Roma

Sessa Aurunca (Ce). Novecento anni di storia della cattedrale.

sessa1.pngsessa2.pngsessa4.jpgSessa Aurunca. IX Centenario della dedicazione della Basilica Cattedrale (1113-2013). Grandi festeggiamenti in tutta la città e nella Diocesi.  

 di Antonio Rungi

Il 14 giugno 2013 ricorreranno i Novecento anni dalla dedicazione della Basilica Cattedrale di Sessa Aurunca, una delle diocesi più antiche e storiche della Campania. Per la storica ricorrenza sono in programma varie manifestazioni e celebrazioni la cui conoscenza è opportuno far conoscere al grande pubblico. Tra l’altro il Vescovo della Diocesi, monsignor Antonio Napoletano per questa ricorrenza ha invitato ufficialmente il Santo Padre Papa Francesco, che ha dato il suo assenso. Per organizzare la visita di Papa Francesco a Sessa Aurunca ci vorrà del tempo, ma la speranza è forte che il Papa possa venire in questa cittadina e questo territorio, dove da secoli non arriva un pontefice. La cattedrale centro e faro di spiritualità è il cuore della Diocesi.  Questa, secondo le fonti storiche, è stata costruita tra il 1103 ed il 1113. La data della dedicazione è fatta risalire proprio al 14 giugno del 1113. Esattamente 900 anni fa. Comprensibile, quindi, che la Diocesi di Sessa Aurunca voglia, giustamente, mette in risalto questo storico avvenimento per la sua valenza spirituale, pastorale, religiosa, ecclesiale, artistica e civile. Per l’occasione sono state pubblicate varie opere di carattere storico ed ecclesiologico.

Tra queste vi è la pubblicazione di un volume sulla storia delle parrocchie presenti in Diocesi dal titolo: La Parrocchia: luogo di Fede, luogo di storia e ha come curatori S. E. Mons. Antonio Napoletano (vescovo diocesano), Don Carlo Fiorenza (vicario per i Beni Culturali), Don Roberto Guttoriello (direttore dell’Archivio e Biblioteca diocesana) e dott. Roberto Sasso (Polidoro) con prefazione del prof. Sergio Tanzarella, noto studioso e docente di Storia della Chiesa. Gli autori sono, invece, dieci persone che, con la loro competenza e amore per l’arte, hanno effettuato un’accurata ricerca storica sulle parrocchie e le loro pertinenze architettoniche e artistiche. Questa importante rivisitazione della storia della cattedrale di Sessa Aurunca fissata in un libro sarà presentata mercoledì 12 giugno alle ore 19.00 presso la “Sala Pio IX” dell’Episcopio di Sessa Aurunca da S. E. Mons. Antonio Di Donna, vescovo ausiliare di Napoli. 

Alle ore 21.00, all’interno della Basilica Cattedrale, si terrà un musical dal titolo “Sarò con voi sempre”, drammatizzazione della passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo a cura dei giovani della Parrocchia dei Ss. Rocco e Martino in Falciano e di alcune corali della Diocesi. Lo spettacolo rispecchia il tema teologico e iconografico dell’edifico Cattedrale: la Resurrezione.  

Giovedì 13 giugno in ogni Parrocchia della Diocesi dalle 20 alle 21, si celebrerà un’Adorazione Eucaristica avente per tema “Avvicinandovi a Cristo, pietra viva” (1Pt 2, 4). 

Venerdì 14 giugno alle ore 19.00 il programma culminerà con una solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da S. Em.za il Sig. Crescenzio Card. Sepe, Arcivescovo Metropolita di Napoli, concelebrata da diversi Vescovi Campani e sacerdoti diocesani. 

Frattamaggiore. La meditazione sulla devozione mariana in Caterina Volpicelli

SUORE ANCELLE DEL SACRO CUORE – FRATTAMAGGIORE (NA)

INCONTRO DI SPIRITUALITA’ – 23 MAGGIO 2013

LA DEVOZIONE MARIANA IN CATERINA VOLPICELLI

di padre Antonio Rungi, passionista

 

1.     Premessa

 

La spiritualità di santa Caterina Volpicelli (1839-1894), fondatrice della Ancelle del Sacro Cuore, è stata considerata in genere “tutta cristologica”, per il suo fondamentale riferirsi alla consacrazione al Sacro Cuore di Gesù, ma è anche una spiritualità prettamente mariana, per il costante riferimento alla vita e alle virtù della Beata Vergine Maria da parte di Caterina.

Una santa napoletana, non poteva non essere una santa mariana, sia per i richiami costanti alla Madonna nella città di Napoli (Madonna del Carmine e del Buon Consiglio) sia per la devozione speciale che ha nutrito verso la Madonna del Rosario di Pompei, per la sua amicizia con il Beato Bartolo Longo, grande promotore della devozione alla Madonna del Rosario.

Tale spiritualità ha avuto, infatti, eccezionali originalità mariane nell’esperienza della beata Caterina, che “nel Sacro Cuore” ha attinto sicuramente le energie per rendere operanti ed esemplari la carità e la direzione spirituale della sua Congregazione, ma “nella fede della Vergine” ella ha posto la speranza del suo agire e del suo servizio di ‘Ancella del Signore’.  

Anche la denominazione che ha voluto dare alla sua famiglia religiosa, Ancelle del Sacro Cuore, Piccole Ancelle, rimanda alla vita esemplare della Madonna, umile ancella del Signore.

Un riferimento in tal senso è l’originalità mariana della vocazione giovanile della beata Caterina, la quale amava nominarsi Maria Caterina, e frequentava l’oratorio delle Sacramentine ove si venerava la Madre del Buon Consiglio, portando al suo polso la decina di un rosario di corallo per pregare anche nelle occasioni mondane.

Riconducibile al luogo di Pompei è infatti il riferimento alla santa amicizia che Caterina aveva con il beato Bartolo Longo; una amicizia che si sviluppò nel contesto di una comunione di fede e di preghiera e che coinvolse anche molte altre personalità del cattolicesimo napoletano della fine dell’800.

Santa Caterina avviò Bartolo Longo alla devozione mariana con il dono della ‘medaglia miracolosa’, e questi la tenne sempre con sé e ricambiò il dono, sul finire della vita della beata, offrendole il suo crocifisso benedetto dal Papa.

Anche all’origine della fondazione del Santuario mariano di Pompei si ritrova l’influenza di Santa Caterina Volpicelli; infatti, quando ebbe innalzato il Tempio del Rosario, Bartolo Longo non nascose l’ispirazione ricevuta dalla costruzione del Santuario del Sacro Cuore che Caterina aveva già eretto in Napoli come tempio per le sue ‘Ancelle’; ed il primo altare maggiore di marmo del santuario mariano fu proprio un dono della Volpicelli.

 

 

 

 

2.     La vita di santa Caterina Volpicelli

 

Nata a Napoli il 21 gennaio 1839, Caterina ebbe nella sua famiglia, appartenente all’alta borghesia, una solida formazione umana e religiosa. Nel Reale Educandato di S. Marcellino, sotto la guida sapiente di Margherita Salatino (futura fondatrice, con il Beato Ludovico da Casoria, delle Suore Francescane Elisabettine Bigie), apprese le lettere, le lingue e la musica, cosa non frequente per una donna del suo tempo. Guidata poi dallo Spirito del Signore, che le rivelava il progetto di Dio attraverso la voce di sapienti e santi Direttori spirituali, Caterina che intanto si accaniva a rivaleggiare con la sorella e a brillare nella società, frequentando teatri e spettacoli di danze, rinunciò con prontezza agli effimeri valori di una vita elegante e spensierata, per aderire con generosa decisione ad una vocazione di perfezione e di santità.

L’incontro occasionale con il Beato Ludovico da Casoria, il 19 settembre 1854, a “La Palma” in Napoli, fu, come affermò  la stessa Santa “un tratto singolare di grazia preveniente, di carità e di predilezione del S. Cuore innamorato delle miserie della sua Serva”. Il Beato l’associò all’Ordine Francescano Secolare e le indicò, come unico scopo della sua vita, il culto del S. Cuore di Gesù, invitandola a restare in mezzo alla società, nella quale doveva essere “pescatrice di anime”. Guidata poi dal suo confessore, il barnabita P. Leonardo Matera, il 28 maggio 1859 Caterina entrò tra le Adoratrici perpetue di Gesù Sacramentato, uscendone però ben presto, per gravi motivi di salute. Altro era il disegno di Dio su Caterina. Lo aveva ben intuito il Beato Ludovico che spesso le ripeteva: “Il Cuore di Gesù, o Caterina, questa è l’opera tua!” Su indicazione del suo confessore, la Volpicelli, conosce il foglio mensile dell’Apostolato della Preghiera in Francia, ricevendo da lui notizie dettagliate della nascente Associazione, con il diploma di Zelatrice, il primo giunto a Napoli.

Nel luglio del 1867, P. Ramiere visita il palazzo di Largo Petrone alla salute, in Napoli, dove Caterina sta meditando di stabilire la sede delle sue attività apostoliche “per far rinascere nei cuori, nelle famiglie e nella società l’amore per Gesù Cristo”.

L’Apostolato della Preghiera sarà il cardine dell’intero edificio spirituale di Caterina, che le consentirà di coltivare il suo ardente amore per l’Eucaristia e diventerà lo strumento di un’azione pastorale avente le dimensioni del Cuore di Cristo e perciò aperta ad ogni uomo, sempre a servizio della Chiesa, degli ultimi e dei sofferenti.

Con le prime zelatrici, il 1° luglio 1874 Caterina fonda il nuovo Istituto delle “Ancelle del S. Cuore”, approvato in primo tempo dal Cardinale Arcivescovo di Napoli, il Servo di Dio Sisto Riario Sforza, e in seguito, il 13 giugno 1890, da Papa Leone XIII che accorda alla nuova Famiglia religiosa il “Decreto di lode”. Premurosa delle sorti della gioventù, aprì poi l’orfanotrofio delle “Margherite”, fondò una biblioteca circolante e istituì l’Associazione delle Figlie di Maria, con la saggia guida della Venerabile M. Rosa Carafa Traetto (+ 1890).

In breve tempo aprì altre case: a Napoli nel Palazzo Sansevero e poi presso la Chiesa della Sapienza, a Ponticelli, dove le Ancelle si distinsero nell’assistenza alle vittime del colera del 1884, a Minturno, a Meta di Sorrento e a Roma.

Il 14 Maggio 1884, il nuovo Arcivescovo di Napoli, Cardinale Guglielmo Sanfelice, OSB, consacrò il Santuario dedicato al Sacro Cuore di Gesù, che la Volpicelli aveva fatto erigere accanto alla Casa Madre delle sue opere, destinandolo particolarmente all’adorazione riparatrice chiesta dal Papa per il sostegno della Chiesa, in un’epoca difficile per la libertà religiosa e per l’annunzio del Vangelo.

La partecipazione della Caterina al primo Congresso Eucaristico Nazionale celebratosi a Napoli nel 1891 (19-22 novembre), fu l’atto culminante dell’apostolato della Fondatrice delle Ancelle del Sacro Cuore: in quell’occasione allestì una ricca esposizione di arredi sacri, destinati alle chiese povere, organizzò l’adorazione eucaristica nella cattedrale e fu l’animatrice di quel gran movimento di anime che sfociò nell’impressionante “Confessione e Comunione generale”.

Caterina Volpicelli si spense a Napoli il 28 Dicembre 1894 offrendo la sua vita per la Chiesa e per il Santo Padre.

 

3.     La canonizzazione

 

A 115 dalla sua morte, il 26 aprile 2009 Caterina Volpicelli, quattro anni fa, fu proclamata santa da Benedetto XVI. Queste le bellissime parole che il Papa emerito pronunciò in quello storico avvenimento per tutte le Ancelle del Sacro Cuore e per la Chiesa santa di Dio: “Testimone dell’amore divino fu anche santa Caterina Volpicelli, che si sforzò di “ essere di Cristo, per portare a Cristo” quanti ebbe ad incontrare nella Napoli di fine Ottocento, in un tempo di crisi spirituale e sociale. Anche per lei il segreto fu l’Eucaristia. Alle sue prime collaboratrici raccomandava di coltivare una intensa vita spirituale nella preghiera e, soprattutto, il contatto vitale con Gesù eucaristico. E’ questa anche oggi la condizione per proseguire l’opera e la missione da lei iniziate e lasciate in eredità alle “Ancelle del Sacro Cuore”. Per essere autentiche educatrici della fede, desiderose di trasmettere alle nuove generazioni i valori della cultura cristiana, è indispensabile, come amava ripetere, liberare Dio dalle prigioni in cui lo hanno confinato gli uomini. Solo infatti nel Cuore di Cristo l’umanità può trovare la sua ‘stabile dimora”. Santa Caterina mostra alle sue figlie spirituali e a tutti noi, il cammino esigente di una conversione che cambi in radice il cuore, e si traduca in azioni coerenti con il Vangelo. E’ possibile così porre le basi per costruire una società aperta alla giustizia e alla solidarietà, superando quello squilibrio economico e culturale che continua a sussistere in gran parte del nostro pianeta”.

 

4.     L’esempio di Caterina Volpicelli

 

I Santi sono una presenza di Dio per ogni tempo e vita della Chiesa: sono il richiamo continuo a convincerci che è possibile prendere sul serio il Vangelo, che è possibile farsi Santi e che questa vocazione alla Santità è un’occasione offerta ad ogni uomo e donna nelle singole situazioni e realtà personali, familiari, professionali. Ricordiamo bene: la vita non è tanto tensione verso l’aldilà, quanto vigile attenzione all’aldiquà, all’oggi che viviamo per coglierne tutta la potenzialità del bene, che ci viene offerta.  

Fare memoria di una Santa vuol dire ricordare il passato più o meno recente, in cui ha vissuto, le cose che ha fatto, ma soprattutto vuol dire scoprire una luce sul presente della nostra vita e della nostra società. Luce che ci dà possibilità di integrare nell’esistenza di ciascuno l’orizzonte ultimo, che la rende autenticamente

umana e cristiana. Sappiamo bene che al centro di ogni festa e solennità cristiana e religiosa, la Chiesa pone la celebrazione eucaristica.

Anche i nostri ritiri spirituali mensili si concludono con la celebrazione della santissima Eucaristia. In essa facciamo comunione con la vita, Cristo Gesù: ce l’ha detto Gesù, lui stesso : «Io sono la Via, la Verità, la Vita». In questa comunione vitale riceviamo forza e ragione per vivere bene, perché ci viene offerto l’antidoto di ogni vecchiaia secondo quanto ha affermato Gesù : «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo resusciterò nell’ultimo giorno: chi mangia di questo pane vivrà in eterno!»

Ecco perché l’Eucarestia, unitamente al Vangelo, è stata la fonte della vita buona e operosa di Santa Caterina Volpicelli. Nell’Eucarestia ha trovato la luce di una profonda fede, la forza del suo totale impegno per la Chiesa e la società del suo tempo, la dedizione tutta particolare per i poveri e gli emarginati, e un’attenzione peculiare per l’educazione della gioventù, che lei desiderava «buona ma ben istruita». Caterina maturò la sua vocazione religiosa in età giovanile: se all’inizio aspirava ad una vita contemplativa, successivamente si orientò all’apostolato attivo. Il Vangelo fu la sua guida costante e, tutta pervasa dalla Parola di Dio, trasmetteva alle figlie amore e passione per il Signore e per il prossimo più bisognoso, come per i colpiti dal colera di Napoli del 1884.

Sull’esempio di Santa Caterina è importante, per ciascuno di noi, affrontare il problema posto nel Vangelo : chi è Gesù per noi?

E’ importante perché possiamo tutti correre il rischio di vivere una religione senza il Cristo e quindi una religione che non dà salvezza: potremmo essere praticanti atei, cioè non credenti E Caterina fu perfetta discepola di Gesù, che non è venuto per farsi servire ma per servire. Servire e donare se stessi vuol dire essere non per se stessi ma per gli altri da parte di Dio ed in vista di Dio. Questa, in definitiva, è stata la missione di Cristo Gesù: egli ha reso il termine “servo” come il suo più alto titolo di onore.così compiuto un capovolgimento di valori e ci ha donato una nuova immagine di Dio e dell’uomo. Gesù non viene come uno di padroni di questo mondo, ma lui è il vero padrone, viene come servo di tutti nell’amore. Ecco perché Caterina mise al centro della sua vita spirituale e del suo apostolato, oltre all’Eucaristia, l’intensa devozione al Sacro Cuore di Gesù e ne diffuse la propagazione: «Il Sacro Cuore di Gesù, centro di Amore!» Da questa mistica del della tenerezza del cuore ella parte per essere vicina alle sofferenze degli uomini del suo tempo, Infatti, ogni volta che le si narrava qualche disagio o qualche disordine, ascoltava senza agitarsi e poi diceva: “non fatevi scrupolo di ascoltare le miserie umane, ma fatevi scrupolo di non sacrificarvi abbastanza per porvi rimedio». E’ un programma di vita che la Santa ci suggerisce: porre rimedio al male per quel che possiamo.

 

5.     Il servizio della croce

 

Papa Francesco in una delle sue ultime meditazioni del mattino (giorno 21 maggio), che detta alle persone presenti alla celebrazione della santa messa nella cappella della Casa di santa Marta in Vaticano, dove si abitata, ha espresso cose meravigliose sul significato del servire: “Il vero potere è il servizio. Nel racconto evangelico del 21 maggio 2013, si legge che Gesù attraversa la Galilea in compagnia dei suoi discepoli e parla loro della sua passione: «Il figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini che lo uccideranno», ma dopo tre giorni risorgerà. «Sta parlando ai suoi discepoli di questa realtà, di quello che lui doveva fare, del suo servizio, della passione. Ma essi però non capivano queste parole; loro erano in un’altra orbita, discutevano tra loro. E il Signore lo sapeva». Tanto che, quando giunsero a Cafarnao, «chiese loro: Di cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi «tacevano» per la vergogna. Per la strada avevano infatti discusso tra loro chi fosse il più grande.

