opinioni

Itri (Lt). Veglia Pasquale presieduta da padre Rungi al convento dei Passionisti

DSC04465.JPGDSC04433.JPGCirca 200 fedeli hanno partecipato questa seram dalle ore 21.00 alle 22,30, alla solenne Veglia Pasquale 2012 nel Chiesa dei Padri Passionisti ad Itri (Lt). A presiedere il solenne rito è stato padre Antonio Rungi, passionista della stessa comunità di Itri, coadiuvato dal diacono permanente padre Tonino Fiorelli. La liturgia è iniziata fuori la chiesa nello spiazzale antistante il convento dei passionisti, con la benedizione dei fuoco e l’accensione del cero pasquale. Poi la processione verso la Chiesa, l’accensione delle candeline dei fedeli, il canto del’Exultet o Preconio pasquale dal padre del diacono. Via via poi le varie letture bibliche previste dalla veglia, limitate alle tre più importanti. Poi il canto del Gloria e la lettura dell’epistola e il canto dell’Alluluja del Vangelo. A seguire la sentita e vibrante omelia di padre Rungi che più volte ha sottolienato come la Pasqua sia la festa della speranza, della gioia, dell’eternita, di tutto ciò che di positivo e bello possiamo attenderci dalla vita sia in questo mondo che nell’eternità. Dopo l’omelia la benedizione dell’acqua lustrale, con il rinnovo delle promesse battesimali e l’aspersione con la nuova acqua benedetta della numerosa assemblea dei fedeli presente in chiesa. Poi l’offertorio, la consacrazione eucaristica, la distribuzione della comunione a tutti i presenti ed infine i riti conclusivi con la benedzione solenne, la distribuzione dell’acqua benedetta da portare a casa e lo scambio degli auguri. Il tutto in un clima di grande fede e raccogliemento, vissuta dai presenti in un modo davvero encomiabile. La liturgia è stata animata dal suono dell’armonium e dai canti di tutta l’assemblea. A detta dei presenti, dopo tanti anni, anche al convento dei passionisti la solenne veglia pasquale è stata fatta con precisione, solennità e sentita partecipazione. Merito della comunità passionista, che ha acquisito nuovi elementi, del popolo di Dio che frequenta di più e maggiormente convinta il convento e di tutta l’organizzazione che ha messo al centro di questi giorni la liturgia fatta con precisione, dovizia e partecipazione, ma soprattutto con al solennità che merita il triduo pasquale e la stessa Pasqua.

Domani al convento le messe di Pasqua alle ore 8.00 del mattino e alle ore 18.00 del pomeriggio. Mentre le due parrocchie dei passionisti avranno varie celebrazioni di messe. S.Maria Maggiore: ore 7,30; 10.00; 11,30; 19.00. San Michele Arcangelo: 10.00; Madonna delle Grazie 11,30; San Michele Arcangelo ore 19.00. Suore Francescane Alcantarine, Casa di Riposo ore 8.00. Si annuncia una Pasqua densa di impegni sacerdotali per i tre sacerdoti e un diacono impegnati in questi giorni.

Il Sabato del silenzio e della riflessione!

quaresima-periodo-penitenziale.jpgimg-1301209990.jpgPer la Chiesa cattolica il Sabato santo è l’unica giornata nel corso dell’intero anno liturgico in cui i cristiani sono chiamati a vivere nel silenzio totale.

Silenzio riflessivo e meditativo.

 Silenzio interiore ed esteriore.

Silenzio di personale raccoglimento.

Silenzio per una sincera e corrispondente revisione della propria vita, davanti al sepolcro di Cristo morto per la nostra salvezza e per riscattarci dalla nostra condizione di peccato.

Abbiamo bisogno di fare silenzio dentro e fuori di noi. Troppo rumore, caos, troppo bisogno di farsi notare, di parlare, di dire la propria, a volte senza neppure dire qualcosa di sapiente e giusto in quel momento o sempre.

