Archivi Mensili: novembre 2008

P.Rungi. Gli impegni apostolici e umanitari per l’Immacolata e il Natale

DSC06289.JPGIn vista delle Solennità dell’Immacolata e del Santo Natale sono diversi gli impegni apostolici di padre Antonio Rungi, religioso passionista della comunità di Mondragone, che lo vedranno presente in varie parti della Campania. Sabato sera, padre Rungi, 29 novembre, inizia la novena dell’Immacolata a Carinola, alle ore 18.00. Domenica 30 novembre, alle ore 9,30, terrà una Conferenza-Meditazione alle Suore della Diocesi di Sessa Aurunca su “La personalità di San Paolo Apostolo”, presso il Centro di spiritualità “Stella Maris” delle Suore di Gesù Redentore di Mondragone. Nei giorni 6-8 dicembre predicherà il triduo in onore dell’Immacolata a Carinola (Ce). Il giorno 12 dicembre sarà a Frattamaggiore (Na), per la festa del Patrocinio di San Sossio Martire, nella Basilica dedicata al Protettore della città. La celebrazione è prevista per le ore 18.00. Mercoledì 17 dicembre, animerà il Cenacolo di Preghiera a Pagani (Sa) dalle Suore della Carità del Preziosissimo Sangue, dalle ore 16,30 alle 18,30. Giovedì 18 dicembre animerà il Cenacolo di preghiera delle Suore di Gesù Redentore alla Stella Maris di Mondragone, dalle ore 20,00 alle ore 21.00. Agli impegni pastorali seguono quelli scolastici e di promozione umana e sociale. In vista del Natale, padre Rungi, in sintonia con altre istituzioni si è fatto promotore di campagne umanitarie, di difesa dell’ambiente e della lotta contro ogni forma di violenza e mutilazione. In particolare si è fatto promotore della campagna a favore dei bambini poveri del Terzo e Quarto Mondo e contro i botti di Capodanno, che tanta sofferenza provoca tra le gente, soprattutto se bambini e giovani.

Cinquecento zainetti per i bambini di Ketti

DSC06400.JPGUn’iniziativa umanitaria per le feste di Natale è stata lanciata, a conclusione del cenacolo di preghiera mensile, che si svolge alla Stella Maris di Mondragone. A promuovere tale iniziativa, in sintonia con le Suore di Gesù Redentore è padre Antonio Rungi, teologo morale campano, cappellano delle Suore che invita “le persone di buona volontà a fare un piccolo sforzo per Natale 2008 per aiutare i bambini poveri della Nigeria”. L’iniziativa si chiama “Uno zainetto per i bambini di Ketti” ed è stata avviata dalla Congregazione di Gesù Redentore, che a Mondragone hanno una comunità religiosa. Dopo il successo dello scorso anno, durante il quale si è realizzato il sogno di acquistare 200 banchetti per la scuola per i bambini di Ketti, in Nigeria, quest’anno l’offerta di 20 Euro è destinata all’acquisto di 500 zainetti, completo di materiale scolastico. La missione Ketti è a cura della Congregazione di Gesù Redentore, soprattutto della comunità di Bagnoregio, che si è impegnata in prima persona a sostenere questa loro missione in terra d’Africa. Coloro che vogliono dare il loro contributo per tale causa si possono rivolgere direttamente alle comunità delle Suore di Gesù Redentore, che si trovano sul territorio. A Mondragone le Suore si trovano alla Stella Maris, istituto ben noto per aver accolto nel passato moltissimi bambini orfani ed abbandonati. Il contributo per tale finalità può essere ugualmente corrisposto mediante versamento su Conto Corrente Postale N. 11417011, intestato alle Suore di Gesù Redentore – Viale Agosti, 10- 01022 – Bagnoregio (Vt). A tal fine è interessante leggere quanto scrive un bambino di tale missione a tutti i benefattori (si tratta di una lettera originale tradotta in italiano): “Mi chiamo Thomas e vivo a Ketti (Nigeria). A settembre ho incominciato la scuola e sono tanto contento. Alla missione le suore mi hanno dato una divisa scolastica ed ora abbiamo dei banchetti sui quali possiamo scrivere ed anche mangiare…Che gioia quando li abbiamo visti! Il mio sogno sarebbe di avere uno zainetto con qualche libro, alcuni quaderni, una penna, una matita, dei colori… Potresti aiutarmi?”.

