Archivi Mensili: aprile 2012

DIO E’ BONTA’ TENEREZZA

9ie3ya.jpgTra i tanti attributi di Dio quelli della tenerezza e della bontà meglio si addicono a Lui e più facilmente sono comprensibili, in quanto sono concetti facili da intendersi e soprattutto facili da sperimentale nella propria vita. Oggi che sembrano allontanarsi sempre più dall’esperienza umana questi sentimenti e valori, richiamarli all’attenzione e rifletterci sopra è quanto mai necessario.

Tenerezza e bontà sembrano, infatti, molto lontani dalla vita del nostro tempo. Violenza e cattiveria molte volte fanno da padroni nella storia di questo mondo e di questi nostri affannosi giorni. Lo conferma il fatto che l’esperienza della tenerezza e della bontà non la fanno né i figli dei nostri tempi, né i genitori di oggi e neppure chi dovrebbe per ufficio e necessità di cose vivere e testimoniare questi valori con il tenore della propria vita e con la sensibilità che gli deriva dall’essere umano.

Interessante è un breve testo del Profeta Isaia (49, 15), nel quale cogliamo l’atteggiamento di Dio nei confronti dell’umanità e nei confronti di ogni singola persona umana: ”Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai”. Un Dio che si prende cura e che non si dimentica di nessuno e sul modello di ogni mamma, fosse anche la più ingrata, egli ricorda ogni nostra necessità e nei limiti del possibile viene incontro ad esse nei modi e nei termini che nessuno pensa. E’ un Dio che parte da lontano e che non manifesta la tenerezza e la bontà in base al momento e alle convenienze, tanto per catturare l’interesse e l’affetto della persona solo in determinate circostanze. E’ un Dio buono e tenero sempre, anche se qualche volta diventa giudice severo, autorevole, capace di far rettificare i comportamenti mediante segni straordinari e fatti eccezionali. Quel Dio che, come ricorda il Profeta Isaia nei successivi versi del capitolo 49, ha posto il suo sguardo amorevole su di noi da sempre: “Il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunziato il mio nome”. Il Salmo 145 da parte sua ci ricorda che “Paziente e misericordioso è il Signore, lento all’ira e ricco di grazia. Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature”. E’ stato sottolineato, infatti, che “il Salmo 145 è un canto all’umanità di Dio”. Un Dio così vicino all’uomo, da farsi uomo lui stesso, con l’incarnazione (cf. Tt 3,4). Per questo il Regno che il Signore vuole realizzare è un Regno con l’uomo, un Regno per l’uomo. Un Dio davvero tenero e straordinariamente buono, nonostante le infedeltà dell’umanità e il continuo deviare della stessa su vie contrarie a Dio medesimo. Da qui la necessità di essere oggi annunciatori della tenerezza e della bontà di Dio, piuttosto che della severità di questo Dio. D’altra parte, L’evangelizzazione è annuncio a tutti della grandezza e della tenerezza di Dio che s’espande su tutto e su tutti. Questa totalità, colta da Santa Teresa di Lisieux fin da bambina, la farà optare per Dio, come il suo tutto. Il nostro Dio è anche un Dio che si commuove e va incontro all’umanità in difficoltà o che ha deviato con il peccato, come ci ricorda il brano evangelico del Figliuol prodigo: “Il Padre, commosso, gli corse incontro” (Lc. 15,20). Il Signore, pur essendo “giusto e santo”, sa farsi vicino ai suoi fedeli per infondere loro fiducia. Così egli trasforma il timore reverenziale in amore filiale. Ed è solo con l’amore che l’uomo può sperimentare nel profondo del suo essere la vera bontà e la grande tenerezza di questo Padre che è nei cieli, ma anche sempre vicino a noi sulla Terra.
A Pasqua siamo chiamati a sperimentare la dolcezza, la bontà e la tenerezza di Dio soprattutto nella sua infinita misericordia che ha per noi; ma siamo pure chiamati a vivere e a testimoniare questi valori nei confronti dei nostri fratelli e sorelle che necessitano del nostro amore misercordioso.

