Con Cristo sulla via della gioia e della pace- Domenica delle Palme

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DOMENICA DELLE PALME – DOMENICA DELLA PASSIONE

13 aprile 2014 

Con Cristo sulla via della gioia e della pace 

di padre Antonio Rungi

 

La liturgia di questa domenica ha un valore del tuo speciale, perché ci fa vivere due momenti importanti e conclusivi della vita di Gesù: il suo ingresso in Gerusalemme e l’inizio della settimana della passione. Questa domenica, infatti, è chiamata delle Palme, perché si benedicono le palme, quali espressione di pace e riconciliazione, ma anche come segno distintivo dell’ingresso in Gerusalemme di Gesù, accolto in modo festante da popolo che acclamandolo come Messia sventolano non bandiere di appartenenza ad un popolo, ma i ramoscelli d’ulivo, che da sempre, nella simbologia indicano pace, riconciliazione, quiete dopo la tempesta. Il riferimento al diluvio universale con il rientro della colomba che porta con se nel suo beccuccio il ramoscello d’ulivo, indicava, infatti, che tutto era rientrato nella norma e la terra purificata dall’acqua riprendeva il suo naturale cammino. Così è per la figura di Cristo che viene a ristabilire non un ordine politico ed economico, ma un ordine morale, la giustizia e la vera pace. E’ il vero messia atteso che si presenta nella semplicità, ma con un carico di valori e di messaggi di cui nessuno ne può ignorale la valenza e la porta mondiale. Cristo non è il simbolo e l’emblema di un popolo, ma il redentore dell’uomo e come tale va incontro a tutti gli uomini. Il suo ingresso nella città santa, per la celebrazione della Pasqua ebraica, ma soprattutto per la celebrazione della sua Pasqua, quella definitiva, che porta a compimento con la sua morte in croce e risurrezione. Non senza motivo, oggi la parola di Dio, nel brano del vangelo, pone alla nostra attenzione, uno dei passi più belli del racconto della passione di nostro Signore Gesù Cristo, quello tratto dal Vangelo di Matteo. La lettura del Passio ci porta quasi istintivamente agli ultimi momenti della vita di Gesù, una vita completamente consacrata all’amore e vissuta nell’amore, in una profonda unione con il Padre e lo Spirito, ma anche in comunione di quanti questo Dio e Padre lo adorano in modo autentico e pieno. Ma tutti i brani di questa domenica ci indicano un percorso ideale, da un punto di vista spirituale, per vivere al meglio la Pasqua di quest’anno 2014. Dal Vangelo secondo Matteo, leggiamo in dettaglio: “Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito”». Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma”». I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!». Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea».

Dobbiamo camminare con Cristo, metterci alla sua sequela, sapere ascoltare la sua parola, fare nostro il suo insegnamento. E’ un insegnamento che richiede coraggio di azione, impegno, coerenza e costanza nell’azione, in quanto non si tratta solo di osannare alla vita, gridare forte il diritto alla vita, ma vivere sul modello Cristo, una vita fatta di amore, tenerezza ed attenzione. Gesù si accosta con umiltà alla gente e questo dovrebbe essere il modello di ogni azione umana per ricalcare le stesse orme che Cristo ci ha lasciato nella sua passione e morte in Croce.

La preghiera iniziale della messa di oggi, la colletta, ci fa comprendere in pienezza quello che siamo chiamati a vivere e a testimoniare in questi giorni: “Dio onnipotente ed eterno, che hai dato come modello agli uomini il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce, fa’ che abbiamo sempre presente il grande insegnamento della sua passione, per partecipare alla gloria della risurrezione”.

Mettere alla scuola del Crocifisso, come hanno insegnato i grandi mistici e santi della cristianità, a partire dai martiri, che hanno vissuto sulla loro pelle la passione di Cristo, per passare ai santi più noti San Francesco,  o ai santi a me, più vicini spiritualmente, come San Paolo della Croce, Santa Gemma Galgani. Tutti hanno compreso quello che noi leggiamo nel brano della Lettera ai Filippesi: “Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami:«Gesù Cristo è Signore!» a gloria di Dio Padre”. Quanti immensi insegnamenti cogliamo per ciascuno di noi, nei vari compiti ed uffici che svolgiamo per gli altri, di come vivere in profondità il valore dell’umiltà, quello del servizio, quello della carità attiva e produttiva che porta a cambiare il mondo, sul modello di un Dio che si abbassa fino a noi e per abbracciare le nostre miserie e richiuderle nel suo cuore di Padre della misericordia e del perdono.

Nel brano del profeta Isaia, comprendiamo tutta la porta della sapienza e della spiritualità del Croce e del Calvario anche ai nostri giorni. Il sacrificio di questo Dio fatto uomo e di un uomo che era Dio, c’è tutto il mistero del riscatto del genere umano e del possibilità concreta per ogni uomo e credente di metterci ai piedi del Crocifisso ed ascoltare ciò che il Signore farà risuonare con potenza e chiarezza nel vostro cuore. In quanto Dio continua a parlare ai nostri giorni attraverso voci autorevoli, molto spesso osannate, e qualche volta derise, perché ci parlano il linguaggio della speranza, dell’amore e della fraternità universale, che non sempre è accolto nel mondo migliore e con le risposte più adatte e conformi: “Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.  Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso”.

Faccio mie le parole iniziali di questa celebrazione della domenica delle palme, e mi auguro che possa diventare un vero monito e una spinta interiore per fare di questa Pasqua, la nostra pasqua di vita e risurrezione: “Accompagniamo con fede e devozione il nostro Salvatore nel suo ingresso nella città santa, e chiediamo la grazia di seguirlo fino alla croce, per essere partecipi della sua risurrezione”.

 

 

 

Con Cristo sulla via della gioia e della pace- Domenica delle Palmeultima modifica: 2014-04-12T10:59:08+02:00da pace2005
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