amore

Il mio inno all’amore, secondo gli insegnamenti del Signore

1451501556.jpgIn occasione della chiusura del sinodo dei Vescovi, tenuto a Roma in Vaticano, dal 6 al 26 di ottobre 2008, in considerazione anche del testo del Vangelo di domenica 26 ottobre, XXX del tempo ordinario dell’anno liturgico, il teologo morale campano, padre Antonio Rungi, religioso passionista, giornalista, ha composto “L’inno dell’amore”, partendo dal testo dell’inno alla carità di San Apostolo Paolo e adattandolo ai nostri giorni.

Ecco il testo dell’inno all’amore in senso cristiano del teologo Rungi:

L’amore è Dio, sorgente di ogni vero ed autentico amore in questo mondo.

L’amore è grazia, ovvero capacità di vivere lontano dal peccato e da ogni malizia umana.

L’amore è purezza, non si lascia andare nelle passioni della carne, né cede alle tentazioni del mondo.

L’amore è bontà, cerca di venire incontro ai bisogni degli altri, dimenticandosi delle proprie necessità.

L’amore è solidarietà, condivide con gli altri ciò che non è il solo superfluo, ma anche l’essenziale.

L’amore è dolcezza, tratta tutti con rispetto e nobiltà d’animo.

L’amore è tenerezza, si fa prendere dal cuore e va verso lo porta il cuore.

L’amore non fa preferenze, tratta tutti allo stesso modo, privilegiando, ove ci fosse bisogno, solo il povero, l’emarginato, il debole e chi si trova in un reale bisogno.

L’amore è misericordia, non conserva nell’animo né odio, né risentimento, ma perdona sempre, specie di fronte a chi non sa quello che ha fatto e che fa.

L’amore è verità, non nasconde nulla, soprattutto se è richiesto per il bene di tutti e la trasparenza di ogni cosa, né scende a compromessi.

L’amore è servizio disinteressato, non cerca infatti il proprio interesse, ma opta per il bene degli altri e della società.

L’amore è umiltà, ovvero capacità di farsi da parte anche quando una persona è cercata non tanto per quel che è, ma per quello che dà.

L’amore è silenzio e contemplazione del bello, del vero, del giusto, del retto e fa si che dalla contemplazione di tali ideali e valori nasca un mondo migliore.

L’amore non ha confini di razza, popoli, culture e religioni, ma si manifesta verso tutti ed ognuno.

L’amore è il fondamento di ogni azione umana, senza il quale ogni agire umano e comportamento individuale è solo un teatrino nel grande palcoscenico di questa Terra.

L’amore è gioia di vivere, anche quando sei solo, ma hai una certezza nella mente e nel cuore di possedere in te stesso il vero amore che conta, quello Dio, che ti fatto a sua immagine e somiglianza.

L’amore è obbedienza alla fede, non mette assolutamente in discussione il ricco patrimonio interiore ricevuto nel battesimo e perfezionato nella vita cristiana, mediante scelte sempre più convinte ed oculate.

L’amore è sacrificio ed oblazione, sa rinunciare ad ogni cosa per se stessi e sa donare non solo il poco, ma il molto, quando è chiamato in causa nelle situazioni, soprattutto più rischiose.

L’amore è guardare oltre, oltre i confini dell’io, dell’altro e del mondo reale, del tempo e del presente, per collocarsi in quell’Amore infinito di Padre che è l’eterno Dio, nostro Creatore, salvatore e Redentore.

Tutto posso avere  e possedere, tutto può darmi gioia e consolazione in questo mondo, ma se sono privo d’amore, quello doc, ovvero di origine controllata, che viene solo da Dio, non posso essere un uomo veramente felice, ma solo un uomo chiuso nell’orizzonte di questo mondo. Un mondo che è solo apparentemente può dare la felicità, perché un mondo senza Dio è un mondo senza amore e privo di ogni autentica gioia.

Tutto passa in questo mondo, solo l’amore resta, quello vero, quello fondato su Cristo, modello di ogni vero amore umano e sempiterno.

