Archivi Mensili: gennaio 2016

P. RUNGI. SI BENEDIRA’ NEL GIORNO DI SAN BIAGIO IL PANE DELLA MISERICORDIA

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Monte San Biagio (Lt). Si benedirà e distribuirà il pane del perdono e della misericordia.

di Antonio Rungi

In occasione dell’annuale festa liturgica di San Biagio, Vescovo e Martire, nell’anno giubilare della misericordia, a Monte San Biagio, in provincia di Latina, nell’arcidiocesi di Gaeta, alla vigilia della festa del santo patrono dell’importante comune tra Fondi e Terracina, si svolgerà a conclusione della messa delle ore 18,30 il solenne rito della benedizione del pane di san Biagio, che il padre predicatore di questi giorni, padre Antonio Rungi, noto missionario della comunità passionista del santuario della Civita e già superiore provinciale dei passionisti del Basso Lazio e Campania ha definito il “pane del perdono, della riconciliazione e della misericordia”.

Come è tradizione, insieme alla benedizione e all’unzione con l’olio di San Biagio, che, come è noto è protettore dei mali della gola, avendo sottratto ad una morte certa, un bambino che stava morendo soffocato, per una lisca di pesce che era rimasta bloccata alla gola, si benedice il pane di San Biagio. La confezione di tale pane è davvero significativa, perché viene prodotto in varie forme e con vari elementi decorativi. Il pane che si produce in quantità enorme, viene portato in chiesa con cesti, dalle persone che lo fanno, poi benedetto ed infine distribuito in base ad alcune idee fondamentali di sacralità e di solidarietà: un pezzetto di pane viene mangiato dopo il segno della croce e recitata un’apposita preghiera, nella festa del santo patrono che è il 3 febbraio; ma soprattutto viene portato alle persone ammalate, alle persone care, agli amici, conoscenti e soprattutto persone con le quali non ci sono buoni rapporti umani o con le quali si sono interrotte le relazioni di amicizia, rispetto e collaborazione. Da qui lo slogan per quest’anno giubilare della misericordia di definire e soprattutto d distribuire il pane benedetto di San Biagio con la finalità del perdono, della riconciliazione e della misericordia. Già i vari forni della cittadina laziale sono in piena attività per produrre il pane di san Biagio, già in tantissime famiglie, ove ancora si possiede il forno a legna e si usa fare il pane come i tempi antichi, sono all’opera per fare il pane di San Biagio, portarlo in chiesa, farlo benedire e poi distribuirlo a chi è nella necessità. Ieri sera, il parroco di Monte San Biagio, don Emanuele Avallone, a conclusione della santa messa officiata dal padre predicatore, il teologo morale padre Antonio Rungi, passionista, autore, tra l’altro di un’importate e apprezzato sussidio sull’anno giubilare,  ha ricordato ai fedeli questa bellissima tradizione sollecitando una speciale attenzione al significato che il pane di San Biagio ha quest’anno, quello appunto della “misericordia, della riconciliazione e del perdono reciproco”, come lo ha definito e battezzato padre Antonio Rungi. Intanto in questi giorni prosegue il novenario di predicazione in preparazione della festa del 3 febbraio, iniziato con le riflessioni di padre Giuseppe Comparelli, della comunità passionista di Falvaterra, continuato da don Emanuele Avallone e che padre Antonio Rungi concluderà, predicando nel prossimi giorni, dopo aver offerto la sua prima meditazione, al numeroso gruppo di fedeli, presenti in Chiesa, ieri sera, 29 gennaio, 2016. Il sacerdote ha parlato di San Biagio come santo della Misericordia, rapportandolo alla vita esemplare di Maria, Madre della Misericordia, che ha espresso la sua attenzione verso gli altri in due momenti particolare; nella visita a Santa Elisabetta e alle Nozze di Cana. “La misericordia –ha detto padre Antonio Rungi- ha un solo nome; l’amore e la solidarietà verso gli altri; per cui non c’è misericordia se non pratichiamo le opere di misericordia, tra cui una fondamentale è quella di dare da mangiare agli affamati. Il pane di San Biagio deve sfamare la fame di Dio e con le opere di bene e di carità venire incontro alle necessità dei fratelli e delle sorelle di qualsiasi razza, cultura e religione che hanno bisogno del nostro aiuto. San Biagio è un santo universale, valido per la cultura orientale e occidentale, in quanto il suo è l’amore e la solidarietà nel nome del Signore, per il quale non ha avuto paura di affrontare il martirio ed offrire la sua vita per la causa del Vangelo. A 1700 anni dal martirio di questo grande santo e nell’anno giubilare della misericordia, siamo tutti chiamati a modellare la nostra esistenza su questo santo dell’amore e della carità verso Dio e verso i fratelli”. Il martire San Biagio è ritenuto, infatti, dalla tradizione vescovo della comunità di Sebaste in Armenia al tempo della “pax” costantiniana. Il suo martirio, avvenuto intorno al 316, è perciò spiegato dagli storici con una persecuzione locale dovuta ai contrasti tra l’occidentale Costantino e l’orientale Licinio. Nell’VIII secolo alcuni armeni portarono le reliquie a Maratea (Potenza), da cui si è diffuso il culto e la devozione a San Biagio in Italia e nel mondo. L’attuale Comune di Monte San Biagio, lo elesse a suo patrono e protettore nel 1862.

PANE DELLA MISERICORDIA

Preghiera di padre Antonio Rungi, passionista

 

Gesù, pane vivo disceso dal cielo,

per sostenere il nostro cammino terreno,

donaci il pane della misericordia,

del perdono e della riconciliazione

in questo anno giubilare che, Tu Signore,

mediante l’autorità di Papa Francesco,

ci hai donato come tempo di purificazione

e conversione a Te, nostro Salvatore.

 

Fa, o Signore,

che mediante l’intercessione di San Biagio,

nostro patrono e protettore,

sappiamo accogliere e valorizzare

questo anno della misericordia,

per ricevere e dare perdono nel tuo santo nome.

 

Signore, dacci sempre,

non solo il pane quotidiano,

che manca, spesso, su troppe mense

delle nostre case e famiglie vere,

ma anche quel pane della vita, che sei Tu, o Dio,

d’ amore, tenerezza e misericordia infinita.

 

Donaci occhi e cuore per comprendere

le reali ed urgenti necessità

di fratelli e sorelle in umanità,

sprovvisti di quel cibo essenziale alla vita,

che è la fede in Te o Dio.

 

Dacci, Signore, questo pane indispensabile

ad alimentare in noi l’amore e la carità,

senza i quali non è possibile celebrare

l’anno santo della misericordia,

del perdono e della riconciliazione.

 

Dacci, il vero pane, o Gesù,

quello che hai scelto quale sacramento

del tuo corpo e del tuo sangue

offerto sull’altare della croce

in riscatto dei nostri peccati e dell’intera umanità.

 

Mediante l’intercessione della Vergine Maria,

del nostro patrono San Biagio, vescovo e martire,

guidaci ai pascoli eterni della gioia del banchetto celeste

dove potremmo lodarti e ringraziarti in eterno. Amen.

 

 

 

 

ANNO SANTO. DONNE MISERICORDIOSE – RIFLESSIONE DI PADRE RUNGI

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Donne misericordiose a immagine di Maria, Madre di misericordia

 Riflessione di padre Antonio Rungi

Introduzione 

Nell’anno giubilare che stiamo celebrando, un’importanza enorme assume il ruolo della donna. Forse, più degli stessi uomini, le donne quasi costituzionalmente sono persone di misericordia o misericordiose.

E questo per due motivi essenziali:

-primo, perché sono aperte alla vita ed hanno il senso della maternità;

-secondo perché hanno, in genere, un cuore più buono, più sensibile, più disponibile al perdono, soprattutto nei confronti dei figli o comunque nei confronti dei familiari, degli amici o delle persone care.

 

1.Che cosa significa per noi cristiani misericordia?

 

Papa Francesco, nella Bolla di indizione dell’Anno Giubilare, dal titolo Misericordiae vultus, scrive: “L’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia. Tutto della sua azione pastorale dovrebbe essere avvolto dalla tenerezza con cui si indirizza ai credenti; nulla del suo annuncio e della sua testimonianza verso il mondo può essere privo di misericordia. La credibilità della Chiesa passa attraverso la strada dell’amore misericordioso e compassionevole. La Chiesa «vive un desiderio inesauribile di offrire misericordia». Forse per tanto tempo abbiamo dimenticato di indicare e di vivere la via della misericordia. La tentazione, da una parte, di pretendere sempre e solo la giustizia ha fatto dimenticare che questa è il primo passo, necessario e indispensabile, ma la Chiesa ha bisogno di andare oltre per raggiungere una meta più alta e più significativa. Dall’altra parte, è triste dover vedere come l’esperienza del perdono nella nostra cultura si faccia sempre più diradata. Perfino la parola stessa in alcuni momenti sembra svanire. Senza la testimonianza del perdono, tuttavia, rimane solo una vita infeconda e sterile, come se si vivesse in un deserto desolato. È giunto di nuovo per la Chiesa il tempo di farsi carico dell’annuncio gioioso del perdono. È il tempo del ritorno all’essenziale per farci carico delle debolezze e delle difficoltà dei nostri fratelli. Il perdono è una forza che risuscita a vita nuova e infonde il coraggio per guardare al futuro con speranza” (MV, 10).

 

Ed aggiunge:  “Non possiamo dimenticare il grande insegnamento che san Giovanni Paolo II ha offerto con la sua seconda Enciclica Dives in misericordia, che all’epoca giunse inaspettata e colse molti di sorpresa per il tema che veniva affrontato. Due espressioni in particolare desidero ricordare. Anzitutto, il santo Papa rilevava la dimenticanza del tema della misericordia nella cultura dei nostri giorni: « La mentalità contemporanea, forse più di quella dell’uomo del passato, sembra opporsi al Dio di misericordia e tende altresì ad emarginare dalla vita e a distogliere dal cuore umano l’idea stessa della misericordia. La parola e il concetto di misericordia sembrano porre a disagio l’uomo, il quale, grazie all’enorme sviluppo della scienza e della tecnica, non mai prima conosciuto nella storia, è diventato padrone ed ha soggiogato e dominato la terra (cfr Gen 1,28). Tale dominio sulla terra, inteso talvolta unilateralmente e superficialmente, sembra che non lasci spazio alla misericordia … Ed è per questo che, nell’odierna situazione della Chiesa e del mondo, molti uomini e molti ambienti guidati da un vivo senso di fede si rivolgono, direi, quasi spontaneamente alla misericordia di Dio». (MV, 11).

 

2.Donne misericordiose cominciando dalla preghiera

 

San Giovanni Paolo II, Papa nell’enciclica «Dominum et Vivificantem» scrive: «In molti individui e in molte comunità matura la consapevolezza che, pure con tutto il vertiginoso progresso della civiltà tecnologico-scientifica, nonostante le reali conquiste e le mete raggiunte, l’uomo è minacciato, l’umanità è minacciata. Dinanzi a questo pericolo (…) molti cercano la forza di risollevare l’uomo, di salvarlo da se stesso, dai propri sbagli e abbagli che spesso rendono nocive le sue stesse conquiste. E così scoprono la preghiera».

 

Il Papa poi aggiunge che «La Chiesa persevera nella preghiera con Maria». E precisa: «Questa unione della Chiesa orante con la Madre di Cristo fa parte del mistero della Chiesa fin dall’inizio».

 

Come Maria è Madre della Misericordia perché da colui che è il «Dives in Misericordia» per eccellenza si è lasciata interamente plasmare, così la donna misericordiosa deve e può essere a immagine sua solo se, come lei, si lascia «plasmare» dalla misericordia divina.

 

In altri termini, la misericordia è preghiera, ma non solo preghiera, è anche azione e corrispondere alla grazia di Dio. Ciò vale per ogni cristiano, vale doppiamente per una qualsiasi donna, nubile, sposata, consacrata, in quanto la misericordia entra nella struttura genetica della donna, in quanto ella tende istintivamente ad elevarsi in alto con la preghiera e con la bontà del cuore.

 

Non sarà, tuttavia solo la preghiera a renderla tale, cioè a renderla misericordiosa, ma tutto comincia dalla preghiera e che, senza un rinnovamento a partire da essa, invano si può sperare che s’imponga un nuovo modello di donna capace, a sua volta, di rinnovare il mondo. Purtroppo, oggi ci troviamo di fronte alla donna kamikaze, alla donna violenta, alla donna in carriera che si fa spazio a gomitate per affermarsi, in tutti i campi, troviamo la donna a capo di organizzazioni criminali e non più la donna angelicata e perfetta, con quale si sono cimentate intere generazioni di cultori, pensatori, studiosi e teologi.

 

Che la società e la Chiesa stessa debbono impegnarsi a maggior giustizia nei confronti della donna, eliminando tante discriminazioni, che debbono prendere atto delle sue capacità specifiche e di tutte le sue reali possibilità su diversi fronti, è verissimo. Ma alla fine non tornerebbero i conti se si battesse solo questa strada.