Il protagonismo prende il sopravvento rispetto alla ricerca dell’ultimo posto per pensare meglio a se stessi, per ritagliarsi uno spazio di vita, una vitalità nuova, in quanto stare a tu a tu con la propria coscienza, da un lato può metterci in crisi, perché vediamo tutta la nostra povertà, la nostra pochezza, se siamo in grado di carpirne le reali condizioni della nostra anima; dall’altro ci apre quello spiraglio di riascatto e di rinascita, senza il quale la nostra vita, pur nel silenzio, pur immersa nella meditazione e nella solitudine, ci porterebbe inevitabilmente verso la morte dell’anima, la morte del cuore, la morte delle relazioni vere.

Ecco il Sabato Santo è questo giorno in cui noi riflettiamo seriamente sul nostro passato e presente, ma soprattutto progettiamo il nostro futuro.

C’è chi questo futuro lo sogna, pensando a realizzare le cose materiali che ha in sospeso (la casa, la professione, la carriera, il successo) e chi invece pensare a realizzare un vita gradita a Dio, dando una svolta completa alla sua vita priva di senso e solo proiettata nel tempo.

Non sempre a fare questi discorsi di proiezione verso l’eterno e il futuro sono i discepoli preferiti del Signore, quelli che nella sua vita, ma anche nella sua morte e risurrezione stettero più vicino a lui, nonostante i tradimenti, i rinnegamenti e gli abbandoni, ma sono sempre di più quelli che erano e sono lontani da Dio e vanno alla spasmodica ricerca di Lui, attraverso la scienza e il ragionamento, attraverso un incontro fortuito con i sapienti nella fede di oggi, che sono di ogni grado e condizione sociale o posti in essere nella gerarchia ecclesiale o nel popolo di Dio.

Questi cercatori di Dio spesso si imbattono in superficiali modi di intendere e vivere la fede, mentre vanno alla ricerca di persone credenti e credibili non solo per quello che dicono, ma per quello che effettivamente fanno nella vita.

Non si può affermare con convizione di fede che Cristo è morto per noi per poi non fare un gesto d’amore nel nome di Cristo per chi soffre e si trova nel bisogno.

Non si può affermare che Cristo è davvero risorto dai morti se poi il cristiano continua a vivere da morto, senza produrre quei frutti di vita e di risurrezione che lo portano a guardare avanti, nonostante la croce e la sofferenza del momento, in quell’orizzonte di un Dio eterno, che ci ha preparato un posto nel suo Regno.

Il mio Regno non è di questo mondo aveva detto a Pilato durante il processo. Ma Pilato, come tanti uomini in tutte le istituzioni umane e religiose che amano il potere, non poteva comprendere, come non comprendono coloro che amano sedere sulle poltrone di ogni genere e non ne sanno ridiscendere, perché privi di quella vera autorità che nasce e si sviluppa in un cuore che ama e dona se stessi agli altri.

Gesù poteva ben dire che il suo Regno non era di quaggiù, ma di lassù. perchè quaggiù nonostante che Cristo sia morto e risorto, ancora si è legati ai poteri temporali di ogni genere, dimentichi del fatto che con la morte, con la discesa nel sepolcro non poteremo con noi nessun potere se non quello dell’avere amato con cuore sincero.

Quell’amore che ci aprirà sicuramente la strada della risurrezione in questo mondo, ma soprattuto ci aprirà la strada di quella Pasqua eterna che non dobbiamo mai perdere di vista, anche se oggi siamo nella condizione di chi è in attesa di quella risurrezione; mentre sosta o è costretto a sostare un pò di più davanti al sepolcro del Signore.

Un giorno o mille anni, mille anni o un giorno davanti a Dio che ama la vita ed attende che ci riscattiamo dalla morte del cuore valgono un nulla, perchè a contare davanti a Lui è solo e soltanto quell’uomo redento per amore e nell’amore, in quella sua Pasqua, che è la nostra Pasqua.

Buona meditazione in questo giorno di silenzio e di attesa, carico di speranza per tutti noi e per l’intera umanità. Ci aiuta a farlo anche il tempo meteorologico messo come si dice “in passione”, non essendoci sole, ma solo nuvole e oscurità, nonostante che il giorno sia avanzato.

La Pasqua 2012 non venga invano, ma sia occasione per tutti di un vero riscatto personale, morale, ecclesiale e sociale a livello mondiale.

