Nave Concordia. No a telenovela, sì a soluzione del problema

nave3.jpgE’ proprio così. Ogni cosa che succede in Italia e nel mondo viene spettacolarizzato al punto tale che i fatti più drammatici diventano una telenovela con puntate e programmi su tutte le televisioni. Anche per la nave Concordia, della Costa Crociere, arenata all’Isola del Giglio che ha prodotto tanto dolore e sofferenza, è successo così. Da circa una settimana non si parla di altro e tutto converge su questa notizia. Tra cronaca nera, gialla, adesso emerge anche la cronaca rosa e il gossip. Di fronte all’immane tragedia di  11 morti, di oltre 20 dispersi, di una catastrofe ambientale annunciata, penso che sia più importante fare silenzio per ricostruire nella serietà il dramma che si è consumato in quella notte davanti all’Isola del Giglio su una nave da crociera che portava a bordo circa 5000 persone. A mano a mano stanno venendo fuori testimonianze di ogni genere, eroi di qualsiasi provenienza, ma sta di fatto che non è ancora chiaro tutta la dinamica dell’incidente. Ci vorrà del tempo e non penso che le trasmissioni televisive possono accelerare per giungere quanto prima alla verità. Forse ostacolano la stessa verità, perchè si frappongono tante idee e informazioni, tanti sospetti e giudizi che solo l’autorità giudiziaria è chiamata a verificare nella loro veridicità, ai fini di un processo civile e penale che pure dovrà trovare dei responsabili. Ecco noi ci auguriamo che d’ora in poi si faccia silenzio e chi deve parlare lo faccia nelle sedi competenti e comunicando ai magistrati tutto ciò che è utile ai fini dell’inchiesta e in un futuro del processo. Perché un processo ci sarà e ci auguriamo che non si cerca il caprio espiatorio di tutto un disastro, ma ognuno, mantenendo fede ai propri doveri ed uffici, si assuma la colpa o le colpe che ha per fare luce su una vicenda che sa dell’incredibile e dell’irreale. In questi giorni la liturgia della parola di Dio ci sta parlando di Davide e Golia, del piccolo uomo e del grande guerriero. Alla fine con un sasso ed una fionda Davide abbatte il possente Golia. Una roccia  visibile ad occhi nudi, ben nota ai naviganti e presente forse da millenni in questa zona dell’Isola del Giglio, davanti all’Argentario, è stata in grado di squarciare il ventre di un colosso come la nave da crociera Concordia. Questo sta a significare che le piccole cose possono abbattere le grandi.  Gli scogli dell’Isola del Giglio sono stati il sasso di Davide per bloccare il cammino di una delle navi da criciera più belle e rinomate al mondo, facendo parte della Famiglia Costa. Un nome di prestigio e un marchio di sicurezza ed affidabilità, una garanzia assoluta nel campo della marina civile, che dopo questo drammatico incidente certamente perderà molto sull’immagine e sulla sua sicurezza in mare. E non basta scaricare il proprio comandante e lasciarlo senza assistenza legale, costituendosi parte civile nel processo che si avvierà appena si concluderà l’inchiesta, per dire che non c’entra l’azienda, ma anche un’azienda così importante al mondo non si può lavare le mani e dire è colpa solo di chi comandava la nave in quel momento, dell’equipaggio a bordo e degli adetti ai lavori. In questa tragedia cognuno ha una sua parte di responsabilità che è bene ammettere. E di fronte all’ammissione delle proprie colpe resta solo una cosa da fare: essere più umili senza sfidare più di tanto non solo la scienza e la natura, ma l’intelligenza umana e se si vuole anche Dio stesso. L’uomo deve rientrare in se stesso e ammettere i propri limiti. Non può strafare in  nessun campo, perché prima o propria una reazione negativa arriverà. Noi non abbiamo da lodare degli eroi, né tantomeno attribuire degli encomi, ma semplicemente richiamare quelli che hanno sbagliato e riconoscore i meriti a chi ha operato con dovizia e generosità per salvare il salvabile e non fare di una tragedia una catastrofe di una porta immane. Certo 11 morti e oltre 20 dispersi sono già di per sé un’immane tragedia. Ma lì in quell’area marina dell’Isola del Giglio potevano morire in pochi minuti migliaia di persone se la nave fosse sprofondata in poco tempo. Forse anche in questa prova la mano di Dio è intervenuta per salvare la vita umana di tante persone, impegnando il cuore e le competenze di persone generose e coraggiose, che non sono, né devono essere visti come eroi, ma semplicemente uomini, veri uomini, perché del resto, chi non ha fatto il proprio dovere, è solo un quaqquaraqquà o uominicchio, come diceva qualcuno che sapeva benissimo distinguere le persone coraggiose da quelle pavide e vigliacche. Anche il Vangelo sa differenziare chi opera con perizia e per il bene, in quanto di sua competenza e dovere, da chi agisce rifuggendo il pericolo, o addirittura venendo meno ai propri doveri e ai ruoli: “Dovevamo fare quello che ci spetta fare. Siamo servi inuti e ogni cosa fatta per il bene degli altri non va ascritto al merito o all’eroicità della persona, ma alla persona umana e basta. Perché un vero uomo si mostra tale nel momento della prova, della sofferenza e del dolore,intervendo con cuore e generosità per salvare prima gli altri e poi se stesso.

La lista dei salvatori della nave Concordia nei prossimi giorni è destinata ad aumentare di numero, soprattutto se saranno premiati ufficialmente o messi ad esempio degli altri. E tutto questo è anche giusto da farsi. Ma ciò che è passato è passato, oggi avremo bisogno di altri eroi e uomini coraggiosi che sappiano risolvere in breve tempo una tragedia che rimane tale finquando la nave Concordia non sarà rimossa in massima sicurezza dal quel contesto e da quella situazione che produce angoscia e rabbia in Italia e nel Mondo, in quanto una simile tragedia si poteva evitare con la prudenza e la dovizia di tutti, compresi dei tanti passeggeri che erano a bordo e che davanti ai rischi di morire affogati nel mare hanno attuato la legge della sopravvivenza: mors tua, vita mea. Si salvi chi può. E chissà che i diversi morti e dispersi non siano il frutto di un atteggiamento come questo! O peggio di ordini sbagliati dati dai responsabili o collaboratori della nave.  Ecco perché è preferibile il silenzio e la preghiera, anche se chiediamo anche noi da queste pagine che si faccia chiarezza e soprattutto giustizia, in quanto i morti e dispersi hanno diritto di essere ripagati con il fare luce sul dramma che loro hanno vissuto e che continuano a vivere i loro congiunti, di cui nessuno parla, anche perché forse sono la maggior parte stranieri. Noi chiediamo silenzio, mentre la magistratura e le varie istituzioni facciano piena luce su tutto. Ma chiediamo pure che si portano a conclusione quanto prima le operazioni di recupero dei morti e dei dispersi e per la messa in sicurezza del Golia abbattuto e giacente nello stretto dell’Isola del Giglio. Gli scogli  del Giglio hanno abbattuto la potenza della nave da Crociera Concordia. Già il nome è tutto un progetto di vita. Che questo sia di insegnamento per il futuro sia in mare, che per terra e per cielo. I mezzi di trasporto sono una cosa seria e vanno guidati con prudenza, sapienza e competenza dagli addetti al mestiere, ma non da persone incompetenti o che si distraggono facilmente, causando pianti, drammi e sofferenze tra la gente.

Nave Concordia. No a telenovela, sì a soluzione del problemaultima modifica: 2012-01-20T01:03:00+01:00da pace2005
Reposta per primo quest’articolo