Una richiesta semplice ed essenziale che non si può disattendere. “Si tratta di raccogliere 10.000 Euro, tanti per acquistare 500 zainetti completi di tutto per i bambini di Ketti. Cinquecento persone o famiglie, o gruppi di persone, di studenti, che in questo Natale 2008 possono destinare individualmente o collettivamente 20 euro per acquistare almeno uno zainetto. Si può fare ed è una meta raggiungibile, con la buona volontà e soprattutto –conclude padre Rungi- con la generosità del cuore e delle tasche”.

Tu nostro Padre e Redentore

Prima Domenica di Avvento

30 Novembre 2008

Tu sei nostro Padre e Redentore

di padre Antonio Rungi

Con la prima domenica di Avvento, inizia il nuovo anno liturgico. Ci accompagnerà nella riflessione e meditazione domenicale la Parola di Dio del Legionario Anno B. I testi revisionati ultimamente da parte della Conferenza Episcopale Italiana ci permettono di entrare nella Parola di Dio con più cognizione terminologica e con più precisione concettuale e pastorale. Iniziando il nuovo anno, non possiamo con valutare il cammino che ci attende da compiere per la nostra personale santificazione in questo nuovo tempo di grazia che il Signore ci dona, sia perché ci prepariamo al Natale, proprio con il tempo di Avvento, e sia perché davvero davanti a noi si aprono nuovi orizzonti di salvezza, in quanto la grazia che il Signore abbondantemente ci donerà in questo nuovo anno servirà per elevarci a Lui, non trascurando di sta accanto ai nostri fratelli, specie quelli più in necessità e toccati dalla fragilità umana. Ecco che la nostra preghiera iniziale, non solo della celebrazione eucaristica di questa prima domenica di Avvento, ma per tutto l’anno liturgico e soprattutto per tutti i rimanenti giorni del nostro pellegrinaggio terreno sia questo: O Dio, nostro Padre, suscita in noi la volontà di andare incontro con le buone opere al tuo Cristo che viene, perché egli ci chiami accanto a sé nella gloria a possedere il regno dei cieli”. La nostra buona volontà di andare incontro a Cristo passa attraverso le azioni buone, quella che possiamo classificare come frutto e dono dello Spirito Santo. Si entra nella dinamica spirituale che il vangelo di oggi indica come vigilanza. Vigilare sul nostro pensiero e sulle nostre azioni, sul nostro intelletto e sulla nostra volontà, in quanto entrambi possono deviare ed entrambi possono indiziarci verso il male. Vigilando si va verso il controllo delle proprie convinzioni ed azioni e ci si rende continuamente conto se rispondono perfettamente o solo sufficientemente alla volontà di Dio e al nostro progetto di salvezza. Il testo del Vangelo di Marco ci aiuta in questo discernimento: “In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.  Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!». E’ evidente che per chi ha cuore la propria e personale crescita interiore non può abbandonarsi ad opere che non siano espressione di quella volontà di incontrarsi continuamente con chi è la fonte della nostra gioia e consolazione, che è Cristo Signore. Egli vive in un atteggiamento di continua attesa, non perché abbia paura, ma semplicemente perché quando il Signore giungerà lo trovi sveglio e cioè ricco di opere di bene. Il sonno, in campo spirituale, denota lo stato di abbandono, parziale o totale, della legge di Dio. Questa tipologia di sonno va evitata ad ogni costo, perché se effettivamente ci lasciamo andare, non sarà facile risvegliarsi, soprattutto se la sveglia chi chiede di recuperare le energie perdute ed il tempo perduto. La vigilanza è perciò attenzione alla moralità dei propri atti, ma è preghiera e dialogo continuo con il Signore, soprattutto nell’eucaristia, ove Egli si offre a noi come cibo e bevanda, come farmaco di immortalità. Si comprende, allora, alla luce di quanto detto, quello che scrive di se stesso l’Apostolo delle Genti, nel breve brano della Prima Lettera ai Corinzi che oggi ascoltiamo come seconda lettura della Parola di Dio di questa prima domenica di Avvento: “Fratelli, grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo! Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza.
