P.RUNGI COMMENTO ALLA VII DOMENICA E PREGHIERA DELL’AMORE

la preghiera del perdono

VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Domenica 19 febbraio 2016

La chiamata alla santità è chiamata all’amore

Commento di padre Antonio Rungi

La settima domenica del tempo ordinario ci invita con precisi richiami a percorrere la via della santità mediante la scelta fondamentale dell’amore verso Dio e verso i fratelli. Nella preghiera iniziale della liturgia eucaristica, ci rivolgiamo al Signore con queste parole: O Dio, che nel tuo Figlio spogliato e umiliato sulla croce,  hai rivelato la forza dell’amore,  apri il nostro cuore al dono del tuo Spirito e spezza le catene della violenza e dell’odio, perché nella vittoria del bene sul male testimoniamo il tuo Vangelo di pace. E’ santo chi spezza nel suo cuore e nella sua mente, rompe definitivamente con l’odio, la guerra, la violenza e il risentimento.

Nella prima lettura, tratta dal libro del Levitico, ci viene narrato il momento in cui Mosè si rivolge al popolo santo di Dio e lo invita, con parole forti e conversione a cambiare vita ed atteggiamenti nei confronti di Dio e del prossimo: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo”. Questa santità passa attraverso scelte operative di vita quotidiana e di relazioni umane e sociali. Da qui i comandamenti e gli obblighi morali che vengono citati nel testo: “Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore”». In sintesi, non dobbiamo covare odio, dobbiamo rimproverare se il prossimo sbaglia, è vietato vendicarsi, né serbare rancore. La legge fondamentale sarà quella dell’amore e dell’accettazione vicendevole, nonostante i limiti e le debolezze umane.

Nel Salmo Responsoriale, tratto dal Samo 102 ci viene ricordato la bontà e la misericordia di Dio, in quanto “Egli perdona tutte le nostre colpe, guarisce tutte le nostre  infermità, salva dalla fossa la nostra vita e ci  circonda di bontà e misericordia. La misericordia di Dio è così grande al punto tale che il Signore non si angustia mai per tutti i guai che noi esseri umani combiniamo. E’ un vero padre che comprende, perdona e quanto è necessario richiama all’ordine.

Sul tema della misericordia e del perdono reciproco è improntato il testo del Vangelo di oggi che è il prosieguo di quello di domenica scorsa. Nel brano di Matteo troviamo l’esplicito invito a superare la vecchia legge del taglione e impostare, a tutti livelli, dalla quello familiare a quello più generale, che è sociale, la legge del perdono e della misericordia per tutti, senza, tuttavia, abbandonare la via della purificazione del rinnovamento personale e sociale. Dall’odio all’amore, il cammino è lungo e chi vuol percorrere questa strada deve sapere che la nuova legge dell’amore, fondata in Cristo, salvatore del mondo è una legge che ti porta ad amare persino i tuoi nemici. La disponibilità del cristiano deve essere totale e nessuno deve utilizzare le armi della vendetta per giustificare, a sua volta, i suoi ulteriori crimini, come risposta a precedenti crimini: “se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle”. Questo cambiamento radicale non porta ad altro che vivere nell’amore e nella tenerezza e compassione. La perfezione dell’amore e della carità che deve essere un obiettivo per tutti i cristiani, chiede una risposta diversa circa il modo di comportarsi nell’umana società di ieri e di oggi. Questo nuovo modo è scritto con parole pesanti nel vangelo e va attuato immediatamente: “amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?

Interrogativi che richiedono risposta con comportamenti consoni a questo messaggio. Lo sappiamo benissimo che questo è difficile, ma se ci lasciamo guidare dal nostro Maestro, che è Gesù Crocifisso, possiamo riuscirci ad amare tutti e a perdonare a quanti ci hanno fatto del male ed anche in modo evidente e consistente.

In questo discernimento spirituale che ci porta ad agire bene e ad essere docili allo Spirito Santo, ci viene in aiuto San Paolo Apostolo con il brano della seconda lettura di oggi, tratta dalla sua prima lettera ai Corinzi:  “Fratelli, non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” Ed aggiunge:  “Nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente, perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio”. La conclusione di questo ragionamento sta nel raccontare che “nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è vostro. Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio”.

Non illudiamoci fratelli, contando sulle nostre umane intelligenze e bravure e capacità temporali. Nulla è davvero nostro, anche se è apparentemente nostro, o lo sentiamo come nostra proprietà a vario titolo. Tutti noi siamo di Cristo, che è il centro ed il vertice della creazione e della redenzione e Cristo è Dio e come Dio, tutto trova origine, motivo di esistere solo nel Dio unico e vero che ci ha rivelato Cristo, venendo su questa terra, soffrendo per noi, risorgendo ed ascendendo al cielo, ove siede alla destra di Dio Padre, in attesa di venire a giudicare i vivi e i morti, ben sapendo che il suo regno non avrà mai fine, mentre tutti gli altri regni e possessi finiscono, perché non sono divini, ma solo e soltanto umani e terreni.

La preghiera dell’amore che perdona

Composta da padre Antonio Rungi, passionista

Signore Gesù, Tu che ci hai insegnato ad amare anche coloro che non ci amano, concedici la grazia di poter attuare concretamente, nella vita di tutti i giorni, i tuoi santi insegnamenti.

Ti chiediamo, Dio di misericordia, di aiutarci a non guardare alle tante offese ed umiliazioni ricevute, ma di pensare maggiormente  al bene che abbiamo fatto, di cui dobbiamo santamente vantarci.

Signore, Tu che sei mite ed umile di cuore, fa che i nostri cuori non diventino sempre più duri e freddi, nell’avvicinarci a quanti ci hanno fatto del male e continuano a farlo senza mostrare un minimo pentimento per i loro assurdi comportamenti.

Signore, che hai perdonato al ladrone pentito, ma anche a quanti ti hanno crocifisso, per calcoli umani, politici e religiosi, donaci la grazia di guardare in faccia ai nostri nemici e persecutori, a quanti ci hanno derisi, umiliati e calunniati, dicendo ogni menzogna e falsità, con uno sguardo di amore e di pietà, che solo chi si inginocchia ai piedi della tua santa croce, con la quale hai redento il mondo,  potrà realizzare oggi e domani  nel tuo santo nome.

Amen.

P.RUNGI COMMENTO ALLA VII DOMENICA E PREGHIERA DELL’AMOREultima modifica: 2017-02-20T00:02:20+01:00da pace2005
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