P.RUNGI. NUOVA NOVENA DI NATALE 2017

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NOVENA DEL SANTO NATALE 2017

COMPOSTA DA PADRE ANTONIO RUNGI

PASSIONISTA 

  1. L’umanità di Gesù Cristo

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Filippesi (Fil 2,6-8)

<<Cristo, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini.  Apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce>>.

Gesù venendo assumendo la natura umana, ha svuotato se stesso, mettendo da parte gli attributi divini che non erano compatibili con la realtà dell’incarnazione. Questo svuotamento è servito dunque per assumere la condizione di servo, l’esatto opposto della condizione di Dio. Durante la sua vita terrena egli non volle comportarsi come Dio e signore degli uomini, ma come servo, privo di ogni dignità, autorità e potere, completamente dedito all’umile servizio degli altri. Nel mistero dell’incarnazione. Gesù è divenuto simile agli uomini, ma non solo: è stato riconosciuto in tutto e per tutto come un uomo. Non solo: in mezzo agli uomini egli si è ulteriormente umiliato, ha portato il suo svuotamento fino in fondo.In cosa è consistito questo svuotamento totale? Nella rinuncia a sentimenti di vanità, ambizione, autoesaltazione propri dell’essere umano. Egli piuttosto ha assunto una ferma e risoluta mitezza, aliena da ogni violenza, propria del servo di Dio.

Momento di riflessione personale e silenziosa

Padre nostro, Ave Maria, Gloria…

Preghiamo. Signore Gesù che nel mistero della tua incarnazione sei sceso ai nostri umani livelli, per insegnarci a vivere da esseri umani e non da esseri superiori e alieni da questo mondo, indicaci, in questo Natale, la strada che porta a Te, che segua Te e che Ti serva in tutti i fratelli della terra. Amen.

Canto natalizio

  1. La povertà di Gesù Cristo

Dalla seconda Lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi (2Cor 8,9)

«Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà».

E’ stato proprio il Verbo di Dio fattosi carne, il Verbo di Dio in questa condiscendenza, in questo abbassarsi, in questo impoverirsi, a farci, a noi, ricchi nei doni della salvezza, della parola, della grazia». Questo è il nocciolo proprio della povertà evangelica, che, del resto, si ritrova, nella prima beatitudine: «Beati i poveri di spirito».Essere povero è lasciarsi arricchire dalla povertà di Cristo e non volere essere ricco con altre ricchezze che non siano quelle di Cristo, è fare quello che ha fatto Cristo. Non è solo il farsi poveri, ma è stare tra i poveri e con i poveri, perché «il povero ci arricchisce», mentre il ricco ci impoverisce spiritualmente in quanto ci trasporta su ricchezze illusorie e non vere per sempre.

Momento di riflessione personale e silenziosa

Padre nostro, Ave Maria, Gloria…

Preghiamo. Signore facci comprendere cosa significhi davvero imboccare la strada della povertà evangelica e cosa vuol dire assumere gli atteggiamenti più consoni al tuo insegnamento, quando aiutiamo i poveri in qualsiasi condizione in cui trovano. Fa che il nostro essere vicini a loro sia mosso solo da un grande amore verso di Te, o nostro Signore. Amen

Canto natalizio

  1. La tenerezza di Gesù Cristo

Dalla Lettera di san Paolo Apostolo ai Filippesi (Fil 2,5)

<<Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù>>.

Imparare, sentire come sentiva Gesù, conformare il nostro modo di pensare, di decidere, di agire con i sentimenti di Gesù. Se prendiamo questa strada, viviamo bene e prendiamo la strada giusta. San Gregorio Nazianzeno scrive: “Egli, Gesù, ti vuol bene”. Questa parola di tenerezza è per noi una grande consolazione, un conforto e anche una grande responsabilità giorno per giorno.

