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Itri (Lt). Per la solennità dell’Assunta al Santuario sono attesi migliaia di pellegrini

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Come tutti gli anni, la solennità dell’Assunta, per il vocabolario laico Ferragosto, al Santuario della Madonna della Civita è un giorno speciale per i pellegrini. La prassi vuole che in questo giorno i cristiani e i devoti della Madonna non vadano al mare. Sane e sante tradizioni per trascorrere la solennità dell’Assunta in famiglia e nell’assoluta tranquillità. Al Santuario tutto è pronto per accogliere i pellegrini. Anche l’ascensore è perfettamente funzionante per portare in chiesa persone diversamente abili, anziani o altre persone in difficoltà fisiche. Le messe sono assicurate dalle 8.00 del mattino fino alle 20.00 della sera con il seguente orario: 8,00; 9.00; 10,30; 12.00; 17.00; 18,00; 19.00 (all’aperto) ed eventualmente alle ore 20.00. A disposizione dei fedeli per le confessioni, per la celebrazione delle messe, per le varie benedizioni ci sono quattro religiosi della comunità passionista del Santuario: i padri Emiddio Petringa, Cherubino De Feo, Francesco Vacelli e padre Antonio Rungi, I passionisti del Santuario assicurano anche le messe feriali e festive al convento dei passionisti in città, da tutti conosciuto come convento dei cappuccini. Anche qui domani saranno celebrate le messe in onore della Madonna Assunta in cielo, alle ore 8.00 del mattino e alle ore 18.00 del pomeriggio. In questi giorni in preparazione alla solennità dell’Assunta, durante la settimana, il Santuario della Civita è stato meta di pellegrini e devoti, soprattutto del napoletano e della Campania. La presenza in zona, tra Itri, Formia, Gaeta, Scauri. Minturno, Sperlonga e Fondi di tanti napoletani che hanno casa o villa da queste parti o si fittano appartamenti per il Ferragosto favorisce il pellegrinaggio individuale o familiare al Santuario. Per domani, invece, sono attesi gruppi organizzati e i quattro religiosi in servizio al Santuario della Civita si attendono un buon afflusso. Unica preoccupazione il tempo. Quando è bello e non presenta rischi, al santuario arrivano i fedeli per fare visita alla Madonna, pregare, confessarsi, partecipare alla messa e ringraziare per i doni ricevuti. E’ soprattutto il 15 agosto, solennità dell’Assunta che per molti fedeli corre l’obbligo di andare a ringraziare la Madonna e salire al Santuario con i propri familiari. Portare con se i bambini per ricevere la benedizione di Maria. Nelle due messe prefestive di oggi, 14 agosto 2014, la partecipazione alle due messe delle 17.00 e delle 19.00 è stata contenuta, anche perché molti approfittano di questo giorno per trattenersi al mare per poi dedicarsi ai doveri religiosi e cristiani di domani festa della Madonna Assunta in cielo. E in molte famiglie si festeggiano anche gli onomastici di mamme, sorelle, mogli, figlie, essendo il nome Assunta abbastanza diffuso nel Sud.

Il salvadanaio coniugale della solidarietà

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SCAURI (LT). IL SALVADANAIO CONIUGALE DELLA SOLIDARIETA’. PARTE DALLA PARROCCHIA SANT’ALBINA L’INIZIATIVA ESTIVA PER AIUTARE I POVERI 

di Antonio Rungi 

Parte dalla Parrocchia Sant’Albina in Scauri (Lt), nell’Arcidiocesi di Gaeta, per iniziativa del parroco, don Simone Di Vito, “Il Salvadanaio coniugale della solidarietà” per aiutare i poveri del territorio e le missioni.  Tutto parte qualche anno fa, durante la celebrazione della santa messa dei giorni 7-8 agosto del 2008, quando una suora missionaria in Tanzania parlò della vita di stenti di tale e popolazione e del bisogno impellente di aiutarla, mancando del necessario.  Tra le tante persone presenti c’erano diverse coppie e cristiani intenzionati a fare qualcosa di concreto. E così i primi a muoversi in tale direzione furono due sposi, che decisero di mettere da parte per scopi missionari 50 centesimi al giorno, per tutto l’anno. Quella coppia riuscì a mettere da parte circa 200 euro in un salvadanaio che fu destinato alla solidarietà. Sostenuti dall’incoraggiamento di Don Simone Di Vito, l’iniziativa si è estesa e va ampliandosi, caratterizzandosi come un sistema di aiuto umanitario che nel piccolo può dare sostanziali contribuiti alla causa della solidarietà internazionale. In questa estate 2014, l’iniziativa ha preso il volo, anche in seguito alla testimonianza di una coppia che qui riportiamo integralmente, per essere di stimolo ed esempio a tutti gli altri: “ Caro don Simone,  Io, Antonio, e mia moglie, Carolina, grazie a Voi, da qualche anno viviamo la nostra vita con  una piccola gioia in più. E c’è un motivo. Era il 7 o l’8 agosto del 2008 e alla celebrazione della Santa Messa delle 19 una suora, missionaria in un paesino della Tanzania se non ricordo male, testimoniò la vita di stenti della popolazione e dell’estremo bisogno del necessario per vivere. Poi ci fu il  Vostro commento e quello lo ricordiamo bene, perché ci indusse a riflettere. Vi soffermaste sul concetto di delega che caratterizza l’esistenza di  molti di noi cristiani, anche la mia e di Carolina, tanto indolenti  da chiedere a Nostro Signore di provvedere a dare cibo a chi ha fame. E infatti, da bravi cristiani, ogni giorno, a pranzo e a cena, anche noi ringraziavamo Lui e, ricordandoci  di chi vive in povertà,  recitavamo la nostra preghiera: “Signore, Ti ringraziamo per questo cibo. Fa’ che in ogni parte del mondo per tutti i tuoi figli ci sia sempre qualcosa da mangiare. Amen.”E stavamo, in tal modo a posto con la nostra coscienza. Molto comodo, veramente molto comodo. Però da quel giorno qualcosa in noi è cambiato e Ve ne siamo grati, e così abbiamo cambiato anche la nostra preghiera quotidiana.

E da allora, prima di pranzo e cena, Carolina ed io preghiamo insieme dicendo: “Signore, Ti ringraziamo per questo cibo. Facciamo che  in ogni parte del mondo per tutti i tuoi figli ci sia sempre qualcosa da mangiare. Amen.” E, prima della preghiera, mettiamo da parte, ogni giorno, un moneta da 50 centesimi. Non è assolutamente un sacrificio. Anzi, è questa  la  piccola gioia che ci accompagna da qualche anno. Sono pochi gli Euro che raccogliamo in 365 giorni. Li consegniamo a Voi, come ogni anno, certi che saranno bene utilizzati. Il Signore Vi accompagni sempre. Carolina e Antonio Conzo. Scauri, 28 luglio 2014. Ed arrivano i ringraziamenti della suora, attraverso don Simone: “Gentilissimi signori Conzo grazie per l’offerta di 180 Euro mandata attraverso don Simone.  Il suo ricordo ci commuove! Vi ringraziamo a nome di tutte le suore della missione e specialmente a nome dei bimbi dell’asilo di Mkiwa che con il vostro dono riceveranno ogni giorno un pasto caldo a base di polenta e fagioli. Promettiamo di pregare per le vostre necessità. Che il Signore mandi sulla vostra famiglia abbondanza di  benedizioni!

Suor Incoronata”.

 

 

 

La Madonna di Fatima pellegrina ad Itri- Città.

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ITRI (LT).  LA MADONNA DI FATIMA PELLEGRINA AD  ITRI

di Antonio Rungi

Una delle 40 copie della statua della Madonna di Fatima che girano il mondo e che sono state benedette ed approvate dai responsabili del Santuario portoghese sarà in pellegrinaggio nella città di Itri a partire da domani, domenica, 3 agosto 2014. Intenso il programma di preghiera e di riflessione che il parroco, don Guerino Piccione, con la collaborazione del Movimento Mariano e il Servizio diocesano mariano, ha stilato per l’intera settimana, dal 3 al 10 agosto 2014, durante la quale l’immagine benedetta della Madonna di Fatina sarà alla venerazione dei  fedeli nella Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore nel centro cittadino di Itri. Appuntamento alle ore 18,30 nel pazziale Carabinieri d’Italia, quando arriverà la statua e la stessa verrà trasferita, in processione nella Chiesa principale di Itri. Seguiranno altri momenti di preghiera fino alla conclusione delle ore 23.00. Durante i giorni feriali il programma prevede messe, preghiere, confessioni ed altri atti di culto mariano. Ogni giornata è finalizzata ad un’istituzione o un gruppo sociale: lunedì, 4 agosto, giornata della famiglia e dei bambini; martedì, 5 agosto, giornata dei giovani; mercoledì 6 agosto, giornata delle aggregazioni laicali; giovedì 7 agosto, giornata eucaristica e vocazionale; venerdì 8 agosto, giornata dei malati; sabato 9 agosto, giornata dell’affidamento a Maria; domenica 10 agosto, giornata del saluto.