 

Importa invece che la donna, lei in prima persona, prenda consapevolezza del suo Mistero per poter poi abbracciare, con gioia, sempre più ampi specifici ministeri.

 

E il suo mistero è quello di essere «a immagine e somiglianza di Dio», ma alla maniera di Maria, la creatura-vertice della creazione: quella che, esente dal peccato, è piena di grazia perché abitata e fecondata dallo Spirito Santo. Il suo mistero è quello di essere Madre.

 

3.Come Maria, ogni donna misericordiosa è plasmata dallo Spirito del Signore

 

Maria è Madre della Misericordia lo è perché lo Spirito Santo «la Persona-Amore» «la Persona – Dono» per esprimerci come Giovanni Paolo II, ha plasmato in lei le «viscere di misericordia» che la rendono tanto sollecita verso le necessità degli altri.

 

Come si comporta Maria, quale madre di misericordia. La osserviamo che accorre per un soggiorno di misericordioso servizio presso Elisabetta, la sua cugina anziana in attesa di Giovanni Battista. Ma non basta. Eccola attenta ai guai degli sposi a Cana in un momento in cui difficilmente altri si sarebbero accorti del loro disagio. Soprattutto qui Maria esprime la misericordia come un fatto di quotidianità e la esprime come un possibile tipico atteggiamento della donna continuamente rinnovata in Cristo. Lo Spirito Santo aveva formato in lei la natura umana del Cristo, legandola al Figlio con i più intimi legami del sangue, dell’anima e, appunto di Se stesso: Spirito Vivificante.

 

Dallo Spirito Santo, Maria ricevette la forza di «conservare tutto nel suo cuore», come donna eminentemente orante; da Lui, a Cana, fu ispirata a dire ai servi quelle parole programmatiche per un’intera esistenza: «Fate tutto quello che Egli (Gesù) vi dirà».

 

Così la donna potrà essere davvero esempio di misericordia nella famiglia, nel mondo del lavoro, nelle relazioni umane e sociali e, soprattutto, nella comunità cristiana se assumerà con piena consapevolezza questo suo essere unita in modo singolare allo Spirito Santo.

 

E sarà donna «misericordiosa» nella misura in cui, si lascerà plasmare e guidare da Lui, indicando all’uomo che la via della pace e della salvezza passa attraverso le direttive date da Gesù Cristo nel suo Vangelo: fare, cioè, tutto quello che è scritto in esso, tutto quello che ci dice il Signore meditante le molteplici forme di comunicazione con noi, che sono la parola di Dio, la Chiesa, le sofferenze del mondo e il creato entro il quale siamo, viviamo ed operiamo.

 

Come Maria, alle nozze di Cana, pronunciò quelle parole dopo essersi messa dalla parte degli sposi e averne sposato in certo senso il disagio, così la donna potrà esortare l’uomo a fare quel che dice Gesù, ad accogliere in pieno il Vangelo, se prima esplicherà il suo carisma essenzialmente materno.

La donna ha una precisa missione di essere madre sia da un punto di vista biologico che spirituale. La maternità della donna, trova oggettivo e pieno riscontro nella maternità di Maria, Madre di Dio.

 

Per poco che si rifletta, appare evidente come sia tipico di questo carisma materno avere «antenne» per tutto quello che è richiamo d’un dolore, d’una fame e sete, d’una incompiutezza, d’un anelito spesso anche soffocato; di avere antenne per ogni grido anche represso di paura, di angoscia, di frustrazione, di profondo disagio esistenziale. E questo avere «antenne» comporterà sempre una capacità di «simpatia» profonda nel senso etimologico del termine (patire con).

E anche qui la Vergine di Cana rimanda a quella del Calvario ed è un’unica entità di Mistero Materno, di Mistero di Misericordia.

 

4.Donna di misericordia nell’oggi della Chiesa e del mondo

 

Nella sua prima lettera Pietro (3,1-17) ha un’esortazione alle donne che mi pare molto importante nel contesto dell’anno giubilare della misericordia. La ritengono come una regola di vita, in questo tempo di grazia, che soprattutto le donne devono avere presente nella quotidianità, soprattutto nell’ambito della vita coniugale: 1Ugualmente voi, mogli, state sottomesse ai vostri mariti perché, anche se alcuni si rifiutano di credere alla parola, vengano dalla condotta delle mogli, senza bisogno di parole, conquistati 2considerando la vostra condotta casta e rispettosa. 3Il vostro ornamento non sia quello esteriore – capelli intrecciati, collane d’oro, sfoggio di vestiti -; 4cercate piuttosto di adornare l’interno del vostro cuore con un’anima incorruttibile piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio. 5Così una volta si ornavano le sante donne che speravano in Dio; esse stavano sottomesse ai loro mariti, 6come Sara che obbediva ad Abramo, chiamandolo signore. Di essa siete diventate figlie, se operate il bene e non vi lasciate sgomentare da alcuna minaccia. 7E ugualmente voi, mariti, trattate con riguardo le vostre mogli, perché il loro corpo è più debole, e rendete loro onore perché partecipano con voi della grazia della vita: così non saranno impedite le vostre preghiere. 8E finalmente siate tutti concordi, partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno, misericordiosi, umili; 9non rendete male per male, né ingiuria per ingiuria, ma, al contrario, rispondete benedicendo; poiché a questo siete stati chiamati per avere in eredità la benedizione. 10Infatti: Chi vuole amare la vita e vedere giorni felici, trattenga la sua lingua dal male e le sue labbra da parole d’inganno; 11eviti il male e faccia il bene, cerchi la pace e la segua, 12perché gli occhi del Signore sono sopra i giusti e le sue orecchie sono attente alle loro preghiere; ma il volto del Signore è contro coloro che fanno il male.  13E chi vi potrà fare del male, se sarete ferventi nel bene? 14E se anche doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi sgomentate per paura di loro, né vi turbate, 15ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, 16con una retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di voi rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. 17E’ meglio infatti, se così vuole Dio, soffrire operando il bene che facendo il male”.

Teniamo presente che sulla scorta di S. Agostino, dei padri della Chiesa (soprattutto orientali) e dei mistici, oggi si tende a riscoprire il cuore in senso biblico come fondamento della persona umana non solo nella sua capacità affettiva, ma decisionale, nel suo immediato contatto con il Dio della vita.

 

Non a caso proprio alla donna è rivolta la parola di Pietro circa il ritorno a cuore.

 

Fa eco alla sapienza scritturistica quella di un autore moderno: Saint Exupéry che afferma: «Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi».

 

Sulla linea dunque del ritorno al cuore che è quella dell’interiorità e della misericordia deve muoversi un autentico rinnovamento della donna. E, si badi, non l’intimismo ma la profondità aiuterà la donna a realizzare, in modo creativo, una nuova e vigile e misericordiosa attenzione ai fratelli.

 

Dal cuore, da un’approfondita vita spirituale e materna, la donna potrà, anche all’interno della Chiesa, riqualificare il discorso sull’amore come dimensione della relazionalità, dall’abbandonare ogni forma di egoismo e imboccare la strada vera ed autentica  della gratuità per l’intera esistenza

 

Conclusione

 

Chiaramente, tutto questo sarà possibile, nella misura in cui il cuore della donna tende a diventare l’eco del cuore di Maria, Madre della misericordia.

Papa Francesco scrive a tale proposito:  ”Il pensiero ora si volge alla Madre della Misericordia. La dolcezza del suo sguardo ci accompagni in questo Anno Santo, perché tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio. Nessuno come Maria ha conosciuto la profondità del mistero di Dio fatto uomo. Tutto nella sua vita è stato plasmato dalla presenza della misericordia fatta carne. La Madre del Crocifisso Risorto è entrata nel santuario della misericordia divina perché ha partecipato intimamente al mistero del suo amore. Scelta per essere la Madre del Figlio di Dio, Maria è stata da sempre preparata dall’amore del Padre per essere Arca dell’Alleanza tra Dio e gli uomini. Ha custodito nel suo cuore la divina misericordia in perfetta sintonia con il suo Figlio Gesù. Il suo canto di lode, sulla soglia della casa di Elisabetta, fu dedicato alla misericordia che si estende « di generazione in generazione» (Lc 1,50). Anche noi eravamo presenti in quelle parole profetiche della Vergine Maria. Questo ci sarà di conforto e di sostegno mentre attraverseremo la Porta Santa per sperimentare i frutti della misericordia divina. Presso la croce, Maria insieme a Giovanni, il discepolo dell’amore, è testimone delle parole di perdono che escono dalle labbra di Gesù. Il perdono supremo offerto a chi lo ha crocifisso ci mostra fin dove può arrivare la misericordia di Dio. Maria attesta che la misericordia del Figlio di Dio non conosce confini e raggiunge tutti senza escludere nessuno. Rivolgiamo a lei la preghiera antica e sempre nuova della Salve Regina, perché non si stanchi mai di rivolgere a noi i suoi occhi misericordiosi e ci renda degni di contemplare il volto della misericordia, suo Figlio Gesù”(MV, 24).

COMMENTO ALLA IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – 31 GENNAIO 2016

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IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Domenica 31 gennaio 2016

 

L’INNO ALLA CARITA’ E ALLA MISERICORDIA

 

Commento di padre Antonio Rungi

 

Questa quarta domenica del tempo ordinario ci offre testi della parola di Dio, molto impegnativi da un punto di vista morale, soprattutto la seconda lettura, tratta dalla prima lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi, nella quale è presentato il celebre inno alla carità, che ben a ragione, in un contesto giubilare come quello che stiamo vivendo, possiamo definire l’inno alla misericordia. Approfondendo il testo, si comprende perfettamente quanto siamo lontani da questo stile di vita che dovrebbe essere tipico di ogni buon cristiano e di ogni uomo di buona volontà. Invece, molto spesso ci troviamo a parlare e ad inneggiare all’amore e alla carità, ma poi, nella vita quotidiana, non la viviamo affatto, non sappiamo immergerci nell’esperienza vera della tolleranza, del perdono e della misericordia. L’Apostolo Paolo ci fa comprendere l’importanza di questo tema centrale per un autentico cammino di conversione che chiunque vuole farlo, non può prescindere dal porsi con senso di responsabilità davanti al grande mistero del dono e del perdono.

Possiamo avere di tutto e di più nella vita, ma se non abbiamo amore, se non viviamo la carità, siamo campane stonate, che danno semplicemente fastidio al solo primo rintocco del loro dire. Quante prediche, in tutti gli ambienti, in ordine alla carità e all’amore, e poi nessuno, o poche persone, sanno vivere l’amore nel vero senso della parola, secondo un modello che Paolo Apostolo ci propone in questa sinfonia del cuore, che batte per un solo scopo: dono e perdono.La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”. Saper vivere in questa logica dell’amore e del perdono è sicuramente l’esperienza mistica più bella ed esaltante di ogni credente. Non un amore distorto e deviato, non un amore egoistico, fine a se stesso e interessato al proprio successo e alla propria carriera, ma un amore sincero, capace di entrare nelle maglie più intime e profonde della nostra personalità, spesso contorta e senza apertura alla relazione. Non bisogna aver paura di amare e di annunciare l’amore, di proclamarlo e gridarlo al mondo intero, di cantarlo con la stessa passione dello spirito con cui lo canta anche il profeta Geremia, nel brano della prima lettura della liturgia della parola di questa domenica di fine gennaio 2016.«Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni. Tu, dunque, stringi la veste ai fianchi, àlzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti di fronte a loro, altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro. Ed ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata, una colonna di ferro e un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese. Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti». Annunciare l’amore come via di salvezza e liberazione dell’uomo, schiavo di tante cose che lo rendono pauroso e dubbioso su molte questione, anche apparentemente banali ed insignificanti. Si ha paura di amare, di essere amati e soprattutto si ha terrore di annunciare l’amore ogni giorno, con la gioia nel cuore di chi incontra il Signore e trova forza e coraggio per combattere e vincere la noia del quotidiano. Il coraggio vero ce l’ho dimostrato Gesù, che, durante la sua vita e nella sua attività pubblica, ha parlato dell’amore, ma ha vissuto nell’amore, perché è stato e continua ad essere dalla parte degli umili e degli ultimi. Non c’è vangelo dell’amore e della carità, se non passa attraverso la testimonianza di un profondo convincimento interiore che solo amando, si sogna e si spera, ma anche ci si impegna concretamente a dare un volto nuovo alla nostra storia. Gesù ci provò a farlo, partendo proprio dalla Sinagoga del suo Nazaret, ma ebbe forti resistenze, al punto tale che Egli stesso cita un antico proverbio (medico, cura te stesso) per dire che un profeta è rifiutato proprio tra i suoi e nella sua patria. Come è vera questa affermazione di principio, lo dimostra il fatto che i cristiani sono considerati, dal coloro che non credono, a partire dai familiari più stretti, alla capacità di ogni persona umana di riabilitarsi mediante il dono, il perdono e s l’amore. Di fronte alle parole di contestazione da parte di Gesù nei confronti dei falsi giusti di Israele, egli usa parole dure, che fanno scuola da sole:All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino”. Se una comunità non sa entrare in un vero dialogo d’amore, bisogna andare oltre, passare in altre zone, dove più sentita è l’accoglienza della parola di Dio. Se una persona non sa condividere vere esperienze di carità, fraternità, misericordia, si fa necessaria passare oltre, come fece Gesù con i suoi compaesani, per nulla aperti all’accoglienza.