Momento di riflessione personale e silenziosa

Padre nostro, Ave Maria, Gloria…

Preghiamo. Signore Gesù, mite ed umile di cuore, aiutaci a capire cosa sia davvero averte i tuoi stessi sentimenti nel nostro cuore, per poi applicarsi nella vita di relazione con gli altri in ogni istante della nostra quotidianità. Non permettere, Gesù Bambino, che in noi prevalgano sentimenti del male e del maligno che portano solo alla distruzione della vera vita in noi. Amen.

Canto natalizio

  1. La semplicità di Gesù Cristo 

Dal Vangelo di Matteo (Mt 11, 25-27)

<<Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare>>.

 

Nel Vangelo ci sono espressioni meravigliose, come quella citata, nelle quali Gesù ci insegna la vera semplicità della vita e del cuore. La semplicità di cuore non è l’immaturità, ma l’atteggiamento di chi si fida come il bimbo, che è consapevole che il padre ne sa più di lui e sta in braccio a lui. Serve anzitutto l’umiltà di cuore per prendere il giogo suo, sennò sbagliamo giogo e pesa. La nostra mente non può arrivare a comprendere tutto questo, il suo modo di operare, la nostra ragione non può arrivare a contenere Dio. Bisogna inevitabilmente abbandonarci con fiducia tra le sue braccia senza perderci in mille ragionamenti e crescere nella consapevolezza di essere amati infinitamente da un Dio che è Padre e ci ama infinitamente, come un bambino appena nato è amato, se è vero padre e vera madre, dai suoi genitori. 

Momento di riflessione personale e silenziosa

Padre nostro, Ave Maria, Gloria…

Preghiamo. O Gesù Bambino, davanti a Te prostrati, con grande umiltà ti chiediamo quella semplicità che purtroppo abbiamo perso, nel corso degli anni, perché abbiamo abbandonato la strada della vera sapienza che viene dal cielo, immettendoci, erroneamente sui sentieri della sapienza terrena, che nel suo calcolo considera come intelligenza l’interesse, la furbizia e la scaltrezza. Noi vogliamo possedere questo, ma solo Te, o Gesù, sapienza incarnata. Amen.

Canto natalizio

  1. Il sorriso e la gioia di Gesù Bambino

Dal Vangelo di Matteo (Mt 2,10-11)

<<Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra>>.

Il testo del Vangelo di Matteo usa un’espressione molto forte per indicare la letizia sperimentata. I magi sono felici perché hanno portato a termine la loro ricerca e sono arrivati alla meta a cui aspiravano giungere. Ecco perché nell’incontrare il volto di Gesù Bambino, guidati dalla stella, essi provarono una grandissima gioia. Questa espressione è l’unica nota di gioia in tutto il vangelo dell’infanzia di Matteo. Una volta entrati in questa casa provvisoria di Gesù, Giuseppe e Maria, offrirono il loro ben noti doni, simboli della regalità di Cristo. I magi, infatti, compiono i gesti usuali nell’antico oriente per una visita ufficiale ad un re. I Padri della Chiesa saranno loro ad attribuire ai magi, sulla scorta anche dei testi biblici, il titolo di re (a fissarne il numero fu Origene nel III sec.), e ad identificare il significato simbolico dei tre doni: l’oro per la regalità, l’incenso per la divinità (e il ruolo sacerdotale) e la mirra per l’umanità sofferente. La gioia dei magi è la nostra gioia di ogni Natale, quando incontriamo il volto di Gesù Bambino, in quella grotta, che ci porta all’essenza stessa della gioia cristiana.

Momento di riflessione personale e silenziosa

Padre nostro, Ave Maria, Gloria…

Preghiamo. Guidaci Gesù alla meta della nostra quotidiana gioia terrena che è l’incontro con Te, nella povera grotta del nostro cuore, ma soprattutto prendici per mano e portaci con Te al traguardo finale della nostra gioia spirituale, che è l’eternità, dove possiamo contemplarti per sempre nella gioia del tuo Regno. Amen.

Canto natalizio

  1. L’innocenza di Gesù Bambino 

Dal Vangelo di Matteo (2,16)

<<Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi>>.

