domenica di avvento

La riflessione per domenica quarta di Avvento

Quarta Domenica di Avvento

21 Dicembre 2008

Maria, modello di accoglienza e disponibilità al Salvatore

di padre Antonio Rungi

Celebriamo oggi la quarta domenica di Avvento e la parola di Dio ci porta ad uno dei principali personaggi attinenti al Natale: a quella Maria di Nazareth che si rese disponibile al progetto di Dio per la salvezza dell’umanità. La preghiera iniziale dell’assemblea domenicale di oggi così recita e indirizza la nostra orazione: Dio grande e misericordioso, che tra gli umili scegli i tuoi servi per portare a compimento il disegno di salvezza, concedi alla tua chiesa la fecondità dello Spirito, perché sull’esempio di Maria accolga il Verbo della vitae si rallegri come madre di una stirpe santa e incorruttibile”. Il vangelo, infatti, ci porta direttamente in quella casa ove appare l’Angelo Gabriele a questa giovane e degna figlia di Israele per rivelarle il progetto di Dio e chiedere la sua collaborazione nel piano della redenzione, che parte proprio dal sì di Maria detto a Dio con tutta se stessa e la sua bellezza. Il testo di Luca che ci parla dell’Annunciazione ci immette già nel clima del Natale. D’altra parte a pochi giorni dell’annuale ricorrenza della nascita di Gesù Cristo, la parola di Dio, dopo aver proposto l’esempio di vita di Giovanni Battista, il precursore, nelle due domeniche precedenti dell’Avvento, oggi ci pone alla nostra attenzione la vita di Maria e il suo sì a Dio. Prepararsi a Natale vuol dire prendere a prestito ciò che la Madonna ci offre come modello di comportamento nei confronti dell’Onnipotente. “In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei”. Come per Maria, anche per noi tutto è possibile per rispondere alla chiamata di Dio, che è chiamata alla santità. Una chiamata che parte proprio da questo evento dell’annunciazione, in quanto il sì di Maria apre la possibilità a Dio di incarnarsi nella storia dell’uomo attraverso l’intervento dello Spirito Santo che adombrò della sua luce il grembo puro ed immacolato della Vergine Santa, dando vita alla vita biologica ed umana di Cristo, Figlio di Dio. Il Natale lo possiamo degnamente preparate, essendo ancora in tempo per farlo, se assumiamo un atteggiamento umile e di servizio a Dio, senza presunzione alcuna. Bisogna prepararsi in modo degno al Natale del Signore come ci ricorda anche il primo brano della parola di Dio di oggi, presentando a noi la figura del Re Davide, tratto dal secondo libro di Samuèle ed ove leggiamo: “Il re Davide, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all’intorno, disse al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una tenda». Natan rispose al re: «Va’, fa’ quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te». Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va’ e di’ al mio servo Davide: “Così dice il Signore: Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra. Fisserò un luogo per Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi abiti e non tremi più e i malfattori non lo opprimano come in passato e come dal giorno in cui avevo stabilito dei giudici sul mio popolo Israele. Ti darò riposo da tutti i tuoi nemici. Il Signore ti annuncia che farà a te una casa. Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio. La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a me, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”». Bisogna costruire la casa al Signore perché vi abiti per sempre e questa casa è la nostra anima, la nostra vita di grazia e di accoglienza della sua parola di vita eterna. Il Natale è preparare questa degna dimora al salvatore. E sappiamo che dove sta lui, la casa è stabile e duratura, resiste ad ogni urto, tempesta e violenza e non teme alcun attacco di qualsiasi genere. Siamo su un piano di quella fede profonda che porta ogni credente a relazionarsi a Dio in modo costante e fortemente motivato. Nel breve brano della seconda lettura di oggi troviamo il significato teologico di questa nostra attesa e speranza nel Signore. San Paolo apostolo nella sua lettera ai Romani scrive con grande semplicità, ma anche con profondità parola meravigliose per indicare un percorso di vita spirituale e morale per fa sì che Dio nel Natale lo si incontro davvero e per sempre nella persona del Cristo. “Fratelli, a colui che ha il potere di confermarvi nel mio vangelo, che annuncia Gesù Cristo, secondo la rivelazione del mistero, avvolto nel silenzio per secoli eterni, ma ora manifestato  mediante le scritture dei Profeti, per ordine dell’eterno Dio, annunciato a tutte le genti perché giungano all’obbedienza della fede, a Dio, che solo è sapiente, per mezzo di Gesù Cristo, la gloria nei secoli. Amen”. Anche a noi uomini e donne del terzo millennio dell’era cristiana è svelato nuovamente il mistero dell’umana redenzione e nel Natale che ci apprestiamo a vivere e celebrare nella coscienza dei nostri limiti e delle nostre povertà possa il Signore Gesù porta a noi e a tutti la vera gioia e la vera speranza, come fu per Maria la Madre del Redentore e Madre Nostra. La liturgia di oggi ci aiuta a preparare il Natale nel modo migliore come preghiamo nel Prefazio di questa giornata a fissare il nostro sguardo su Maria e soprattutto su Gesù Cristo: “Egli fu annunziato da tutti i profeti, la Vergine Madre l’attese e lo portò in grembo con ineffabile amore, Giovanni proclamò la sua venuta e lo indicò presente nel mondo. Lo stesso Signore, che ci invita a preparare il suo Natale ci trovi vigilanti nella preghiera, esultanti nella lode”. Ringraziamento, gratitudine e riconoscenza siano questi i nostri atteggiamenti per preparare il Natale del 2008 nel modo migliore.