Sia questa la nostra umile preghiera che rivolgiamo a Dio in questo giorno di festa: “Dio grande e misericordioso, concedi a noi tuoi fedeli  di adorarti con tutta l’anima e di amare i nostri fratelli  nella carità del Cristo”. Amen.



 

ITRI (LT). CONSACRATA LA CHIESA DELL’ANNUNZIATA

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Itri (Lt). Consacrata la Chiesa dell’Annunziata dopo i recenti restauri. La cerimonia presieduta dall’Arcivescovo D’Onorio. 

di Antonio Rungi 

Con una solenne liturgia di consacrazione, presieduta dall’arcivescovo di Gaeta, monsignor Fabio Bernardo D’Onorio, domenica 24 gennaio 2016, dalle 17.00 alle 19,15, è stata dedicata alla Madonna Annunziata, Ave Gratia Plena, la chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore in Itri, situato nel centro cittadino della storica comunità cristiana legata alla devozione alla Madonna della Civita.

Al solenne rito di consacrazione e dedicazione erano presenti: don Guerino Piccione, parroco, don Maurizio D’Arienzo, vicario parrocchiale; padre Emiddio Petringa, Rettore- Superiore del Santuario della Civita; padre Antonio Rungi, già superiore provinciale dei passionisti di Napoli ed attuale vice-superiore dei passionisti di Itri-Civita, i diaconi, i ministranti, tutto il popolo santo di Dio, accorso numeroso per lo storico evento per l’intera cittadina.

A rappresentare il Comune di Itri, l’attuale Commissario prefettizio, dottoressa Raffaella Vano. La liturgia è stata animata dalla schola cantorum parrocchiale, mentre l’intero rito è stato guidato dal cerimoniere vescovili.

Il rito è iniziato con l’apertura della porta della Chiesa Santa Maria Maggiore, dopo la preghiera iniziale recitata dall’arcivescovo davanti alla porta del tempio sacro. Poi l’ingresso in processione in chiesa e a seguire i vari riti previsti dal cerimoniale per tali eventi ecclesiali: la  benedizione dell’acqua e l’aspersione del popolo di Dio e delle pareti della Chiesa, il canto del gloria, la proclamazione della parola di Dio, l’omelia del Vescovo.

Nella riflessione di monsignor D’Onorio sono stati evidenziati alcuni aspetti importanti del rito di consacrazione di una chiesa: l’altare, ove si celebra l’eucaristia e che è il punto di riferimento di tutta il tempio sacro; l’ambone per la proclamazione della parola di Dio; e la presidenza, luogo che fa riferimento al sacerdote o vescovo che presiede la celebrazione della messa o qualsiasi altra liturgia che si svolge in essa.

Dopo l’omelia, la cerimonia, tutta svolta dal vescovo, è entrata nel vivo con la chiusura dell’urna contenente le reliquie dei tre santi martiri posti sotto l’altare maggiore della Chiesa; la consacrazione dell’altare con vari segni e simboli; la consacrazione delle diversi croci in marmo poste nella navata centrale della Chiesa, l’accensione delle fiammelle sull’altare, l’incensazione e a seguire la preparazione dell’altare per la celebrazione della santa messa.

Il rito si è concluso con la processione del busto argenteo della Madonna della Civita, prelevato nella cappella laterale e portato nel presbiterio, dove il vescovo ha voluto donare alla Madonna della Civita una sua croce pettorale di particolare valore, collocandola sul petto di Gesù Bambino che la Madonna della Civita porta in braccio, nella storica immagine che la riproduce da oltre 1000 anni.

Una celebrazione molto raccolta e sentita da circa 400 fedeli presenti in chiesa e fuori del tempio, con la presenza del gruppo del’Unitalsi, della Protezione Civile, delle Forze dell’Ordine, della Polizia Municipale, dei rappresentanti di varie associazioni cattoliche e culturali della città.

A conclusione dell’intera cerimonia, don Guerino Piccione ha voluto ringraziare tutti coloro che in un biennio di attività hanno permesso di ristrutturale la chiesa, abbellendola ed arricchendola.

Un accenno non poteva mancare ai vari furti perpretati ai danni della Chiesa negli ultimi tempi, specialmente quello ha prodotto più danni da tutti i punti di vista.

Un ringraziamento speciale anche ai Padri Passionisti che hanno svolto il loro ministero nella Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore per tantissimi anni, ristrutturando e migliorando la chiesa più volte nel corso degli anni.

Tutta la cerimonia è stata ufficializzata con la firma del verbale dell’avvenuta consacrazione della Chiesa della Madonna Annunziata in Itri, il 24 gennaio 2016, alla presenza dell’arcivescovo, delle autorità religiose, civili e militari della città, nonché del popolo di Dio intervenuto per la fausta ricorrenza, che segnerà la storia di Itri e sicuramente rimarrà scolpita nella mente e nel cuore di chi vi ha partecipato con gioia, fede e devozione alla Madonna.

COMMENTO ALLA PAROLA DI DIO DI DOMENICA 24 GENNAIO 2016

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TERZA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
DOMENICA 24 GENNAIO 2016 

GESU’ GIUBILEO DELLA MISERCORDIA DEL PADRE

Commento di padre Antonio Rungi 

Nell’anno giubilare della misericordia, in questa terza domenica del tempo ordinario dell’anno liturgico, risuona con particolare significato la parola di Dio che ascoltiamo nella liturgia della santa messa di oggi. E’ nel testo del vangelo di Luca, che ci racconta della presenza di Gesù a Nazaret, nella sinagoga del paese dove ha vissuto la sua infanzia, fino al momento dell’attività missionaria, ove ha l’opportunità, come tutti gli israeliti di leggere la parola di Dio.  Gli capitò in quel sabato di leggere il testo del profeta Isaia, ben noto, in cui si parla appunto della venuta del messia, del tempo della liberazione ed anche dell’anno giubilare, l’anno in cui più potente si faceva e si fa il dono della misericordia verso tutti e verso gli ultimi, i poveri, i carcerati, coloro che erano e sono soggiacenti in ogni forma di schiavitù morale, spirituale materiale. Gesù si fa proprio quel testo profetico dell’Antico Testamento e lo adatta alla sua missione e alla sua presenza nel mondo. «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato», egli dice si realizza tutto quello che aveva detto il profeta. Ma cosa aveva previsto, prefigurato il grande profeta della libertà? Vedeva nella venuta del Signore il tempo della misericordia, della liberazione, del ritorno ad una vita davvero felice. «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». In verità anche il profeta Neemia, nel brano della prima lettura di questa domenica ci racconta della liturgia della parola di Dio, che si usava celebrare presso gli Israeliti. In gioco ci sono gli addetti alla proclamazione della parola del Signore, che, nel caso specifico, è il sacerdote Esdra, il quale “portò la legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere. Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d’intendere; tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della legge. Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l’occorrenza.  Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore”. L’importanza e la sacralità delle lettura della parola di Dio è ben nota presso il popolo d’Israele come è facile capire da questo testo. Il grande rispetto e la venerazione che si deve alla parola di Dio è accreditata in modo certo presso il nuovo popolo di Dio, la comunità cristiana che era assidua, fin dai primi tempi dopo la risurrezione di Cristo e la sua Ascensione al cielo e con l’invio dello Spirito Santo, nella lettura della parola di Dio e nell’insegnamento degli Apostoli. Anche le comunità cristiane come la comunità ebraica si nutrivano della parola di Dio e continuano a nutrirsi, attraverso varie forme di celebrazione della parola, tra cui eminentemente nella celebrazione della santa messa. La prima parte della celebrazione eucaristica è, infatti, dedicata alla liturgia della parola. Quella parola che abbiamo ascoltato e che insieme, anche in questa domenica, diventa cibo per le nostre anime e sulla quale meditiamo, riflettiamo e promettiamo di operare coerentemente con essa. E’ interessante, proprio attingendo dal testo della prima lettura di oggi, quale dignità avesse la parola di Dio presso il popolo di Israele e con quanta responsabilità, mansione ed attenzione ci si accostava ad essa specie nella proclamazione in pubblico dei testi sacri. Non ci si inventava lettori e come vengono detti, leviti, cioè addetti alla liturgia, ma si veniva formati alla proclamazione ufficiale ed in pubblica assemblea della parola di Dio. Infatti, i levìti leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura”. Come si vede la parola veniva proclamata e commentata: catechesi, omelie, spiegazione dei testi sacri hanno una storia che parte dagli ebrei, i nostri fratelli maggiori nella fede e gli specialisti della lettura della Legge di Dio e dell’antica alleanza. Nella lettura pubblica della parola di Dio non erano esclusi gli uomini politici, coloro che detenevano il potere. Infatti alla lettura è presente anche Neemia. I vari personaggi citati nel brano, e cioè  Neemìa, Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti,  ammaestravano il popolo dicendo a tutti i presenti: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». In poche parole è il sabato ebraico, divenuto la nostra domenica, giorno del Signore, durante il quale è dovere di tutti i credenti “fare festa ed abbandonare l’abito di lutto e del dolore”. Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge. Una festa che parte dall’ascolto della parola e si estende nella vita familiare e sociale. Non senza motivo  Neemìa disse al popolo dopo aver ascoltato la parola: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza». Fare festa con un lauto convito, ma anche far fare festa a chi era sprovvisto di cibo. Non è domenica se non solleviamo la sofferenza di chi sta nella necessità ed ha bisogno del cibo materiale. Questa è un dovere morale, oltre che un obbligo civile su tutta la terra. A nessuno deve mancare il cibo della festa, ma anche il cibo della quotidianità. Ma questo è un sogno che non si realizza, se tutti pensano a soddisfare il proprio stomaco senza considerare le necessità degli altri. Il giubileo che stiamo celebrando ci chiede espressamente di vivere ed attuare le opere di misericordia corporale e spirituale a partire da quel dar da mangiare agli affamati che deve entrare nel nostro sistema d vita e non solo di pensiero. Tutto questo sarà possibile anche per noi cristiani del XXI secolo che formiamo un corpo solo e ci sentiamo davvero Chiesa, operando come membra vive e vitali in essa, secondo quanto ci dice l’apostolo Paolo nel brano della seconda lettura di oggi: “Come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito. E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra”. Sia questa la nostra sentita e convinta preghiera nella domenica dell’ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani e alla vigilia della festa della conversione di San Paolo Apostolo: O Padre, tu hai mandato il Cristo, re e profeta, ad annunziare ai poveri il lieto messaggio del tuo regno, fa’ che la sua parola che oggi risuona nella Chiesa, ci edifichi in un corpo solo e ci renda strumento di liberazione e di salvezza”. Amen.

IL TESTO DELLA VIA CRUCIS PER LA QUARESIMA 2016 CON MEDITAZIONI DI P.RUNGI

VM8

VIA CRUCIS – QUARESIMA  2016

ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA

MEDITAZIONI DI PADRE ANTONIO RUNGI PASSIONISTA

 

INTRODUZIONE

La Quaresima di questo Anno Giubilare sia vissuta più intensamente come momento forte per celebrare e sperimentare la misericordia di Dio” (Papa Francesco, MV, 17).

L’anno giubilare della misericordia ci impegna personalmente ed ecclesialmente, come comunità di credenti, ad approfondire il tema della misericordia. 

La preghiera è lo strumento più importante per alimentare nella nostra vita un atteggiamento ed un comportamento davvero misericordioso, secondo il motto del Giubileo della Misericordia: “Misericordiosi come il Padre”.

La preghiera della Via Crucis vuole raggiungere mediante la pratica di essa, l’obiettivo di una vera conversione interiore e di un sincero atteggiamento misericordioso.

 

RITO INIZIALE

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen.

 

La Via della Croce è la via dell’amore e della gioia. Essa è un movimento del cuore dell’uomo incontro a Cristo e ai fratelli. E’ un cammino di conversione, penitenza e di gioia. Seguendo Cristo, percorriamo, infatti, l’itinerario del dolore che sboccia con la domenica della risurrezione.

 

Breve pausa di silenzio

 

Preghiamo.

O Dio, che hai redento l’uomo col sangue prezioso del tuo Figlio unigenito concedi a tutti noi la sapienza della croce per celebrare con fede i misteri della passione del tuo Figlio e gustare la dolcezza del tuo perdono. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

PRIMA STAZIONE

Gesù è condannato a morte

 

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 10-14

[Pilato] sapeva che i sommi sacerdoti gli avevano consegnato [Gesù] per invidia. Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perché egli rilasciasse loro piuttosto Barabba. Pilato replicò: “Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?”. Ed essi di nuovo gridarono: “Crocifiggilo!”. Ma Pilato diceva loro:” Che male ha fatto?”. Allora essi gridarono più forte: “Crocifiggilo!”. E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

 

MEDITAZIONE

L’inizio del cammino di misericordia, trova la sua prima tappa proprio nella condanna a morte di Gesù. Da lì inizia il cammino di Gesù verso la croce,  e la croce diventa lo strumento di redenzione e di misericordia. E’ importante per ogni cristiano seriamente intenzionato a fare un cammino di conversione, ripartire da questo momento del processo a Gesù. E davanti all’Ecce Homo, dolorante e sanguinante, riconoscere i propri peccati con umiltà. Chiedere perdono è l’atto più nobile di un cuore che tende alla vera misericordia.

