SINTESI DEL CORSO DI ESERCIZI SPIRITUALI

ESERCIZI SPIRITUALI – SUORE EUCARISTICHE DI SAN VINCENZO PALLOTTI

SAN PRISCO – CASERTA

IL CAMMINO SPIRITUALE FATTO

GUIDA SPIRITUALE; P.ANTONIO RUNGI CP

1. IL PUNTO DI PARTENZA- ANALISI DELLA SITUAZIONE – ANAMNESI – RICORDO

LE 15 MALATTIE DELLA CHIESA SECONDO PAPA FRANCESCO (DISCORSO ALLA CURIA ROMANA DEL 22 DICEMBRE 2014)

 

1.1. La malattia del sentirsi “immortale”, “immune” o addirittura “indispensabile”trascurando i necessari e abituali controlli.  

1.2. Un’altra: La malattia del “martalismo” (che viene da Marta), dell’eccessiva operosità: ossia di coloro che si immergono nel lavoro,  , inevitabilmente, “la parte migliore”: il sedersi sotto i piedi di Gesù (cfr Lc 10,38-42). 

1.3. C’è anche la malattia dell’“impietrimento” mentale e spirituale.

1.4. La malattia dell’eccessiva pianificazione e del funzionalismo.

1.5. La malattia del cattivo coordinamento.

1.6. C’è anche la malattia dell’“alzheimer spirituale”.  

1.7. La malattia della rivalità e della vanagloria 

1.8. La malattia della schizofrenia esistenziale. 

1.9. La malattia delle chiacchiere, delle mormorazioni e dei pettegolezzi. 

1.10. La malattia di divinizzare i capi. 

1.11. La malattia dell’indifferenza verso gli altri.

1.12. La malattia della faccia funerea.

1.13. La malattia dell’accumulare.

1.14. La malattia dei circoli chiusi.  

1.15.Il profitto mondano degli esibizionismi.

2. LA CURA: TERAPIA (LE CURE DI PAPA FRANCESCO SUGGERITE AI LAVORATORI DELLO STATO DI CITTA’ DEL VATICANO)

ADATTAMENTO ALLA VITA CONSACRATA

•curare la vostra vita spirituale, il vostro rapporto con Dio, perché questa è la colonna vertebrale di tutto ciò che facciamo e di tutto ciò che siamo. Una religiosa che non si nutre con la preghiera, i Sacramenti e la Parola di Dio, inevitabilmente appassisce e si secca.

•curare la vostra vita familiare, vivendo in comunità e promuovendo le vocazione, testimoniando un’autentica maternità spirituale;

•curare i vostri rapporti con gli altri, trasformando la fede in vita e le parole in opere buone, specialmente verso i più bisognosi;  attenzione verso l’apostolato; accoglienza.

•curare il vostro parlare, purificando la lingua dalle parole offensive, dalle volgarità e dal frasario di decadenza mondana;

•curare le ferite del cuore con l’olio del perdono, perdonando le persone che ci hanno ferito e medicando le ferite che abbiamo procurato agli altri;

•curare il vostro lavoro, compiendolo con entusiasmo, con umiltà, con competenza, con passione, con animo che sa ringraziare il Signore;

•curarsi dall’invidia, dalla concupiscenza, dall’odio e dai sentimenti negativi che divorano la nostra pace interiore e ci trasformano in persone distrutte e distruttive;

•curarsi dal rancore che ci porta alla vendetta, e dalla pigrizia che ci porta all’eutanasia esistenziale, dal puntare il dito che ci porta alla superbia, e dal lamentarsi continuamente che ci porta alla disperazione.

•curare le consorelle più deboli in tutti i sensi; curare gli anziani, i malati, gli affamati, i senzatetto e gli stranieri perché su questo saremo giudicati;

•curare che il Santo Natale sia la festa della gioia di accogliere il Signore nel presepe e nel cuore.

