meditazione

Undicesima meditazione degli esercizi spirituali

11. PRESENTAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

Origine e carattere della festa.

La Presentazione di Maria è  fra le feste più care al clero e alle persone consacrate a Dio. Si celebra il 21 novembre con data fissa. Come  in Oriente è nato il culto della Madonna, così in Oriente è sorta questa festa, che si celebra già dal secolo VII. La Francia fu la prima ad accoglierla, alla corte romana di Avignone, nel 1372. Carlo V nel 1374 espresse il desiderio che fosse celebrata in tutto il regno.

Come dicevo all’inizio, questa è una festa particolarmente sentita tra i religiosi. E, infatti, la Presentazione al tempio della beata Vergine Maria fu molto cara a san Paolo della Croce, perché gli ricordava la sua consacrazione a Dio per la fondazione della Congrega­zione della Passione di Gesù Cristo. Nato ad Ovada il 3 gennaio 1694 morì a Roma il 18 ottobre 1775. Egli volle, tra l’altro, che la prima casa dei Passionisti, aperta nel 1737 sul Monte Argentario (Grosseto), la prima Provincia religiosa (maggio 1769) e il pri­mo monastero delle Religiose passioniste fossero dedicati alla Presentazione di Maria santissima.

La Presentazione è stata anche la prima patrona della Congregazione dei Passionisti, cob decreto nel Capitolo generale del 1775.

 

Con tale festa,  la Chiesa cattolica e specialmente i cristiani d’Oriente, ricorda quella «dedicazione» che Maria fece di se stessa a Dio fin dall’in­fanzia, mossa dallo Spirito Santo, della cui grazia era stata ricolma nella sua Immacolata Concezione.

La Presentazione di Maria al Tempio trova la sua radice e il suo fondamento nella tradizione ebraica e nel fatto che, come tutti gli Ebrei osservanti, anche Gioachino e Anna, genitori della Vergine, come più tardi farà la stessa Madre di Gesù, hanno portato al Tempio Maria Bambina, per offrirla al Signore, facendo dono di due tortore o di due colombi.

La festa vuole ricordare anche tutto il periodo che va dalla natività sino al fidanzamento con Giuseppe e all’annunciazione. Nel celebrarla la Chiesa intende illuminare il silenzio che grava sul primo periodo della vita di Maria e presentarlo come tempo della sua preparazione alla sublime vocazione di Madre di Dio.

Per la memoria della festa, si ricorre all’apocrifo Protovangelo di Giacomo (risalente al III secolo) che ne parla così: «Tutte le fanciulle della città prendono le fiaccole ed un lungo corteo luminoso accompagna la bambina su in alto, “nel tempio del Signore”. Qui il sacerdote l’accoglie dicendo: “Il Signore ha magnificato il tuo nome in tutte le generazioni: in te, nell’ultimo dei giorni, Egli manifesterà la sua redenzione ai figli di Israele… Maria stava nel tempio del Signore come una colomba allevata, e riceveva il cibo per mano di un angelo».

Ma al di là della poesia, quello che conta è il fatto che quella Bambina era destinata a divenire la Dimora ove il Figlio di Dio e lo Spirito Santo vennero ad abitare in mezzo agli uomini; come tale la Presentazione è il simbolo di una verità più alta: quella della totale consacrazione a Dio fin dai primi istanti della sua esistenza.

La Chiesa, fin dai primi tempi, ha venerato la sublime santità di Maria e ha riferito a lei numerosi passi biblici dell’Antico Testamento, là dove Maria è presentata come “dimora della Sapienza in mezzo agli uomini”: in questa prospettiva viene chiamata Sede della Sapienza, perché in lei abita la Sapienza di Dio che è Cristo, e in lei cominciano a manifestarsi le meraviglie di Dio, che lo Spirito compie in Cristo e nella Chiesa.

Intesa come Tempio di Dio, Maria è salutata non solo come la Madre dei credenti, ma anche come la Donna dei tempi nuovi, perché in Lei si realizzano le promesse dei profeti, e, per la sua mediazione, lo Spirito Santo mette in comunione Dio con gli uomini.

