Inizia domani, giovedì 16 aprile, il triduo di preparazione alla festa di San Biagio che si svolge ogni anno nella frazione Valle di Cervinara, nella Chiesa parrocchiale di Santa Maria a Valle. Frazione e parrocchia di 600 abitanti del Comune di Cervinara, nella Diocesi di Benevento- Forania Valle Caudina. A tenere la predicazione per questa fausta ricorrenza, su invito del parroco don Nicola Fiore, è padre Antonio Rungi, misisonario passionista, teologo morale campano, ex-superiore provinciale dei passionisti della Campania e del Lazio Sud, originario della vicina Airola. Padre Rungi sarà a Valle di Cervinara dalle ore 18.00, alle 20.00, per le confessioni, la celebrazione della santa messa e l’omelia in preparazione alla festa del protettore della comunità parrocchiale. Domenica, poi, 19 aprile, domenica in Albis e della Divina Misericordia, la solenne celebrazione eucaristica delle ore 9,30 con il panegirico sul Santo. La devozione a San Biagio è di antica data in Cervinara e in tutta la Valle Caudina. Un eremo dedicato al grande santo, protettore dei mali della gola, sorge sul Monte Pizzuto, a testimonianza di un culto che attinge alla storia passata delle popolazioni locali. La festa liturgica che si celebra il 3 febbraio, a Valle viene svolta nella domenica in Albis, in quel clima di spirituale della pasqua che è segno di risurrezione e vita.Il martire Biagio è ritenuto dalla tradizione vescovo della comunità di Sebaste in Armenia al tempo della “pax” costantiniana. Il suo martirio, avvenuto intorno al 316, è perciò spiegato dagli storici con una persecuzione locale dovuta ai contrasti tra l’occidentale Costantino e l’orientale Licinio. Nell’VIII secolo alcuni armeni portarono le reliquie a Maratea (Potenza), di cui è patrono e dove è sorta una basilica sul Monte San Biagio. Il suo nome è frequente nella toponomastica italiana – in provincia di Latina, Imperia, Treviso, Agrigento, Frosinone e Chieti – Avellino – Benevento – e di molte nazioni, a conferma della diffusione del culto. Avendo guarito miracolosamente un bimbo cui si era conficcata una lisca in gola, è invocato come protettore per i mali di quella parte del corpo. A quell’atto risale il rito della “benedizione della gola”, compiuto con due candele incrociate o usando l’olio benedetto in onore di San Biagio, con l’orazione “Per intercessione di San Biagio il Signore ti liberi da ogni male di gola e da ogni altro male”. Olio che viene benedetto dal sacerdote nel giorno della festa del 3 febbraio e con il quale si unge la gola dei fedeli con la croce. Questa sana tradizione viene rispettata dagli anziani e dai giovani. Di fronte ai tanti mali fisici, a volte inguaribili, i devoti del santo si affidano a San Biagio perché li protegga. Su questi apsetti del culto in onore del martire con i vari risvolti spirituali e pastorali si incentrerà la predicazione del teologo Rungi, durante il suo ministero apostolico a Santa Maria a Valle di Cervinara. La Chiesa molto frequentata dalla piccola comunità cristiana è un punto di riferimento spirituale e sociale per la frazione Valle, guidata da anni, da non Nicola Fiore, sacerdote zelante e attento alle esigenze spirituali dei suoi parrocchiani-