3. LA PROGNOSI: UN ANNO INTERO DA DEDICARE ALLA VITA CONSACRATA

DAL 30 NOVEMBRE 2014 AL 2 FEBBRAIO 2016

L’INDIZIONE DELL’ANNO DELLA VITA CONSACRATA- TESTO DELLA LETTERA APOSTOLICA DI PAPA FRANCESCO

3.1. TRE OBIETTIVI FONDAMENTALI

3.1.1. Il primo obiettivo è guardare il passato con gratitudine.

3.1.2. Quest’Anno ci chiama inoltre a vivere il presente con passione

3.1.3. Abbracciare il futuro con speranza.

3.2. LE ASPETTATIVE DEL PAPA

3-2.1. Che sia sempre vero quello che ho detto una volta: «Dove ci sono i religiosi c’è gioia». Che tra di noi non si vedano volti tristi, persone scontente e insoddisfatte, perché “una sequela triste è una triste sequela”.

3.2.2. Mi attendo che “svegliate il mondo”, perché la nota che caratterizza la vita consacrata è la profezia.

3.2.3. Esperti di comunione. Mi aspetto pertanto che la “spiritualità della comunione”.

3.2.4. Attendo ancora da voi quello che chiedo a tutti i membri della Chiesa: uscire da sé stessi per andare nelle periferie esistenziali.

3.2.5. Mi aspetto che ogni forma di vita consacrata si interroghi su quello che Dio e l’umanità di oggi domandano.

4. LA GUARIGIONE. LA GIOIA L’ESSENZA DELLA VITA CONSACRATA

4.1. RALLEGRATEVI

Papa Francesco, che esorta i religiosi a “svegliare il mondo”. Una parola che interroga e sospinge, quella del Pontefice, convinto che “la gioia, quella vera, è contagiosa”.

“Nella finitudine umana, nel limite, nell’affanno quotidiano, rifacendosi all’Esortazione apostolica Evangelii gaudium di Francesco – i consacrati e le consacrate vivono la fedeltà, dando ragione della gioia che li abita, diventano splendida testimonianza, efficace annuncio, compagnia e vicinanza per donne e uomini che con loro abitano la storia e cercano la Chiesa come casa paterna”.

La gioia, infatti, “non è inutile ornamento, ma è esigenza e fondamento della vita umana – si legge nella Lettera –. Nell’affanno di ogni giorno, ogni uomo e ogni donna tende a giungere e a dimorare nella gioia con la totalità dell’essere. Nel mondo spesso c’è un deficit di gioia”. I religiosi non sono pertanto chiamati “a compiere gesti epici né a proclamare parole altisonanti, ma a testimoniare la gioia che proviene dalla certezza di sentirci amati, dalla fiducia di essere dei salvati”.

4.2. SCRUTATE 

“Scrutare gli orizzonti della nostra vita e del nostro tempo in vigile veglia. Scrutare nella notte per riconoscere il fuoco che illumina e guida, scrutare il cielo per riconoscere i segni forieri di benedizioni per le nostre aridità. Vegliare vigilanti e intercedere, saldi nella fede”.

La vita consacrata “custodisce la ricerca del volto di Dio, vive la sequela di Cristo, si lascia guidare dallo Spirito, per vivere l’amore per il Regno con fedeltà creativa e alacre operosità”, accettando al contempo di “misurarsi con certezze provvisorie, con situazioni nuove, con provocazioni in processo continuo, con istanze e passioni gridate dall’umanità contemporanea”.

Tale eredità viene presentata in questa Lettera, che ripercorre “i passi compiuti negli ultimi cinquant’anni”, dal Concilio Vaticano II, “evento di rilevanza assoluta per il rinnovamento della vita consacrata”, fino alle esortazioni di Papa Francesco.

Scrutate costituisce pertanto un invito a discernere: “Il Signore è vivente e operante nella nostra storia, e ci chiama alla collaborazione e al discernimento corale, per nuove stagioni di profezia al servizio della Chiesa, in vista del Regno che viene”.

