preghiera

Il Capodanno si attende anche pregando

Foto-0113.jpgL’anno 2012 si attenderà con  veglie di preghiera in molte chiese parrocchiali italiane, al fine  di ringraziamento e di intercessione per l’anno che sorgerà. Adorazione  eucaristica con commenti e riflessioni e poi allo scoccare della mezzanotte il suono a festa delle campane per annunciare l’inizio di un nuovo anno del Signore che tutti si auspicano sia migliore, come spesso si dice in queste specifiche. Chi ci sarà alla veglia di preghiera per il passaggio al 2012 saranno le persone sole, quelle che non hanno con cui trascorrere la notte di san Silvestro e fanno della chiesa anche un luogo di incontro e di fraternità. D’altra parte attendere il nuovo anno in un clima di preghiera è di buon auspicio per tutti, soprattutto per quanti ripongono in Dio ogni loro attesa e speranza. In Italia non è l’unico caso. Sono, infatti, moltissimi i parroci, i sacerdoti, i religiosi, le religiose o semplici fedeli che attendono il passaggio al nuovo anno nella preghiera. In genere dopo la messa della sera e il canto di ringraziamento del Te Deum, si ritorna in famiglia per il cenone di rito. Conclusa l’agape fraterna in famiglia, molti fedeli di parrocchie italiane si riversano negli oratori e locali delle loro parrocchie per attendere insieme il passaggio al nuovo anno. I più zelanti lo attendono con la veglia di preghiera e l’adorazione eucaristica, in modo da poter usufruire degli ultimi respiri del vecchio anno e dei primi battiti del nuovo anno in sintonia con il divino. Poi ci sarà pure occasione di oggi e di fare festa, subito dopo. Mini discoteche, con finalità di sano divertimento, con balli e momenti di gioia vera vengono allestite anche presso i locali di tantissime parrocchie italiane, per coinvolgere i giovani ed evitare che prima o dopo la mezzanotte si mettano in auto per raggiungere località vicine o lontane con tanti rischi per la salute e la guida nella notte, specie se si è fatto abuso di alcool. Le feste in piazza come i fuochi artificiali per molte comunità parrocchiali sono lontani dalle loro esperienze di vita cristiana che vuole attendere nella gioia vera il passaggio al nuovo anno, che è poi solennità della Madre di Dio e giornata mondiale della pace. Nel segno della pace e della riconciliazione fraterna si vuole iniziare il nuovo anno 2012, che molti temono per le tante false intepretazioni della profezia dei Maja, destituita di ogni validità scientifica e religiosa. Ma come spesso capita, la superstizione porta a credere anche all’inverosimile e alla cose più assurde che circolano nel mondo, mediante una forma mentis apolalittica piuttosto che positiva nel segno di quella buona notizia venuta a porta da Gesù Cristo, con la sua nascita tra di noi.

 

Nona meditazione del corso di esercizi spirituali on-line

Corso di esercizi spirituali-programma.jpg9. Maria, Serva del Signore

 

Il testo integrale di Lc 1,26-38

 

Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, ad una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe.La vergine si chiamava Maria.Entrando da lei disse: “Ti saluto, piena di grazia, il Signore è con te”. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.

Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse:” Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei.

 

Nel vangelo secondo Luca, per due volte la beata Vergine si professa: «la serva del Signore»: quando acconsente all’annunzio dell’angelo (cfr Lc 1,38) e quando magnifica Dio per «le grandi cose (cfr Lc 1, 49) che in lei ha operato. Il titolo di «serva del Signore» rivela il suo pieno significato e l’intrinseca portata alla luce dei canti del «Servo del Signore»; la misteriosa figura biblica che trova il suo compimento in Cristo Gesù «venuto non per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti (Mt 10,45).

 

Maria è madre di Cristo, ed è a lui intimamente associata. Maria, «figlia di Adamo – come insegna il Concilio Vaticano II -acconsentendo alla parola divina, è diventata Madre di Gesù, e abbracciando con tutto l’animo e senza essere appesantita da alcun peccato, la volontà divina di salvezza, si è offerta totalmente come serva del Signore alla persona e all’opera del Figlio suo, mettendosi al servizio del mistero della redenzione sotto di lui e con lui, con la grazia di Dio onnipotente» (LG 56).