Dalla Via Crucis alla Via Lucis

Foto-0113.jpg“Oltre la chiesa della croce, c’è la chiesa della risurrezione, della rinascita”, è quanto ha detto padre Antonio Rungi, missionario passionista, durante la predica del Venerdì, tenuta nel convento dei passionisti di Itri (Lt), davanti ad un folto gruppo di fedeli venuti per partecipare alla solenne liturgia dell’adorazione della Croce, alle ore 16.00 di venerdì 6 aprile 2012.  Con padre Rungi ha condiviso la preghiera padre Antonio Coppola, per due anni parroco di Santa Maria Maggiore in Itri.  “La chiesa della croce  ha sottolineato il sacerdote- è la comunità cristiana, è l’insieme di tutti i fedeli che hanno a cuore il bene dell’umanità alla luce del Cristo Crocifisso e risorto che – debole ma potente – lotta per gli ultimi del mondo. Essa non disarma anche se sperimenta che, finché dura la storia, è ancora potente il dominio del «principe di questo mondo». Ed ha aggiunto “la Chiesa della croce muore misticamente due volte, dando la propria vita disinteressatamente, e ricevendo in cambio irrilevanza ed emarginazione, nella misura della sua fedeltà.  La chiesa della croce sa accettare le sfide e sconfitte, ma non si ferma ai piedi del crocifisso, non resta bloccata sul calvario a piangere su se stessa, sui i propri mali, sui mali del mondo, va avanti, guarda oltre, vede il sepolcro vuoto, vive di risurrezione continua. Oggi è attraversata da una profonda crisi, come ha ricordato il Papa Benedetto XVI, una profonda crisi di fede, che riguarda tutti, da cui si può e si deve uscire sviluppando un insegnamento adeguato che parta proprio dalla rivalutazione del grande dono di Gesù Crocifisso. I dubbi, le incertezze, la non dimostrabilità del mistero, la ricerca affannosa di cavilli per mettere in discussione verità assodate da tempo, non fanno altro che confermarci nell’idea che solo una vera e profonda fede nel Cristo Redentore dell’uomo, questa umanità può uscire dalle difficoltà di oggi e di sempre. Difficoltà che evidenziano lo stato di morte, di buio, di notte, di solitudine in cui tanti uomini si trovano perché sono senza Dio, lo hanno allontanato dalla loro vita. Noi vogliamo uscire da questa buia notte di solitudine, che non porta speranza, noi vogliamo entrare nella luce della risurrezione di Cristo, che è la nostra risurrezione”. Ed ha concluso: “La Chiesa della croce, diventa la chiesa della risurrezione, la chiesa del Calvario si trasforma nella chiesa della luce infinita e radiosa del Cristo Risorto. Ora siamo nella chiesa della croce, domani, è questa è la speranza di ogni vero cristiano, passeremo alla chiesa della gioia, della luce, della vita, della risurrezione in Cristo. E’ l’augurio che facciamo a ciascuno di voi e che diventi realtà a partire da questo Venerdì Santo che porta il senso già la Domenica della risurrezione”. La cerimonia religiosa ha fatto registrare una buona partecipazione di fedeli, nonostante l’orario alquanto presto. Tutti i fedeli presenti hanno partecipato con fede, zelo, raccoglimento ai vari momenti della celebrazione: la liturgia della parola, l’omelia, la preghiera universale elevato al Signore da padre Rungi e padre Coppola, lo svelamento della croce e l’adorazione della stessa fatta con particolare devozione e con calma da tutti i fedeli ed infine la partecipazione alla comunione eucaristica in coincidenza anche del primo venerdì del mese, dedicato al Cuore di Gesù, il cuore trafitto di Cristo. In serata la processione di Cristo Morto e dell’Addolorata, partendo dalla Chiesa parrocchiale di S.Maria Maggiore e attraversando l’intera città. Oggi i passionisti guidano pastoralmente l’intera città di Itri e il Santuario della Civita, oltre ad avere la loro residenza nel convento, posto nella zona dei cappuccini. Evidente quindi la specifica incidenza del carisma di San Paolo della Croce in questa zona e nelle zone limitrofe, per la prolungata attività apostolica, missionaria e pastorale dei passionisti in oltre 60 anni di presenza ad Itri-città e di 26 anni di presenza al Santuario mariano della Civita, situato in collina a circa 15 Km dal centro urbano.