La liturgia del periodo natalizio, comprende la festa dei santi innocenti, la quale ricorda il sangue versato attorno alla culla di Gesù bambino, emblema di una scia di violenze che colpiscono gli innocenti di tutti i tempi. Nel considerare l’innocenza di Gesù e l’innocenza di tutti i bambini del mondo, c’è da capire cosa significhi essere innocenti. L’innocenza non è mera assenza di colpa, ma pienezza e perfezione di vita, di fede e di amore. Per questo è innanzitutto un dono, una grazia. Se noi ne sentiamo il desiderio e la nostalgia, è segno che l’abbiamo perduta e quindi non c’è in noi quiete e serenità, pace e fiducia. E’ inutile perdersi in malinconie e in sospiri; è necessario, invece, ritornare a chiederne la grazia a Dio e a preparare lo spirito perché accolga l’innocenza ridonata. “Ho perso l’innocenza e non la potrò riconquistare se non attraverso la santità” (Bernanos). È aprendoci a Dio, alla sua luce e alla sua azione che il nostro cuore tornerà ad essere innocente, puro e trasparente come una sorgente.

Momento di riflessione personale e silenziosa

Padre nostro, Ave Maria, Gloria…

Preghiamo. Signore Gesù che, già appena nato, Erode, il re sanguinario, desiderava eliminarti fisicamente, Te mite agnello, converti, in questo Natle, il cuore e la menti di quanti sono sanguinari, violenti ed assassini, che uccidono bambini, donne, uomini, anziani e ammalati, perché pentiti e scontata ogni umana pena, possano redimersi ed incominciare una vita nuova, segnata solo dal bene e mai da violenza di nessun genere. Amen.

Canto natalizio

7.L’umiltà di Gesù Bambino 

Dal Vangelo di Luca (Lc 2, 6-12) 

Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo. C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia».

Dio è umile! Nel Natale scopriamo meglio questo grande mistero. Noi che siamo orgogliosi, pieni di vanità e ci crediamo grande cosa, siamo niente! Lui, il grande, è umile e si fa bambino. Questo è un vero mistero! Dio è umile. Nel periodo natalizio ricordiamo la sua infanzia. Le rare indicazioni che possediamo fanno riferimento all’imposizione del nome dopo otto giorni dalla sua nascita e alla presentazione al Tempio; e inoltre alla visita dei Magi con la conseguente fuga in Egitto. Poi, c’è un grande salto fino ai dodici anni, quando con Maria e Giuseppe va in pellegrinaggio a Gerusalemme per la Pasqua, e invece di ritornare con i suoi genitori si ferma nel Tempio a parlare con i dottori della legge. Come si vede, sappiamo poco di Gesù Bambino, ma possiamo imparare molto da Lui se guardiamo alla vita dei bambini (Papa Francesco).

Momento di riflessione personale e silenziosa

Padre nostro, Ave Maria, Gloria…

Preghiera. O Signore, venuto in questo mondo, insegnaci ad essere umili nei pensieri e nelle nostre azioni, perché alla scuola di Betlemme possa sperimentare sempre meglio il dono dell’umiltà che rende grandi e santi davanti a Dio e agli uomini. Amen.

Canto natalizio

8.La sofferenza di Gesù Bambino 

Dal Vangelo di Giovanni (Gv 1, 1-5)

<<In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta>>. 

Quanta tristezza ci capita di scorgere su tanti volti che incontriamo. Quante lacrime vengono versate ad ogni istante nel mondo; una diversa dall’altra; e insieme formano come un oceano di desolazione, che invoca pietà, compassione, consolazione. Le più amare sono quelle provocate dalla malvagità umana: le lacrime di chi si è visto strappare violentemente una persona cara; lacrime di nonni, di mamme e papà, di bambini… Ci sono occhi che spesso rimangono fissi sul tramonto e stentano a vedere l’alba di un giorno nuovo. Abbiamo bisogno di misericordia, della consolazione che viene dal Signore. Tutti ne abbiamo bisogno; è la nostra povertà ma anche la nostra grandezza: invocare la consolazione di Dio che con la sua tenerezza viene ad asciugare le lacrime sul nostro volto (Papa Francesco).