«La lotta per il potere nella Chiesa non è cosa di questi giorni, eh? È cominciata là, proprio con Gesù». Mentre il Signore parlava della Passione, i discepoli pensavano a discutere su chi di loro fosse più importante, così da meritare «il pezzo più grande» della torta di potere da spartire. Ma nella Chiesa non deve essere così. Lo stile di Cristo, del Vangelo e della Chiesa nel suo insieme, è un altro, come ricorda Gesù e ha ricordato il Papa: “I capi delle nazioni sottomettono i loro popoli e fanno sentire il loro potere… Ma fra voi non deve essere così”. Questa è la chiave: fra noi non deve essere così. Nell’ottica del Vangelo, «la lotta per il potere nella Chiesa non deve esistere. O, se vogliamo, che sia la lotta per il vero potere, cioè quello che lui, con il suo esempio, ci ha insegnato: deve essere la lotta del servizio e del servire sempre di più e meglio. Il vero potere è il servizio. Come ha fatto lui, che è venuto non per farsi servire, ma per servire. E il suo servizio è stato proprio un servizio di croce: lui si è abbassato, fino alla morte, morte di croce, per noi; per servire noi, per salvare noi». Nella Chiesa non c’è nessun’altra strada per andare avanti. «Per il cristiano — ha puntualizzato il Pontefice — andare avanti, progredire, significa abbassarsi. Se noi non impariamo questa regola cristiana, mai potremo capire il vero messaggio cristiano sul potere». Progredire pertanto vuol dire essere sempre al servizio. E «nella Chiesa il più grande è quello che più serve, che più è al servizio degli altri. Questa è la regola. Ma da quel tempo fino ad adesso le lotte per il potere» non mancano nella Chiesa.

Il Papa ha poi posto l’accento sul linguaggio che si usa abitualmente quando si intende sottolineare i passaggi di carriera: «Quando a una persona danno una carica che secondo gli occhi del mondo è una carica superiore, si dice: Ah, questa donna è stata promossa a presidente di quell’associazione; e questo uomo è stato promosso». Promuovere: «Sì — ha commentato — è un verbo bello. E si deve usare nella Chiesa, sì: questo è stato promosso alla croce; questo è stato promosso all’umiliazione. Questa è la vera promozione. Quella che ci fa assomigliare meglio a Gesù». Sant’Ignazio, negli  Esercizi spirituali, «ci fa chiedere al Signore crocifisso la grazia delle umiliazioni: Signore voglio essere umiliato, per assomigliare meglio a te. Questo è l’amore, è il potere di servizio nella Chiesa. E si servono meglio gli altri per la strada di Gesù». Altri tipi di promozione non appartengono a Gesù. Sono promozioni definite dal Pontefice «mondane» ed esistono sin dal tempo di Gesù stesso. «Sempre ci sono state nelle Chiese cordate per arrivare più in alto: carrierismo, arrampicatori, nepotismo». Il Papa si è poi riferito a una sorta di «simonia educata», cioè quella che porta a pagare di nascosto qualcuno pur di diventare qualcosa. «Ma quella non è la strada del Signore. La strada del Signore è il suo servizio. Come lui ha fatto il suo servizio, noi dobbiamo andare dietro a lui nel cammino del servizio. Quello è il vero potere nella Chiesa. Io vorrei oggi pregare per tutti noi, perché il Signore ci dia la grazia di capire che il vero potere nella Chiesa è il servizio e anche per capire quella regola d’oro che lui ci ha insegnato con il suo esempio: per un cristiano progredire, andare avanti, significa abbassarsi».

Esempio di questo servizio è la Madonna e Caterina Volpicelli

 

6.     La devozione mariana di Caterina Volpicelli

 

La sua devozione alla Madonna era proverbiale. Una devozione la sua a largo raggio, che prende esempio dalla Madonna dal momento dell’Annunciazione, con il suo Si e il suo dichiararsi serva del Signore, fino alla gloriosa assunzione in cielo. A Maria ha ispirato tutta la sua vita di donna, di religiosa, di responsabile dell’istituto e guida spirituale per quanti la contattavano nel suo operare quotidiana. Alla devozione al Cuore di Gesù, Caterina abbinò la devozione al cuore Immacolato di Maria. Lei visse il tempo in cui Papa Pio IX proclamò il dogma dell’Immacolata Concezione nel 1854, il tempo delle apparizioni della Madonna a La  Salette (1846) e soprattutto a Lourdes (1858). Tempi di dolore e sofferenza, ma anche di speranza e gioia.

 

Alcuni pensieri mariani di Santa Caterina Volpicelli, ci fanno capire esattamente la sua spiritualità:

“Abbiamo avuto da Dio una Madre tutta misericordia –scrive-  perché non dobbiamo sperare? Coraggio e fiducia…Maria ci tende le braccia, per condurci a Gesù, di cui fa a noi volgere gli occhi misericordiosi, e noi ripetiamoglielo spesso: O Maria, fa’ volgere a noi gli occhi del Figlio tuo!”. E nel commentare la morte di Gesù e la deposizione del corpo del redentore nelle braccia e sulle ginocchia della sua tenerissima e desolata madre, scrive:

 

“Gesù vi chiede… un ultimo sguardo morto fra braccia della Madre desolata che ne osserva minutamente tutte le ferite e tutta sostiene nel suo cuore addolorato la trafittura del costato ricevuta dal suo Divin Figlio con estrema e oltraggiosa crudeltà…Ricordate che Dio permise che la lancia del soldato ferisse al cuore Gesù per mostrarci la piaga invisibile fatta dell’amore, nella quale ci invita a rifugiarci, e ci offre il perdono chiedendoci il ricambio di amore.

 

Rifugio, amore, misericordia, perdono, contrizione dei propri peccati, conversione, sono i termini ricorrenti nella sua spiritualità mariana, ben convinta e cosciente che davvero attraverso Maria, ogni cristiano incontra davvero Cristo e in Lui trova pieno ristoro per le tante fatiche della vita.

 

7.     Conclusione

 

Nel mese di maggio, praticamente alla conclusione di esso, in questo anno della fede, davanti a noi si pone l’esempio di Caterina Volpicelli, modello di vita di preghiera individuale, personale e comunitaria, soprattutto mariana. Ispiriamoci a lei perché nella nostra vita non manchi mai il riferimento al Cuore amabilissimo di Cristo, ma anche al tenerissimo cuore immacolato di Maria.

Mondragone (Ce). Seminario di studi su Victorine Le Dieu

DSC07165.JPG150120132147.jpgDSC07159.JPG150120132139.jpgSi svolgerà giovedì 16 maggio 2013, per l’intera giornata, un seminario di studi sulla figura e l’opera della serva di Dio Victorine Le Dieu, Fondatrice delle Suore di Gesù Redentore, che a Mondragone hanno una rinomata ed affermata struttura finalizzata all’accoglienza e all’ospitalità. E, infatti, presso la Stella Maris di Mondragone a pochi metri dal mare che giovedì prossimo si svolgerà questo importante convegno nell’anno della fede, voluto espressamente dalle suore della comunità e dall’assistente spirituale, padre Antonio Rungi, che sarà il moderatore del seminario di Studi. Importanti personalità del mondo ecclesiastico nazionale e locale prenderanno parte al seminario di studi. L’aspetto storico del tempo in cui visse ed operò Victorine Le Dieu verrà trattato, nella mattinata del 16 maggio 2013, dal passionista, Giuseppe Comparelli, uno studioso ed esperto dell’Ottocento. L’aspetto teologico e carismatico della figura della Serva di Dio Victorine Le Dieu verrà trattato, nella mattinata di giovedì prossimo, dall’arcivescovo di Potenza, mons. Agostino Superbo, già assistente nazionale dell’Azione Cattolica e Vice-presidente per l’Italia Meridionale della Conferenza Episcopale Italiana (Cei). La presenza delle suore a Mondragone, le loro attività svolte e che continuano a svolgere veranno presentate da due comunicazioni nel pomeriggio, curate rispettivamente dal frate francescano, padre Berardo Buonanno, autore di numerose pubblicazioni di carattere storico e religioso su Mondragone e dal vicario foraneo, don Roberto Guttoriello. La giornata verrà aperta dal saluto del vicario episcopale per la vita consacrata della Diocesi di Sessa Aurunca, don Paolo Marotta e sarà conclusa con la celebrazione eucaristica, presieduta dal Vescovo di Sessa Aurunca, alle ore 19.00, nella Chiesa delle Suore della Stella Maris. Il seminario di studio è aperto a tutti, specialmente ai fedeli laici e a quanti vogliono sviluppare un approfondimento della loro fede sull’esempio della Serva di Dio, Victorine Le Dieu, avviata verso la beatificazione. Il seminario di studi promosso dalla comunità delle Suore di Gesù Redentore ha un significato particolare, in quanto l’Istituto fondato da Victorine Le Dieu celebra quest’anno i suoi 150 anni di riconoscimento dell’opera, approvata il 15 gennaio 1863 da Pio IX. L’Istituto che fina dalla sua nascita e nel corso degli anni si è incentrato soprattutto nel curare le ferite del corpo e dello spirito, specialmente dei bambini e dei sofferenti, oggi è presente in varie parti d’Italia e del mondo, continuando con rinnovato vigore l’opera della fondatrice. Al seminario di studio è attesa anche la nuova madre generale delle Suore di Gesù Redentore, Marilena Russo, con i vertici della Congregazione, che ha la sua sede generale a Fonte Nuova in Roma. Lì sono conservati le spoglie mortali di Victorine Le Dieu, considerata da tutti nella chiesa del suo tempo e del nostro tempo una donna straordinaria oer generosità e sacrifio per servire la causa degli ultimi e dei sofferenti nella Francia post-rivoluzionaria e nell’Europa del periodo napoleonico e post-napoleonico. Dalla Francia all’Italia il suo cammino di carità, di fede e speranza mai si interruppe, forte come era della grazia e della potenza che le venivano da Cristo, unico Redentore del mondo, sotto la cui protezione aveva messo la sua opera e la sua missione nella Chiesa.

Il Seminario di studi parlerà di questa singolare donna francese in un anno speciale come quello della fede che la cristianità sta vivendo a cavallo di due pontificati: quello del Papa emerito, Benedetto XVI, che ha indetto questo anno in occasione dei 50 anni dell’inizio del Concilio Vaticano II e continuato con particolare fervore da nuovo pontefice, Papa Francesco, che ha ripreso le catechesi sull’anno della fede in occasione delle udienze generali del mercoledì, sempre più affollate da credenti e non in una Piazza san Pietro che incomincia ad essere stretta e limitata per accogliere tutti i pellegrini che giungono a Roma per vedere il Papa e celebrare l’anno della fede, nella sede di Pietro.

Itri (Lt). Tesseramento Oratorio delle Suore OMR

IFoto1244.jpgtri (Lt). Oltre 200 bambine per il tesseramento all’Oratorio delle Suore Opus Mariae Reginae

 

di Antonio Rungi

 

Circa 200 bambine, ragazze e giovani,  dai sei anni alla maggiore età hanno aderito per l’anno 2013 al tesseramento per l’Oratorio promosso dalle Suore Opus Mariae Reginae, la cui casa generalizia è situata a Formia sulla Statale Appia. Alla cerimonia di tesseramento hanno partecipato le Suore delle tre comunità della zona: Itri, Fondi e Formia, guidate dalla Superiora Generale, Suor Rosina Di Russo, il parroco di Itri, don Guerino Piccioni e padre Antonio Rungi, missionario passionista, cappellano della comunità della casa generalizia delle Suore Opus Mariae Reginae di Formia.

A presiedere la solenne eucaristica della Domenica VI del Tempo di Pasqua è stato l’arcivescovo di Gaeta, monsignor Fabio Bernardo D’Onorio, che ha tenuto la breve, ma sentita omelia alle tante bambine, ragazze e giovani presenti nell’auditorium della casa religiosa di Itri (Lt), trasformato in tempio di preghiera e di raccoglimento. Il Vescovo, facendo tesoro della parola di Dio, si è soffermato, parlando con grande semplicità alle bambine presenti, dell’amore di Dio e come debba essere vissuto in famiglia, a scuola e nelle relazioni tra i compagni di classe e gli amici e coetanei.

A conclusione dell’omelia e prima della preghiera dei fedeli, incentrata sulla particolare circostanza, l’arcivescovo di Gaeta ha benedetto le tessere per tutte le iscritte all’oratorio, che ha una sua specificità, secondo il carisma del fondatore delle Suore Opus Mariae Reginae, esclusivamente aperto alle ragazze. Su di loro l’attività educativa delle Suore si concentrata attraverso l’impegno apostolico che tale istituto svolge nella Chiesa. Si tratta di un istituto di diritto diocesano, fondato dal sacerdote P.Mario Maria Merlin, riconosciuto con decreto dell’arcivescovo di Gaeta, monsignor Luigi Maria Carli, il 21 aprile 1979, con l’approvazione delle costituzioni. Queste sono state revisionate ed nuovamente approvate dall’arcivescovo Fabio Bernardo D’Onorio l’8 dicembre 2011. La Congregazione delle Suore dell’Opera di Maria Regina si propone come fine la santificazione dei suoi membri secondo lo spirito del Fiat della Vergine Maria e la formazione degli stessi al più autentico spirito evangelico nella professione dei voti religiosi. La natura specifica dell’istituto è affermata nell’articolo 3 delle nuove costituzioni, dove si legge: “Il fine si concretizza nell’apostolato rivolto in modo particolare alla donna affinché ella possa formarsi e prepararsi coscientemente al suo domani di responsabilità nella società, a seconda della specifica attitudine e vocazione personale”. Come dire che si tratta di un istituto particolarmente adatto al contesto sociale e culturale in cui viviamo, dove spesso la donna è offesa, vilipesa, maltrattata, violentata ed uccisa per una cultura di “femminicidio” assurda e da condannare con forza e coraggio in tutte le istituti e sedi. Da qui l’impegno nel campo della formazione delle donne mediante varie forme e soprattutto attraverso l’oratorio. Si legge, infatti, al n.46 delle nuove Costituzioni: “L’apostolato della Congregazione comprende molteplici forme di attività, tra cui principalmente oratori, incontri di preghiera, corsi di formazione, circoli culturali, sale di lettura, catechesi per i fanciulli e gli adolescenti”. In questo quadro normativo si comprende il perché ogni anno, durante il mese di maggio, dedicato alla Madonna, si svolge il tesseramento di quante, piccole, giovani e grandi, come donne fanno parte dell’oratorio e si formano mediante le attività da esso promosso.

La massiccia adesione per le sole tre comunità della zona (le altre sono presenti in varie regioni italiane del Nord e del Sud) con oltre 200 iscritti conferma la validità della formula oratoriana femminile che le Suore Opus Mariae Reginae portano avanti ininterrottamente da 42 anni.

La cerimonia del tesseramento non si è conclusa con la celebrazione eucaristica, ma ha fatto registrare altri significativi momenti di fraternità e di gioia. Nella sala giochi dell’istituto si è svolta, alla presenza dell’Arcivescovo, una ben organizzata manifestazione artistica con balli di tutte le tesserate, improntati all’Anno della Fede. Poi la consegna personale delle tessere a tutte le ragazze presenti, direttamente dalle mani dell’Arcivescovo. Grande la gioia ed evidente l’entusiasmo dalle più piccole alle più grandi. Infine un ulteriore momento di gioia, nel giardino esterno della struttura delle Suore che sorge nel cuore della città di Itri e continua alla Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore, in Piazza, con il volo dei palloncini e la merendina pomeridiana, molto apprezzata da tutti le bambine. La conclusione di tutta la manifestazione alle ore 18,45, dopo due ore di gioia spirituale e di autentica fraternità, sotto l’attenta regia delle Suore Opus Mariae Reginae, sempre più immerse nel loro apostolato territoriale, con una speciale attenzione verso le giovani, quelle che un domani avranno grande responsabilità in tanti settori e prima di tutto in quel dono meraviglioso dell’amore fecondo, aperto alla vita e alla maternità, sull’esempio della Vergine Santa, venerata in modo speciale sotto il titolo dell’Immacolata. E non senza motivo, visto che Pio IX, nel 1849, esiliato a Gaeta, salendo al Santuario della Civita, decise di proclamare solennemente il dogma dell’Immacolata Concezioni, che venne ufficializzato nel 1854. Una Congregazione, quindi al femminile, che si rivolge alla formazione della donna e che attinge la sua motivazione più profonda nel “Si” di Maria e su questo Si strutturare la propria vita di consacrati o fedeli laici.

Consigli e fioretti per un mese di maggio speciale per i politici cattolici

mese-di-maggio.jpgHo stilato un elenco di 31 consigli e fioretti, uno per ogni giorno, per celebrare degnamente il mese di maggio in questo anno della fede 2013, carico di significato per tutti e che, per antica tradizione i cattolici fanno in onore della Madonna: messa al mattino o al pomeriggio, pratiche varie previste per ogni giorno, tra cui santo rosario e il fioretto per la giornata. In questo modo intendo dare un aiuto concreto ai politici italiani, impegnati, a vario livello, nelle istituzioni dello Stato e che sono credenti e praticanti, facendo anche il mese di maggio. E’ una specie di sussidio spirituale per accompagnare il cammino dei politici cattolici in questo mese dedicato alla Madonna, venerata sotto vari titoli in tutta Italia e nel mondo. Impegni personali e collettivi che sono linee per bene operare, con equilibrio e rettitudine in ogni settore della politica e a tutti i livelli. Ecco i 31 impegni per il mese di maggio 2013, nell’anno della fede, insieme ai vari consigli di Papa Francesco per vivere da cristiani nella politica e nella società.

I consigli di Papa Francesco per vivere da cristiani in politica e nella società. 

1. Agire con discrezione, con umiltà, nel silenzio, ma con una presenza costante e una fedeltà totale, anche quando non comprende. 

2.Nella costante attenzione a Dio, aperto ai suoi segni, siano disponibili al suo progetto, non tanto al proprio. 

3. Siano “custodi” della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo! 

4. Vigilare sui propri sentimenti, sul proprio cuore, perché è proprio da lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono! 

5. Non abbiano paura della bontà e neppure della tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro, capacità di amore. 

6. Non dimentichino mai che il vero potere è il servizio e che anche una persona importante e che occupa un posto rilevante per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla Croce, del sacrificio; deve guardare al servizio umile, concreto, ricco di fede. 

7. Deve saper accogliere con affetto e tenerezza l’intera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli, quelli che Matteo descrive nel giudizio finale sulla carità: chi ha fame, sete, chi è straniero, nudo, malato, in carcere. Solo chi serve con amore sa custodire! 

8. Custodire il creato, ogni uomo ed ogni donna, con uno sguardo di tenerezza e amore, è aprire l’orizzonte della speranza, è aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore della speranza! 