 

Le parole di Maria nell’Annunciazione: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1, 38) evidenziano un atteggiamento caratteristico della religiosità ebraica.

 

Mosè, agli inizi dell’Antica Alleanza, in risposta alla chiamata del Signore, si era proclamato suo servo.

 

All’avvento della Nuova Alleanza, anche Maria risponde a Dio con un atto di libera sottomissione e di consapevole abbandono alla sua volontà, manifestando piena disponibilità ad essere la “serva del Signore”.

 

La qualifica di “servo” di Dio accomuna nell’Antico Testamento tutti coloro che sono chiamati ad esercitare una missione in favore del popolo eletto: Abramo,  Isacco, Giacobbe, Giosuè, Davide.

 

Sono servi anche i profeti e i sacerdoti, cui è affidato il compito di formare il popolo al fedele servizio del Signore.

 

Il libro del profeta Isaia esalta nella docilità del “Servo sofferente” un modello di fedeltà a Dio nella speranza di riscatto per i peccati della moltitudine (cf. Is 42-53).

 

Esempi di fedeltà offrono anche alcune donne, come la regina Ester, che, prima di intercedere per la salvezza degli Ebrei, rivolge una preghiera a Dio, chiamandosi più volte “la tua serva” (Es 4, 17).

 

Maria, la “piena di grazia”, proclamandosi “serva del Signore” intende impegnarsi a realizzare personalmente in modo perfetto il servizio che Dio attende da tutto il suo popolo.

 

Le parole: “Eccomi, sono la serva del Signore” preannunciano Colui che dirà di se stesso: “Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10, 45; cf. Mt 20, 28).

Lo Spirito Santo realizza, così, tra la Madre e il Figlio un’armonia di intime disposizioni, che consentirà a Maria di assumere pienamente il suo ruolo materno presso Gesù, accompagnandolo nella sua missione di Servo.

 

Nella vita di Gesù la volontà di servire è costante e sorprendente: come Figlio di Dio, egli infatti avrebbe potuto con ragione farsi servire. Attribuendosi il titolo di “Figlio dell’uomo”, a proposito del quale il libro di Daniele afferma: “Tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano” (Dn 7, 14), avrebbe potuto pretendere di dominare sugli altri. Invece, combattendo la mentalità del tempo espressa dall’aspirazione dei discepoli per i primi posti (cf. Mc 9, 34) e dalla protesta di Pietro durante la lavanda dei piedi (cf. Gv 13, 6), Gesù non vuole essere servito, ma desidera servire fino a donare totalmente la propria vita nell’opera della redenzione.

 

Anche Maria, pur consapevole dell’altissima dignità conferitale, all’annuncio dell’angelo spontaneamente si dichiara “serva del Signore”.

 

In questo impegno di servizio essa include anche il proposito di servire il prossimo, come dimostra il collegamento tra gli episodi dell’Annunciazione e della Visitazione.

 

Essa offre così ai cristiani di tutti i tempi un sublime modello di servizio.

 

Una diaconia che attinge il suo significato più vero nel mistero della SS. Trinità. Dio è amore: Deus caritas est

 

Una diaconia che è storicamente incarnata nella persona e missione di Cristo. 

Una diaconia che esprime tutta la sua potenzialità nel mistero di Maria Vergine e Madre con la totale disponibilità al progetto di Dio. Maria anticipa e fa proprio l’atteggiamento di Cristo entrando nel mondo: Ecco, io vengo . . . per fare, o Dio, la tua volontà” (Eb 10,5-7; Sal 40[39], 7-9).

 

Una diaconia che giunge al Calvario e va oltre i Calvario.

 

La docilità di Maria annuncia e prefigura quella espressa da Gesù nel corso della sua vita pubblica fino al Calvario. Cristo dirà: “Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera” (Gv 4, 34). In questa stessa linea Maria fa della volontà del Padre il principio ispiratore di tutta la propria esistenza, ricercando in essa la forza necessaria al compimento della missione affidatale.

 

Se al momento dell’Annunciazione Maria non conosce ancora il sacrificio che caratterizzerà la missione di Cristo, la profezia di Simeone le farà intravedere il tragico destino del Figlio (cf. Lc 2, 34-35).

 

La Vergine vi si assocerà con intima partecipazione. Con la sua totale obbedienza alla volontà divina, Maria è pronta a vivere tutto ciò che l’amore divino progetta per la sua esistenza, fino alla “spada” che trafiggerà la sua anima.

