Undicesima meditazione degli esercizi spirituali

11. PRESENTAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

Origine e carattere della festa.

La Presentazione di Maria è  fra le feste più care al clero e alle persone consacrate a Dio. Si celebra il 21 novembre con data fissa. Come  in Oriente è nato il culto della Madonna, così in Oriente è sorta questa festa, che si celebra già dal secolo VII. La Francia fu la prima ad accoglierla, alla corte romana di Avignone, nel 1372. Carlo V nel 1374 espresse il desiderio che fosse celebrata in tutto il regno.

Come dicevo all’inizio, questa è una festa particolarmente sentita tra i religiosi. E, infatti, la Presentazione al tempio della beata Vergine Maria fu molto cara a san Paolo della Croce, perché gli ricordava la sua consacrazione a Dio per la fondazione della Congrega­zione della Passione di Gesù Cristo. Nato ad Ovada il 3 gennaio 1694 morì a Roma il 18 ottobre 1775. Egli volle, tra l’altro, che la prima casa dei Passionisti, aperta nel 1737 sul Monte Argentario (Grosseto), la prima Provincia religiosa (maggio 1769) e il pri­mo monastero delle Religiose passioniste fossero dedicati alla Presentazione di Maria santissima.

La Presentazione è stata anche la prima patrona della Congregazione dei Passionisti, cob decreto nel Capitolo generale del 1775.

 

Con tale festa,  la Chiesa cattolica e specialmente i cristiani d’Oriente, ricorda quella «dedicazione» che Maria fece di se stessa a Dio fin dall’in­fanzia, mossa dallo Spirito Santo, della cui grazia era stata ricolma nella sua Immacolata Concezione.

La Presentazione di Maria al Tempio trova la sua radice e il suo fondamento nella tradizione ebraica e nel fatto che, come tutti gli Ebrei osservanti, anche Gioachino e Anna, genitori della Vergine, come più tardi farà la stessa Madre di Gesù, hanno portato al Tempio Maria Bambina, per offrirla al Signore, facendo dono di due tortore o di due colombi.

La festa vuole ricordare anche tutto il periodo che va dalla natività sino al fidanzamento con Giuseppe e all’annunciazione. Nel celebrarla la Chiesa intende illuminare il silenzio che grava sul primo periodo della vita di Maria e presentarlo come tempo della sua preparazione alla sublime vocazione di Madre di Dio.

Per la memoria della festa, si ricorre all’apocrifo Protovangelo di Giacomo (risalente al III secolo) che ne parla così: «Tutte le fanciulle della città prendono le fiaccole ed un lungo corteo luminoso accompagna la bambina su in alto, “nel tempio del Signore”. Qui il sacerdote l’accoglie dicendo: “Il Signore ha magnificato il tuo nome in tutte le generazioni: in te, nell’ultimo dei giorni, Egli manifesterà la sua redenzione ai figli di Israele… Maria stava nel tempio del Signore come una colomba allevata, e riceveva il cibo per mano di un angelo».

Ma al di là della poesia, quello che conta è il fatto che quella Bambina era destinata a divenire la Dimora ove il Figlio di Dio e lo Spirito Santo vennero ad abitare in mezzo agli uomini; come tale la Presentazione è il simbolo di una verità più alta: quella della totale consacrazione a Dio fin dai primi istanti della sua esistenza.

La Chiesa, fin dai primi tempi, ha venerato la sublime santità di Maria e ha riferito a lei numerosi passi biblici dell’Antico Testamento, là dove Maria è presentata come “dimora della Sapienza in mezzo agli uomini”: in questa prospettiva viene chiamata Sede della Sapienza, perché in lei abita la Sapienza di Dio che è Cristo, e in lei cominciano a manifestarsi le meraviglie di Dio, che lo Spirito compie in Cristo e nella Chiesa.

Intesa come Tempio di Dio, Maria è salutata non solo come la Madre dei credenti, ma anche come la Donna dei tempi nuovi, perché in Lei si realizzano le promesse dei profeti, e, per la sua mediazione, lo Spirito Santo mette in comunione Dio con gli uomini.