Nell’ambito della settimana mariana oltre ad essere impegnati i sacerdoti della città e dell’arcidiocesi, saranno impegnati anche i religiosi passionisti del vicino Santuario della Madonna della Civita, protettrice di Itri e dell’Arcidiocesi i cui solenni festeggiamenti annuali si sono conclusi il 22 luglio scorso. “La visita della Madonna pellegrina del Santuario di Fatima –scrivono gli organizzatori – è per la città di Itri e per l’intera Arcidiocesi un avvenimento di grazia e benedizione. Maria, la nostra Madre celeste, si fa vicina ai suoi figli, raccoglie ed ascolta le preghiere e i desideri del cuore ed ha qualcosa da dire e suggerire a ciascuno di noi”. Ed aggiunge il teologo morale, padre Antonio Rungi, del Santuario della Civita che “ogni peregrinatio delle sacre immagini della Madonna o dei Santi, oppure dello stesso Gesù, pensiamo al Crocifisso, a Gesù Misericordioso, è sempre un tempo di verifica personale e di conversione del cuore per chi, attraverso queste forme di pietà popolare, vuole rilanciare la propria fede mediante la testimonianza di un culto vero e sentito che parte dai noi stessi e si estende al mondo che ci circonda mediante l’esempio della vita e la fedeltà alle proprie scelte battesimali e cristiane. Ogni processione, ogni pellegrinaggio delle persone verso i santuari o delle immagini sacre nelle chiese o nei paesi dell’Italia e del Mondo è sempre occasione di rinnovamento spirituale, pastorale, ecclesiale, umano e sociale, se effettivamente ci mettiamo alla scuola di Maria, dei Santi e soprattutto dell’unico Salvatore che è Cristo Signore. Nel periodo di estivo, con la solennità dell’Assunta in vista, questa settimana mariana sarà utile a preparare degnamente i prossimi festeggiamenti in onore della Madonna Immacolata ed Assunta in cielo in corpo ed anima”.

Santuario della Civita. Lunedì 21 luglio inaugurazione del primo ascensore.

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Itri. Santuario della Civita. Tutto pronto per il nuovo ascensore del Santuario

di Antonio Rungi

Tutto pronto per l’inaugurazione del primo ascensore al Santuario della Civita, che sarà a disposizione dei pellegrini, soprattutto per le persone diversamente abili o inabili, per gli anziani e le persone in difficoltà per salire alla Chiesa. Lunedì 21 luglio 2014, festa della Madonna della Civita, patrona di Itri e dell’Arcidiocesi di Gaeta, alla presenza dell’arcivescovo, monsignor Fabio Bernardo D’Onorio, che presiederà, come tutti gli anni, il solenne pontificale al Santuario, nella mattinata, verrà inaugurato il primo ascensore del Santuario mariano. La coincidenza della festa della Madonna della Civita e l’afflusso massiccio dei pellegrini, renderà più significativa quest’opera realizzata per abbattere le barriere architettoniche al Santuario della Civita che non permetteva l’accesso ai fedeli, in difficoltà, alla Chiesa ove è esposto solennemente la miracolosa immagine della Madonna, che si rifà alla scuola di San Luca, l’Evangelista che ha meglio tratteggiato la figura di Maria, la Madre di Gesù Cristo e Madre della Chiesa. Una cabina consistente che può ospitare 8 persone per un massimo di 900 Kg. Una sola sosta, quella che va dalla zona-bar, all’ingresso principale del santuario e che può trasportare centinaia di fedeli in pochi minuti. Sistemata anche l’area esterna del santuario, ove durante l’estate, con il maggiore afflusso dei fedeli si può celebrare la messa all’aperto, con una media di presenza di 1.000 fedeli ogni celebrazione. Intanto, a partire da oggi sabato 19 luglio, un’intensa attività spirituale, pastorale e di accoglienza è in atto al Santuario della Civita, con il servizio costante di cinque passionisti, quattro di comunità (Emiddio, Cherubino, Francesco e Antonio Rungi) ed altro in aiuto in questi giorni. Fino al 22 luglio si prevede un afflusso di pellegrini da ogni parte della Diocesi e di altre regione ecclesiastiche. Il tutto favorito dal bel tempo che sta dominando in questi giorni e con il nuovo servizio di ascensore che sarà assicurato nella mattinata del 21 luglio, dopo l’inaugurazione. E per chi è interessato al programma delle celebrazioni religiosi e degli appuntamenti civili in occasione della festa della Civita nella città di Itri può consultare il programma. Variazioni ci sono stati nel corso dei giorni, in quanto canta Umberto Tozzi e non più Mango. I fuochi artificiali, dopo la tragedia di Tagliacozzo, dovrebbe essere un’altra ditta a fare i fuochi. Molte negatività registrate in questi giorni precedenti la festa, non hanno minimamente intaccata l’aspetto più bello e vero della devozione mariana, che è quella di venerare la Madonna nel suo sito naturale che è il Santuario e di festeggiarla solennemente in città, come è giusto che sia, essendo la patrona di Itri e la Compatrona dell’Arcidiocesi di Gaeta.

Santuario della Civita. Tutto pronto per il primo ascensore dei pellegrini

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Itri. Santuario della Civita. Tutto pronto per il nuovo ascensore del Santuario

di Antonio Rungi

In dirittura d’arrivo i lavori per la realizzazione del primo ascensore al Santuario della Civita, che sarà a disposizione dei pellegrini, soprattutto per le persone diversamente abili o inabili, per gli anziani e le persone in difficoltà per salire alla Chiesa. Con questa opera costata 150.000 euro si realizza un sogno importante: quello di eliminare le barriere architettoniche al Santuario della Civita che non permette l’accesso ai fedeli in difficoltà alla Chiesa, ove è esposto solennemente la miracolosa immagine della Madonna, che si rifà alla scuola di San Luca, l’Evangelista che ha meglio tratteggiato la figura di Maria, la Madre di Gesù Cristo e Madre della Chiesa. Questa mattina si ha avuto la possibilità di fotografare l’ascensore che è stato già installato e già funziona. Una bella cabina che può ospitare 8 persone per una massimo di 900 Kg. Una sola sosta, quella che va dalla zona-bar, all’ingresso principale del santuario, fino al spazio antistante la Chiesa. Una sola fermata, quindi, che servirà a portare in pochi secondi dal piano terra al primo piano centinaia di pellegrini nell’arco di pochi minuti. Specchio all’interno e tutti i sistemi di sicurezza. Manca solo il collaudo, che sarà effettuato alla fine settimana e per il giorno 21 luglio, festa della Madonna della Civita con la presenza dell’arcivescovo che presiederà, come tutti gli anni, il solenne pontificale al Santuario, nella mattinata, si inaugurerà il primo ascensore al Santuario della Civita. Nelle foto che vi pubblichiamo si evince chiaramente che i tempi previsti per la realizzazione dell’opera sono stati rispettati e se non ci saranno contrattempi dell’ultimo momento o magari un altro motivo per anticipare o posticipare l’inaugurazione, data la coincidenza con la festa della Madonna della Civita e l’afflusso massiccio dei pellegrini, il tutto avverrà come da programma il 21 luglio prossimo. A seguire i lavori è stato il rettore del Santuario, padre Emiddio Petringa, ma frequenti sono state le visite anche dei responsabili della Curia Arcivescovile di Gaeta, anche di sua Eccellenza, monsignor Fabio Bernardo D’Onorio, per verificare di persona i lavori, così pure dei responsabili degli altri Enti che hanno sostenuto l’opera e l’hanno portata a termine. Ora si cambia registro ed anche alla Civita si può arrivare non solo per le scale, ma anche con l’ascensore, destinato soprattutto alle persone inabili

Commento alla parola di Dio di Domenica 13 luglio 2014

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DOMENICA XV DEL TEMPO ORDINARIO 

METTERSI IN ASCOLTO DELLA PAROLA 

di Padre Antonio Rungi                                 

Viviamo in un mondo, dove tutti vogliono parlare e solo pochi sanno ascoltare. In realtà dovrebbe essere il contrario. Ascoltare molto e parlare poco, perché le nostre parole spesso sono vuote ed insignificanti o addirittura fanno disastro, offendono, mistificano e creano seri problemi di comunicazione interpersonale. Oggi al centro della liturgia della parola di Dio, di questa XV domenica del tempo ordinario, c’è appunto l’importanza dell’ascolto della parola di Dio, della efficacia della stessa e dei frutti che produce in modo diversificato in chi è disponibile a lasciarsi toccare nel cuore da questa parola.

Partendo dalla prima lettura, tratta dal profeta Isaia, cogliamo in essa tutta l’importanza ed il valore della parola di Dio assimilata alla pioggia che cade dal cielo e che irriga e fa germogliare ogni cosa. Quando più è predisposta e dissodata ed accogliente questa terra, che è il cuore e la mente dell’uomo, più la parola di Dio fa effetto e produce frutti, espressi in opere di bene e di santità.

Così dice il Signore: «Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».