La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che non manca più alcun carisma a voi, che aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!”.
L’Apostolo Paolo è riconoscente al Signore per i doni ricevuti, ma anche della crescita delle fede in Cristo tra i cristiani di Corinto. Due le vie che Paolo indica per entrare nel mistero di Cristo con la piena consapevolezza e adesione: la via della conoscenza e la via dell’annuncio. Conoscere è fare esperienza profonda di Cristo. Da questa esperienza nasce il desiderio e la volontà di dire agli altri e comunicare ai fratelli la grande bontà di Dio. Entra così in gioco il criterio del dire e fare in stretto rapporto tra loro, che in termini di oggi si dice testimonianza. Il cristiano convinto della propria fede vive in attesa dell’incontro continuo con Cristo, facendo sì che la sua condotta sia irreprensibile, cioè senza colpa e peccato alcuno, ma coerente con quando ci viene indicato dal Dio quale via di santità e perfezionamento nella carità. Al riguardo ci risulta di estrema ricchezza spirituale quanto è scritto dal profeta Isaia nella prima lettura di oggi. Una vera preghiera che si snoda attraverso vari impetrazioni, aiuti, assistenza, interventi divini ed attese di ogni genere: “Tu, Signore, sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore. Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, cosi che non ti tema? Ritorna per amore dei tuoi servi, per amore delle tribù, tua eredità. Se tu squarciassi i cieli e scendessi! Davanti a te sussulterebbero i monti. Quando tu compivi cose terribili che non attendevamo, tu scendesti e davanti a te sussultarono i monti. Mai si udì parlare da tempi lontani, orecchio non ha sentito, occhio non ha visto che un Dio, fuori di te, abbia fatto tanto per chi confida in lui. Tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia e si ricordano delle tue vie. Ecco, tu sei adirato perché abbiamo peccato contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli. Siamo divenuti tutti come una cosa impura, e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia; tutti siamo avvizziti come foglie, le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento. Nessuno invocava il tuo nome, nessuno si risvegliava per stringersi a te; perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto, ci avevi messo in balìa della nostra iniquità. Ma, Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani”. “Tu signore sei nostro Padre e nostro Redentore”, così questa preghiera del grande profeta dell’antico testamento, Isaia. Questa sia la nostra preghiera all’inizio del cammino spirituale in vista del Natale, ma soprattutto è la preghiera che ci accompagnerà tutti i nostri giorni. La certezza di avere un Padre e un Redentore ci conforta nel nostro cammino di vita umana e cristiana, perché non siamo orfani e abbandonati a noi stessi, ma abbiamo la certezza che questo Padre così solerte vigila su di noi e non ci lascia facilmente sbagliare, perché ci richiama continuamente con la sua parola di vita, con gli insegnamenti della chiesa e con la testimonianza credibile di tanti nostri fratelli e sorelle nella fede. Da parte sua, il prefazio di oggi ci rammenta il significato più vero dell’Avvento e quanto siamo chiamati a fare per vivere degnamente questo tempo di preparazione al Natale annuale, ma soprattutto al suo ultimo  definitivo avvento nella storia dell’umanità: Al suo primo Avvento nell’umiltà della nostra natura umana egli portò a compimento la promessa antica, e ci aprì la via dell’eterna salvezza. Verrà di nuovo nello splendore della gloria, e ci chiamerà a possedere il regno promesso che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa.