 

Dal Catechismo della Chiesa Cattolica n. 724, leggiamo:

“In Maria, lo Spirito Santo manifesta il Figlio del Padre divenuto Figlio della Vergine. Ella è il roveto ardente della teofania definitiva: ricolma di Spirito Santo, mostra il Verbo nell’umiltà della sua carne ed è ai poveri e alle primizie dei popoli, che lo fa conoscere”

 

Ricordando la Presentazione della Vergine al Tempio, è importante meditare sul legame strettissimo che esiste tra Maria e la Chiesa, quello cioè della sua inestimabile santità. Guardare a Lei vuol dire guardare al modello più fulgido della vita cristiana, che non solo ubbidisce alla Legge, ma diventa punto di riferimento per il nostro camminare nel Tempio del Signore, che è la Chiesa.

Lo dice il Concilio: “I fedeli del Cristo si sforzano ancora di crescere nella santità per la vittoria sul peccato; e per questo innalzano gli occhi a Maria, la quale rifulge come modello di virtù davanti a tutta la comunità degli eletti” (Lumen Gentium 65). Non si può dimenticare che, il 21 novembre, nella festa della Presentazione al Tempio, si celebra anche la Giornata delle claustrali come invito alla gratitudine per quelle sorelle che vivono la loro consacrazione di vita nella preghiera, nella meditazione e nel nascondimento. Queste sorelle, vere antenne sul monte del Signore, sono nel cuore della Chiesa e la arricchiscono con la loro verginità e incessante preghiera. Senza di loro la Chiesa sarebbe molto più povera! A loro va in modo speciale il mio pensiero in questo momento, con la gratitudine verso ciascuno di loro. Ho avuto ed ho la gioia di conoscere vari monasteri di claustrali: le passioniste di Napoli e di Alvignanello (Vt), le Carmelitane dei Ponti Rossi a Napoli, le Clarisse di Airola (Bn), mio paese d’origine. La loro preghiera e il loro sostegno spirituale è di grande aiuto per me e per tutti noi.

 

Dalle « Lettere » di san Paolo della Croce, sacerdote (Lett., vol. 1, pp. 349‑350)

 

Grandezze di Maria santissima e come si debba onorare

 

Le ricchezze di questa sovrana Signora sono tante e così grandi, che solo quel gran Dio che l’ha arricchi­ta di così alti tesori le conosce. Quella grande ferita d’amore, di cui fu dolcemente piagato il suo purissimo cuore, fin dal primo istante della sua immacolata concezione, crebbe tanto in tut­to il corso della sua vita, finché penetrò tanto dentro, che ne fece partire dal corpo quell’anima santissima. Così, questa morte d’amore, più dolce della stessa vi­ta, diede fine a quel gran mare di dolori, che questa gran Madre patì in tutto il corso della sua santissima vita; non solamente nella santissima Passione di Ge­sù, ma anche nel vedere tante offese che si facevano dagli uomini ingrati alla divina Maestà. Così, dunque, facciamo festa e giubiliamo in Dio, nostro Bene, go­dendo che sia esaltata sopra tutti i cori degli Angeli, collocata alla destra del suo divin Figliolo. In quel gran cuore santissimo di Gesù si può godere delle glo­rie di Maria santissima, amandola col Cuore purissi­mo del divin Figliolo, e, se Gesù glielo permette, fare un volo nel Cuore purissimo di Maria e giubilare con lei e rallegrarsi che siano finite tante pene, tanti dolo­ri, e domandare grazia dì starsene sempre immersa nell’immenso mare del divino Amore, da cui esce quell’altro mare delle pene di Gesù e dei dolori di Ma­ria. Lasciamoci penetrare da queste pene, da questi dolori, e lasciamo che si temperi bene la spada o lan­cia o dardo, acciò penetri più a fondo la ferita d’amo­re; perché tanto più sarà penetrante la ferita d’amore, tanto pìù presto uscirà dal carcere la prigioniera.

Io sono un abisso di tenebre, né so parlare di tali meraviglie. Chi pìù vuol piacere a Maria santissima, bisogna che più si umilii, più si annichili, perché Ma­ria fu la più umile fra tutte le creature, e perciò piac­que a Dio più di tutti per la sua umiltà. Preghi Marìa santissima che non tardi più ad im­petrarle la grazia di essere veramente umile e tutta virtuosa, tutta fuoco d’amore; le dica che se vuole far la carità di ferirle il cuore con un acuto dardo d’amo­re, che penetri ben a fondo la spada o lancia, sta in mano sua. La preghi anche per me e per i presenti bi­sogni della santa Chiesa e di tutto il mondo e per le anime del purgatorio, e massime per chi siamo più ob­bligati di pregare; per questa minima Congregazione, che Maria santissima la protegga e la provveda di san­ti operai, perché lei è la tesoriera delle grazie e sua di­vina Maestà vuole che passino per le sue mani.