E domenica che celebriamo la Festa del Perdono, la Domenica della Divina Misericordia, istituita dal Beato Giovanni Paolo II, sia per tutti noi occasione per dare e ricevere il perdono cristiano, se non l’abbiamo fatto in questi primi giorni di Pasqua 2012.

Pasquetta al Santuario della Civita, in Itri

DSC05116.JPGA detta delle persone che al santaurio della Civita ci vanno da una vita, in questa Pasquetta 2012 si è registrato un aflusso straordinario di fedeli che hanno raggiunto il santuario in alta montagna fin dalle prime ore della mattinata. Sei i sacerdoti passionisti impegnati per tutta la giornata tra le confessioni, la celebrazione delle sante messe e i vari sacramentali amministrati durante la giornata. Fedeli da ogni parte del Lazio, della Campania e di altre località che in occasione della Pasquetta, per antica tradizione sono abituati a fare una visita alla Madonna, considerandola “la loro gita cristiana e spirituale fuori casa”. Piccoli, giovani, adulti, anziani ed anche ammalati accompagnati dai loro cari si sono si sono recati per l’intera giornata al Santuario, punto di riferimento spirituale per vari località. La prima messa alle 7.00 e poi a seguire fino al mezzogiorno. Dopo la sosta per il pranzo, si è ripresa l’attività apostolica al santuario dalle 15.00. Alle 16.00, 17.00 e 18.00 altre messe e tutte affollate come al mattino. Segno evidente di una riscoperta del sacro, nonostante il freddo della giornata. Alla Civita, infatti, oggi pur essendo una bellissima giornata di sole, il clima si è stabilizzato sui sette gradi. Eppure molte persone hanno preferito venire qui per una visita alla Madonna piuttosto che stare a casa a riposare o farsi una passeggiata altrove. I padri impegnati oggi alla Civita sono stati: padre Emiddio Petringa (Rettore), padre Cherubino De Feo; padre Francesco Vaccelli; padre Antonio Rungi; padre Mario Caccavale; padre Antonio Coppola. Valida e indispensabile la collaborazione dei laici che da oltre 25 anni danno un valido supporto per il regole svolgimento delle cerimonie e di tutto il resto qui al Santuario della Civita. Volontari che per “voto e devozione alle Madonna” trascorrono le loro giornate di festa prestandosi in quegli uffici e servizi utili per il buon funzionamento di tutta la struttura.
 
Intanto i lavori della Civita iniziati qualche anno fa sono sospesi attualmente. Solo una parte del progetto di ristrutturazione e di adeguamento alle esigenze di oltre 500.000 pellegrini all’anno è stato realizzato. Con le offerte dei fedeli ultimamente è stata sistemata la chiesa e le cappelle, tanto che il luogo di culto ha assunto una luce ed uno splendore diverso rispetto agli anni scorsi. Poco la volta e con l’impegno costante dei passionisti io Santuario sta crescendo sia come partecipazione costante dei fedeli alle varie cerimonie e sia nel miglioramento della struttura.
 
Certamente la devozione che la Madonna della Civita ha nel Lazio Campania, in altre parti d’Italia, all’estero e soprattutto in America, con le offerte dei devoti e dei benefattori molte cose si stanno realizzando. Lo stesso bollettino d’informazione che collega i devoti della Civita al Santuario permette di essere informati trimestralmente su quanto si vive qui durante l’anno. Lo stesso sito internet del santuario aiuta a quanti amano di essere informati a mantenere virtualmente il rapporto con questo luogo di preghiera tra i più amati e visitati nell’Italia del Centro-Sud.

Pasquetta 2012. Alcuni utili consigli per tutti e per i giovani!

