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P.Rungi. Inflazione della comunicazione. Diamoci tutti delle regole.

Rungi-computer.JPGIn occasione della festa di San Francesco di Sales, protettore della stampa cattolica, che ricorre domani, 24 gennaio, padre Antonio Rungi, teologo morale, giornalista, direttore di Presenza Missionaria Passionista, in una Nota personale, sostiene che “l’infazione delle informaizoni genera confusione, relativismo comunicativo e spesso falsificazione della verità. Se da un lato la rete telematica ha permesso di ampliare lo spazio informativo e di partecipazione democratica alla costruzione della comunica globale, dall’altro ha messo in essere di gravi pericoli per la stessa autentica, libera e certa comunicazione. C’è il rischio di non aver fiducia in nulla e in essuno ed anche i media tradizionali che si erano acquistati sul campo, per serietà di lavoro, per professionalità degli editori, dei giornalisti, delle aziende della comunicazione, oggi non sono più credibili. Alcuni giornali, riviste, tv, radio, siti, net work che erano il vangelo della comunicazioni globale o nazionale, oggi registrano una evidente crisi di credibilità. Anche il prodotto confesionato sia a livello di stampa che on-line lascia molto a desidare nelle cura dell’impaginato, dei testi e soprattutto della forma e modalità di presentare le tematiche. Non più veri giornali, né vere tv o radio, né veri siti per comunicare, ma grandi e onnicmprensivi contenitori della notizia e dell’informazione che non fanno più notizia. La vera notizia oggi la si cerca – continua padre Rungi- tra i contatti personali ed amicale dei network sociale. Sono in queste nuove piazze virtuali che si costruisce l’informazione più immediata e le notizie più certe, perché il contatto con chi scrive e parla on-line o sulle chat è un contatto tra persone, che, nella sincerità dei rapporti umani, quando non sono falsificate le identità e cnon ci sono furti in questo campo, riescono a dare informazioni più utili delle stesse agenzie. Ora – conclude padre Rungi- bisogna attentamente valutare questa nuova forma di informare e comunicare. Non essendoci possessori di verità assolute anche in campo comunicativo, come si pensava una volta (L’ha detto la televisione, l’ho letto sui giornali) tutto è lasciato alla libera interpretazione, con la conseguenza che la comunicazione vera e certa non ha più credibilità rispetto al passato. Non si tratta di operare un controllo forzato sull’informazione, né di adottare una sorta di censura preventiva, ma indirizzare l’informazione quella che arriva dalla base e che leggiamo sui siti e blog personale, sui diti e blog delle istituzioni locali, delle associazioni e della stessa comunità cristiana o religiosa di altre fedi come fonti certe di informazione. Una sorta di certificazione di autenticità che qualcuno deve pure attestare. Non basta avere tanti lettori e visitatori del sito per dire che siamo credibili, ma è urgente sapere se quello che vi si scrive risponde al esatta notizia ed informazione, verificata alla fonte. Per fare questo è necessario che le istituzioni operanti nel settore giornalistico, pubblicistico, comunicativo in generale diano certificazione di autenticità. Tutt questo per non banalizzare la pur utile, puntuale, capillare costante informazione che arriva da ogni parte d’Italia e dal Mondo e che, in ragione dell’importanza, in molti casi di essa, necessità di essere portata all’attenzione del grande pubblico, facendo ricorso ai tradizionali media che hanno comunque un valore ed un peso nel formare l’opinone pubblica e di formare le coscienze. In conclusione damoci tutti delle regole e on inflazioniamo la comunicazione facendole perdere l’efficacia e soprattutto la credibilità quando è fatta bene e risponde i principi della verità e dell’imparzialità e dell’onestà intellettuale”.