famiglia.

 Sii Tu la nostra pace e la nostra gioia! Amen.

(Papa Giovanni Paolo II)

 

4. Gesù, Verbo Incarnato

DAL VANGELO DI GIOVANNI – CAP.1, 1ss

In principio era il Verbo,  il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre,  ma le tenebre non l’hanno accolta. ..Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente,  ma i suoi non l’hanno accolto. A quanti però l’hanno accolto,  ha dato potere di diventare figli di Dio:  a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue,  né da volere di carne,  né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne  e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria,  gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità…Dio nessuno l’ha mai visto:  proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.

 

Riflessione

Con il Credo niceno-costantinopolitano rispondiamo confessando: « Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo ». Il Verbo si è fatto carne per salvarci riconciliandoci con Dio: è Dio « che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati » (1 Gv 4,10). « Il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo » (1 Gv 4,14). « Egli è apparso per togliere i peccati» (1 Gv 3,5). Il Verbo si è fatto carne perché noi così conoscessimo l’amore di Dio: « In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo perché noi avessimo la vita per lui » (1 Gv 4,9). « Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna » (Gv 3,16). Il Verbo si è fatto carne per essere nostro modello di santità: « Prendete il mio giogo su di voi e imparate da me… » (Mt 11,29). « Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me » (Gv 14,6). E il Padre, sul monte della trasfigurazione, comanda: «Ascoltatelo » (Mc 9,7).81 In realtà, egli è il modello delle beatitudini e la norma della Legge nuova: « Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati» (Gv 15,12). Questo amore implica l’effettiva offerta di se stessi alla sua sequela.

Il Verbo si è fatto carne perché diventassimo « partecipi della natura divina » (2 Pt 1,4): « Infatti, questo è il motivo per cui il Verbo si è fatto uomo, e il Figlio di Dio, Figlio dell’uomo: perché l’uomo, entrando in comunione con il Verbo e ricevendo così la filiazione divina, diventasse figlio di Dio ».

«Infatti il Figlio di Dio si è fatto uomo per farci Dio». L’unigenito […] Figlio di Dio, volendo che noi fossimo partecipi della sua divinità, assunse la nostra natura, affinché, fatto uomo, facesse gli uomini dei».

Riprendendo l’espressione di san Giovanni (« Il Verbo si fece carne »: Gv 1,14), la Chiesa chiama « incarnazione » il fatto che il Figlio di Dio abbia assunto una natura umana per realizzare in essa la nostra salvezza.

 

TRE GLORIA AL PADRE

 

Preghiera

Verbo Incarnato, che nuovamente

 condividi con noi il tuo Natale

 insegnaci a condividere con gli altri

 i nostri progetti di pace e solidarietà.

Tu che nella Grotta di Betlemme

 hai proposto agli uomini di ogni tempo

 un itinerario di amore e riconciliazione

 illumina l’umanità di oggi a ritrovare

 la strada che porta ad incontrare l’altro

 nel dialogo, nell’amore e nel rispetto profondo.

Piccolo grande Dio, che nell’umiltà più sentita

 hai indicato in Te la via maestra che porta alla verità

 aiutaci ad eliminare da questa terra l’orgoglio,

 la falsità e la menzogna, cause dirette

 del male del mondo moderno.

Tu che leggi nel profondo di ogni cuore

 trasforma i nostri personali risentimenti

 in atteggiamenti e comportamenti fraterni,

 gli unici che danno gioia vera e

 trasformano il Natale in festa vera.

Messia atteso da secoli

 e giunto nella pienezza dei tempi

 guida l’umanità del terzo millennio

 verso mete di giustizia più certe

 per ogni uomo di questa Terra.

Tu che tutto sai e puoi

 conosci le attese di ciascuno di noi

 anche per questo annuale anniversario della tua venuta tra noi

 fa nascere nel cuore di tutti gli uomini della terra

 un solo raggio della tua infinita carità

 e della tua bontà illimitata.

Non permettere, Gesù, Figlio dell’Uomo,

 che nessun bambino, giovane, adulto ed anziano

 del Pianeta Terra continui a soffrire a causa

 della cattiveria che si annida nel cuore di tanta gente.