 

 

Redemptoris Mater

Le parole: «Eccomi, sono la serva del Signore», esprimono il fatto che sin dall’inizio ella ha accolto ed inteso la propria maternità come totale dono di sé, della sua persona a servizio dei disegni salvifici dell’Altissimo. E tutta la partecipazione materna alla vita di Gesù Cristo, suo Figlio, l’ha vissuta sino alla fine in modo corrispondente alla sua vocazione alla verginità. La maternità di Maria, pervasa fino in fondo dall’atteggiamento sponsale di «serva del Signore», costituisce la prima e fondamentale dimensione di quella mediazione che la Chiesa confessa e proclama nei suoi riguardi, e continuamente «raccomanda all’amore dei fedeli», poiché in essa molto confida.

 

Il Cardinale di Bologna Carlo Caffarra

“Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”.

Siano benedette in eterno queste parole dette da Maria, poiché erano parole attese da Dio e dall’umanità: dal Padre perché, giunta la pienezza del tempo, potesse inviare il suo Unigenito nella nostra natura umana; dall’umanità tutta perché potesse finalmente essere liberata dalla sua condanna a morte, e reintegrata nella sua originaria dignità.

 

In ragione del suo “Eccomi, sono la serva del Signore”, il Verbo dimora in Lei, si appropria della sua persona nella maniera più intima e più reale: per sempre. La carne del Verbo è la carne concepita oggi da Maria.

La luce del mistero dell’Annunciazione infatti illumina in modo singolare il mistero delle nostre persone.

 

Chi, se non Maria, ha custodito la via del Signore? Chi, se non Maria, ha custodito nel cuore la Parola del Signore? Chi, se non Maria, ha portato nel suo grembo Gesù, Figlio di Dio? Con Maria tutti possiamo rispondere: “Ecco la serva del Signore, si compia in me la tua parola” (Luca 1, 38).

 

L’esempio quotidiano, il modello da seguire, la donna a cui far riferimento è Maria. Lei ha vissuto come noi, umile serva del Signore, del suo lavoro quotidiano, delle sue faccende domestiche, della cura di Giuseppe e di Gesù. Una vera famiglia, veri incontri, veri lavori, veri rapporti. Maria ci è di esempio in tutto: nella preghiera, nell’ascolto della Parola, nel servizio, nella cura delle persone che le erano affidate, nell’esempio e nella fortezza.

 

Papa Benedetto XVI, Deus caritas est, n. 41

Maria è grande proprio perché non vuole rendere grande se stessa, ma Dio. Ella è umile: non vuole essere nient’altro che l’ancella del Signore (cfr Lc 1, 38. 48). Ella sa di contribuire alla salvezza del mondo non compiendo una sua opera, ma solo mettendosi a piena disposizione delle iniziative di Dio. È una donna di speranza: solo perché crede alle promesse di Dio e attende la salvezza di Israele, l’angelo può venire da lei e chiamarla al servizio decisivo di queste promesse.

 

 

Preghiera di Giovanni Paolo II

Dolce Signora!

Donna rivestita di sole!

Aiutaci a penetrare il tuo mistero:

– il mistero della Vergine Madre,

– il mistero della Regina Serva,

– il mistero della Onnipotente che supplica.

Aiutaci a scoprire sempre più profondamente,

in questo mistero, il Cristo, Redentore del mondo,

Redentore dell’uomo.

Tu sei rivestita di sole,

del sole dell’inscrutabile Divinità,

del sole dell’impenetrabile Trinità.

«Piena di grazia»…

E intanto,

per noi che viviamo su questa terra,

esuli figli di Eva, tu sei rivestita del sole del Cristo di Betlemme e di Nazaret,

di Gerusalemme e del Calvario.

Tu sei rivestita dal sole della Redenzione

dell’uomo e del mondo

mediante la croce e la Risurrezione di tuo Figlio.

Fa’ che questo sole risplenda sempre per noi

su questa terra!

Fa’ che questo sole non si adombri mai nell’anima degli uomini!