Le varie immagini tratte dalla natura e dall’ambiente di vita quotidiana ci aiutano a capire, secondo quando scrive il profeta Isaia, come bisogna rapportarsi alla Parola di Dio, che esce dalla sua bocca e non vi ritorna senza aver prodotto ciò per cui l’ha inviata. Qui è chiaro il riferimento alla Parola di Dio per eccellenza, che è Gesù Cristo, il Verbo Incarnato che viene in questo mondo e salva l’uomo dalla schiavitù del peccato, per poi ritornare al Padre, dove aver ultimato la sua missione di redentore e salvatore. In questa Parola dobbiamo riscoprire il valore e il significato di ogni altra parola di Dio o dell’uomo. Nella misura in cui ci confrontiamo con Cristo, parola di Dio rivelata a noi, noi possiamo comprendere il linguaggio stesso di Dio, che è il linguaggio dell’amore, della misericordia e del perdono. In qesta parola e mediante Cristo, noi possiamo rivolgerci a Dio e pregare così: “Accresci in noi, o Padre, con la potenza del tuo Spirito la disponibilità ad accogliere il germe della tua parola, che continui a seminare nei solchi dell’umanità, perché fruttifichi in opere di giustizia e di pace e riveli al mondo la beata speranza del tuo regno”.
Per questa parola che ci ha preso il cuore e la vita, bisogna sapere soffrire ed accettare ogni cosa nella nostra esistenza terrena, senza mai abbattersi, scoraggiarsi, demotivarsi; ma guardando avanti nel segno di questa parola che è vita, gioia, speranza e risurrezione. Se non avessimo fiducia nella parola del Signore, ogni cosa che facciamo come cristiani perderebbe di senso e prospettiva. E’ proprio questa fiducia nella parola del Signore che ci fa operare, agire, sperare e soffrire per amore e con amore, come Cristo ha fatto per noi. L’apostolo Paolo sottolinea questo aspetto nel brano della seconda lettura di questa domenica, tratto dalla celebre Lettera ai Romani. Egli scrive con grande speranza nel suo core: “Fratelli, ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio. La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo”.

Nel tempo noi gemiamo, soffriamo, patiamo, ma nel tempo, in questo nostro tempo, nel tempo stesso che il Signore ha consegnato nella consistenza e nella qualità a ciascuno di noi, noi costruiamo quello che sarà il senza tempo, sarà l’eternità, sarà Dio per sempre con noi e per noi. Infatti, “noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo”. E’ questa visione di beatitudine piena e definitiva che predispone il nostro cuore ad accogliere la parola e in nome di questa parola affrontare ogni prova della vita.

In questa logica di accoglienza si comprende benissimo la bellissima ed espressiva parabola detta da Gesù in persona ai tanti suoi amici fedeli che lo seguivano. E’ la parabola del Seminatore. Gesù siede e spiega. La gente è sulla spiaggia ed ascolta. Quale migliore ambiente per rivivere questa parola, oggi, in tempo di ferie estive, per chi se le può permettere, che fare una catechesi in riva al mare, come Gesù osava fare. Catechesi fatte bene, con la calma, nel silenzio, nel raccoglimento. Erano altri tempi, altre spiagge, altri ascoltatori quelli del tempo di Gesù. Oggi le nostre spiagge sono ben altra cosa che luoghi di ascolto della natura e della voce di Dio e dei fratelli. Sono spiagge che svuotano l’esistenza umana, perché la riempiono di cose materiali e la svuotano di Dio e della sua parola di vita.

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

Immaginiamo, anzi organizziamo sulle nostre spiagge la lettura e il rivivere questo brano del vangelo di oggi, proclamando con fede, coraggio, amore e passione a quanti usufruiscono dei beni naturali che sono di tutti, perché il mare, la spiaggia, l’acqua, il cielo e tutto il resto sono di Dio e dell’umanità. E allora riascoltiamo nella sua interezza questa parola così bella ed affascinante, che tocca tanti aspetti della vita umana e della predisposizione dell’uomo a farsi prendere per mano da Dio e lasciarci da Lui accompagnare sui sentieri della vera gioia e pace del cuore.

Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e no comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice: “Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”.

Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Vorrei, che ognuno a conclusione di questo itinerario spirituale compiuto oggi ascoltando le tre letture bibliche ed il salmo responsoriale facesse un bell’esame di coscienza. Tra chi mi collocherei oggi, tra le persone che Gesù esamina e pone come metro di paragone per accogliere in modo più o meno ampio e duraturo la sua parola? Siamo la strada, siamo il terreno sassoso, siamo rovi, siamo il terreno buono? In base alla nostra attuale condizione spirituale possiamo dare la nostra risposta. Anzi nel rileggere la nostra vita e la nostra storia ed esperienza di fede possiamo rispondere con maggiore cognizione di causa e precisione. Forse spesso siamo stati tra coloro che hanno solo ascoltato, ma mai messo in pratica; qualche volta abbiamo ascoltato e messo in pratica. Forse raramente abbiamo ascoltato e messo in pratica dando i massimi frutti, compatibili con la nostra persona e la nostra fragilità. Ecco il camminano della parola chiede a tutti noi, fratelli e sorelle, una vera conversione, un cambiamento di rotta, una cambiamento di mentalità che è possibile nella misura in cui ascoltiamo Gesù, la Chiesa, il Papa, i Vescovi, i nostri pastori e non ascoltiamo noi stessi, pensando che noi e soltanto noi siamo fonte di verità e coerenza massima nelle nostre attività, fossero anche quelle più eccelse in campo spirituale ed ecclesiale. Signore donaci l’umiltà del cuore per capire i nostri sbagli e rettificare la nostra vita sulla tua parola di vita. Continua a seminare nella nostra vita la gioia e la speranza che va oltre i confini del tempo e si colloca nella gioia eterna del santo Paradiso. Amen.

Itri (Lt). Al via i solenni festeggiamenti in onore della Madonna della Civita

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ITRI (LT). SOLENNI FESTEGGIAMENTI IN ONORE DELLA MADONNA DELLA CIVITA, COMPATRONA DELL’ARCIDIOCESI DI GAETA  

di Antonio Rungi 

Dopo l’importante convegno di domenica scorsa, 6 luglio 2014, sulle figure dei due Papi Santi, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, al quale ha partecipato il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, Sgarbi, Roncalli e Girotti, entrano nel vivo i solenni festeggiamenti in onore della Madonna della Civita, che si svolgono dall’11 luglio al 22 luglio di ogni anno nella città di Itri e al Santuario Mariano, che distanza dal centro cittadino 13 Km a 700 metri sul livello del mare, dove da oltre 1000 anni  si venera la Madonna sotto questo titolo.

Venerdì prossimo, 11 luglio, prende il via il solenne novenario in preparazione alla festa, che ricorre liturgicamente  il 21 luglio. Sarà padre Antonio Rungi, passionista della Comunità del Santuario della Civita, ex superiore provinciale dei Passionisti di Napoli, a tenere la prima meditazione su Maria della Civita e San Paolo della Croce. Il fondatore dei Passionisti fu al Santuario della Civita dal maggio al settembre 1726, con il suo fratello Giovanni Battista.

Nove giorni di preghiera e predicazione sul tema “Maria nella vita dei santi”, che saranno animati da nove diversi sacerdoti che tratteranno questo tema durante l’omelia della messa serotina delle ore 19.00. Nel programma dei festeggiamenti tutti i nomi dei sacerdoti che interverranno.

Sabato 12 luglio in occasione dei 165 anni  della venuta del Beato Pio IX a Gaeta e al Santuario della Civita, si svolgerà un pellegrinaggio in bici da Itri a Gaeta nel Santuario della Madonna Annunziata per venerare la Madonna Immacolata, davanti alla quale pregò il beato Pio IX, prima di proclamare il dogma. I momenti più significativi di questa annuale ricorrenza sono la collocazione del busto argenteo della Madonna della Civita sull’altare Maggiore, sabato 19 luglio alle ore 20,30 con il tradizionale canto delle “Dodici Rose” e omaggio floreale delle donne itrane in dolce attesa; poi le varie processioni programmate nei giorni di sabato sera dalla Chiesa di Santa Maria Maggiore fino a San Michele Arcangelo, dove la sacra icona della Madonna resterà per la veglia di preghiera della comunità per l’intera nottata. Domenica la processione da San Michele per le vie della città, con inizio alle ore 10.00 e lunedì 21 luglio, alle ore 9.00 per tutta la città di Itri. Giornate speciali per gli ammalati con la presenza dell’arcivescovo emerito de L’Aquila, monsignor Giuseppe Molinari,  che celebrerà venerdì 18 luglio nella Chiesa di Santa Maria Maggiore, dove da sempre si festeggia la Madonna della Civita, essendo la chiesa parrocchiale principale e centrale della cittadina. L’arcivescovo di Gaeta, monsignor Fabio Bernardo D’Onorio sarà presente nella giornata di festa con la celebrazione della messa solenne il giorno 21, alle ore 11.00  al Santuario della Civita e il giorno 22, alle ore 9.00 nella Chiesa di Santa Maria Maggiore, che guiderà la processione conclusiva e con l’atto di affidamento alla Madonna della Civita della città di Itri e dell’Arcidiocesi.  I solenni festeggiamenti si concludono il giorno 22 dopo la messa dell’Emigrante, presieduta da padre Augusto Matrullo, passionista, originario di Itri, rettore della Basilica dei Santi Giovanni e Paolo a Roma, e la riposizione del busto argenteo della Madonna nella cappella laterale della Chiesa di Santa Maria Maggiore, a mezzanotte del 22 luglio.