Fa di tanti cuori segnati dall’odio e dalla morte

 cuori capaci di amare e di perdonare

 come tu hai perdonato alla Maddalena,

 ai tuoi crocifissori ed al buon ladrone

 morto in croce accanto a Te sul Golgota.

Dalla capanna di Betlemme

 anche quest’anno si irradi in tutto il mondo

 la luce del tuo Natale, che è sempre

 motivo di speranza e di pace per l’intera umanità. Amen

(Padre Antonio Rungi)

 

5.Gesù Redentore

 

Dal Vangelo secondo Luca – Cap.2, 33-35

Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima».

 

Riflessione

Gesù Cristo è il mediatore e il redentore universale: «Il Verbo di Dio, per mezzo del quale tutto è stato creato, è diventato egli stesso carne, per operare, lui, l’uomo perfetto, la salvezza di tutti e la ricapitolazione universale. Il Signore […] è colui che il Padre ha risuscitato da morte, ha esaltato e collocato alla sua destra, costituendolo giudice dei vivi e dei morti». Questa mediazione salvifica implica anche l’unicità del sacrificio redentore di Cristo, sommo ed eterno Sacerdote (cf. Eb 6,20; 9,11; 10,12-14).  Nel Nuovo Testamento il mistero di Gesù, Verbo incarnato, costituisce il luogo della presenza dello Spirito Santo e il principio della sua effusione all’umanità non solo nei tempi messianici (cf. At 2,32-36; Gv 7,39; 20,22; 1 Cor 15,45), ma anche in quelli antecedenti alla sua venuta nella storia (cf. 1 Cor 10,4; 1 Pt 1,10-12).

È chiaro, quindi, il legame tra il mistero salvifico del Verbo incarnato e quello dello Spirito, che non fa che attuare l’influsso salvifico del Figlio fatto uomo nella vita di tutti gli uomini, chiamati da Dio ad un’unica mèta, sia che abbiano preceduto storicamente il Verbo fatto uomo, sia che vivano dopo la sua venuta nella storia: di tutti loro è animatore lo Spirito del Padre, che il Figlio dell’uomo dona liberalmente (cf. Gv 3,34). In conclusione, l’azione dello Spirito non si pone al di fuori o accanto a quella di Cristo. Si tratta di una sola economia salvifica di Dio Uno e Trino, realizzata nel mistero dell’incarnazione, morte e risurrezione del Figlio di Dio, attuata con la cooperazione dello Spirito Santo ed estesa nella sua portata salvifica all’intera umanità e all’universo: «Gli uomini non possono entrare in comunione con Dio se non per mezzo di Cristo, sotto l’azione dello Spirito».

 

TRE GLORIA AL PADRE

 

Preghiera

Signore Gesù, siamo qui raccolti davanti a te:

il successore del tuo apostolo Pietro e la Chiesa

che tu hai raccolto in questa città di Venezia.

 Tu sei il Figlio di Dio fatto uomo,

da noi crocifisso e dal Padre risuscitato.

Tu, il vivente, realmente presente in mezzo a noi.

Tu, la via, la verità e la vita.

Mondragone (Ce). Il Liceo scientifico allestisce speciale mostra dei presepi natalizi

mostrapresepi1MONDRAGONE (CE). Il Liceo Scientifico Galilei allestisce VI Edizione della Mostra dei Presepi.