 

 

 

P.Rungi. “Profondamente scossi e addolorati per la strage di Verona”

Rungi-volto-tessera.JPG“Come tutti gli italiani e le persone sensibili, sono profondamente scosso ed addolorato per la strage di Verona”, è quanto ha dichiarato il teologo morale campano, padre Antonio Rungi. “Di fronte ad una simile tragedia poca conta sapere chi, come e perché sia successo tutto questo. Cinque vite umane distrutte, soprattutto i tre bambini, che lasciano nel nostro animo una profonda prostrazione interiore. Non vorremmo mai che capitassero simili cose in nessuna famiglia italiana e nel mondo. Ora -ha detto il teologo- ci resta solo da pregare e soprattutto da essere vicino ai familiari delle vittime che si trovano in un profondo dolore; come pure siamo vicini a tutti i cittadini di Verona, soprattutto della Zona di San Felice Extra. Come sacerdote, soprattutto del Sud ove di morti ammazzati se ne contano a centinaia per altri fatti di sangue, questa strage ha lasciato il segno nel nostro animo, perché è stata un’intera famiglia che, a quanto si lascia intendere, era tranquilla, senza problemi. Non sappiamo con certezza dalle notizie che arrivano se si stratti di omicidio-suicidio o di strage computa da altri, ma rimane il fatto che cinque giovani vite sono state elimnate. Dispiace davvero che simili cose possano succedere ovunque e soprattutto nel nostro Paese, ove il valore della famiglia, soprattutto dei figli rimane inalterarato al Sud come al Nord. Sento il dovere di essere vicino alla comunità cristiana e civile di Verona, ove è successo questo terribile fatto di sangue che ci lascia terribilmente angosciati, al di là dei motivi che l’abbiano potuto ingenerare e che verranno sicuramnte a galla nella fase delle successive indagini, condotte dalla Magistratura e dalle Forze dell’Ordine. Certamente -conclude padre Rungi – comunque siano andate le cose, questa è una delle più sanguinari stragi che si sono verificate nell’ambito familiare negli ultimi anni in Italia. Segno evidente che davvero qualcosa non va e che bisogna fare ogni sforzo per mettere al sicuro, anche nell’ambito della famiglia, soprattutto i bambini, vittime sempre più innocenti e ignari dei drammi che a volte vivono i grandi e che, come in questo caso, si è concluso in un modo tragico, lasciando inquiete le coscienze delle persone perbene e l’intera nazione italiana”.

Airola (Bn). In città le reliquie di padre Pio

PadrePio.jpgUna consistente reliquia di San Pio da Pietrelcina arriva domani, 14 novembre, alle ore 16,30, in Piazza Mercato, ad Airola (Bn) nella Diocesi di Cerreto-Telese-Sant’Agata de’ Goti, proveniente direttamente da San Giovanni Rotondo (Fg). Le sacre reliquie portate personalmente da padre Paolino Cilenti, cappuccino, attraverseranno le principali vie della città per essere esposte alla venerazione dei fedeli, nella Chiesa di San Carlo Borromeo della Parrocchia di San Michele a Serpentara a partire da domani sera e per i successivi due giorni. Ripartiranno alla sera del 16 di novembre, domenica, dopo la messa di ringraziamento delle ore 18.00. La presenza di una consistente reliquia del Santo di Pietrelcina nella Città Airola è diventata occasione non solo per alimentare ulteriormente la preghiera della comunità cristiana intorno alle reliquie di Padre Pio, tra cui una veglia notturna, un incontro con le scuole di Airola, ma soprattutto per un approfondimento della santità e dell’opera del frate delle stimmate. Un importante convegno è previsto, infatti, nella giornata del 15 novembre alle ore 17,30, nella Chiesa di San Carlo, sul tema: “Giovanni Paolo II e Padre Pio, due giganti di santità del terzo millennio per un rinnovato cammino di fede e di speranza”. Al convegno interverranno importanti personalità del mondo ecclesiastico, scientifico ed universitario: Giulio Tarro, ricercatore di fama internazionale; Mario D’Antino, pres. sez. Corte dei Conti Roma, prof. Francesco D’Episcopo della Federico II di Napoli, prof.sa Teresa Sorrentino, dell’Università di Fisciano (Sa), mons. Leon Iwanowicz, Delegato nazionale Madonna di Fatima, il dott. Vincenzo Pascucci della Sanità militare- Roma. Moderatore sarà il giornalista Gianni Mozzillo, Direttore della Rivista “Padre Pio e il mondo contemporaneo”. Al convegno porterà il saluto il sindaco della città avv. Biagio Supino e l’intera manifestazione culturale sarà animata dai musicisti del San Carlo di Napoli, diretti dal Maestro Sabatino Cante. A felicitarsi per queasta iniziativa è il parroco padre Stefano Pompilio, passionista e il Gruppo di preghiera Padre Pio da Pietrelcina di Airola.

