LA VIA CRUCIS CON TESTI DEL MAGISTERO DI PAPA FARNCESCO

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VIA CRUCIS – QUARESIMA  2014

MEDITAZIONI DI PADRE ANTONIO RUNGI PASSIONISTA

CON CITAZIONI DEL MAGISTERO DI PAPA FRANCESCO

 

RITO INIZIALE

V. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

R. Amen.

 

V. La Via della Croce è la via dell’amore e della gioia. Essa è un movimento del cuore dell’uomo incontro a Cristo ed ai fratelli. E’ un cammino di conversione, penitenza e di gioia. Seguendo Cristo, percorriamo, infatti, l’itinerario del dolore che sboccia con la domenica della risurrezione.

 

Breve pausa di silenzio

 

V. Preghiamo.

O Dio, che hai redento l’uomo col sangue prezioso del tuo Figlio unigenito concedi a tutti noi la sapienza della croce per celebrare con fede i misteri della passione del tuo Figlio e gustare la dolcezza del tuo perdono. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

PRIMA STAZIONE

Gesù è condannato a morte

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

L1. Dal Vangelo secondo Marco. 15, 10-14

[Pilato] sapeva che i sommi sacerdoti gli avevano consegnato [Gesù] per invidia. Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perché egli rilasciasse loro piuttosto Barabba. Pilato replicò: “Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?”. Ed essi di nuovo gridarono: “Crocifiggilo!”. Ma Pilato diceva loro:” Che male ha fatto?”. Allora essi gridarono più forte: “Crocifiggilo!”. E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

 

L2. MEDITAZIONE

Nella vita di tutti i giorni c’è un’esperienza di gioia autentica che è data dalla pace con Dio e con i fratelli, che scaturisce dalla retta coscienza. C’è una pace apparente, quella che tende ad essere giustiziera nei confronti dei fratelli. Sono in pace quando vedo soffrire, umilio gli altri e magari li vedo che morire. La gioia di Cristo nel momento della sua condanna a morte è gioia vera, perché parte dall’amore verso l’uomo peccatore. La gioia manifestata dal Sinedrio e dalla gente che gridando crocifiggilo, condannano a morte Gesù Cristo, è una gioia falsa ed inconcludente, in quanto dettata dall’odio, dal quale non può mai nascere la vera gioia. In Cristo condannato a morte c’è la gioia che nasce dall’amore. La condanna a morte di Cristo è per la vita. Mentre in tutti coloro che gridano per la condanna a morte del Signore è per la morte e per tenebre per sempre nel loro cuore senza amore e senza compassione.

 

V.PREGHIAMO

O Dio, Padre nostro, effondi sempre più largamente in noi i benefici della tua redenzione e donaci di condividere la passione di Cristo per aver parte, un giorno, alla sua gioia nel santo paradiso. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

R. Amen.

 

T. Padre nostro…

 

Stabat Mater dolorosa,

iuxta crucem lacrimosa,

dum pendebat Filius.

 

G.SECONDA STAZIONE

Gesù è caricato della Croce

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

L3. Dal Vangelo secondo Marco 15, 16-20

Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la coorte. Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo. Cominciarono poi a salutarlo: “Salve, re dei Giudei!”. E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui.  Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

 

L.4. MEDITAZIONE

Gesù viene umiliato, maltrattato nella sua dignità di persona e chi lo fa gode per la sofferenza del divino Maestro. Gliene fanno di tutti i colori, gli passano davanti lo scherniscono, lo umiliano in ogni modo, sorridono di quel sorriso che sprizza odio e che non esprime la vera gioia del cuore. Gesù, l’uomo vero, l’uomo del dolore e della sofferenza sperimenta nel suo cuore che batte per amore la gioia del dono della sua vita per noi. E’ come tante persone che noi conosciamo che di fronte a tante umiliazioni sorridono sempre e trasmettono la vera gioia che nasce e si alimenta di amore.

 

V.PREGHIAMO

O Dio, donaci spirito di carità e di pace perché l’offerta della vita, compiuta da Cristo a salvezza del mondo, si prolunghi nella memoria e nell’amore fraterno dei tuoi figli.

Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

 

T. Padre nostro…

 

Cuius animam gementem,

contristatam et dolentem

pertransivit gladius.

 

 

G.TERZA STAZIONE

Gesù cade per la prima volta

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

L5. Dal libro del profeta Isaia. 53, 4-8

Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità… Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo.

 

L6. MEDITAZIONE

Nelle cadute di Gesù noi cogliamo la debolezza fisica dell’uomo sotto il peso del dolore, della sofferenza e dell’umiliazione. Non comprendiamo invece il valore di quel rialzarsi da terra, non una, ma per ben tre volte. Nella prima caduta, ma soprattutto in quella prima rialzata di Gesù noi cogliamo il senso della conversione e della gioia di riprendere un cammino. Gesù non resta dopo la prima caduta sotto il peso della croce. Si rialza e con lui si rialza l’intera umanità porta con sé fino al calvario. La gioia del riscatto, del risorgere, del riprendersi è di ricominciare dopo un fallimento, solo chi l’ha sperimentata come Cristo, la può raccontare con la gioia della bocca ma soprattutto del cuore.

 

V.PREGHIAMO

Guarda, Dio onnipotente l’umanità sfinita per la sua debolezza mortale e fa che riprenda vita per la passione del tuo unico Figlio. Egli vive e regna per i secoli eterni.

R. Amen.

 

T. Padre nostro….

 

O quam tristis et afflicta

fuit illa benedicta

mater Unigeniti!

 

 

QUARTA STAZIONE

Gesù incontra sua Madre

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

L7. Dal Vangelo secondo Luca. 2, 34-35. 51

Simeone parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima” …Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.

 

L8. MEDITAZIONE

La gioia di Maria fu immensa quando l’Arcangelo Gabriele le annunziò la nascita del Messia nel suo grembo verginale, opera dello Spirito Santo. Il suo sì, dopo qualche legittimo dubbio, fu totale, pieno di gratitudine al Signore che aveva riposto su di lei il suo sguardo d’amore. L’umile ancella del Signore diventa il tabernacolo di Cristo, perché nel suo grembo nasce il Dio della vita e della Gioia. Quella gioia Maria, l’ha provata sempre, anche quando ha visto Gesù umiliato e offeso, condannato a morte ed ora caricato del pesante legno della croce in cammino verso il Golgota. In questo loro incontro sulla Via del Calvario comprendiamo la vera gioia che nasce dal dono. Il dono della vita, il dono del soffrire, il dono dell’amare fino alla fine. Maria dacci la gioia, unitamente a Gesù di gioire e far gioire nel dono dell’amore.

 

V.PREGHIAMO

O Signore nel devoto ricordo della Beata Vergine Maria, data a noi come madre dolcissima presso la croce di Gesù tuo Figlio, aiutaci a completare in noi per la Santa Chiesa, ciò che manca alla passione di Cristo tuo Figlio.

Egli vive e regna per i secoli eterni.

R.Amen.

 

T.Padre nostro…

 

Quæ mærebat et dolebat

pia mater, cum videbat

Nati pœnas incliti.

 

 

QUINTA STAZIONE

Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la Croce

 

L9. Dal Vangelo secondo Marco. 15, 21-22

Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce.

 

L10. MEDITAZIONE

La gioia del Cireneo, uomo della fatica, del sacrificio, la possiamo cogliere dall’insieme del contesto del racconto della Passione, come racconto dell’amore di Dio per l’uomo. E’ bellissimo, quando si ama, prendere la croce degli altri, mettersela sulle spalle e alleggerire il peso al fratello che in quel momento è particolarmente stanco di portarla da solo. Sappiamo che il Cristo senza la Croce non è discepolo del Signore, come ci ha ricordato Papa Francesco, nel suo inizio di Pontificato:Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani”.  Diventiamo un po’ tutti cirenei di Gesù lungo le strade della nostra città e della nostra storia. Prendere la Croce propria ed altrui e portarla con amore si sperimenta la vera gioia del cuore e del dono.

 

V.PREGHIAMO

Scenda su noi largamente, o Dio, la tua benedizione; nei misteri della passione redentrice, donaci di aprire il cuore alla salvezza conquistata da Cristo, nostro Signore e nostro Dio. Egli vive e regna per i secoli eterni.

