Archivi Mensili: novembre 2009

La giornata contro la violenza sulle donne

P.Rungi (Teologo morale). “Sostenere il cammino di liberazione della donna da ogni forma di violenza e schiavitù che ha attinenza anche con determinate religioni”

 

Alla vigilia del decimo anniversario della Giornata Mondiale  contro la Violenza sulle Donne, istituita nel 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, padre Antonio Rungi, teologo morale campano, “evidenzia la scarsa attenzione dei media e delle istituzioni sul dramma delle donne maltrattate in ogni parte del mondo”. “La dignità della donna è pari alla dignità di ogni essere umano –afferma il teologo campano- e come tale deve essere garantita e rispettata in ogni sede, anche giudiziario e parlamentare, per dare più forza a quell’istanza che viene dal mondo femminile, ma anche maschile di difesa e protezione ad oltranza della donna, soprattutto quella più esposta a danni fisici, morali, psicologici e spirituali. Si sa che l’Onu ha istituito questa giornata non solo  per denunciare e combattere “ogni atto di violenza fondata sul genere che abbia come risultato, o che possa probabilmente avere come risultato, un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, che avvenga nella vita pubblica o privata, ma anche per promuovere una cultura di non violenza a partire proprio dalle categorie più fragili e deboli quali sono i bambini e le donne. L’etica sociale impone, al di là del proprio credo – afferma padre Rungi- una diversa concezione della donna rispetto al passato o rispetto a certi ambienti in cui la donna è ancora vista come subalterno all’uomo. Per un sviluppo pieno, duraturo, civile e per un progresso morale e culturale a livello mondiale è essenziale rivalutare la donna e darle il giusto posto che le spetta come persona e come soggetto di diritti e doveri a pari dell’uomo, anche nella sua specificità di madre. Da qui l’appello fondamentale e conclusivo di sostenere il cammino di liberazione della donna da ogni forma di violenza e schiavitù che ha attinenza anche con determinate culture e religioni. La teologia morale della persona dia il suo contributo di riflessione e di proposte per cambiare una mentalità che ancora oggi stenta a decollare anche dalle nostre parti. La donna è degna di ogni rispetto, amore, collaborazione e protezione al pari- conclude padre Rungi- di ogni persona umana di qualsiasi popolo, cultura, razza e religione. Domani e nei prossimi giorni i sacerdoti affrontino questo tema nelle catechesi e nelle omelie, perché anche con tali contributi si può determinare il cambiamento di mentalità non solo per un momento ma per sempre”.

Presepe virtuale

P.Rungi (Teologo morale). “Il nostro presepe virtuale con personaggi reali”. Nasce il presepe virtuale.

Nasce su Fb anche il presepe virtuale con personaggi reali. Lo avvia padre Antonio Rungi, teologo morale campano che per “il Natale 2009” ha pensato di realizzare con la collaborazione di tutti i suoi amici sul più noto socialnetwork questo speciale presepe.”Chi metteresti sul nostro 24122008(008).jpgpresepe?” Questa è la domanda che pone il teologo morale ai suoi amici e che estende attraverso gli amici dei suoi amici a tutti i frutori di Facebook. “Si tratta di costruire idealmente -afferma padre Rungi- un presepe speciale che abbia a cuore di tasmettere anche attraverso internet il messaggio cristiano di pace e bene nello spirito del Poverello d’Assisi che per primo ideò questo modo di celebrare rappresentativamente il Natale. Ora che i tempi sono cambiati, oltre al presepe tradizionale, è particolarmente adatto a trasmettere il messaggio natalizio a giovani fruitori della rete e esperti navigatori”. Ed aggijnge: “Sicuramente il nostro presepe virtuale con le foto delle persone care, dei personaggi pubblici che si sono distinti per il bene e che possono dire qualcosa con la loro vita si riempirà con volti noti e meno noti. Intorno alla capanna di Betlemme, vicino a Gesù, Giuseppe e Maria, vorremmo trovare sistemati tanti uomini e donne che si sono prodigati per realizzare concretamente il messaggio del Natale, ma anche persone che sentono il desiderio di incontrarsi con Cristo, unico Salvatore del mondo”. Al via quindi il presepe vituali composto da artisti dei media e che si costruirà con il contributo di tutti gli iscritti a Fb o che utilizzano internet. “Entro la festa dell’Immacolata -afferma padre Rungi- dovremmo avere sul nostro presepe vituale tutti i personaggi, lasciando la discrezione poi a tutti i navigatori di completarlo entro la notte di Natale, quando il quadro dei personaggi sarà a completo e noi potremmo depositare virtualmente il Bambinello, nella notte santa. Anche il nostro presepe virtuale si arricchirà in quella notte dell’immagine di Gesù Bambino che volgerà il suo sguardo di benevolenza verso quanti lo hanno atteso e lo attendono con cuore sincero e con la volontà di rinnovarsi nella mente e nella vita secondo gli insegnamenti che partono dalla Grotta di Betlemme”