5. LO SCHEMA TERAPEUTICO SISTEMATICO

5.1.MARIA MODELLO DELLA NOSTRA GIOIA 

DALLA LETTERA DELLA CONGREGAZIONE DEI RELIGIOSI: RALLEGRATEVI 

13. Rallegrati, piena di grazia (Lc 1, 28), « il saluto dell’angelo a Maria è un invito alla gioia, ad una gioia profonda, annuncia la fine della tristezza […] È un saluto che segna l’inizio del Vangelo, della Buona Novella ».

Accanto a Maria la gioia si espande: il Figlio che porta nel grembo è il Dio della gioia, della letizia che contagia, che coinvolge. Maria spalanca le porte del cuore e corre verso Elisabetta.

« Gioiosa di compiere il suo desiderio, delicata nel suo dovere, premurosa nella sua gioia, si affrettò verso la montagna. Dove, se non verso le cime, doveva tendere premurosamente Colei che già era piena di Dio? ».

Si muove in tutta fretta (Lc 1, 39) per portare al mondo il lieto annunzio, a tutti la gioia incontenibile che accoglie nel grembo: Gesù, il Signore. In tutta fretta: non è solo la velocità con cui Maria si muove. Ci racconta la sua diligenza, l’attenzione premurosa con la quale affronta il viaggio, il suo entusiasmo.

Ecco la serva del Signore (Lc 1, 38). La serva del Signore, corre in tutta fretta, per farsi serva degli uomini.

In Maria è la Chiesa tutta che cammina insieme: nella carità di chi si muove verso chi è più fragile; nella speranza di chi sa che sarà accompagnato in questo suo andare e nella fede di chi ha un dono speciale da condividere. In Maria ognuno di noi, sospinto dal vento dello Spirito vive la propria vocazione ad andare!

5.2.. IL CARISMA DELLA SERVA DI DIO MADRE ANNA SARDIELLO, FONDATRICE DELLE SUORE EUCARISTICHE SI SAN VINCENZO PALLOTTI.

5.2.1. I PENSIERI SPIRITUALI E LETTERE

5.5.2. LE COSTITUZIONI E IL DIRETTORIO

6. PUNTO DI ARRIVO

6.1. LE COSE DA ELIMINARE NELLA NOSTRA VITA (DIETA MORALE)

6.2. LE COSE DA RECUPERARE, POTENZIARE O IMMETTERE (INTEGRATORI SPIRITUALI)

7. LA CURA DI MANTENIMENTO. CONCLUSIONE

7.1.LE NOSTRE REGOLE DI VITA (UN DECALOGO SPECIALE)

1. L’amore verso Dio e i fratelli è il fondamento della religione e soprattutto per quanti scelgono di consacrarsi a Dio con la professione dei consigli evangelici. Questo comandamento sia costantemente vissuto a livello personale e comunitario da parte di coloro che sono chiamati alla perfezione della carità.

2. La preghiera è l’anima ed il cuore di ogni esperienza religiosa e soprattutto dei religiosi. Non manchi mai nella giornata e nella vita consacrata questo aspetto fondamentale della donazione a Dio, che necessita di essere alimentata dalla preghiera, meditazione e dall’ascesi. La celebrazione eucaristica, con la devozione alla Madonna caratterizzino lo stile orante di ogni consacrato.

3. L’obbedienza, primo fondamentale voto che ogni religioso professa, sia attentamente osservata in ogni momento della propria vita di consacrato, soprattutto quando costa sacrificio e rinuncia alle proprie vedute, idee e progetti personali al fine del bene comune.

4. La povertà visibile e leggibile stia nel cuore dei consacrati e venga testimoniata nel distacco completo dai beni della terra, privilegiando uno stile di vita sobrio, essenziale e libero da ogni desiderio mondano. A nessun religioso sia permesso di vivere in modo lussuoso e consumistico, memori di quanti non hanno nulla e soffrono la fame e la miseria su tutta la Terra.