9. Aiutare i malati, gli orfani, i senzatetto e tutti coloro che sono emarginati, e che così lavorano per edificare società più umane e più giuste. 

10. Non vi può essere pace vera se ciascuno è la misura di se stesso, se ciascuno può rivendicare sempre e solo il proprio diritto, senza curarsi allo stesso tempo del bene degli altri, di tutti, a partire dalla natura che accomuna ogni essere umano su questa terra. 

11. Non prevalgano mai le differenze che separano e feriscono, ma, pur nella diversità, vinca il desiderio di costruire legami veri di amicizia tra tutti i popoli. 

12. Lottare contro la povertà sia materiale, sia spirituale; edificare la pace e costruire ponti. Sono come i punti di riferimento di un cammino al quale desidero invitare a prendere parte ciascuno dei Paesi che rappresentate. 

13. Lasciamoci rinnovare dalla misericordia di Dio, lasciamoci amare da Gesù, lasciamo che la potenza del suo amore trasformi anche la nostra vita; e diventiamo strumenti di questa misericordia, canali attraverso i quali Dio possa irrigare la terra, custodire tutto il creato e far fiorire la giustizia e la pace. 

14. Domandiamo a Gesù risorto, che trasforma la morte in vita, di mutare l’odio in amore, la vendetta in perdono, la guerra in pace. Sì, Cristo è la nostra pace e attraverso di Lui imploriamo pace per il mondo intero. 

15. Pace a tutto il mondo, ancora così diviso dall’avidità di chi cerca facili guadagni, ferito dall’egoismo che minaccia la vita umana e la famiglia, egoismo che continua la tratta di persone, la schiavitù più estesa in questo ventunesimo secolo; la tratta delle persone è proprio la schiavitù più estesa in questo ventunesimo secolo! 

16. Gesù nasce e vive in una famiglia, nella santa Famiglia, imparando da san Giuseppe il mestiere del falegname, nella bottega di Nazaret, condividendo con lui l’impegno, la fatica, la soddisfazione e anche le difficoltà di ogni giorno. 

17. Il lavoro fa parte del piano di amore di Dio; noi siamo chiamati a coltivare e custodire tutti i beni della creazione e in questo modo partecipiamo all’opera della creazione! Il lavoro è un elemento fondamentale per la dignità di una persona. Il lavoro, per usare un’immagine, ci “unge” di dignità, ci riempie di dignità; ci rende simili a Dio, che ha lavorato e lavora, agisce sempre (cfr Gv 5,17); dà la capacità di mantenere se stessi, la propria famiglia, di contribuire alla crescita della propria Nazione. 

18. E qui penso alle difficoltà che, in vari Paesi, incontra oggi il mondo del lavoro e dell’impresa; penso a quanti, e non solo giovani, sono disoccupati, molte volte a causa di una concezione economicista della società, che cerca il profitto egoista, al di fuori dei parametri della giustizia sociale. 

19. Desidero rivolgere a tutti l’invito alla solidarietà, e ai Responsabili della cosa pubblica l’incoraggiamento a fare ogni sforzo per dare nuovo slancio all’occupazione; questo significa preoccuparsi per la dignità della persona; ma soprattutto vorrei dire di non perdere la speranza. 

20. A voi ragazzi e ragazze a voi giovani: impegnatevi nel vostro dovere quotidiano, nello studio, nel lavoro, nei rapporti di amicizia, nell’aiuto verso gli altri; il vostro avvenire dipende anche da come sapete vivere questi preziosi anni della vita. Non abbiate paura dell’impegno, del sacrificio e non guardate con paura al futuro; mantenete viva la speranza: c’è sempre una luce all’orizzonte. 

21. Quante persone, in tutto il mondo, sono vittime di questo tipo di schiavitù, in cui è la persona che serve il lavoro, mentre deve essere il lavoro ad offrire un servizio alle persone perché abbiano dignità. Chiedo ai fratelli e sorelle nella fede e a tutti gli uomini e donne di buona volontà una decisa scelta contro la tratta delle persone, all’interno della quale figura il “lavoro schiavo”. 

22. La preghiera fatta assieme è un momento prezioso per rendere ancora più salda la vita familiare, l’amicizia! Impariamo a pregare di più in famiglia e come famiglia! 

23. Chiediamo a san Giuseppe e alla Vergine Maria che ci insegnino ad essere fedeli ai nostri impegni quotidiani, a vivere la nostra fede nelle azioni di ogni giorno e a dare più spazio al Signore nella nostra vita, a fermarci per contemplare il suo volto. 

24. Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall’aver incontrato una Persona: Gesù, che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti! 

25.  Gesù non entra nella Città Santa per ricevere gli onori riservati ai re terreni, a chi ha potere, a chi domina; entra per essere flagellato, insultato e oltraggiato, come preannuncia Isaia nella Prima Lettura (cfr Is 50,6); entra per ricevere una corona di spine, un bastone, un mantello di porpora, la sua regalità sarà oggetto di derisione; entra per salire il Calvario carico di un legno. E allora ecco la seconda parola: Croce. 

26. Guardiamoci intorno: quante ferite il male infligge all’umanità! Guerre, violenze, conflitti economici che colpiscono chi è più debole, sete di denaro, che poi nessuno può portare con sé, deve lasciarlo. 

27. Amore al denaro, potere, corruzione, divisioni, crimini contro la vita umana e contro il creato! E anche – ciascuno di noi lo sa e lo conosce – i nostri peccati personali: le mancanze di amore e di rispetto verso Dio, verso il prossimo e verso l’intera creazione. E Gesù sulla croce sente tutto il peso del male e con la forza dell’amore di Dio lo vince, lo sconfigge nella sua risurrezione. Questo è il bene che Gesù fa a tutti noi sul trono della Croce. 

28. Dobbiamo vivere la fede con un cuore giovane, sempre: un cuore giovane, anche a settanta, ottant’anni! Cuore giovane! Con Cristo il cuore non invecchia mai! Però tutti noi lo sappiamo e voi lo sapete bene che il Re che seguiamo e che ci accompagna è molto speciale: è un Re che ama fino alla croce e che ci insegna a servire, ad amare. E voi non avete vergogna della sua Croce! Anzi, la abbracciate, perché avete capito che è nel dono di sé, nel dono di sé, nell’uscire da se stessi, che si ha la vera gioia e che con l’amore di Dio Lui ha vinto il male.

29.Chiediamo l’intercessione della Vergine Maria. Lei ci insegna la gioia dell’incontro con Cristo, l’amore con cui lo dobbiamo guardare sotto la croce, l’entusiasmo del cuore giovane con cui lo dobbiamo seguire  in tutta la nostra vita.  

30.L’odio lasci il posto all’amore, la menzogna alla verità, la vendetta al perdono, la tristezza alla gioia.

31.  La Madonnaci renda uomini e donne capaci di fare memoria di ciò che Egli opera nella nostra storia personale e in quella del mondo

 

Trentuno fioretti dei politici per il mese di maggio in onore della Madonna. 

1. Impegnati a non dire  bugie per giustificare il tuo scadente operato politico. 

 2. Evita  di accettare qualsiasi raccomandazione, tanto alla fine non puoi fare nulla se non rispetti la legge. 

 3. Non demonizzare il tuo avversario politico, ma rispetta il suo pensiero e la sua scelta. 

 4. Fai un gesto di bontà: visita senza pubblicizzarlo una persona in difficoltà o ammalata. 

 5. Dona una tantum, una parte considerevole del tuo stipendio di onorevole o amministratore per opere di beneficenza. 

 6. Impegnati ad essere umile e a mettere da parte la presunzione e l’orgoglio di chi pensa di essere la verità assoluta. 

 7. Non esporti spesso in pubblico, ma ogni tanto vivi in riflessione e solitudine. 

 8. Dimentica l’ufficio politico che occupi e rimboccati le maniche per aiutare coloro che non hanno nulla e sono in difficoltà, soprattutto i disoccupati. 

 9. Non cercare i primi posti nelle assemblee e nei raduni di ogni genere, ma cedi il tuo posto a persone semplici. 

 10. Non fare nulla per ottenere il consenso della gente, ma fa ogni cosa con retta coscienza e nel rispetto delle leggi. 

 11. Cura i tuoi affetti in famiglia e dedica maggior tempo ai tuoi figli o parenti stretti. 

 12. Vivi la politica con il necessario distacco, per non restare deluso quando dovresti essere messo da parte. 

 13. Rifiuta denaro e ricompense anche se leciti, ma accontentati del tuo stipendio di lavoratore o professionista. 

 14. Dai buon esempio di vita etica. Ogni cittadino merita anche un politico onesto e retto. 

 15. Fai il tuo lavoro con passione, ma senza preferenze di persone, anche se fossero i tuoi più stretti collaboratori. 

 16. Evita di litigare con i rappresentanti delle istituzioni, ma dì sempre una parola di pace e di concordia. 

 17. Rispetta le regole della democrazia e del sereno dibattito politico senza offendere persone e istituzioni. 

 18. Non strumentalizzare la religione per confermare idee preconcette, che non appartengono a nessuna corrente. 

 19. Difendi i giovani, gli anziani e gli ammalati ed impegnati a dare sollievo a ciascuno di loro. 

 20. Recupera la tua spiritualità con un’ora di preghiera personale in tutti i giorni, soprattutto in famiglia o nella tua parrocchia. 

 21. Partecipa alla messa e all’eucaristia ogni giorno o almeno alla domenica e nelle feste comandate. 

 22. Confessa i tuoi peccati al ministro della riconciliazione ed impegnati ad evitare il male per il bene e la salvezza della tua anima. 

 23. Non falsificare atti e documenti per favorire qualcuno che ti interessa, né abusare mai dell’ufficio che occupi a servizio degli altri. 

 24. Non dare il tuo voto per far passare leggi e norme che sono contro la morale naturale, cristiana e cattolica. 

 25. Vivi il tuo mandato politico o amministrativo con la serenità necessaria, che è un incarico di passaggio, nel quale non bisogna fossilizzarsi. 

 26. Ama sinceramente il popolo che ti ha eletto e sacrifica qualcosa di te stesso per migliorare le sue condizioni di vita in generale e lavorativa. 

 27. Coltiva una speciale attenzione ai valori religiosi e difendi la libertà di culto di ogni credente, anche se straniero. 

 28. Sii tollerante verso coloro che la pensano diversamente da te non solo in campo politico, ma anche religioso e sociale. 

 29. Affidati ogni giorno alla Madonna e ai tuoi santi protettori, perché ti illuminino nella ricerca del bene comune. 

 30. Di ogni gesto che compi ricordati che ne renderai conto al Signore, perciò agisci con rettitudine e nel rispetto di tutti. 

31. Finito il tuo mandato, lascia ogni cosa in ordine al tuo successore. Restare troppo tempo in un posto non giova né a te e né al popolo che ti ha scelto.

 

 

Le norme canoniche circa la celebrazione delle messe e offerte.

CAPITOLO III DEL CODICE DI DIRITTO CANONICO – CHIESA CATTOLICA

 L’OFFERTA DATA PER LA CELEBRAZIONE DELLA MESSA

Can. 945 – §1. Secondo l’uso approvato della Chiesa, è lecito ad ogni sacerdote che celebra la Messa, ricevere l’offerta data affinché applichi la Messa secondo una determinata intenzione.

§2. È vivamente raccomandato ai sacerdoti di celebrare la Messa per le intenzioni dei fedeli, soprattutto dei più poveri, anche senza ricevere alcuna offerta.

Can. 946 – I fedeli che danno l’offerta perché la Messa venga celebrata secondo la loro intenzione, contribuiscono al bene della Chiesa, e mediante tale offerta partecipano della sua sollecitudine per il sostentamento dei ministri e delle opere.

Can. 947 – Dall’offerta delle Messe deve essere assolutamente tenuta lontana anche l’apparenza di contrattazione o di commercio.

Can. 948 – Devono essere applicate Messe distinte secondo le intenzioni di coloro per ciascuno dei quali l’offerta, anche se esigua, è stata data e accettata.

Can. 949 – Chi è onerato dall’obbligo di celebrare la Messa e di applicarla secondo l’intenzione di coloro che hanno dato l’offerta, vi è ugualmente obbligato anche se, senza sua colpa, le offerte percepite sono andate perdute.

Can. 950 – Se viene offerta una somma di denaro per l’applicazione di Messe senza indicare il numero delle Messe da celebrare, questo venga computato in ragione dell’offerta stabilita nel luogo ove l’offerente dimora, a meno che non debba legittimamente presumersi che fu un’altra la sua intenzione.

Can. 951 – §1. Il sacerdote che celebra più Messe nello stesso giorno, può applicare ciascuna di esse secondo l’intenzione per la quale è stata data l’offerta, ma a condizione però che, al di fuori del giorno di Natale, egli tenga per sé l’offerta di una sola Messa e consegni invece le altre per le finalità stabilite dall’Ordinario, essendogli consentito di percepire una certa retribuzione a titolo estrinseco.

§2. Il sacerdote che concelebra nello stesso giorno una seconda Messa, a nessun titolo può percepire l’offerta per questa.

Can. 952 – §1. Spetta al concilio provinciale o alla riunione dei Vescovi della provincia definire per tutta la provincia, mediante decreto, quale sia l’offerta da dare per la celebrazione e l’applicazione della Messa, né è lecito al sacerdote chiedere una somma maggiore; gli è tuttavia consentito accettare una offerta data spontaneamente, maggiore e anche minore di quella stabilita per l’applicazione della Messa.

§2. Ove manchi tale decreto si osservi la consuetudine vigente nella diocesi.

§3. Anche i membri di tutti gli istituti religiosi debbono attenersi allo stesso decreto o alla consuetudine del luogo, di cui ai §§1 e 2.

Can. 953 – Non è lecito ad alcuno accettare tante offerte di Messe da applicare personalmente, alle quali non può soddisfare entro l’anno.

Can. 954 – Se in talune chiese o oratori vengono richieste celebrazioni di Messe in numero maggiore di quante ivi possono essere celebrate, è lecito farle celebrare altrove, eccetto che gli offerenti non abbiano manifestato espressamente una volontà contraria.

Can. 955 – §1. Chi intendesse affidare ad altri la celebrazione di Messe da applicare, le trasmetta quanto prima a sacerdoti a lui accetti, purché a lui consti che sono al di sopra di ogni sospetto; deve trasmettere l’offerta ricevuta intatta, a meno che non consti con certezza che la parte eccedente l’offerta dovuta nella diocesi, fu data in considerazione della persona; è tenuto anche all’obbligo di provvedere alla celebrazione delle Messe, fino a che non avrà ricevuto la prova sia dell’accettazione dell’obbligo sia dell’offerta pervenuta.

§2. Il tempo entro il quale debbono essere celebrate le Messe, ha inizio dal giorno in cui il sacerdote che le celebrerà, le riceve, se non consti altro.

§3. Coloro che affidano ad altri Messe da celebrare, annotino senza indugio nel registro sia le Messe che hanno ricevuto sia quelle che hanno trasmesso ad altri, segnando anche le loro offerte.

§4. Qualsiasi sacerdote deve annotare accuratamente le Messe che ha ricevuto da celebrare e quelle cui ha soddisfatto.

Can. 956 – Tutti e ciascun degli amministratori di cause pie o coloro che in qualunque modo sono obbligati a provvedere alla celebrazione di Messe, sia chierici sia laici, consegnino ai propri Ordinari, secondo modalità che essi dovranno definire, gli oneri di Messe ai quali non si sia soddisfatto entro l’anno.

Can. 957 – Il dovere e il diritto di vigilare sull’adempimento degli oneri di Messe, competono, nelle chiese del clero secolare, all’Ordinario del luogo, nelle chiese degli istituti religiosi o delle società di vita apostolica, ai loro Superiori.

Can. 958 – §1. Il parroco come pure il rettore di una chiesa o di un altro luogo pio ove si è soliti ricevere offerte di Messe, abbiano un registro speciale, nel quale annotino accuratamente il numero delle Messe da celebrare, l’intenzione, l’offerta data e l’avvenuta celebrazione.

§2. L’Ordinario è tenuto all’obbligo di prendere visione ogni anno di tali registri, personalmente o tramite altri.

Il MESE DI MAGGIO 2013. PREGHIERA ORGANIZZATA DA P.RUNGI

GIORNO PER GIORNO

CON LA BEATA VERGINE MARIA

 mesemariano2013.pdf

Mese mariano biblico-liturgico

a cura di padre Antonio Rungi, sacerdote passionista

 

Presentazione

“Giorno per giorno con la Beata Vergine Maria”, è questo il titolo con il quale desidero sostenere il vostro cammino spirituale nel mese di maggio che, per antica tradizione, è dedicato alla Madre di Dio e Madre nostra, in questo anno della fede, particolarmente importante per noi cristiani.

Si tratta di un sussidio predisposto al fine di aiutare la meditazione quotidiana durante ed oltre il mese di maggio per quanti alimentano la loro devozione alla Madonna in tanti modi, soprattutto con la preghiera giornaliera del santo Rosario.

Tutte le tematiche, i titoli e i riferimenti biblici e liturgici sono stati tratti dal Messale Mariano che presenta una varietà di celebrazioni dell’eucaristia in onore della Madonna, strutturate secondo i tempi liturgici e secondo le necessità.

Qui ho sintetizzato i brani della parola di Dio, i commenti e le preghiere, per rendere più leggero il cammino di riflessione e meditazione da parte di coloro che in assoluta autonomia, individualmente o comunitariamente, vogliono vivere il mese mariano uscendo fuori dai canoni tradizionali. Infatti, qui sono riportati i testi liturgici delle messe in onore della Madonna e valorizzati ai fini del mese di maggio. Oltre alle preghiere prese da quelle delle messe, ho inserito alcune espressioni di Papa Francesco, sulla Madonna, pronunciate in questi primi mesi del suo ministero petrino. Di mio personale ho semplicemente introdotto i fioretti quotidiani, agganciandoli alle tematiche quotidiane di questo speciale mese di maggio, che si susseguono nel tempo.

Ritengo che sia uno strumento utile per chi vuole vivere il mese di Maria alimentandosi alla Parola di Dio e alla liturgia. Dalla messa, infatti, scaturisce ogni espressione di vero culto mariano, ben sapendo che Maria è il primo e purissimo tabernacolo dell’Altissimo.