Napoli. Sabato il Cardinale dalle Monache Passioniste

Sepe-Monache passioniste 011.jpgNapoli. Il Cardinale Sepe presiede eucaristia al Monastero delle Passioniste in occasione dei 70 anni di professione religiosa di due monache. P.Rungi: “Riscoprire l’importanza della vita claustrale femminile. Le donne consacrate totalmente a Dio, faro di luce e di speranza per le nuove generazioni”
 
Sarà il Cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, a presiedere, sabato 21 novembre 2009, alle ore 10.00, in coincidenza con l’annuale giornata delle claustrali, che si celebra in occasione della Festa della Presentazione al Tempio di Maria, la solenne eucaristia al Monastero delle Passioniste di Napoli, sito in San Giacomo de’ Capri, al Vomero, in occasione dei 70 anni di professione religiosa di due monache. Si tratta di un avvenimento importante per il Monastero delle Monache Passioniste istituito nel 1928 e che in 81 anni di attività e vita ha accolto tra le sue mura numerose donne che si sono votate completamente a Dio, nella preghiera e nel raccoglimento, seguendo le orme di San Paolo della Croce e di Madre Maria Crocifissa Costantini, cofondatrice delle Monache Passioniste, il cui carisma principale, come i religiosi passionisti, è quello di fare Memoria della Passione di nostro Signore Gesù Cristo. Il Cardinale Sepe, già più volte in visita al monastero delle Passioniste, ritorna quest’anno in occasione di questa fausta ricorrenza dei 70 anni di vita religiosa di due monache passioniste di questo monastero. Si tratta di Madre Filomena Cassese, della Madre di Dio, nata a  San Gennaro Vesuviano, il 6 gennaio 1914, entrata nel monastero il 21 novembre 1939, e di Madre Vincenza Carbone, delle Cinque Piaghe, nata a San Giuseppe Vesuviano il 9 maggio 1917, che professava i voti religiosi il 21 novembre 1939. Due suore di grande carità ed umanità. La loro vita è stata ed è esemplare per tutte le consorelle della comunità monastica, oggi costituita da 12 religiose, di cui 5 provenienti dall’Indonesia, essendo il monastero di Napoli confederato con i Monasteri di Ovada (Al), Vignanello (Vt) e Maumere in Indonesia. Il Monastero di Napoli ha avuto un forte rilancio durante il provincialato di padre Antonio Rungi, negli anni 2003-2008, allora assistente spirituale del Monastero, ed ora confessore straordinario delle Suore, essendosi interessato, insieme a padre Giovanni Giorgi, assistente della Federazione e a mons. Filippo Grillo, di un potenziamento di presenza di suore in questo luogo di preghiera particolarmente significativo per Napoli, la Campania e tutto il Meridione. Il Monastero delle Passioniste di Napoli è l’unico esistente dal Lazio in giu. Ecco si è avviato, da circa 3 anni, un progetto di recupero, già effettuato da un punto di vista strutturale, a livello di presenza e promozione locale, con la totale disponibilità del Cardinale di Napoli. 
“La ricorrenza del settentesimo di vita consacrata delle due religiose-ha detto padre Rungi- è un motivo in più per riportare all’attenzione della Chiesa locale, della Regione ecclesiastica campana e di tutto il Meridione, l’importanza della vita claustrale e del ruolo essenziale di queste donne che fin dalle più tenera e giovane età hanno corrisposto con generosità alla chiamata di Dio, lasciando ogn cosa per seguire Cristo sulla via della perfezione del vero amore. Le donne consacrate totalmente a Dio sono un faro di luce e di speranza per le nuove generazioni”.
Madre Filomena ha svolto soprattutto attività di sarta, avendo curato quanto era fuori questa professione, dedicandosi soprattutto alla confezione delle divise dei militari italiani e dei galloni che portano i militari per esprimere i loro gradi nella gerarchia militare; è stata maestra di taglio e cucito ed ancora oggi, nonostante la sua veneranda età di 95 anni continua a fare qualche piccolo lavoretto. Madre Vincenza, oggi 92 anni, invece ha assunto vari compiti nel monastero, tra cui quella di consigliera e di Maestra delle Novizie. Religiose entrambi di grande umanità ed umiltà, sempre sorridenti e gioiose per la scelta della vita fatta interamente per il Signore. Dal Monastero di Napoli, ove vivono da oltre 70 anni, come dire che il monastero è sorto e si è svuluppato con loro, sono state pochissime le volte che hanno lasciato questo luogo di preghiera e di contemplazione della Passione del Signore, vivendo responsabilmente e gioiosamente i voti di castità, povertà, obbedienza, della passione del Signore e della clausura. Cinque fondamentali impegni per camminare nella perfezione della carità e dell’amore verso Dio e verso i fratelli. Oggi nel rendere grazie al Signore per il dono ricevuto, indicano anche la strada della fedeltà alla propria vocazione che è possibile assicurare con la preghiera, il lavoro e il contatto continuo con i divini misteri, posti al centro della loro vita di donne e di spose di Cristo. 