 

Dopo la Presentazione.

Maria non resta al tempio, perché nessuno meglio di Gioacchino e Anna sono preparati ad educare la Madre di Dio; ma vi ritorna spesso per essere iniziata alla legge mosaica, per unirsi ai sacrifici offerti a Dio ogni giorno e pregarlo di inviare presto il Messia promesso e tanto atteso.
Conoscendo pienamente i misteri del Figlio di Dio… Maria contempla e adora Gesù Cristo in tutte le figure della liturgia mosaica. Al tempio è come circondata da Cristo, lo vede dappertutto e, in certo senso, ella è la pienezza della legge poiché compie al momento del declino della Legge, ciò che questa non aveva ancora potuto consumare dalla sua istituzione. Vedendo le vittime del tempio, Maria sospira per la morte della vittima annunziata dai profeti, per la morte di colui che salverà il mondo e che sarà ad un tempo sacerdote, vittima e tempio del suo sacrificio. Maria adempie senza saperlo in quel tempo le funzioni sante del sacerdozio che avrebbe esercitato sul Calvario… è il sacerdote universale, il sommo sacerdote della Legge, il Pontefice magnifico, che immola in anticipo, spiritualmente, Gesù Cristo alla gloria del Padre… E, come offre a Dio se stessa, in tutto quello che è e in tutto quello che sarà, offre, nello stesso tempo, tutta la Chiesa.
La Legge richiamava il Messia… La Santissima Vergine lo chiama con maggiore potenza ed efficacia, più dei Patriarchi e dei Profeti, per la sua inimitabile santità, per le sue qualità auguste, per l’ardore della carità verso gli uomini e per l’amore ardentissimo e veemente per il Verbo incarnato, del quale già contempla la bellezza affascinante, nelle comunicazioni del Verbo stesso, delle quali il Padre si compiace favorirla.

Preghiera:

“Rallegratevi con me voi tutti che amate il Signore, perché, ancora piccolina, piacqui all’Altissimo”.
Nell’Ufficio cantato in tuo onore ci rivolgi, o Maria, questo invito e quale festa meglio di questa lo giustificherebbe? Quando, piccola più per l’umiltà che per l’età, candida e pura salivi i gradini del tempio, il cielo dovette riconoscere che ormai le compiacenze dell’Altissimo erano per la terra. Gli Angeli, in una pienezza di luce mai vista, compresero le tue grandezze incomparabili, e la maestà di un Tempio in cui Dio raccoglieva un omaggio superiore a quello dei nove cori angelici, la prerogativa augusta del Vecchio Testamento di cui eri figlia e i cui insegnamenti perfezionavano in te la formazione della Madre di Dio. Tuttavia la santa Chiesa ti dichiara imitabile per noi in questo mistero della Presentazione, come in tutti gli altri, o Maria. Degnati particolarmente benedire i privilegiati che la grazia della vocazione fa abitare qui in terra nella casa del Signore e siano essi pure il fertile ulivo (Eccli. 24, 19) nutrito dello Spirito Santo col quale oggi ti paragona san Giovanni Damasceno.

Ma non è forse ogni cristiano, per il suo battesimo, cittadino e membro della Chiesa, vero santuario di Dio del quale il tempio di Gerusalemme è soltanto figura?

Per la tua intercessione ci sia  possibile seguirti da vicino nella tua felice Presentazione, per meritare di essere noi pure presentati, al tuo seguito, all’Altissimo nel tempio della sua gloria”

 

Decima meditazione degli esercizi spirituali

10. Maria Vergine, aiuto dei cristiani

 

Dal Libro della Genesi

“Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe:questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».

 

La parola di Dio ci aiuta a capire il senso di questa festa

Maria è adombrata in questa sua funzione e missione a favore dell’umanità, fin da principio, dopo il peccato originale. E’ il protovangelo che apre una prospettiva di salvezza messianica in cui un ruolo importante assume la Madonna

 

– Nel libro della Genesi  risuonano le minacciose parole di Dio rivolte al Serpente e il primo annuncio della futura vittoria del Figlio della Donna. Maria ci aiuta a vincere il male e ciò che è danno vero per l’umanità.