E noi lo vogliamo fare sinceramente all’inizio di questa Via Crucis, con un sincera contrizione per i peccati commessi.

 

PREGHIAMO

O Dio, Padre nostro, effondi sempre più largamente in noi i benefici della tua redenzione e donaci di condividere la passione di Cristo per aver parte, un giorno, alla sua gioia nel santo paradiso. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Amen.

 

Padre nostro…

 

Stabat Mater dolorosa,

iuxta crucem lacrimosa,

dum pendebat Filius.

 

SECONDA STAZIONE

Gesù è caricato della Croce

 

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

Dal Vangelo secondo Marco 15, 16-20

Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la coorte. Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo. Cominciarono poi a salutarlo: “Salve, re dei Giudei!”. E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui.  Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

 

MEDITAZIONE

La via della misericordia, del cuore buono e dell’intelligenza aperta alla verità, la percorrono anche coloro che come Gesù si caricano sulle spalle le loro croci quotidiane, con dignità e rassegnazione alla volontà di Dio. Incontrare Gesù sulla via del Calvario ti cambia la vita in un istante e imbocchi un’altra strada. Non più la strada di Pilato, del Sinedrio e della gente sobillata da chi aveva interesse ad eliminare fisicamente Gesù, ma la strada del Signore, la strada del cuore, la strada dell’amore, che fa dono.

Signore indicaci sempre la tua strada e aiutaci a percorrerla con la gioia nel cuore e la tua stessa convinzione.

 

PREGHIAMO

O Dio, donaci spirito di carità e di pace perché l’offerta della vita, compiuta da Cristo a salvezza del mondo, si prolunghi nella memoria e nell’amore fraterno dei tuoi figli.

Per Cristo nostro Signore.

Amen.

 

Padre nostro…

 

Cuius animam gementem,

contristatam et dolentem

pertransivit gladius.

 

 

TERZA STAZIONE

Gesù cade per la prima volta

 

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

Dal libro del profeta Isaia. 53, 4-8

Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità… Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo.

 

MEDITAZIONE

La strada della misericordia è la strada che mette in discussione le proprie sicurezze ed evidenza le proprie debolezze e le proprie cadute. Gesù che cade sotto il peso dei peccati del mondo, è un Gesù che si rialza, per indicarci che la strada della misericordia non si arresta mai, va sempre più oltre fino alla salvezza finale.

Signore, sollevaci ogni volta che cadiamo sotto il peso dei nostri peccati e nel fango della miseria umana.

 

PREGHIAMO

Guarda, Dio onnipotente l’umanità sfinita per la sua debolezza mortale e fa che riprenda vita per la passione del tuo unico Figlio. Egli vive e regna per i secoli eterni.

R. Amen.

 

T. Padre nostro….

 

O quam tristis et afflicta

fuit illa benedicta

mater Unigeniti!

 

 

QUARTA STAZIONE

Gesù incontra sua Madre

 

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

Dal Vangelo secondo Luca. 2, 34-35. 51

Simeone parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima” …Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.

 

MEDITAZIONE

La via della misericordia fu Gesù per primo a percorrerla. A suo fianco e strettamente congiunto a Lui, fu Maria la sua madre. La via di Gesù fu una via di obbedienza e di sottomissione, prima di tutto a Dio Padre  e poi alle figure parentali che Dio stesso aveva scelto per accompagnare Gesù nella vicenda umana, terrena e storica. L’incontro di Gesù con la sua Madre, lungo la via del Calvario ci suggerisce di confidare sul ruolo di mediatrice di Maria, associata al mistero di Cristo, come cooperatrice.

Signore Gesù, mediante l’intercessione della Vergine Santa, aiutaci a comprendere il grande dono della fede.

 

PREGHIAMO

O Signore nel devoto ricordo della Beata Vergine Maria, data a noi come madre dolcissima presso la croce di Gesù tuo Figlio, aiutaci a completare in noi per la Santa Chiesa, ciò che manca alla passione di Cristo tuo Figlio.

Egli vive e regna per i secoli eterni.

Amen.

 

Padre nostro…

 

Quæ mærebat et dolebat

pia mater, cum videbat

Nati pœnas incliti.

 

 

QUINTA STAZIONE

Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la Croce

 

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 21-22

Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce.

 

MEDITAZIONE

La via della misericordia, Gesù la continua a percorrere da solo e in questo caso in compagnia, aiutato, contro la volontà di costui, da un uomo di Cirene costretto dai soldati a caricarsi della croce di Gesù. A volte le circostanze della vita e le situazioni ci pongono di fronte alle cose che non cerchiamo, ci fanno fare cose che non vorremmo fare, soprattutto nel male. Eppure le facciamo consapevolmente o inconsapevolmente.

Gesù ci aiuti a comprendere il grande dono di prendere le nostre croci e fare penitenza in sconto dei nostri peccati.

 

PREGHIAMO

Scenda su noi largamente, o Dio, la tua benedizione; nei misteri della passione redentrice, donaci di aprire il cuore alla salvezza conquistata da Cristo, nostro Signore e nostro Dio. Egli vive e regna per i secoli eterni.

R. Amen.

 

Padre nostro….

 

Quis est homo qui non fleret,

Matrem Christi si videret

in tanto supplicio?

SESTA STAZIONE

La Veronica asciuga il volto di Gesù

 

Dal libro del profeta Isaia. 53, 2-3

Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia.

 

MEDITAZIONE

La via della misericordia la sperimenta anche questa donna che asciuga il volto di Gesù, la Veronica. Anche lei da Gesù è chiamata a seguirlo sulla via della croce, del dolore e dell’amore che si fa oblazione e rinuncia a tutto per mettersi alla sequela di Lui. Non tutti i seguaci di Gesù saranno fedeli fino alla fine, ma anche chi non lo fu, ha trovato in Gesù il vero volto della misericordia, perché è il volto dell’amore e del perdono. La Veronica quel volto lo ha avuto in dono, un volto insanguinato, ma comunque il Volto Santo di Gesù, il volto della vera tenerezza e del perdono.

Signore insegnaci a non offendere il tuo volto santo e non aggiungere alto sangue al tuo volto già fortemente segnato dalla sofferenza.

 

 

 

PREGHIAMO

O Dio, tra le opere più mirabili è la rigenerazione dell’uomo; rendi vana l’azione del tentatore e spezza le catene mortali del peccato perché sia distrutta l’invidia che ci ha perduto e vinca l’amore che ci ha salvato.

Per Cristo nostro Signore.

 

Padre nostro..

 

Quis non posset contristári,

piam Matrem contemplári

doléntem cum Filio?

 

SETTIMA STAZIONE

Gesù cade per la seconda volta

 

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

Dal libro delle Lamentazioni. 3, 1-2. 9. 16

Io sono l’uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira. Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce… Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri… Mi ha spezzato con la sabbia i denti, mi ha steso nella polvere.

 

MEDITAZIONE

Anche nella seconda caduta, Gesù rivela il volto misericordioso del Padre, perché da quella caduta si rialza nuovamente e va avanti sulla strada del calvario. Anche per noi è la stessa cosa, se abbiamo la profonda convinzione che per quanto siamo peccatori, tutti i peccati Dio li perdona mediante il sangue di Gesù Cristo, versato sulla croce per la nostra salvezza e riconciliazione. Signore dacci la grazia di sempre rialzarci, anche quando le nostre forze spirituali ed interiori vengono meno e noi rimaniamo sempre gli stessi, senza nessun progresso di bontà e santità di vita.

 

 

PREGHIAMO

O Misericordioso  ed eterno Iddio, che hai dato come modello agli uomini il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce, fa’ che abbiamo sempre presente l’insegnamento della sua passione per partecipare alla gloria della risurrezione. Egli vive e regna per i secoli eterni.

Amen.

 

Padre nostro….

 

Pro peccatis suæ gentis

vidit Iesum in tormentis

et flagellis subditum.

 

OTTAVA STAZIONE

Gesù incontra le donne di Gerusalemme

 

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 28-31

Gesù , voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?”.

 

MEDITAZIONE

Gesù associa alla sua via della misericordia, altre figure che troviamo nel Vangelo, come le pie donne. In questa stazione della via crucis, come ci ricorda l’Evangelista Luca, Gesù chiede alle pie donne che incontra sulla via del calvario, di non piangere su di Lui, ma sui tanti peccati e miserie umane dei loro figli. La via della misericordia passa attraverso la via della responsabilità anche di madre e padri che non sanno, spesso, guidare in modo adeguato i propri figli sulla via della grazia. Chiediamo a Gesù che indichi a tutte le madri e i padri del mondo la strada per aiutare i figli a credere, ad amare e a sperare.

 

PREGHIAMO

Signore, non chiudere la porta anche se ho fatto tardi. Non chiudere la porta: sono venuto a bussare. A chi ti cerca nel pianto apri, Signore pietoso. Tu che vivi e regni nei secoli eterni.

Amen.

 

Padre nostro….

 

Tui nati vulnerati,

tam dignati pro me pati,

pœnas mecum divide.

 

NONA STAZIONE

Gesù cade per la terza volta

 

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

Dal libro delle Lamentazioni. 3, 27-32

È bene per l’uomo portare il giogo fin dalla giovinezza. Sieda costui solitario e resti in silenzio, poiché egli glielo ha imposto; cacci nella polvere la bocca, forse c’è ancora speranza; porga a chi lo percuote la sua guancia, si sazi di umiliazioni. Poiché il Signore non rigetta mai… Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo la sua grande misericordia.

 

MEDITAZIONE

La via della misericordia che Gesù percorre, la celebre via del Calvario, pone altri inciampi al Salvatore. Lungo quella via cade per tre volte e nella terza volta la caduta sotto il pesante legno della croce si fa più drammatica. Le forze sono all’estremo e le energie di riprendere il cammino quasi completamente esaurite. Eppure Gesù si rimette in piedi da solo o forse costretto a farlo dai soldati che lo scortano non per aiutarlo, ma per portare a compimento il mandato di Pilato della condanna a morte per crocifissione. In questo alto momento di sofferenza di Gesù comprendiamo maggiormente quanto sia grande in amore e misericordia il cuore di nostro Signore.

Signore aiutarci a rialzarci sempre dalle nostre debolezze materiali e spirituali e sostienici Tu lungo il cammino del nostro calvario quotidiano. Amen

 

PREGHIAMO

Dio ricco di misericordia, dona a tutti i credenti la salvezza operata dalla passione redentrice e infrangi per il tuo amore infinito i vincoli dell’antica condanna in cui ricadiamo continuamente a motivo della nostra fragilità. Per Cristo nostro Signore.

Amen.

 

Padre nostro….

 

Eia Mater, fons amoris,

me sentire vim doloris

fac, ut tecum lugeam.

 

DECIMA STAZIONE

Gesù è spogliato delle vesti

 

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

 

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 24

I soldati si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere.

 

MEDITAZIONE.

La via della misericordia è la via della povertà, dal distacco da ogni cosa. Le opere di misericordia spirituale e corporale ci ricordano quanto sia importante per i cristiani spogliarsi di tutto ciò che è vanità, è possesso materiale e soprattutto di quella sete di potere e di dominio che distrugge nell’essere umano l’immagine del Servo sofferente di Javhé, che portiamo impressa nei nostri cuori, perché siamo chiamati, con il nostro dolore e distacco dal mondo, a completare ciò che manca alla Passione del Signore.

 

PREGHIAMO

O Dio, che hai redento l’uomo con il sangue prezioso del tuo Figlio unigenito, a quelli che adorano la croce, concedi la liberazione dal peccato e la vita eterna che dalla stessa croce è per noi scaturita. Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

 

Padre nostro…

 

Fac ut ardeat cor meum

in amando Christum Deum,

ut sibi complaceam.

 

 

UNDICESIMA STAZIONE

Gesù è inchiodato sulla Croce

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 25-27

Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. E l’iscrizione con il motivo della condanna diceva: “Il re dei Giudei”. Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra.

 

MEDITAZIONE

La via misericordia non si arresta davanti alla crocifissione di Gesù, di fronte al bloccaggio materiale del Figlio di Dio, ormai inchiodato sul patibolo più ignominioso di tutti i temi. La misericordia divina cammina e si diffonde mediante la grazia e bontà di Dio che si estende fino ai confini del mondo e ingloba tutto il creato e tutte le creature.

Gesù donaci la forza di non rimanere inermi e fermi sulle nostre croci quotidiane, senza alimentare in noi la speranza e il sogno di un avvenire più a dimensione umana e divina.