Vignanello (Vt). Primo capitolo allargato della Federazione delle Monache passioniste italiane

DSC06397.JPGIl Primo capitolo allargato alla comunità monastica di Napoli della Federazione delle monache passioniste italiane si è svolto nel monastero delle passioniste di Vignanello (Vt) dal 23 al 26 novembre 2008. Hanno partecipato 40 religiose professe dei monasteri che attualmente costituiscono la federazione delle claustrali passioniste: Vignanello (Vt), Maumere (Indonesia), Ovada (Al) e da martedï 25 novembre u.s. Napoli. Il capitolo è stato moderato da padre Giovanni Giorgi, passionista, assistente spirituale della federazione. Il capitolo oltre ad aver deciso l’ingresso del monastero di Napoli ha eletto le responsabili dei vari uffici, in particolare la presidente e le consigliere del governo della federazione. Confermata alla guida della Federazione Suor Agnese, religiosa della comunità di Vignanello, già da 12 anni prima responsabile della Federazione. Le consigliere, una per i vari monasteri membri, sono le Suore: Annamaria, Enrica e Giuliana. L’elezione è avvenuta, ieri, 26 novembre 2008. In mattinata aveva introdotto alle votazioni la celebrazione eucaristica delle ore 7,30, presieduta da padre Antonio Rungi, Ex-superiore provinciale dei Passionisti di Napoli e confessore del Monastero delle Passioniste di Napoli, dedicata alla Madonna della Santa Speranza. Nel pomeriggio di ieri, l’incontro tra il nuovo consiglio, la presidente del Monastero di Napoli, l’Assistente spirituale delle Federazione e padre Antonio Rungi, per portare all’attenzione del governo della Federazione le esigenze della comunità Monastica di Napoli. Varie le ipotesi elaborate e sul banco per venire incontro alle Passioniste di Napoli che fanno parte ufficialmente della Federazione, tra cui l’invio immediato di un gruppo di religiose di Vignanello o di Maumere. Significative le decisioni assunte dal capitolo, che ha virato decisamente sulla formazione iniziale e permanente per il carattere internazionale della federazione, che richiede speciale attenzione alle giovani generazioni di claustrali provenienti dall’Indonesia e oggi indispensabili per la vita e l’apostolato dei monasteri italiani, data la carenza delle vocazioni locali. Le claustrali passioniste confidano, attraverso la federazione, di migliorare la loro presenza orante ed apostolica in Italia e in Indonesia con collaborazioni di ogni genere, soprattutto nel campo della formazione. Le nuove e giovani monache claustrali passioniste hanno una sola origine geografica e questa è indonesiana. La speranza nel loro futuro le passioniste l’hanno riposta nel monastero di Maumere, vero e promettente vivaio di claustrali, fondato dalle passioniste di Vignanello, che è la casa madre della federazione, in crescente espansione. Le giovani chiese dell’Estremo Oriente non conoscono crisi neppure tra le claustrali, segno evidente di una maggiore disponibilità alla chiamata di Dio. Intanto con l’ingresso del Monastero di Napoli nella Federazione si può bene dire che si ricomincia da quattro, ben sapendo che le esigenze ora sono maggiori rispetto al passato, anche se la nuova aperta su Napoli offre concrete possibilità di una promozione vocazionale in città e in tutto il Meridione d’Italia. D’altra parte, il Monastero delle Passioniste di Napoli e l’ultimo verso il Sud, non essendoci attualmente altra comunità monastica femminile che si rifà al suo Fondatore, San Paolo della Croce.

Marcianise (Ce). Festa della Virgo Fidelis, oggi.