Antonio Rungi

Un decalogo per una degna Commemorazione dei nostri cari

cimitero.jpgIn occasione dell’annuale ricorrenza dei defunti del 2 novembre, padre Antonio Rungi, teologo morale campano, missionario passionista, ha stilato uno speciale decalogo per una degna commemorazione dei propri cari, passati a miglior vita. “Regole di comportamento utili non solo in questi giorni di visita al cimitero, ma sempre, in quanto dei propri cari non ci si può ricordare una volta all’anno, sopratutto se ci hanno fatto del bene e ai quali abbiamo voluto bene”. Ecco il decalogo per la commomorazione dei defunti. 1. Visita almeno una volta il cimitero in questi giorni di particolare espressione di culto verso i defunti e rispetta questo luogo santo. 2. Prega per tutti i tuoi cari e per quanti sono dimenticati ed abbandonati, qualsiasi sia la tua fede e il tuo credo di persona laica. 3. Accendi un lumino, una luce, e porta un fiore sulla tomba dei tuoi cari e di quanti non hanno più nessuno che li pensa in questo mondo. 4. Fai delle opere di bene nel ricordo dei tuoi cari, soprattutto se sei nell’abbondanza e i trapassati ti hanno lasciato beni e proprietà. 5. Fai pace con quanti non ti parli, specie se sono tuoi familiari e si sono allontanati da te per motivo di divisione di beni, di testamento o di eredità non distribuita equamente a tuo o altrui parere. 6. Educa le nuove generazioni al culto ed al rispetto dei morti. La civiltà di un popolo si misura anche da questa sensibilità. 7. Se sei un cattolico praticante non dimenticare di suffragare le anime con la celebrazione della messa e la partecipazione alla mensa eucaristica. 8. Educa al rispetto della vita e della morte, ben sapendo che si passa da una vita all’altra vita o meglio di vita in vita. Ogni vita è sacra ed ogni defunto merita rispetto e il dovuto culto. 9. Ricordati dei tuoi cari sempre e non solo il due novembre e in questi giorni particolari. 10.Apri il cuore alla speranza e alla gioia, ben sapendo che un giorno tutti insieme ci ritroveremo per sempre nell’eternità beata. “Sono consigli pratici ed operativi -afferma padre Rungi- per trasformare l’annuale commemorazione dei defunti in una festa della vita, della speranza, della carità vicendevole e della solidarietà. I nostri cari sono ben felici se facciamo del bene e siamo solidali verso chi soffre ed è abbandonato. La preghiera per i cari è importante, ma le opere di carità contano molto di più di una luce, di un lumino, di un fiore che siamo soliti portare sulle tombe in questi giorni. Riconcilarsi, mettere e portare pace ovunque siamo è il miglior modo per ricordare i nostri cari. Non basta versare lacrime e rimpiangere i nostri cari che non ci sono più, ma è necessario piangere dentro se non siamo in grado di amare, perdonare ed essere solidali”.