 

Dal Catechismo della Chiesa Cattolica n. 724, leggiamo:

“In Maria, lo Spirito Santo manifesta il Figlio del Padre divenuto Figlio della Vergine. Ella è il roveto ardente della teofania definitiva: ricolma di Spirito Santo, mostra il Verbo nell’umiltà della sua carne ed è ai poveri e alle primizie dei popoli, che lo fa conoscere”

 

Ricordando la Presentazione della Vergine al Tempio, è importante meditare sul legame strettissimo che esiste tra Maria e la Chiesa, quello cioè della sua inestimabile santità. Guardare a Lei vuol dire guardare al modello più fulgido della vita cristiana, che non solo ubbidisce alla Legge, ma diventa punto di riferimento per il nostro camminare nel Tempio del Signore, che è la Chiesa.

Lo dice il Concilio: “I fedeli del Cristo si sforzano ancora di crescere nella santità per la vittoria sul peccato; e per questo innalzano gli occhi a Maria, la quale rifulge come modello di virtù davanti a tutta la comunità degli eletti” (Lumen Gentium 65). Non si può dimenticare che, il 21 novembre, nella festa della Presentazione al Tempio, si celebra anche la Giornata delle claustrali come invito alla gratitudine per quelle sorelle che vivono la loro consacrazione di vita nella preghiera, nella meditazione e nel nascondimento. Queste sorelle, vere antenne sul monte del Signore, sono nel cuore della Chiesa e la arricchiscono con la loro verginità e incessante preghiera. Senza di loro la Chiesa sarebbe molto più povera! A loro va in modo speciale il mio pensiero in questo momento, con la gratitudine verso ciascuno di loro. Ho avuto ed ho la gioia di conoscere vari monasteri di claustrali: le passioniste di Napoli e di Alvignanello (Vt), le Carmelitane dei Ponti Rossi a Napoli, le Clarisse di Airola (Bn), mio paese d’origine. La loro preghiera e il loro sostegno spirituale è di grande aiuto per me e per tutti noi.

 

Dalle « Lettere » di san Paolo della Croce, sacerdote (Lett., vol. 1, pp. 349‑350)

 

Grandezze di Maria santissima e come si debba onorare

 

Le ricchezze di questa sovrana Signora sono tante e così grandi, che solo quel gran Dio che l’ha arricchi­ta di così alti tesori le conosce. Quella grande ferita d’amore, di cui fu dolcemente piagato il suo purissimo cuore, fin dal primo istante della sua immacolata concezione, crebbe tanto in tut­to il corso della sua vita, finché penetrò tanto dentro, che ne fece partire dal corpo quell’anima santissima. Così, questa morte d’amore, più dolce della stessa vi­ta, diede fine a quel gran mare di dolori, che questa gran Madre patì in tutto il corso della sua santissima vita; non solamente nella santissima Passione di Ge­sù, ma anche nel vedere tante offese che si facevano dagli uomini ingrati alla divina Maestà. Così, dunque, facciamo festa e giubiliamo in Dio, nostro Bene, go­dendo che sia esaltata sopra tutti i cori degli Angeli, collocata alla destra del suo divin Figliolo. In quel gran cuore santissimo di Gesù si può godere delle glo­rie di Maria santissima, amandola col Cuore purissi­mo del divin Figliolo, e, se Gesù glielo permette, fare un volo nel Cuore purissimo di Maria e giubilare con lei e rallegrarsi che siano finite tante pene, tanti dolo­ri, e domandare grazia dì starsene sempre immersa nell’immenso mare del divino Amore, da cui esce quell’altro mare delle pene di Gesù e dei dolori di Ma­ria. Lasciamoci penetrare da queste pene, da questi dolori, e lasciamo che si temperi bene la spada o lan­cia o dardo, acciò penetri più a fondo la ferita d’amo­re; perché tanto più sarà penetrante la ferita d’amore, tanto pìù presto uscirà dal carcere la prigioniera.

