Archivi Mensili: novembre 2021

P.RUNGI. TEMPO DI AVVENTO, TEMPO PER VACCINARSI. LE BEATITUDINI DEGLI ITALIANI IN TEMPO DI PANDEMIA

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ITRI (LT). Le beatitudini degli italiani in tempo di pandemia

Tempo di Avvento, tempo per vaccinarsi

In occasione dell’inizio dell’Avvento, padre Antonio Rungi, teologo passionista, rivolge a tutti gli italiani un caloroso appello a tradurre in vita concreta il vangelo della carità e della solidarietà, come quello che si ascolta in preparazione all’annuale solennità del Santo Natale. Tempo di Avvento, quindi tempo per vaccinarsi in tutti i sensi.

Si tratta di una riflessione su alcuni temi di grande attualità che il teologo passionista della comunità di Itri-Santuario della Civita proporne in questo tempo di pandemia. Sono dieci le beatitudini che il sacerdote indica come cammino sinodale e natalizio dei cittadini italiani in questo difficile momento della storia dell’Italia e del mondo.

1.Beato quell’italiano che prende a cuore le sorti dei suoi connazionali e sente il dovere di vaccinarsi, per il bene di se stesso e degli altri.

2.Beato quell’italiano che difende il lavoro proprio e quello altrui non ponendo ostacoli alla prevenzione e cura della salute per contrastare qualsiasi chiusura.

3.Beato quell’italiano attento alla voce della scienza, della medicina e della politica, se veramente libera, che mette in pratica tutti i consigli sanitari.

4.Beato quell’italiano che non discute sul se e sul ma, ma comprende e si adegua alle esigenze della nazione italiana.

5.Beato quell’italiano che ha a cuore di salvare fede, tradizioni e relazioni umane e sociali in occasione del Natale 2021 e per i prossimi 100 anni.

6.Beato quell’italiano che governa, amministra e svolge ruoli ed uffici di valenza sociale in modo saggio, oculato, rispettoso delle leggi e della dignità di ogni persona umana.

7.Beati tutti quegli italiani che dall’inizio della pandemia hanno preso seriamente a cuore la salute ed il bene dei cittadini usando tutti gli accorgimenti necessari per difendere i più deboli e fragili da questo virus mortale.

8.Beati noi tutti italiani di questo splendido Paese, benedetto da Dio, protetto dal cielo e curato con materna cura da Maria, Madre di Dio, salute degli infermi e nostra ausiliatrice in questo tempo di pandemia.

9.Beati tutti gli italiani che in questo Natale 2021 si vaccineranno o completeranno il ciclo vaccinale, perché con questo atto di rispetto ed amore permetteranno a tutti gli altri di festeggiare un Natale sereno in famiglia, tra gli amici, senza paura di contrarre il Covid.

10.Beati tutti quelli che verranno insultati, umiliati, maltrattati, perché difendono il dovere di vaccinarsi, che non è una verità di fede, ma è un dato scientifico, quello del Coronavirus, dal quale ci libereremo se saremo uniti ed assumiamo gli stessi atteggiamenti e comportamenti di persone buone e civili, rispettosi della propria ed altrui salute.

LA VITA MONASTICA MODELLO DI VITA PER SUPERARE LA PANDEMIA

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Comunicato stampa
P.RUNGI. “Le contemplative segno di speranza e di gioia per l’Italia e per il Mondo. Un Natale sereno e senza lockdown di carattere monastico, che è buono e santo, ma quello sanitario è triste ed angosciante”.
In occasione della giornata mondiale “Pro Orantibus” che si celebra in coincidenza con la festa di Maria presentata al Tempio, il giorno 21 novembre di ogni anno, padre Antonio Rungi, teologo passionista, delegato arcivescovile per la vita consacrata dell’arcidiocesi di Gaeta, rivolge un forte appello “per la preghiera di tutti i fedeli a sostegno della vita consacrata, maschile e femminile, e soprattutto per le monache di clausura, le contemplative e i contemplativi dell’Italia e di tutto il mondo”. Scrive padre Rungi: “Coloro che hanno fatto una scelta di vita di totale consacrazione a Dio, vivendo nella clausura e negli eremi sono un esempio e un segno di speranza, di gioia e di rinascita per l’Italia e per il mondo, in quanto la vita di queste nostre sorelle e fratelli consacrati alla lode di Dio apre il nostro cuore a guardare la vita oltre il temporale e il contingente e a fissare lo sguardo al cielo e nel cielo”.
Nella domenica di Cristo Re, che fa da contenitore spirituale, liturgico e biblico alla giornata mondiale per le claustrali e i contemplativi “il mio pensiero di gratitudine e di riconoscenza va – scrive padre Rungi – a quanti hanno fatto una scelta di vita più radicale rispetto alla stessa vita consacrata, dedicandosi completamente a Dio nella preghiera e nel lavoro. Nel pregare oggi e sempre per tutte le monache di clausura e i monaci contemplativi chiediamo al Signore che illumini i giovani d’Italia e del mondo a seguire non solo la chiamata alla vita consacrata, ma soprattutto alla vita monastica, di cui fin dai primi tempi del cristianesimo è segnata la storia del nostro Paese e di altre nazioni e luoghi dello spirito dell’antico e nuovo mondo. Questo mondo non sarà veramente nuovo –conclude padre Rungi – fino a quando non riporta al centro del suo cammino spirituale la vita di preghiera, di contemplazione e di totale dedizione a Dio nella vita consacrata e monastica. E’ questo il modello –prosegue padre Rungi – a cui ogni cristiano deve ispirarsi, non perché tutti devono farsi frati e monache, ma semplicemente valorizzando il sistema di vita proposto dai contemplativi che è fatto di silenzio, preghiera, lode, lavoro, comunione fraterna, condivisione e soprattutto di amore e perdono. Valori e virtù tutti che si attingono alla sorgente unica della vita cristiana e consacrata che è Cristo, morto e risorto per la nostra salvezza e redenzione. Nel giorno dedicato alle claustrali e ai contemplativi tutti sappiano dire grazie ed esperire alle suore ed ai frati l’apprezzamento e la stima per il coraggio, non comune, di aver scelto una simile ed impegnativa vita a gloria di Dio. In un contesto di pandemia, questo esempio di vita ci aiuterà anche ad uscire dall’emergenza sanitaria e a superare il Covid. Più silenzio, più preghiera, meno esposizione, meno frequentazioni inutili e pericolose da un punto di vista sanitario potranno aiutarci anche nella soluzione di questo gravissimo problema che ci affligge da circa due anni. Tutti in convento e nei monasteri quindi? No assolutamente –scrive padre Rungi – ma tutti prendiamo ad esempio il comportamento delle monache e dei contemplativi d’Italia e del Resto del Mondo per favorire uno stile di vita più salutare per tutti. Siamo più accorti e più ritirati se vogliamo fare un Natale sereno e senza lockdown di carattere monastico, che è buono e santo, ma quello sanitario è triste ed angosciante”.