Dogma

Carinola (Ce). Festa dell’Immacolata dei giovani e per i giovani

Foto-0069.jpgFoto-0068.jpgFoto-0075.jpgLa festa dell’Immacolata a Carinola (Ce) nella Diocesi di Sessa Auruna è una festa per i giovani e dei giovani. A promuoverne la celebrazione in modo solenne è la locale Congrega dell’Immacolata, di antica istituzione, che annovera tra i soci diversi giovani che continuano l’opera di promozione del culto dell’Immacolata, iniziata dai loro antenati. Insieme alla Congrega sono parte integrante della diffusione del culto e della devozione mariana a Carinola le Suore dell’Immacolata di Genova, fondate da Sant’Agostino Roscelli, che nella storica cittadina di Carinola, una volta sede episcopale, hanno un’avviata struttura di promozione culturale e sociale sul territorio. Ma è soprattutto il popolo di Dio che vive e sente intensamente la festa della Madonna Immacolata e si prepara ad essa con la solenne novena, che si conclude domani 7 dicembre, alla quale partecipano numerossimi non solo gli anziani e gli adulti, ma anche i giovani. Anche quest’anno a predicare il triduo conclusivo della novena dell’Immacolta è padre Antonio Rungi, missionario passionista, teologo moarle e docente nelle scuole statali. Ad accogliere queste varie istanze per onorare sempre più solennemente la Vergine Immacolata è da 50 anni monsignor Amato Brodella, vicario generale della Diocesi di Sessa Aurunca e parroco della cattedrale di Carinola da mezzo secolo. Proprio per incentivare il culto verso l’Immacolata sono state attivare varie iniziative religiose, culturali e sociali. In primo luogo il restauro della statua della Madonna Immacolata, opera lignea del settecento, l’antica e storica chiesa dell’Annunziata, ove per anni si è tenuta la novena in preparazione alla festa, incontri culturali e pubblicazioni varie per far conoscere maggiormente il culto alla Vergine Santa. In quest’anno della fede, la comunità parrocchiale della cattedrale di Carinola, sotto la guida del parroco, ha voluto impostare questa celebrazione in onore della Madonna Immacolata da un punto di vista di approfondimento della fede, partendo proprio dal dogma dell’Immacolata Concezione, convinta più che mai che i dogmi mariani sono naturali tramiti per arrivare al potenziamento della propria fede in Cristo. Su questi temi le riflessioni teologiche, le catechesi, le lectio divinae, le preghiere e la tradizioni popolari che si sono svuluppate intorno al culto dell’ Immacolata, l’intera comunità parrocchiale ha meglio compreso quanto sia importante una vera devozione alla Madonna per recuperare una vera e matura fede nell’oggi della chiesa e del mondo. A tal fine, come tutti gli anni, tra le tante pratiche religiose sorte e conservate nel tempo circa la devozione alla Madonna Immacolata c’è l’antica tradizione della messa dell’aurora, che si celebra di buon mattino, alle ore 6.00 e alla quale partecipano un migliaia di fedeli, soprattutto bambini, ragazzi e giovani. E’ una festa nella festa che si prolunga per l’intera giornata con la solenne processione della bellissima statua della Madonna Immacolata per tutto il centro storico di Carinola. Per l’occasione arrivano in città i tanti emigrati carinolesi, in Italia o all’estero, per motivi di lavoro per riassaporare la gioia di una festa e della famiglia, nell’imminenza della solennità del Natale. Occasione la festa dell’Immacolata per allestire il presepe, soprattutto, ma anche l’albero di Natale, nelle famiglie della città, dove la sana tradizione del presepe tradizionale, compreso il bue e lasinello, che come ha precisato il Papa, Benedetto XVI nel suo recente libro “L’Infanzia di Gesù” non necessariamente erano presenti alla nascita di Gesù, costituiranno gli elementi visivi ed artistici del Natale nelle famiglie, in cui un posto speciale ha appunto la Vergine Santa. Tanti motivi per fare festa e per fare della festa dell’Immacolata la festa della famiglia, dei buoni sentimenti, della purezza e dell’essenzialità della vita, una festa dei giovani e per i giovani che molto sentono questa devozione e la vivono con sentimenti profondi ed autentici.