DSC02755.JPGCirca 200 fedeli hanno partecipato alla messa per la festa della Virgo Fidelis, protettrice dell’Arma dei Carabineri, che padre Antonio Rungi, teologo morale campano, ex-superiore provinciale dei Passionisti di Napoli, ha celebrato questa mattina, alle ore 11,30 nella Chiesa di Maria SS.Assunta de’ Pagani in Marcianise (Ce). Una celebrazione degna dell’annuale ricorrenza. Grande partecipazione dei Carabineri, Ex-Carabinieri e soprattutto dei componenti dall’Associazione nazionale dei Carabinieri, sezione di Marcianise, presieduta dall’ex-maresciallo Davide Morrone. Ad animare la santa messa è stata la corale parrocchiale che ha eseguito brani scelti e ben congeniati al momento che si celebrava. Intensissima l’omelia che padre Rungi ha tenuto davanti ad un attento e motivato uditorio. L’oratore si è soffermato sul significato della festa della Virgo Fidelis, nell’attuale società italiana, facendo riferimento soprattuto al brano del Vangelo della Slennità di Cristo Re, che si ricorda oggi nella liturgia cattolica a conclusione dell’anno liturgico. “Solo la carità concretamente vissuta ed esplicitata attraverso le opere di muisercordia corporale possono garantire il nostro futuro destino eterno di felicità. Alla scuola dell’amore di Dio e alla scuola dell’amore verso il prossimo come ci insegna la Vergine Santissiam dobbiamo metterci per costruire giorno per giorno nella carità la nostra eterna feleicità”, ha detto padre Rungi. La Messa ha registrato momenti molto belli e sentiti, come la preghiera recitata da Davide Morrone sia nell’ambito della preghiera dei fedeli e sia a conclusione della messa, quando ha elevato alla Madonna la preghiera del Carabiniere. L’inno alla Virgo Fidelis magistramente eseguito da Coro parrocchiale ha dato un ulteriore tocco alla bellezza della celebrazione, con evidente emozione per tutti. La giornata di festa non era solo destinata a ricordare la dipluce festività di Cristo Re e della Virgo Fidelis, ma anche a svolgere la giornata della vedova e dell’orfano dei Carabanieri, come è prassi che si faccia ogni anno in ocasione della Protettrice dell’Arma, la cui festa ricorre in data fissa il 21 novembre. Anche i doni portati all’altare dalle associate all’Arma benemerita, hanno avuto il sapore di questa condivisione e solidarietà, come ha tenuto a mettere in risalto padre Rungi nell’omelia, tutta incentrata su servizio disinteressato e generoso verso gli ultimi e gli emarginati. Un riferimento particolare alle tante tragedie che si sono registrate in questi giorni in Italia, specie la strage di Verona e la morte del giovane studente liceale di Rivoli (To). Una festa religiosa profondamente sentita specie dai diretti interessati, circa un centinaio di associati alla Benemerita, che erano presenti alla celebrazione di questa mattina, nella Chiesa di Maria SS.Assunta de’ Pagani in Marcianise, il cui parroco è don Alfonso Marotta, anche testimone di cerimonia religiosa molto apprezzata dai suoi parrocchiani, convenuti numerosi anche loro all’annuale appuntamento della festa della Virgo Fidelis. A conclusione della messa padre Rungi ha ricordato l’inizitiva in atto a Marcianise, mediante adesione on-line, finalizzata all’intitolazione del locale ospedale civico alla nota ricercatrice medica in campo internazionale, Anastasia Guerriero, morta nel mese di agosto scorso, originaria della stessa Marcianise e stimata professionista in America, Italia e nel Mondo.

Marcianise (Ce). Festa della Virgo Fidelis nella Chiesa S.Maria Assunta de’ Pagani