Il Liceo Scientifico Statale Galileo Galilei di Mondragone (Ce), con circa 1000 studenti, in occasione del Natale 2013 ha allestito una mostra di presepi, nella sede centrale della struttura dell’Istituto, sita in Via Pitagora. Si tratta della VI Edizione della mostra “Con i pastori… verso Betlemme” ed è un progetto di attività didattica e cultura, promossa dalla docente di Religione Cattolica, Rita Tramonti, con la collaborazione di altri docenti dell’Istituto. La mostra sarà aperta agli studenti e al pubblico nei giorni 14-15-16 dicembre. Il pubblico potrà visionare la vasta gamma di presepi realizzati dalle singole classi o da gruppi di studenti il sabato 14 dicembre 2013, dalle ore 15,30 alle 18,30, mentre domenica 15 dicembre l’accesso al pubblico è consentito dalle ore 9.00 alle ore 12.00. La mostra è una dei più qualificate della provincia di Caserta e si sta imponendo progressivamente a livello nazionale. Saranno, infatti, circa 60 i presepi in gara, che saranno valutati da un’apposita commissione di esperti in arte, in cultura, comunicazione e teologia. Tutta la manifestazione oltre ad avere avuto il beneplacito del collegio dei docenti, è stata particolarmente sostenuta ed incoraggiata dal Dirigente scolastico, professore Giorgio Bovenzi, sempre aperto ad iniziative finalizzate al coinvolgimento creativo e innovativo degli studenti. E l’arte presepiale è sicuramente quella che maggiormente può sviluppare l’originalità e la creatività. Tanto è vero oltre ad essere premiato il Presepe più bello, saranno adeguatamente presi in considerazione i presepi più originali e creativi e che, data la finalità della rassegna, si atterranno ai criteri di far rivivere il Natale e le Tradizioni natalizie anche con un semplice presepe, fatto di materiale di limitato costo o a costo zero. Gli studenti si stanno concentrando nell’elaborazione della loro mini opera presepiale sui temi portanti di questo periodo: la figura di Papa Francesco, i fatti di cronaca, la politica, le varie questioni sociali e giovanili. Il presepi infatti realizzati dagli studenti avranno di mira di lanciare ai visitatori della mostra un messaggio chiaro e preciso. Originalità, messaggio e valore artistico sono i punti cardini della realizzazione e della valutazione delle varie opere, che farà la commissione tecnica nominata allo scopo. Per far crescere l’interesse verso tale iniziativa sarà a disposizione del grande pubblico, quello virtuale, un profilo su Facebook, su cui si potrà votare direttamente il presepe più bello per gli internauti. Nel contesto, poi, dell’intera manifestazione culturale e artistica, si svolgerà un mercatino della bontà, finalizzato a reperire i fondi necessari per aiutare le persone in difficoltà in questo Natale 2013, che si preannuncia per molti un Natale austero e con grandi sacrifici e rinunce per tutti.

La consulenza teologica della manifestazione è affidata a padre Antonio Rungi, teologo morale, docente di Filosofia e scienze dell’educazione nello stesso Liceo statale di Mondragone, il quale tiene a sottolineare come “gli studenti del liceo, molto attenti alle istanze di carattere religioso hanno fatto proprio l’invito del nuovo Vescovo della Diocesi di Sessa Aurunca, monsignor Orazio Francesco Piazza, di valorizzare tutti i tempi e gli strumenti per recuperare la bellezza e la ricchezza, umana, artistica, culturale, sociale e spirituale del Natale”. A tal fine alcuni docenti e diversi studenti parteciperanno al Presepe vivente, allestito della Parrocchia di San Michele Arcangelo in Mondragone nei giorni successivi al Natale 2013.

Marcianise (Ce). Celebrazione della Virgo Fidelis nella Chiesa dei Pagani

padrerungi-violaSi è svolta il 1 dicembre 2013, nella Chiesa di Santa Maria Assunta dei Pagani in Marcianise, la solenne cerimonia della festa in onore di Maria, Virgo Fidelis, protettrice dell’Arma dei Carabinieri. A presiedere la santa messa è stato padre Antonio Rungi, passionista, assistente spirituale dall’associazione nazionale dei Carabinieri, Sezione Marcianise, guidata dal maresciallo in pensione, Davide Morrone e composta da circa 150 iscritti. La messa iniziata alle ore 11,30 è stata animata dalla corale parrocchiale, diretta dal parroco, don Ciro, sempre molto disponibile a favorire e a sostenere tali iniziative nella comunità parrocchiale, proseguendo l’opera del suo predecessore, don Alfonso, recentemente scomparso. Alla santa messa hanno partecipato moltissimi fedeli della parrocchia, una rappresentanza dei carabinieri di Marcianise, una buona parte dei soci dell’Associazione nazionale dei carabinieri di Marcianise, con le socie benemerite vestite in grande uniforme. Sono state le socie benemerite a proclamare la parola dei Dio della prima domenica di Avvento. Da parte sua padre Antonio Rungi ha tenuto la sua omelia incentrata sui testi biblici della liturgia della prima domenica di avvento, soffermandosi sul vangelo e sulla seconda lettura, mettendo in evidenza la necessità della fedeltà al vangelo e la coerenza di vita cristiana, sull’esempio della Madonna, Vergine fedele a Dio. La messa ha fatto registrare momenti di intensa emozione e soprattutto di grande raccoglimento interiore. Così la processione offertoriale, con il portare all’altare il pane e il vino per la celebrazione eucaristia, i fiori e il cesto delle offerte per le necessità dei poveri della parrocchia. La messa si è conclusa con il ricordo della storia della celebrazione della Madonna Virgo Fidelis, con la preghiera dei Carabiniere, elevata al Signore e alla Madonna dal Maresciallo Morrone e con il canto della Virgo Fidelis eseguito magistralmente dalla corale parrocchiale. Il tutto si è concluso con il rito della benedizione solenne impartita a tutti i presenti da padre Antonio Rungi e con gli auguri di trascorrere le prossime feste in serenità e in pace. Poi il gruppo associativo si è ritrovato in un ristorante di Maddaloni per consumare un pranzo di augurio e di fraternità, in un clima di gioia e relax.