Previsioni-Meteo-Primavera-2011.jpgIn occasione della Pasquetta 2012 vi dò una serie di raccomandazioni, specie ai giovani, che oggi trascorrono la giornata fuori casa. Si tratta di consigli pratici “per non trasformare la giornata di festa e di gioia in tristezza e sofferenza per comportamnenti sbagliati”. Una serie di consigli, senza un ordine preciso, che vanno dal guidare saggiamente, al sano divertimento e relax, visto che la giornata, almeno in buona parte dell’Italia si presenta bella e solare, nonostante le temperature basse.
1. Non correte sulle strade, ma andate piano sulle auto e sulle moto e rispettate fedelmente il codice della strada.
2. Non bevete alcoolici di nessun tipo, anche se dovete riprendere il cammino a distanza di ore.
3. Riposatevi bene prima di riprendere il viaggio di ritorno.
4. Mangiate poco ma salutare, senza fare abbuffate che fanno male alla salute.
5. Divertitevi sanamente e di non abusate in nessuna cosa.
6. Fate della pasquetta davvero una giornata di festa e non di sofferenza.
7. Evitate code in auto per raggiungere le mete per gite fuori casa.
8. Ricordate di fare una preghiera prima di partire e di ritornare, ringraziando Dio per quello che vi dà.
9. Alimentate i rapporti di fraternità ed amicizia in questi giorni di turismo pasqualino.
10. Trasmettete agli altri la gioia e il sorriso della vita, con comportamenti ed atteggiamenti che siano espressivi di vera gioia e non di follia.

A tutti buona pasquetta nell’equibrio e nella saggezza della vita e della guida!

Una Pasqua speciale!

ris4.jpgE’ una Pasqua speciale quella che sta volgendo al termine, perché il Signore ci ha fatto dono di vedere accostarsi a lui tantissime persone lontane dalla fede e dala frequenza ai sacramenti. Le nostre chiese ieri notte nella veglia ed oggi per tutta la giornata sono state piene di fedeli di ogni età, dai più piccoli e ai più grandi ed anziani. Nelle messe celebrate da me, finora, dalle 8.00 del mattino fino alle 12,30 una media di trecento fedeli per una celebrazione. Messe seguite con devozione e raccoglimento, perché si sà la Pasqua ha il suo fascino, forse di più dello stesso Natale. C’è una riscoperta liturgica e religiosa della Pasqua, anche perché il triduo prepara questa solennità in modo immediato alla celebrazione vera e proprio. Basta pensare alla partecipazione copiosa alla messa in Coena Domini del giovedì santo, alla solenne liturgia dell’adorazione della croce del Venerdi santo con la processione di Gesù Morto o dei misteri che convoca migliaia di fedeli ovunque e poi la veglia santa della Pasqua vera e proprio con in vari simboli, segni e riti: il fuoco, il cero pasquale, la candelina, le promesse mattesimale, l’acqua benedetta e altri segni tipicamente pasquali inseriti nella liturgia della notte e della giornata di festa.

Cosa dire? Il Signore è davvero grande quando manifesta il suo amore attraverso semplici espressioni dei fedeli che escono dalla messa di Pasqua ringraziando Dio, perchè non si vedevono e sentivono, da anni, cose belle come quelle ascoltate durante la celebrazione. O come qualcun altro: saremmo stati ad ascoltare la parola di Dio, l’omelia, la riflessione all’infinito per quella parola ha toccato il nostro cuore, è stata detta per il cuore di chi la diceva era ugualmente toccato dalla grazia di Dio e dallo Spirito Santo.

Pasqua è anche questa, saper dire grazie al Signore per tutti i doni spirituali che ha elargito abbondamentemente nel cuore di tanti suoi figli e figli in cerca di Lui e che in questa Pasqua l’hanno trovato nella confessione, nella Parola di Dio, nella partecipazione ai sacramenti, nella riflessione dei sacerdoti e soprattutto l’hanno ritrovato facendo pace con se stessi, con gli altri e con il mondo intero.

La vita nuova della Pasqua 2012 inizia dalle 00,1 del 9 aprile 2012 con la Pasquetta, che non significa sciupare i doni spirituali ricevuti da Dio in questi giorni, ma incominciare a vivere seriamente i frutti della Pasqua a partire dalla quella fede, spesso labile ed incerta, dubbiosa e farraginosa che non porta ad incontrare il Signore, ma solo se stessi e i propri dubbi interiori.