Informazione religiosa locale

Foto-Rungi-Marcianise3.jpgMarcianise (Ce). Padre Rungi alla Festa della Virgo Fidelis dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri. Domenica messa solenne.
 
Come è prassi ormai da anni, sarà padre Antonio Rungi, teologo morale campano, ex-superiore provinciale dei Passionisti della Campania e del Lazio Sud a presiedere la solenne eucaristia, nella Chiesa dell’Assunta, ai Pagani, in Marcianise, domenica 22 dicembre alle ore 11,30, in occasione dell’annuale festa della Virgo Fidelis, protettrice dell’Arma dei Carabinieri. Alla celebrazione prenderanno parte i militari in servizio, in pensione e soprattutto i componenti dell’Associazione Nazionale Carabinieri- Sezione di Marcianise, guidata dal maresciallo Davide Morrone. La festa della Virgo Fidelis, come è noto, è molto sentita dall’Arma Benemerita che in questa circostanza si affida in modo del tuo singolare e speciale alla protezione della Vergine Santa. La celebrazione che da anni si tiene a Marcianise si volge nella Chiesa dedicata alla Madonna Assunta, storica parrocchia guidata dal dinamico sacerdote, don Alfonso Marotta, sempre attento e disponibile alle richieste religiose che provengono dall’Associzione dei Carabinieri che ha la sede a pochi metri dalla Chiesa parrocchiale. “E’ un motivo di grande gioia per me- dichiara padre Rungi- presiedere la santa messa per i Carabinieri in occasione della festa della loro protettrice la Virgo Fidelis. Il forte richiamo al valore della fedeltà in tutti i campi che ci viene da questa annuale ricorrenza, cara ai carabinieri, ci traccia un percorso umano e sociale, oltre che etico, preciso. Solo chi mantiene i propri impegni per sempre dà stabilità alle istituzioni, alla famiglia e alla società. Questa festa ci ricorda essenziale i nostri doveri verso noi stessi, verso gli altri, verso la Patria, verso ciò che conta davvero nella società”. Padre Rungi prima della messa sarà a disposizione di quanti vorranno accostarsi al sacramento della confessione, per poter ricevere degnamente la santa comunione. Appuntamento a domenica con la messa solenne, che sarà animata dalla splendida corale parrocchiale.