Nei vari momenti di preghiera e di animazione liturgica e pastorale saranno coinvolti i sacerdoti della diocesi, il comitato Santa Maria della Civita, Seminaristi, diaconi, ministranti, schola cantorum, Caritas, volontari. Per la festa annuale della Civita arrivano i devoti della Madonna da ogni parte della Diocesi, dal Lazio, dalla Campania, essendo la Madonna molto venerata in queste regioni. Un movimento di fede e di spiritualità mariana. Molto significativa è l’iniziativa annuale di ospitare gli extracomunitari nelle strutture locali e assicurare loro vitto ed alloggio, soprattutto nei quattro giorni più importanti della festa patronale della Madonna della Civita. A proposito del significato di questa festa religiosa, scrive il parroco, don Guerino Piccione, che la Madonna è modello sublime per tutti i suoi figli. Ella è la donna delle relazioni autentiche con Dio e con i fratelli. Nella visita a Santa Elisabetta, la Madonna si presenta come donna capace di mettersi accanto agli altri con gioia, generosità, con tempi lunghi e non con frugalità e in modo occasionale. Impariamo dalla Madonna come nella quotidianità è possibile vivere in modo stabile il nostro rapporto con Dio, per vivere in modo altrettanto solido le nostre relazioni interpersonali”.

Saranno giorni, come si  legge dal vasto ed articolato programma dei festeggiamenti, giorni di impegno spirituale e pastorale serio nel nome della Beata Vergine Maria, Madre e Regina della Civita, ovvero della città di Dio e degli uomini.

Itri (Lt). Al Santuario della Civita ci si prepara per il 25 anniversario della venuta di San Giovanni Paolo II in questo luogo di preghiera.

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Itri (Lt). Al Santuario della Civita si ricorda il 25° anniversario della visita di San Giovanni Paolo II a questo luogo mariano di fede e di devozione popolare 

di Antonio Rungi 

Il 25 giugno 1989, Sua Santità Giovanni Paolo II volle farsi pellegrino di pace, venerando la Vergine SS.ma della Civita, in occasione della Visita Pastorale all’Arcidiocesi di Gaeta e in coincidenza dei 150 anni del pellegrinaggio alla Civita di Pio IX il 10 febbraio 1849, quando era esule a Gaeta.

In occasione del 25° anniversario di questo storico avvenimento, al Santuario della Madonna una serie di manifestazioni religiose e culturali si sono programmate per dare giusto risalto a tale evento, soprattutto dopo la canonizzazione di Giovanni Paolo II.  Un convegno culturale è stato programmato pe tale data ad Itri, da chi 25 anni fa visse in prima persona tale gioioso avvenimento, nell’arcidiocesi e tra i Passionisti.

E c’è chi auspica, quanto prima, la venuta al Santuario della Civita anche di Papa Francesco. Qui sono in fase d ultimazione i lavori per accogliere i pellegrini e fare del santuario un centro di spiritualità e di animazione pastorale. In fase di completamento è l’ascensore che abbatterà le barriere architettoniche per diversamente abili e per anziani o malati.

La devozione alla Madonna della Civita parte da molto lontano e supera il millennio. Infatti, la devozione nasce per un evento miracoloso, riferito al rinvenimento del  ritratto bizantino, in cui è raffigurata la Madonna con Bambino, forse scampato all’iconoclastia, come accadde per altri esemplari. Il quadro fu rinvenuto su un leccio sul monte Fusco e da allora divenuto luogo e meta dei pellegrinaggi, soprattutto di sabato e domenica e specialmente nei tempi liturgici e mariani più sentiti dalla devozione popolare come il mese di maggio.

Fun  nel 1147 che, per la prima volta, si fa menzione di una chiesa della Madonna della Civita in alcune donazioni lasciate dal notaio Gualgano e da sua moglie Sighelgarda. Costante fu la popolarità del santuario, tanto che il vescovo di Gaeta mons. Patrizi definì la chiesa devotissima e di antica venerazione e ne procurò il restauro. Mons. Pergamo il 20 luglio 1777 incoronò per la prima volta la Madonna della Civita. La chiesa fu oggetto di notevoli interventi nel corso del XIX secolo. Nel 1877 mons. Contieri  incoronò per la seconda volta la Madonna.

Il 10 febbraio 1849 Pio IX e Ferdinando II visitarono il Santuario. Un museo raccoglie i ricordi di quella giornata. 

Sulla facciata della chiesa sono inseriti frammenti di antichi reperti romani e medioevali.

Nel santuario sono custoditi i numerosi ex voto  raccolti in molti anni di pia devozione; su è costituito di recente un museo della tradizione religiosa popolare. Il santuario, di diritto diocesano, dopo la reggenza dei padri Guanelliani, è stato affidato, nel 1985, ai padri Passionisti, che tuttora ne sono i custodi e gli animatori spirituali. Una comunità di cinque sacerdoti, attualmente pensa ad assicurare il servizio spirituale alla Civita, con la celebrazione delle messe, le confessioni, le benedizioni e altri momenti religiosi e spirituali tipici di un santuario, come quello della Civita che varca i confini della diocesi e costituisce un punto di riferimento per popolazioni del Sud Pontino, Alto casertano, Campania, Lazio e altre Regioni italiane. La devozione alla Madonna della Civita è stata diffusa in varie parti di Mondo, soprattutto in America, dove una attiva comunità di itrani promuove annualmente la festa della Madonna della Civita, in coincidenza con quella patronale della Città di Itri e dell’Arcidiocesi di Gaeta, il giorno 21 luglio.

Attualmente il Santuario è meta di quasi mezzo milione di pellegrini l’anno, di cui non meno del 10% sale ancora a piedi con grande devozione.

NOVENA IN ONORE DELLA MADONNA IMMACOLATA

NOVENA IN ONORE DELLA MADONNA IMMACOLATA

NOVEMBRE-DICEMBRE 2013

A CURA DI PADRE ANTONIO RUNGI – PASSIONISTA 

PRESENTAZIONE 

All’indomani della chiusura dell’anno della fede, indetto da Papa Benedetto XVI e portato a termine da Papa Francesco, in preparazione alla Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria Vergine e Madre, dopo aver pregato davanti all’immagine della Madonna della Civita, in Itri, dove, il 10 febbraio 1849 si recò pellegrino, Papa Pio IX, e decise di promulgare, nel 1854, il dogma dell’Immacolata Concezione, ho ritenuto opportuno predisporre questo sussidio spirituale e liturgico per celebrare degnamente la Novena in preparazione alla Madonna dell’Immacolata di quest’anno 2013. Mi ha spinto in questa direzione non solo l’alta magistero di Papa Francesco, ma anche di tutti i suoi predecessori, in particolare, Papa Giovanni Paolo II, che il 25 giugno 1989, in occasione dei 150 anni della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione, venne in visita pastorale al Santuario della Civita, da pochi anni affidato alla cura pastorale dei Padri Passionisti. Papa Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco, gli ultimi tre grandi Pontefici che la Chiesa ha avuto come guide spirituali ed illuminate, come grandi devoti della Madonna vogliano, con il loro magistero, adeguatamente valorizzato in questo opuscolo della Novena dell’Immacolata, da me curato, aiutarci a prepararci bene, spiritualmente alla Solennità dell’Immacolata Concezione ed anche al Santo Natale. La pubblicazione poi dell’Esortazione di Papa Francesco “Evangelii gaudium (La gioia del Vangelo) mi ha suggerito di partire dal tema della gioia e da Maria, Madre della gioia, per poi concludere il Novenario con Maria, Vergine e Madre Immacolata. Vi affido questo piccolo lavoro, frutto di un cammino interiore e spirituale fatto in questi giorni, soprattutto pregando ai piedi della Vergine Santa, perché anche voi possiate prepararvi alla solennità dell’Immacolata con la preghiera, con la conversione del proprio cuore e soprattutto con l’imitazione di tutte quelle virtù mariane, che vengono indicate in questo itinerario di spiritualità, alla scuola di Cristo e di Maria, nuovo Adamo e nuova Eva per quanti cerca di realizzare il bene in questo nostro tempo, tanto bisognoso di salvezza e redenzione di tutti i generi. 

L’autore:P.Antonio Rungi,passionista 

SCHEMA 

29 NOVEMBRE 2013: MARIA, MADRE DELLA GIOIA 

30 NOVEMBRE 2013: MARIA, MADRE DELLA SPERANZA 

01 DICEMBRE 2013: MARIA, MADRE DELLA MISERICORDIA 

02 DICEMBRE 2013: MARIA, MADRE DELLA TENEREZZA 

03 DICEMBRE 2013: MARIA, MADRE DELLA FAMIGLIA 

04 DICEMBRE 2013: MARIA, MADRE DEL BELL’AMORE 

05 DICEMBRE 2013: MARIA, MADRE DEL SALVATORE 

06 DICEMBRE 2013: MARIA MADRE DELLA CHIESA 

07 DICEMBRE 2013: MARIA, VERGINE E MADRE IMMACOLATA

29 NOVEMBRE 2013: MARIA, MADRE DELLA GIOIA 

DAL VANGELO SECONDO LUCA- CAP.I 

[8]C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. [9]Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, [10]ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: [11]oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. [12]Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». [13]E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva:  [14]«Gloria a Dio nel più alto dei cieli  e pace in terra agli uomini che egli ama». 