 

PREGHIAMO

O Salvatore, sacerdote tu sei divenuto vittima; Redentore nostro ti sei fatto nostro prezzo: custodisci da tutti i mali coloro che tu hai redento. Tu che vivi e regni per i secoli eterni. 

R. Amen.

 

Padre nostro….

 

Sancta Mater, istud agas,

Crucifixi fige plagas,

cordi meo valide.

 

 

DODICESIMA STAZIONE

Gesù muore sulla Croce

 

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

 

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 33-34. 37. 39

Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì , Eloì , lema sabactà ni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?… Ed egli, dando un forte grido, spirò … Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio!”.

 

MEDITAZIONE

La via della misericordia sta per concludersi. Il luogo più forte da un punto di vista spirituale è proprio il Calvario, la Croce e soprattutto il Crocifisso, cioè Gesù il Figlio di Dio, condannato a morte da gente spietate e senza misericordia e cuore, Lui l’innocente vero e per sempre, si trova a perdonare tutti coloro che l’hanno condannato a morte. Dall’altare della croce oltre a perdonare i suoi crocifissori, perdona l’umanità intera e con il sangue che versa da quel patibolo infamante, nasce una nuova umanità, quella redenta da vero volto misericordioso di dio, che è Gesù Crocifisso.

Signore la tua morte sia per tutti noi una continua lezione a morire a noi stessi, al nostro orgoglio e ad allontanare da noi la via del male.

 

PREGHIAMO

O Padre, che ci hai ridato la vita eterna nella Pasqua del tuo Unigenito venuto a farsi condannare per nostro amore, rivolgi a lui i nostri cuori e la nostra vita perché sia mite con noi quando ci verrà a giudicare e ci unisca alla sua gloria di Salvatore risorto. Egli vive e regna per i secoli eterni. 

Amen.

 

Padre nostro…

 

Vidit suum dulcem Natum

morientem desolatum,

cum emisit spiritum.

 

TREDICESIMA STAZIONE

Gesù è deposto dalla Croce

 

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

 

 

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 42-43. 46

Sopraggiunta ormai la sera, Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il Regno di Dio, comprato un lenzuolo, calò il corpo di Gesù giù dalla croce.

 

MEDITAZIONE

La strada della misericordia trova la sua conferma nella deposizione dalla croce nel grembo misericordioso di Maria. Gesù morto è tra le braccia della sua madre. La misericordia di Cristo si fa tenerezza tra le braccia misericordiose di Maria.

Signore insegnaci ad aver misericordia di tutti e a perdonare tutti per amor tuo.

 

PREGHIAMO

Signore, che per la morte del tuo Figlio ci fai sperare nei beni in cui crediamo, fa’ che per la sua risurrezione possiamo giungere alla meta della nostra speranza. Per Cristo nostro Signore. 

Amen.

 

Padre nostro…

 

Fac me vere tecum flere,

Crucifixo condolere,

donec ego vixero.

 

 

 

QUATTORDICESIMA STAZIONE

Gesù è deposto nel sepolcro

 

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

 

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 46-47

Giuseppe d’Arimatea, avvolto il corpo di Gesù in un lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l’entrata del sepolcro. Intanto Maria di Magdala e Maria madre di Joses stavano ad osservare dove veniva deposto.

 

 

MEDITAZIONE

La via della misericordia è la via del silenzio della morte in attesa della vita nuova. Gesù che rimane per tre giorni nel sepolcro indica la strada maestra entro la quale dobbiamo camminare, nell’onestà, nella verità, nella purezza dei sentimenti e degli intenti. La chiesa sgorgata dal suo costato trapassato dalla lancia, con tutta la struttura sacramentale, è la struttura essenziale della misericordia divina nella quale crediamo e nella quale siamo chiamati a morire all’uomo vecchio e alle sue passioni ed aprirci all’uomo nuovo con una fede sincera nel vero Dio e non nei salsi dei ed idoli che noi ci costruiamo con le nostre mani, come gli Ebrei che si costruirono il vitello d’oro per adorarlo con atti idolatrici. Signore fa che deponiamo ogni veste di superbia ed orgoglio e con umiltà ti chiediamo di rianimarci spiritualmente dopo i nostri umani peccati. Amen

 

PREGHIAMO

Scenda, Signore, la tua benedizione su noi che abbiamo commemorato la morte del tuo Figlio nella speranza di risorgere con lui; venga il perdono e la consolazione, si accresca la fede, si rafforzi la certezza nella redenzione eterna. Per Cristo nostro Signore.

Amen.

 

Padre nostro….

 

Quando corpus morietur,

fac ut animæ donetur

paradisi gloria. Amen.

 

 

 

RITO DI CONCLUSIONE

 

Pater, Ave e Gloria secondo le intenzioni del Papa e per ottenere le indulgenze plenarie.

 

Scenda, Signore, la tua benedizione su noi che hai riscattato con la morte del tuo Figlio; venga il perdono e la consolazione, si accresca la fede, si rafforzi la certezza della redenzione eterna. Per Cristo nostro Signore.

Amen.

 

Il Signore, sia con voi.

E con il tuo spirito.

 

Vi benedica Dio onnipotente: Padre, Figlio e Spirito Santo.

Amen

 

Benediciamo il Signore.

Rendiamo Grazie a Dio

 

Canto finale

 

 

 

 

 

 

 

COMMENTO ALLA PAROLA DI DOMENICA 17 GENNAIO 2016

RUNGI2015

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

17 gennaio 2016 

“Il vino di Gesù e  di Maria per le nostre famiglie” 

Commento di padre Antonio Rungi 

Questo breve tempo dell’anno liturgico, detto ordinario, che viene prima della Quaresima, che inizia, quest’anno 2016, con il mercoledì delle ceneri, il 10 febbraio, dopo aver celebrato, domenica scorsa, prima domenica del tempo ordinario, il Battesimo di Gesù, ci troviamo con Gesù e Maria nella casa di una giovane coppia di coniugi che celebravano il matrimonio e al quale era stato invitato Gesù e la Madonna. Dovremmo pensare, dal momento che non si fa il loro nome, che fossero parenti o conoscenti di Gesù e della Madonna. C’erano anche gli Apostoli e quindi lo stesso Giovanni che ci racconta questo primo miracolo di Gesù.

Quello che successo durante la cerimonia festiva delle nozze, verso la fine, è descritto nel testo del vangelo di Giovanni, nel quale l’evangelista mette in risalto la figura del Cristo che, dietro insistenza della Madonna, compie il suo primo miracolo, dando, di fatto, avvio a tutta una serie di interventi a favore dell’umanità nel corso del suo ministero pubblico. Anche in questa circostanza viene esaltata la figura di Gesù come Figlio di Dio, anche se non era ancora giunta la sua ora, quella della piena rivelazione della sua divinità che coincide con la morte e risurrezione. L’altra figura è quella della Madonna che confida molto, nonostante la resistenza di Gesù, nel suo intervento per aiutare una coppia in difficoltà, all’inizio del loro cammino coniugale. Forse neppure loro se ne erano accorti che era finito il vino e quindi rischiava quel banchetto di gioia di trasformarsi in delle nozze di critiche, di insoddisfazione. E così che Gesù, per evitare una brutta figura a questi giovani sposi, interviene e trasforma l’acqua un vino, in un vino unico speciale che mai più al mondo è stato fatto e prodotto in un istante, senza aspettare maturazione di uva, vendemmia e poi tutto il processo naturale, che richiede, per avere un buon vino. Potemmo definire questo vino come il “vino di Gesù e di Maria”, fatto una sola volta e in un contesto ben preciso: quello della famiglia. Alcune riflessioni vanno fatte su questo singolare miracolo. Gesù trasforma l’acqua in vino. Come sappiamo il vino rimando all’eucaristia, all’ultima cena, quando Gesù istituisce il sacramento del suo corpo e del suo sangue. E’ evidente che c’è uno stretto rapporto tra questo miracolo, l’eucaristia e la passione, morte e risurrezione di Gesù. Questo miracolo avviene in un contesto di festa e di una festa di matrimonio. Segno evidente che la famiglia è il luogo privilegiato dell’amore naturale, nella quale la presenza di Cristo è assicurata in modo singolare. E si coglie in esso il sacramento del matrimonio benedetto dal Signore e sostenuto dalla sua presenza costante e vigilante. A conferma che il matrimonio, come tutti i sacramenti si celebrano in una comunità di credenti ed esprime la fede e la gioia di una comunità in festa. La presenza di Maria in questa e in altre circostanze non è affatto secondaria. Anzi potremmo dire strategica ed essenziale al fine di ottenere il primo miracolo. Anche in questa intercessione di Maria presso il suo Figlio vediamo quella che è la funzione di Maria per tutta la chiesa. Ella è la mediatrice delle grazie ed è la Madre della misericordia. Anche in questa specifica circostanza, la Madonna rivela tutto il suo cuore tenero di madre e chiede a Gesù di operare il miracolo, che poi di fatto viene compiuto da Gesù. Gli altri personaggi che sono citati nel brano del Vangelo hanno, anche loro un ruolo non secondario: dal maestro di tavola, agli inservienti, agli invitati, agli stessi sposi, ignari di tutto ciò che era avvenuto per intercessione di Maria e per l’azione di Gesù. Una delle espressioni di massima fiducia della Madonna nei confronti di Gesù è proprio quando si rivolge agli inservienti e dice loro «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». E cosa fecero? Gesù chiede di riempire le giare, con una capienza abbastanza elevata da 80 a 120 venti litri. Erano sei le giare. Volendo fare n calcolo esatto, visto che erano state riempite fino all’orlo, abbiamo 720 litri di vino eccezionale, unico: una cantina sociale aperta all’istante. Che fine abbia fatto quel vino, non si sa, non è raccontato. E’ detto semplicemente che dopo la trasformazione dell’acqua in vino, gli inservienti portarono il tutto al diretto di mensa. E come tutti i buoni direttori o sommelier, appena assaggiò quel vino, osservò, congratulandosi con la sposo che come lui non sapeva nulla, ma lo sapevano i portatori:  «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Tutta la struttura del miracolo, così come descritto e raccontato da Giovanni ha una finalità ben precisa, quella di rivelare la potenza di Cristo e suscitare la fede nei discepoli e nelle persone che seguivano Gesù. Infatti, scrive Giovanni, commentando il fatto: “Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui”.

Nei miracoli di Gesù possiamo cogliere due finalità teologiche: quella della rivelazione della sua divinità e quindi vere e proprie teofanie, e quella di suscitare una risposta di fede. Il miracolo, qualsiasi miracolo che viene dal cielo, per intercessione della Madonna o dei santi o ci confermano nella fede o la suscitano in quel momento, se si ha il cuore libero e la docilità allo Spirito per vedere in essi l’intervento divino. E di miracoli, ancora oggi, il Signore ne fa tantissimi, molte volte a noi sconosciuti, come fu ignoto il miracolo di Cana allo sposo, al direttore di mensa e agli invitati che bevvero quel vino di Gesù e di Maria.

La parola di Dio di questa domenica si arricchisce e ci arricchisce di altre considerazioni che non possono essere taciute: il coraggio di parlare per amore del popolo, superando ogni paura e timore, come ci ricorda la prima bellissima lettura di oggi, tratta dal profeta Isaia, il quale scrive una delle pagine più belle del suo libro: “Per amore di Sion non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo, finché non sorga come aurora la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come lampada”. Il riferimento alla figura del messia è quanto mai evidente ed esplicitata in modo certo ed è rapporta questa venuta ad una radicale trasformazione politica e religiosa di Israele, indentificata nella sua città simbolo, che era ed è Gerusalemme. Infatti “Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma sarai chiamata Mia Gioia e la tua terra Sposata, perché il Signore troverà in te la sua delizia e la tua terra avrà uno sposo”. L’esperienza terribile dell’esilio, dello stato di abbandono in cui versava il popolo di Dio, nei vari momenti difficili della sua storia, attraverso la voce dei profeti e specialmente di Isaia, la porta a sperare in colui che sarà davvero il salvatore, il messia atteso e che si indentifica nella persona di Cristo.

Un altro importante aspetto della parola di Dio lo cogliamo, oggi, nel testo della seconda lettura di oggi, estrapolato dalla prima lettera di san Paolo Apostolo ai Corinzi, dove si parla, dei carismi personali a servizio della Chiesa: “Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune”. Quali sono questi carismi aperti all’ecclesialità? Sono elencati dall’apostolo nel numero di nove con attinenza specifica al sapere, al parlare, all’interpretate  e all’operare: il linguaggio di sapienza; il linguaggio di conoscenza; la fede; il dono delle guarigioni; il potere dei miracoli; il dono della profezia, il discernimento degli spiriti; la varietà delle lingue; l’interpretazione delle lingue.

A conclusione della nostra riflessione sia questa la nostra preghiera: “O Dio, che nell’ora della croce  hai chiamato l’umanità  a unirsi in Cristo, sposo e Signore,  fa’ che in questo convito domenicale  la santa Chiesa sperimenti  la forza trasformante del suo amore,  e pregusti nella speranza  la gioia delle nozze eterne. Amen.