Buona Pasqua 2012

ris1.jpg

Pasqua, il sorriso di Dio e della vita

Una pietra rotolata via,
un sepolcro vuoto
senza più il mio Dio.

Tu, Signore della vita,
non sei più lì,
nel sepolcro scavato nella fredda roccia,
non sei tra coloro che giacciono nelle tenebre
e nell’ombra della morte.

Tu sei vivo e glorioso in mezzo noi,
con la potenza dell’amore,
che distrugge ogni morte nel cuore.

Tu sei la Luce vera, che illumina la vita.
Tu sei la risurrezione e  la primavera della nuova vita.
Tu sei il sorriso di Dio, il sorriso dell’umanità, della vita oltre la vita.
Tu sei il Cristo, risorto, la vera Pasqua della storia.

In te, Dio della vita,
noi ritroviamo il senso più vero della vita,
la speranza oltre le sconfitte temporanee,
della nostra esistenza quotidiana.

Ritroviamo la gioia di vivere
e la certezza di un avvenire
che non avrà più fine.

Tu, Redentore dell’uomo,
liberaci dal male oscuro di ogni morte,
che ottenebra la luce della risurrezione,
e chiude il nostro cuore al vero amore
per Te, nostro Signore,
e per ogni fratello e sorella,
immagine del tuo volto crocifisso e risorto.

Tu sorriso di Dio e sorriso della vita
aiutaci a capire e a vivere con il tuo stesso sorriso
e con la stessa gioia che promana da Dio.
Amen.

Padre Antonio Rungi

Marcianise (Ce). Precetto pasquale per l’Associazione nazionale dei Carabinieri

madonna-immacolata.jpgSarà padre Antonio Rungi, religioso della comunità passionista di Itri (Lt) a presiedere, domenica 25 marzo 2012, alle ore 11,30 la solenne celebrazione eucaristica nella chiesa di Maria SS.Assunta dei Pagani in Marcianise, in occasione dell’annuale precetto pasquale per gli ex-carabinieri, i loro familiari e simpatizzanti, organizzati nell’associazione nazionale dei carabinieri, guidata dal maresciallo, in pensione, luogotenente, il Cavaliere Davide Morrone. Si tratta di un appuntamento annuale che è molto atteso e sentito da tutti i membri dell’associazione e dalla comunità parrocchiale dell’Assunta, guidata saggiamente da 50 anni dallo zelante sacerdote diocesano, della diocesi di Caserta, don Alfonso Marotta. Come tutti gli anni questo è il momento per tutti gli aderenti all’associazione di accostarsi al sacramento della confessione e dell’eucaristia e prepararsi spiritualemente alla santa Pasqua, ormai imminente. L’associazione nazionale dei carabinieri di Marcianise conta oltre 100 soci ed anni svolge un’intensa attività associativa, caritativa, culturale e spirituale. Guidata da presidente Morrone in questi anni i membri sono stati in varie parti d’Italia e dell’Europa in pellegrinaggio: così a Fatima e Santiago di Compostela lo scorso agosto 2011, così a Lourdes nel maggio del 2010 ed altri luoghi della spiritualità e del culto mariano. La sede dell’associazione si trova nei pressi della parrocchia di Maria Ss.Assunta a pochi metri dai frati minori ed è punto di riferimento soprattutto per gli ex-carabinieri oggi in pensione che continuano a svolgere una molteplice attività sul territorio. Ad essi sono associati i familiari, gli amici e simpatizzanti per costituire un gruppo davvero affiatato ed omogeneo, al cui centro c’è prima di tutto la pratica religiosa e spirituale conforme alla chiesa e al magistero. Da oltre 10 anni è padre Antonio Rungi l’assistente spirituale dell’associazione, sempre presente nelle varie circostanze, soprattutto spirituali e religiose, dando il suo valido contributo di idee e di proposte per la crescita della stessa associazione. Per domenica 25 marzo tutti insieme per il Precetto Pasquale e l’agape della fraternità

Isola del Gran Sasso (Te). Celebrazioni per i 150 anni della morte di San Gabriele dell’Addolorata.