La proclamazione del dogma dell’Immacolata e il Santuario della Civita

Foto0729.jpgFoto0732.jpgLa storia, lo sviluppo e soprattutto la proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione sono legati alla figura di Papa Pio IX e al Santuario della Madonna della Civita in Itri (Lt). Documenti alla mano e testimonianze storiche certe, raccontano che nel 1847-48 lo Stato Pontificio fu scosso dai moti rivoluzionari che sfociarono nell’assassinio di Pellegrino Rossi. Pio IX, che dal 1846 era Sommo Pontefice, dopo aver pregato ed essersi consultato, pensò bene di rifugiarsi a Gaeta, sotto la protezione del Re delle Due Sicilie, Ferdinando II. Il viaggio da Roma a Gaeta, fatto in incognito e svolto nella massima riservatezza, avvenne il 25 novembre 1848. Il Papa raggiunse Terracina e subito dopo Gaeta, ove fu accolto dal Re con grande rispetto e venerazione. Pur in mezzo alla tantissime preoccupazioni che segnarono il suo pontificato, Papa Pio IX desiderava ardentemente di concludere l’iter giuridico per la definizione del dogma dell’Immacolata che stava nel suo cuore di padre e pastore della chiesa universale. Il 2 febbraio 1849 indirizzò a tutto l’episcopato cattolico la lettera apostolica “Ubi primum” per chiedere il parere sull’opportunità, dato il momento storico che si stava vivendo allora sia nella Chiesa che al di fuori della Chiesa, del grande privilegio mariano. Pochi giorni dopo decise di fare il pellegrinaggio al Santuario della Civita, luogo di straordinaria devozione di tutta l’arcidiocesi di Gaeta alla Madonna. Il viaggio lo effettuò il 10 febbraio del 1849. Fu un avvenimento di straordinaria rilevanza storica per tutta la diocesi di Gaeta e particolarmente per la città di Itri (Lt) su cui territorio comunale insiste il Santuario della Madonna della Civita. Pio IX, pregando, salì, a dorso di una mula bardata di bianco, il sentiero che portava alla Civita, segnato dalle cappelle della Via Crucis. Raggiunto il Santuario, venerò l’icona della Madonna e davanti all’immagine prodigiosa pregò a lungo. Poi celebrò la santa messa e a conclusione della quale, come ricordo della sua visita al Santuario, lasciò il calice e 10 monete d’oro per la celebrazione di una messa, con l’autografo e con una frase, in latino, che sintetizzava il senso del suo andare al santuario: “Di te si dicono cose stupende, città di Dio”. Qui il Papa maturò il convincimento di proclamare il dogma dell’Immacolata Concezione, cosa che farà nel 1854, definendo verità di fede che Maria, per singolare privilegio, è stata preservata dal peccato originale e da ogni altro peccato; per cui è una donna unica e singolare, essendo la Madre di Cristo e Madre di Dio. Nella bolla pontificia“Ineffabilis Deus, dell’8 dicembre 1854, Pio IX ripercorre tutte le tappe, specialmente le ultime, che portarono alla proclamazione del dogma: “Dichiariamo, pronunziamo, e definiamo essere dottrina rivelata da Dio quella che ritiene preservata immune da ogni macchia di colpa originale fin dal primo istante della sua Concezione la Beatissima Vergine Maria per singolar grazia e privilegio di Dio onnipotente in riguardo dei meriti di G. C. Salvatore dell’uman genere, e perciò doversi da tutti i fedeli fermamente e costantemente credere”.

A distanza di 140 anni dalla visita al santuario della Civita, giungeva pellegrino il Beato Giovanni Paolo II, per ricordare solennemente questo storico avvenimento. Era il 25 giugno del 1989. Furono queste le parole pronunciata dal Santo Padre al santuario della Civita: “Sono venuto su questo Sacro Monte per venerare la Vergine Santissima nel suo Santuario della Civita, così famoso e così ricco di significato per voi, che negli occhi di Maria e nel suo volto materno cercate conforto alle sofferenze fisiche e morali. Seguendo le orme del mio predecessore Pio IX, a 140 anni dalla sua visita, ho desiderato salire quassù anch’io, iniziando questa Giornata, dedicata pienamente all’Archidiocesi di Gaeta, proprio da voi, membra sofferenti del Corpo Mistico della Chiesa. Eccomi, dunque, ai piedi di Maria, salute degli infermi e aiuto di tutti i cristiani. .. Ci troviamo qui, presso questo caro Santuario, anima della vostra devozione a Maria. Ebbene, nel portare la vostra croce quotidiana, sappiate guardare alla Vergine Santa, ed ispirarvi al suo atteggiamento di totale adesione all’opera di grazia del Signore. La risposta generosa di Maria:«Eccomi», diventi espressione anche della vostra personale adesione, momento per momento, alla volontà di Dio; diventi la vostra risposta, suggerita ed alimentata dall’amore. Se numerosi Santuari come questo sono dedicati a Maria, è perché i fedeli di ogni parte della terra hanno capito l’importanza della presenza della Vergine Santa in mezzo al Popolo di Dio; hanno capito che suo compito precipuo è di «presentare» alle generazioni di tutti i tempi il Cristo«ricco di misericordia», perché ciascuno possa trovare in lui il Salvatore a cui affidare se stesso per il tempo e per l’eternità.
Nell’anno della fede, la comunità del Santuario della Civita intende ripartire dal dogma dell’Immacolata Concezione di Maria per approfondire la propria fede, per farla conoscere anche attraverso una devozione mariana più sentita e vissuta nella quotidianità, avendo come modello della fede proprio la Vergine Maria, la tutta bella, la tutta santa, l’Immacolata Madre di Dio e dell’umanità redenta dal sangue prezioso di Cristo.

Dal 1985 il santuario è retto dai passionisti della Provincia religiosa dell’Addolorata (Basso Lazio e Campania), affidato ad essi dall’Arcidiocesi di Gaeta, da cui dipende giuridicamente. In questo santuario giunse pellegrino anche san Paolo della Croce, insieme al suo fratello Giovanni Battista, nel 1726, pregando ai piedi della prodigiosa immagine mariana.

Padre Antonio Rungi cp