defunti

Padre Rungi in visita al cimitero di Airola (Bn)

02112008(009).jpgGrande afflusso di fedeli per l’annuale visita al cimitero nei giorni 1 e 2 novembre. Un afflusso che conferma anche quest’anno il grande attaccamento dei cristiani alle persone care passate a miglior vita. Cimiteri pieni ieri ed oggi, commemorazione dei fedeli fedeli defunti, ricordati ovunque con celebrazioni eucaristiche e momenti di preghiera. Padre Rungi ha celebrato questa mattina a Mondragone dalle Suore di Gesù Redentore, ove ha ricordato le tante vittime della strada e del lavoro, nonché quelle della violenza e delle guerre. Nel pomeriggio ha celebrato nel cimitero della sua città natia, ad Airola, sia per ricordare i propri genitori (Giovanni e Tommasina Ricciardi, deceduti, rispettivamente il 29 gennaio 2001 e il 15 settembre del 1993) e sia i propri cari, che riposano quasi tutti nel cimitero di Airola (Bn).

Padre Rungi hai poi visitato le varie cappelle del cimitero di Airola e si è soffermato particolarmente nella cappella dei Padri Passionisti, pregando sulla tomba dei propri confratelli, ultimo dei quali padre Clemente Dragonetti, morto il 3 novembre 2007, esattamente un anno fa. Per questo religioso domani ad Airola, alle ore 17.00, nel Convento dei Passionisti si terrà una celebrazione di suffragio nel primo anniversario della morte di questo stimato e conosciuto predicatore e missionario passionista. Religiosi ben conosciuti dall’’ex-superiore provinciale dei passionisti e che sono stati di esempio a lui nella sua infanzia nella vita religiosa. Durante i quattro anni di superiorato provinciale sono morti 11 religiosi della sua provincia. Un 2 novembre, quindi, all’insegna della preghiera, del raccoglimento, del nostalgico ricordo dei propri cari e di quanti ci hanno fatto del bene.

Padre Rungi si è soffermato su quanto ha detto il Papa oggi all’Angelus del 2 novembre parlando della vita eterna e del paradiso, secondo quando riportato in sintesi dall’Ansa “I cristiani devono parlare della morte e spiegare il concetto di vita eterna, contro “superstizioni”, “mitologie”, “sincretismi”. E’  necessario oggi -ha aggiunto- evangelizzare la realtà della morte e della vita eterna, realtà particolarmente soggette a credenze superstiziose e sincretismi, perché – auspica – la verità cristiana non rischi di mischiarsi con mitologie di vario genere”. Papa Benedetto XVI ha ricordato inoltre il capitolo della sua enciclica “Spe salvi” in cui si è chiesto se “gli uomini e le donne della nostra epoca desiderano ancora la vita eterna” o se “l’esistenza terrena sia diventata l’unico orizzonte”. Tutti, ha spiegato papa Ratzinger citando l’enciclica, “vogliamo la ‘vita beata, la felicita’; non sappiamo bene cosa sia e come sia, ma ci sentiamo attratti verso di essa”. L’espressione “vita eterna” vorrebbe “dare un nome a questa attesa insopprimibile”, a questa “speranza universale, comune agli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi”. Vita eterna dunque, ha chiarito il Pontefice, non è “una successione senza fine, ma l’immergersi nell’oceano dell’infinito amore, nel quale il tempo, il prima e il dopo non esistono più; una pienezza di vita e di gioia”. Papa Ratzinger sottolinea inoltre che è “molto importante” che i cristiani vivano “il rapporto con i defunti nella verità e nella fede” e guardino “alla morte e all’aldilà nella luce della Rivelazione”.

Un decalogo per una degna Commemorazione dei nostri cari

cimitero.jpgIn occasione dell’annuale ricorrenza dei defunti del 2 novembre, padre Antonio Rungi, teologo morale campano, missionario passionista, ha stilato uno speciale decalogo per una degna commemorazione dei propri cari, passati a miglior vita. “Regole di comportamento utili non solo in questi giorni di visita al cimitero, ma sempre, in quanto dei propri cari non ci si può ricordare una volta all’anno, sopratutto se ci hanno fatto del bene e ai quali abbiamo voluto bene”. Ecco il decalogo per la commomorazione dei defunti. 1. Visita almeno una volta il cimitero in questi giorni di particolare espressione di culto verso i defunti e rispetta questo luogo santo. 2. Prega per tutti i tuoi cari e per quanti sono dimenticati ed abbandonati, qualsiasi sia la tua fede e il tuo credo di persona laica. 3. Accendi un lumino, una luce, e porta un fiore sulla tomba dei tuoi cari e di quanti non hanno più nessuno che li pensa in questo mondo. 4. Fai delle opere di bene nel ricordo dei tuoi cari, soprattutto se sei nell’abbondanza e i trapassati ti hanno lasciato beni e proprietà. 5. Fai pace con quanti non ti parli, specie se sono tuoi familiari e si sono allontanati da te per motivo di divisione di beni, di testamento o di eredità non distribuita equamente a tuo o altrui parere. 6. Educa le nuove generazioni al culto ed al rispetto dei morti. La civiltà di un popolo si misura anche da questa sensibilità. 7. Se sei un cattolico praticante non dimenticare di suffragare le anime con la celebrazione della messa e la partecipazione alla mensa eucaristica. 8. Educa al rispetto della vita e della morte, ben sapendo che si passa da una vita all’altra vita o meglio di vita in vita. Ogni vita è sacra ed ogni defunto merita rispetto e il dovuto culto. 9. Ricordati dei tuoi cari sempre e non solo il due novembre e in questi giorni particolari. 10.Apri il cuore alla speranza e alla gioia, ben sapendo che un giorno tutti insieme ci ritroveremo per sempre nell’eternità beata. “Sono consigli pratici ed operativi -afferma padre Rungi- per trasformare l’annuale commemorazione dei defunti in una festa della vita, della speranza, della carità vicendevole e della solidarietà. I nostri cari sono ben felici se facciamo del bene e siamo solidali verso chi soffre ed è abbandonato. La preghiera per i cari è importante, ma le opere di carità contano molto di più di una luce, di un lumino, di un fiore che siamo soliti portare sulle tombe in questi giorni. Riconcilarsi, mettere e portare pace ovunque siamo è il miglior modo per ricordare i nostri cari. Non basta versare lacrime e rimpiangere i nostri cari che non ci sono più, ma è necessario piangere dentro se non siamo in grado di amare, perdonare ed essere solidali”.