Momento di riflessione personale e silenziosa

Padre nostro, Ave Maria, Gloria… 

Preghiamo. O Gesù bambino che fin da piccolo hai sperimentato il dolore e la sofferenza, nascendo in una povera grotta, al freddo e al gelo, e nel corso della tua esistenza hai vissuto la sofferenza come dono fino all’offerta suprema di te stesso sulla croce, concedi a noi la grazia di affrontare il nostro dolore quotidiano, ma ti chiediamo da profondo del nostro cuore di liberare da ogni sofferenza e dolore ogni bambino del mondo. Non permettere Gesù che, soprattutto i bambini, debbano soffrire per la mancanza di attenzione, protezione e di amore verso di loro. Amen. 

Canto natalizio 

  1. La famiglia di Gesù

Dal Vangelo di Luca (Lc 2,22)

<<Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore>>.

Il Bambino Gesù con sua Madre Maria e con san Giuseppe sono un’icona familiare semplice ma tanto luminosa. La luce che essa irradia è luce di misericordia e di salvezza per il mondo intero, luce di verità per ogni uomo, per la famiglia umana e per le singole famiglie. Questa luce che viene dalla Santa Famiglia ci incoraggia ad offrire calore umano in quelle situazioni familiari in cui, per vari motivi, manca la pace, manca l’armonia, manca il perdono. La nostra concreta solidarietà non venga meno specialmente nei confronti delle famiglie che stanno vivendo situazioni più difficili per le malattie, la mancanza di lavoro, le discriminazioni, la necessità di emigrare. (Papa Francesco)

Momento di riflessione personale e silenziosa

Padre nostro, Ave Maria, Gloria…

Preghiamo. Gesù amabilissimo, sei stato accolto in una famiglia speciale, che tu stesso hai scelto per incarnarti ed essere presente nella storia umana, come tutti i bambini che vengono in questo mondo, che hanno una madre, un padre ed una famiglia ben determinata. Concedi o Gesù che la vita nascente possa essere accolta con lo stesso amore di Maria e Giuseppe, per poi essere seguita in ogni istante del suo sviluppo e della sua crescita in sapienza ed amore davanti a Dio e davanti agli uomini. Amen.

Canto natalizio

Preghiera dI Natale di padre Antonio Rungi 

da recitare ogni giorno prima della benedizione

Contempliamo il tuo volto

Contemplando il tuo volto di Bambino,

o Gesù Redentore del mondo,

appena giunto tra di noi,

tocchiamo con le nostre povere mani

la bellezza, la grandezza e la tenerezza di Dio

fatto uomo nel grembo verginale di Maria

e venuto alla luce nella notte più luminosa di questo mondo.

 

Davanti a Te, Re Bambino,

dai connotati dolci e rassicuranti

noi ci immergiamo in questo Natale

per ricuperare amore, pace e serenità.

 

Inginocchiati, come i semplici pastori di Betlemme

che corsero subito a renderti onore,

noi ci prostriamo per chiederti di aiutarci

a ritrovare la strada che porta a Te, o nostro Signore.

 

Siamo qui ad adorarti, come i Re Magi,

e nelle nostre misere condizioni

ti offriamo in dono

ciò che possediamo di più prezioso dentro noi,

il nostro povero ed sofferente cuore.

 

Da questa rinnovata grotta di luce e di speranza

di un piccolo villaggio della Galilea delle genti,

volgi il tuo sguardo d’amore e di bontà all’umanità intera,

che dalla tua annuale ricorrenza natalizia,

attende una risposta globalizzata dell’amore e della misericordia

che Tu ci hai insegnato e comunicato, o Emanuele, Dio con noi.

Amen.

P.RUNGI. NUOVA NOVENA DI NATALE 2017ultima modifica: 2017-12-05T01:02:38+01:00da pace2005
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