R. Amen.

 

T.Padre nostro….

 

Quis est homo qui non fleret,

Matrem Christi si videret

in tanto supplicio?

 

SESTA STAZIONE

La Veronica asciuga il volto di Gesù

 

L11. Dal libro del profeta Isaia. 53, 2-3

Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia.

 

L12. MEDITAZIONE

E’ infintamente bello ed è grande espressione di amore quando possiamo aiutare qualcuno, asciugare il volto del dolore e della sofferenza di chi non ha mani, forza e possibilità di farlo da solo o impossibilitato a farlo comunque. In questo gesto di amore e pietà della Veronica sulla Via del Calvario c’è un forte appello all’uomo di oggi di superare le barriere dell’egoismo, dell’indifferenza, della solitudine che si annida nel cuore di tante persone che non provano amore verso nessuno, ma solo odio e risentimento. Quando è bello e gioioso tendere la mano a qualcuno quando quella mano nessuno la stende per darla veramente. Donna o uomo che sia, bianco o nero, giovane o vecchio, qualsiasi persona che asciuga il sudore e il dolore degli altri è amato da Dio in modo speciale.

 

 

V.PREGHIAMO

O Dio, tra le opere più mirabili è la rigenerazione dell’uomo; rendi vana l’azione del tentatore e spezza le catene mortali del peccato perché sia distrutta l’invidia che ci ha perduto e vinca l’amore che ci ha salvato.

Per Cristo nostro Signore.

 

T. Padre nostro..

 

Quis est homo qui non fleret,

Matrem Christi si videret

in tanto supplicio?

 

SETTIMA STAZIONE

Gesù cade per la seconda volta

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

L13. Dal libro delle Lamentazioni. 3, 1-2. 9. 16

Io sono l’uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira. Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce… Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri… Mi ha spezzato con la sabbia i denti, mi ha steso nella polvere.

 

L14. MEDITAZIONE

Cadere nuovamente sotto il peso dei propri peccati, potrebbe generare in noi la convinzione di non potercela fare. Non è così. Gesù in questa seconda caduta, dovuta alla sua sofferenza, ci dimostra che è possibile rialzarsi anche quando il cammino della salita della  montagna della santità si fa più ripida. Quando più dura è la battaglia, tanto più grande è la gioia di poter riprendere il cammino verso mete più alte di perfezionamento nella carità. Ci esorta Papa Francesco:“Non cediamo mai al pessimismo, a quell’amarezza che il diavolo ci offre ogni giorno; non cediamo al pessimismo e allo scoraggiamento: abbiamo la ferma certezza che lo Spirito Santo dona alla Chiesa, con il suo soffio possente, il coraggio di perseverare e anche di cercare nuovi metodi di evangelizzazione, per portare il Vangelo fino agli estremi confini della terra (cfr At 1,8)”.  

 

PREGHIAMO

V.O Misericordioso  ed eterno Iddio, che hai dato come modello agli uomini il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce, fa’ che abbiamo sempre presente l’insegnamento della sua passione per partecipare alla gloria della risurrezione. Egli vive e regna per i secoli eterni.

R. Amen.

 

T. Padre nostro….

 

Pro peccatis suæ gentis

vidit Iesum in tormentis

et flagellis subditum.

 

OTTAVA STAZIONE

Gesù incontra le donne di Gerusalemme

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

L.15. Dal Vangelo secondo Luca. 23, 28-31

Gesù , voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?”.

 

L16. MEDITAZIONE

E’ sempre bello incontrare le persone, è bellissimo incontrare Gesù, anche lungo la via del Calvario. Le pie donne di Gerusalemme, come tante altre persone, seguono Gesù lungo la via della sua morte in croce. Lo incontrano e Gesù parla loro, invitandole a non fare lutto, ma aprire il cuore alla gioia, alla speranza, alla ricostruzione morale della città dell’uomo, che deve diventare la città della pace. Ci ricorda Papa Francesco che “la verità cristiana è attraente e persuasiva perché risponde al bisogno profondo dell’esistenza umana, annunciando in maniera convincente che Cristo è l’unico Salvatore di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. Questo annuncio resta valido oggi come lo fu all’inizio del cristianesimo, quando si operò la prima grande espansione missionaria del Vangelo”. Di questo annuncio di devono fare missionarie le donne cristiane del XXI secolo.

