Una mia riflessione sulla morte del Papa emerito, Benedetto XVI

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Una mia riflessione sulla morte del Papa Emerito, Benedetto XVI
di padre Antonio Rungi
Di fronte alla morte del Papa emerito, Benedetto XVI, come davanti alla morte di ogni persona, piccola o grande, nota o sconosciuta, potente o debole, a mio modesto avviso sono necessari il silenzio e la preghiera, come stanno facendo tanti fedeli, da tutto il mondo, che stanno sfilando davanti alla salma del Papa emerito per l’ultimo saluto e per pregare per lui.
Da tre giorni continuativamente e ovunque ci rivolgiamo per vedere qualcosa o sentire oppure leggere una notizia sono scesi in campo gli esperti per analizzare la figura del Papa emerito. I cosiddetti analisti, studiosi, coloro che sanno di tutto e di più, che leggono dove non c’è niente da leggere, interpretando dove tutto è invece chiaro, sospettano quando tutto è evidente, dovrebbero fare silenzio e solo pregare questo santo, come tanti santi che nella chiesa si sono sacrificati per il bene della barca di Pietro e per la stessa umanità.
Lo sappiano tutti chi era Papa Benedetto, della sua statura ed elevatura culturale, e morale, ma forse una cosa che non tutti sanno e che è il caso di approfondire: quella della sua santità, come ricerca continua di Dio e della verità. Una santità fatta di semplicità, umiltà, essenzialità, riservatezza, delicatezza, capacità di ascolto di tutti, di rispetto di tutti, del suo coraggio nell’affrontare i tanti problemi che c’erano nella Chiesa, in quanto costituita da persone umane, con le loro fragilità, le loro debolezze e i loro peccati. Una Chiesa non diversa da altre istituzioni dove sono in gioco persone con i propri limiti e che ogni giorno sono sotto la lente dell’opinione pubblica con i vari scandali, che poi si mettono a tacere per evidenti interessi di parte. Ma parliamo anche di una chiesa fatta di santi, che ogni giorno continuano a testimoniare l’amore a Cristo e ai fratelli nel sacrificio totale della propria vita, nella generosità, nella carità senza limiti, molte volte uccisi, derisi, calunniati e diffamati per buttare fango sulla Chiesa di Cristo. Se vogliamo fare un servizio di verità sulla figura di Papa Benedetto, più che prendere libri e scritti di filosofia, teologia ed altro che ha pubblicato, prendiamo in mano ciò che ha offerto alla Chiesa come Pontefice nel corso di otto anni di ministero petrino e leggiamo attentamente ciò che è l’insegnamento di un Papa dei nostri giorni. Un Papa che non può essere ingabbiato in schemi precostituiti, quasi a collocarlo in opposizione a qualcuno, tra i tradizionalisti e progressisti. Un insegnamento ci è venuto da lui su cui c’è poco da discutere e fare analisi: il suo pensionamento. Si tratta di una decisione non di dimettersi, come si dice, ma di prendere atto che ad una certa età, con la salute precaria, con difficoltà di muoversi facilmente nel contesto di una nuova figura di pontefice adatta ai nostri tempi, la cosa più saggia è quella di farsi da parte e lasciare il campo a persone che lo Spirito Santo indica di volta in volta alla guida della Chiesa in tutti i momenti della sua storia.
La Chiesa non è del Papa dei momenti, dei Vescovi, dei preti, dei religiosi o dei fedeli laici, la Chiesa è di Cristo e Lui provvede a mettere al posto giusto la persona giusta per guidare il popolo di Dio verso i pascoli eterni e la salvezza.
Papa Benedetto XVI è stato il Papa che il Signore ha posto sul soglio di Pietro negli anni 2005-2013, come oggi mantiene su questo stesso soglio Papa Francesco , al quale va tutto il nostro affetto, apprezzamento ed incoraggiamento e soprattutto la nostra preghiera. Papi eletti regolarmente, come regolare è l’atto di dimissione dal suo mandato, firmato da Papa Benedetto e andato in vigore dalle ore 20 del 28 febbraio 2013. Si tratta di un precedente che potrà essere seriamente preso in considerazione di qualsiasi altro Pontefice in futuro, in quanto nessuno è eterno su questa terra e nessuno potere deve essere considerato per sempre, anche quando non ci sono le condizioni fisiche e psichiche per portare avanti il proprio ufficio.
Ora Papa Benedetto dal cielo aiuterà meglio il cammino del popolo santo di Dio verso la gioia e la pace del Paradiso.
Sono convinto che tra qualche anno, non meno di 5 previsti, tranne dispense che sempre si possono concedere, papa Benedetto sarà riconosciuto ufficialmente santo, non della santità della porta accanto, ma di quella santità che sta dentro ad un cuore grande, gentile e semplice come quello del nostro amato e venerato pontefice emerito.
Ora sono necessari il silenzio e la preghiera più che interminabili discorsi e personali interpretazioni di una vita così straordinariamente ricca, che solo Dio, Amore e Misericordia infinita, conosce profondamente, come quella di Papa Benedetto e di tutti noi uomini della Terra.
Una mia riflessione sulla morte del Papa emerito, Benedetto XVIultima modifica: 2023-01-03T09:39:47+01:00da pace2005
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