A lei ci affidiamo perché il cammino spirituale durante il mese mariano porta in noi e negli altri i frutti spirituali che tutti attendiamo, prendendo a modello della nostra fede e santità di vita la santissima, purissima, immacolata Vergine Maria. In questo anno della fede ci guidi ad essere più coraggiosi nel testimoniare la fede in Gesù Cristo, unico salvatore del mondo.

Ecco i titoli su cui mediteremo nel corso del mese di maggio 2013

 

Santa Maria di Cana;

Madre della lode e della gratuità divina;

Madre della Divina Misericordia;

Madre della Divina Provvidenza;

Madre della divina consolazione;

Madre Addolorata;

Madre del Signore;

Madre del Risorto;

Madre del buon consiglio;

Madre e maestra di vita spirituale;

Madre dell’unità;

Madre del bell’Amore;

Madre di Riconciliazione;

Madre della santa speranza;

Madre e mediatrice di grazia;

Vergine, fonte di luce e di vita;

Vergine del Cenacolo;

Vergine della visitazione;

Vergine della Mercede;

Donna nuova;

Sostegno e difesa della nostra fede;

Sede della speranza;

Fonte della salvezza;

Causa della nostra gioia;

Tempio del Signore;

Discepola del Signore;

Serva del Signore;

Porta del cielo;

Salute degli infermi;

Regina della pace;

Regina dell’universo.

 

Trentuno titoli mariani che costituiscono non solo tematiche di approfondimento teologico, biblico, ma soprattutto una vera e propria litania in onore della Madonna, da recitare ogni giorno a conclusione del mese di maggio o della preghiera del santo rosario.

 

P.Antonio Rungi, passionista

 

 

 1 MAGGIO 2013

MARIA, MADRE DELLA LODE  E DELLA GRATUITA’ DIVINA

 

Dall’Epistolario di San Paolo Apostolo

“Tutto ciò che fate in parole e opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre” (Col 3,17).

 

Breve commento

Il Vangelo inculca il servizio sincero, umile, la disponibilità nella carità, per essere uniti a Gesù che ha dichiarato di essere venuto per servire e non per essere servito. La vera dignità consiste nel servizio dei fratelli, secondo le proprie capacità, in unione con Gesù, Figlio di Dio. Verifichiamo la nostra scala di valori, per renderla sempre più aderente ai pensieri di Dio.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli Cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo … ma siamo qui … Vi ringrazio dell’accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo Vescovo: grazie! E prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca.

 

Preghiera

O Dio, nostro Padre,  sull’esempio della Beata Vergine Maria, Madre della lode perenne, fa’ che nella nostra vita rendiamo testimonianza al tuo amore e godiamo i frutti della giustizia e della pace. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto

Dedicherai un tempo della tua giornata nel servizio disinteressato agli altri senza attenderti premi e ricompense.

 

 

2 MAGGIO 2013

Maria, Madre della Divina Misericordia

 

Dal Vangelo di Luca

“Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono…Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre». (Lc 1,39-45)

  

Breve commento

Due volte, Maria, nel cantico nel «Magnificat» ha lodato Dio che usa misericordia: «Di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono»; «ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia». Per questo i fedeli desiderano vivamente «magnificare con Maria la bontà infinita» di Dio. Donna che ha fatto un ‘esperienza della misericordia di Dio: «la regina clemente, esperta della benevolenza (di Dio), accoglie quanti nella tribolazione ricorrono a lei.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Domani voglio andare a pregare la Madonna, perché custodisca tutta Roma.

 

Preghiera

Dio di bontà infinita, concedi ai tuoi fedeli, per intercessione della beata Vergine Maria, madre di misericordia, di sperimentare sulla terra la tua clemenza, e di contemplare la tua gloria nel cielo. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto

Oggi ti impegnerai a riconciarti con le persone con le quali non ti parli e sarai strumento di riconciliazione per gli altri.

 

3 MAGGIO 2013

Maria, Madre della Divina Provvidenza

 

Dal libro del profeta Isaia

 “Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa quanti la amate. Sfavillate di gioia con essa voi tutti che avete partecipato al suo lutto. Così succhierete al suo petto e vi sazierete, deliziandovi, all’abbondanza del suo seno. Poiché così dice il Signore: «Ecco io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la prosperità; come un torrente in piena la ricchezza dei popoli; i suoi bimbi saranno portati in braccio, sulle ginocchia saranno accarezzati. Come una madre consola un figlio così io vi consolerò; in Gerusalemme sarete consolati. Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore, le vostre ossa saran rigogliose come erba fresca. la mano del Signore si farà manifesta ai suoi servi” (Isaia 49,15 ss).

 

Breve commento

La beata Vergine è chiamata «madre della divina Provvidenza» perché da Dio ci è stata data come premurosa madre, che ci procura con la sua intercessione i beni del cielo. Come Dio non può dimenticarsi del suo popolo, come ci ricorda il brano biblico tratto dal profeta Isaia, e che proprio come una madre lo consola, così la Madonna ha compassione di noi, intercede per noi, ci soccorre nelle nostre necessità, ci ricolma di consolazione.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Per la preghiera della Madonna, nostra Madre, ci conceda questa grazia: camminare, edificare, confessare Gesù Cristo Crocifisso.

 

Preghiera

O Dio, che nella tua provvidenza tutto disponi secondo un disegno di amore, per l’intervento della Vergine Maria, madre del tuo Figlio, allontana da noi ogni male e donaci ciò che giova al nostro vero bene.

 

Fioretto

Oggi non farai mancare il necessario al sostentamento personale a quelle persone che sai che stanno in stretta necessità.

 

4 MAGGIO2013  

Maria Madre della divina consolazione

 

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

“Fratelli, sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio” (2Cor. 1,3ss).

 

Breve commento

Anche la beata Vergine Maria viene giustamente chiamata e venerata come «Madre della consolazione» o «Consolatrice degli afflitti». Per suo mezzo da Dio «fu mandato al mondo il consolatore» Gesù Cristo. Maria, essendo stata accanto al Cristo che pativa in croce e avendo sofferto crudelissimi dolori, ha conseguito nella maniera più eccelsa la beatitudine promessa nel Vangelo a coloro che piangono; e poiché Dio l’ha consolata con la risurrezione di Gesù, è in grado di consolare anch’essa i suoi figli, che si trovano in qualsiasi genere di afflizione.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Alla potente intercessione di Maria, nostra Madre, Madre della Chiesa, affido il mio ministero e il vostro ministero. Sotto il suo sguardo materno, ciascuno di noi possa camminare lieto e docile alla voce del suo Figlio divino, rafforzando l’unità, perseverando concordemente nella preghiera e testimoniando la genuina fede nella presenza continua del Signore.

 

Preghiera

O Padre, che per mezzo della Vergine Maria hai mandato al mondo il consolatore promesso dai profeti, Gesù Cristo tuo Figlio, per sua intercessione fa’ che possiamo ricevere e condividere con i nostri fratelli l’abbondanza delle tue consolazioni. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto

Oggi ti impegnerai ad attuare concretamente una delle  sette opere di misericordia corporale, consolando gli afflitti.

 

5 MAGGIO 2013

MARIA MADRE DEL RISORTO

 

Dal Vangelo di Matteo

L’angelo disse alle donne: « Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l’ho detto ». Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli. Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: « Salute a voi ». Ed esse, avvicinatesi, gli cinsero i piedi e lo adorarono” (Mt 28, 1ss)

 

Breve commento

Il giorno della risurrezione del Signore fu «il giorno radioso in cui dileguate le tenebre della morte, una luce gioiosa» inondò «il mondo intero».  Così nella Chiesa nascente, che «avrebbe contemplato con trepida esultanza il volto glorioso del suo immortale Signore»; così ugualmente nella Vergine Madre, che Dio «nella risurrezione di Cristo» colmò «di letizia». La Chiesa perciò, salutando la Vergine, la invita a gioire: «rallegrati, Vergine Madre: Cristo è risorto».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Vi affido all’intercessione della Beata Vergine Maria, Stella dell’evangelizzazione. E auguro il meglio a voi e alle vostre famiglie, a ciascuna delle vostre famiglie.

 

Preghiera

O Dio, che nella gloriosa risurrezione del tuo Figlio hai ridato la gioia al mondo intero, per intercessione di Maria Vergine concedi a noi di godere la gioia della vita senza fine. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Oggi sarai strumento di gioia per gli altri, eviterai con particolare cura di far soffrire qualcuno.

 

 

6 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE FONTE DI LUCE E DI VITA

 

Dal Vangelo di Giovanni

“C’era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei. Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: « Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui ».Gli rispose Gesù: « In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio ». Gli disse Nicodèmo: « Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere? ». Gli rispose Gesù: « In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito, è spirito» (Gv 3,1-6)

 

Breve commento

I santi Padri insegnano con una certa insistenza che i misteri di Cristo, celebrati dalla vergine madre Chiesa nei sacramenti dell’iniziazione cristiana, ebbero compimento nella vergine madre Maria. Lo Spinto che santifica il grembo della Chiesa – cioè il fonte battesimale – perché generi i figli di Dio, santificò il grembo di Maria perché desse alla luce il Primogenito di molti fratelli (cfr Eb 2,11-15).

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Lui mai si stanca di perdonare, ma noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono. Non ci stanchiamo mai, non ci stanchiamo mai! Lui è il Padre amoroso che sempre perdona, che ha quel cuore di misericordia per tutti noi. E anche noi impariamo ad essere misericordiosi con tutti. Invochiamo l’intercessione della Madonna che ha avuto tra le sue braccia la Misericordia di Dio fatta uomo.

 

Preghiera

Padre buono, donaci il tuo Santo Spirito, perché guidi ogni nostra azione e irradi sul cammino della Chiesa la luce di santità, che rifulse in tutta la vita della Vergine Maria. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Oggi ti dedicherai in modo speciale a rivivere le promesse battesimali, vistando il fonte battesimale.

 

 

7 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE DEL CENACOLO

 

Dagli Atti degli Apostoli.

“Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato. Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C’erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfèo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui” (Atti 1,6-14)

 

Breve commento

Nella Vergine, presente al primo raduno dei discepoli di Cristo, la Chiesa, nel volgere del tempo, ha visto la Madre, che protegge con la sua carità gli inizi della prima comunità, e un luminoso esempio di preghiera concorde. La Madre di Gesù è la Vergine piena di Spirito Santo. Maria è modello della Chiesa orante.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Custodire Gesù con Maria, custodire l’intera creazione, custodire ogni persona, specie la più povera, custodire noi stessi: ecco un servizio che il Vescovo di Roma è chiamato a compiere, ma a cui tutti siamo chiamati per far risplendere la stella della speranza: Custodiamo con amore ciò che Dio ci ha donato! Chiedo l’intercessione della Vergine Maria, di san Giuseppe, dei santi Pietro e Paolo, di san Francesco, affinché lo Spirito Santo accompagni il mio ministero, e a voi tutti dico: pregate per me!

 

Preghiera

O Padre, che hai effuso i doni del tuo Spirito sulla beata Vergine orante con gli Apostoli nel Cenacolo, fa’ che perseveriamo unanimi in preghiera con Maria nostra madre per portare al mondo, con la forza dello Spirito, il lieto annunzio della salvezza.

 

Fioretto

Oggi ti dedicherai in modo speciale alla preghiera personale e comunitaria, soprattutto in parrocchia.

 

8 MAGGIO 2013

MARIA MADRE E MAESTRA DI VITA SPIRITUALE

 

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti». Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre».

 

Breve commento

Con il titolo di Madre e Maestra di vita spirituale  la Madonna viene celebrata come colei che, custodendo nel suo cuore le parole di Gesù, ci «insegna con il suo esempio» «il timore di Dio». Maria è Maestra in quanto «modello della vita evangelica»; da Lei impariamo ad amare Dio «sopra ogni cosa con il suo cuore», a «contemplare con il suo spirito il Verbo», a dedicarci «con la stessa sollecitudine» ai fratelli sofferenti.  E’ Madre, in quanto ci invita soavemente a salire «sul monte del Signore che e il Cristo stesso; madre, per mezzo della quale la sapienza dice: «Chi trova me, trova la vita»; madre che, avendoci ricevuti come figli presso la croce del Signore , ci «protegge con il suo aiuto»,  e ci assiste con la sua «intercessione materna».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

I giovani devono dire al mondo: è buono seguire Gesù; è buono andare con Gesù; è buono il messaggio di Gesù; è buono uscire da se stessi, alle periferie del mondo e dell’esistenza per portare Gesù! Tre parole: gioia, croce, giovani. Chiediamo l’intercessione della Vergine Maria. Lei ci insegna la gioia dell’incontro con Cristo, l’amore con cui lo dobbiamo guardare sotto la croce, l’entusiasmo del cuore giovane con cui lo dobbiamo seguire in questa Settimana Santa e in tutta la nostra vita.

 

Preghiera

Assisti i tuoi fedeli, Signore, nel cammino della vita, e per l’intercessione materna della beata Vergine Maria, madre e maestra, fa’ che giungiamo felicemente al tuo santo monte, Cristo Gesù, nostro Signore.

 

Fioretto

Oggi ti impegnerai a pregare il Santo Rosario per intero, tutti i 20 misteri, nell’arco della giornata.

 

9 MAGGIO 2013

MARIA MADRE DELL’UNITA’

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Carissimo, uno solo è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto banditore e apostolo – dico la verità, non mentisco  -, maestro dei pagani nella fede e nella verità. Voglio dunque che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando al ciclo mani pure senza ira e senza contese” (2, 5-8).

 

Breve commento

Questo titolo mariano ricorda come la beata Vergine che prese parte con un ruolo di prim’ordine ad alcuni eventi salvifici riguardanti «il mistero dell’unità»: il mistero dell’incarnazione, quando nel suo «grembo purissimo» il Verbo di Dio unì con un vincolo indissolubile «alla natura divina la natura umana»; la maternità verginale, quando il Figlio di Dio «si scelse una Madre che non ha conosciuto corruzione nel corpo e nel cuore», che fosse immagine dell’unica e indivisa Chiesa sposa.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Lei, che seguì con fede il suo Figlio fino al Calvario, ci aiuti a camminare dietro a Lui, portando con serenità e amore la sua Croce, per giungere alla gioia della Pasqua. La Vergine Addolorata sostenga specialmente chi sta vivendo situazioni più difficili. Un ricordo va alle persone affette da tubercolosi, poiché oggi ricorre la Giornata mondiale contro questa malattia.

 

Preghiera

Padre santo, sorgente dell’unità e origine della concordia, fa’ che le varie famiglie dei popoli, per intercessione della beata Vergine Maria, madre di tutti gli uomini, formino l’unico popolo della nuova alleanza. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto

Oggi sarai strumento di unità e di coesione negli ambienti di vita e di lavoro.

 

10 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE, DONNA NUOVA

 

Dal Vangelo secondo Luca

“In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: « Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te ». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: « Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine ». Allora Maria disse all’angelo: « Come è possibile? Non conosco uomo ». Le rispose l’angelo: « Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio ». Allora Maria disse : « Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto ». E l’angelo parti da lei. Parola del Signore”(Lc 1,26-38).

 

Breve commento

Con questo titolo mariano viene contemplato il salvifico «mistero della Donna» – di Maria cioè e della Chiesa -: Maria, «modello della Chiesa» (cfr LG 63), e la Donna promessa nel Protovangelo (cfr Gn 3,15), che Elisabetta ha proclamato benedetta fra tutte le donne (cfr Lc 1, 42); dalla quale il Figlio di Dio si e fatto uomo (cfr Gal 4, 4); che ha anticipato nelle nozze di Cana la mistica «Ora» (cfr Gv 2, 4); che, presso la croce, ha adempiuto la sua funzione materna (cfr Gv 19,26); che appare radiosa in ciclo, vestita di sole e coronata di stelle (cfr Ap 12,1). Maria quindi è celebrata quale: – primizia della nuova creazione.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Invocando l’intercessione della Vergine Maria, che custodiva ogni avvenimento nel suo cuore (cfr Lc 2,19.51), chiediamo che il Signore ci renda partecipi della sua Risurrezione: ci apra alla sua novità che trasforma, alle sorprese di Dio, tanto belle; ci renda uomini e donne capaci di fare memoria di ciò che Egli opera nella nostra storia personale e in quella del mondo; ci renda capaci di sentirlo come il Vivente, vivo ed operante in mezzo a noi; ci insegni, cari fratelli e sorelle, ogni giorno a non cercare tra i morti Colui che è vivo.

 

Preghiera

O Dio, che nella Vergine Maria, capolavoro del tuo Spirito, ci hai donato le primizie della creazione nuova, fa’ che liberati dalla schiavitù del peccato abbracciamo con tutto il cuore la novità del Vangelo, testimoniando in parole e opere il comandamento dell’amore. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto

Oggi ti sforzerai di essere una persona nuova che sa accogliere il vangelo della speranza con cuore sincero e contrito.

 

11 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE SOSTEGNO E DIFESA DELLA NOSTRA FEDE

 

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!» (Lc 11, 27-28).

 

Breve commento

La beata Vergine è donna straordinaria per la sua fede, è discepola che compendia nella sua vita le verità della fede (cfr LG 65), è madre che sostiene e protegge la fede dei figli. Donna straordinaria per la fede: Elisabetta, madre del Precursore, la proclamò beata, poiché credette al messaggero celeste (cfr Lc 1, 45); per fede concepì il Figlio di Dio; sorretta dalla fede segui Gesù e presso la croce sostenne e «soffrì» la sua morte; sotto l’impulso della fede credette che egli sarebbe risorto e attese la venuta del Promesso dal Padre.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Preghiamo insieme, nel nome del Signore morto e risorto, e per intercessione di Maria Santissima, perché il Mistero pasquale possa operare profondamente in noi e in questo nostro tempo, perché l’odio lasci il posto all’amore, la menzogna alla verità, la vendetta al perdono, la tristezza alla gioia.

 

Preghiera

Dio onnipotente ed eterno, che nella beata Vergine Maria, gloriosa madre del tuo Figlio, hai dato un sostegno e una difesa a quanti la invocano, concedi a noi per sua intercessione di essere forti nella fede, saldi nella speranza, perseveranti nel tuo amore.

Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto

Oggi reciterai tre volte il Credo durante la giornata, secondo le intenzioni di Papa Francesco

 

 

12 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE SEDE DELLA SAPIENZA

 

Dal Libro del Siracide

Avvicinatevi tutti a me, voi che mi desiderate, e saziatevi dei miei frutti. Poiché il mio insegnamento è più dolce del miele e il possedermi è più dolce del favo di miele Il mio ricordo durerà di generazione in generazione. Quanti si nutrono di me, avranno ancora fame; e quanti da me si dissetano, avranno ancora sete. Chi mi ascolta, non sarà deluso;

e chi compie le mie opere, non peccherà. Chi mi rende onore, avrà la vita eterna.