IL TESTO DI PADRE ANTONIO RUNGI DELLA VIA CRUCIS DELLA MISERICORDIA

rungi-informazioni

ANNO GIUBILARE DELLA MISERICORDIA

 

LA VIA DELLA CROCE-  VIA DELLA MISERICORDIA

“VIA MISERICORDIAE”

 

PREGHIERA E COMMENTI DI PADRE ANTONIO RUNGI

SACERDOTE PASSIONISTA

 

“La Quaresima di questo Anno Giubilare sia vissuta più intensamente come momento forte per celebrare e sperimentare la misericordia di Dio” (Papa Francesco, MV, 17)

 

L’anno giubilare della misericordia ci impegna personalmente ed ecclesialmente, come comunità di credenti, ad approfondire il tema della misericordia. Le modalità sono diverse, dalla catechesi, allo studio e alla preghiera. Molto spazio per raggiungere questo obiettivo è necessario dare alla preghiera,  soprattutto durante la Quaresima, tempo forte di revisione della propria vita, di pentimento e di riconciliazione.

La preghiera è lo strumento più importante per alimentare nella nostra vita un atteggiamento ed un comportamento davvero misericordioso, secondo il motto del Giubileo della Misericordia: “Misericordiosi come il Padre”.

La preghiera della Via Crucis della Misericordia con 15 stazioni nuove, intitolandola “La Via della Misericordia- Via Misericordiae”. E tale scopo vuole perseguire mediante la pratica quotidiana di essa, o almeno ai Venerdi, durante l’intera Quaresima 2016.

 

 

V- LA VIA CRUCIS DELLA MISERICORDIA  COMPOSTA DA PADRE ANTONIO RUNGI

(VIA MISERICORDIAE)

 

SCHEMA DELLE 15 STAZIONI DELLA VIA CRUCIS DELLA MISERICORDIA

 

01.Gesù Bambino accoglie i pastori nella grotta di Betlemme.

02. Gesù riceve i doni dai sapienti dell’Oriente.

03. Gesù a 12 anni tra i Dottori del Tempio.

04. Gesù rimane sottomesso ai suoi genitori, fino all’inizio della predicazione.

05.Gesù si ritira nel deserto per 40 giorni a pregare e a digiunare.

06. Gesù chiama i discepoli a seguirlo sulla via della croce.

07. Gesù accoglie il pentimento di Pietro, dopo i tre rinnegamenti.

08. Gesù incontra la sua Madre e le pie donne sulla via del Calvario.

09. Gesù perdona l’umanità mentre versa il suo sangue sulla croce per essa.

10. Gesù perdona il ladrone pentito e lo introduce con sé in Paradiso.

11. Gesù affida la Chiesa alla custodia della sua Madre dolcissima.

12.Gesù risorge dai morti e appare a Maria.

13. Gesù invia i discepoli a battezzare e a rimettere i peccati.

14. Gesù ascende al cielo, dove attende l’intera umanità.

15. Maria è assunta in cielo, come Madre di misericordia.

 

Introduzione

 

R. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

T. Amen.

 

R. Recitiamo il Credo apostolico

 

T. Io credo in Dio Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente, di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

 

R. Dio onnipotente, abbia misericordia di noi. Perdoni il nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.

T. Amen.

 

R. Il Signore c conceda il perdono e l’assoluzione dei nostri peccati e l’estinzione delle nostre pene.

 

T. Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia.

 

Dalla Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (Fil 2,5-8)

 

Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.

 

(Breve pausa di silenzio e riflessione)

 

Preghiamo: O Dio, Padre di immensa carità, la tua parola illumini il nostro cammino di conversione, soprattutto in questo tempo di grazia, che è il Giubileo della misericordia, e ci disponga a accogliere il dono del tuo amore e la comunione sempre più profonda con te ed i fratelli, nella piena consapevolezza che siamo peccatori ed abbiamo bisogno del tuo perdono. Per Cristo nostro Signore.

Amen.

 

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

 

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

Canto penitenziale

 

Prima stazione:  Gesù Bambino accoglie i pastori nella grotta di Betlemme.

 

Dal Vangelo di Luca (Lc 2, 8-19)

 

C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva:  «Gloria a Dio nel più alto dei cieli  e pace in terra agli uomini che egli ama».  Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.

 

Commento

 

L’inizio del cammino di misericordia, trova la sua prima tappa proprio nella grotta di Betlemme, Da l’ inizia la storia della salvezza, con la venuta di Gesù sulla terra. E’ importante per ogni cristiano seriamente intenzionato a fare un cammino di conversione, ripartire dalla grotta di Betlemme con grande umiltà e riconoscimento dei propri peccati e dei propri errori. Chiedere perdono è l’atto più nobile di un cuore che tende alla vera misericordia.

 

Padre nostro…..

 

Preghiamo – O Dio, che hai illuminato  con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo, la mente e il cuore dei pastori che andarono alla Grotta di Betlemme, concedi a noi, che sulla terra lo contempliamo nei suoi misteri, di partecipare alla sua gloria nel cielo. Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

 

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

 

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

Canto penitenziale

 

Seconda stazione: Gesù riceve i doni dai sapienti dell’Oriente.

 

Dal Vangelo di Matteo (Mt 2, 1-12)

 

Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: «Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo». All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele.

Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: «Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».  Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

 

Commento

La via della misericordia, del cuore buono e dell’intelligenza aperta alla verità, la percorrono anche i Re Magi. Nell’incontro con Gesù a Betlemme, guidati dalla stella, essi provarono una grande gioia e fecero ritorno per un’altra strada. Non più la strada di Erode, la strada della ragione, ma la strada del Signore, la strada del cuore, la strada della fede.

 

Padre nostro…..

 

Preghiamo – O Dio, che  con la guida della stella, hai rivelato alle genti il tuo unico Figlio, conduci benigno anche noi, che già ti abbiamo conosciuto per la fede, a contemplare la grandezza della tua gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

T. Amen

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

 

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

Canto penitenziale

 

Terza stazione:  Gesù a 12 anni tra i Dottori del Tempio.

 

Dal Vangelo di Luca (Lc 2, 41-50)

 

I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l’usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero le sue parole.

 

Commento

Anche per i dottori della Legge, l’incontro con Gesù, nel Tempio di Gerusalemme, cambiò il loro modo di pensare, li mise sicuramente in cristi, aprì loro un’altra prospettiva di valutazione del divino e del rivelato, fino a quel momento. Con Gesù tutto cambia in meglio, tutto viene portato a perfezione e compimento. La strada della misericordia è strada che mette in discussione se stessi e le presunte verità possedute, e non sempre in modo coerente co i testi sacri, per aprire il cuore all’intelligenza della fede nel Signore, morto e risorto per noi.

 

Padre nostro…..

 

Preghiamo – O Dio, che illumini ogni uomo che viene in questo mondo,  fa’ risplendere su di noi la luce del tuo volto,  perché i nostri pensieri siano sempre conformi alla tua sapienza  e possiamo amarti con cuore sincero. Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

 

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

 

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

Canto penitenziale

 

Quarta stazione: Gesù rimane sottomesso ai suoi genitori, fino all’inizio della predicazione.

 

Dal Vangelo di Luca (Lc 2,51-52)

 

Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

Padre nostro…..

 

Commento

La via della misericordia fu Gesù per primo a percorrerla. A suo fianco e strettamente congiunto a Lui, fu Maria la sua madre, ma anche san Giuseppe, il padre putativo. Il ritorno a Nazaret, dopo l’esperienza della permanenza a Gerusalemme, fu improntato a massimo rispetto dell’autorità dei suoi genitori, riconosciuti dalla legge. La via di Gesù fu una via di obbedienza e di sottomissione, prima di tutto a Dio Padre  e poi alle figure parentali che Dio stesso aveva scelto per accompgnare Gesù nella vicenda umana, terrena e storica.

 

Preghiamo – O Dio che nella Santa Famiglia ci hai dato un vero modello di vita, fa’ che per intercessione del tuo Figlio Gesù, della Vergine Madre e di San Giuseppe camminiamo tra le varie vicende del mondo, sempre orientati ai beni eterni.   Per Cristo nostro Signore.

T. Amen

 

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

 

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

Canto penitenziale

 

Quinta stazione: Gesù si ritira nel deserto per 40 giorni a pregare e a digiunare.

 

Dal Vangelo di Luca (Lc 4,1-13)

 

Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo». Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: «Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; sta scritto infatti:  Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi ti custodiscano;  e anche:  essi ti sosterranno con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra».  Gesù gli rispose: «E’ stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo». Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.

 

Commento

La via della misericordia, Gesù la continua a percorrere, quando prima di iniziare il suo ministero pubblico, si ritira nel deserto a pregare e a digiunare. La sua Quaresima è modello della nostra Quaresima, intesa come tempo, per noi, di purificazione, pentimento, riconciliazione e ripresa di un cammino che, molto spesso, peccati di ogni tipo bloccano con una certa continuità e persistenza. Gesù ci aiuti a comprendere il grande dono di ritirarsi in preghiera e fare penitenza in sconto dei nostri peccati.

 

Padre nostro…..

 

Preghiamo – O Dio, che conosci la fragilità della natura umana ferita dal peccato, concedi al tuo popolo di proseguire con la forza della tua parola il cammino giubilare, per vincere le seduzioni del maligno e giungere alla sua conclusione pienamente convertiti e rinnovati nello Spirito. Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

 

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

 

 

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

Canto penitenziale

 

Sesta stazione: Gesù chiama i discepoli a seguirlo sulla via della croce.

 

Dal Vangelo di Luca (Lc 5, 1-11)

 

Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.   Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore». Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

 

Commento

La via della misericordia la iniziano a percorrere anche i primi dodici apostoli che Gesù chiama con se per seguirlo sulla via della croce, del dolore e dell’amore che si fa oblazione e rinuncia a tutto per mettersi alla sequela di Lui. Non tutti saranno fedeli fino alla fine, ma anche chi non lo fu, ha trovato in Gesù il vero volto della misericordia, perché è il volto dell’amore e del perdono.

 

Padre nostro…..

 

Preghiamo – O Dio, che ispiri e compi ogni santo proposito, guida il tuo popolo sulla via della salvezza eterna, e fa’ che i tuoi figli, che si sono consacrati a te abbandonando ogni cosa per seguire Cristo casto, povero e obbediente, con piena fedeltà servano te, nostro Padre, e la comunità dei fratelli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

T. Amen

 

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

 

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

Canto penitenziale

 

Settima stazione: Gesù accoglie il pentimento di Pietro, dopo i tre rinnegamenti.

 

Dal Vangelo di Luca (Lc 22, 54-62)

 

Dopo averlo preso, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Siccome avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno, anche Pietro si sedette in mezzo a loro. Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva fissandolo disse: «Anche questi era con lui». Ma egli negò dicendo: «Donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei di loro!». Ma Pietro rispose: «No, non lo sono!». Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito, pianse amaramente.

 

Commento

Il primo apostolo a sperimentare, con Gesù in vita, la gioia del perdono di Cristo, fu l’Apostolo Pietro, il capo del collegio apostolico che Gesù aveva scelto per essere da guida agli altri e su cui avrebbe poggiato la struttura visibile della sua chiesa. Invece Pietro che aveva promesso a Gesù di dare la vita per lui, proprio durante il processo lo rinnega per tre volte. Poi si pente amaramente, sfoga con pianto la sua consapevolezza di essere debole, fragile e in parte anche vile. Ma Gesù non lo rimprovera, lo perdona e conferma a Pietro, dopo la risurrezione, il compito di guidare la chiesa. Quale atto di misericordia più grande, poteva esistere per quest’uomo, semplice pescatore della Galilea che aveva fondato tutto sulle sue forze interiori!

 

Padre nostro…..

 

Preghiamo – Manda su di noi, Signore, il tuo santo Spirito, perché apra i nostri occhi alla contemplazione del tuo volto; purifichi con la penitenza i nostri cuori e conducendoci all’incontro con il tuo Figlio ci trasformi in sacrificio a te gradito per lodare la tua misericordia e dare testimonianza al tuo Nome santo. Per Cristo nostro Signore.

T.Amen

 

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

 

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

Canto penitenziale

 

Ottava stazione:  Gesù incontra la sua Madre e le pie donne sulla via del Calvario.

 

Dal Vangelo di Luca (Lc 23, 27-29)

 

Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato.

 

Commento

Gesù associa alla sua via della misericordia, altre figure che troviamo nel Vangelo. Alla sua dolcissima Madre aveva chiesto la collaborazione fin dal momento dell’annunciazione. E maria diede il suo sì generoso e convinto all’Angelo Gabriele, come poi questo sì lo rinnovò spesso durante la vita del suo Figlio. Ma in questa stazione della via della misericordia, come ci ricorda l’Evangelista Luca, Gesù chiede alle pie donne che incontra sulla via del calvario, di non piangere su di Lui, ma sui tanti peccati e miserie umane. La via della misericordia passata attraverso la via della responsabilità anche di madre e padri che non sanno, spesso, guidare in modo adeguato i propri figli sulla via della grazia. Chiediamo a Gesù che indichi a tutte le madri e i padri del mondo la strada per aiutare i figli a credere, ad amare e a sperare.

 

Padre nostro…..