Buona Pasqua e grazie a quanti hanno reso bellissime le celebrazioni della Pasqua nelle nostre parrocchie, case religiose, istituti, conventi, monasteri, oratori, cenacoli di preghiera. Passata la Pasqua si inizia a fare sul serioc, perché Cristo va preso seriamente e le promesse fatte a Lui non possono limitarsi a 24 ore, ma devono mantenersi per tutta la vita. Egli ci attende dove è andato per primo nella totalità della sua persona, quel Paradiso al quale aspiriamo profondamente e ci auguriamo raggiungerlo vivendo le tante pasquel che il Signore ci ha donato e ci donerà con la gioia, il sorriso, la speranza, l’amore, la felicità vera che non ha tramonto.

Itri (Lt). Veglia Pasquale presieduta da padre Rungi al convento dei Passionisti

DSC04465.JPGDSC04433.JPGCirca 200 fedeli hanno partecipato questa seram dalle ore 21.00 alle 22,30, alla solenne Veglia Pasquale 2012 nel Chiesa dei Padri Passionisti ad Itri (Lt). A presiedere il solenne rito è stato padre Antonio Rungi, passionista della stessa comunità di Itri, coadiuvato dal diacono permanente padre Tonino Fiorelli. La liturgia è iniziata fuori la chiesa nello spiazzale antistante il convento dei passionisti, con la benedizione dei fuoco e l’accensione del cero pasquale. Poi la processione verso la Chiesa, l’accensione delle candeline dei fedeli, il canto del’Exultet o Preconio pasquale dal padre del diacono. Via via poi le varie letture bibliche previste dalla veglia, limitate alle tre più importanti. Poi il canto del Gloria e la lettura dell’epistola e il canto dell’Alluluja del Vangelo. A seguire la sentita e vibrante omelia di padre Rungi che più volte ha sottolienato come la Pasqua sia la festa della speranza, della gioia, dell’eternita, di tutto ciò che di positivo e bello possiamo attenderci dalla vita sia in questo mondo che nell’eternità. Dopo l’omelia la benedizione dell’acqua lustrale, con il rinnovo delle promesse battesimali e l’aspersione con la nuova acqua benedetta della numerosa assemblea dei fedeli presente in chiesa. Poi l’offertorio, la consacrazione eucaristica, la distribuzione della comunione a tutti i presenti ed infine i riti conclusivi con la benedzione solenne, la distribuzione dell’acqua benedetta da portare a casa e lo scambio degli auguri. Il tutto in un clima di grande fede e raccogliemento, vissuta dai presenti in un modo davvero encomiabile. La liturgia è stata animata dal suono dell’armonium e dai canti di tutta l’assemblea. A detta dei presenti, dopo tanti anni, anche al convento dei passionisti la solenne veglia pasquale è stata fatta con precisione, solennità e sentita partecipazione. Merito della comunità passionista, che ha acquisito nuovi elementi, del popolo di Dio che frequenta di più e maggiormente convinta il convento e di tutta l’organizzazione che ha messo al centro di questi giorni la liturgia fatta con precisione, dovizia e partecipazione, ma soprattutto con al solennità che merita il triduo pasquale e la stessa Pasqua.

Domani al convento le messe di Pasqua alle ore 8.00 del mattino e alle ore 18.00 del pomeriggio. Mentre le due parrocchie dei passionisti avranno varie celebrazioni di messe. S.Maria Maggiore: ore 7,30; 10.00; 11,30; 19.00. San Michele Arcangelo: 10.00; Madonna delle Grazie 11,30; San Michele Arcangelo ore 19.00. Suore Francescane Alcantarine, Casa di Riposo ore 8.00. Si annuncia una Pasqua densa di impegni sacerdotali per i tre sacerdoti e un diacono impegnati in questi giorni.

Il Sabato del silenzio e della riflessione!

quaresima-periodo-penitenziale.jpgimg-1301209990.jpgPer la Chiesa cattolica il Sabato santo è l’unica giornata nel corso dell’intero anno liturgico in cui i cristiani sono chiamati a vivere nel silenzio totale.

Silenzio riflessivo e meditativo.

 Silenzio interiore ed esteriore.

Silenzio di personale raccoglimento.

Silenzio per una sincera e corrispondente revisione della propria vita, davanti al sepolcro di Cristo morto per la nostra salvezza e per riscattarci dalla nostra condizione di peccato.

