IL COMMENTO DI P.ANTONIO RUNGI ALLA PAROLA DI DIO DI DOMENICA 31 AGOSTO 2014

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XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO 

“PENSARE SECONDO DIO..E’ INNAMORARSI DEL CROCIFISSO” 

Commento alla parola di Dio di padre Antonio Rungi 

La XXII domenica del tempo ordinario, nel testo del vangelo ci riporta un nuovo dialogo ed incontro di Gesù con Pietro. Ma, in questo, caso, si tratta di un incontro di chiarimento della concezione sul modo di pensare di Pietro circa la persona e la missione di Cristo. Se nella confessione di Cesarea di Filippi, Pietro riconosce Gesù come Figlio di Dio, qui Pietro non riesce ad entrare nel grande mistero del Cristo Crocifisso e Redentore, che passa attraverso la passione e il dolore. Non riesce ad accettare la croce, né a capire il senso più vero del soffrire e del patire nell’ottica di Cristo Crocifisso. 

Il testo del Vangelo che oggi ascoltiamo ci dice esattamente la consistenza di questa rivelazione che Gesù fa di se stesso, proprio a coloro, i discepoli ed Pietro in particolare, che, meglio di ogni altro, dovrebbe riconoscere in Lui il vero Salvatore e i l’atteso Messia, non potente nelle cose della terra, ma potente nelle cose del cielo. Invece, quanta fatica costa a Pietro accettare un Messia sofferente ed accettare la croce, come via preferenziale per seguire Gesù. Proprio in questi giorni, nel ministero della confessione, mi ritrovo davanti a delle persone di ogni condizione sociale, che sono state toccate dalla perdita di persone care, soprattutto di figli giovani e bravi, ma anche toccate dalle varie malattie, soprattutto quella più terribile e ricorrente che è il tumore o il male oscuro della depressione. Quanto è difficile anche per un sacerdote dare parole di conforto e di speranza alle persone che vivono queste sofferenze indicibili da un punto di vista umano. L’unico e costante richiamo che faccio a me stesso e agli altri, nel momento della prova e del dolore, è alzare la testa e guardare la croce e chi su quella croce è stato inchiodato dall’odio e dalla cattiveria umana: Gesù Cristo, il Figlio di Dio, che passò tra la gente facendo solo il bene.  

Ecco la Croce e soprattutto il Crocifisso è l’albero della nostra vittoria contro ogni tentazione ad azzerare nel nostro pensiero e nella nostra vita. Meditare su questo brano del Vangelo, che, a mio modesto avviso, è uno dei più belli e significativi di tutto il messaggio cristiano, come sacerdote passionista vi invito a farlo, personalmente, non solo oggi, in questo giorno di festa che è la domenica, ma sempre, soprattutto nei momenti difficili della nostra vita e, spesso, sono tanti e ricorrenti perché non si vide la via d’uscita. Quella via è indicata dalla Via Crucis, dalla via del Calvario che prima o poi tutti i veri cristiani sono chiamati a percorrere, seguendo il nostro maestro.  Matteo, nel descrivere con dovizia di particolari questo dialogo tra Gesù e suoi apostoli, ci offre in questo brano una meditazione sul mistero di Gesù Crocifisso, che dobbiamo saper valorizzare per la nostra crescita spirituale: “In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».

Pensare secondo Dio è pensare nell’ottica della Croce, come amore ed oblazione. E la vera sequela di Gesù passa attraverso questa adesione e risposta d’amore a lui. Possiamo guadagnare ed avere tutto in questo (e molti per la verità ce l’hanno pure), ma a nulla serve possedere delle cose, se poi non si possiede la vera ricchezza che è Cristo e l’amore. Facciamo nostro questo appello ed invito di Gesù: Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?”.

Guadagniamo davvero le cose che contano per sempre e non quelle che contano per un tempo, quel tempo della vita terrena che non è tutto. Lasciamoci sedurre dalle cose di Dio e non da quelle della carne e degli uomini, come ci ricorda la prima lettura della liturgia di oggi, tratta dal profeta Geremia:Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre;  mi hai fatto violenza e hai prevalso”. E chi si lascia prendere il cuore e la vita da Dio ha una grande missione nel mondo da compiere: “Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno; ognuno si beffa di me. Quando parlo, devo gridare, devo urlare: «Violenza! Oppressione!». Così la parola del Signore è diventata per me causa di vergogna e di scherno tutto il giorno. Mi dicevo: «Non penserò più a lui, non parlerò più nel suo nome!». Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo”.

Avere l’ardore missionario, non per denunciare, ma per testimoniare con la propria vita l’amore verso Dio, la verità, l’onesta, la giustizia, la pace, la rettitudine del cuore e della vita.

Noi vogliamo essere sulla linea che Paolo Apostolo ha tracciato, da un punto di vista morale e dottrinale, nella bellissima lettera ai Romani: “Fratelli, vi esorto, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto”.

Non ci vogliamo conformare alla mentalità del mondo, di un mondo di oggi specialmente, in certe realtà culturali, sociali, politiche, economiche corrotto al massimo. E come spesso ci ricorda Papa Francesco che “è tanto difficile che un corrotto riesca a tornare indietro. Il peccatore sì, perché il Signore è misericordioso e ci aspetta tutti. Ma il corrotto è fissato nelle sue cose, e questi erano corrotti. E per questo si giustificano, perché Gesù, con la sua semplicità, ma con la sua forza di Dio, dava loro fastidio. E, passo dopo passo, finiscono per convincersi che dovevano uccidere Gesù, e uno di loro ha detto: “E’ meglio che un uomo muoia per il popolo”.

Sia questo il nostro sincero atteggiamento di cristiano e la nostra autentica preghiera in questa giornata di festa domenicale e per il resto della nostra vita: “Rinnovaci con il tuo Spirito di verità, o Padre, perché non ci lasciamo deviare dalle seduzioni del mondo, ma come veri discepoli, convocati dalla tua parola, sappiamo discernere ciò che è buono e a te gradito, per portare ogni giorno la croce sulle orme di Cristo, nostra speranza”. Amen.

IL COMMENTO DI P.ANTONIO RUNGI ALLA PAROLA DI DIO DI DOMENICA 31 AGOSTO 2014ultima modifica: 2014-08-26T12:28:06+02:00da pace2005
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