Itri (Lt). L’Unitalsi dell’Arcidiocesi di Gaeta in ritiro spirituale nel convento dei Passionisti

DSC04432Itri (Lt). Unitalsi dell’arcidiocesi di Gaeta in ritiro spirituale nel convento dei passionisti di Itri

In coincidenza con la prima domenica di Avvento, oggi 1 dicembre 2013, l’Unitalsi dell’arcidiocesi di Gaeta, ha tenuto un ritiro spirituale presso il Convento dei Padri Passionisti di Itri. Dalle 9,00 alle 17.00 i 50 componenti del gruppo si sono ritrovati per la preghiera, per la riflessione, le confessioni, la santa messa, il pranzo e poi il santo rosario, sotto la guida dell’assistente spirituale, don Guerino Piccione nella struttura dei padri passionisti. Ad accogliere il gruppo e a porgere il saluto di benvenuto è stato padre Antonio Rungi, religioso della comunità della Civita. Con l’autorizzazione del Superiore-Rettore della Civita, padre Emiddio Petringa, è stato reso possibile questo incontro di preghiera nel convento dei Passionisti, un luogo particolarmente adatto per queste iniziative, trovandosi nel cuore della città di Itri, in un posto tranquillo ed avendo le strutture necessarie per poter accogliere gruppi per ritiri spirituali di una o più giornate. Il ritiro spirituale dell’Unitalsi, che si è svolto domenica 1 dicembre 2013, si colloca all’interno di un cammino di formazione spirituale che l’Unione fa ogni anno a livello locale e nazionale. Questo è il secondo incontro di spiritualità che l’Unitalsi svolge nel Convento dei Passionisti, scelto dall’assistente spirituale, don Guerino Piccione, parroco di Itri, come il luogo adatto ed ideale per ritrovarsi insieme a pregare e progettare il futuro dell’associazione nell’arcidiocesi di Gaeta. Il programma dettagliato e i vari messaggi relativi alla giornata dei ritiro sono stati affissi lungo il corridoio principale del Convento, dove domenica 1 dicembre 2013 l’Unitalsi dell’arcidiocesi di Gaeta ha pregato per se stessa e per quanti sono vicini agli ammalati in Italia e nel mondo. “Siamo particolarmente contenti, noi passionisti della Comunità della Civita -ha detto padre Antonio Rungi – di accogliere periodicamente questo incontro dell’Unitalsi. Chi sta vicino agli ammalati con la dedizione e la generosità delle opere sta ai piedi di Gesù Crocifisso e attua il carisma di san Paolo della Croce, il nostro fondatore, che vedeva nel volto sofferente dei fratelli il volto sofferente di Cristo sulla Croce. Alleviare le sofferenze di quanti sperimentano il dolore nella loro vita, di qualsiasi genere, è servire Cristo ed essere amati particolarmente da Lui”. A fare da compagnia al gruppo dell’Unitalsi, durante la giornata di ritiro è stato anche padre Cherubino De Feo, passionista della comunità della Civita, per lunghi anni parroco nella Chiesa di Santa Maria Maggiore in Itri e da oltre 20 anni uno dei sacerdoti costantemente impegnato al Santuario della Civita.