 

Nell’Apocalisse è narrata in forma profetica la lotta del grande drago o serpente antico contro la Donna vestita di sole, coronata di dodici stelle  e «contro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù»,  cioè contro la Chiesa adombrata anche nel segno della Vergine Madre.

 

– Nel brano del Vangelo, Gv 2,1-11, ricorda l’aiuto che Maria presta incessantemente alla Chiesa, raffigurata nei discepoli che credono in Gesù (cfr v. 11) e nei commensali del banchetto nuziale (cfr v. 2).

 

– Il titolo Maria  «Aiuto dei cristiani» è di antica origine. I cristiani si sono sempre rivolti alla Madonna nelle numerose vicende personali e della storia.

 

La storia di una festa e devozione

– Fu Pio VII († 1823),  ha istituire ufficialmente la festa in onore di Maria “aiuto dei cristiani”, fissandola al 24 maggio, in seguito a vicende personali che lo videro prima cacciato da Roma con la forza delle armi, tenuto prigioniero sotto stretta custodia, mentre la Chiesa pregava per lui, fino al giorno del suo ritorno a Roma il 24 maggio. 1814.

 

– Tale festa  si è diffusa ovunque specialmente nelle Congregazioni religiose. Sono i Salesiani, fondati da san Giovanni Bosco († 1888), ad averla maggiormente promossa ovunque sono stati e sono presenti nel mondo. Una festa che è passata con il titolo di Maria Ausiliatrice. 

 

Quale tipo di aiuto viene ai cristiani da parte di Maria?

Due gli aiuti essenziali:

– La Madonna offre questo aiuto nutrendo la fede dei cristiani, ancorata all’insegnamento degli Apostoli; alimentando la carità e sostenendo la speranza.

 

-Maria soccorre i cristiani nelle loro necessità, perché camminino sicuri tra le tante tempeste della vita sia personale che familiare.

 

A Maria si attribuiscono tanti significativi interventi per salvare le singole persone, intere popolazioni e la stessa chiesa nelle difficoltà storiche di cui abbiamo notizia. Singolare è la battaglia di Lepanto il 7 ottobre 1571. Papa Pio V vide l’intervento della Madonna invocata prima e durante la battaglia che permise alla flotta cristiana di superare quella islamica e bloccare l’avanzata dell’Islam in Europa. Da qui il titolo di Regina delle Vittorie inserito anche nella supplica alla Madonna del Rosario di Pompei da parte del Beato Bartolo Longo.

 

Il magistero e la dottrina

 

LG: “Nella Chiesa, Maria occupa, dopo Cristo, il posto più alto e il più vicino a noi”.

Il posto più alto: Maria nel mistero della salvezza occupa una posizione singolare, unica, dovuta al fatto che ella è la Madre di Gesù, il Verbo incarnato, il Redentore dell’umanità. Con il suo “si” all’annunciazione, Maria ha consentito l’irrompere di Dio nel mondo, divenendo così mediatrice e cooperatrice di Cristo (cfr LG 60-61).

 

Il posto più vicino a noi: la nostra vita è profondamente influenzata dall’esempio e dall’intercessione di Maria. Modello eletto di santità, Maria guida i passi dei credenti nel cammino verso il Paradiso. Mediante la sua prossimità alle vicende della nostra storia quotidiana Maria ci sostiene nelle prove, ci incoraggia nelle difficoltà, sempre additandoci la meta dell’eterna salvezza e dandoci l’esempio di una vita totalmente dedicata all’ascolto del Signore e alla risposta obbediente alla sua chiamata.

 

Giovanni Paolo II (RM)

Maria, presente nella Chiesa come Madre del Redentore, partecipa maturamente a quella «dura lotta contro le potenze delle tenebre», che si svolge durante tutta la storia umana. E per questa sua identificazione ecclesiale con la «donna vestita di sole» (Ap 12,1), si può dire che «la Chiesa ha già raggiunto nella beatissima Vergine la perfezione, per la quale è senza macchia e senza ruga»; per questo, i cristiani, innalzando con fede gli occhi a Maria lungo il loro pellegrinaggio terreno, «si sforzano ancora di crescere nella santità». Maria, l’eccelsa figlia di Sion, aiuta tutti i suoi figli – dovunque e comunque essi vivano – a trovare in Cristo la via verso la casa del Padre. Pertanto, la Chiesa, in tutta la sua vita, mantiene con la Madre di Dio un legame che abbraccia, nel mistero salvifico, il passato, il presente e il futuro e la venera come madre spirituale dell’umanità e avvocata di grazia.