Mondragone. Un successo il primo convegno diocesano dell’Adp

1093856616.jpgE’ stato un successo il primo convegno dell’Associazione cattolica Apostolato della preghiera della Diocesi di Sessa Aurunca. Circa 200 iscritti delle varie associazioni parrocchiali delle 42 parrocchie della diocesi sessana hanno partecipato oggi, domenica 12 ottobre, per l’intera giornata, dalle 9 alle 18,30, alle conferenze e alle celebrazioni previste dal programma del convegno. A tenere le conferenze sono stati don Emilio Fusco, nella mattinata, e padre Antonio Rungi, missionario passionista della comunità di Mondragone, teologo morale campano, nel pomeriggio. Ed è stato lo stesso padre Rungi a concludere il convegno presiedendo l’eucaristia nella Chiesa di san Rufino in Mondragone. Tutto il convegno si è svolto nei locali della parrocchia di San Rufino in Mondragone, utilizzando gli spazi interni ed esterni della efficiente struttura parrocchiale. Gli associati dell’Adp sono arrivati dalle varie comunità parrocchiali ove l’associazione è presente da molti anni o da poco. Interessanti gli argomenti affrontati dai relatori, tutti incentrati sulla spiritualità e sull’apostolato di questa associazione nata nel 1844 in Francia per opera dei Gesuiti e dai Gesuiti diffusa in tutto il mondo. Oggi sono circa 50 milioni i cristiani aderenti a questa associazione di fedeli laici, riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa e dai Pontefici. Nella Diocesi di Sessa Aurunca l’Adp è presente da molti decenni e si è diffusa capillarmente. Oggi coinvolge non solo persone di una certa età, ma anche giovani e bambini sostituendo in alcune comunità il ruolo e la funzione dell’Azione Cattolica, come ha sottolineato uno dei responsabili dell’Adp, don Emilio Fusco. Interessantissime le conferenze dettate da padre Rungi ed apprezzate dal vasto ed attento uditorio che riempiva la sala teatro della Parrocchia San Rufino. Un’esperienza che gli associati vedono di buon occhio e che intendono ripetere ogni anno nella stessa struttura che li ha ospitati oggi. Intanto per il 2 giugno del 2009 è previsto ol raduno dell’Adp a Nocelleto di Carinola, ove è presente una folta associazione dell’Apostolato della Preghiera, come d’altronde a Falciano del Massico, a Cellole, a Mondragone e in varie località del Comune di Sessa Aurunca e di Carinola. Dopo questa positiva esperienza si è auspicato padre Rungi durante l’omelia tenuta a conclusione del convegno che” nel cuore di ognuno di voi si avverta un grande amore a Cristo e ai fratelli, mettendo in pratica le cose che avete ascoltato e maturato nello studio e soprattutto nella preghiera, oggi durante questo convegno che segna l’inizio di un nuovo e più impegnativo cammino di vita cristiana”. Presenti al convegno il responsabile diocesano, don Lorenzo Albano e le responsabili laiche a livello diocesano e parrocchiale che sono state presentate all’assemblea e ai convegnisti che nelle decisioni assunte ha deliberato il potenziamento dell’associazione e la migliore funzionalità della stessa nelle singole parrocchie e sul territorio diocesano.

Preghiamo per la soluzione della crisi economica mondiale

1476039653.JPGInvita i fedeli ad “una speciale preghiera per domani durante le messe domenicali per far fronte con l’affidamento a Dio alla crisi mondiale che ha investito i mercati e le borse internazionali”. Così padre Antonio Rungi, teologo morale campano, coinvolge spiritualmente i fedeli intorno al grave problema economico mondiale. “Certo non si è esce dalla crisi –afferma il teologo- con la  sola preghiera, ma la preghiera è uno mezzo importante per chi crede in Dio di ottenere ciò di cui ha bisogno. Il denaro non è nulla, anche se senza di questo non è possibile fare niente oggi, in quanto tutta l’economia mondiale è fondata sui soldi e sui liberi mercati. La preghiera che intendiamo rivolgere al Signore in questi giorni e soprattutto nelle nostre comunità cristiane e che illumini governanti, economisti, banchieri e quanti altri sono impegnati nel settore commercio mondiale a risolvere il problema della crisi con decisione coraggiose a favore di chi rischia di più in questo momento e sono i risparmiatori”. Forte dell’insegnamento del Magistero della Chiesa nel campo dell’etica sociale ed economica, padre Rungi ricorda quanto scriveva Giovanni Paolo II, 21 anni fa, nella Lettera Enciclica Sollicitudo rei socialis  e che  “oggi potrebbe essere una pista da seguire per risolvere il problema della crisi dei marcati mondiali”. “Desidero ricordare in particolare: la riforma del sistema internazionale di commercio, ipotecato dal protezionismo e dal crescente bilateralismo; la riforma del sistema monetario e finanziario mondiale, oggi riconosciuto insufficiente..  Il sistema monetario e finanziario mondiale si caratterizza per l’eccessiva fluttuazione dei metodi di scambio e di interesse, a detrimento della bilancia dei pagamenti e della situazione di indebitamento dei Paesi poveri”… Evidentemente, un processo così delicato non si potrà ottenere senza la collaborazione di tutti. Esso suppone il superamento delle rivalità politiche e la rinuncia ad ogni volontà di strumentalizzare le stesse Organizzazioni, che hanno per unica ragion d’essere il bene comune. Tuttavia l’umanità, di fronte a una fase nuova e più difficile del suo autentico sviluppo, ha oggi bisogno di un grado superiore di ordinamento internazionale, a servizio delle società, delle economie e delle culture del mondo intero”. Noi ci aspettiamo dai potenti del mondo scelte coraggiose a sostegno delle economie nazionali e internazionali, in modo che nessuno debba soffrire –ha detto padre Rungi- per gli sbagli di chi gestisce l’economia oggi nel mondo o per una cattiva gestione dei depositi, del credito, degli investimenti e più in generale della politica economica dei singoli Paesi e dell’intera umanità. Alla fine a rimetterci in una crisi o in un recessione economica sono sempre i più deboli e i più poveri. E questo è contro ogni giustizia e contro ogni etica di rispetto della persona umana e nel caso specifico dei risparmiatori”. 