RIFLESSIONE 

Perché Maria è detta Fonte della nostra gioia? Per dare risposta a questa domanda è necessario chiederci anzitutto quale sia la gioia di cui Maria è fonte per noi. La gioia cristiana non è l’allegria esteriore e rumorosa che la nostra cultura spesso identifica con questo termine. È invece la serena letizia che nasce dalla certezza di essere amati da Dio, amati personalmente dal nostro Creatore, da colui che tiene nelle sue mani l’universo intero e che ama ciascuno di noi e tutta la grande famiglia umana con un amore appassionato e fedele. Il suo è un amore più grande delle nostre infedeltà e peccati e che – proprio per questo – riscatterà la nostra vita dalla morte. La gioia evangelica è la gioia della fede e della speranza; ma anche la gioia della carità, cioè della comunione con l’amore stesso di Dio. Una gioia che non viene spenta dalle prove e dalle sofferenze che possiamo incontrare, ma si dimostra più forte di esse, dal momento che ha il suo fondamento nell’amore fedele del Padre che si è donato a noi in Gesù Cristo.

Proprio Gesù, venuto a rivelarci e a comunicarci l’amore del Padre, ci ricorda: «Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,11). Di questa gioia che è frutto dello Spirito Santo (cf Gal 5,22) Maria ha fatto esperienza più di ogni altra creatura. Più di ogni altro Maria «ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore» abbandonandosi con totale fiducia nelle mani di Dio. Per questo è dichiarata beata dalla cugina Elisabetta. E lei stessa canta la gioia che nasce da questo affidamento a Dio con le parole del Magnificat: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore». In Maria si realizza dunque la profezia di cui ci ha parlato il profeta Zaccaria: «Gioisci, esulta, Figlia di Sion, perché io vengo ad abitare in mezzo a te» (Zc 2,14). E quanto si realizza in lei è destinato a realizzarsi in ogni battezzato e nell’intera Chiesa del Signore. Guardando a Maria e soprattutto vivendo nei suoi confronti una comunione di amore filiale, ciascuno di noi (e tutta la Chiesa) può percorrere insieme con lei quel pellegrinaggio della fede che l’ha portata a vivere la pienezza della gioia evangelica. Nella Redemptoris Mater Giovanni Paolo II ci ricorda: «Nei riguardi di ogni cristiano, di ogni uomo, Maria è colei “che ha creduto” per prima, e proprio con questa sua fede di sposa e di madre vuole agire su tutti coloro che a lei si affidano come figli. Quanto più questi figli perseverano in tale atteggiamento e in esso progrediscono, tanto più Maria li avvicina alle imperscrutabili ricchezze di Cristo». Invocando l’aiuto di Maria e facendo affidamento nella sua materna intercessione potremo davvero unirci sempre più profondamente a Gesù e sperimentare quella pienezza di gioia che ci ha promesso: «Ora siete nel dolore, ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia» (Gv 16,22). 

TRE AVE MARIA 

TOTA PULCHRA ES MARIA 

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te.

Tu gloria Ierusalem.

Tu laetitia Israel.

Tu honorificentia populi nostri.

Tu advocata peccatorum.

O Maria, O Maria.

Virgo prudentissima.

Mater clementissima.

Ora pro nobis.

Intercede pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

 

Tutta bella sei, Maria,

e il peccato originale non è in te.

Tu gloria di Gerusalemme, tu letizia d’Israele,

tu onore del nostro popolo, tu avvocata dei peccatori.

O Maria! O Maria!

Vergine prudentissima,

Madre clementissima,

prega per noi, intercedi per noi

presso il Signore Gesù Cristo.

 PREGHIAMO

Maria, fonte della nostra gioia, gaudio e letizia della nostra vita, donaci di assaporare la vera gioia, accogliendo Gesù Cristo ogni attimo nella nostra vita, per dialogare con Lui nel segreto del nostro cuore. Amen.

CANTO MARIANO  

30 NOVEMBRE 2013: MARIA, MADRE DELLA SPERANZA 

DAL VANGELO SECONDO LUCA- CAP.I 

26]Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, [27]a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. [28]Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». [29]A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. [30]L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. [31]Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. [32]Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre [33]e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». 

DALLA SPES SALVI DI PAPA BENEDETTO XVI 

Con un inno dell’VIII/IX secolo, quindi da più di mille anni, la Chiesa saluta Maria, la Madre di Dio, come « stella del mare »: Ave maris stella. La vita umana è un cammino. Verso quale meta? Come ne troviamo la strada? La vita è come un viaggio sul mare della storia, spesso oscuro ed in burrasca, un viaggio nel quale scrutiamo gli astri che ci indicano la rotta. Le vere stelle della nostra vita sono le persone che hanno saputo vivere rettamente. Esse sono luci di speranza. Certo, Gesù Cristo è la luce per antonomasia, il sole sorto sopra tutte le tenebre della storia. Ma per giungere fino a Lui abbiamo bisogno anche di luci vicine – di persone che donano luce traendola dalla sua luce ed offrono così orientamento per la nostra traversata. E quale persona potrebbe più di Maria essere per noi stella di speranza – lei che con il suo «sì» aprì a Dio stesso la porta del nostro mondo; lei che diventò la vivente Arca dell’Alleanza, in cui Dio si fece carne, divenne uno di noi, piantò la sua tenda in mezzo a noi (cfr Gv 1,14)? (SS, 49).

TRE AVE MARIA 

TOTA PULCHRA ES MARIA 

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te.

Tu gloria Ierusalem.

Tu laetitia Israel.

Tu honorificentia populi nostri.

Tu advocata peccatorum.

O Maria, O Maria.

Virgo prudentissima.

Mater clementissima.

Ora pro nobis.

Intercede pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

 

Tutta bella sei, Maria,

e il peccato originale non è in te.

Tu gloria di Gerusalemme, tu letizia d’Israele,

tu onore del nostro popolo, tu avvocata dei peccatori.

O Maria! O Maria!

Vergine prudentissima,

Madre clementissima,

prega per noi, intercedi per noi

presso il Signore Gesù Cristo.

 PREGHIAMO

Santa Maria, Madre di Dio, Madre nostra,  insegnaci a credere, sperare ed amare con te.  Indicaci la via verso il suo regno!  Stella del mare, brilla su di noi  e guidaci nel nostro cammino! Amen. 

CANTO MARIANO 

01 DICEMBRE 2013: MARIA, MADRE DELLA MISERICORDIA

DAL VANGELO SECONDO LUCA – CAP.I 

[46]Allora Maria disse:

«L’anima mia magnifica il Signore

[47]e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

[48]perché ha guardato l’umiltà della sua serva.

 D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

[49]Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente

 e Santo è il suo nome:

[50]di generazione in generazione la sua misericordia

si stende su quelli che lo temono.

[51]Ha spiegato la potenza del suo braccio,

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

[52]ha rovesciato i potenti dai troni,

ha innalzato gli umili;

[53]ha ricolmato di beni gli affamati,

ha rimandato a mani vuote i ricchi.

[54]Ha soccorso Israele, suo servo,

ricordandosi della sua misericordia,

[55]come aveva promesso ai nostri padri,

ad Abramo e alla sua discendenza,

 per sempre».

 RIFLESSIONE

Il titolo Maria, Madre della misericordia, celebra la benignità, la magnanimità, la dignità della beata Vergine esaltata nei cieli. Maria portando a compimento ciò che era stato prefigurato nella regina Ester  «interviene incessantemente per noi presso il Figlio» suo per la salvezza del popolo, che ricorre a lei fiducioso nelle tribolazioni e nei pericoli. La Madre del Signore e la «regina clemente», «esperta della benevolenza (di Dio), accoglie quanti nella tribolazione ricorrono a lei»  e salutata «conforto dei penitenti e speranza dei miseri» Questo titolo, giustamente celebra la santa Vergine, sia perché ci ha generato Gesù Cristo, che e la misericordia visibile dell’invisibile Dio misericordioso, sia perché è madre spirituale dei fedeli, piena di grazia e di misericordia: la beata Vergine è chiamata «madre della misericordia»  il che significa che è infinitamente misericordiosa, madre clementissima e tenerissima, madre dolcissima».

Due volte nel cantico «Magnificat», Maria ha lodato Dio che usa misericordia: «Di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono»; «ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia». Per questo i fedeli desiderano vivamente «magnificare con Maria la bontà infinita» di Dio, la donna che ha fatto un ‘esperienza della misericordia di Dio. Ella è «la regina clemente, esperta della benevolenza (di Dio), accoglie quanti nella tribolazione ricorrono a lei. Tali parole ci ricordano ciò che scrive Giovanni Paolo Il riguardo alla beata Vergine nell’Encliclica Dives in misericordia: «Maria (…) in modo particolare ed eccezionale – come nessun altro – ha sperimentato la misericordia; (…) avendo fatto esperienza della misericordia in una maniera straordinaria» (DIM, 9). 

TRE AVE MARIA 

TOTA PULCHRA ES MARIA 

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te.

Tu gloria Ierusalem.

Tu laetitia Israel.

Tu honorificentia populi nostri.

Tu advocata peccatorum.

O Maria, O Maria.

Virgo prudentissima.

Mater clementissima.

Ora pro nobis.

Intercede pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

 

Tutta bella sei, Maria,

e il peccato originale non è in te.

Tu gloria di Gerusalemme, tu letizia d’Israele,

tu onore del nostro popolo, tu avvocata dei peccatori.

O Maria! O Maria!

Vergine prudentissima,

Madre clementissima,

prega per noi, intercedi per noi

presso il Signore Gesù Cristo.