Io sono un abisso di tenebre, né so parlare di tali meraviglie. Chi pìù vuol piacere a Maria santissima, bisogna che più si umilii, più si annichili, perché Ma­ria fu la più umile fra tutte le creature, e perciò piac­que a Dio più di tutti per la sua umiltà. Preghi Marìa santissima che non tardi più ad im­petrarle la grazia di essere veramente umile e tutta virtuosa, tutta fuoco d’amore; le dica che se vuole far la carità di ferirle il cuore con un acuto dardo d’amo­re, che penetri ben a fondo la spada o lancia, sta in mano sua. La preghi anche per me e per i presenti bi­sogni della santa Chiesa e di tutto il mondo e per le anime del purgatorio, e massime per chi siamo più ob­bligati di pregare; per questa minima Congregazione, che Maria santissima la protegga e la provveda di san­ti operai, perché lei è la tesoriera delle grazie e sua di­vina Maestà vuole che passino per le sue mani.

 

Dopo la Presentazione.

Maria non resta al tempio, perché nessuno meglio di Gioacchino e Anna sono preparati ad educare la Madre di Dio; ma vi ritorna spesso per essere iniziata alla legge mosaica, per unirsi ai sacrifici offerti a Dio ogni giorno e pregarlo di inviare presto il Messia promesso e tanto atteso.
Conoscendo pienamente i misteri del Figlio di Dio… Maria contempla e adora Gesù Cristo in tutte le figure della liturgia mosaica. Al tempio è come circondata da Cristo, lo vede dappertutto e, in certo senso, ella è la pienezza della legge poiché compie al momento del declino della Legge, ciò che questa non aveva ancora potuto consumare dalla sua istituzione. Vedendo le vittime del tempio, Maria sospira per la morte della vittima annunziata dai profeti, per la morte di colui che salverà il mondo e che sarà ad un tempo sacerdote, vittima e tempio del suo sacrificio. Maria adempie senza saperlo in quel tempo le funzioni sante del sacerdozio che avrebbe esercitato sul Calvario… è il sacerdote universale, il sommo sacerdote della Legge, il Pontefice magnifico, che immola in anticipo, spiritualmente, Gesù Cristo alla gloria del Padre… E, come offre a Dio se stessa, in tutto quello che è e in tutto quello che sarà, offre, nello stesso tempo, tutta la Chiesa.
La Legge richiamava il Messia… La Santissima Vergine lo chiama con maggiore potenza ed efficacia, più dei Patriarchi e dei Profeti, per la sua inimitabile santità, per le sue qualità auguste, per l’ardore della carità verso gli uomini e per l’amore ardentissimo e veemente per il Verbo incarnato, del quale già contempla la bellezza affascinante, nelle comunicazioni del Verbo stesso, delle quali il Padre si compiace favorirla.

Preghiera:

“Rallegratevi con me voi tutti che amate il Signore, perché, ancora piccolina, piacqui all’Altissimo”.
Nell’Ufficio cantato in tuo onore ci rivolgi, o Maria, questo invito e quale festa meglio di questa lo giustificherebbe? Quando, piccola più per l’umiltà che per l’età, candida e pura salivi i gradini del tempio, il cielo dovette riconoscere che ormai le compiacenze dell’Altissimo erano per la terra. Gli Angeli, in una pienezza di luce mai vista, compresero le tue grandezze incomparabili, e la maestà di un Tempio in cui Dio raccoglieva un omaggio superiore a quello dei nove cori angelici, la prerogativa augusta del Vecchio Testamento di cui eri figlia e i cui insegnamenti perfezionavano in te la formazione della Madre di Dio. Tuttavia la santa Chiesa ti dichiara imitabile per noi in questo mistero della Presentazione, come in tutti gli altri, o Maria. Degnati particolarmente benedire i privilegiati che la grazia della vocazione fa abitare qui in terra nella casa del Signore e siano essi pure il fertile ulivo (Eccli. 24, 19) nutrito dello Spirito Santo col quale oggi ti paragona san Giovanni Damasceno.

Ma non è forse ogni cristiano, per il suo battesimo, cittadino e membro della Chiesa, vero santuario di Dio del quale il tempio di Gerusalemme è soltanto figura?

Per la tua intercessione ci sia  possibile seguirti da vicino nella tua felice Presentazione, per meritare di essere noi pure presentati, al tuo seguito, all’Altissimo nel tempio della sua gloria”

 

Undicesima meditazione degli esercizi spiritualiultima modifica: 2009-08-08T10:24:41+02:00da pace2005
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