Commento alla parola di Dio

Trentatreesima Domenica del Tempo Ordinario

15 Novembre 2009

 

Le mie parole del Signore non passeranno mai

 

di padre Antonio Rungi

 

Celebriamo oggi la XXXIII domenica del tempo ordinario. Come già ricordato domenica scorsa ci avviamo verso la conclusione dell’anno liturgico. Ovvio quindi che la parola di Dio di queste ultime settimane proponga una speciale attenzione sulle cose che verranno, sull’escatologia. Il Vangelo di oggi ci porta nel cuore di quel mistero della fine dei tempi, di cui nessuno sa il momento, né come avverrà. Noi intanto siamo in attesa del più grande evento della nostra vita: lasciare questo mondo per incontrare il Signore. Lui solo sa quando giungerà la nostra ora e qualsiasi cosa che avverrà fino a quel momento sarà solo una preparazione immediata o remota. La nostra vita terrena si concluderà, non passeremo sulla scena di questo mondo, lasciando le tracce, ci auguriamo, di un amore vero verso il Signore e di amore sincero verso ogni creature. Le ragioni del cuore e dell’amore motivano quelle scelte fondamentali che ci portano a valorizzare la nostra esistenza nella prospettiva dell’eternità. Solo chi ha un cuore, come quello di Cristo, sono chi si pone in sintonia con la parola eterna di Dio, può realizzare i grandi progetti della salvezza propria ed altrui. Il vangelo di oggi ci invita a dare peso alla parola del Signore, a non vanificare ogni suo insegnamento, ogni suo indirizzo di programma e di meta. “In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre”.

Certo a leggere questa pagina del Vangelo, ci viene l’angoscia e l’ansia di cosa possa succedere di talmente grave. Il linguaggio utilizzato rientra in quel genere apocalittico che non è solo del tempo di Gesù. Anche oggi c’è gente che pensa, parla e comunica in questi termini, quasi a sapere dire ore, giorno, mese ed anno in cui ci sarebbe la fine del mondo. I millenaristi di turno ci sono stati sempre e ci saranno. Ma il Vangelo è esplicito anche in merito: nessuno sa con certezza quando questo avverrà. Solo Dio conosce tutto. In ragione di questo non sapere la fine, ci impegna a vivere bene l’inizio e i successivi tempi di ogni cammino. Non sapendo vigiliamo e siamo attenti sempre, oppure potremmo assumere un comportamento inverso e sbagliato, quello  che trattandosi di un ritorno che tarda a venire ognuno sì dà alla pazza gioia, nel godersi la vita in un modo disordinato e distorto. Ma il Signore ci ammonisce che Egli verrà quando meno ce lo aspettiamo. Questa venuta è certa, a lui spetta di stabilire il momento. Per ora per quanto tutto sembra indirizzarsi verso la fine, in realtà abbiamo la relativa certezza che questa fine non è imminente, ovvero non la percepiamo in questo modo. Alla luce del brano del Vangelo comprendiamo anche meglio il testo della prima lettura che è strettamente correlato a questo brano. Daniele, il profeta delle visioni apocalittiche ci descrive, secondo le categorie dello spirito, ciò che avverrà alla fine: “In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo. Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro. Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna. I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre”.

Come si evince dal testo, c’è una prospettiva positiva di quello che dovrà accadere alla fine dei giorni. Se quelli che hanno agito male devono temere per la sorte finale, quanti hanno agito per il bene, per la giustizia risplenderanno come stelle nel firmamento dell’amore di Dio e della sua eternità. Una luce per sempre e piena di senso e di vera e perenne felicità. In questo cammino verso la felicità vera il nostro sguardo è chiamato a fissarsi nuovamente su Cristo Crocifisso, sul grande ed unico sacerdote delle anime nostre. La lettera agli Ebrei ripropone anche in questa penultima domenica dell’anno liturgico la missione del sommo ed eterno sacerdote, che con il suo sacrificio in croce e con la sua risurrezione ha ridato all’umanità una speranza eterna. Una speranza carica di immortalità, visto che Lui, il Salvatore, si è assiso alla destra del Padre, aspettando che tutta l’umanità di ricongiunga nelle sue braccia dell’infinita misericordia e del tenero suo amore.  Una prospettiva davvero consolante, nonostante le sofferenze, le amarezze, i problemi, le croci che siamo chiamati a superare ogni giorno, non senza ostacoli e difficoltà di ogni genere. “Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati.
Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato”.