5412_teramo_san_gabriele_dell_addolorata.jpgDSC04260.JPGDSC04264.JPG

 

 

 

 

 

 

Isola del Gran Sasso (Te). 150 anni dalla morte di San Gabriele dell’Addolorata

 

Il 27 febbraio 1862, nel Ritiro dei Passionisti dell’Isola del Gran Sasso (Teramo), dove viveva in attesa di essere ordinato sacerdote nella Congregazione della Passione di Gesù Cristo, fondata da San Paolo della Croce, nel XVIII secolo, a soli 24 anni moriva il giovane studente passionista, Francesco Possenti, in religione Gabriele dell’Addolorata, oggi il santo del sorriso, compatrono della gioventù italiana e uno dei santi più amati e venerati al mondo.

 

Per ricordare questo straordinario avvenimento storico, ma soprattutto di fede, la Congregazione dei Passionisti, la Provincia religiosa della Pietà, che comprende le regione del Centro-Est dell’Italia, la comunità dei passionisti dell’Isola del Gran Sasso, unitamente alla Diocesi di Teramo, agli enti locali, associazioni, movimenti hanno organizzato un articolato programma di celebrazione per fare degna memoria dei 150 anni del transito di San Gabriele alla gloria del cielo.

 

“Sarà un 150° anniversario pieno di iniziative – annuncia Padre Natale Panetta, Rettore del  Santuario di San Gabriele – cioè di vita e di entusiasmo, di una vita piena e gioiosa come è stata quella vissuta dal giovane san Gabriele”.

 

Il Papa, Benedetto XVI, ha concesso, l’indulgenza plenaria a chi visiterà il santuario dal 27 febbraio 2012 al 22 settembre 2013. Le manifestazioni, infatti, continueranno fino al 14 novembre 2013.

 

Si inizia Il 26 febbraio 2012 che segnerà l’apertura ufficiale delle celebrazioni centenarie. Il 27 febbraio, festa del santo, alle ore 6.30 sarà solennemente celebrato il 150° anno della morte del Santo con la presenza del Superiore generale dei Passionisti, padre Ottaviano D’Egidio e del vescovo di Teramo, monsignor Michele Seccia. Il 27 febbraio si aprirà anche l’Anno giubilare speciale.

 

L’11 marzo sarà presente al santuario il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la cultura, che celebrerà la santa messa e quindi inaugurerà la mostra “Di annuncio in annuncio”, nella quale famosi artisti contemporanei rivisiteranno un’Annunciazione  del Rinascimento fiammingo che sarà esposta per la prima volta.

 

Il 12 marzo 12mila studenti delle superiori verranno al santuario a pregare il loro protettore a “100 giorni dagli esami”.

 

Dal 27 al 30 aprile ci sarà il raduno nazionale del movimento laicale passionista. Il 17 giugno il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia,  presiederà la messa delle ore 11, mentre il 18 giugno al santuario arriveranno da tutta Italia monache di clausura passioniste per un incontro di aggiornamento.

 

 A luglio-agosto arriveranno i grandi pellegrinaggi a piedi da varie parti d’Abruzzo, mentre il 29 luglio centinaia di motociclisti giungeranno da tutta Italia per la grande festa del motociclista guidata da monsignor Giulio Mencuccini, vescovo passionista missionario in Indonesia, conosciuto con il “vescovo della motocicletta”, in quanto in terra di missione si sposta sulla moto.

 

Nel mese di luglio aprirà i battenti la 15° edizione della Biennale internazionale d’arte sacra.

 

Il 21 agosto inizierà la 32° Tendopoli dei giovani, che raccoglie giovani da tutto il mondo, una mini giornata mondiale della gioventù nel nome del santo protettore dei giovani.

 

Il 26 agosto migliaia di pellegrini arriveranno per l’annuale festa popolare del santo, che culminerà con la solenne processione con l’urna del santo.

 

Nei mesi di settembre e ottobre altri grandi raduni (Unitalsi abruzzese, Unmil, Cori polifonici, ciclisti).