Il fascino e il potere del vero amore

183089916.JPGCelebriamo, infatti, oggi la XXX Domenica del T.O. e la parola di Dio ci invita ad andare all’essenza stessa della nostra vita cristiana e religiosa, riportando al centro della nostra riflessione e meditazione il precetto dell’Amore che ha due indistinte e inscindibili direzioni: amore verso Dio e amore verso i fratelli. Due direzioni di marcia che si integrano in un cammino di santità e di purificazione, avendo fisso lo sguardo su ciò che davvero conta nella vita umana e cristiana: amare comunque e sempre, chiunque e qualsiasi persona, fosse anche il nostro più acerrimo nemico. Non è facile vivere di amore e nell’amore vero: E’ più semplice viveri di amori superficiali e passeggeri, inconcludenti, che producono piaceri di un momento. Il vero amore che utilizza il linguaggio di Cristo e si impernia su Cristo invita a salire fino al cima del Calvario, ove l’amore si manifesta come oblazione, obbedienza totale alla volontà di Dio, come risposta consapevole che Dio ci ama e ci ama fino a dare il suo Figlio per noi. Il Vangelo di Matteo che oggi ascoltiamo, nella sua estrema brevità, è tutto ciò che si può e si deve dire circa il senso della nostra fede e della nostra speranza. “In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».  Ai presunti maestri del tempo di Gesù era ben nota la legge di Dio al riguardo. Già nell’Antica Alleanza Dio aveva fatto conoscere il suo pensiero attraverso i i patriarci, i profeti, ed aveva posto al centro della religiosità del popolo israelitico l’amore verso di Dio, senza limiti, senza condizionamenti, senza parzialità o riduttività in tutti i sensi. Se il primo fondamentale comandamento del “Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altri dei al di fuori di me”, deve essere tradotto in stile di vita e di comportamento questo non può che essere amore e solo amore, perché Dio è Amore e Lui sorgente di ogni vero amore trova motivo ed efficacia ogni altro tipo di amore, ben altra cosa dalla passione. Gesù nuovamente in questa circostanza si rivolge ai farisei rispondendo ad una loro precisa domanda. Non c’è molto da discutere sull’argomento di qual è il comandamento più importante ed essenziale anche per lui Messia inviso, non creduto e contrastato in ogni circostanza: è l’amore a Dio e ai fratelli. Tutto qui su un piano concettuale e di messaggio e se si vuole su un piano giuridico. Il problema è come tradurre questo amore, a livello di principio ispiratore della religiosità ebraica e cristiana in concretezza di azioni e di operazioni. Da questo comandamento dipende la sapienza, l’organizzazione, la prospettiva di ogni persona e di ogni istituzione. Dove regna Dio regna la pace, la giustizia e la fratellanza. Dove regna l’egoismo, regna la divisione e la lotta fratricida. Ecco perché già nel libro dell’Esodo, che oggi ascoltiamo come testo della prima lettura della parola di Dio ci viene ricordato come si traduce in opere l’amore verso il prossimo: “Così dice il Signore:
«Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. Non maltratterai la vedova o l’orfano. Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l’aiuto, io darò ascolto al suo grido, la mia ira si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani. Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all’indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse. Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai prima del tramonto del sole, perché è la sua sola coperta, è il mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo? Altrimenti, quando griderà verso di me, io l’ascolterò, perché io sono pietoso».
In sintesi è detto con precisione che nel cuore di una persona che ama c’è attenzione verso lo straniero, l’orfano, la vedova, il forestiero, chi sta in difficoltà di qualsiasi genere, soprattutto economicamente, perché viene bandita l’usura e il pizzo sulle attività altrui. L’amore non ammette sconti ed eccezioni, tutti devono e possono  occupare un posto speciale nel nostro cuore e nei nostri affetti e pensieri. Nessuno che si trovi nel bisogno o nella normale condizione esistenziale deve essere escluso dal nostro amore vero, radicato in Gesù Cristo. E’ questione di renderlo visibile questo amore attraverso la testimonianza della nostra vita. A ricordarcelo oggi è san Paolo Apostolo nel brano della prima lettera ai Tessalonicesi che proclameremo nella liturgia della parola: “Fratelli, ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il vostro bene. E voi avete seguito il nostro esempio e quello del Signore, avendo accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo, così da diventare modello per tutti i credenti della Macedònia e dell’Acàia. Infatti per mezzo vostro la parola del Signore risuona non soltanto in Macedonia e in Acaia, ma la vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne. Sono essi infatti a raccontare come noi siamo venuti in mezzo a voi e come vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire il Dio vivo e vero e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù, il quale ci libera dall’ira che viene”. Chi pone Dio al centro della sua vita abbandona la via del male e dell’idolatria, che oggi sono il denaro, il successo, la carriera, la posizione sociale e quanto è esteriore e conta davanti agli uomini di questa generazione per nulla attratta dall’amore vero verso Dio e verso i fratelli, ma solo dall’amore verso se stessi e la propria realizzazione. Il Signore ci liberi da un egoismo sempre più imperante ed emergente in tutti i settori. Ecco perché la nostra preghiera giunga al Signore con tutte le nostre rette intenzioni e la nostra sincera volontà di operare il bene: “O Padre, che fai ogni cosa per amore e sei la più sicura difesa degli umili e dei poveri, donaci un cuore libero da tutti gli idoli, per servire te solo e amare i fratelli secondo lo Spirito del tuo Figlio, facendo del suo comandamento nuovo l’unica legge della vita”. Amen.