 

Preghiamo- Dio onnipotente ed eterno, conforto degli afflitti, sostegno dei tribolati, ascolta il grido dell’umanità sofferente, perché tutti si rallegrino di avere ricevuto nelle loro necessità il soccorso della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore.

 

T. Amen

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

 

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Canto penitenziale

 

Nona stazione: Gesù perdona l’umanità mentre muore sulla croce

 

Dal Vangelo di Luca (Lc 23, 33-34)

 

Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno».

 

Commento

La via della misericordia sta per concludersi. Il luogo più forte da un punto di vista spirituale è proprio il Calvario, la Croce e soprattutto il Crocifisso, cioè Gesù il Figlio di Dio, condannato a morte da gente spietate e senza misericordia e cuore, Lui l’innocente vero e per sempre, si trova a perdonare tutti coloro che l’hanno condannato a morte. Dall’altare della croce oltre a perdonare i suoi crocifissori, perdona l’umanità intera e con il sangue che versa da quel patibolo infamante, nasce una nuova umanità, quella redenta da vero volto misericordioso di dio, che è Gesù Crocifisso.

 

Padre nostro…..

 

Preghiamo- Ricordati, Padre, della tua misericordia; santifica e proteggi sempre questa tua famiglia, per la quale Cristo, tuo Figlio, ha versato il suo sangue sulla croce, in riscatto dei  peccati dell’intera umanità. Per Cristo nostro Signore.

T. Amen

 

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

 

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Canto penitenziale

 

Decima stazione:  Gesù perdona il ladrone pentito e lo introduce con sé in Paradiso.

 

Dal Vangelo di Luca (Lc 23, 39-43)

 

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!».  Ma l’altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena?  Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».

 

Commento

Il primo vero pentito della storia della salvezza che ha avuto accesso diretto e immediato al paradiso nel momento stesso che moriva Gesù fu il buon ladrone, crocifisso alla destra del Signore. La via della misericordia prende la direzione del perdono e della conversione, possibile a tutti e in tutti i momenti della nostra vita. Nessuno è escluso dalla misericordia divina, purché ci sia un sincero pentimento del male commesso in quasi istante della nostra esistenza. L’indulgenza plenaria per le colpe commesse e le pene di scontate si può ottenere in modo particolare in questo anno giubilare dedicato da Papa Francesco alla misericordia. Chiediamo perdono per ottenere perdono.

 

Padre nostro…..

 

Preghiamo – Dio onnipotente e misericordioso, guidaci al possesso della gioia eterna,  perché l’umile gregge dei tuoi fedeli  giunga con sicurezza accanto a te,  dove lo ha preceduto il Cristo, suo pastore. Egli è Dio e vive e regna nei secoli dei secoli.

T. Amen

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

 

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

Canto penitenziale

 

 

Undicesima stazione: Gesù affida la Chiesa alla custodia della sua Madre dolcissima.

 

Dal Vangelo di Luca (Lc 19, 25-27)

 

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

 

Commento

La via della misericordia è richiesta di attuarla e viverla anche nella Chiesa, che Gesù stesso istituisce nel momento che sta per morire. E proprio in questo momento più alto ed importante della redenzione umana, che Gesù dalla Croce affida la sua Chiesa alla custodia di Maria. La sua Madre diventa la nostra Madre, la Madre di tutta l’umanità, la Madre della divina misericordia alla quale possiamo rivolgere il nostro sguardo in qualsiasi momento della nostra vita e soprattutto nell’ora della nostra morte. Maria ci apra la porta della misericordia divina, prendendoci per mano e accompagnandoci in Paradiso.

 

Padre nostro…..

 

Preghiamo – O Padre, che accanto al tuo Figlio, innalzato sulla croce, hai voluto presente la sua Madre Addolorata: fa’ che la santa Chiesa, associata con lei alla passione del Cristo, partecipi alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore.

T. Amen

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

 

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

Canto penitenziale

 

Dodicesima stazione: Gesù risorge dai morti e appare a Maria.

 

 

Dal Vangelo di Giovanni ( Gv 20, 11-18)

 

Maria invece stava all’esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro! Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto.

 

Commento

La strada della misericordia trova la sua conferma nella risurrezione dai morti di nostro Signore. Da quel momento sappiamo benissimo che tutto quello che il Signore aveva detto, trova riscontro nell’abbattimento delle barriere della morte naturale e di qualsiasi altra morte, soprattutto quella spirituale, dalla quale, come scriveva e pregava Francesco D’Assisi, noi chiediamo al Signore di salvarci: Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no ‘l farrà male.

 

Padre nostro…..

 

Preghiamo – O Padre, che per mezzo del tuo unico Figlio, hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna, concedi a noi, che facciamo memoria della Pasqua di risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, di essere rinnovati nel tuo Spirito, per rinascere nella luce del Signore risorto. Egli è Dio e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo. Per tutti i secoli dei secoli.

T. Amen

 

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

 

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Canto penitenziale

 

Tredicesima stazione: Gesù invia i discepoli a battezzare e a rimettere i peccati.

 

Dal Vangelo di Giovanni (Gv 20, 19-23)

 

La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».

 

Commento

La via della misericordia è la via della missione. Gesù che invia gli apostoli a predicare, a battezzare e a guarire ogni sorta di malattia ed infermità, indica la strada maestra entro la quale deve camminare, nell’onestà nella verità, nella purezza dei sentimenti e degli intenti, la chiesa sgorgata dal suo costato trapassato dalla lancia, con tutta la struttura sacramentale, che è la struttura della misericordia divina con l’assoluta certezza della fede, che lì c’è Dio.

 

Padre nostro…..

 

Preghiamo – O Dio, tu vuoi che tutti gli uomini siano salvi  e giungano alla conoscenza della verità;  guarda quant’è grande la tua mèsse  e manda i tuoi operai,  perché sia annunziato il Vangelo a ogni creatura;  e il tuo popolo, radunato dalla parola di vita  e plasmato dalla forza dei sacramenti,  proceda nella via della salvezza e dell’amore. Per Cristo nostro Signore.

T. Amen

 

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

 

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Canto penitenziale

 

Quattordicesima stazione: Gesù ascende al cielo, dove attende l’intera umanità.

 

Dal Vangelo di Luca (Lc 24, 50-53)

 

Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

 

Commento

La via della misericordia continua nel tempo e nello storia con l’assistenza divina che Gesù assicura, inviando sugli Apostoli lo Spirito santo nel giorno di Pentecoste,  che li fortifica nella loro missione di evangelizzazione, dopo che Lui ascende al cielo tra canti di gioia e di speranza. Una chiesa in cammino è una chiesa che si fa messaggera di misericordia nel nome di un Dio che in Gesù Cristo ci ha rivelato il volto più bello del suo essere, che è Amore.

 

Padre nostro…..

 

Preghiamo – Esultiamo di santa gioia,  per il mistero dell’Ascensione al cielo di nostro Signore, poiché in Gesù Cristo asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a Lui, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria. Egli vive e regna nei secoli, dei secoli.

T. Amen.

 

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

 

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

Canto penitenziale

 

 

Quindicesima stazione: Maria, assunta in cielo, è Madre di misericordia.

 

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (Ap 11,19; 12,1-6.10)

 

Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza.  Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio. Allora udii una voce potente nel cielo che diceva: «Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo».

 

Commento

La via della misericordia ha anche un nome ben preciso che è la via di Maria, la via della Madre di Dio, la via mariana che passa attraverso tanti gesti di amore e misericordia che la Vergine Santa ha ottenuto dal suo Figlio a partire dalle nozze di Cana per continuare in eterno nella gloria e nella gioia dei cieli, dove Maria, in corpo ed anima, è stata assunta dal potente amore di Gesù, costituendola Madre della misericordia divina per l’intera umanità e in attesa del definitivo avvento del Figlio Dio sulla terra, che verrà a giudicare i vivi e i morti e separerà le pecore dalle capre nella cernita finale del giudizio universale, che farà in base alla carità e alle opere di misericordia corporale e spirituale.

 

Padre nostro…..

 

Preghiamo – Dio onnipotente ed eterno,  che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo e anima  l’immacolata Vergine Maria, madre di Cristo tuo Figlio,  fa’ che viviamo in questo mondo  costantemente rivolti ai beni eterni,  per condividere la sua stessa gloria.  Per Cristo nostro Signore.

T.Amen

 

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

 

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

Secondo le intenzioni del Sommo Pontefice e per ottenere le indulgenze plenarie.

 

Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre.

 

Preghiamo

 

(Si può recitare la Preghiera di Papa Francesco per il Giubileo)

 

Canto finale.

Itri (Lt). P.Rungi, teologo morale. Una nuova Via Crucis, la “Via della Misericordia”.

rungi-informazioni

COMUNICATO STAMPA

Itri (Lt). P.Rungi, teologo morale. Una nuova Via Crucis, la “Via della Misericordia”.

“L’anno giubilare della misericordia ci impegna personalmente ed ecclesialmente, come comunità di credenti, ad approfondire il tema della misericordia”, è quanto scrive, nella introduzione ad un nuovo sussidio di “Preghiere, norme e proposte di catechesi”, per l’Anno Giubilare della Misericordia, padre Antonio Rungi, sacerdote passionista della comunità del Santuario della Civita, in Itri, teologo morale, autore di vari opuscoli di carattere spirituale. “Le modalità sono diverse, dalla catechesi, allo studio e alla preghiera. Molto spazio per raggiungere questo obiettivo, in questo, mio contributo – scrive padre Rungi – è stato dato alla preghiera, che è lo strumento più importante per alimentare nella nostra vita un atteggiamento ed un comportamento davvero misericordioso, secondo il motto del Giubileo della Misericordia: “Misericordiosi come il Padre”. A poche ore dalla chiusura del tempo natalizio, al cui centro della nostra preghiera e della nostra riflessione c’è stato il mistero dell’Incarnazione, ad un mese esatto dall’inizio della Quaresima 2016, dell’Anno Giubilare, ho inteso  ristrutturare la preghiera della Via Crucis tradizionale, con 15 stazioni nuove, intitolandola “La Via della Misericordia- Via Misericordiae”. Le parole di Papa Francesco al riguardo sono adatte per tale scopo. Egli scrive:  “La Quaresima di questo Anno Giubilare sia vissuta più intensamente come momento forte per celebrare e sperimentare la misericordia di Dio”.La pubblicazione di questa nuova articolata preghiera viene effettuata in occasione della festa del Battesimo di Gesù, il 10 gennaio 2016, a 30 giorni dal mercoledì delle Ceneri.

V- LA VIA CRUCIS DELLA MISERICORDIA  COMPOSTA DA PADRE ANTONIO RUNGI

(VIA MISERICORDIAE)

SCHEMA DELLE 15 STAZIONI DELLA VIA CRUCIS DELLA MISERICORDIA

01.Gesù Bambino accoglie i pastori nella grotta di Betlemme.

02. Gesù riceve i doni dai sapienti dell’Oriente.

03. Gesù a 12 anni tra i Dottori del Tempio.

04. Gesù rimane sottomesso ai suoi genitori, fino all’inizio della predicazione.

05.Gesù si ritira nel deserto per 40 giorni a pregare e a digiunare.

06. Gesù chiama i discepoli a seguirlo sulla via della croce.

07. Gesù accoglie il pentimento di Pietro, dopo i tre rinnegamenti.

08. Gesù incontra la sua Madre e le pie donne sulla via del Calvario.

09. Gesù perdona l’umanità mentre versa il suo sangue sulla croce per essa.

10. Gesù perdona il ladrone pentito e lo introduce con sé in Paradiso.

11. Gesù affida la Chiesa alla custodia della sua Madre dolcissima.

12.Gesù risorge dai morti e appare a Maria.

13. Gesù invia i discepoli a battezzare e a rimettere i peccati.

14. Gesù ascende al cielo, dove attende l’intera umanità.

15. Maria è assunta in cielo, come Madre di misericordia.

Introduzione

R. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

T. Amen.

R. Recitiamo il Credo apostolico

T. Io credo in Dio Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente, di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

R. Dio onnipotente, abbia misericordia di noi. Perdoni il nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.

T. Amen.

R. Il Signore c conceda il perdono e l’assoluzione dei nostri peccati e l’estinzione delle nostre pene.

T. Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia.

Dalla Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (Fil 2,5-8)

Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.

(Breve pausa di silenzio e riflessione)

Preghiamo: O Dio, Padre di immensa carità, la tua parola illumini il nostro cammino di conversione, soprattutto in questo tempo di grazia, che è il Giubileo della misericordia, e ci disponga a accogliere il dono del tuo amore e la comunione sempre più profonda con te ed i fratelli, nella piena consapevolezza che siamo peccatori ed abbiamo bisogno del tuo perdono. Per Cristo nostro Signore.

Amen.

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Canto penitenziale

Prima stazione:  Gesù Bambino accoglie i pastori nella grotta di Betlemme.

Dal Vangelo di Luca (Lc 2, 8-19)

C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva:  «Gloria a Dio nel più alto dei cieli  e pace in terra agli uomini che egli ama».  Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.

Padre nostro…..