 

Il 23 settembre il santuario accoglierà in visita gli ottantaquattro partecipanti al Capitolo generale dei Passionisti, radunati a Roma da tutto il mondo.

 

Il 14 ottobre il card. Giovanni Battista Re presiederà la messa delle ore 11 nel giorno in cui si terrà il raduno delle confraternite del centro Italia.

 

Le manifestazioni continueranno anche nel 2013. Tra le principali quella del 1° settembre con la celebrazione dei 100 anni della rivista del santuario “L’Eco di san Gabriele”.

 

Il 14 novembre il 5° convegno di studi su “S.Gabriele e il suo tempo” segnerà la conclusione delle manifestazioni.  

 

Nel corso del 150° anniversario ci saranno altri pellegrinaggi guidati dai vescovi d’Abruzzo/Molise, Terni, Spoleto, Assisi, Macerata, Fermo, Camerino e altri.

 

Ci sarà anche il pellegrinaggio delle 22 parrocchie dedicate al santo in Italia. Insomma un 150° pieno di iniziative, cioè di vita e di entusiasmo, di una vita piena e gioiosa come è stata quella vissuta dal giovane san Gabriele.

 

Nave Concordia. No a telenovela, sì a soluzione del problema

nave3.jpgE’ proprio così. Ogni cosa che succede in Italia e nel mondo viene spettacolarizzato al punto tale che i fatti più drammatici diventano una telenovela con puntate e programmi su tutte le televisioni. Anche per la nave Concordia, della Costa Crociere, arenata all’Isola del Giglio che ha prodotto tanto dolore e sofferenza, è successo così. Da circa una settimana non si parla di altro e tutto converge su questa notizia. Tra cronaca nera, gialla, adesso emerge anche la cronaca rosa e il gossip. Di fronte all’immane tragedia di  11 morti, di oltre 20 dispersi, di una catastrofe ambientale annunciata, penso che sia più importante fare silenzio per ricostruire nella serietà il dramma che si è consumato in quella notte davanti all’Isola del Giglio su una nave da crociera che portava a bordo circa 5000 persone. A mano a mano stanno venendo fuori testimonianze di ogni genere, eroi di qualsiasi provenienza, ma sta di fatto che non è ancora chiaro tutta la dinamica dell’incidente. Ci vorrà del tempo e non penso che le trasmissioni televisive possono accelerare per giungere quanto prima alla verità. Forse ostacolano la stessa verità, perchè si frappongono tante idee e informazioni, tanti sospetti e giudizi che solo l’autorità giudiziaria è chiamata a verificare nella loro veridicità, ai fini di un processo civile e penale che pure dovrà trovare dei responsabili. Ecco noi ci auguriamo che d’ora in poi si faccia silenzio e chi deve parlare lo faccia nelle sedi competenti e comunicando ai magistrati tutto ciò che è utile ai fini dell’inchiesta e in un futuro del processo. Perché un processo ci sarà e ci auguriamo che non si cerca il caprio espiatorio di tutto un disastro, ma ognuno, mantenendo fede ai propri doveri ed uffici, si assuma la colpa o le colpe che ha per fare luce su una vicenda che sa dell’incredibile e dell’irreale. In questi giorni la liturgia della parola di Dio ci sta parlando di Davide e Golia, del piccolo uomo e del grande guerriero. Alla fine con un sasso ed una fionda Davide abbatte il possente Golia. Una roccia  visibile ad occhi nudi, ben nota ai naviganti e presente forse da millenni in questa zona dell’Isola del Giglio, davanti all’Argentario, è stata in grado di squarciare il ventre di un colosso come la nave da crociera Concordia. Questo sta a significare che le piccole cose possono abbattere le grandi.  Gli scogli dell’Isola del Giglio sono stati il sasso di Davide per bloccare il cammino di una delle navi da criciera più belle e rinomate al mondo, facendo parte della Famiglia Costa. Un nome di prestigio e un marchio di sicurezza ed affidabilità, una garanzia assoluta nel campo della marina civile, che dopo questo drammatico incidente certamente perderà molto sull’immagine e sulla sua sicurezza in mare. E non basta scaricare il proprio comandante e lasciarlo senza assistenza legale, costituendosi parte civile nel processo che si avvierà appena si concluderà l’inchiesta, per dire che non c’entra l’azienda, ma anche un’azienda così importante al mondo non si può lavare le mani e dire è colpa solo di chi comandava la nave in quel momento, dell’equipaggio a bordo e degli adetti ai lavori. In questa tragedia cognuno ha una sua parte di responsabilità che è bene ammettere. E di fronte all’ammissione delle proprie colpe resta solo una cosa da fare: essere più umili senza sfidare più di tanto non solo la scienza e la natura, ma l’intelligenza umana e se si vuole anche Dio stesso. L’uomo deve rientrare in se stesso e ammettere i propri limiti. Non può strafare in  nessun campo, perché prima o propria una reazione negativa arriverà. Noi non abbiamo da lodare degli eroi, né tantomeno attribuire degli encomi, ma semplicemente richiamare quelli che hanno sbagliato e riconoscore i meriti a chi ha operato con dovizia e generosità per salvare il salvabile e non fare di una tragedia una catastrofe di una porta immane. Certo 11 morti e oltre 20 dispersi sono già di per sé un’immane tragedia. Ma lì in quell’area marina dell’Isola del Giglio potevano morire in pochi minuti migliaia di persone se la nave fosse sprofondata in poco tempo. Forse anche in questa prova la mano di Dio è intervenuta per salvare la vita umana di tante persone, impegnando il cuore e le competenze di persone generose e coraggiose, che non sono, né devono essere visti come eroi, ma semplicemente uomini, veri uomini, perché del resto, chi non ha fatto il proprio dovere, è solo un quaqquaraqquà o uominicchio, come diceva qualcuno che sapeva benissimo distinguere le persone coraggiose da quelle pavide e vigliacche. Anche il Vangelo sa differenziare chi opera con perizia e per il bene, in quanto di sua competenza e dovere, da chi agisce rifuggendo il pericolo, o addirittura venendo meno ai propri doveri e ai ruoli: “Dovevamo fare quello che ci spetta fare. Siamo servi inuti e ogni cosa fatta per il bene degli altri non va ascritto al merito o all’eroicità della persona, ma alla persona umana e basta. Perché un vero uomo si mostra tale nel momento della prova, della sofferenza e del dolore,intervendo con cuore e generosità per salvare prima gli altri e poi se stesso.