 

Benedetto XVI (Discorsi). Con Dio, con Cristo, con l’uomo che è Dio e con Dio che è uomo, arriva la Madonna. Questo è molto importante. Dio, il Signore, ha una Madre e nella Madre riconosciamo realmente la bontà materna di Dio. La Madonna, la Madre di Dio, è l’ausilio dei cristiani, è la nostra permanente consolazione, è il nostro grande aiuto.

Nella Madonna riconosciamo tutta la tenerezza di Dio e, quindi, coltivare e vivere questo gioioso amore della Madonna, di Maria, è un dono della cattolicità molto grande.

La Teologia

Dio, Padre di misericordia, in molti modi manifesta la sua presenza nella Chiesa, a sostegno e difesa della cristianità tutta. Al Padre si giunge solo attraverso la mediazione universale del Figlio. Tale mediazione non esclude, anzi suscita nelle creature una varia cooperazione partecipata da un’unica sorgente. Secondo tale piano divino il primo posto è occupato dalla Vergine Maria. Concependo Cristo, generandolo, nutrendolo, soffrendo, cooperò in modo del tutto singolare all’opera di salvezza. Nell’economia della salvezza la maternità ecclesiale di Maria perdura senza soste e continuerà fino a quando gli eletti non abbiano conseguito la gloria finale. “Tale funzione subordinata la Chiesa non dubita di riconoscerla apertamente, sperimentandola continuamente”.

 

Gli impegni di vita

Benedetto XVI. Non dobbiamo essere sempre nelle nuvole, nelle altissime nuvole del Mistero, dobbiamo essere anche con i piedi per terra e vivere insieme la gioia di essere una grande famiglia: la piccola grande famiglia della parrocchia; la grande famiglia della diocesi, la grande famiglia della Chiesa universale.  La Verità si esprime nella bellezza e dobbiamo essere grati per questa bellezza e cercare di fare tutto il possibile perché rimanga presente, si sviluppi e cresca ancora. Così mi sembra che arrivi Dio, in modo molto concreto, in mezzo a noi.

 

Preghiera di Pio XII alla Madonna

 

Noi confidiamo che le tue pupille misericordiose si abbassino sulle nostre miserie e sulle nostre angosce, sulle nostre lotte e sulle nostre debolezze; che le tue labbra sorridano alle nostre gioie e alle nostre vittorie. Noi abbiamo la vivificante certezza che i tuoi occhi, i quali hanno pianto sulla terra irrigata dal Sangue di Gesu’, si volgono ancora verso questo mondo in preda alle guerre, alle persecuzioni, all’oppressione dei giusti e dei deboli; e noi, fra le tenebre di questa valle di lacrime, attendiamo dal tuo celeste lume e dalla tua dolce pieta’ sollievo alle pene dei nostri cuori, alle prove della Chiesa e della nostra patria. Amen.

 

 

Nona meditazione del corso di esercizi spirituali on-line

Corso di esercizi spirituali-programma.jpg9. Maria, Serva del Signore

 

Il testo integrale di Lc 1,26-38

 

Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, ad una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe.La vergine si chiamava Maria.Entrando da lei disse: “Ti saluto, piena di grazia, il Signore è con te”. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.

Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse:” Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei.

 

Nel vangelo secondo Luca, per due volte la beata Vergine si professa: «la serva del Signore»: quando acconsente all’annunzio dell’angelo (cfr Lc 1,38) e quando magnifica Dio per «le grandi cose (cfr Lc 1, 49) che in lei ha operato. Il titolo di «serva del Signore» rivela il suo pieno significato e l’intrinseca portata alla luce dei canti del «Servo del Signore»; la misteriosa figura biblica che trova il suo compimento in Cristo Gesù «venuto non per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti (Mt 10,45).

 

Maria è madre di Cristo, ed è a lui intimamente associata. Maria, «figlia di Adamo – come insegna il Concilio Vaticano II -acconsentendo alla parola divina, è diventata Madre di Gesù, e abbracciando con tutto l’animo e senza essere appesantita da alcun peccato, la volontà divina di salvezza, si è offerta totalmente come serva del Signore alla persona e all’opera del Figlio suo, mettendosi al servizio del mistero della redenzione sotto di lui e con lui, con la grazia di Dio onnipotente» (LG 56).