 

V. PREGHIAMO

Signore, non chiudere la porta anche se ho fatto tardi. Non chiudere la porta: sono venuto a bussare. A chi ti cerca nel pianto apri, Signore pietoso. Tu che vivi e regni nei secoli eterni.

R. Amen.

T. Padre nostro….

 

Tui nati vulnerati,

tam dignati pro me pati,

pœnas mecum divide.

 

NONA STAZIONE

Gesù cade per la terza volta

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

L17. Dal libro delle Lamentazioni. 3, 27-32

È bene per l’uomo portare il giogo fin dalla giovinezza. Sieda costui solitario e resti in silenzio, poiché egli glielo ha imposto; cacci nella polvere la bocca, forse c’è ancora speranza; porga a chi lo percuote la sua guancia, si sazi di umiliazioni. Poiché il Signore non rigetta mai… Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo la sua grande misericordia.

 

L18. MEDITAZIONE

Per la terza volta Gesù cade sotto il pesante legno della croce. Il tre indica la perfezione in tante cose e questo concetto si esplica anche nella terza caduta. Ormai tutto è compiuto anche nella fragilità umana e nella ricostruzione e ripresa del cammino verso il calvario. Ormai il colle del Golgota è vicino per il condannato a morte, ma anche per quanti lo accompagnano alla sua sorte finale: dai soldati, agli amici del Signore, ai suoi nemici e ai tanti curiosi. Per tutti i nemici della croce si sta consumando la soddisfazione di vedere il condannato a morte appeso alla croce e morire miseramente. Gesù cade e si rialza, perché chi ama ed ha fisso uno traguardo d’amore da raggiungere non si può bloccare nella all’inizio, né alla fine del suo percorso. Ci esorta Papa Francesco: “La nostra vita è un cammino e quando ci fermiamo, la cosa non va. “Camminare sempre, in presenza del Signore, alla luce del Signore, cercando di vivere con quella irreprensibilità che Dio chiedeva ad Abramo, nella sua promessa”.

 

V. PREGHIAMO

Dio ricco di misericordia, dona a tutti i credenti la salvezza operata dalla passione redentrice e infrangi per il tuo amore infinito i vincoli dell’antica condanna in cui ricadiamo continuamente a motivo della nostra fragilità. Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

 

T. Padre nostro….

 

Eia Mater, fons amoris,

me sentire vim doloris

fac, ut tecum lugeam.

 

DECIMA STAZIONE

Gesù è spogliato delle vesti

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

 

L19. Dal Vangelo secondo Marco. 15, 24

I soldati si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere.

 

L20. MEDITAZIONE.

C’è più gioia nel dare che nel ricevere. Gesù prossimo alla morte si spoglia di tutto, anzi viene spogliato di tutto. Tutta la sua vita è stata una vita di povertà vera, di essenzialità, di rinuncia totale. Modello per ogni discepolo a lasciare ogni cosa, a spogliarsi di tutto per vivere solo di Lui. Comprendere la gioia di non possedere nulla e di vivere da povero con i poveri è un lungo cammino di ascesi cristiana che tutto dovremmo percorrere, soprattutto oggi, dove conta il dio denaro, il successo e la carriera. Donare tutto d noi stessi e spogliarci di quando abbiamo è il modo concreto e fattivo per essere discepoli di Cristo. Non dobbiamo attaccarci a nulla. Ci ammonisce il Santo Padre, Papa Francesco: “Quando non si edifica sulle pietre cosa succede? Succede quello che succede ai bambini sulla spiaggia quando fanno dei palazzi di sabbia, tutto viene giù, perché è senza consistenza…Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio”.

