corso esercizi spirituali

Dodicesima ed ultima meditazione degli esercizi spirituali

santasperanza.jpg12. Beata Vergine Maria, Madre della Santa Speranza.

Il Concilio Vaticano II, nella Costituzione dogmatica Lumen Gentium, afferma che la beata Vergine «brilla ora sulla terra innanzi al peregrinante popolo di Dio, quale segno di sicura speranza e di consolazione, fino a quando non verrà il giorno del Signore» (cfr 2Pt 3,10) LG 68.

Queste parole si ritrovano quasi alla lettera nel Prefazio della messa della beata Vergine Maria assunta in cielo. La Chiesa considerando la funzione della beata Vergine nella storia della salvezza, spesso la invoca «speranza nostra» e «madre della speranza»: si rallegra per la natività della beata Vergine Maria «che è stata speranza e aurora di salvezza per il mondo intero»; meditando sulla sua maternità salvifica canta supplice: «Ave, speranza nostra, in te vinta è la morte, la schiavitù è redenta, ridonata la pace, aperto il paradiso»; nel mistero della gloriosa Assunzione della Madre di Dio scorge come la speranza sicura della salvezza, che risplende dinanzi a tutti i fedeli attraverso le asprezze della vita. Il 9 luglio in alcune Chiese particolari si celebra la memoria liturgica della beata Vergine Maria madre della santa speranza, come nella Congregazione della Passione, i Passionisti, fondata da San Paolo della Croce (Ovada, 1694-Roma,1775).

La devozione alla Vergine santissima, sotto il titolo di madre della santa Speranza, si sviluppò nella Congregazione dei Passionisti fin dai suoi inizi, a partire dal Fondatore San Paolo della Croce, ma promossa in modo speciale dal grande missionario p. Tommaso Struzzieri, divenuto poi vescovo, che ne portava con sé una immagine nelle missioni.

In seguito tale immagine, per opera del p. Giovanni Battista Gorresio, successore di san Paolo della Croce, fu riprodotta in serie e passò ad ornare le camere dei nostri religiosi, desiderosi di elevare ad essa lo sguardo e di invocarla nelle proprie necessità spirituali. La speranza che la Vergine presenta e a cui chiama è la croce che Gesù Bambino tiene in mano come segno del suo amore, manifestato a noi fino alla morte di croce.

Uno dei grandi devoti della Madonna della Santa Speranza fu il beato Domenico della Madre di Dio (Barberi). Nato a Viterbo nel 1792  a 22 anni entrò nei Passionisti. Ordinato sacerdote, cominciò la sua opera di predicazione in Italia, ma soprattutto in Inghilterra, dove ricondusse alla fede cattolica moltissimi fedeli e ministri, tra i quali anche John Henry Newman, futuro cardinale di Santa Romana Chiesa. Fu apprezzato dai Papi Leone XIII, che lo conobbe di persona quando era nunzio a Bruxelles, e Pio X, che ne ricordò la figura in una lettera del 1911.

Fu uomo di vasta erudizione, come dimostrano molte sue opere filosofiche, teologiche e ascetiche. Morì a Reading nel 1849. È sepolto a Sutton-Oak nel ritiro di Sant’Anna, presso Liverpool. Fu sempre amante tenerissimo della Madre di Dio, dalla quale come lui stesso afferma nella sua autobiografia, ripeteva ogni grazia a favore celeste: quello soprattutto di essere mandato a predicare la fede cattolica tra i popoli protestanti.

Dalla sua mariologia vi propongo una riflessione su Maria Madre della Santa Speranza.