 PREGHIAMO 

Dio di bontà infinita,  concedi ai tuoi fedeli,  per intercessione della beata Vergine Maria, madre di misericordia,  di sperimentare sulla terra la tua clemenza, e di contemplare la tua gloria nel cielo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,  e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 CANTO MARIANO 

02 DICEMBRE 2013: MARIA, MADRE DELLA TENEREZZA 

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI- CAP.III 

[16]Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. [17]Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. [18]Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. [19]E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. [20]Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. [21]Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio. 

RIFLESSIONE 

Il titolo di Maria Madre della Tenerezza ci porge questa domanda: “A chi appartieni?” E’ la domanda centrale della nostra vita spirituale. Apparteniamo al mondo, alle sue inquietudini, al suo popolo, alla sua infinita catena di sollecitazioni, o apparteniamo a Dio? Rispondere a questa domanda non è troppo difficile. La contemplazione di Maria, Madre della tenerezza è un invito gentile a lasciare per un momento l’ambito costrittivo, a volte lacerante del mondo, per entrare nella sfera liberante di Dio. Il Cardinale Henry Newman, prima anglicano e poi convertito al cattolicesimo per opera del Beato Domenico della Madre di Dio, passionista, scriveva circa la Madonna, Madre della tenerezza: ”Cerco sempre un contatto visivo con coloro che mi parlano. Questo mi fa sentire accettato, preso sul serio. Ma quando cercai fare lo stesso con l’icona della Vergine della tenerezza, mi accorsi che questo non era possibile e rimasi turbato. Volevo che mi guardasse, che mi riconoscesse suo figlio, amico personale. Ma la Madre di Dio non mi guardava”. I suoi occhi guardano all’interno la vita di Dio e all’esterno la vita del mondo. Sguardo al Creatore e alla creazione. Il significato dello sguardo fisso di Maria è accentuato dalle stelle che brillano sulla fronte e sulle spalle e che indicano la sua verginità, segno di una presenza divina che avvolge tutta la persona. Lei ci guarda con gli stessi occhi con cui guarda Gesù. Ci vede come uomini e donne chiamati dalle tenebre del peccato alla luce della fede, chiamati a diventare figli di Dio. E’ difficile per noi questo sguardo, perché desideriamo essere visti e accettati nella nostra realtà mondana e non in quella spirituale. Desideriamo talmente essere visti, che siamo poco abituati ad essere guardati. “Tu appartieni a Dio” ci dice questo titolo. La tenerezza di Maria è la tenerezza di Dio e del suo Figlio, Gesù Cristo. Tutto l’essere della Madre è per Gesù. La sua mano non insegna, non spiega, non implora; semplicemente offre il Bambino come Salvatore del mondo a tutti coloro che sono disposti a vedere Gesù con gli occhi della fede. La mano di Maria sintetizza tutta l’icona in un solo canto: “L’anima mia magnifica il Signore”. Vuole che troviamo anche noi lo spazio interiore dove collocarci per questa adorazione. La sua mano acquista importanza, ci chiama, vuole che vinciamo le nostre paure, vuole che confidiamo in Dio come ha fatto lei. Man mano che il nostro sguardo spazia dagli occhi alle mani, riconosciamo la sua profonda pazienza. Pazienza è un termine collegato con “Patire”. Lei, donna glorificata, è stata la donna dal cuore trapassato da una spada. Lei sa cosa significa il mite patire. Sa cosa vuol dire essere povero, oppresso, profugo, essere tenuto a distanza, stare ai piedi della croce, serbare pensieri e sentimenti che non possono essere condivisi con nessuno. Queste sofferenze indugiano nella fissità dei suoi occhi e nel gesto delle mani, non come pena che indurisce, ma come segni glorificati della sua pazienza. Maria è solo la Madre del Figlio crocifisso, ma di tutte le persone che al mondo patiscono, conosce le nostre esitazioni, i nostri dubbi, le nostre tristezze. Attende con pazienza che dal nostro cuore scaturisca il “si”. La sua pazienza è salda, confidente, perseverante. La sua mano indica sempre là, il cuore del mistero dell’Incarnazione, ci invita ad andare a Gesù che è la via alla casa di Dio, a cui noi in realtà apparteniamo. 

TRE AVE MARIA 

TOTA PULCHRA ES MARIA 

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te.

Tu gloria Ierusalem.

Tu laetitia Israel.

Tu honorificentia populi nostri.

Tu advocata peccatorum.

O Maria, O Maria.

Virgo prudentissima.

Mater clementissima.

Ora pro nobis.

Intercede pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

 

Tutta bella sei, Maria,

e il peccato originale non è in te.

Tu gloria di Gerusalemme, tu letizia d’Israele,

tu onore del nostro popolo, tu avvocata dei peccatori.

O Maria! O Maria!

Vergine prudentissima,

Madre clementissima,

prega per noi, intercedi per noi

presso il Signore Gesù Cristo. 

PREGHIAMO 

O Dio che ci hai dato per Madre, la tua tenerissima Madre, fa che sul suo esempio anche noi diventiamo teneri e accoglienti verso i nostri fratelli, amandoli come Tu ci hai amato fino al sacrificio supremo della Croce. Amen 

CANTO MARIANO 

03 DICEMBRE 2013: MARIA, MADRE DELLA FAMIGLIA

DAL VANGELO SECONO LUCA – CAP.II 

[41]I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. [42]Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l’usanza; [43]ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. [44]Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; [45]non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. [46]Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. [47]E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. [48]Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». [49]Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». [50]Ma essi non compresero le sue parole.  [51]Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. [52]E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. 

DALL’ESORTAZIONE APOSTOLICA DI GIOVANNI PAOLO II ROSARIUM VIRGINIS MARIAE 

Il Rosario è anche, da sempre, preghiera della famiglia e per la famiglia. Un tempo questa preghiera era particolarmente cara alle famiglie cristiane, e certamente ne favoriva la comunione. Occorre non disperdere questa preziosa eredità. Bisogna tornare a pregare in famiglia e a pregare per le famiglie, utilizzando ancora questa forma di preghiera….La famiglia che prega unita, resta unita. Il Santo Rosario, per antica tradizione, si presta particolarmente ad essere preghiera in cui la famiglia si ritrova. I singoli membri di essa, proprio gettando lo sguardo su Gesù, recuperano anche la capacità di guardarsi sempre nuovamente negli occhi, per comunicare, per solidarizzare, per perdonarsi scambievolmente, per ripartire con un patto di amore rinnovato dallo Spirito di Dio…Molti problemi delle famiglie contemporanee, specie nelle società economicamente evolute, dipendono dal fatto che diventa sempre più difficile comunicare. Non si riesce a stare insieme, e magari i rari momenti dello stare insieme sono assorbiti dalle immagini di un televisore. Riprendere a recitare il Rosario in famiglia significa immettere nella vita quotidiana ben altre immagini, quelle del mistero che salva: l’immagine del Redentore, l’immagine della sua Madre Santissima. La famiglia che recita insieme il Rosario riproduce un po’ il clima della casa di Nazareth: si pone Gesù al centro, si condividono con lui gioie e dolori, si mettono nelle sue mani bisogni e progetti, si attingono da lui la speranza e la forza per il cammino. (n.41) 

TRE AVE MARIA 

TOTA PULCHRA ES MARIA 

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te.

Tu gloria Ierusalem.

Tu laetitia Israel.

Tu honorificentia populi nostri.

Tu advocata peccatorum.

O Maria, O Maria.

Virgo prudentissima.

Mater clementissima.

Ora pro nobis.

Intercede pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

 

Tutta bella sei, Maria,

e il peccato originale non è in te.

Tu gloria di Gerusalemme, tu letizia d’Israele,

tu onore del nostro popolo, tu avvocata dei peccatori.

O Maria! O Maria!

Vergine prudentissima,

Madre clementissima,

prega per noi, intercedi per noi

presso il Signore Gesù Cristo.

PREGHIAMO 

O Dio, nostro Padre, che nella santa Famiglia ci hai dato un vero modello di vita, fa’ che, per intercessione della Beata Vergine Maria e di San Giuseppe, nelle nostre famiglie fioriscano le stesse virtù e lo stesso amore, perché, riuniti insieme nella tua casa, possiamo godere la gioia senza fine. Per Cristo, nostro Signore. Amen. 

CANTO MARIANO 

04 DICEMBRE 2013: MARIA, MADRE DEL BELL’AMORE 

DAL VANGELO SECONDO LUCA – CAP. VI 

[27]Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, [28]benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. [29]A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. [30]Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. [31]Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. [32]Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. [33]E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. [34]E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. [35]Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi.  [36]Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. [37]Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; [38]date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio». 

RIFLESSIONE 

L’espressione «madre de bell’amore» si trova nel Siracide 24,24 «Io sono la madre del bell’amore e del timore, della conoscenza e della santa speranza».

La Chiesa, celebrando il mistero e la funzione della beata Vergine Maria contempla con gioia la sua bellezza spirituale.

La bellezza e lo splendore della santità e della verità di Dio, «fonte dell’eterna bellezza»  ed anche immagine della bontà e della fedeltà di Cristo, il più bello «tra i figli degli uomini». La beata Vergine per tre motivi è detta «bella», cioè amabile e pura: perché, essendo «piena di grazia» e «arricchita dei doni dello Spirito», «è rivestita della gloria del Figlio e adornata di ogni virtù» ; perché nel modo più puro amò appassionatamente Dio, il suo mirabile Figlio e tutti gli uomini, di un amore cioè verginale, sponsale e materno; perché fu splendidamente partecipe del mistero della concezione e della nascita di Cristo, nonché della sua morte e risurrezione, aderendo con la dolcezza e la forza dell’amore in perfetta sintonia al disegno salvifico di Dio.

