La terza meditazione del corso di esercizi spirituali on-line

PadreAntonio-Brasile1.jpg3.Maria, Madre di Dio

 

– Mediteremo su Maria Madre del Signore, Madre di Dio

 

– Dal Vangelo di Luca “A che debbo che la madre del mio Signore venga a me”.

 

 

Dalle Glorie di Maria, di sant’Alfonso Maria de Liguori leggiamo nell’Introduzione

 

La lode di Maria è una fonte così ampia, inesauribile, che quanto più si dilata tanto più si riempie, e quanto piu si riempie tanto più si dilata. Vale a dire che la beata Vergine è così grande e sublime, che quanto più la si loda tanto più resta da lodarla. Scrive per­ciò sant’Agostino che non basterebbero a lodarla quanto ella merita tutte le lingue degli uomini, anche se tutte le loro membra si mutassero in lingue”. (Anno 1750)

 

Le due prerogative fondamentali: la Madre di Dio e la Mediatrice

Sant’Alfonso pose come base della sua mariologia due prerogative di Maria: la maternità divina e la partecipa­zione all’opera della redenzione. Esse non sono collocate su linee parallele, ma sono viste strettamente congiunte, per cui si richiamano e si compenetrano a vicenda: la pri­ma è ordinata alla seconda, e la seconda trova nella prima il suo fondamento ontologico.

 

La Madre di Dio

Maria fu eletta madre di Dio per essere corredentrice e mediatrice; uno stesso decreto divino la predestinò a que­sta duplice missione.

Sant’Alfonso considera la maternità divina nella luce della redenzione; nello studio del motivo dell’incarnazione egli segue la tesi tomista secondo la quale, «se l’uomo non aves­se peccato, Dio non si sarebbe incarnato»; quindi il motivo ultimo dell’incarnazione fu la redenzione dell’u­manità. Maria divenne madre di un Dio che si fece uomo per essere il redentore e per espiare i peccati del mondo; senza i peccatori Dio non si sarebbe incarnato, e Maria non sarebbe divenuta sua madre. La sua missione è con­giunta a quella di Cristo; essi sono stati predestinati per assicurare la redenzione dell’umanità decaduta, per cui tut­ta l’economia della salvezza porta l’impronta della mise­ricordia e della suprema indulgenza divina; e noi ora sap­piamo che Maria è madre del Salvatore misericordioso per essere la madre della misericordia Riflettendo sulla maternità divina, realizzata nel tem­po, il Liguori fa la seguente affermazione: « A Dio non conveniva altra madre che Maria, e a Maria non conveni­va altro figlio che Dio». Nella spiegazione di questa verità si devono evitare due eccessi, ugualmente riprove­voli: o di esagerarne la portata o di ridurla oltre i limiti giusti. Precisa ed equilibrata la sua presentazione: Maria è madre di Dio «per avere generato un figlio che fin dal concepimento è stato Dio». Questo dogma non è che il corollario della dottrina biblica sull’unicità della perso­na in Cristo: « Se Cristo uomo è vero Dio, e se Maria san­tissima è vera madre di Cristo uomo, è conseguenza ne­cessaria che sia ancora vera madre di Dio». L’autore deduce la verità dai dati del Vangelo in cui si afferma che Maria ha concepito e generato Dio; dunque in termini equi­valenti vi si dice che è madre di Dio. Egli presta un’at­tenzione speciale alla tradizione, per cui nella confutazio­ne di Nestorio riunisce i migliori testi dei primi quattro secoli a favore della maternità divina di Maria. Infine, per completare la serie delle testimonianze, si rifà alle mani­festazioni della coscienza cristiana, nella quale questa ve­rità è profondamente radicata; segno evidente che essa è la fede tenuta sempre dalla Chiesa. Nel considerare la tra­scendenza della maternità divi nità: « La dignità della divina Madre è la massima dignità che si può conferire a una creatura » Essa è la sorgente della grandezza e della potenza uni­ca di Maria; parlando delle sue perfezioni egli pone sem­pre la maternità al centri), nel quale convergono tutti gli altri privilegi, sia come disposizioni necessarie, sia come doni concomitanti, sia come dipendenze naturali. Se l’u­nione ipostatica fu la misura della grazia di Cristo, la ma­ternità divina fu la norma della pienezza di grazia di Maria.