Abbiamo bisogno di fare silenzio dentro e fuori di noi. Troppo rumore, caos, troppo bisogno di farsi notare, di parlare, di dire la propria, a volte senza neppure dire qualcosa di sapiente e giusto in quel momento o sempre.

Il protagonismo prende il sopravvento rispetto alla ricerca dell’ultimo posto per pensare meglio a se stessi, per ritagliarsi uno spazio di vita, una vitalità nuova, in quanto stare a tu a tu con la propria coscienza, da un lato può metterci in crisi, perché vediamo tutta la nostra povertà, la nostra pochezza, se siamo in grado di carpirne le reali condizioni della nostra anima; dall’altro ci apre quello spiraglio di riascatto e di rinascita, senza il quale la nostra vita, pur nel silenzio, pur immersa nella meditazione e nella solitudine, ci porterebbe inevitabilmente verso la morte dell’anima, la morte del cuore, la morte delle relazioni vere.

Ecco il Sabato Santo è questo giorno in cui noi riflettiamo seriamente sul nostro passato e presente, ma soprattutto progettiamo il nostro futuro.

C’è chi questo futuro lo sogna, pensando a realizzare le cose materiali che ha in sospeso (la casa, la professione, la carriera, il successo) e chi invece pensare a realizzare un vita gradita a Dio, dando una svolta completa alla sua vita priva di senso e solo proiettata nel tempo.

Non sempre a fare questi discorsi di proiezione verso l’eterno e il futuro sono i discepoli preferiti del Signore, quelli che nella sua vita, ma anche nella sua morte e risurrezione stettero più vicino a lui, nonostante i tradimenti, i rinnegamenti e gli abbandoni, ma sono sempre di più quelli che erano e sono lontani da Dio e vanno alla spasmodica ricerca di Lui, attraverso la scienza e il ragionamento, attraverso un incontro fortuito con i sapienti nella fede di oggi, che sono di ogni grado e condizione sociale o posti in essere nella gerarchia ecclesiale o nel popolo di Dio.

Questi cercatori di Dio spesso si imbattono in superficiali modi di intendere e vivere la fede, mentre vanno alla ricerca di persone credenti e credibili non solo per quello che dicono, ma per quello che effettivamente fanno nella vita.

Non si può affermare con convizione di fede che Cristo è morto per noi per poi non fare un gesto d’amore nel nome di Cristo per chi soffre e si trova nel bisogno.

Non si può affermare che Cristo è davvero risorto dai morti se poi il cristiano continua a vivere da morto, senza produrre quei frutti di vita e di risurrezione che lo portano a guardare avanti, nonostante la croce e la sofferenza del momento, in quell’orizzonte di un Dio eterno, che ci ha preparato un posto nel suo Regno.

Il mio Regno non è di questo mondo aveva detto a Pilato durante il processo. Ma Pilato, come tanti uomini in tutte le istituzioni umane e religiose che amano il potere, non poteva comprendere, come non comprendono coloro che amano sedere sulle poltrone di ogni genere e non ne sanno ridiscendere, perché privi di quella vera autorità che nasce e si sviluppa in un cuore che ama e dona se stessi agli altri.

Gesù poteva ben dire che il suo Regno non era di quaggiù, ma di lassù. perchè quaggiù nonostante che Cristo sia morto e risorto, ancora si è legati ai poteri temporali di ogni genere, dimentichi del fatto che con la morte, con la discesa nel sepolcro non poteremo con noi nessun potere se non quello dell’avere amato con cuore sincero.

Quell’amore che ci aprirà sicuramente la strada della risurrezione in questo mondo, ma soprattuto ci aprirà la strada di quella Pasqua eterna che non dobbiamo mai perdere di vista, anche se oggi siamo nella condizione di chi è in attesa di quella risurrezione; mentre sosta o è costretto a sostare un pò di più davanti al sepolcro del Signore.

Un giorno o mille anni, mille anni o un giorno davanti a Dio che ama la vita ed attende che ci riscattiamo dalla morte del cuore valgono un nulla, perchè a contare davanti a Lui è solo e soltanto quell’uomo redento per amore e nell’amore, in quella sua Pasqua, che è la nostra Pasqua.