 

Le parole di Maria nell’Annunciazione: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1, 38) evidenziano un atteggiamento caratteristico della religiosità ebraica.

 

Mosè, agli inizi dell’Antica Alleanza, in risposta alla chiamata del Signore, si era proclamato suo servo.

 

All’avvento della Nuova Alleanza, anche Maria risponde a Dio con un atto di libera sottomissione e di consapevole abbandono alla sua volontà, manifestando piena disponibilità ad essere la “serva del Signore”.

 

La qualifica di “servo” di Dio accomuna nell’Antico Testamento tutti coloro che sono chiamati ad esercitare una missione in favore del popolo eletto: Abramo,  Isacco, Giacobbe, Giosuè, Davide.

 

Sono servi anche i profeti e i sacerdoti, cui è affidato il compito di formare il popolo al fedele servizio del Signore.

 

Il libro del profeta Isaia esalta nella docilità del “Servo sofferente” un modello di fedeltà a Dio nella speranza di riscatto per i peccati della moltitudine (cf. Is 42-53).

 

Esempi di fedeltà offrono anche alcune donne, come la regina Ester, che, prima di intercedere per la salvezza degli Ebrei, rivolge una preghiera a Dio, chiamandosi più volte “la tua serva” (Es 4, 17).

 

Maria, la “piena di grazia”, proclamandosi “serva del Signore” intende impegnarsi a realizzare personalmente in modo perfetto il servizio che Dio attende da tutto il suo popolo.

 

Le parole: “Eccomi, sono la serva del Signore” preannunciano Colui che dirà di se stesso: “Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10, 45; cf. Mt 20, 28).

Lo Spirito Santo realizza, così, tra la Madre e il Figlio un’armonia di intime disposizioni, che consentirà a Maria di assumere pienamente il suo ruolo materno presso Gesù, accompagnandolo nella sua missione di Servo.

 

Nella vita di Gesù la volontà di servire è costante e sorprendente: come Figlio di Dio, egli infatti avrebbe potuto con ragione farsi servire. Attribuendosi il titolo di “Figlio dell’uomo”, a proposito del quale il libro di Daniele afferma: “Tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano” (Dn 7, 14), avrebbe potuto pretendere di dominare sugli altri. Invece, combattendo la mentalità del tempo espressa dall’aspirazione dei discepoli per i primi posti (cf. Mc 9, 34) e dalla protesta di Pietro durante la lavanda dei piedi (cf. Gv 13, 6), Gesù non vuole essere servito, ma desidera servire fino a donare totalmente la propria vita nell’opera della redenzione.

 

Anche Maria, pur consapevole dell’altissima dignità conferitale, all’annuncio dell’angelo spontaneamente si dichiara “serva del Signore”.

 

In questo impegno di servizio essa include anche il proposito di servire il prossimo, come dimostra il collegamento tra gli episodi dell’Annunciazione e della Visitazione.

 

Essa offre così ai cristiani di tutti i tempi un sublime modello di servizio.

 

Una diaconia che attinge il suo significato più vero nel mistero della SS. Trinità. Dio è amore: Deus caritas est

 

Una diaconia che è storicamente incarnata nella persona e missione di Cristo. 

Una diaconia che esprime tutta la sua potenzialità nel mistero di Maria Vergine e Madre con la totale disponibilità al progetto di Dio. Maria anticipa e fa proprio l’atteggiamento di Cristo entrando nel mondo: Ecco, io vengo . . . per fare, o Dio, la tua volontà” (Eb 10,5-7; Sal 40[39], 7-9).

 

Una diaconia che giunge al Calvario e va oltre i Calvario.

 

La docilità di Maria annuncia e prefigura quella espressa da Gesù nel corso della sua vita pubblica fino al Calvario. Cristo dirà: “Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera” (Gv 4, 34). In questa stessa linea Maria fa della volontà del Padre il principio ispiratore di tutta la propria esistenza, ricercando in essa la forza necessaria al compimento della missione affidatale.

 

Se al momento dell’Annunciazione Maria non conosce ancora il sacrificio che caratterizzerà la missione di Cristo, la profezia di Simeone le farà intravedere il tragico destino del Figlio (cf. Lc 2, 34-35).