La lista dei salvatori della nave Concordia nei prossimi giorni è destinata ad aumentare di numero, soprattutto se saranno premiati ufficialmente o messi ad esempio degli altri. E tutto questo è anche giusto da farsi. Ma ciò che è passato è passato, oggi avremo bisogno di altri eroi e uomini coraggiosi che sappiano risolvere in breve tempo una tragedia che rimane tale finquando la nave Concordia non sarà rimossa in massima sicurezza dal quel contesto e da quella situazione che produce angoscia e rabbia in Italia e nel Mondo, in quanto una simile tragedia si poteva evitare con la prudenza e la dovizia di tutti, compresi dei tanti passeggeri che erano a bordo e che davanti ai rischi di morire affogati nel mare hanno attuato la legge della sopravvivenza: mors tua, vita mea. Si salvi chi può. E chissà che i diversi morti e dispersi non siano il frutto di un atteggiamento come questo! O peggio di ordini sbagliati dati dai responsabili o collaboratori della nave.  Ecco perché è preferibile il silenzio e la preghiera, anche se chiediamo anche noi da queste pagine che si faccia chiarezza e soprattutto giustizia, in quanto i morti e dispersi hanno diritto di essere ripagati con il fare luce sul dramma che loro hanno vissuto e che continuano a vivere i loro congiunti, di cui nessuno parla, anche perché forse sono la maggior parte stranieri. Noi chiediamo silenzio, mentre la magistratura e le varie istituzioni facciano piena luce su tutto. Ma chiediamo pure che si portano a conclusione quanto prima le operazioni di recupero dei morti e dei dispersi e per la messa in sicurezza del Golia abbattuto e giacente nello stretto dell’Isola del Giglio. Gli scogli  del Giglio hanno abbattuto la potenza della nave da Crociera Concordia. Già il nome è tutto un progetto di vita. Che questo sia di insegnamento per il futuro sia in mare, che per terra e per cielo. I mezzi di trasporto sono una cosa seria e vanno guidati con prudenza, sapienza e competenza dagli addetti al mestiere, ma non da persone incompetenti o che si distraggono facilmente, causando pianti, drammi e sofferenze tra la gente.