5. La castità per il Regno dei cieli venga vissuta con semplicità e gioia, impegnandosi in ogni situazione, soprattutto di provocazione e di stimolazione al male, di mantenersi fedeli al dono della purezza del cuore, dei sentimenti, del corpo e della vita che Dio ci ha donato. Siano condannati apertamente atti commessi dai religiosi contro la dignità della persona umana, soprattutto se bambini e ammalati.

6. Lo stile di vita comunitaria prevalga su ogni individualistica visione della consacrazione a Dio e tutti i religiosi collaborino effettivamente per innalzare la qualità della vita in comune, puntando su una vera fraternità e condivisione, frutto di sentimento e sapienza che riscontriamo nel vero modello per tutti, che è Gesù.

7. Ogni religioso abbia particolarmente a cuore il carisma del proprio istituto, vivendo e testimoniandolo secondo i doni personali ricevuti che sono a servizio di tutti.

8. Il servizio dell’autorità venga svolto con donazione, generosità, paternità e competenza e tutti i religiosi, che sono chiamati a tale servizio nei rispettivi istituti, siano sensibili in umanità e spiritualità verso i confratelli o consorelle delle comunità.

9. L’ansia missionaria sia motivo costante non solo per annunciare ai fratelli il Vangelo della gioia, ma anche occasione di crescita in sintonia con le chiese locali e con la chiesa universale. Tutti siano davvero missionari con la parola, la preghiera e la testimonianza di una vita gioiosa nel Signore, sull’esempio di Maria, la Madre della gioia.

10. Ogni religioso abbia a cuore le sorti del proprio istituto promuovendo un’azione incisiva a livello di vocazioni da accogliere con disponibilità quando il Signore chiama i giovani o i meno giovani per seguirLo sulla via stretta dei consigli evangelici. Ogni consacrato sia promotore vocazionale nella famiglia, nella scuola, nella Chiesa, nell’apostolato e nella società.

7.2. Preghiera dei consacrati

Signore Gesù,
che mi hai chiamato a seguirti
sulla via stretta dei consigli evangelici
guidami in questo cammino
di perfezione nell’amore,
al cui centro delle mie ansie
e preoccupazioni ci sei solo e soltanto Tu.

 

Sostienimi, Signore,
nella fedeltà alla vocazione,
affinché nulla turbi il mio cuore,
ma tutto concorra al mio bene
e alla mia santificazione.

 

Fa che sia puro di cuore,
come tu ci hai insegnato ad esserlo,
proclamando la buona novella
del vangelo della purezza dei sentimenti.

 

Non permettere, Signore,
che la mia vita sia attaccata a mammona,
ma tutta la mia esistenza
sia espressione di una povertà vera,
vivendo da povero con i poveri,
e distaccato da ogni bene e possesso terreno.

 

Sull’esempio della tua filiale obbedienza al Padre,
fino a versare il tuo sangue sul Calvario per l’intera umanità,
fa che nella mia vita di consacrato
non anteponga mai la mia volontà,
il mio interesse personale,
il successo e la carriera monacale,
ma pienamente abbandonato alla Tua volontà,
possa scoprire, ogni giorno, il grande dono di obbedire,
anche di fronte alle decisioni più assurde
di chi pensa di comandare e non servire la comunità.

 

Maria, la prima consacrata al tuo amore,
ci insegni a vivere nella perfetta carità,
che è dono e mistero per chi, Tu, Signore,
hai chiamato a seguirti sulla via della croce,
che è via di trasfigurazione e di santificazione .

I nostri santi fondatori ci siano guide illuminate
nella vita di preghiera, nella fede, speranza e carità
e ci insegnino ad amare ed adorare solo Te,
nel Santissimo Sacramento dell’Altare. Amen.

 

 

 

SINTESI DEL CORSO DI ESERCIZI SPIRITUALIultima modifica: 2014-12-29T23:38:11+01:00da pace2005
Reposta per primo quest’articolo