virgo_1.jpgLa festa della Madonna Virgo Fidelis verrà celebrata, domani, domenica 23 novembre 2008, in ritardo sulla data fissa del 21 novembre, nella Chiesa di Maria SS.Assunta dei Pagani di Marcianise di cui è parroco don Alfonso Marotta. Celebrazione eucaristica delle ore 11.00, presieduta da padre Antonio Rungi, ex-superiore provinciale dei Passionisti di Napoli, teologo morale campano, religioso della comunità passionista di Mondragone (Ce). A Marcianise la celebrazione della Virgo Fidelis è molto sentita e partecipata, sia dai Carabinieri in servizio e sia dagli ex-Carabinieri che con i loro familiari si sono costituiti in una Associazione, composta da vari membri e presieduta dal Maresciallo in pensione Davide Morrone, originario di Mondragone. La comunità parrocchiale della Madonna Assunta accoglie ogni anno in questa circostanza i Carabinieri che festeggiano la Protettrice, con una solenne celebrazione eucaristica animata dagli stessi militari e dalla Corale parrocchiale. Il titolo “Virgo Fidelis” che esprime in tutto significato della vita di Maria e della Sua missione di Madre e di Corredentrice del genere umano affidataLe da Dio, non ha mai avuto una risonanza universale e un culto particolare nella chiesa. Nella liturgia infatti non esisteva una speciale festa in onore della Madonna Virgo Fidelis. Il merito maggiore della diffusione e dell’affermazione del culto alla “Vergine Fedele” è della “Benemerita e Fedelissima” Arma dei Carabinieri d’Italia. Nell’Arma il culto alla “Virgo Fidelis” iniziò subito dopo l’ultimo conflitto mondiale per iniziativa di S.E. Mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, Ordinario Militare d’Italia, e di P. Apolloni S.J., Cappellano Militare Capo. Lo stesso Comandante Generale prese a cuore l’iniziativa e bandì un concorso artistico per un’opera che raffigurasse la Vergine, Patrona dei Carabinieri. Lo scultore architetto Giuliano Leonardi rappresentò la Vergine in atteggiamento raccolto mentre, alla luce di una lampada legge in un libro le parole profetiche dell’Apocalisse: “Sii fedele sino alla morte” (Apoc.2,10). La scelta della Madonna “Virgo Fidelis”, come celeste Patrona dell’Arma, è indubbiamente ispirata alla fedeltà che, propria di ogni soldato che serve la Patria, è caratteristica dell’Arma dei Carabinieri che ha per motto: “Nei secoli fedele”. L’8 dicembre 1949 Sua Santità Pio XII di v.m., accogliendo l’istanza di S.E. Mons. Carlo Alberto di Cavallerleone, proclamava ufficialmente Maria “Virgo Fidelis Patrona dei Carabinieri”, fissando la celebrazione della festa il 21 novembre, in concomitanza della presentazione di Maria Vergine al Tempio e della ricorrenza della battaglia di Culqualber.

Roma. Laboratorio apostolico per i Passionisti italiani

Cruz_Roma_Ritiro Santi Giovanni e Paolo_b.JPGI Passionisti italiani hanno organizzato e terranno, dal 24 al 28 novembre 2008 una settimana di laboratorio apostolico su “L’azione evangelizzatrice del passionista oggi”. La settimana di studio e di esperienza si svolgerà presso la casa generalizia dei santi Giovanni e Paolo in Roma. Saranno una trentina i religiosi delle sei province passioniste italiane che parteciperanno a questa esperienza di programmazione, condivisione e progettazione di un lavoro apostolico nel solco dell’unità di intenti e di carisma da attuare nell’oggi della società e della chiesa italiana. La predicazione del Verbum Crucis è centrale nell’esperienza apostolica dei passionisti in campo, nel settore dell’evangelizzazione itinerante, da circa 3 secoli, quando vennero fondati dal grande apostolo del Crocifisso, del secolo dei lumi, San Paolo della Croce. Il programma del laboratorio –scrive il coordinatore dell’esperienza- padre Fernando Taccone- è stato pensato come un’esperienza di condivisione per un gruppo ristretto di confratelli, che insieme ai responsabili provinciali dell’apostolato passionista in Italia  possano vivere un’occasione di confronto e di studio sulle radici della nostra attività evangelizzatrice”. Il laboratorio è stato articolato su conferenze, preghiera, lavoro di gruppo, discussioni e forum, con apporto di esperienze personali per una progettazione apostolica comune tra le sei province passioniste d’Italia. Si inizia lunedì prossimo, 24 novembre sul tema: L’identità apostolica dei passionisti nelle costituzioni, magistero ecclesiale, sulla quale relazionerà padre Giuseppe Costantino Comparelli; Martedì, 25 novembre, si parlerà del tema: “La Croce di Cristo nella vita passionista”; sulla quale relazionerà padre Aldo Ferrari. Il giorno 26 novembre si parlerà di esperienza di predicatore e missionario passionista, con relazione di padre Tito Paolo Zecca. Su valore della missione al popolo, della missione giovani e dell’omelia relazionerà padre Fernando Taccone. Il giorno 27 novembre si parlerà di formazione dell’apostolo passionista, in particolare della base spirituale di esso, che per i passionisti è la meditazione della Passione di Cristo, come strumento di educazione del popolo di Dio. Relazionerà il padre Max Anselmi, attuale Maestro dei Novizi passionisti; interverrà anche il dottore Gianluca Scarnicci su “Comunicare il bene”. Il 28  novembre si conclude sul tema: “Condividere la nostra passione con il mondo”. Cinque giorni intensissimi di lavoro che gli organizzatori si augurano possano contribuire a migliore il servizio apostolico dei Passionisti presenti in Italia, con circa 400 religiosi, 60 case, varie attività e diverse parrocchie. Per loro rimane come impegno fondamentale la predicazione itinerante con le missioni popolari, gli esercizi spirituali, l’evangelizzazione delle popolazioni più abbandonate o comunque in difficoltà sociale e morale.