 

1- Nel mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio, Maria divenne veramente e pienamente Madre di Dio.

Madre di Dio: un titolo che esprime uno dei misteri e, per la ragione, uno dei paradossi più alti del cristianesimo.

«Quello che i cieli non possono contenere, si è racchiuso nelle tue viscere, fatto uomo!» (cf i Re 8, 27): quello che Israele diceva  di sé  nel momento in cui la gloria di Dio venne, in una nube, a dimorare nel tempio oggi lo possiamo dire di Maria. 

Madre di Dio è il più antico e importante titolo dogmatico della Madonna: Concilio di Efeso 431

2- Nel parlare di Maria, la Scrittura mette costantemente in risalto due elementi, o momenti, fondamentali della maternità. Essi sono: concepire e partorire.

Una vergine concepirà e partorirà un figlio (Is 7, 14).

Ecco concepirai nel seno e partorirai un figlio (Lc 1, 31).

Il generare, è comune sia al padre che alla madre, mentre il secondo, il partorire, è esclusivo della madre.

 

3- Madre di Dio: un titolo su cui meditare

Raccogliamoci ora davanti al titolo Madre di Dio, come davanti a una icona, in contemplazione.  Quanto è ricco questo titolo di Madre di Dio. Esso ci parla, successivamente, di Gesù, di Dio e di Maria.

 

A = “Madre di Dio” ci parla di Gesù

a) Di Gesù esso ci attesta anzitutto che è vero uomo: Egli  ha vissuto la vicenda umana in tutta la sua concretezza

b)  «Madre di Dio » attesta, in secondo luogo, che Gesù è vero Dio.  Non Dio per adozione, Dio per modo di dire. “Dio vero da Dio vero, generato e non creato, della stessa sostanza del Padre” (Credo). 

c)  Il titolo Madre di Dio attesta che Gesù è Dio e uomo in una stessa persona. Se  in Gesù umanità e divinità fossero state unite —come pensavano gli eretici condannati a Efeso – di un’unione solo morale e non personale, Maria non potrebbe essere detta più Madre di Dio, ma solo Madre di Cristo.

 

B- «Madre di Dio » ci parla di Dio

= Ci parla anzitutto dell’umiltà di Dio.

Che contrasto fra il nostro Dio con il dio dei filosofi!. Vi sono pensatori che trovano perfino strano e quasi offensivo per un essere umano avere avuto una madre, perché questo significa dipendere radicalmente da qualcuno, non poter progettare interamente da soli la propria esistenza.

Dio ha voluto avere una madre! L’uomo, da sempre, cerca Dio in alto. Cerca di costruire, con i suoi sforzi ascetici o intellettuali, una specie di piramide, pensando che al vertice di essa troverà Dio. E non si accorge che Dio è sceso e ha rovesciato la piramide; si è messo lui stesso alla base, per portare su di sé tutto e tutti.

= Ci parla della nobiltà della creazione

Dio scende nel cuore stesso della creazione. Tutto ciò proclama la santità delle cose da lui create. Ha santificato e redento  la nascita umana. Soprattutto Dio ha rivelato la dignità della donna in quanto tale.

4- Come imitare questo tratto della Madonna di essere Madre di Dio?

Maria è Madre di Dio non solo perché l’ ha portato fisicamente nel grembo, ma anche perché l’ ha concepito prima nel cuore con la fede.

Possiamo imitarla in questo secondo senso.

«Ogni anima che crede, concepisce e genera il Verbo di Dio… secondo la fede, tutte le anime generano Cristo quando accolgono la parola di Dio » (S: Ambrogio)

 

A- Maternità incomplete

Vi sono due tipi di maternità incompleta: 1)il non partorire: l’ aborto, 2) il non concepire (figli concepiti in provetta o utero dato in prestito)

Purtroppo anche sul piano spirituale ci sono queste due tristi possibilità.