Preghiamo – O Dio, che hai illuminato  con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo, la mente e il cuore dei pastori che andarono alla Grotta di Betlemme, concedi a noi, che sulla terra lo contempliamo nei suoi misteri, di partecipare alla sua gloria nel cielo. Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Canto penitenziale

Seconda stazione: Gesù riceve i doni dai sapienti dell’Oriente.

Dal Vangelo di Matteo (Mt 2, 1-12)

Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: «Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo». All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele.

Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: «Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».  Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Padre nostro…..

Preghiamo – O Dio, che  con la guida della stella, hai rivelato alle genti il tuo unico Figlio, conduci benigno anche noi, che già ti abbiamo conosciuto per la fede, a contemplare la grandezza della tua gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

T. Amen

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Canto penitenziale

Terza stazione:  Gesù a 12 anni tra i Dottori del Tempio.

Dal Vangelo di Luca (Lc 2, 41-50)

I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l’usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero le sue parole.

Padre nostro…..

Preghiamo – O Dio, che illumini ogni uomo che viene in questo mondo,  fa’ risplendere su di noi la luce del tuo volto,  perché i nostri pensieri siano sempre conformi alla tua sapienza  e possiamo amarti con cuore sincero. Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Canto penitenziale

Quarta stazione: Gesù rimane sottomesso ai suoi genitori, fino all’inizio della predicazione.

Dal Vangelo di Luca (Lc 2,51-52)

Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

Padre nostro…..

Preghiamo – O Dio che nella Santa Famiglia ci hai dato un vero modello di vita, fa’ che per intercessione del tuo Figlio Gesù, della Vergine Madre e di San Giuseppe camminiamo tra le varie vicende del mondo, sempre orientati ai beni eterni.   Per Cristo nostro Signore.

T. Amen

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Canto penitenziale

Quinta stazione: Gesù si ritira nel deserto per 40 giorni a pregare e a digiunare.

Dal Vangelo di Luca (Lc 4,1-13)

Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo». Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: «Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; sta scritto infatti:  Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi ti custodiscano;  e anche:  essi ti sosterranno con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra».  Gesù gli rispose: «E’ stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo». Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.

Padre nostro…..

Preghiamo – O Dio, che conosci la fragilità della natura umana ferita dal peccato, concedi al tuo popolo di proseguire con la forza della tua parola il cammino giubilare, per vincere le seduzioni del maligno e giungere alla sua conclusione pienamente convertiti e rinnovati nello Spirito. Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Canto penitenziale

Sesta stazione: Gesù chiama i discepoli a seguirlo sulla via della croce.

Dal Vangelo di Luca (Lc 5, 1-11)

Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.   Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore». Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Padre nostro…..

Preghiamo – O Dio, che ispiri e compi ogni santo proposito, guida il tuo popolo sulla via della salvezza eterna, e fa’ che i tuoi figli, che si sono consacrati a te abbandonando ogni cosa per seguire Cristo casto, povero e obbediente, con piena fedeltà servano te, nostro Padre, e la comunità dei fratelli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

T. Amen

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Canto penitenziale

Settima stazione: Gesù accoglie il pentimento di Pietro, dopo i tre rinnegamenti.

Dal Vangelo di Luca (Lc 22, 54-62)

Dopo averlo preso, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Siccome avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno, anche Pietro si sedette in mezzo a loro. Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva fissandolo disse: «Anche questi era con lui». Ma egli negò dicendo: «Donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei di loro!». Ma Pietro rispose: «No, non lo sono!». Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito, pianse amaramente.

Padre nostro…..

Preghiamo – Manda su di noi, Signore, il tuo santo Spirito, perché apra i nostri occhi alla contemplazione del tuo volto; purifichi con la penitenza i nostri cuori e conducendoci all’incontro con il tuo Figlio ci trasformi in sacrificio a te gradito per lodare la tua misericordia e dare testimonianza al tuo Nome santo. Per Cristo nostro Signore.

T.Amen

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Canto penitenziale

Ottava stazione:  Gesù incontra la sua Madre e le pie donne sulla via del Calvario.

Dal Vangelo di Luca (Lc 23, 27-29)

Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato.

Padre nostro…..

Preghiamo- Dio onnipotente ed eterno, conforto degli afflitti, sostegno dei tribolati, ascolta il grido dell’umanità sofferente, perché tutti si rallegrino di avere ricevuto nelle loro necessità il soccorso della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore.

T. Amen

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Canto penitenziale

Nona stazione: Gesù perdona l’umanità mentre muore sulla croce

Dal Vangelo di Luca (Lc 23, 33-34)

Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno».

Padre nostro…..

Preghiamo- Ricordati, Padre, della tua misericordia; santifica e proteggi sempre questa tua famiglia, per la quale Cristo, tuo Figlio, ha versato il suo sangue sulla croce, in riscatto dei  peccati dell’intera umanità. Per Cristo nostro Signore.

T. Amen

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Canto penitenziale

Decima stazione:  Gesù perdona il ladrone pentito e lo introduce con sé in Paradiso.

Dal Vangelo di Luca (Lc 23, 39-43)

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!».  Ma l’altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena?  Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».

Padre nostro…..

Preghiamo – Dio onnipotente e misericordioso, guidaci al possesso della gioia eterna,  perché l’umile gregge dei tuoi fedeli  giunga con sicurezza accanto a te,  dove lo ha preceduto il Cristo, suo pastore. Egli è Dio e vive e regna nei secoli dei secoli.

T. Amen

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Canto penitenziale

Undicesima stazione: Gesù affida la Chiesa alla custodia della sua Madre dolcissima.

Dal Vangelo di Luca (Lc 19, 25-27)

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

Padre nostro…..

Preghiamo – O Padre, che accanto al tuo Figlio, innalzato sulla croce, hai voluto presente la sua Madre Addolorata: fa’ che la santa Chiesa, associata con lei alla passione del Cristo, partecipi alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore.

T. Amen

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Canto penitenziale

Dodicesima stazione: Gesù risorge dai morti e appare a Maria.

Dal Vangelo di Giovanni ( Gv 20, 11-18)

Maria invece stava all’esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro! Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto.

Padre nostro…..

Preghiamo – O Padre, che per mezzo del tuo unico Figlio, hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna, concedi a noi, che facciamo memoria della Pasqua di risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, di essere rinnovati nel tuo Spirito, per rinascere nella luce del Signore risorto. Egli è Dio e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo. Per tutti i secoli dei secoli.

T. Amen

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Canto penitenziale

Tredicesima stazione: Gesù invia i discepoli a battezzare e a rimettere i peccati.

Dal Vangelo di Giovanni (Gv 20, 19-23)

La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».

Padre nostro…..

Preghiamo – O Dio, tu vuoi che tutti gli uomini siano salvi  e giungano alla conoscenza della verità;  guarda quant’è grande la tua mèsse  e manda i tuoi operai,  perché sia annunziato il Vangelo a ogni creatura;  e il tuo popolo, radunato dalla parola di vita  e plasmato dalla forza dei sacramenti,  proceda nella via della salvezza e dell’amore. Per Cristo nostro Signore.

T. Amen

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Canto penitenziale

Quattordicesima stazione: Gesù ascende al cielo, dove attende l’intera umanità.

Dal Vangelo di Luca (Lc 24, 50-53)

Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Padre nostro…..

Preghiamo – Esultiamo di santa gioia,  per il mistero dell’Ascensione al cielo di nostro Signore, poiché in Gesù Cristo asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a Lui, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria. Egli vive e regna nei secoli, dei secoli.

T. Amen.

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Canto penitenziale

Quindicesima stazione: Maria, assunta in cielo, è Madre di misericordia.

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (Ap 11,19; 12,1-6.10)

Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza.  Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio. Allora udii una voce potente nel cielo che diceva: «Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo».

Padre nostro…..

Preghiamo – Dio onnipotente ed eterno,  che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo e anima  l’immacolata Vergine Maria, madre di Cristo tuo Figlio,  fa’ che viviamo in questo mondo  costantemente rivolti ai beni eterni,  per condividere la sua stessa gloria.  Per Cristo nostro Signore.

T.Amen

R. Abbi pietà di noi, Signore.

T. Abbi pietà di noi.

R. Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

T. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Secondo le intenzioni del Sommo Pontefice e per ottenere le indulgenze plenarie.

Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre.

Preghiamo

(Si può recitare la Preghiera di Papa Francesco per il Giubileo)

Canto finale.

Padre Antonio Rungi

COMMENTO ALLA FESTA DEL BATTESIMO DI GESU’ – 10 GENNAIO 2016

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FESTA DEL BATTESIMO DEL SIGNORE (ANNO C)

DOMENICA 10 GENNAIO 2016

IL BATTESIMO DI GESU’, EPIFANIA DELLA MISERICORDIA DI DIO

Commento di padre Antonio Rungi

La festa del Battesimo di Gesù, in questa seconda domenica del nuovo anno, e nell’anno santo della misericordia, in invita a riflettere sul tema della nostra rinascita spirituale, attraverso il sacramento del Battesimo che abbiamo ricevuto, per lo più, in tenera età, su decisione dei nostri genitori che hanno ritenuto, giustamente ed opportunamente, di far dono ai loro figli di quella stessa fede e di quella stessa grazia di cui avevano goduto loro, all’inizio della loro vita terrena. Nella preghiera iniziale di questa festa, la Colletta, preghiamo con queste parole: “Padre onnipotente ed eterno, che dopo il battesimo nel fiume Giordano proclamasti il Cristo tuo diletto Figlio, mentre discendeva su di lui lo Spirito Santo, concedi ai tuoi figli, rinati dall’acqua e dallo Spirito, di vivere sempre nel tuo amore”. In questa orazione chiediamo al Signore di vivere nel suo amore, di vivere, cioè, nella sua misericordia. Il battesimo che abbiamo ricevuto è stato il primo gesto di amore e misericordia da parte di Dio nei nostri riguardi, in base al quale Egli, mediante Gesù Cristo, ci ha elevati alla dignità di suoi figli adottivi. Gesù, infatti, ci ricorda l’apostolo Paolo nel brano della seconda lettura di oggi, tratto dalla lettera a Tito “ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone. Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, affinché, giustificati per la sua grazia, diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna”. Nel brano appena citato, Paolo parla appunto della misericordia di Dio che ci ha salvato dalla nostra condizione di peccato originale, mediante il lavacro di purificazione che il Battesimo, espresso dall’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo. In questa nuova dimensione ed esistenza improntata dalla grazia e alla soprannaturalità, noi camminiamo nel tempo, nell’attesa di quella vita eterna, di cui Cristo ci ha fatto eredi mediante la sua morte e risurrezione. Quel mistero pasquale nel quale veniamo immersi mediante il sacramento del battesimo. Noi siamo in continua costruzione, ricostruzione e ristrutturazione del nostro essere cristiani, indirizzati verso l’eternità. La nostra meta è nel cielo, ma si costruisci sulla terra, impegnandosi a vivere secondo gli insegnamenti del Vangelo che “ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo”. Questo nuovo stile di vita ci viene richiesto esplicitamente da una voce autorevole come quella di Giovanni Battista che, nuovamente, è in scena sul palcoscenico delle feste natalizie che si possono, a ben ragione, dire che si concludono qui. La figura di Giovanni riemerge anche in questa circostanza, non per far ombra o ostacolare l’ufficializzazione di chi era davvero il Figlio di Dio, ma per indicare in Gesù, il vero ed unico salvatore. Leggiamo, infatti, nel testo del Vangelo di Luca: “Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Il riferimento a Gesù Cristo, è chiaro. Il battesimo di Giovanni è un battesimo penitenziale e Gesù si assoggetta a tale liturgia penitenziale, per dare l’esempio. Ma è esattamente in quel momento che dal cielo una voce rivela la vera identità di quel giovane maestro che si abbandona nelle mani del precursore e per giunta suo cugino. Il Battesimo che Cristo ci donerà, nel mistero della sua Pasqua e Risurrezione, è un Battesimo di remissione del peccato originale, con il quale entriamo in questo mondo e che contraiamo per il fatto che apparteniamo al genere umano. In questa verità in cui camminiamo e di cui siamo convinti come cristiani, possiamo elevare al Signore l’inno di gioia che il profeta Isaia ha fissato in uno dei testi biblici più belli e significativi dell’Antico Testamento, proprio guardando, in prospettiva, a Gesù Cristo salvatore e redentore dell’uomo: «Consolate, consolate il mio popolo –dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati». Ed aggiunge parole di speranza per tutta l’umanità: Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri». Nella festa del Battesimo di Gesù, tutto questo è confermato dalla voce celeste che indica in Gesù Cristo il Figlio di Dio, l’Eletto, nel quale il Padre si è compiaciuto e mediante il quale esercita la sua misericordia nei confronti dell’umanità, bisognosa di salvezza e redenzione. Con il Salmista, ci rivolgiamo a Dio con questa preghiera di ringraziamento e di lode: Sei tanto grande, Signore, mio Dio! Sei rivestito di maestà e di splendore, avvolto di luce come di un manto, tu che distendi i cieli come una tenda.Mandi, Signore, il tuo spirito e con la tua misericordia rinnova la faccia della terra.