E allora prendendo coscienza che davvero dove c’è il perdono, c’è la pace e la grazia, questo tempo che il Signore ha affidato alla custodia della nostra vita ed ha posto nelle nostre mani, sia valorizzato al meglio per raggiungere l’agognata meta del Paradiso. La fine del mondo ci sarà per certa, ma noi non sappiamo né quando, né come. Ciò che interessa sapere, è come prepararci a questa fine che per noi coincide con la morte corporale, in attesa poi della risurrezione finale.

Ogni anno liturgico portato a termine nella preghiera e nella lode al Signore è un tassello in più nel costruire giorno per giorno il grande mosaico della nostra salvezza eterna. Sia questa la nostra sincera ed umile preghiera al Signore: “O Dio, che vegli sulle sorti del tuo popolo, accresci in noi la fede che quanti dormono nella polvere si risveglieranno; donaci il tuo Spirito, perché operosi nella carità attendiamo ogni giorno la manifestazione gloriosa del tuo Figlio, che verrà per riunire tutti gli eletti nel suo regno”.

Confidiamo perciò nelle parole del Signore che sono certe, vere e di sicura provenienza, che dico ciò che devono dire e sono vie sicure per la felicità senza fine. Abbandoniamo invece la via della menzogna e della falsità, per ritrovare le ragioni più profonde di una fede e di una missione che passa attraverso l’accoglienza e la diffusione della Parola della parola, che è Cristo, sacerdote eterno e compassionevole.Amen.

 

Lectura Dantis Sinuessana

Davanti ad una qualificata, numerosa ed attenta assemblea, composta soprattutto dai giovani studenti liceali e universitari, da docenti, giovedì 12 novembre, alle ore 19.00, padre Antonio Rungi, teologo morale campano, docente di filosofia e pedagogia al Liceo Scientifico Statale “Galileo Galilei” di Mondrago, nell’Aiditorium del Convento dei Frati Minori, ha commentato il XVIII Canto del Purgatorio. Quaranticinqe minuti intensissimi durante i quali, padre Rungi, ha illustrato l’intero canto dedicato agli accidiosi. Una trattazione letteraria, filosofica, poetica, teologica raccordata ai tempi attuali. Una lectura tipicamente personale che ha avuto il gradimento del vasto pubblico di studiosi presenti in aula. Il Commento è stato introdotto dal saluto del professore Saverio Caramanica, che ha presentato il relatore, ma anche inquadrato il senso di questo nuovo ciclo di lectura dantis sinuessana nel vasto panorama della proposta culturale a livello territoriale. Il Canto XVIII è stato letto con grande maestria e competenza da due giovani studenti del Liceo Scientifico di Mondragone. A conclusione dell’incontro, ha preso la parola padre Massimo Cardito, parroco di San Francesco e presidente del Centro Culturale Francescano di Mondragone per ringraziare padre Runi per aver offerto una nuova occsione di riflessione su messaggio del poeta teologo che è Dante Alighieri. Padre Rungi, infatti, nel corso del suo commento oltre a soffermarsi in dettaglio sugli elementi costitutivi del Canto XVIII h presentato la teologia e la dottrina cattolica sul Purgatorio, sulla struttura di esso secondo Dante; ma ha trattato in particolare due temi insiti nel canto, dedicato agli accidiosi, quello dell’accidia e quello dell’amore. Lo sviluppo tematico maggiore è stato intorno al tema e alla teologia dell’amore. Più marginale, ma ugualmente interessante, la trattazione del tema dell’accidia e con l’ozio. Citazioni di autori recenti hanno aiutato la giusta comprensione del canto e l’attualizzazione al tempo di oggi. I vizi capitali ed in particolare l’accidia ci stimolano a non stare con le mani nelle mani, ma ad agire: l’amore è dinamico, l’accidia è statica. Chi vuole pogredire deve amare pienamente e credere fermamente in ciò che fa. Una lectura diversa quella offerta da padre Rungi che ha catturato l’interesse e l’attenzione dei presenti. Il prossimo incontro giovedì, 19 novembre con inizio programmato alle ore 18,30. Al secondo incontro la lectura dantis sinuessana ha fatto registrare un buon riscontro a conferma dell’apprezzamento e della validità della proposta culturale.