Gli impegni apostolici e culturali di padre Rungi

91192748.jpgNei prossimi giorni padre Antonio Rungi, religioso passionista della comunità di Mondragone, è impegnato in vari ministeri ed attività apostoliche e culturali. Domenica 12 ottobre, alle ore 10,30 predicherà a Casale di Carinola (Ce) per la festa della Madonna del Rosario, invitato dal don Luciano Marotta, che in serata, alla presenza del vescovo diocesano assumerà la guida della parrocchia dei Santi Giovanni e Paolo in Casale di Carinola con l’ufficio di amministratore parrocchiale. La Santa Messa solenne è prevista alle ore 10,30. Nel pomeriggio terrà due conferenze al convegno diocesano dell’Apostolato della preghiera che si svolgerà nella parrocchia di San Rufino in Mondragone (Ce) su “Pratiche della spiritualità del Sacro Cuore” (ore 15.00) e “Fondamenti biblici della spiritualità del Sacro Cuore” (ore 16,45), e chiuderà la giornata di riflessione con la celebrazione eucaristica, alle ore 17,30 nella Chiesa di San Rufino per i convegnisti della Diocesi di Sessa Aurunca, iscritti all’Associazione dell’Apostolato della preghiera, alla presenza dei responsabili don Lorenzo Albano e Don Emilio Fusco e della presidente Maria Cristina Gallo. Mercoledì 15 ottobre nel pomeriggio, alle ore 16,30 animerà la giornata di ritiro spirituale delle Suore Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue di Pagani (Sa), fondate dal Beato Tommaso Maria Fusco. Domenica 19 ottobre alle ore 7.00 celebrerà la santa messa e terrà il panegirico in onore del sacro Cuore a Mugnano di Napoli dalle Suore Vittime Espitarici del Santissimo Sacramentato (Sacramentine), fondate dalla Beata Cristina Brando, ove si svolge la festa del Sacro Cuore; alle ore 11.00 di domenica presiederà la santa messa e terrà il panegirico in onore di San Pietro a Pastorano (Ce), nella Chiesa madre. Nei giorni 20-22 ottobre parteciperà alla scuola di Alta Formazione che è stata promossa dal Liceo Scientifico e dal Comune di Mondragone presso la struttura del museo civico cittadino. Giovedì 23 ottobre alle ore 20 animerà il cenacolo di preghiera presso le Suore di Gesù Redentore (Stella Maris) di Mondragone, fondate dalla Serva di Dio Madre Victorine Le Dieu. In serata concelebrerà nella chiesa di San Giuseppe Artigiano in Mondragone con i confratelli della sua comunità religiosa per la festa di San Paolo della Croce, fondatore dei Passionisti che capita nella giornata festiva. Domenica 26 ottobre sarà interamente impegnato nella parrocchia di San Giuseppe Artigiano dei padri Passionisti di Mondragone, in quanto un centinaio di fedeli della comunità, insieme con il parroco, padre Luigi Donati sarà in pellegrinaggio alla tomba di San Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo, con sosta alla Madonna Incoronata di Foggia.