Nella Vergine Maria che è «tutta bella» e «senza macchia», si trovano, portate a perfezione, le egregie virtù delle donne dell’Antico Testamento: la bellezza e l’amore della Sposa, del Cantico, la bellezza e la saggezza di Giuditta, lo splendore e la grazia della Regina, sposa del Re messianico. La «via della bellezza» è il cammino della perfezione cristiana; i fedeli che la percorrono «insieme con Maria» sono aiutati «a progredire nella, via del santo amore» e si rivolgono a Dio, «perché ripudiando la turpitudine del peccato (si innamorino) della bellezza incorruttibile». 

TRE AVE MARIA 

TOTA PULCHRA ES MARIA 

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te.

Tu gloria Ierusalem.

Tu laetitia Israel.

Tu honorificentia populi nostri.

Tu advocata peccatorum.

O Maria, O Maria.

Virgo prudentissima.

Mater clementissima.

Ora pro nobis.

Intercede pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

 

Tutta bella sei, Maria,

e il peccato originale non è in te.

Tu gloria di Gerusalemme, tu letizia d’Israele,

tu onore del nostro popolo, tu avvocata dei peccatori.

O Maria! O Maria!

Vergine prudentissima,

Madre clementissima,

prega per noi, intercedi per noi

presso il Signore Gesù Cristo. 

PREGHIAMO

Dio d’eterna sapienza e d’infinito amore, che dal talamo purissimo di Maria hai fatto uscire lo Sposo della Chiesa, Gesù Cristo tuo Figlio, il più bello tra i figli degli uomini, per intercessione della sua gloriosa Madre, dona letizia e pace a tutti i popoli e fa’ splendere la tua santità nei nostri cuori. Per Cristo, nostro Signore. Amen. 

CANTO MARIANO 

05 DICEMBRE 2013: MARIA, MADRE DEL SALVATORE 

DAL VANGELO SECONDO MATTEO – CAP.XII 

[46]Mentre egli parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. [47]Qualcuno gli disse: «Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti». [48]Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». [49]Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; [50]perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre». 

RIFLESSIONE 

La possibilità di essere madre del Salvatore è offerta a tutti i credenti; lo ha dichiarato solennemente il Salvatore in persona quando ha affermato: «Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, è per me fratello, sorella e madre» (Mt 12,48). Questo nulla toglie alla grandezza e alla unicità della Vergine Maria; nelle parole di Gesù, infatti, è espresso l’elogio più bello a sua mamma, dal momento che nessuno è stato, come lei, docile al disegno misterioso di Dio e nessuno si è posto al servizio dell’Altissimo con altrettanta prontezza e disponibilità: «Eccomi, sono la serva del Signore; avvenga di me secondo la tua parola» (Lc 1,38). Nella sorpresa trepidante dell’Annunciazione come nella straziante angoscia ai piedi della croce Maria rimane l’icona inarrivabile della fedeltà. E Madre del Salvatore perché, secondo il commento di sant’Agostino, ha concepito il Figlio eterno prima nel cuore che nel grembo; un cuore umile e disponibile, un cuore abitato dall’unico silenzio che meriti questo nome: il silenzio dell’adorazione. Prima nel cuore, quindi; ma anche nel grembo. Qui l’unicità della Vergine si rivela assoluta: lei sola è madre del Salvatore perché è in lei che il Verbo, scendendo dal trono regale, si è fatto carne (Gv 1,14); solo a lei è rivolto l’elogio, commovente nella sua concretezza, fiorito sulle labbra di un’altra donna che, affascinata dalla persona e dalle parole di Gesù, ha dichiarato beata colei che lo aveva portato in grembo e da cui aveva preso il latte (Lc 11,27). Ogni maternità è un mistero che coinvolge Dio, dal momento che è lui che ci ha tessuto nel grembo di nostra madre (Sal 139,13b). Ma in quello di Maria è la Sapienza stessa che si è costruita una casa (Prov 9,1), è l’Eterno che ha rivestito carne mortale. La Vergine è la porta regale attraverso cui la salvezza ha fatto il suo ingresso nel mondo, è l’arca dell’alleanza. Sono molte le immagini, quasi tutte tratte dalla Bibbia, nelle quali si tenta di esprimere il mistero della divina maternità di Maria, ma tale mistero continua a rimanere ineffabile: il cuore di una giovane donna e l’immensità di Dio; gesti di assoluta semplicità quotidiana, compiuti nell’abisso rovente della divina Trinità. Una mamma riversa la sua tenerezza sul suo bambino, lo coccola, lo consola, lo nutre, lo protegge; cose antiche come la storia dell’uomo. Ma quel bambino è Dio, i gesti di quella mamma sono offerti all’Altissimo: Maria insegna parole umane a colui che è la Parola, conta i giorni, i mesi e gli anni di colui che è l’Eterno, suggerisce come ci si comporta sulla scena di questo mondo a colui che è venuto ad insegnarci come si comportano i figli di Dio. Poco alla volta, con discrezione, Maria si mette in disparte. Lo fa ogni mamma che deve lasciare spazi sempre più ampi alla libera realizzazione del suo bambino, divenuto adolescente e uomo. Ma il mettersi in disparte di Maria è entrare in un rapporto ancora più profondo e vitale con suo Figlio: diminuiscono i suggerimenti della Madre e cresce il suo ascolto; non gli chiede più di seguirlo, gli va dietro. La Mamma diventa discepola; la prima, la più attenta, la più docile: «Maria conservava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19); custodiva con amore le parole e i gesti di Gesù, il suo maestro e salvatore, nel suo cuore eternamente giovane, perché apparteneva, fin dal primo battito, a Dio. Maria è madre del Salvatore e di tutti coloro che gli appartengono: madre nostra, quindi; e della Chiesa. Le chiediamo che ci aiuti ad essere discepoli attenti e docili del suo Signore, perché possiamo entrare, anche noi, sempre più profondamente nel mistero della divina maternità. «Salve, o amata dal Signore; salve, tu che siedi presso l’Altissimo. Il bambino nato da te salverà tutte le tribù di Israele, tutte le nazioni della terra. Salve, Madre di Dio, Madre del Salvatore» (Cirillo d’Alessandria).

TRE AVE MARIA 

TOTA PULCHRA ES MARIA 

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te.

Tu gloria Ierusalem.

Tu laetitia Israel.

Tu honorificentia populi nostri.

Tu advocata peccatorum.

O Maria, O Maria.

Virgo prudentissima.

Mater clementissima.

Ora pro nobis.

Intercede pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

 

Tutta bella sei, Maria,

e il peccato originale non è in te.

Tu gloria di Gerusalemme, tu letizia d’Israele,

tu onore del nostro popolo, tu avvocata dei peccatori.

O Maria! O Maria!

Vergine prudentissima,

Madre clementissima,

prega per noi, intercedi per noi

presso il Signore Gesù Cristo.

 PREGHIAMO 

O Dio, nostro Padre e Salvatore, in Maria “Stella della nuova evangelizzazione”, spronaci e accompagnaci Tu sui passi di una pastorale instancabilmente missionaria con un unico e decisivo programma: annunciare Cristo, Redentore dell’uomo. Amen. 

CANTO MARIANO 

06 DICEMBRE 2013: MARIA MADRE DELLA CHIESA 

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI- CAP. XIX 

[25]Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. [26]Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». [27]Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. 

RIFLESSIONE 

Maria è strettamente associata, per il suo legame con Gesù, a ciò che crediamo. Nel concepimento verginale di Maria abbiamo un segno chiaro della filiazione divina di Cristo. L’origine eterna di Cristo è nel Padre, Egli è il Figlio in senso totale e unico; e per questo nasce nel tempo senza intervento di uomo. Essendo Figlio, Gesù può portare al mondo un nuovo inizio e una nuova luce, la pienezza dell’amore fedele di Dio che si consegna agli uomini. D’altra parte, la vera maternità di Maria ha assicurato per il Figlio di Dio una vera storia umana, una vera carne nella quale morirà sulla croce e risorgerà dai morti. Maria lo accompagnerà fino alla croce (cfr Gv 19,25), da dove la sua maternità si estenderà ad ogni discepolo del suo Figlio (cfr Gv 19,26-27). Sarà presente anche nel cenacolo, dopo la Risurrezione e l’Ascensione di Gesù, per implorare con gli Apostoli il dono dello Spirito Santo (cfr At 1,14). Il movimento di amore tra il Padre e il Figlio nello Spirito ha percorso la nostra storia; Cristo ci attira a Sé per poterci salvare (cfr Gv 12,32). Al centro della fede si trova la confessione di Gesù, Figlio di Dio, nato da donna, che ci introduce, per il dono dello Spirito Santo, nella figliolanza adottiva (cfr Gal 4,4-6) (Dall’Enciclica Lumen fidei di Papa Francesco).

 TRE AVE MARIA 

TOTA PULCHRA ES MARIA 

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te.

Tu gloria Ierusalem.

Tu laetitia Israel.

Tu honorificentia populi nostri.