Buona meditazione in questo giorno di silenzio e di attesa, carico di speranza per tutti noi e per l’intera umanità. Ci aiuta a farlo anche il tempo meteorologico messo come si dice “in passione”, non essendoci sole, ma solo nuvole e oscurità, nonostante che il giorno sia avanzato.

La Pasqua 2012 non venga invano, ma sia occasione per tutti di un vero riscatto personale, morale, ecclesiale e sociale a livello mondiale.

Dalla Via Crucis alla Via Lucis

Foto-0113.jpg“Oltre la chiesa della croce, c’è la chiesa della risurrezione, della rinascita”, è quanto ha detto padre Antonio Rungi, missionario passionista, durante la predica del Venerdì, tenuta nel convento dei passionisti di Itri (Lt), davanti ad un folto gruppo di fedeli venuti per partecipare alla solenne liturgia dell’adorazione della Croce, alle ore 16.00 di venerdì 6 aprile 2012.  Con padre Rungi ha condiviso la preghiera padre Antonio Coppola, per due anni parroco di Santa Maria Maggiore in Itri.  “La chiesa della croce  ha sottolineato il sacerdote- è la comunità cristiana, è l’insieme di tutti i fedeli che hanno a cuore il bene dell’umanità alla luce del Cristo Crocifisso e risorto che – debole ma potente – lotta per gli ultimi del mondo. Essa non disarma anche se sperimenta che, finché dura la storia, è ancora potente il dominio del «principe di questo mondo». Ed ha aggiunto “la Chiesa della croce muore misticamente due volte, dando la propria vita disinteressatamente, e ricevendo in cambio irrilevanza ed emarginazione, nella misura della sua fedeltà.  La chiesa della croce sa accettare le sfide e sconfitte, ma non si ferma ai piedi del crocifisso, non resta bloccata sul calvario a piangere su se stessa, sui i propri mali, sui mali del mondo, va avanti, guarda oltre, vede il sepolcro vuoto, vive di risurrezione continua. Oggi è attraversata da una profonda crisi, come ha ricordato il Papa Benedetto XVI, una profonda crisi di fede, che riguarda tutti, da cui si può e si deve uscire sviluppando un insegnamento adeguato che parta proprio dalla rivalutazione del grande dono di Gesù Crocifisso. I dubbi, le incertezze, la non dimostrabilità del mistero, la ricerca affannosa di cavilli per mettere in discussione verità assodate da tempo, non fanno altro che confermarci nell’idea che solo una vera e profonda fede nel Cristo Redentore dell’uomo, questa umanità può uscire dalle difficoltà di oggi e di sempre. Difficoltà che evidenziano lo stato di morte, di buio, di notte, di solitudine in cui tanti uomini si trovano perché sono senza Dio, lo hanno allontanato dalla loro vita. Noi vogliamo uscire da questa buia notte di solitudine, che non porta speranza, noi vogliamo entrare nella luce della risurrezione di Cristo, che è la nostra risurrezione”. Ed ha concluso: “La Chiesa della croce, diventa la chiesa della risurrezione, la chiesa del Calvario si trasforma nella chiesa della luce infinita e radiosa del Cristo Risorto. Ora siamo nella chiesa della croce, domani, è questa è la speranza di ogni vero cristiano, passeremo alla chiesa della gioia, della luce, della vita, della risurrezione in Cristo. E’ l’augurio che facciamo a ciascuno di voi e che diventi realtà a partire da questo Venerdì Santo che porta il senso già la Domenica della risurrezione”. La cerimonia religiosa ha fatto registrare una buona partecipazione di fedeli, nonostante l’orario alquanto presto. Tutti i fedeli presenti hanno partecipato con fede, zelo, raccoglimento ai vari momenti della celebrazione: la liturgia della parola, l’omelia, la preghiera universale elevato al Signore da padre Rungi e padre Coppola, lo svelamento della croce e l’adorazione della stessa fatta con particolare devozione e con calma da tutti i fedeli ed infine la partecipazione alla comunione eucaristica in coincidenza anche del primo venerdì del mese, dedicato al Cuore di Gesù, il cuore trafitto di Cristo. In serata la processione di Cristo Morto e dell’Addolorata, partendo dalla Chiesa parrocchiale di S.Maria Maggiore e attraversando l’intera città. Oggi i passionisti guidano pastoralmente l’intera città di Itri e il Santuario della Civita, oltre ad avere la loro residenza nel convento, posto nella zona dei cappuccini. Evidente quindi la specifica incidenza del carisma di San Paolo della Croce in questa zona e nelle zone limitrofe, per la prolungata attività apostolica, missionaria e pastorale dei passionisti in oltre 60 anni di presenza ad Itri-città e di 26 anni di presenza al Santuario mariano della Civita, situato in collina a circa 15 Km dal centro urbano.