Padre Rungi commenta un Canto del Purgatorio

Lectura1.jpgLectura2.jpgComunicato stampa

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Mondragone (Ce). Parte il terzo ciclo della Lectura Dantis Sinuessana relativo al Purgatorio. Saranno commentati i Canti XVII-XXIII

 

Da domani 5 novembre fino al 17 dicembre 2009, ogni settimana, al giovedì, sempre alle ore 18,30 presso l’Auditorium del Convento di S.Francesco in Mondragone, si svolgerà il Terzo ciclo della Lectura Dantis Sinuessana, relativo al Purgatorio, seconda Cantica della Divina Commedia di Dante Alighieri.

Saranno commentati da docenti, esperti e noti dantisti i canti dal XVII e al XXIII del Purgatorio. Inizia domani con il Canto XVII la professoressa Carolina Bova dell’ISISS “G.Florimonte” di Sessa Aurunca.

Giovedì, 12 novembre, sarà la volta del professore Antonio Rungi del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Mondragone, teologo morale, che commenterà il Canto XVIII. 

A seguire nelle settimane successive: il Canto XIX, giorno 19 novembre, con il commento del professore Salvatore Milazzo di Francolise; il Canto XX, giovedì 26 novembre, con il commento del professore Paolo Di Somma, religioso francescano, di Minturno; il Canto XXI, giovedì 3 dicembre, con il commento del professore Giancarlo Di Grazia di Aversa; il Canto XXII, giovedì 10 dicembre, con il commento del professore Saverio Caramanica di Mondragone. Si chiude con il Commento del canto XXIII a cura del professore Bonaventura Perrone del Liceo Classico “C.Nevio” di S.Maria Capua Vetere, giovedì 17 dicembre 2009.

La Lectura Dantis Sinuessana, che è tra le prime Lecturae Dantis che sono state avviate in Provincia di Caserta e in Campania, con circa 20 anni di storia ed esperienza in questo campo, è promossa dal Centro Culturale Francescano di Mondragone con il Patrocinio del Comune di Mondragone.

Si tratta di uno degli appuntamenti culturali più qualificati e sentiti su tutto il litorale domizio, che, ogni anno, richiama moltissimi appassionati di Dante a questo incontro di riflessione, studio e approfondimento circa l’opera più nota e tradotta in tutto il mondo di Dante Alighieri, la Divina Commedia.

Sono soprattutto giovani, universitari, docenti di lettere classiche e moderne, ma anche appassionati del grande poeta fiorentino a ritrovarsi puntualmente ogni anno, in numero sempre più consistente, nell’Auditorium del Convento di San Francesco in Mondragone per assistere ai vari commenti. 

Il merito di questa iniziativa va ai Frati minori del Convento francescano di Mondragone e soprattutto ai componenti del Centro Culturale Francescano, coordinato dall’ex-dirigente scolastico, professore Saverio Caramanica, che si avvale della collaborazione di docenti delle scuole di ogni ordine e grado di Mondragone e del territorio, ma anche di appassionati studiosi delle opere dantesche. 

Il successo di questa iniziativa culturale è dovuto al fatto che chi la promuove lo fa con passione alla cultura in generare e a quella letteraria in particolare. L’aver legata questa esperienza alla bellissima realtà artistica del Convento di San Francesco in Mondragone ai Frati Minori è un attestato ulteriore di quello stretto rapporto che intercorre tra il messaggio francescano e l’opera letteraria ed artistica del Sommo Poeta. Per il cui in ringraziamento va a padre Ferdinando (Guardiano) e padre Massimo (Parroco).

L’ingresso è libero. Si è optato per il giovedì pomeriggio -riferiscono gli organizzatori- per dare a tutti la possibilità di partecipare, rispetto al sabato degli anni precedenti. Si attende una buona partecipazione di pubblico e di studiosi.