 

V.PREGHIAMO

O Dio, che hai redento l’uomo con il sangue prezioso del tuo Figlio unigenito, a quelli che adorano la croce, concedi la liberazione dal peccato e la vita eterna che dalla stessa croce è per noi scaturita. Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

 

T. Padre nostro…

 

Fac ut ardeat cor meum

in amando Christum Deum,

ut sibi complaceam.

 

 

UNDICESIMA STAZIONE

Gesù è inchiodato sulla Croce

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

L.21. Dal Vangelo secondo Marco. 15, 25-27

Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. E l’iscrizione con il motivo della condanna diceva: “Il re dei Giudei”. Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra.

 

L22. MEDITAZIONE

Sapersi sacrificare per gli altri è il dono più grande che possiamo avere da Signore e valorizzarlo fino in fondo questo dono è la gioia più grande per tutti noi discepoli del Signore. Gesù è inchiodato alla croce. La sofferenza di una crocifissione non si può descrivere in termini umani, soprattutto se poi quella condanna è frutto dell’odio e del risentimento umano nei confronti di un Dio che è amore, tenerezza e pace. Nella sofferenza si sperimenta la gioia del sapersi donare e sacrificare per un amore più grande del nostro cuore, come immenso è il cuore di Dio. Grazie Signore che ti hai offerto te stesso all’umanità fino al patibolo ignominioso della croce.Ci ricorda Papa Francesco: “Abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo Crocifisso”.

 

V.PREGHIAMO

O Salvatore, sacerdote tu sei divenuto vittima; Redentore nostro ti sei fatto nostro prezzo: custodisci da tutti i mali coloro che tu hai redento. Tu che vivi e regni per i secoli eterni. 

R. Amen.

 

T. Padre nostro….

 

Sancta Mater, istud agas,

Crucifixi fige plagas,

cordi meo valide.

 

 

DODICESIMA STAZIONE

Gesù muore sulla Croce

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

 

L23. Dal Vangelo secondo Marco. 15, 33-34. 37. 39

Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì , Eloì , lema sabactà ni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?… Ed egli, dando un forte grido, spirò … Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio!”.

 

L.24. MEDITAZIONE

Nella morte c’è la vita, c’è la gioia. Gesù che muore in croce ridona la vita a chi la vita aveva rifiutato, non aveva valorizzato, non l’aveva vissuta in pienezza. Per tutti si apre ora la prospettiva di una vita oltre la vita. La sua morte è grazia e salvezza per l’umanità. Quella morte è la nostra vita e la nostra salvezza nel tempo e in prospettiva eterna. Gesù, Figlio di Dio, più di questo non poteva fare per noi esseri mortali. La sua morte in croce è l’atto supremo dell’amore di Dio per noi. Nell’amore c’è la gioia e nella donare la vita c’è la gioia più vera della nostra vita.

 

V. PREGHIAMO

O Padre, che ci hai ridato la vita eterna nella Pasqua del tuo Unigenito venuto a farsi condannare per nostro amore, rivolgi a lui i nostri cuori e la nostra vita perché sia mite con noi quando ci verrà a giudicare e ci unisca alla sua gloria di Salvatore risorto. Egli vive e regna per i secoli eterni. 

R. Amen.

 

 

 

T. Padre nostro…

 

Vidit suum dulcem Natum

morientem desolatum,

cum emisit spiritum.

 

TREDICESIMA STAZIONE

Gesù è deposto dalla Croce

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

 

L25.Dal Vangelo secondo Marco. 15, 42-43. 46

Sopraggiunta ormai la sera, Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il Regno di Dio, comprato un lenzuolo, calò il corpo di Gesù giù dalla croce.

 

