PADRE ANTONIO RUNGI PASSIONISTA GIORNALISTA

Dieci regole morali per gestire al meglio l’economia mondiale

Ha elaborato un decalogo per impostare eticamente l’economia mondiale, partendo dall’insegnamento dell’attuale Pontefice, Benedetto XVI, che in più di qualche intervento in questo campo ha ribadito la dottrina sociale della Chiesa, adattandola ai tempi odierni. Così padre Antonio Rungi, teologo morale campano, apporta il suo contributo di idee e sintesi all’apertura dei mercati dell’economia mondiale, in positivo, dopo la pesante crisi della settimana scorsa. Le dieci fondamentali regole del cosiddetto “decalogo economico” sono sintetizzate in queste norme da rispettare ed osservare da parte di tutti.

1.La vita umana e i suoi valori siano sempre il principio e fine di ogni economia.

2. Il primato dell’uomo e del bene comune sia concreto nei confronti del capitale, della scienza, della tecnologia e della stessa proprietà privata.

3. La giustizia, la solidarietà e la carità siano i principi ispiratori per ben operare in economia nazionale e mondiale.

4. Il processo di globalizzazione in atto sia controllato e monitorato costantemente, perché nel bene e nel male tale processo coinvolge l’umanità intera e tutte le economie, forti e deboli.

5. Il profitto è un valore legittimo dell’attività economica e finanziaria se rispetta le regole e non è frutto di imbrogli e falsificazioni.

6. Ogni banca, finanziaria, impresa ed attività economica e commerciale è un insieme di persone da rispettare nei loro diritti-doveri, ma anche nella dignità di lavoratori, creditori e debitori.

7. Nei momenti di difficoltà economiche a livello nazionale e/o mondiale, come quelli attuali, le decisioni vanno assunte al di fuori dell’esclusiva logica del profitto, ma prima di tutto nella salvaguardia della giustizia e del bene comune.

8. Il libero mercato rischia di non garantire un’eguaglianza economica, in quanto assicura guadagni diversi a seconda dell’impegno, delle capacità e a volte della furbizia, per cui va tenuto sotto controllo con leggi rigide per tutti.

9. La crescente disuguaglianza tra Paesi ricchi e poveri rischia di produrre danni agli stessi flussi commerciali, per cui va superato il divario tra i Paesi ricchi, quelli emergenti e quelli che rimangono poveri comunque e sempre.

10. Il mercato del lavoro deve essere accessibile e garantito a tutti, perché l’economia mondiale non si può fondare solo sugli scambi commerciali, ma sui beni reali e le attività produttive di una nazione, un popolo o di unioni di stati a livello continentale e mondiale. Tutti i popoli della Terra devono accomodarsi con le proprie risorse e potenzialità, ma anche con le proprie debolezze e fragilità al banchetto dell’economia mondiale. Nessun uomo e nessun popolo deve essere marginalizzato solo perché è povero ed è impossibilitato ad emergere a livello economico e di conseguenza di dignità e di contrattualità.

“Sono queste –conclude padre Rungi – alcune regole etiche fondamentali per una visione cristiana dell’economia mondiale che può e deve interessare culture e mentalità che pensano solo ed esclusivamente in termini d’affari. Il denaro davvero non è tutto, ma la dignità di ogni persona umana deve diventare criterio fondamentale per una sana economia di un mondo globalizzato come il nostro”.

Dieci regole morali per gestire al meglio l’economia mondialeultima modifica: 2008-10-13T17:29:00+02:00da
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