 

Breve commento

Con il titolo «Sede della Sapienza» viene significata la funzione materna della beata Vergine Maria, la sua dignità regale, nonché la sua straordinaria sapienza e prudenza nelle cose che riguardano Dio: – la funzione materna: in virtù del mistero dell’Incarnazione, nel purissimo grembo della Vergine madre risiede la Sapienza del Padre; – la dignità regale: in quanto il Bambino che siede sulle ginocchia della Madre e il Re messianico, colui che «sarà chiamato Figlio dell’Altissimo», al quale «il Signore Dio darà il trono di Davide suo padre, (che) regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Preghiamo insieme la Vergine Maria, perché ci aiuti, Vescovo e Popolo, a camminare nella fede e nella carità, fiduciosi sempre nella misericordia del Signore: Lui sempre ci aspetta, ci ama, ci ha perdonato con il suo sangue e ci perdona ogni volta che andiamo da Lui a chiedere il perdono. Abbiamo fiducia nella sua misericordia!

 

Preghiera

Padre della luce, che per risollevare in Cristo l’umanità decaduta hai eletto la Vergine Maria come sede della Sapienza, donaci con il suo materno aiuto una coscienza profonda dei nostri limiti, per non lasciarci travolgere dall’orgoglio e servirti con l’umiltà che a te piace. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto

Oggi praticherai soprattutto la virtù dell’umiltà. Mettendo da parte orgoglio, superbia ed arroganza.

 

13 MAGGIO 2013

MARIA REGINA DELLA PACE

 

Dal Libro del Profeta Isaia

Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: “Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace”; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore.

 

Breve commento

Oggi ricordiamo l’apparizione, il 13 maggio 1917, della Madonna ai tre pastorelli a Fatima e celebriamo la memoria della Madonna di Fatima, Regina della Pace. Ci sembra anche opportuno ricordare che il papa Benedetto XV nel 1917, durante la prima terribile conflagrazione mondiale, volle che si inserisse nelle Litanie Lauretane l’invocazione alla «Regina della Pace».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Pregando insieme il Regina Caeli, chiediamo l’aiuto di Maria Santissima affinché la Chiesa in tutto il mondo annunci con franchezza e coraggio la Risurrezione del Signore e ne dia valida testimonianza con segni di amore fraterno. L’amore fraterno è la testimonianza più vicina che noi possiamo dare che Gesù è con noi vivo, che Gesù è risorto. Preghiamo in modo particolare per i cristiani che soffrono persecuzione; in questo tempo ci sono tanti cristiani che soffrono persecuzione, tanti, tanti, in tanti Paesi: preghiamo per loro, con amore, dal nostro cuore. Sentano la presenza viva e confortante del Signore Risorto.

 

Preghiera

Regina della Pace, che ha donato al mondo, Gesù, Principe della Pace, fa che in tutto il mondo la vera pace che Cristo ha portato con la sua croce regni in tuti i cuori e in tutto il mondo. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto

Oggi parteciperai alla santa messa e pregherai per la pace nel mondo.

 

14 MAGGIO 2013

MARIA, MADRE DEL BUON CONSIGLIO

 

Dagli Atti degli Apostoli

[Dopo che Gesù fu assunto in ciclo], gli apostoli ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato. Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C’erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfèo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui.

Al compiersi della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal ciclo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi.

 

Breve commento

La beata Vergine è giustamente onorata sotto il titolo di «Madre del buon consiglio»: ella è la madre di Cristo, che Isaia profeticamente chiamò «Consigliere mirabile»; visse tutta la sua vita sotto la guida dello «Spirito del consiglio», che la «avvolse»; «aderì intimamente all’eterno Consiglio di ricapitolare in Cristo tutte le cose» venne da Dio colmata dei doni dello Spirito Santo, fra i quali emerge «lo spirito della sapienza». La beata Vergine viene celebrata come madre e maestra che, arricchita del dono del consiglio, con animo colmo di gratitudine annunzia ciò che dice la Sapienza stessa: «A me appartiene il consiglio e la saggezza, mia e la prudenza, mia la fortezza»; e questi doni ella volentieri li elargisce ai suoi figli e discepoli, esortandoli a compiere anzitutto ciò che Cristo ha detto loro di fare.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Il Signore ci chiama ogni giorno a seguirlo con coraggio e fedeltà; ci ha fatto il grande dono di sceglierci come suoi discepoli; ci invita ad annunciarlo con gioia come il Risorto, ma ci chiede di farlo con la parola e con la testimonianza della nostra vita, nella quotidianità. Il Signore è l’unico, l’unico Dio della nostra vita e ci invita a spogliarci dei tanti idoli e ad adorare Lui solo. Annunciare, testimoniare, adorare. La Beata Vergine Maria e l’Apostolo Paolo ci aiutino in questo cammino e intercedano per noi.

 

Preghiera

Signore, tu sai quanto timidi e incerti sono i pensieri dei mortali;  per intercessione di Maria, madre del buon consiglio, nel cui grembo verginale il Verbo si è fatto uomo,  concedi a noi il tuo Spirito, perché ci faccia conoscere ciò che piace a te  e ci guidi nei travagli della vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,  per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

Fioretto

Oggi valorizzerai i buoni e saggi consigli che le persone rette ti potranno dare; ma sarai anche tu strumento di buon consiglio a chi ti è vicino.

 

15 MAGGIO 2013

SANTA MARIA DI CANA

 

Dal Vangelo di Giovanni (2,1-11)

In quel tempo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: « Non hanno più vino ». E Gesù rispose: « Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora ». La madre dice ai servi: « Fate quello che vi dirà ». Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: « Riempite d’acqua le giare » ; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: « Ora attingete e portatene al maestro di tavola ». Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: « Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono ». Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

 

Breve commento

A Cana la beata Vergine Maria, nei giorni della sua vita terrena, compì la funzione benefica in favore degli sposi e dei discepoli che ora dalla gloria dei cieli compie in favore di tutta la Chiesa: sollecita del bene dell’umanità, prega il Figlio perché ci sovvenga nelle nostre necessità e ci invita a mettere «in pratica ciò che il Cristo ci ha insegnato nel Vangelo».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Le vocazioni nascono nella preghiera e dalla preghiera; e solo nella preghiera possono perseverare e portare frutto. Mi piace sottolinearlo oggi, che è la “Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni”. Preghiamo in particolare per i nuovi Sacerdoti della Diocesi di Roma che ho avuto la gioia di ordinare stamani. E invochiamo l’intercessione di Maria. Oggi c’erano 10 giovani che hanno detto “sì” a Gesù e sono stati ordinati preti stamane… E’ bello questo!

 

Preghiera

O Padre, che nella tua provvidenza mirabile hai voluto associare la Vergine Maria al mistero della nostra salvezza, fa’ che, accogliendo l’invito della Madre, mettiamo in pratica ciò che il Cristo ci ha insegnato nel Vangelo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

 

Fioretto

Oggi visiterai una famiglia in difficoltà portando conforto ai coniugi e se necessario anche un aiuto materiale.

 

 

16 MAGGIO 2013

MARIA, MADRE DEL BELL’AMORE

 

Dal Libro del Siracide

Io, come vite, produco germogli di grazia, e i miei fiori danno frutti di gloria e di rettitudine. Io sono la madre del bell’amore e del timore, della conoscenza e della santa speranza. In me è la grazia per ogni via e verità, in me ogni speranza di vita e di virtù.

 

Breve commento

La «via della bellezza» è il cammino della perfezione cristiana; i fedeli che la percorrono «insieme con Maria» sono aiutati «a progredire nella, via del santo amore» e si rivolgono a Dio, «perché ripudiando la turpitudine del peccato (si innamorino) della bellezza incorruttibile».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Invochiamo l’intercessione di Maria che è la Donna del “sì”. Maria ha detto “sì”, tutta la vita! Lei ha imparato a riconoscere la voce di Gesù fin da quando lo portava in grembo. Maria, nostra Madre, ci aiuti a conoscere sempre meglio la voce di Gesù e a seguirla, per camminare nella via della vita!

 

Preghiera

Guarda, o Padre, all’umile tua serva, la Vergine Maria, che sta davanti a te rivestita della gloria del tuo Figlio e adornata di ogni virtù e dono dello Spirito; per sua intercessione, concedi a noi di seguire ciò che è vero e giusto ai tuoi occhi, per giungere alla fonte dell’eterna bellezza e del santo amore. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Oggi curerai in modo particolare la tua bellezza spirituale ed interiore, quella  che più conta in questo mondo.

 

17 MAGGIO 2013

MARIA CAUSA DELLA NOSTRA GIOIA

 

Dal Vangelo di Giovanni (15, 9-12)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati».

 

Breve commento

Chiesa sposa ha sempre posto la sua gioia nel Cristo sposo e nell’amore accolto e ricambiato sperimenta di giorno in giorno una gioia sempre più piena. E poiché Gesù e venuto a noi per mezzo di Maria, la Chiesa a poco a poco ha compreso che la beata Vergine, in forza detta sua collaborazione all’incarnazione del Verbo, è causa, origine, sorgente della gioia messianica.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

La Vergine Maria ci insegna che cosa significa vivere nello Spirito Santo e che cosa significa accogliere la novità di Dio nella nostra vita. Lei ha concepito Gesù per opera dello Spirito, e ogni cristiano, ognuno di noi, è chiamato ad accogliere la Parola di Dio, ad accogliere Gesù dentro di sé e poi portarlo a tutti.

 

Preghiera

O Dio, che nell’incarnazione del tuo Figlio hai allietato il mondo intero, concedi a noi che veneriamo Maria, causa della nostra letizia, di camminare costantemente nella via dei tuoi precetti e di tenere fissi i nostri cuori dove è la vera gioia. Amen.

 

Fioretto

Oggi manterrai allegro il tuo ambiente di vita quotidiana, trasmettendo alle persone la gioia vera del cuore.

 

18 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE, TEMPIO DEL SIGNORE

 

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo.

Io, Giovanni, vidi un nuovo ciclo e una nuova terra, perché il ciclo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: « Ecco la dimora di Dio con gli uomini ! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il “Dio-con-loro”. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate ». E Colui che sedeva sul trono disse: « Ecco, io faccio nuove tutte le cose».

 

Breve commento

Sotto l’immagine del «tempio» si celebra la maternità divina della beata Vergine Maria e la santità della sua vita. Maria santissima è chiamata «santuario» «preparato con arte ineffabile» da Dio per il Figlio suo singolare «tempio della gloria» di Dio, per «l’obbedienza della fede (…) nel mistero dell’incarnazione». .

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Maria ha invocato lo Spirito con gli Apostoli nel cenacolo: anche noi, ogni volta che ci riuniamo in preghiera, siamo sostenuti dalla presenza spirituale della Madre di Gesù, per ricevere il dono dello Spirito e avere la forza di testimoniare Gesù risorto.

 

Preghiera

O Dio, che nel grembo verginale di Maria hai preparato con arte ineffabile il santuario del Cristo tuo Figlio, fa’ che custodendo integra la grazia del Battesimo, diventiamo tuoi adoratori in spirito e verità, per essere edificati in tempio vivo della tua gloria. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Oggi trascorrerai almeno un’ora nella chiesa parrocchiale, per pregare e partecipare alla liturgia del giorno.

 

19 MAGGIO 2013

MARIA DISCEPOLA DEL SIGNORE

 

Dal Vangelo secondo Matteo  (12,46-50)

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti». Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre».

 

Breve commento

Questo titolo mariano mette in luce l’importanza della «parola di Dio» o della «parola di salvezza» nella vita dei discepoli; per essi implora la divina sapienza; loda la legge immacolata del Signore e i suoi giusti giudizi; pone davanti agli occhi dei fedeli il cuore della Vergine che custodisce le parole del Signore perché se ne segua l’esempio. Commentando questo brano del Vangelo sant’Agostino  dice: «Maria santissima certamente ha fatto la volontà del Padre, e per lei è cosa più grande e più gioiosa essere stata discepola di Cristo che essere stata sua madre».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Questo lo dico in modo particolare a voi, che oggi avete ricevuto la Cresima: Maria vi aiuti ad essere attenti a quello che il Signore vi chiede, e a vivere e camminare sempre secondo lo Spirito Santo!

 

Preghiera

Signore nostro Dio, che hai fatto della Vergine Maria il modello di chi accoglie la tua Parola e la mette in pratica, apri il nostro cuore alla beatitudine dell’ascolto, e con la forza del tuo Spirito fa’ che noi pure diventiamo luogo santo in cui la tua Parola di salvezza oggi si compie. Per Cristo nostro Signore. Amen

 

Fioretto

Oggi rifletterai sulla tua personale chiamata e vocazione, cercando di fare ciò che Cristo ti è chiesto fare.

 

20 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE, MADRE DI RICONCILIAZIONE

 

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.

 

Breve commento

Nel corso dei secoli la Chiesa, in modo sempre più chiaro teologicamente e dottrinalmente, ha riconosciuto il ruolo della beata Vergine Maria nella riconciliazione con Dio. A tale dottrina è mirabilmente conforme il magistero dei Pontefici del nostro tempo: «a motivo della sua maternità divina la beata Vergine e divenuta socia di Dio – insegna il Beato Giovanni Paolo II – nella stessa opera della riconciliazione».  Perciò i fedeli ricorrono fiduciosi alla intercessione della beata Vergine per ottenere la «grazia della riconciliazione».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Il Signore Gesù Cristo, Verbo di Dio incarnato e divino Maestro che ha aperto la mente e il cuore dei suoi discepoli all’intelligenza delle Scritture (cfr Lc 24,45), guidi e sostenga sempre la vostra attività. La Vergine Maria, modello di docilità e obbedienza alla Parola di Dio, vi insegni ad accogliere pienamente la ricchezza inesauribile della Sacra Scrittura non soltanto attraverso la ricerca intellettuale, ma nella preghiera e in tutta la vostra vita di credenti, soprattutto in quest’Anno della fede, affinché il vostro lavoro contribuisca a far risplendere la luce della Sacra Scrittura nel cuore dei fedeli.

 

Preghiera

O Dio, che nel sangue prezioso del tuo Figlio hai riconciliato a te il mondo, e ai piedi della croce hai costituito la Vergine Maria riconciliatrice dei peccatori, per i suoi meriti e le sue preghiere, concedi a noi il perdono delle colpe e una rinnovata esperienza del tuo amore.

Per Cristo nostro Signore..

 

Fioretto

Oggi ti accosterai al sacramento della riconciliazione, facendo una confessione generale per liberare la propria coscienza dai peccati della vita passata e presente.

 

21 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE MADRE DELLA SANTA SPERANZA

 

Dalla Lettera di S.Paolo Apostolo ai Romani

Giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo; per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio.  E non soltanto questo: noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata  e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

 

Breve commento

La Chiesa considerando la funzione della beata Vergine nella storia della salvezza, spesso la invoca “speranza nostra” e «madre della speranza»: si rallegra per la natività della beata Vergine Maria «che è stata speranza e aurora di salvezza per il mondo intero»; meditando sulla sua maternità salvifica canta supplice: «Ave, speranza nostra, in te vinta è la morte, la schiavitù è redenta, ridonata la pace, aperto il paradiso»; nel mistero della gloriosa Assunzione della Madre di Dio scorge come la speranza sicura della salvezza, che risplende dinanzi a tutti i fedeli attraverso le asprezze della vita.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Vi chiedo di continuare a pregare per il mio ministero, per i bisogni della Chiesa, e particolarmente perché le menti e i cuori si convertano alla bellezza, alla bontà e alla verità del Vangelo. Con grande affetto affido voi e le vostre famiglie all’intercessione di Maria, Madre della Chiesa.

 

Preghiera

O Dio, che ci dai la gioia di venerare la Vergine Maria, madre della santa speranza, concedi a noi, con il suo aiuto, di elevare fino alle realtà celesti gli orizzonti della speranza, perché impegnandoci all’edificazione della città terrena, possiamo giungere alla gioia perfetta, mèta del nostro pellegrinaggio nella fede. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Oggi alimenterai  il dialogo fraterno, la disponibilità verso gli altri e il dono della speranza.

 

 

22 MAGGIO 2013

SANTA MARIA PORTA DEL CIELO

 

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Io, Giovanni, vidi un nuovo ciclo e una nuova terra, perché il ciclo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: «Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il “Dio-con-loro”. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate». E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».

 

Breve commento

Questo titolo mariano celebra la Madre di Cristo che accompagna con materna tenerezza il popolo di Dio nel suo cammino verso la patria celeste. Particolarmente vivo e il senso escatologico che fa parte da ogni celebrazione eucaristica; l’assemblea dei fedeli contempla «la città santa, la nuova Gerusalemme, (…) pronta come una sposa adorna per il suo sposo», ed ascolta la voce del Signore che dal suo trono celeste dice: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». La condizione futura della Chiesa è già realizzata in Maria, vergine sposa, tutta bella e gloriosa, senza macchia né ruga (cfr Ef 5,27).  Maria, per la sua maternità, è «porta del cielo»; da lei venne il Salvatore del mondo; è la «splendida porta del cielo ”, attraverso la quale «rifulge a noi Cristo, luce del mondo».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Con tali sentimenti chiedo a tutti i Gesuiti di pregare per me e mi affido all’amorosa protezione della Vergine Maria, nostra Madre del cielo, mentre come pegno di abbondanti grazie divine imparto con particolare affetto la benedizione apostolica, che estendo a tutti coloro che collaborano con la Compagnia di Gesù nelle loro attività, beneficiano delle loro opere di bene e partecipano della sua spiritualità.

 

Preghiera

O Dio, che nel tuo unico Figlio, hai stabilito la porta della vita e della salvezza, per la materna intercessione di Maria, donaci di perseverare nel tuo amore, finché raggiungiamo la soglia della patria celeste. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

Fioretto

Oggi pregherai in modo speciale la Vergine Santa perché ti spalanchi sempre più la porta della fede, che è Cristo, in questo anno della fede. .