Gesù, tu sei nostro Re

XXXIV Domenica del Tempo Ordinario

23 Novembre 2008

O Cristo, nostro amatissimo Re e Signore!

di padre Antonio Rungi

Celebriamo oggi la XXXIV Domenica del T.O., ultima dell’anno liturgico, dedicata alla solennità di Gesù Cristo Re dell’Universo.  La parola di Dio ci immerge nel mistero del Cristo, il principio e il fine di ogni cosa, il centro della nostra vita, del creato e dell’universo intero. La regalità di Cristo che oggi celebriamo è regalità si amore e servizio, di donazione, misericordia. La preghiera della comunità che oggi è riunita per rendere grazie al Signore per l’anno liturgico, che è tempo di santità e di perfezione nella carità, che si chiude con questa domenica, diventa la nostra preghiera sincera e sentita: “Dio onnipotente ed eterno, che hai voluto rinnovare tutte le cose in Cristo tuo Figlio, Re dell’universo, fa’ che ogni creatura, libera dalla schiavitù del peccato, ti serva e ti lodi senza fine”. Ci introduce alla comprensione della solennità odierna la prima lettura tratta dal libro del profeta Ezechièle, nel quale l’uomo di Dio evidenza la presenza di Dio nella storia del suo popolo: una storia accompagnata con amore, misericordia, provvidenza e bontà. Egli è vero pastore, che cura l’interesse del suo gregge e che va in cerca della pecorella smarrita. Nessuna può rimanere isolata dal suo amore e dal suo sguardo di bontà divina, anzi va in cerca proprio di quella ferita e debole, più bisognosa di attenzione e di ogni cura. “Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia.
A te, mio gregge, così dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri”.
A Gesù Cristo giudice è dedicato il testo del Vangelo di oggi, incentrato sul giudizio universale. Un Giudice che giudica con amore e con comprensione, ma anche secondo regole ben precise che egli stesso ha dettato per la salvezza eterna dei suoi figli. Regola fondamentale è la carità vissuta, attestata e concretizzata in comportamenti ed azioni semplici, come quelli di dare da mangiare, bere, assistere, essere vicino a chi è nel dolore, nella sofferenza, nell’emarginazione. “In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna». Da parte sua l’Apostolo Paolo nel brano della prima lettera ai Corinzi ci porta alla sintesi del vero  significato della solennità odierno. Egli ci parla della vera regalità di Cristo, che egli esercita nel mistero pasquale di morte e risurrezione. Una regalità che verrà ultimata quando, dopo aver egli superata la barriera della morte corporale, farà superare tale barriera a tutta l’umanità nel giudizio universale. La morte infatti sarà per noi l’ultimo “nemico” da abbattere, mentre ora la pensiamo come un transito verso l’eternità, di cui non bisogna aver assolutamente paura, in quanto Cristo ha vinto la morte. “Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza. È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte.E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti”. Possiamo perciò pregare con sincerità e dire a questo nostro amatissimo Re e Signore dell’universo queste semplici, ma sentite parole che partono dal nostro cuore: “O Padre, che hai inaugurato il tuo Regno di amore con la risurrezione di Cristo, rendici operai appassionati e sinceri, affinché la regalità del tuo Figlio venga riconosciuta in ogni angolo della terra. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Mondragone (Ce). Festa della Virgo Fidelis