1)    Concepisce Gesù senza partorirlo chi accoglie la Parola, senza metterla in pratica. Si continua a fare un aborto spirituale dietro l’altro, formulando propositi di conversione che vengono poi sistematicamente dimenticati e abbandonati a metà strada. Insomma, chi ha la fede, ma non ha le opere.

2)    Partorisce, al contrario, Cristo senza averlo concepito chi fa tante opere, anche buone, ma che non vengono dal cuore, da amore per Dio e da retta intenzione, ma piuttosto dall’abitudine, dall’ipocrisia, dalla ricerca della propria gloria e del proprio interesse, o semplicemente dalla soddisfazione che dà il fare. Insomma, chi ha le opere ma non ha la fede.

 

B- Maternità complete

San Bonaventura, in un opuscolo intitolato «Le cinque feste di Gesù Bambino» dice che l’anima devota, per grazia dello Spirito Santo, può spiritualmente concepire il Verbo, partorirlo, dargli il nome, cercarlo e adorarlo con i Magi e infine presentarlo a Dio Padre nel tempio.

a) Per san Bonaventura, l’anima concepisce Gesù quando, scontenta della vita che conduce, è come fecondata dalla grazia dello Spirito Santo e concepisce il proposito di una vita nuova.

b) Il Figlio di Dio nasce nel cuore allorché l’anima mette immediatamente in opera il suo santo proposito.

Se il proposito non è messo in atto, Gesù è concepito, ma non è partorito.  Non si celebrerà mai «la seconda festa » di Gesù Bambino che è il Natale!

E’ uno dei tanti rinvii, di cui è forse è stata punteggiata la nostra vita; è una delle ragioni principali per cui così pochi si fanno santi.

C) Se decidi di arrivare qui –dice ancora Bonaventura- devi armarti di coraggio; la tentazione è alla tua porta

Prima ti dice: non ce la farai mai, comprometti il tuo buon nome…

Poi ti insinua:  stai per ingannare la gente che ti crede un santo mentre non lo sei…

A tutte queste tentazioni, bisogna rispondere con fede: Non è divenuta troppo corta la mano del Signore da non poter salvare! (Is 59, 1) o, come Agostino « Si isti et istae, cur non ego? ».

 

La preghiera del Santo Padre Benedetto XVI a Loreto – Agorà dei giovani.

Maria, Madre del sì, tu hai ascoltato Gesù e conosci il timbro della sua voce e il battito del suo cuore. 

Stella del mattino, parlaci di Lui e raccontaci il tuo cammino per seguirlo nella via della fede. 

Maria, che a Nazareth hai abitato con Gesù, imprimi nella nostra vita i tuoi sentimenti, la tua docilità, il tuo silenzio che ascolta e fa’ fiorire la Parola in scelte di vera libertà. 

Maria, parlaci di Gesù, perché la freschezza della nostra fede brilli nei nostri occhi e scaldi il cuore di chi ci incontra, come Tu hai fatto visitando Elisabetta che nella sua vecchiaia ha gioito con te per il dono della vita. 

Maria, Vergine del Magnificat, aiutaci a portare la gioia nel mondo e, come a Cana, spingi ogni giovane, impegnato nel servizio ai fratelli, a fare solo quello che Gesù dirà. 

Maria, poni il tuo sguardo sull’Agorà dei giovani, perché sia il terreno fecondo della Chiesa italiana. 

Prega perché Gesù, morto e risorto, rinasca in noi e ci trasformi in una notte piena di luce, piena di Lui. 

Maria, Madonna di Loreto, porta del cielo, aiutaci a levare in alto lo sguardo. 

Vogliamo vedere Gesù. Parlare con Lui. Annunciare a tutti il Suo amore. Amen

 

La terza meditazione del corso di esercizi spirituali on-lineultima modifica: 2009-08-04T10:10:36+02:00da pace2005
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