 

23 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE  DELLA MERCEDE

 

Dal libro di Giuditta (15,8-10;  16, 13-14)

In quei giorni, il sommo sacerdote Ioakìm, e il consiglio degli anziani degli Israeliti, che abitavano in Gerusalemme, vennero a vedere i benefici che il Signore aveva operato per Israele e inoltre per vedere Giuditta e porgerle il loro omaggio. Appena furono entrati in casa sua, tutti insieme le rivolsero parole di benedizione ed esclamarono al suo indirizzo:

«Tu sei la gloria di Gerusalemme, tu magnifico vanto d’Israele, tu splendido onore della nostra gente. Tutto questo hai compiuto con la tua mano, egregie cose hai operato per Israele, di esse Dio si è compiaciuto. Sii sempre benedetta dall’onnipotente Signore».

Tutto il popolo soggiunse: «Amen!».

 

Breve commento

Con questo titolo mariano si fa poi memoria della beata Vergine che, essendo la serva del Signore (cfr Lc 1,38) ed avendo dedicato tutta se stessa all’opera del Figlio suo redentore (cfr LG 56), giustamente è riconosciuta come congiunta indissolubilmente «alla missione redentrice del Figlio (di Dio)». 

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Nel silenzio dell’agire quotidiano, san Giuseppe, insieme a Maria, hanno un solo centro comune di attenzione: Gesù. Essi accompagnano e custodiscono, con impegno e tenerezza, la crescita del Figlio di Dio fatto uomo per noi, riflettendo su tutto ciò che accadeva.

 

Preghiera

O Dio, Padre di misericordia, che hai mandato il tuo Figlio come redentore del mondo, concedi a noi, per intercessione di Maria, che veneriamo sotto il titolo della mercede, di custodire intatto il dono della libertà filiale, acquistato a prezzo della croce, per esserne araldi e promotori fra tutte le genti. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Ti farai portatore o portatrice di una speranza vera in un futuro migliore, impegnando la tua persona a servizio della causa della solidarietà e della fraternità universale.

 

 

24 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE SALUTE DEGLI INFERMI

 

Dal Libro del Profeta Isaia

Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere. Disprezzato e reiètto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti,

schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci da salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti.

 

Breve commento

Tra gli appellativi con cui i fedeli travagliati da qualche male venerano la beata Vergine Maria, spicca quello di «salute degli infermi». Ricorrere alla intercessione della beata Vergine «salute degli infermi» per riavere la salute, e fare memoria anche di un momento peculiare della storia della salvezza, che avrà il suo pieno compimento allorché, al ritorno glorioso di Cristo, sarà «annientato l’ultimo nemico, la morte» (1 Cor 15, 26), e i corpi dei giusti risorgeranno incorruttibili.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Nei Vangeli, san Luca sottolinea due volte l’atteggiamento di Maria, che è anche quello di san Giuseppe: «Custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (2,19.51). Per ascoltare il Signore, bisogna imparare a contemplarlo, a percepire la sua presenza costante nella nostra vita; bisogna fermarsi a dialogare con Lui, dargli spazio con la preghiera.

 

Preghiera

Concedi ai tuoi fedeli, Signore Dio nostro, di godere sempre la salute del corpo e dello spirito e per la gloriosa intercessione di Maria santissima, sempre vergine, salvaci dai mali che ora ci rattristano e guidaci alla gioia senza fine. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Oggi farai visita ad una persona ammalata o anziana e cercherai di essere di aiuto sollevandola dal dolore fisico o spirituale almeno per qualche ora.

 

 

 

25 MAGGIO 2013

MARIA, MADRE ADDOLORATA

 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.  Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

 

Breve commento

Con questo titolo mariano molto diffuso tra il popolo  cristiano, la chiesa contempla i sette momenti o dolori della Beata Vergine Maria, messi in rilievo dai Vangeli. Si tratta di una vera e propria “via della Madre” alla sofferenza redentrice. Questa sofferenza estrema della Madre del Redentore è espressa nella celebre opera d’arte la «Pietà», nella quale si evidenzia in modo plastico il «martirio» intimo della Madre del Crocifisso. La memoria liturgica dell’Addolorata è il 15 settembre, che è il giorno successivo alla Festa dell’Esaltazione della Croce.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Vorrei richiamare all’importanza e alla bellezza della preghiera del santo Rosario. Recitando l’Ave Maria, noi siamo condotti a contemplare i misteri di Gesù, a riflettere cioè sui momenti centrali della sua vita, perché, come per Maria e per san Giuseppe, Egli sia il centro dei nostri pensieri, delle nostre attenzioni e delle nostre azioni.

 

Preghiera

O Padre, che accanto al tuo Figlio, innalzato sulla croce, hai voluto presente la sua Madre Addolorata: fa’ che la santa Chiesa, associata con lei alla passione del Cristo, partecipi alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Oggi farai la Via Crucis e la Via Matris, come impegno di spiritualità cristologica e mariana.

  

 

26 MAGGIO 2013

SANTA MARIA MADRE DEL SIGNORE

 

Dal Vangelo di San Luca

In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: « Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?

 

Breve commento

Tra i titoli con i quali nel Vangelo viene chiamata la beata Vergine, è eminente il titolo di «Madre del Signore», con il quale Elisabetta, la madre del Precursore, piena di Spirito Santo (cfr Le 1,41), la salutò: «A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me?» (Lc 1, 42). Con questo titolo si rende gloria al Padre per la divina maternità di cui «nella (sua) sapienza di amore» per opera dello Spirito Santo ha fatto dono alla beata Vergine: verso il suo Figlio – «grandi cose hai fatto in Maria Madre del Cristo tuo Figlio», – e verso il suo popolo – «le hai affidato un compito materno nella Chiesa».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Sarebbe bello se, soprattutto in questo mese di maggio, si recitasse assieme in famiglia, con gli amici, in Parrocchia, il santo Rosario o qualche preghiera a Gesù e alla Vergine Maria! La preghiera fatta assieme è un momento prezioso per rendere ancora più salda la vita familiare, l’amicizia! Impariamo a pregare di più in famiglia e come famiglia!

 

Preghiera

Guarda, Signore, il tuo popolo, riunito nella memoria della beata Vergine Maria; fa’ che per sua intercessione partecipi alla pienezza della tua grazia. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Sarai particolarmente attento alle ragioni del cuore che devono spingerti ad amare e a perdonare soprattutto coloro che non ti amano o ti hanno offeso ed umiliato.

  

27 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE  SERVA DEL SIGNORE

 

Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38)

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: « Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te ».

A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: « Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo ». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto».

 

Breve commento

Dio ha costituito la beata Vergine, umile sua serva, madre di Cristo, a lui intimamente associata: Maria, «figlia di Adamo – come insegna il Concilio Vaticano II -acconsentendo alla parola divina, è diventata Madre di Gesù, e abbracciando con tutto l’animo e senza essere appesantita da alcun peccato, la volontà divina di salvezza, si è offerta totalmente come serva del Signore alla persona e all’opera del Figlio suo, mettendosi al servizio del mistero della redenzione sotto di lui e con lui, con la grazia di Dio onnipotente» (LG 56). Perciò la Madonna, umile serva del Signore, è salutata come «ministra di pietà e di grazia», interamente consacrata al servizio di Dio e all’opera del Figlio per la salvezza degli uomini. Servire secondo l’insegnamento del Vangelo, è regnare.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Chiediamo a san Giuseppe e alla Vergine Maria che ci insegnino ad essere fedeli ai nostri impegni quotidiani, a vivere la nostra fede nelle azioni di ogni giorno e a dare più spazio al Signore nella nostra vita, a fermarci per contemplare il suo volto.

 

Preghiera

Padre santo, che nel misericordioso disegno della redenzione hai scelto la Vergine Maria, umile tua serva, come madre e cooperatrice del Cristo, fa’ che volgendo a lei il nostro sguardo, ti serviamo con totale dedizione e ci impegniamo instancabilmente alla salvezza del mondo. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Oggi praticherai concretamente la virtù della carità e della diaconia nella chiesa e in famiglia.

 

28 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE, FONTE DELLA SALVEZZA

 

Dal libro del profeta Ezechièle (47, 1-2.8-9.12)

In quei giorni, l’angelo mi condusse in visione all’ingresso del tempio del Signore e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente. Quell’acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell’altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all’esterno fino alla porta esterna che guarda a oriente, e vidi che l’acqua scaturiva dal lato destro. Mi disse: «Queste acque escono di nuovo nella regione orien­tale, scendono nell’Araba ed entrano nel mare: sboccate in mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il fiume, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché quelle acque dove giungono risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà.

 

Breve commento

La beata Vergine apparve nel 1854 a santa Maria Bernardetta Soubirous e fece sgorgare una sorgente d’acqua. Con questo titolo mariano vengono celebrate: – la maternità divina della beata Vergine, poiché per mezzo di lei il Signore Dio, ci ha donato una «fonte di vita»; Maria «generò dal grembo verginale il Verbo fatto uomo, Gesù Cristo, fonte d’acqua viva».  La fonte da cui sgorga l’acqua è Cristo stesso, «attingendo costantemente a questa fonte di vita possiamo ottenere i frutti abbondanti del tuo Spirito», e per i sacramenti da lui istituiti, gli uomini, sono colmati dello Spirito.

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Gesù entra nella nostra storia, viene in mezzo a noi, nascendo da Maria per opera di Dio, ma con la presenza di san Giuseppe, il padre legale che lo custodisce e gli insegna anche il suo lavoro. Gesù nasce e vive in una famiglia, nella santa Famiglia, imparando da san Giuseppe il mestiere del falegname, nella bottega di Nazaret, condividendo con lui l’impegno, la fatica, la soddisfazione e anche le difficoltà di ogni giorno.

 

Preghiera

Guarda con bontà, o Padre, il popolo cristiano, che celebra le glorie di Maria sempre Vergine, dal cui grembo è scaturita la salvezza del mondo; fa’ che, attingendo costantemente a questa fonte di vita, possiamo ottenere i frutti abbondanti del tuo Spirito. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Oggi curerai in modo singolare la tua spiritualità eucaristica, facendo un’ora di adorazione davanti a Gesù Sacramentato ed accostandoti all’Eucaristia.

 

29 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE MADRE E MEDIATRICE DI GRAZIA

 

Dal libro di Ester

In quei giorni, Ester parlò di nuovo alla presenza del re Assuero, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con le lacrime agli occhi d’impedire gli effetti della malvagità di Amàn l’Agaghita e l’attuazione dei piani che aveva preparato contro i Giudei.   Allora il re stese lo scettro d’oro verso Ester; Ester si alzò, rimase in piedi davanti al re e disse: «Se così piace al re, se io ho trovato grazia ai suoi occhi, se la cosa gli par giusta e se io gli sono gradita, si scriva per revocare i documenti scritti, macchinazione di Amàn figlio di Hammedàta, l’Agaghita, in cui si ordina di far perire i Giudei che sono in tutte le province del re. Perché come potrei io resistere al vedere la sventura che colpirebbe il mio popolo? Come potrei resistere al vedere la distruzione della mia stirpe?».

 

Breve commento

La beata Vergine madre e mediatrice di grazia, poiché il Padre, «nel mirabile disegno del suo amore», l’ha costituita madre e collaboratrice del Redentore. La Vergine Maria e madre di grazia, poiché ha portato nel suo «grembo purissimo (…). Cristo vero Dio e vero uomo» e ci ha donato lo stesso «Autore della grazia». La Vergine Maria è mediatrice di grazia, poiché e stata socia di Cristo nel procurarci la grazia più grande, la redenzione cioè e la salvezza, la vita divina e la gloria che non ha fine (cfr LG 61). Nel formulario la «mediazione» della beata Vergine viene giustamente interpretata come «provvidenza d’amore»: «di intercessione e di perdono, di protezione e di grazia, di riconciliazione e di pace».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Vorrei rivolgermi in particolare a voi ragazzi e ragazze a voi giovani: impegnatevi nel vostro dovere quotidiano, nello studio, nel lavoro, nei rapporti di amicizia, nell’aiuto verso gli altri; il vostro avvenire dipende anche da come sapete vivere questi preziosi anni della vita.

 

Preghiera

O Dio, che nel mirabile disegno del tuo amore hai voluto che Maria desse alla luce l’Autore della grazia e fosse in modo singolare associata all’opera della redenzione, per la potenza delle sue preghiere, donaci l’abbondanza delle tue grazie e guidaci al porto della salvezza.

Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Oggi ti farai portatore o portatrice di grazia per gli altri, condividendo la preghiera, la riflessione sulla parola di Dio, mediante la Lectio divina che farai insieme agli altri in famiglia, in comunità o da sola.

 

 

30 MAGGIO 2013

MARIA VERGINE REGINA DELL’UNIVERSO

 

Dal Libro del Profeta Isaia

Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno delle sovranità ed è chiamato: “Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace”; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore.

 

Breve commento

Al mistero della beata Vergine Maria appartiene la dignità regale della sua piena glorificazione e della perfetta conformazione al Figlio suo, Re di tutti i secoli: «L’Immacolata Vergine (…) – afferma il Concilio Vaticano II -, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria con il suo corpo e con la sua anima, ed esaltata come Regina dell’universo, perché fosse più pienamente conformata al Figlio suo, il Signore dei dominanti (cfr Ap 19,16) e il Vincitore del peccato e della morte» (LG 59). Come il regno di Cristo «non e di questo mondo» (Gv 18,36), così la potestà regale di Maria non riguarda l’ordine della natura, ma quello della grazia. La Chiesa invoca giustamente l’intercessione della beata Vergine, perché i fedeli conseguano «la gloria promessa ai tuoi figli nel regno dei cieli».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Non abbiate paura dell’impegno, del sacrificio e non guardate con paura al futuro; mantenete viva la speranza: c’è sempre una luce all’orizzonte.

 

Preghiera

O Padre, che ci hai dato come nostra madre e regina la Vergine Maria, dalla quale nacque il Cristo, tuo Figlio, per sua intercessione donaci la gloria promessa ai tuoi figli nel regno dei cicli. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Fioretto

Oggi mediterai sui novissimi: morte, giudizio, inferno e paradiso.

 

 

31 MAGGIO 2013

MARIA VISITA SANT’ELISABETTA

 

Dal Vangelo secondo Luca ( 1,39-56)

In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: « Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore».

 

Breve commento

La beata Vergine Maria, nella visita alla cugina Elisabetta, adombra il mistero della salvezza in cui Dio «ha visitato e redento il suo popolo»; e al tempo stesso è «tipo» della Chiesa, che, «sostenuta dai tuoi sacramenti, con la luce e la forza del tuo Spirito» visita l’umanità intera perché «riconosca nel Cristo il Salvatore. Ricordando questo mistero mariano, la beata Vergine Maria è celebrata come: – nuova Figlia di Sion, che porta nel suo grembo («in mezzo a te») il Signore, Re d’Israele; — arca della nuova alleanza, che, concepito il Verbo, reca «alla casa di Elisabetta la salvezza e la gioia».

 

Pensiero mariano di Papa Francesco

Fin da quando eravamo piccoli, i nostri genitori ci hanno abituati ad iniziare e a terminare la giornata con una preghiera, per educarci a sentire che l’amicizia e l’amore di Dio ci accompagnano. Ricordiamoci di più del Signore nelle nostre giornate!

 

Preghiera

O Dio, salvatore di tutti i popoli, che per mezzo della beata Vergine Maria, arca della nuova alleanza, hai recato alla casa di Elisabetta la salvezza e la gioia, fa’ che docili all’azione dello Spirito possiamo anche noi portare Cristo ai fratelli e magnificare il tuo nome con inni di lode e con la santità della vita. Per Cristo nostro Signore.

 

Fioretto

Oggi farai visita ad una persona sola ed abbandonata, o ad una donna in attesa di un bambino o mettendoti a disposizione per persone diversamente abilI.

Vitulazio (Ce). Ordinazione episcopale di mons. Pietro Lagnese

mons-lagnese-392x320.jpgstemmaepiscopaleufficiale.jpgVitulazio (Ce). Domani ordinazione  episcopale di mons. Pietro Lagnese, nuovo vescovo di Ischia. Presiede il rito di consacrazione il Cardinale Sepe.

 

di Antonio Rungi

 

Sarà ordinato vescovo nella sua comunità parrocchiale a Vitulazio, dove per anni ha servito il popolo di Dio con grande generosità e dedizione. Dopodomani, 1 maggio 2013, don Pietro Lagnese, sacerdote dell’Arcidiocesi di Capua verrà ordinato vescovo per la preghiera e l’imposizione delle mani del cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli. 

Saranno presenti tutti i vescovi della Campania e di altre regioni per questo fausto avvenimento, in programma alle ore 16,30 a Vitulazio, dpopdomani 1 maggio 2013, festa di San Giuseppe Lavoratore ed inizio del mese di maggio in onore della Madonna. Movimentata l’intera comunità cristiana dell’arcidiocesi di Capua e di Ischia, dove il Santo Padre, Benedetto XVI, prima della sua rinuncia, il 23 febbraio 2013, lo aveva nominato vescovo don Pietro Lagnese, in seguito alla rinuncia della guida pastorale della stessa diocesi da parte di mons.Filippo Strofaldi per motivi di salute.

Monsignor Lagnese ha scelto quale motto del suo stemma episcopale un versetto del vangelo “Duc in altum”, prendere il largo, in cui il novello Vescovo di una delle isole più belle del Golfo di Napoli e del mar Tirreno, vuole esprime il senso del camminare e di elevarsi sempre più verso mete di santità e di adesione a Cristo. L’espressione “Duc in altum” esprime, infatti, l’invito del Signore a scommettere su Dio e a credere nella potenza della Parola di Cristo che rende feconda l’azione della Chiesa. Come il pescatore di Galilea, essa è chiamata ogni giorno a dire al Suo Signore: “Sulla tua Parola getterò le reti” (Lc 5, 5), nella certezza che Colui che le chiede di fidarsi e di seguirlo renderà piena e abbondante la sua vita, desiderosa di contagiare tante altre persone perché si lascino “prendere” da Lui.

Dopo la straordinaria esperienza di guida della Diocesi di Ischia da parte di mons.Strofaldi, amato pastore, arriva mons. Lagnese, un sacerdote campano, ben noto nella conferenza episcopale per il suo costante impegno pastorale in vari settori. Lo attesta tutta la sua vita di persona e presbitero.