 

P.Rungi. Speciale preghiera contro l’influenza. Depliant

Rungi-Marcianise2008-2.jpgP.Rungi (Teologo morale). “Anche le parrocchie in campo per combattere l’influenza A. Un depliant allestito dal teologo con raccomandazioni e speciale preghiera”.depliant-influenza.pdf

 

“Il grave problema dell’influenza A, soprattutto in Campania, richiede un impegno più diretto e immediato delle parrocchie per fronteggiare questa nuova emergenza sanitaria locale, nazionale e mondiale”, è quanto scrive in una Nota personale, il teologo morale campano, padre Antonio Rungi, religioso passionista. “Per fronteggiare tale situazione-scrive padre Rungi-  è necessario che i sacerdoti facciano riferimento alla questione anche nelle omelie, nei prossimi giorni e mesi, trattandosi di temi morali, riguardanti la difesa della salute e dei cittadini, a partire dalle categorie più a rischio quali sono i bambini. Non basta solo parlare, è anche utile sensibilizzare con gli strumenti che sono nelle nostre possibilità, come i depliant, i bollettini parrocchiali, le riviste, i fogli parrocchiali e quanto di norma si usa nelle parrocchie per interagire con i fedeli che frequentano la chiesa soprattutto alla domenica. Ma un compito speciale spetta a tutti i catechisti che sono impegnati in questo periodo nella formazione cristiana dei bambini, adolescenti e giovani in vista della Prima Comunione e della Cresima. Nelle parrocchie si riuniscono per questo ed altre finalità educative e ricreative tantissimi bambini e giovani. E’ importante -continua il teologo Rungi- avere una massima attenzione e cura alla profilassi anche nelle parrocchie e nei luoghi di maggiore assembramento come sono le chiese, specie di questo periodo ed in occasione delle feste natalizie che già si prospettano all’orizzonte”. A tal fine per far circolare l’informazione sulla prevenzione e cura della nuova infuenza, padre Rungi ha predisposto “uno specifico depliant, con informazioni scientifiche e mediche sull’influenza A e con un supporto spirituale e religioso per quanti credenti ritengono di affidarsi a Dio in questo nuovo rischio di pandemia”. Il depliant è a disposizione di tutti e può essere scaricato dal sito internet di padre Rungi. “Mi rivolgo particolarmente ai confratelli sacerdoti e parroci, ai responsabili della pastorale della salute a livello diocesano affinché prendano a cuore questa iniziativa, la facciano proprio e si attivino concretamente per dare anche loro un valido contributo per fronteggiare -conclude padre Rungi questo nuovo rischio alla salute pubblica in Italia e nel mondo”.

 

 

Preghiera per debellare l’influenza

 

Signore Gesù,

guarda noi e l’umanità intera

afflitta da questa nuova epidemia

che già sta seminando sofferenza e morte

in ogni angolo della terra.

 

Ti chiediamo, umilmente,

difendici da questo morbo terribile

che sta colpendo particolarmente

i bambini e le persone già debilitate

nel fisico e nello spirito.

 

Non permettere che in Italia e nel resto del mondo,

questa nuova influenza si trasformi

in una strage degli innocenti

ma libera dalla sofferenza e dal male

tutti coloro che vengono a contatto

con il nuovo male o vengono contagiati.

 

Fa che l’efficacia delle cure preventive,

come il vaccino ed altre coperture,

di carattere medico e farmaceutico,

possano portare beneficio prima che il virus

aggredisca un numero sempre più elevate

di persone sane o già ammalate.

 

Affidiamo alla tua bontà di Padre

questa nostra umile preghiera,

mediante l’intercessione della Beata Vergine Maria,

salute degli infermi e di tutti i santi nostri protettori.

Fa che non soffriamo

per questa e per tante nuove malattie

che mettono ansia e preoccupazione

 nel cuore dei tuoi figli,

così deboli, fragili e paurosi di fronte ai tanti mali

e sofferenze di questo nostro tempo

e di questa nostra generazione. Amen