Fra gli altri titoli che con ragione convengono a Maria, vi è quello di “Madre della santa Speranza”. E’ la speranza quella virtù, la quale, come un’ancora, tiene forti le navi delle nostre anime nel pelago burrascoso di questo secolo infelice; è quel conforto che ci è rimasto dopo la caduta; quel sollievo che ci sostiene nel nostro abbattimento, che ci dà coraggio nell’esercizio delle virtù cristiane. Si definisce dai teologi virtù divinamente infusa, con la quale noi con certa fiducia aspettiamo da Dio la vita eterna ed i mezzi che ad essa conducono. Maria, come Madre della Speranza, certamente la possedette in grado eroico in tutta la sua estensione. Ella invece di porre, come purtroppo si fa dagli uomini, la sua fiducia nelle persone di questo mondo, non la collocò in altri che nel solo Dio; altro non aspettò, né altro cercò se non la vita eterna e ciò che ad essa conduce. Questa terra con tutto ciò che in essa si ammira o che forma ordinariamente il desiderio degli illusi figli di Adamo, era per lei come se non vi fosse. La terra era un deserto per Maria, per cui gli Angeli stessi qua­si sorpresi per il distacco del suo cuore da ogni cosa creata, sembrava che dicessero: « Chi è mai costei che se ne ascende dal deserto, ripiena di delizie, appoggia­ta sopra il suo diletto? » (Ct 8, 5). Maria, sebbene ricolma di eccelse grazie ed esente dal fomite della colpa, pure non poneva in se stessa e nelle sue forze la confidenza, ma solo in Dio, dal quale sapeva discendere ogni bene ottimo ed ogni dono per­fetto. In Dio ella ripose sempre la sua confidenza in mezzo ai pericoli, alle persecuzioni, quando fu costretta a fuggire perfino dal paese nativo; in Dio sperò anche nel tempo della morte del suo divin Figlio, della disper­síone degli Apostoli; in Dio sperò inoltre nelle perse­cuzionì eccitate contro la Chiesa nascente, tenera e amabile sposa del suo dìvin Figlio. Armata di questa confidenza, si mantenne sempre costante in tutte le vi­cende più disastrose, anzi sostenne anche gli altri, che, abbattuti, facevano ricorso a lei, come a madre: dan­do confidenza ai deboli, porgendo la mano benigna ai caduti, animando i forti a confidare sempre di più. Né dobbiamo credere che al presente ella si sia di­menticata di esercitare tale ufficio di materna pietà. No, certamente. Anche al presente, dall’alto soglio, dove è assisa, stende la sua mano materna per solleva­re i caduti; apre il suo seno per dare loro confidenza; va ella incontro a loro per animarli a risorgere, « si mostra loro ben disposta e va loro incontro con ogni benevolenza » (Sap 6, 16); fa coraggio ai buoni; impe­tra loro intrepidezza in mezzo alle vicende umane, perché non soccombano; anima i pastori, ravviva il gregge di Cristo. In una parola ella si dimostra sem­pre a tutti faro di speranza, cioè Madre della santa Speranza.

Nella celebrazione della memoria della Madonna, la Madre di Cristo è venerata:

        perché alimentò continuamente la virtù della speranza nel corso della sua vita terrena;

        «ripose ogni fiducia» nel Signore;

        «attese nella speranza e generò nella fede il Figlio dell’uomo, annunziato dai profeti»;

        perché, assunta in cielo, è divenuta «la speranza dei fedeli»;

        è l’«aiuto dei disperati» e assiste, ristora e consola tutti coloro che ricorrono a lei

        perché risplende dinanzi a tutti i figli di Adamo come «segno di sicura speranza e consolazione» «finché splenda glorioso il giorno del Signore».

        Maria può giustamente dire di se stessa: Io sono la madre del bell’amore e della santa speranza. In me è la grazia per ogni via e verità, in me ogni speranza di vita e di virtù.

Preghiera

 

Santa Maria della Speranza,

mantieni viva la nostra attesa

O Madre di speranza e Madre nostra

a te noi rivolgiamo il nostro sguardo;

addita sempre a noi il Salvatore,

nell’ora della gioia e della prova.

Ci hai donato l’atteso di ogni tempo

tante volte promesso dai profeti.

Ora noi con fiducia domandiamo

la forza che dà la vita al mondo nuovo.

Sei apparsa come aurora del nuovo giorno

che ha visto Dio venire sulla terra.

Ora noi attendiamo il suo ritorno

lottiamo per l’avvento del suo regno.

Univi al tuo dolore la speranza

vivendo nell’amore la lunga attesa.

Ora noi con impegno lavoriamo

al nuovo rifiorire della terra.

Speravi quando tutti erano incerti

che Cristo risorgesse dalla morte.

Ora noi siamo certi che il Risorto

è vita per il mondo ora e sempre.

 

E dalla liturgia delle ore di questa memoria ricaviamo la preghiera conclusiva di questa meditazione: “Signore, che alla Chiesa pellegrina sulla terra hai dato nella Beata Vergine un pegno di sicura speranza, fa che quanti sono oppressi dal tedio della vita, trovino in Lei rifugio e conforto e quanti disperano di salvarsi, si aprano a una fiducia nuova. Amen.