P.Rungi. Un decalogo anti-recessione di ispirazione cristiana

DSC06285.JPG Ha colto l’occasione dal testo del Vangelo di questa domenica, in cui si celebra la Dedicazione della Basilica Lateranense, nel quale Gesù scaccia dal tempio di Gerusalemme i cambiavalute, i commercianti, i venditori e quanti abusavano della generosità degli altri, per elaborare “un decalogo anti-recessione di ispirazione cristiana, finalizzato a fronteggiare la situazione economica di crisi mondiale in cui si trovano soprattutto i Paesi più sviluppati, tra cui l’Italia”.

Così padre Antonio Rungi, teologo morale campano, offre iò suo contributo di idee sul grave problema dell’economia mondiale alla luce dell’insegnamento sociale della Chiesa cattolica. “L’aumento costante dei poveri nel nostro Paese, la crisi delle borse e la perdita costante di denaro in Italia e nel Mondo stanno mettendo a rischio l’economia e il risparmio degli italiani, ma anche –sottolinea padre Rungi- la possibilità di accedere al credito per poter sopravvivere o comunque svolgere le attività produttive. Bisogna dare a questo gravissimo problema una risposta condivisa da tutti, escogitando un sistema di difesa che deve guardare non solo all’immediato, ma anche al futuro. Il rischi di una recessione mondiale sono reali, anzi già siamo in questa situazione di disastro economico mondiale. Da qui il recupero di alcuni criteri etici fondamentali e di alcuni comportamenti individuali, collettivi e internazionali che possono ridurre o azzerare i rischi della recessione in atto e che potrebbe ulteriormente aggravarsi”.

Uno specifico codice di comportamento morale in campo economico viene pertanto richiamato all’attenzione di tutti “nella speranza –scrive padre Rungi- che anche idee e proposte come queste senza alcuna pretesa di essere esaustive e di rispondere a pieno a tutte le sfide possano contribuire alla risurrezione e rivitalizzazione dell’economia italiana e mondiale”.

 

1. Far sviluppare il senso di Dio e la trascendenza, nel rispetto di ogni persona umana e delle identità culturali e religiose.

 

 

2. Intervenire direttamente come fedeli laici nell’azione politica e nell’organizzazione della vita sociale, animando le realtà temporali di spirito cristiano ed umanitario.

 

 

3. Ridurre la miseria e lo sfruttamento economico, soprattutto dei più deboli ed indifesi

 

4. Superare il divario economico mondiale, tra nazioni ricche e povere. Non ci può essere alcuna divisione per motivi economici.

 

 

5. Rivedere i sistemi bancari, creditizi e di gestione del denaro privato e pubblico a livello nazionale e mondiale. No a qualsiasi speculazione, usura legalizzata ed aumenti di prezzi ingiustificati.

 

 

6. Attuare una vera e concreta solidarietà tra tutte le nazioni sia nel benessere che nel momento del bisogno, come quello che stiamo vivendo.

 

 

7. Bloccare i meccanismi perversi che ostacolano lo sviluppo dei paesi meno progrediti e che aspirano legittimamente al miglioramento.

 

 

8. Fare ogni sforzo per mobilitare le risorse verso obiettivi di sviluppo morale, culturale ed economico, ridefinendo le priorità e le scale di valori, a partire dai più poveri.

 

 

9. Riformare le istituzioni economiche e finanziarie internazionali perché possano promuovere rapporti equi con i paesi meno sviluppati. Nessuna supremazia in campo economico, ma collaborazione e condivisione tra tutte le economie del mondo.

 

 

10.  Sostenere lo sforzo dei paesi poveri che sono alla ricerca del loro sviluppo, della loro autonomia e della loro autodeterminazione. In un mondo globalizzato o ci salviamo insieme o anneghiamo insieme nel mare della recessione  mondiale.