Il Sabato del silenzio e della riflessione!

quaresima-periodo-penitenziale.jpgimg-1301209990.jpgPer la Chiesa cattolica il Sabato santo è l’unica giornata nel corso dell’intero anno liturgico in cui i cristiani sono chiamati a vivere nel silenzio totale.

Silenzio riflessivo e meditativo.

 Silenzio interiore ed esteriore.

Silenzio di personale raccoglimento.

Silenzio per una sincera e corrispondente revisione della propria vita, davanti al sepolcro di Cristo morto per la nostra salvezza e per riscattarci dalla nostra condizione di peccato.

Abbiamo bisogno di fare silenzio dentro e fuori di noi. Troppo rumore, caos, troppo bisogno di farsi notare, di parlare, di dire la propria, a volte senza neppure dire qualcosa di sapiente e giusto in quel momento o sempre.

Il protagonismo prende il sopravvento rispetto alla ricerca dell’ultimo posto per pensare meglio a se stessi, per ritagliarsi uno spazio di vita, una vitalità nuova, in quanto stare a tu a tu con la propria coscienza, da un lato può metterci in crisi, perché vediamo tutta la nostra povertà, la nostra pochezza, se siamo in grado di carpirne le reali condizioni della nostra anima; dall’altro ci apre quello spiraglio di riascatto e di rinascita, senza il quale la nostra vita, pur nel silenzio, pur immersa nella meditazione e nella solitudine, ci porterebbe inevitabilmente verso la morte dell’anima, la morte del cuore, la morte delle relazioni vere.

Ecco il Sabato Santo è questo giorno in cui noi riflettiamo seriamente sul nostro passato e presente, ma soprattutto progettiamo il nostro futuro.

C’è chi questo futuro lo sogna, pensando a realizzare le cose materiali che ha in sospeso (la casa, la professione, la carriera, il successo) e chi invece pensare a realizzare un vita gradita a Dio, dando una svolta completa alla sua vita priva di senso e solo proiettata nel tempo.

Non sempre a fare questi discorsi di proiezione verso l’eterno e il futuro sono i discepoli preferiti del Signore, quelli che nella sua vita, ma anche nella sua morte e risurrezione stettero più vicino a lui, nonostante i tradimenti, i rinnegamenti e gli abbandoni, ma sono sempre di più quelli che erano e sono lontani da Dio e vanno alla spasmodica ricerca di Lui, attraverso la scienza e il ragionamento, attraverso un incontro fortuito con i sapienti nella fede di oggi, che sono di ogni grado e condizione sociale o posti in essere nella gerarchia ecclesiale o nel popolo di Dio.

Questi cercatori di Dio spesso si imbattono in superficiali modi di intendere e vivere la fede, mentre vanno alla ricerca di persone credenti e credibili non solo per quello che dicono, ma per quello che effettivamente fanno nella vita.

Non si può affermare con convizione di fede che Cristo è morto per noi per poi non fare un gesto d’amore nel nome di Cristo per chi soffre e si trova nel bisogno.

Non si può affermare che Cristo è davvero risorto dai morti se poi il cristiano continua a vivere da morto, senza produrre quei frutti di vita e di risurrezione che lo portano a guardare avanti, nonostante la croce e la sofferenza del momento, in quell’orizzonte di un Dio eterno, che ci ha preparato un posto nel suo Regno.

Il mio Regno non è di questo mondo aveva detto a Pilato durante il processo. Ma Pilato, come tanti uomini in tutte le istituzioni umane e religiose che amano il potere, non poteva comprendere, come non comprendono coloro che amano sedere sulle poltrone di ogni genere e non ne sanno ridiscendere, perché privi di quella vera autorità che nasce e si sviluppa in un cuore che ama e dona se stessi agli altri.

Gesù poteva ben dire che il suo Regno non era di quaggiù, ma di lassù. perchè quaggiù nonostante che Cristo sia morto e risorto, ancora si è legati ai poteri temporali di ogni genere, dimentichi del fatto che con la morte, con la discesa nel sepolcro non poteremo con noi nessun potere se non quello dell’avere amato con cuore sincero.

Quell’amore che ci aprirà sicuramente la strada della risurrezione in questo mondo, ma soprattuto ci aprirà la strada di quella Pasqua eterna che non dobbiamo mai perdere di vista, anche se oggi siamo nella condizione di chi è in attesa di quella risurrezione; mentre sosta o è costretto a sostare un pò di più davanti al sepolcro del Signore.

Un giorno o mille anni, mille anni o un giorno davanti a Dio che ama la vita ed attende che ci riscattiamo dalla morte del cuore valgono un nulla, perchè a contare davanti a Lui è solo e soltanto quell’uomo redento per amore e nell’amore, in quella sua Pasqua, che è la nostra Pasqua.

Buona meditazione in questo giorno di silenzio e di attesa, carico di speranza per tutti noi e per l’intera umanità. Ci aiuta a farlo anche il tempo meteorologico messo come si dice “in passione”, non essendoci sole, ma solo nuvole e oscurità, nonostante che il giorno sia avanzato.

La Pasqua 2012 non venga invano, ma sia occasione per tutti di un vero riscatto personale, morale, ecclesiale e sociale a livello mondiale.

Il Sabato del silenzio e della riflessione!ultima modifica: 2012-04-07T09:53:00+02:00da pace2005
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