Carabineri.JPGIl tempo inclemente, la pioggia insistente, il vento non ha ostacolato la celebrazione della festa dei Carabinieri a Mondragone. Tredici Carabinieri della Compagnia di Mondragone, guidati dal Capitano, due Finanzieri della Tenenza di Mondragone, tre Vigili Urbani, una rappresentanza dell’Amministrazione Comunale di Mondragone, un centinaio di fedeli hanno partecipato alla messa per la festa della Madonna Virgo Fidelis che questa sera, dalle ore 17,30 alle 18,30 è stata celebrata nella Chiesa dei Padri Passionisti di Mondragone, la parrocchia San Giuseppe Artigiano. A presiedere il rito è stato il superiore-parroco, padre Luigi Donati, ad animare la liturgia con appositi canti, la schola cantorum parrocchiale. La liturgia della parola di Dio, la preghiera dei fedeli, l’offertorio sono stati a cura dei carabinieri presenti alla celebrazione e dai loro familiari. L’omelia del parroco è stata interamente incentrata sul significato del titolo della Virgo Fidelis, ripercorrendo le tappe di una devozione che è stata curata in modo particolare proprio dall’Arma Benemerita. La messa è stata conclusa con la preghiera del Carabiniere, recitata da un militare presente nella Chiesa di San Giuseppe e con il canto dell’Inno alla Virgo Fidelis. Poi i ringraziamenti del parroco a nome della Comunità passinista di Mondragone e della comunità parrocchiale di San Giuseppe Artigiano. “Abbiate le certezza che noi passionisti e noi comunità parrocchiale pregheremo sempre per voi, cari Carabinieri di Mondragone”.

P.Rungi. “Profondamente scossi e addolorati per la strage di Verona”

Rungi-volto-tessera.JPG“Come tutti gli italiani e le persone sensibili, sono profondamente scosso ed addolorato per la strage di Verona”, è quanto ha dichiarato il teologo morale campano, padre Antonio Rungi. “Di fronte ad una simile tragedia poca conta sapere chi, come e perché sia successo tutto questo. Cinque vite umane distrutte, soprattutto i tre bambini, che lasciano nel nostro animo una profonda prostrazione interiore. Non vorremmo mai che capitassero simili cose in nessuna famiglia italiana e nel mondo. Ora -ha detto il teologo- ci resta solo da pregare e soprattutto da essere vicino ai familiari delle vittime che si trovano in un profondo dolore; come pure siamo vicini a tutti i cittadini di Verona, soprattutto della Zona di San Felice Extra. Come sacerdote, soprattutto del Sud ove di morti ammazzati se ne contano a centinaia per altri fatti di sangue, questa strage ha lasciato il segno nel nostro animo, perché è stata un’intera famiglia che, a quanto si lascia intendere, era tranquilla, senza problemi. Non sappiamo con certezza dalle notizie che arrivano se si stratti di omicidio-suicidio o di strage computa da altri, ma rimane il fatto che cinque giovani vite sono state elimnate. Dispiace davvero che simili cose possano succedere ovunque e soprattutto nel nostro Paese, ove il valore della famiglia, soprattutto dei figli rimane inalterarato al Sud come al Nord. Sento il dovere di essere vicino alla comunità cristiana e civile di Verona, ove è successo questo terribile fatto di sangue che ci lascia terribilmente angosciati, al di là dei motivi che l’abbiano potuto ingenerare e che verranno sicuramnte a galla nella fase delle successive indagini, condotte dalla Magistratura e dalle Forze dell’Ordine. Certamente -conclude padre Rungi – comunque siano andate le cose, questa è una delle più sanguinari stragi che si sono verificate nell’ambito familiare negli ultimi anni in Italia. Segno evidente che davvero qualcosa non va e che bisogna fare ogni sforzo per mettere al sicuro, anche nell’ambito della famiglia, soprattutto i bambini, vittime sempre più innocenti e ignari dei drammi che a volte vivono i grandi e che, come in questo caso, si è concluso in un modo tragico, lasciando inquiete le coscienze delle persone perbene e l’intera nazione italiana”.