misure urgenti

Preghiamo per la soluzione della crisi economica mondiale

1476039653.JPGInvita i fedeli ad “una speciale preghiera per domani durante le messe domenicali per far fronte con l’affidamento a Dio alla crisi mondiale che ha investito i mercati e le borse internazionali”. Così padre Antonio Rungi, teologo morale campano, coinvolge spiritualmente i fedeli intorno al grave problema economico mondiale. “Certo non si è esce dalla crisi –afferma il teologo- con la  sola preghiera, ma la preghiera è uno mezzo importante per chi crede in Dio di ottenere ciò di cui ha bisogno. Il denaro non è nulla, anche se senza di questo non è possibile fare niente oggi, in quanto tutta l’economia mondiale è fondata sui soldi e sui liberi mercati. La preghiera che intendiamo rivolgere al Signore in questi giorni e soprattutto nelle nostre comunità cristiane e che illumini governanti, economisti, banchieri e quanti altri sono impegnati nel settore commercio mondiale a risolvere il problema della crisi con decisione coraggiose a favore di chi rischia di più in questo momento e sono i risparmiatori”. Forte dell’insegnamento del Magistero della Chiesa nel campo dell’etica sociale ed economica, padre Rungi ricorda quanto scriveva Giovanni Paolo II, 21 anni fa, nella Lettera Enciclica Sollicitudo rei socialis  e che  “oggi potrebbe essere una pista da seguire per risolvere il problema della crisi dei marcati mondiali”. “Desidero ricordare in particolare: la riforma del sistema internazionale di commercio, ipotecato dal protezionismo e dal crescente bilateralismo; la riforma del sistema monetario e finanziario mondiale, oggi riconosciuto insufficiente..  Il sistema monetario e finanziario mondiale si caratterizza per l’eccessiva fluttuazione dei metodi di scambio e di interesse, a detrimento della bilancia dei pagamenti e della situazione di indebitamento dei Paesi poveri”… Evidentemente, un processo così delicato non si potrà ottenere senza la collaborazione di tutti. Esso suppone il superamento delle rivalità politiche e la rinuncia ad ogni volontà di strumentalizzare le stesse Organizzazioni, che hanno per unica ragion d’essere il bene comune. Tuttavia l’umanità, di fronte a una fase nuova e più difficile del suo autentico sviluppo, ha oggi bisogno di un grado superiore di ordinamento internazionale, a servizio delle società, delle economie e delle culture del mondo intero”. Noi ci aspettiamo dai potenti del mondo scelte coraggiose a sostegno delle economie nazionali e internazionali, in modo che nessuno debba soffrire –ha detto padre Rungi- per gli sbagli di chi gestisce l’economia oggi nel mondo o per una cattiva gestione dei depositi, del credito, degli investimenti e più in generale della politica economica dei singoli Paesi e dell’intera umanità. Alla fine a rimetterci in una crisi o in un recessione economica sono sempre i più deboli e i più poveri. E questo è contro ogni giustizia e contro ogni etica di rispetto della persona umana e nel caso specifico dei risparmiatori”.