 

La Vergine vi si assocerà con intima partecipazione. Con la sua totale obbedienza alla volontà divina, Maria è pronta a vivere tutto ciò che l’amore divino progetta per la sua esistenza, fino alla “spada” che trafiggerà la sua anima.

 

 

Redemptoris Mater

Le parole: «Eccomi, sono la serva del Signore», esprimono il fatto che sin dall’inizio ella ha accolto ed inteso la propria maternità come totale dono di sé, della sua persona a servizio dei disegni salvifici dell’Altissimo. E tutta la partecipazione materna alla vita di Gesù Cristo, suo Figlio, l’ha vissuta sino alla fine in modo corrispondente alla sua vocazione alla verginità. La maternità di Maria, pervasa fino in fondo dall’atteggiamento sponsale di «serva del Signore», costituisce la prima e fondamentale dimensione di quella mediazione che la Chiesa confessa e proclama nei suoi riguardi, e continuamente «raccomanda all’amore dei fedeli», poiché in essa molto confida.

 

Il Cardinale di Bologna Carlo Caffarra

“Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”.

Siano benedette in eterno queste parole dette da Maria, poiché erano parole attese da Dio e dall’umanità: dal Padre perché, giunta la pienezza del tempo, potesse inviare il suo Unigenito nella nostra natura umana; dall’umanità tutta perché potesse finalmente essere liberata dalla sua condanna a morte, e reintegrata nella sua originaria dignità.

 

In ragione del suo “Eccomi, sono la serva del Signore”, il Verbo dimora in Lei, si appropria della sua persona nella maniera più intima e più reale: per sempre. La carne del Verbo è la carne concepita oggi da Maria.

La luce del mistero dell’Annunciazione infatti illumina in modo singolare il mistero delle nostre persone.

 

Chi, se non Maria, ha custodito la via del Signore? Chi, se non Maria, ha custodito nel cuore la Parola del Signore? Chi, se non Maria, ha portato nel suo grembo Gesù, Figlio di Dio? Con Maria tutti possiamo rispondere: “Ecco la serva del Signore, si compia in me la tua parola” (Luca 1, 38).

 

L’esempio quotidiano, il modello da seguire, la donna a cui far riferimento è Maria. Lei ha vissuto come noi, umile serva del Signore, del suo lavoro quotidiano, delle sue faccende domestiche, della cura di Giuseppe e di Gesù. Una vera famiglia, veri incontri, veri lavori, veri rapporti. Maria ci è di esempio in tutto: nella preghiera, nell’ascolto della Parola, nel servizio, nella cura delle persone che le erano affidate, nell’esempio e nella fortezza.

 

Papa Benedetto XVI, Deus caritas est, n. 41

Maria è grande proprio perché non vuole rendere grande se stessa, ma Dio. Ella è umile: non vuole essere nient’altro che l’ancella del Signore (cfr Lc 1, 38. 48). Ella sa di contribuire alla salvezza del mondo non compiendo una sua opera, ma solo mettendosi a piena disposizione delle iniziative di Dio. È una donna di speranza: solo perché crede alle promesse di Dio e attende la salvezza di Israele, l’angelo può venire da lei e chiamarla al servizio decisivo di queste promesse.

 

 

Preghiera di Giovanni Paolo II

Dolce Signora!

Donna rivestita di sole!

Aiutaci a penetrare il tuo mistero:

– il mistero della Vergine Madre,

– il mistero della Regina Serva,

– il mistero della Onnipotente che supplica.

Aiutaci a scoprire sempre più profondamente,

in questo mistero, il Cristo, Redentore del mondo,

Redentore dell’uomo.

Tu sei rivestita di sole,

del sole dell’inscrutabile Divinità,

del sole dell’impenetrabile Trinità.

«Piena di grazia»…

E intanto,

per noi che viviamo su questa terra,

esuli figli di Eva, tu sei rivestita del sole del Cristo di Betlemme e di Nazaret,

di Gerusalemme e del Calvario.

Tu sei rivestita dal sole della Redenzione

dell’uomo e del mondo

mediante la croce e la Risurrezione di tuo Figlio.

Fa’ che questo sole risplenda sempre per noi

su questa terra!

Fa’ che questo sole non si adombri mai nell’anima degli uomini!