Vedere il Paradiso. Il dono della vita.

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di padre Antonio Rungi

NASCE UNA VITA

Ogni bambino che viene in questo mondo è un dono di Dio e una benedizione del cielo. La vita che nasce e viene accolta con l’amore dei genitori e della comunità è segno di speranza, di vitalità, di rinascita, di rigenerazione, di giovinezza perenne dell’umanità intera. Bene vengano quindi al mondo tanti bambini, purché li si accolga e si facciano crescere nel modo dovuto e in un mondo adatto a loro.

“Da parte sua il Magistero della Chiesa, anche in questo ambito, offre alla ragione umana la luce della Rivelazione: la dottrina sull’uomo insegnata dal Magistero contiene molti elementi che illuminano i problemi che qui vengono affrontati. Dal momento del concepimento, la vita di ogni essere umano va rispettata in modo assoluto, perché l’uomo è sulla terra l’unica creatura che Dio ha “voluto per se stesso”, e l’anima spirituale di ciascun uomo è “immediatamente creata” da Dio; tutto il suo essere porta l’immagine del Creatore. La vita umana è sacra perché fin dal suo inizio comporta “l’azione creatrice di Dio” e rimane per sempre in una relazione speciale con il Creatore, suo unico fine. Solo Dio è il Signore della vita dal suo inizio alla sua fine: nessuno, in nessuna circostanza, può rivendicare a se il diritto il distruggere direttamente un essere umano innocente. La procreazione umana richiede una collaborazione responsabile degli sposi con l’amore fecondo di Dio; il dono della vita umana deve realizzarsi nel matrimonio mediante gli atti specifici ed esclusivi degli sposi, secondo le leggi inscritte nelle loro persone e nella loro unione. (DV,22)

Sempre il Magistero della Chiesa ricorda ai genitori cattolici: “Il gravissimo dovere di trasmettere la vita umana, per il quale gli sposi sono liberi e responsabili collaboratori di Dio creatore, è sempre stato per essi fonte di grandi gioie, le quali, tuttavia, sono talvolta accompagnate da non poche difficoltà e angustie. In tutti i tempi l’adempimento di questo dovere ha posto alla coscienza dei coniugi seri problemi, ma col recente evolversi della società, si sono prodotti mutamenti tali da far sorgere nuove questioni, che la chiesa non può ignorare, trattandosi di materia che tanto da vicino tocca la vita e la felicità degli uomini. (HV, 1).

Di fronte alla nascita di un bambino si apre davvero il paradiso, il dono della vita ridiscente sulla terra e Dio creatore, insieme alla collaborazione dei genitori dà la possibilità ad un altro essere umano di vivere su questa terra. Si accende nel firmamento del cielo una nuova stella. Perché ogni bambino ed ogni essere umano è sempre un riflesso dell’amore infinito di Dio nei confronti dell’umanità.

Alla luce di questi valori essenziali della vita, non comprendiamo come si possa rinunciare al dono della vita, quando questa vita è accesa nel grembo di una donna per qualsiasi azione compiuta dall’amore: per un gesto di amore, perché si è coppia, si è innamorati, si è fidanzati, si è sposati. Certo nell’ambito della morale cristiana ogni vita dovrebbe nascere in un contesto di stabilità coniugale, nel senso che il nascitura ha diritto di avere entrambi i genitori e di essere seguito nel suo sviluppo pisco-fisico da entrambi i soggetti che contribuiscono alla nascita di una vita umana. Incomprensibile, ingiustificata, immorale, anche se legittimata da leggi statali, l’interruzione volontaria della gravidanza. Molte volte solo le donne lasciate da sole nella loro terribile decisione di portare avanti una gravidanza, soprattutto quando ci sono reali difficoltà materiali, familiari, culturali o il bambino è il frutto di una relazione extraconiugale o ante-coniugale, specie in giovane età.

La cultura che favorisce l’eliminazione della vita umana nel suo nascere e nel sul albore contraddice nettamente alla vera cultura civile ed etica al di là delle religioni e della provenienza. La cultura della morte non può prevalere su quella della vita, anche se a volte un bambino non è desiderato. E pensare che tante coppie infertili nel mondo vorrebbero avere un bambino e non l’hanno, mentre altre donne e coppie l’hanno e poi lo eliminano con la pratica dell’aborto. Se questo può essere solo astrattamente compreso per una ragazza giovanissima, senza lavoro e sostegni, non si comprende per quelle donne sposate e in buono stato economico che rinunciano alla gravidanza se viene inaspettatamente  o non programmata e preventivata. E pensare che da un punto di vista morale è legittimo anche scegliere il momento più giusto per avere un bambino, utilizzando i metodi naturali e nessun metodo artificiale anticoncezionale.

Per una coppia cattolica deve essere chiaro che un bambino che nasce è sempre un dono di Dio e come tale deve essere accolto e mai, in modo assoluto rifiutato, o gettato nei cassonetti, lasciato morire per strada come spesso vediamo in tante parti del mondo, dove la cultura della vita e l’amore per la vita è davvero a standard minimi.

Ecco vedere il paradiso nel volto di un bambino appena nato che con il suo primo vagito riapre lo spazio all’amore e alla tenerezza è un atto dovuto da parte di chi decide di avere un figlio o che comunque arrivando contro la propria volontà o programmazione per se stesso va accolto, in quanto il bambino non è proprietà della coppia, ma appartiene a Dio e come tale va difeso e protetto sempre, fino a quando questa vita umana accesa con il concepimento si spegnerà dopo gli anni di vita terrena che il Signore concede ad ogni essere umano, senza però che ci siano violenze, guerre, cattiverie, abbandoni, mancanze di cuore ed altro, espresso di scarso senso ed amore verso la vita umana e in generale.

Dio e soprattutto il Bambino Gesù, nato da Maria Vergine, per opera dello Spirito Santo, e San Giuseppe sposo castissimo della Beata Vergine Maria accendono in noi, soprattutto nei giovani di oggi e nelle coppie di oggi l’amore per la vita. Perché aprirsi generosamente al dono della vita è aprirsi a Dio.

Vedere il Paradiso. Il dono della vita.ultima modifica: 2012-08-10T10:57:00+02:00da pace2005
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