L26. MEDITAZIONE

Gesù è deposto dalla croce ed accoglierlo tra le sue ginocchia è la sua Madre Addolorata. E’ un ritornare di Gesù all’inizio della sua vita, quando dopo la nascita nella grotta di Betlemme è accolto tra le braccia di Maria e di Giuseppe. La stessa gioia della nascita in questo mondo si sperimenta nella nascita al cielo con il passaggio all’eternità. Di vita in vita. Come nel momento della sua nascita, così della sua morte e deposizione dalla croce è presente un Giuseppe. Nella sua nascita è presente Giuseppe, lo sposo di Maria, nella sua morte è presente Giuseppe di Arimatea, uomo giusto, buono e timorato di Dio. Il quadro che si costituisce ai piedi della croce, non è il quadro della desolazione e della disperazione, ma della speranza e dell’attesa. Gesù morto, Maria Addolorata, Giovanni il discepolo prediletto, Giuseppe d’Arimatea e le pie donne costituiscono la piccola famiglia di Gesù che inizia il suo cammino verso la risurrezione. Il sepolcro della vita è pronto ed è anche nuovo. Così ci invita a pregare Papa Francesco davanti all’Addolorata: “Sotto il suo sguardo materno, Vergine Addolorata, ciascuno di noi possa camminare lieto e docile alla voce del suo Figlio divino, rafforzando l’unità, perseverando concordemente nella preghiera e testimoniando la genuina fede nella presenza continua del Signore”.

 

V.PREGHIAMO

Signore, che per la morte del tuo Figlio ci fai sperare nei beni in cui crediamo, fa’ che per la sua risurrezione possiamo giungere alla meta della nostra speranza. Per Cristo nostro Signore. 

R. Amen.

 

T. Padre nostro…

 

Fac me vere tecum flere,

Crucifixo condolere,

donec ego vixero.

 

 

 

QUATTORDICESIMA STAZIONE

Gesù è deposto nel sepolcro

 

V. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 

 

L27. Dal Vangelo secondo Marco. 15, 46-47

Giuseppe d’Arimatea, avvolto il corpo di Gesù in un lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l’entrata del sepolcro. Intanto Maria di Magdala e Maria madre di Joses stavano ad osservare dove veniva deposto.

 

 

L28. MEDITAZIONE

Giuseppe d’Arimatea è ben felice di poter donato il suo sepolcro nuovo per la sepoltura di Gesù. Nella tristezza egli si rende utile e servizievole per la particolare situazione di dolore per tutti. Alleggerisce il peso alla Madre di Gesù e del gruppo di trovare il luogo e il posto dove sistemare Gesù dopo la sua morte in croce e deposizione. A pochi passi dalla Croce, cioè dal mistero dell’amore infinito di Dio c’è un sepolcro, luogo fisico e teologico dell’attesa della risurrezione e della luce della Pasqua. Poche ore Gesù resterà lì, considerando che muore alle tre del pomeriggio del venerdì e risorge all’alba della domenica di Pasqua. Di fronte al mistero della morte corporale si apre a noi, nella Pasqua del Signore, l’orizzonte della risurrezione, quando Cristo, nel secondo e definitivo avvento sulla terra,  verrà a giudicare i vivi ed i morti separando i buoni dai cattivi: quelli degni della beatitudine eterna perché fecero il bene sulla terra, promossero nel cuore degli uomini la gioia che viene dal Signore Morto e Risorto.

 

 

V. PREGHIAMO

Scenda, Signore, la tua benedizione su noi che abbiamo commemorato la morte del tuo Figlio nella speranza di risorgere con lui; venga il perdono e la consolazione, si accresca la fede, si rafforzi la certezza nella redenzione eterna. Per Cristo nostro Signore.

R.  Amen.

 

T. Padre nostro….

 

Quando corpus morietur,

fac ut animæ donetur

paradisi gloria. Amen.

 

 

 

RITO DI CONCLUSIONE

 

V. Pater, Ave e Gloria secondo le intenzioni del Papa

e per ottenere le indulgenze plenarie.

 

V. Scenda, Signore, la tua benedizione su noi che hai riscattato con la morte del tuo Figlio; venga il perdono e la consolazione, si accresca la fede, si rafforzi la certezza della redenzione eterna. Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

 

 

V. Il Signore, sia con voi.

R. E con il tuo spirito.

 

V. Vi benedica Dio onnipotente: Padre, Figlio e Spirito Santo.

R. Amen

 

V. Benediciamo il Signore.

R. Rendiamo Grazie a Dio

 

Canto finale

 

 

 

 

 

 

 

LA VIA CRUCIS CON TESTI DEL MAGISTERO DI PAPA FARNCESCOultima modifica: 2014-03-06T15:46:17+01:00da pace2005
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