Mons. Pietro Lagnese, quarto di sei figli, nasce a Vitulazio (Caserta) il 9 settembre 1961 da Giovanni e Maria Grazia Tartaglione. È battezzato nello stesso giorno dall’allora parroco don Francesco Gravina. Nella sua casa, insieme ad una profonda rettitudine morale, sperimenta i valori della dedizione alla famiglia ed un forte senso di laboriosità e di sacrificio; qui riceve pure la sua prima educazione alla fede. Attraverso l’assidua partecipazione alla vita della comunità parrocchiale, cresce in lui un forte senso di appartenenza ecclesiale che si concretizzerà in un’esperienza di servizio all’interno dell’azione cattolica parrocchiale e in una feconda vita di preghiera.

 Il desiderio di consacrarsi al Signore nel ministero presbiterale, già vivo negli anni della fanciullezza, si fa più forte nella prima adolescenza con l’arrivo in parrocchia del giovane sacerdote don Carlo Iadicicco. Negli ultimi anni di scuola superiore, essendo parroco il sacerdote don Enrico Lanna, matura con maggiore consapevolezza la sua scelta vocazionale. Al termine del quarto anno di liceo, durante un campo diocesano di Azione Cattolica, manifesta la sua intenzione all’arcivescovo S. E. Mons. Luigi Diligenza, da poco arrivato in diocesi. Da quel momento comincia un dialogo proficuo con il Pastore della Chiesa di Capua che sempre di più assume il volto di un vero padre nella fede. Nel 1979 consegue la maturità nel Liceo Scientifico di Capua.

 

Nel settembre 1980 entra nel Seminario Maggiore Arcivescovile di Napoli “Cardinale Alessio Ascalesi” dove è accolto dall’allora rettore Mons. Agostino Vallini. Compie i suoi studi presso la Pontificia Facoltà Teologica della Italia Meridionale, Sezione San Tommaso, dove consegue il Baccalaureato in Sacra Teologia e la Licenza in Teologia Pastorale con una Tesi sui giovani e la direzione spirituale. 

 Per l’imposizione delle mani di Mons. Luigi Diligenza è ordinato Diacono il 21 settembre 1985 e sacerdote il 1 maggio 1986. Assistente spirituale del Movimento Apostolico Ciechi, inizia il suo ministero pastorale nella Parrocchia di Vitulazio il 13 ottobre 1986 ove per ventisette anni svolge ininterrottamente il servizio di parroco.  L’impegno per la formazione della comunità cristiana caratterizza i primi anni del suo ministero di Parroco. La riorganizzazione della Catechesi e della Liturgia e la nascita dell’Oratorio che raccoglie i ragazzi e i giovani in un cammino sistematico che ha il suo sbocco nel servizio alla comunità, delinea il volto della Parrocchia di Vitulazio.  In parrocchia, accanto all’opera di evangelizzazione degli adulti, si sviluppa una particolare sensibilità ai poveri e ai loro bisogni. In questo solco nel 1992 nasce un’esperienza particolarmente significativa per la vita di tante famiglie: per dare una risposta concreta al dilagare della piaga della droga, dà vita, insieme ad alcuni amici casertani, al Centro di recupero per i tossicodipendenti “Il Timone” e ad una intensa collaborazione con diverse comunità terapeutiche presenti in Italia.  Nel 1997, dopo aver portato a termine l’opera di restauro integrale dell’edificio della chiesa parrocchiale, dà inizio, con il forte coinvolgimento della comunità vitulatina, alla costruzione del Centro Parrocchiale S. Maria dell’Agnena, i cui lavori si concludono il 22 giugno del 2002 con l’inaugurazione di S. E. Mons. Bruno Schettino, Arcivescovo di Capua dal 1997. Divenuto un vero punto di riferimento sia pastorale che culturale, il Centro, negli anni, è andato sempre più caratterizzandosi non solo quale luogo di formazione della comunità locale e di altre realtà ecclesiali, ma anche come strumento indispensabile e segno tangibile per una parrocchia desiderosa di essere famiglia di famiglie, casa e scuola di comunione in mezzo alla gente.  Nel gennaio del 2004, in collaborazione con la Superiora Generale della Congregazione delle Suore Ancelle dell’Immacolata, Madre Maria Serruto, dà vita ad una casa di pronta accoglienza per i più poveri tra i poveri con cui condividere la vita e il pane. Da allora la comunità fa esperienza della Provvidenza che puntualmente accompagna la Casa stimolando una feconda collaborazione tra suore e laici per un’esperienza di servizio rivelatasi preziosissima per la crescita della comunità parrocchiale: nasce così la Casa della Carità “Madre Teresa di Calcutta”. Dal 1988 al 1994 è scelto quale Direttore del Centro Diocesano Vocazioni e Rettore del Seminario Arcivescovile di Capua, entra così a far parte del Consiglio Presbiterale Diocesano. Nel 1989 S. E. Mons. Luigi Diligenza lo nomina Segretario Generale del 31° Sinodo della Chiesa di Capua, affidandogli il coordinamento sia della fase preparatoria che di quella celebrativa, che si conclude nel giugno del 1993. L’esperienza sinodale sarà per il Segretario l’occasione per una forte maturazione ecclesiale. Il coinvolgimento di tutte le realtà parrocchiali e diocesane offre, infatti, l’opportunità di ripercorrere l’itinerario della Chiesa a partire dall’evento conciliare, di fare sintesi del cammino intrapreso e tracciare le linee di quello futuro. “In Comunione per Servire”, documento conclusivo di S. E. Mons. Luigi Diligenza, sarà il frutto maturo del lavoro sinodale.  Per due quinquenni è nominato da S. E. Mons. Bruno Schettino membro del Collegio dei Consultori.  Dal 2001 fino al 2010 assume l’incarico nell’Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare, prima come Assistente spirituale e poi come Direttore Responsabile. L’1 marzo 2005 S. E. Mons. Schettino lo nomina primo presidente della “Fondazione Centro Famiglia”, Consultorio familiare d’ispirazione cristiana dell’Arcidiocesi di Capua. Nel 2003 è nominato dalla Conferenza Episcopale della Campania Incaricato Regionale per il Settore Pastorale per la Famiglia e la Vita e, in tale veste, nel 2006 partecipa, a Verona, al IV Convegno delle Chiese che sono in Italia. Conclude il mandato nel giugno 2010. In quello stesso anno, su invito di Sua Eminenza il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, e con la benedizione dell’Arcivescovo di Capua, assume l’ufficio di padre spirituale nel Seminario Maggiore Arcivescovile “Cardinale Alessio Ascalesi” di Capodimonte. Nel giugno 2012 è eletto dal Consiglio Presbiterale Diocesano Delegato Diocesano nella Commissione Regionale Presbiterale. Dal 1 maggio 2013 sarà il nuovo vescovo di Ischia consacrato ed inviato a questa amata chiesa locale, una delle più antiche e prestigiose della Regione ecclesiastica campana.

Di don Pietro Lagnese, scrivono i maggiori esponenti delle Acli della Provincia di Caserta: “Le Acli vogliono manifestare tutto l’amore filiale di cui sono capaci ad un Pastore e ad un uomo che ha caratterizzato, con la preghiera e con l’azione, una miriade di iniziative inconfondibili  di servizio e di promozione per tutta la sua comunità. La Croce del III millennio, ubicata nel Centro parrocchiale, alta 33 metri, resta , per tutti i fedeli che ne hanno apprezzato l’azione ed il carisma, il simbolo perenne di una testimonianza di fratellanza impareggiabile, in una terra ricca di problemi economici e sociali particolarmente acuti”.

 

Roma. La meditazione di oggi alle Suore di Gesù Redentore

RITIRO SPIRITUALE – SUORE GESU’ REDENTORE

ROMA – DOMENICA 21 APRILE 2013 – ORE 16,00

 

Le virtù teologali nella serva di Dio Victorine Le Dieu

Nella fede la forza, nella carità l’amore, nella speranza la gioia

di padre Antonio Rungi, passionista

 

1.Intoduzione

 

Nell’anno della fede, a metà del suo percorso, le figure dei santi vengono riproposte alla nostra attenzione per meglio vivere la dimensione cristiana della nostra esistenza. Un esempio mirabile in questa direzione è la fondatrice delle Suore di Gesù Redentore, la Serva di Dio Victorine Le Dieu, che sulle tre virtù fondamentali per ogni battezzato, le virtù teologali, ha fondato il suo cammino di santità, non ancora riconosciuto ufficialmente, ma in fase  di dichiarazione. In questa riflessione, mi soffermo sulla vita della speranza, forti dell’insegnamento di Papa Benedetto, che nell’Enciclica Spe salvi lega inscindibilmente la virtù della fede con la speranza.

 

2. L’enciclica Spe salvi di Papa Benedetto XVI

 

Egli scrive, infatti, la fede è speranza.  «Speranza», di fatto, è una parola centrale della fede biblica – al punto che in diversi passi le parole «fede» e «speranza» sembrano interscambiabili. Così la Lettera agli Ebrei lega strettamente alla « pienezza della fede » (10,22) la «immutabile professione della speranza » (10,23). Anche quando la Prima Lettera di Pietro esorta i cristiani ad essere sempre pronti a dare una risposta circa il logos – il senso e la ragione – della loro speranza (cfr 3,15), « speranza » è l’equivalente di « fede ». Quanto sia stato determinante per la consapevolezza dei primi cristiani l’aver ricevuto in dono una speranza affidabile, si manifesta anche là dove viene messa a confronto l’esistenza cristiana con la vita prima della fede o con la situazione dei seguaci di altre religioni. Paolo ricorda agli Efesini come, prima del loro incontro con Cristo, fossero « senza speranza e senza Dio nel mondo » (Ef 2,12)…Nello stesso senso egli dice ai Tessalonicesi: Voi non dovete «affliggervi come gli altri che non hanno speranza» (1 Ts 4,13). Anche qui compare come elemento distintivo dei cristiani il fatto che essi hanno un futuro: non è che sappiano nei particolari ciò che li attende, ma sanno nell’insieme che la loro vita non finisce nel vuoto. Solo quando il futuro è certo come realtà positiva, diventa vivibile anche il presente. Così possiamo ora dire: il cristianesimo non era soltanto una «buona notizia» – una comunicazione di contenuti fino a quel momento ignoti.  Ciò significa: il Vangelo non è soltanto una comunicazione di cose che si possono sapere, ma è una comunicazione che produce fatti e cambia la vita. La porta oscura del tempo, del futuro, è stata spalancata. Chi ha speranza vive diversamente; gli è stata donata una vita nuova”.

In che cosa consiste questa speranza che, come speranza, è « redenzione »? Il nucleo della risposta è dato nel brano della Lettera agli Efesini, i quali prima dell’incontro con Cristo erano senza speranza, perché erano «senza Dio nel mondo ». Giungere a conoscere Dio – il vero Dio, questo significa ricevere speranza. Per noi che viviamo da sempre con il concetto cristiano di Dio e ci siamo assuefatti ad esso, il possesso della speranza, che proviene dall’incontro reale con questo Dio, quasi non è più percepibile.

 

3.La giornata del buon Pastore. Il messaggio di Papa Benedetto XVI

 

Entriamo nel discorso, più che ci interessa direttamente.

Questo nostro incontro si svolge in una giornata speciale: la giornata mondiale delle vocazioni e quarta domenica del tempo di Pasqua, dedicata al Buon Pastore. Vorrei partire dal messaggio del Papa emerito, Benedetto XVI, per questa giornata di oggi sul tema: Le vocazioni segno della speranza fondata sulla fede, “che ben si inscrive nel contesto dell’Anno della fede e nel 50° anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II. Il Servo di Dio Paolo VI, durante l’Assise conciliare, istituì questa Giornata di invocazione corale a Dio Padre affinché continui a mandare operai per la sua Chiesa (cfr Mt 9,38). «Il problema del numero sufficiente dei sacerdoti – sottolineò allora il Pontefice – tocca da vicino tutti i fedeli: non solo perché ne dipende l’avvenire religioso della società cristiana, ma anche perché questo problema è il preciso e inesorabile indice della vitalità di fede e di amore delle singole comunità parrocchiali e diocesane, e testimonianza della sanità morale delle famiglie cristiane. Ove numerose sbocciano le vocazioni allo stato ecclesiastico e religioso, là si vive generosamente secondo il Vangelo».

In questi decenni, le diverse comunità ecclesiali sparse in tutto il mondo si sono ritrovate spiritualmente unite ogni anno, nella quarta domenica di Pasqua, per implorare da Dio il dono di sante vocazioni e per riproporre alla comune riflessione l’urgenza della risposta alla chiamata divina. Questo significativo appuntamento annuale ha favorito, infatti, un forte impegno a porre sempre più al centro della spiritualità, dell’azione pastorale e della preghiera dei fedeli l’importanza delle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata.

La speranza è attesa di qualcosa di positivo per il futuro, ma che al tempo stesso deve sostenere il nostro presente, segnato non di rado da insoddisfazioni e insuccessi. Dove si fonda la nostra speranza? Guardando alla storia del popolo di Israele narrata nell’Antico Testamento, vediamo emergere, anche nei momenti di maggiore difficoltà come quelli dell’esilio, un elemento costante, richiamato in particolare dai profeti: la memoria delle promesse fatte da Dio ai Patriarchi; memoria che chiede di imitare l’atteggiamento esemplare di Abramo, il quale, ricorda l’Apostolo Paolo, «credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: così sarà la tua discendenza» (Rm 4,18). Una verità consolante e illuminante che emerge da tutta la storia della salvezza è allora la fedeltà di Dio all’alleanza, alla quale si è impegnato e che ha rinnovato ogniqualvolta l’uomo l’ha infranta con l’infedeltà, con il peccato, dal tempo del diluvio (cfr Gen 8,21-22), a quello dell’esodo e del cammino nel deserto (cfr Dt 9,7); fedeltà di Dio che è giunta a sigillare la nuova ed eterna alleanza con l’uomo, attraverso il sangue del suo Figlio, morto e risorto per la nostra salvezza.

In ogni momento, soprattutto in quelli più difficili, è sempre la fedeltà del Signore, autentica forza motrice della storia della salvezza, a far vibrare i cuori degli uomini e delle donne e a confermarli nella speranza di giungere un giorno alla «Terra promessa». Qui sta il fondamento sicuro di ogni speranza: Dio non ci lascia mai soli ed è fedele alla parola data. Per questo motivo, in ogni situazione felice o sfavorevole, possiamo nutrire una solida speranza e pregare con il salmista: «Solo in Dio riposa l’anima mia: da lui la mia speranza» (Sal 62,6). Avere speranza equivale, dunque, a confidare nel Dio fedele, che mantiene le promesse dell’alleanza.

In che cosa consiste la fedeltà di Dio alla quale affidarci con ferma speranza? Nel suo amore. Egli, che è Padre, riversa nel nostro io più profondo, mediante lo Spirito Santo, il suo amore (cfr Rm 5,5). E proprio questo amore, manifestatosi pienamente in Gesù Cristo, interpella la nostra esistenza, chiede una risposta su ciò che ciascuno vuole fare della propria vita, su quanto è disposto a mettere in gioco per realizzarla pienamente. L’amore di Dio segue a volte percorsi impensabili, ma raggiunge sempre coloro che si lasciano trovare. La speranza si nutre, dunque, di questa certezza: « Noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi» (1 Gv 4,16). E questo amore esigente, profondo, che va oltre la superficialità, ci dà coraggio, ci fa sperare nel cammino della vita e nel futuro, ci fa avere fiducia in noi stessi, nella storia e negli altri.

Nel Signore Risorto abbiamo la certezza della nostra speranza. Come avvenne nel corso della sua esistenza terrena, anche oggi Gesù, il Risorto, passa lungo le strade della nostra vita, e ci vede immersi nelle nostre attività, con i nostri desideri e i nostri bisogni. Proprio nel quotidiano continua a rivolgerci la sua parola; ci chiama a realizzare la nostra vita con Lui, il solo capace di appagare la nostra sete di speranza. Egli, Vivente nella comunità di discepoli che è la Chiesa, anche oggi chiama a seguirlo. E questo appello può giungere in qualsiasi momento. Anche oggi Gesù ripete: «Vieni! Seguimi!» (Mc 10,21). Per accogliere questo invito, occorre non scegliere più da sé il proprio cammino. Seguirlo significa immergere la propria volontà nella volontà di Gesù, dargli davvero la precedenza, metterlo al primo posto rispetto a tutto ciò che fa parte della nostra vita: alla famiglia, al lavoro, agli interessi personali, a se stessi. Significa consegnare la propria vita a Lui, vivere con Lui in profonda intimità, entrare attraverso di Lui in comunione col Padre nello Spirito Santo e, di conseguenza, con i fratelli e le sorelle. E questa comunione di vita con Gesù il «luogo» privilegiato dove sperimentare la speranza e dove la vita sarà libera e piena!

Le vocazioni sacerdotali e religiose nascono dall’esperienza dell’incontro personale con Cristo, dal dialogo sincero e confidente con Lui, per entrare nella sua volontà. È necessario, quindi, crescere nell’esperienza di fede, intesa come relazione profonda con Gesù, come ascolto interiore della sua voce, che risuona dentro di noi. Questo itinerario, che rende capaci di accogliere la chiamata di Dio, può avvenire all’interno di comunità cristiane che vivono un intenso clima di fede, una generosa testimonianza di adesione al Vangelo, una passione missionaria che induca al dono totale di sé per il Regno di Dio, alimentato dall’accostamento ai Sacramenti, in particolare all’Eucaristia, e da una fervida vita di preghiera” (Enc. Spe salvi, 34).