Mondragone (Ce). Convegno diocesano dell’Apostolato della preghiera

520080787.jpgSi terrà domenica 12 ottobre p.v., per l’intera giornata festiva, il Convegno  dell’Apostolato della preghiera della Diocesi di Sessa Aurunca. Sede del Convegno è la Parrocchia San Rufino in Mondragone (Ce). Convegno organizzato dai direttor diocesani don Lorenzo Albano, parroco della parrocchia Santi Marco e Vito in Cellole (Ce) e don Emilio Fusco, parroco della Parrocchia San Pietro di Falciano del Massico (Ce), d’intesa con a presidente diocesana Maria Cristina Gallo. Tema dell’annuale incontro di formazione è “I fondamenti biblici teologici della spiritualità del Sacro Cuore”. Quattro le conferenze previste per l’intera giornata del forum spirituale, al quale partecipano gli associati dell’Apostolato della preghiera che sono numerosi nella Diocesi di Sessa Aurunca, avendo molte comunità parrocchiali avuto a cuore di sostenere questa associazione dei fedeli laici. Il programma della giornata è intenso: arrivo alle ore 9,30; alle 10.00 preghiera iniziale e prima conferenza dal titolo “Il linguaggio simbolico della spiritualità del Sacro Cuore”; ore 10,45: intervallo; alle ore 11,15 seconda conferenza su “Il lessico della spiritualità del Sacro Cuore”; ore 12.00: pranzo; ore 15.00 terza conferenza su “Pratiche della spiritualità del Sacro Cuore”; ore 15,45 intervallo; ore 16.00: presentazione delle associazioni parrocchiali e relazione delle attività di ogni associazione; ore 16,45 quarta ed ultima conferenza su “I fondamenti biblici della spiritualità del Sacro Cuore”. Alle ore 17,30 celebrazione eucaristica conclusiva della giornata. “L’intento di questo convegno –ha detto don Emilio Fusco- è quello di riportare al centro della nostra vita Gesù Cristo e la devozione al suo Cuore amabilissimo. Nella nostra Diocesi operano con buoni frutti spirituali le varie associazioni parrocchiali dell’Apostolato della preghiera con diversi associati. Andare alle origini di questa nuova forma di stare insieme per pregare significa riscoprire le ragioni stesse dell’essere nella chiesa e con la chiesa. Bisogna dire che c’è un appoggio incondizionato ed un sostegno incondizionato da parte del pastore della nostra chiesa locale, monsignor Antonio Napoletano, che vede nell’Apostolato della preghiera una delle associazioni più vive e vitali nelle comunità parrocchiali ove esiste e si è potenziata nel tempo con l’adesione di nuovi membri soprattutto giovani. Il convegno di domenica sarà una valida occasione per pregare e riflettere insieme e fare il punto della situazione sulle attività delle singole associazioni parrocchiali. Insieme a don Lorenzo Albano e alla presidente abbiamo pensato di organizzare questo annuale appuntamento valorizzando quello che ci viene indicato dal Magistero del Papa, Benedetto XVI e del nostro Vescovo, monsignor Napoletano. L’Adp si muove all’interno della chiesa e con la chiesa e promuove l’unità dei cristiani con la preghiera e la testimonianza della vita, imparando da Cristo mite ed umile di cuore. In questa giornata ci accompagneranno esperti e specialisti della materia, in quanto il tema proposto richiede competenza, ma soprattutto condivisione di un progetto di vita cristiana che può passare anche attraverso la personale adesione all’Apostolato della preghiera vivendo nella quotidianità i cinque punti cardini di questa associazione: apostolato, preghiera, consacrazione, riparazione, spiritualità. Sarà particolarmente gradita la presenza, al pomeriggio, con una doppia conferenza, di padre Antonio Rungi, teologo morale campano, ex-superiore provinciale dei passionisti e noto predicatore, che negli anni passati spesso ha predicato il Sacro Cuore nella mia Parrocchia di Falciano del Massico in occasione dell’annuale festa o nella Chiesa parrocchiale di don Lorenzo Albano, per la stessa ricorrenza. Un esperto non solo su piano teologico e biblico, ma soprattutto di devoto del Sacro Cuore di Cristo. Lo stemma distintivo dei passionisti è appunto il cuore, forte richiamo alla devozione al Sacro Cuore che è devozione al Crocifisso e al Redentore. Inizialmente doveva essere Suor Marisa Bisi della Congregazione della Croce di Roma a tenere le conferenze, ed ora impossibilitata per sopraggiunti motivi di salute”.