P.RUNGI. COMMENTO ALLA PAROLA DI DIO – DOMENICA XVII – 30 LUGLIO 2017

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XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
Domenica 30 Luglio 2017

 

Commento di padre Antonio Rungi

 

La capacità religiosa di discernere il bene dal male

 

In questa XVII domenica del tempo ordinario risalta immediatamente ai nostri occhi la figura del Re Salomone, succeduto sul regno d’Israele a Re Davide, il quale, nel brano della prima lettura di oggi, tratto dal secondo libro dei Re, chiede al Signore nulla di materiale o di potere politico ed economico, ma solo la capacità di discernere il giusto per guidare saggiamente ed in modo equilibrato il popolo affidato alla sua responsabilità.

La consapevolezza della sua giovane età, dell’inesperienza e di quanto altro possa di fatto limitare un’azione di governo molto importante come quella di un Re, giustamente pone Salomone di fronte ad una richiesta ben precisa al Signore:  “Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?». Di fronte a questa richiesta, lo stesso Signore rimane sorpreso, abituato Dio, da sempre, alle richieste degli esseri umani che hanno attinenza solo con le cose materiali (la salute, il lavoro, la casa, i soldi, ecc..). Infatti, nei successivi versetti del brano leggiamo queste bellissime espressioni riportate nel testo scritturistico: “Piacque agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa cosa. Dio gli disse: «Poiché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te molti giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, ecco, faccio secondo le tue parole. Ti concedo un cuore saggio e intelligente: uno come te non ci fu prima di te né sorgerà dopo di te».

Quante persone in qualsiasi posto di responsabilità, anche nell’ambito ecclesiastico chiedono al Signore solo questo? Ci sono poteri di qualsiasi genere e a tutti i livelli che si sono consolidati nel tempo e dai quali sono si riesce a sradicare quella persona o quel gruppo di potere che tra l’altro non governano neppure bene e saggiamente. Quanta corruzione nel mondo. Quanta gente affarista, quante persone che aspirano al comando e fanno carte false pur di raggiungere tali obiettivi della loro misera vita. Con le conseguenze ben note che fanno solo danni e si sistemano i loro affari e quelli dei familiari, degli amici e degli amici degli amici. Il saggio Re Salomone chiede al Signore un saggio e intelligente per discernere il bene del male e sapere guidare gli altri con il buon esempio e non con la prepotenza e l’imposizione.

Nel salmo responsoriale si ritorna sul tema della sapienza che viene dall’osservanza della legge di Dio, quella che dà certezze assolute e stabilità a livello personale e istituzionale. Infatti il salmista, sottolinea che “la mia parte è il Signore: ho deciso di osservare le tue parole. Bene per me è la legge della tua bocca, più di mille pezzi d’oro e d’argento”.

Nell’amore di Dio sta la saggezza di ogni persona retta e disposta a lasciarsi toccare da questo amore che va oltre la legge e l’osservanza esteriore. Ci ricorda, infatti, san Paolo Apostolo nel brano della seconda lettura di oggi, tratto dalla sua lettera ai Romani, che “noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno”.

L’amore di Dio apre nuovi spazi di vita spirituale e prospettive di salvezza vera, in quanto come scrive l’apostolo: “Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati”.

Nel testo del vangelo di questa domenica troviamo altre tre parabole dette da Gesù per presentare il vero volto del Regno di Dio: la prima riguarda il tesoro nascosto nel campo e per averlo una persona si compra tutto il campo; la seconda riguarda un mercante che trovata la perla preziosa di cui andava alla ricerca, vende ogni cosa per acquistarla; la terza riguarda la rete gettata nel mare che pesca ogni tipo di pesce e alla fine i pescatori fanno la selezione tra i pesci buoni e quelli cattivi. Tre chiari riferimenti di come accogliere il regno di Dio nella nostra vita, come arricchirlo con il nostro personale impegno potenziando le opere di bene e ciò che conta davvero ed infine come essere accorti nell’operare per raggiungere il vero scopo dell’essere in cammino in questo regno, che è la salvezza eterna. In fondo, anche nel brano del vangelo di questa domenica ci viene detto con estrema chiarezza che “verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti”. Il rischio della dannazione eterna per tutti è un fatto vero e non ipotetico. Perciò alla fine del brano del vangelo Gesù stesso ci raccomanda di agire di conseguenza: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

Rinnovarsi, camminare, non fermarsi è questo l’impegno del cristiano battezzato che ha chiara davanti a sé la meta da raggiungere che non è il successo materiale, ma la salvezza della sua anima. La sapienza e la saggezza sta proprio in questo, come ci fa pregare la colletta di questa domenica: “O Padre, fonte di sapienza,
che ci hai rivelato in Cristo il tesoro nascosto e la perla preziosa, concedi a noi il discernimento dello Spirito, perché sappiamo apprezzare fra le cose del mondo
il valore inestimabile del tuo regno, pronti ad ogni rinunzia per l’acquisto del tuo dono”. Amen.

 

P.RUNGI. COMMENTO ALLA PAROLA DI DIO – DOMENICA XVII – 30 LUGLIO 2017ultima modifica: 2017-07-26T15:51:07+02:00da pace2005
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