La preghiera costante e profonda fa crescere la fede della comunità cristiana, nella certezza sempre rinnovata che Dio mai abbandona il suo popolo e che lo sostiene suscitando vocazioni speciali, al sacerdozio e alla vita consacrata, perché siano segni di speranza per il mondo. I presbiteri e i religiosi, infatti, sono chiamati a donarsi in modo incondizionato al Popolo di Dio, in un servizio di amore al Vangelo e alla Chiesa, un servizio a quella salda speranza che solo l’apertura all’orizzonte di Dio può donare. Pertanto essi, con la testimonianza della loro fede e con il loro fervore apostolico, possono trasmettere, in particolare alle nuove generazioni, il vivo desiderio di rispondere generosamente e prontamente a Cristo che chiama a seguirlo più da vicino. Quando un discepolo di Gesù accoglie la divina chiamata per dedicarsi al ministero sacerdotale o alla vita consacrata, si manifesta uno dei frutti più maturi della comunità cristiana, che aiuta a guardare con particolare fiducia e speranza al futuro della Chiesa e al suo impegno di evangelizzazione. Esso infatti necessita sempre di nuovi operai per la predicazione del Vangelo, per la celebrazione dell’Eucaristia, per il Sacramento della Riconciliazione. Non manchino perciò sacerdoti zelanti, che sappiano accompagnare i giovani quali «compagni di viaggio» per aiutarli a riconoscere, nel cammino a volte tortuoso e oscuro della vita, il Cristo, Via, Verità e Vita (cfr Gv 14,6); per proporre loro, con coraggio evangelico, la bellezza del servizio a Dio, alla comunità cristiana, ai fratelli. Sacerdoti che mostrino la fecondità di un impegno entusiasmante, che conferisce un senso di pienezza alla propria esistenza, perché fondato sulla fede in Colui che ci ha amati per primo (cfr 1 Gv 4,19). Ugualmente, auspico che i giovani, in mezzo a tante proposte superficiali ed effimere, sappiano coltivare l’attrazione verso i valori, le mete alte, le scelte radicali, per un servizio agli altri sulle orme di Gesù. Cari giovani, non abbiate paura di seguirlo e di percorrere le vie esigenti e coraggiose della carità e dell’impegno generoso! Così sarete felici di servire, sarete testimoni di quella gioia che il mondo non può dare, sarete fiamme vive di un amore infinito ed eterno, imparerete a «rendere ragione della speranza che è in voi» (1 Pt 3,15)!

 

4.Il Catechismo della Chiesa cattolica

 

Anche nel CCC cogliamo questo stretto legame tra fede e speranza: “Il dono della fede rimane in colui che non ha peccato contro di essa. Ma «la fede senza le opere è morta » (Gc 2,26). Se non si accompagna alla speranza e all’amore, la fede non unisce pienamente il fedele a Cristo e non ne fa un membro vivo del suo corpo (CCC,1815)… La virtù della speranza risponde all’aspirazione alla felicità, che Dio ha posto nel cuore di ogni uomo; essa assume le attese che ispirano le attività degli uomini; le purifica per ordinarle al regno dei cieli; salvaguarda dallo scoraggiamento; sostiene in tutti i momenti di abbandono; dilata il cuore nell’attesa della beatitudine eterna. Lo slancio della speranza preserva dall’egoismo e conduce alla gioia della carità (CCC, 1818)…La speranza cristiana si sviluppa, fin dagli inizi della predicazione di Gesù, nell’annuncio delle beatitudini. Le beatitudini elevano la nostra speranza verso il cielo come verso la nuova Terra promessa; ne tracciano il cammino attraverso le prove che attendono i discepoli di Gesù. Ma per i meriti di Gesù Cristo e della sua passione, Dio ci custodisce nella speranza che « non delude » (Rm 5,5). La speranza è l’« àncora della nostra vita, sicura e salda, la quale penetra […] » là « dove Gesù è entrato per noi come precursore » (Eb 6,19-20). È altresì un’arma che ci protegge nel combattimento della salvezza: « Dobbiamo essere […] rivestiti con la corazza della fede e della carità, avendo come elmo la speranza della salvezza » (1 Ts 5,8). Essa ci procura la gioia anche nella prova: « Lieti nella speranza, forti nella tribolazione » (Rm 12,12). Si esprime e si alimenta nella preghiera, in modo particolarissimo nella preghiera del Signore, sintesi di tutto ciò che la speranza ci fa desiderare (CCC,1820).

 

5.L’enciclica Deus caritas est

 

Nell’enciclica Deus caritas est di Papa Benedetto, viene messo in risalto, poi, lo stretto rapporto che intercorre tra fede, speranza e carità, le tre virtù teologali, fondamentali per camminare in santità di vita “Fede, speranza e carità vanno insieme. La speranza si articola praticamente nella virtù della pazienza, che non vien meno nel bene neanche di fronte all’apparente insuccesso, ed in quella dell’umiltà, che accetta il mistero di Dio e si fida di Lui anche nell’oscurità. La fede ci mostra il Dio che ha dato il suo Figlio per noi e suscita così in noi la vittoriosa certezza che è proprio vero: Dio è amore! In questo modo essa trasforma la nostra impazienza e i nostri dubbi nella sicura speranza che Dio tiene il mondo nelle sue mani e che nonostante ogni oscurità Egli vince, come mediante le sue immagini sconvolgenti alla fine l’Apocalisse mostra in modo radioso. La fede, che prende coscienza dell’amore di Dio rivelatosi nel cuore trafitto di Gesù sulla croce, suscita a sua volta l’amore. Esso è la luce — in fondo l’unica — che rischiara sempre di nuovo un mondo buio e ci dà il coraggio di vivere e di agire. L’amore è possibile, e noi siamo in grado di praticarlo perché creati ad immagine di Dio. Vivere l’amore e in questo modo far entrare la luce di Dio nel mondo” (DCE, 39).

 

6.Victorine Le Dieu: una vita eroica

 

Quando si valuta la santità di una persona, passata alla gloria del cielo, la Chiesa si concentra in prima istanza sull’eroicità delle virtù, dichiarandola  venerabile. Si prende, infatti, in esame, il grado supremo con cui la persona avviata verso la beatificazione e la canonizzazione ha esercitato le tre virtù teologali: fede, speranza e carità e poi le altre virtù cardinali e morali. In poche parole si valuta la santità attraverso una risposta di fede, una carità operosa e una speranza illimitata in Dio. Victorine le Die ha vissuto tutto questo: nella fede ha trovato la forza in tutte le circostanze più dolore e conflittuale della vita di non arrendersi mai. E ne ha avuto prove, ha dovuto subire e sopportare tante umiliazioni. Nella carità che si fa l’amore adorante nella riparazione e nella riconciliazione, Victorine trova la sua sorgente della sua azione, per rispondere meglio all’invito del Papa, Pio IX, che la vuole impegnata, con tutto il suo nascente istituto nelle opere di carità. Dalla carità e dall’amore verso il Signore passa alla carità e all’amore verso i poveri ed i sofferenti del mondo, soprattutto i bambini e gli adolescenti. Nella speranza sperimenta la gioia del presente e del futuro, carico di segni sempre più evidenti della presenza di Dio e della vicinanza alla sua missione nella chiesa e nel mondo. Guarda al futuro, ma guarda soprattutto all’oggi. Nel suo diario spirituale scriverà pagine stupende sulle virtù teologali, soprattutto sulla fede e sulla speranza, su cui abbiamo riflettuto insieme in questo nostro incontro.

 

7.Conclusione

Concludo con il citare uno dei passaggi più belli dell’inizio di pontificato di Papa Francesco, tratto dall’omelia d Domenica delle Palme: “Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall’aver incontrato una Persona: Gesù, che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti! E in questo momento viene il nemico, viene il diavolo, mascherato da angelo tante volte, e insidiosamente ci dice la sua parola. Non ascoltatelo! Seguiamo Gesù! Noi accompagniamo, seguiamo Gesù, ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo. E, per favore, non lasciatevi rubare la speranza! Non lasciate rubare la speranza! Quella che ci dà Gesù”. Ed una citazione di Papa Benedetto XVI: “La vita è come un viaggio sul mare della storia, spesso oscuro ed in burrasca, un viaggio nel quale scrutiamo gli astri che ci indicano la rotta. Le vere stelle della nostra vita sono le persone che hanno saputo vivere rettamente. Esse sono luci di speranza. Certo, Gesù Cristo è la luce per antonomasia, il sole sorto sopra tutte le tenebre della storia. Ma per giungere fino a Lui abbiamo bisogno anche di luci vicine – di persone che donano luce traendola dalla sua luce ed offrono così orientamento per la nostra traversata. E quale persona potrebbe più di Maria essere per noi stella di speranza – lei che con il suo « sì » aprì a Dio stesso la porta del nostro mondo; lei che diventò la vivente Arca dell’Alleanza, in cui Dio si fece carne, divenne uno di noi, piantò la sua tenda in mezzo a noi (cfr Gv  1,14)?”(SS,39).

Alla Madonna ci rivolgiamo con la preghiera conclusiva dell’enciclica Deus caritas est: “Santa Maria, Madre di Dio, tu hai donato al mondo la vera luce, Gesù, tuo Figlio – Figlio di Dio. Ti sei consegnata completamente alla chiamata di Dio, e sei così diventata sorgente della bontà che sgorga da Lui. Mostraci Gesù. Guidaci a Lui. Insegnaci a conoscerlo e ad amarlo, perché possiamo anche noi diventare capaci di vero amore  ed essere sorgenti di acqua viva in mezzo a un mondo assetato”. Amen

MEDITAZIONE DI PADRE RUNGI ALLE SUORE ANCELLE DEL SACRO CUORE

SUORE ANCELLE DEL SACRO CUORE – FRATTAMAGGIORE (NA)

INCONTRO DI SPIRITUALITA’ – 18 APRILE 2013

 

LA FEDE FORTE E GENEROSA DI CATERINA VOLPICELLI

 

DI PADRE ANTONIO RUNGI – PASSIONISTA 

 

DAL MOTU PROPRIO “PORTA FIDEI” DI BENEDETTO XVI, NN 6-7

 

6. Il rinnovamento della Chiesa passa anche attraverso la testimonianza offerta dalla vita dei credenti: con la loro stessa esistenza nel mondo i cristiani sono infatti chiamati a far risplendere la Parola di verità che il Signore Gesù ci ha lasciato. Proprio il Concilio, nella Costituzione dogmatica Lumen gentium, affermava: “Mentre Cristo, «santo, innocente, senza macchia» (Eb 7,26), non conobbe il peccato (cfr 2Cor 5,21) e venne solo allo scopo di espiare i peccati del popolo (cfr Eb 2,17), la Chiesa, che comprende nel suo seno peccatori ed è perciò santa e insieme sempre bisognosa di purificazione, avanza continuamente per il cammino della penitenza e del rinnovamento. La Chiesa «prosegue il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio», annunziando la passione e la morte del Signore fino a che egli venga (cfr 1Cor 11,26). Dalla virtù del Signore risuscitato trae la forza per vincere con pazienza e amore le afflizioni e le difficoltà, che le vengono sia dal di dentro che dal di fuori, e per svelare in mezzo al mondo, con fedeltà anche se non perfettamente, il mistero di lui, fino a che alla fine dei tempi esso sarà manifestato nella pienezza della luce” [11].

 

L’Anno della fede, in questa prospettiva, è un invito ad un’autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo. Nel mistero della sua morte e risurrezione, Dio ha rivelato in pienezza l’Amore che salva e chiama gli uomini alla conversione di vita mediante la remissione dei peccati (cfr  At 5,31). Per l’apostolo Paolo, questo Amore introduce l’uomo ad una nuova vita: “Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una nuova vita” (Rm 6,4). Grazie alla fede, questa vita nuova plasma tutta l’esistenza umana sulla radicale novità della risurrezione. Nella misura della sua libera disponibilità, i pensieri e gli affetti, la mentalità e il comportamento dell’uomo vengono lentamente purificati e trasformati, in un cammino mai compiutamente terminato in questa vita. La “fede che si rende operosa per mezzo della carità” (Gal 5,6) diventa un nuovo criterio di intelligenza e di azione che cambia tutta la vita dell’uomo (cfr Rm 12,2; Col 3,9-10; Ef 4,20-29; 2Cor  5,17).

 

DALL’OMELIA DI PAPA BENEDETTO PER LA CANONIZZAZIONE DI CATERINA VOLPICELLI.

 

Testimone dell’amore divino fu anche santa Caterina Volpicelli, che si sforzò di “ essere di Cristo, per portare a Cristo” quanti ebbe ad incontrare nella Napoli di fine Ottocento, in un tempo di crisi spirituale e sociale. Anche per lei il segreto fu l’Eucaristia. Alle sue prime collaboratrici raccomandava di coltivare una intensa vita spirituale nella preghiera e, soprattutto, il contatto vitale con Gesù eucaristico. E’ questa anche oggi la condizione per proseguire l’opera e la missione da lei iniziate e lasciate in eredità alle “Ancelle del Sacro Cuore”. Per essere autentiche educatrici della fede, desiderose di trasmettere alle nuove generazioni i valori della cultura cristiana, è indispensabile, come amava ripetere, liberare Dio dalle prigioni in cui lo hanno confinato gli uomini. Solo infatti nel Cuore di Cristo l’umanità può trovare la sua ‘stabile dimora”. Santa Caterina mostra alle sue figlie spirituali e a tutti noi, il cammino esigente di una conversione che cambi in radice il cuore, e si traduca in azioni coerenti con il Vangelo. E’ possibile così porre le basi per costruire una società aperta alla giustizia e alla solidarietà, superando quello squilibrio economico e culturale che continua a sussistere in gran parte del nostro pianeta.

 

LA FEDE FORTE E CORAGGIOSA DI CATERINA VOLPICELLI: VITA ED OPERE

 

1.   UNA FEDE SACRAMENTALE

2.   UNA FEDE ADORANTE

3.   UNA FEDE DI AUTENTICA CARITA’

4.   UNA FORTE FORTE NELLA TRIBOLAZIONE E NELLA PROVA

5.   UNA FEDE CORAGGIOSA NEL TESTIMONIARE L’AMORE DI DIO E DEI FRATELLI.

6.   UNA FEDE CHE PASSA ATTRAVERSO LA CROCE E LA SOFFERENZA

7.   UNA FEDE EUCARISTICA

8.   UNA FEDE MARIANA

9.   UNA FEDE DI INCENTRATA SUL CUORE AMABILISSIMO DI GESU’

10.               UNA FEDE PASQUALE

 

ALCUNI PENSIERI DI CATERINA VOLPICELLI SULLA FEDE

 

“Dobbiamo vivere di fede, perché tutto ciò che avviene è disposto da Dio per confermarci nel suo amore.

 

“La gioia è l’atto più bello della fede, speranza e amore nella vita di ogni cristiano”

 

“Oh che gran dono di Dio è la fede! Come co solleva e rende felici anche in questa valle di lacrime.

 

“Accendetevi di fede e sarete forti nella debolezza, allegri nella tristezza, sani nell’infermità”.

 

“Cerchiamo insieme il volto sorridente di Dio, gustiamo il suo amore e la sua tenerezza”.

 

“Dilatiamo il cuore e crediamo nell’amore di Dio per noi, con illimitata fiducia nella sua bontà”.

 

“Ascoltate sempre la parola di Dio con fede ed umiltà, senza badare a chi ve l’annuncia”.

 

“Rivestitevi di fede, offrite a Gesù le cadute e pregatelo di rialzarvi e preservarvi”.

 

Nasce a Napoli il 21 gennaio 1839, da una famiglia dell’alta borghesia. Educata in casa, secondo i sani valori della tradizione del Meridione d’Italia, passa poi a completare la sua formazione nel Real Collegio

di s. Marcellino, avendo così un alto grado di cultura, cosa non comune per una donna del suo .tempo.

Desiderando di poter raggiungere “l’intima unione con Dio” entra a 20 anni nel Monastero delle Adoratrici Perpetue, ma deve lasciare dopo sei mesi per la salute cagionevole, il beato Ludovico da Casoria “amico dell’anima sua” glielo aveva predetto ripetendogli: “Il Cuore di Gesù, o Caterina, questa è l’opera tua”.

Nel 1864 viene a conoscenza dell’esistenza dell’Associazione ‘Apostolato della Preghiera’ e qui la sua vita ha una svolta decisiva.

Scrive al padre Enrico Ramière, che incontrerà anche personalmente e da lui riceverà tutte le notizie riguardo la nascente Associazione, di cui avrà il diploma di zelatrice (il primo a Napoli), ne diventerà il vero Centro per l’espandersi del Movimento.

Le prime zelatrici saranno anche le prime compagne di Caterina nell’apostolato e nella fondazione dell’Istituto delle Ancelle del Sacro Cuore.

Napoli è la patria di s. Tommaso e di s. Alfonso, i teologi dell’Eucaristia, che hanno segnato la pietà popolare e nel cui solco si colloca anche l’amore di Caterina Volpicelli per il ss. Sacramento. E’ l’Eucaristia la sorgente del suo convinto servizio alla Chiesa, articolato in un apostolato vario ed ispiratore di una famiglia religiosa. Considera la Chiesa il Corpo Mistico di Cristo e venera i Pastori con devozione filiale e eroica umiltà, accettando da loro ogni sorta di prova che richiedono.

Dalla sua casa partirà il beato Bartolo Longo, guarito in salute, convertito alla fede cattolica, diventato anch’esso zelatore dell’Apostolato della Preghiera, per cominciare la grande opera del Santuario di Pompei.

Lasciata la casa paterna, fissa la sua dimora e la sede delle sue opere in Largo Petrone alla Salute ove in seguito, auspice il cardinale arcivescovo Sisto Riario Sforza, per la presenza di gesuiti insigni, di P. Ludovico, per la predicazione quasi ininterrotta di esercizi spirituali, diventerà un vivissimo Centro di spiritualità.

Dietro l’invito del cardinale, Caterina fonda l’Istituto delle Ancelle del s. Cuore che contrariamente agli Ordini religiosi femminili dell’epoca, dediti soprattutto alla contemplazione e alle opere assistenziali, sorge per l’apostolato e la santificazione delle anime. Non c’è un abito religioso, l’Istituto ha tre rami, uno religioso e due laicali, lo studio della teologia, il servizio della Chiesa sono tutte specifiche che anticipano quasi un secolo prima le novità del Concilio Ecumenico Vaticano II.

Il 14 maggio 1884, il nuovo arcivescovo di Napoli Guglielmo Sanfelice consacra il Santuario dedicato al Sacro Cuore eretto in adiacenza alla Casa Madre.

Il 21 novembre 1891 si celebra a Napoli il 1° Congresso Eucaristico Nazionale, alla Volpicelli e alle sue figlie viene dato l’incarico dell’organizzazione delle Adorazioni in Cattedrale, la preparazione alla confessione e Comunione generale, la gestione degli arredi sacri.

Il 28 dicembre 1894, Caterina Volpicelli, muore a soli 55 anni, a Napoli.

All’alba del III millennio, il papa Giovanni Paolo II, la proclama beata in Piazza s. Pietro il 29 aprile 2001, avverandosi così l’auspicio del suo primo biografo M. Jetti “Napoli abbia presto, al pari delle fortunate città di Alessandria, Siena, Genova e Bologna, la sua santa Caterina”.

E’ stata canonizzata a Roma da papa Benedetto XVI il 26 Aprile 2009.