Dalla Chiesa della Croce alla Chiesa della Risurrezione

5.jpgris7.jpgLa chiesa della croce è la comunità cristiana, è l’insieme di tutti i fedeli che hanno a cuore il bene dell’umanità alla luce del Cristo Crocifisso e risorto che – debole ma potente – lotta per gli ultimi del mondo. Essa non disarma anche se sperimenta che, finché dura la storia, è ancora potente il dominio del «principe di questo mondo». Essa muore misticamente due volte, dando la propria vita disinteressatamente, e ricevendo in cambio irrilevanza ed emarginazione, nella misura della sua fedeltà.  La chiesa della croce sa accettare le sfide e sconfitte, ma non si ferma ai piedi del crocifisso, non resta bloccata sul calvario a piangere su se stessa, sui i propri mali, sui mali del mondo, va avanti, guarda oltre, vede il sepolcro vuoto, vive di risurrezione continua. Oggi è attraversata da una profonda crisi, come ha ricordato il Papa Benedetto XVI, una profonda crisi di fede, che riguarda tutti. I dubbi, le incertezze, la non dimostrabilità del mistero, la ricerca affannosa di cavilli per mettere in discussione verità assodate da tempo, non fanno altro che confermarci nell’idea che solo una vera e profonda fede nel Cristo Redentore dell’uomo, questa umanità può uscire dalle difficoltà di oggi e di sempre. Difficoltà che evidenziano lo stato di morte, di buio, di notte, di solitudine in cui tanti uomini si trovano perché sono senza Dio, lo hanno allontanato dalla loro vita. Noi vogliamo uscire da questa buia notte di solitudine, che non porta speranza, noi vogliamo entrare nella luce della risurrezione di Cristo, che è la nostra risurrezione. La Chiesa della croce, diventa la chiesa della risurrezione, la chiesa del Calvario si trasforma nella chiesa della luce infinita e radiosa del Cristo Risorto. Ora siamo nella chiesa della croce, domani, è questa è la speranza di ogni vero cristiano, passeremo alla chiesa della gioia, della luce, della vita, della risurrezione in Cristo.

Buona Pasqua 2012

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Pasqua, il sorriso di Dio e della vita

Una pietra rotolata via,
un sepolcro vuoto
senza più il mio Dio.

Tu, Signore della vita,
non sei più lì,
nel sepolcro scavato nella fredda roccia,
non sei tra coloro che giacciono nelle tenebre
e nell’ombra della morte.

Tu sei vivo e glorioso in mezzo noi,
con la potenza dell’amore,
che distrugge ogni morte nel cuore.

Tu sei la Luce vera, che illumina la vita.
Tu sei la risurrezione e  la primavera della nuova vita.
Tu sei il sorriso di Dio, il sorriso dell’umanità, della vita oltre la vita.
Tu sei il Cristo, risorto, la vera Pasqua della storia.

In te, Dio della vita,
noi ritroviamo il senso più vero della vita,
la speranza oltre le sconfitte temporanee,
della nostra esistenza quotidiana.

Ritroviamo la gioia di vivere
e la certezza di un avvenire
che non avrà più fine.

Tu, Redentore dell’uomo,
liberaci dal male oscuro di ogni morte,
che ottenebra la luce della risurrezione,
e chiude il nostro cuore al vero amore
per Te, nostro Signore,
e per ogni fratello e sorella,
immagine del tuo volto crocifisso e risorto.

Tu sorriso di Dio e sorriso della vita
aiutaci a capire e a vivere con il tuo stesso sorriso
e con la stessa gioia che promana da Dio.
Amen.

Padre Antonio Rungi