Tu advocata peccatorum.

O Maria, O Maria.

Virgo prudentissima.

Mater clementissima.

Ora pro nobis.

Intercede pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

 

Tutta bella sei, Maria,

e il peccato originale non è in te.

Tu gloria di Gerusalemme, tu letizia d’Israele,

tu onore del nostro popolo, tu avvocata dei peccatori.

O Maria! O Maria!

Vergine prudentissima,

Madre clementissima,

prega per noi, intercedi per noi

presso il Signore Gesù Cristo. 

PREGHIAMO

A Maria, madre della Chiesa e madre della nostra fede, ci rivolgiamo in preghiera. Aiuta, o Madre, la nostra fede! Apri il nostro ascolto alla Parola, perché riconosciamo la voce di Dio e la sua chiamata. Sveglia in noi il desiderio di seguire i suoi passi, uscendo dalla nostra terra e accogliendo la sua promessa. Aiutaci a lasciarci toccare dal suo amore, perché possiamo toccarlo con la fede. Aiutaci ad affidarci pienamente a Lui, a credere nel suo amore, soprattutto nei  momenti di tribolazione e di croce, quando la nostra fede è chiamata a maturare. Semina nella nostra fede la gioia del Risorto. Ricordaci che chi crede non è mai solo. Insegnaci a guardare con gli occhi di Gesù, affinché Egli sia luce sul nostro cammino. E che questa luce della fede cresca sempre in noi, finché arrivi quel giorno senza tramonto, che è lo stesso Cristo, il Figlio tuo, nostro Signore! Amen

CANTO MARIANO 

07 DICEMBRE 2013: MARIA, VERGINE E MADRE IMMACOLATA 

DALLA LETTERA DI SAN PAOLO APOSTOLO AGLI EFESINI 

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,  che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo  per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi  mediante Gesù Cristo,  secondo il disegno d’amore della sua volontà,  a lode dello splendore della sua grazia,  di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.  In lui siamo stati fatti anche eredi,  predestinati – secondo il progetto di colui  che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo 

RIFLESSIONE 

Fu Sant’Anselmo che per primo mise in luce la vera grandezza del mistero che si attua nella concezione di Maria: la sua preservazione dal peccato. Già nel 1439 il concilio di Basilea considerò questo mistero come una verità di fede, e Pio IX ne proclamò il dogma nel 1854. Dio ha voluto Maria per la salvezza dell’umanità, perché ha voluto che il Salvatore fosse «figlio dell’uomo»; per questo viene applicata a Maria, con pienezza di significato, la parola di Dio contro il tentatore: «Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa» (Gn 3,15). E Maria viene riconosciuta come la «nuova Eva, madre di tutti i viventi». Così Maria appare accanto a Cristo, il nuovo Adamo, e perciò ci si presenta come colei che aiuta a riscoprire e a rispettare il posto della donna nella salvezza dell’umanità. Richiama ed esalta il posto e il compito della vergine, della sposa, della madre, della vedova, nella società, nella Chiesa e nel mondo; rivendica la dignità della donna contro ciò che la attenta.

Alla luce del dogma dell’Immacolata Concezione si comprende meglio la nostra identità di cristiani, prescelti e predestinati alla gloria futura. La scelta che Dio ha fatto di ogni essere umano che viene all’esistenza per essere inserito nel Cristo e per avere in lui il suo posto nel mondo, nella Chiesa, viene richiamato dalla pagina di Paolo. Siamo tutti voluti e amati da Dio, ciascuno ha il suo inconfondibile posto nell’umanità, ciascuno vi deve operare in maniera santa, senza macchia, nella carità. Maria sta certo al vertice di questa corrispondenza. Maria Santissima, sottratta al peccato «originale», è anche la garanzia che nel mondo il bene è più forte e più contagioso del male. Con lei, la prima redenta, ha inizio una storia di grazia «contagiosa». 

TRE AVE MARIA 

TOTA PULCHRA ES MARIA 

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te.

Tu gloria Ierusalem.

Tu laetitia Israel.

Tu honorificentia populi nostri.

Tu advocata peccatorum.

O Maria, O Maria.

Virgo prudentissima.

Mater clementissima.

Ora pro nobis.

Intercede pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

 

Tutta bella sei, Maria,

e il peccato originale non è in te.

Tu gloria di Gerusalemme, tu letizia d’Israele,

tu onore del nostro popolo, tu avvocata dei peccatori.

O Maria! O Maria!

Vergine prudentissima,

Madre clementissima,

prega per noi, intercedi per noi

presso il Signore Gesù Cristo. 

PREGHIAMO

O Padre, che nell’Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui l’hai preservata da ogni macchia di peccato, concedi anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di spirito. Per il nostro… 

PREGHIERA CONCLUSIVA TRATTA DALLE VARIE PREGHIERE ALL’IMMACOLATA DI PAPA GIOVANNI PAOLO II. 

Vergine Immacolata!

La tua intatta bellezza spirituale

è per noi sorgente viva di fiducia e di speranza.

Aiutaci a costruire un mondo

dove la vita dell’uomo sia sempre amata e difesa,

ogni forma di violenza bandita,

la pace da tutti tenacemente ricercata.

Con premura materna, Vergine Maria,

guida sempre i nostri passi sulle vie del bene.

A Te si volge il nostro sguardo con più forte trepidazione,

a Te ricorriamo con più insistente fiducia

in questi tempi segnati da non poche incertezze e timori

per le sorti presenti e future dell’umanità.

A Te, primizia dell’umanità redenta da Cristo,

finalmente liberata dalla schiavitù del male e del peccato,

eleviamo insieme una supplica accorata e fidente:

ascolta il grido di dolore delle vittime

delle guerre e di tante forme di violenza,

che insanguinano la Terra.

Dirada le tenebre della tristezza e della solitudine,

dell’odio e della vendetta.

Apri la mente e il cuore di tutti alla fiducia e al perdono!

Madre di misericordia e di speranza,

ottieni per gli uomini e le donne del terzo millennio

il dono prezioso della pace:

pace nei cuori e nelle famiglie, nelle comunità e fra i popoli;

pace soprattutto per quelle nazioni

dove si continua ogni giorno a combattere e a morire.

Fa’ che ogni essere umano, di tutte le razze e culture,

incontri ed accolga Gesù,

venuto sulla terra  e morto sulla croce per noi.

In Te, “umile ed alta più che creatura”,

la grazia divina ha riportato piena vittoria sul male.

Preservata da ogni macchia di colpa,

Tu sei per noi, pellegrini sulle strade del mondo,

luminoso modello di coerenza evangelica

e pegno validissimo di sicura speranza.

Prega, o Madre, per tutti noi.

Prega per l’umanità che soffre miseria e ingiustizia,

violenza e odio, terrore e guerre.

Prega per noi, Madre della speranza!

“Donaci giorni di pace, veglia sul nostro cammino.

Fa’ che vediamo il tuo Figlio,

pieni di gioia nel cielo”.

Tu sei la Tutta Bella,

che l’Altissimo ha vestita della sua potenza.

Tu sei la Tutta Santa, che Iddio s’è preparata

come sua intatta dimora di gloria.

Ave, Tempio arcano di Dio,

ave piena di grazia,

 intercedi per noi ora e sempre. Amen.

 

ATTO DI AFFIDAMENTO ALLA MADONNA DI PAPA FRANCESCO 

Beata Maria Vergine di Fatima,

con rinnovata gratitudine per la tua presenza materna

uniamo la nostra voce a quella di tutte le generazioni  

che ti dicono beata.

Celebriamo in te le grandi opere di Dio,

che mai si stanca di chinarsi con misericordia sull’umanità,

afflitta dal male e ferita dal peccato,

per guarirla e per salvarla.

Accogli con benevolenza di Madre

l’atto di affidamento che oggi facciamo con fiducia,

dinanzi a questa tua immagine a noi tanto cara.

Siamo certi che ognuno di noi è prezioso ai tuoi occhi

e che nulla ti è estraneo di tutto ciò che abita nei nostri cuori.

Ci lasciamo raggiungere dal tuo dolcissimo sguardo

e riceviamo la consolante carezza del tuo sorriso.

Custodisci la nostra vita fra le tue braccia:

benedici e rafforza ogni desiderio di bene;

ravviva e alimenta la fede;

sostieni e illumina la speranza;

suscita e anima la carità;

guida tutti noi nel cammino della santità.

Insegnaci il tuo stesso amore di predilezione

per i piccoli e i poveri,

per gli esclusi e i sofferenti,

per i peccatori e gli smarriti di cuore:

raduna tutti sotto la tua protezione

e tutti consegna al tuo diletto Figlio, il Signore nostro Gesù. Amen. 

SALVE REGINA 

PREGHIERA CONCLUSIVA 

O Dio che ci hai concesso di prepararci nella preghiera alla solennità della Madonna Immacolata, fa che quanto lo Spirito Santo ha suggerito alle nostre menti e ai nostri cuori, durante il novenario, si traduca in stile di vita cristiana, imitando la Vergine Maria, preservata da ogni macchia di peccato originale, ad evitare il peccato e il male nella nostra vita e di non essere di scandalo ai più piccoli di questo nostro afflitto mondo, fatto di miserie e passioni di ogni genere. Amen.

BENEDIZIONE  DEL SACERDOTE 

CANTO MARIANO FINALE