P.RUNGI. LA MIA RIFLESSIONE DI OGGI SU CALUNNIA E DIFFAMAZIONE SUL WEB

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LA MIA RIFLESSIONE DI OGGI

CALUNNIA E DIFFAMAZIONE SUL WEB GRAVISSIMI PECCATI CONTRO LA DIGNITA’ DELLA PERSONA. VANNO CONDANNATI APERTAMENTE.

DI ANTONIO RUNGI

La calunnia e la diffamazione, a mezzo web, social network o con altri mezzi di diffusione di massa, sono due gravissimi peccati contro la dignità della persona, che si collocano all’interno del quinto comandamento “Non uccidere”.
I recenti fatti di cronaca ci inducono, anche come credenti e chiesa, a dare maggiore peso e rilevanza a tali cose nell’ambito del sacramento della confessione. Chi commette non solo dei reati penali, ma soprattutto peccati come questi, necessitano di essere condannati apertamente. In una cultura globalizzata in cui ci alimentiamo di gossip, di offese, di diffusione di notizie, vere o false, si possono causare dei gravissimi danni alle persone, con conseguenze inimmaginabili sulla vita di chi è messo alla gogna mediatica. Da un punto di vista morale, ogni comunicazione interpersonale deve rimanere tale, nel segreto, e non deve essere messa in pubblico, né utilizzarla per diffamare, calunniare o ricattare le persone, al fine di ottenerne un utile personale o semplicemente per fare del male e danneggiare. Chi agisce in questo modo si pone chiaramente contro la legge di Dio, la morale cristiana e le norme civili e penali che vigono in tutto il mondo. Le e-mail, i video, le foto, le chat, i messaggini, sono per loro natura segretate tra chi li invia e li riceve, tranne che non sia lo stesso autore, responsabilmente, senza nessuna costrizione, a renderli pubblici.
Per cui, chi riceve, da un punto di vista morale, una confidenza o qualsiasi informazione sulla persona è tenuta a mantenerne il segreto. La piazza virtuale in cui ci troviamo a comunicare può determinare – se non ci sono controlli seri ed educazione alla vita sociale mediatica – gravi danni di immagine, di stima, di apprezzamento delle persone. Le debolezze e le fragilità umane di una persona non possono essere messe in pubblico, in quanto hanno attinenza con la sfera privata e personale. Le debolezze umane vanno gestite all’interno della moralità personale e non certamente messe in pubblico, per offendere le persone o costringerle, in qualche modo, a autodistruggersi per ciò che si è fatto, a volte senza consapevolezza, per scherzo o per altra qualsiasi situazione che si è determinata per gioco o per reazione. Il facile giudizio di condanna, non deve mai prendere il sopravvento nella vita etica, forti dell’insegnamento di Cristo che ci raccomanda di non giudicare, perché con la misura con la quale misuriamo gli altri, saremo giudicati noi da Lui. Via quindi dal nostro modo di comportarci sul web, nei social o in qualsiasi attività comunicativa a livello interpersonale, di gruppo o mediatico, a qualsiasi forma di diffamazione o calunnia nei confronti di chiunque; ma rispetto totale da parte di tutti della dignità delle persone e della vita privata e anche delle loro fragilità. I facili moralismi e moralisti non sono adatti ad una visione di vita morale e cristiana seria. Se in certi comportamenti si ravvisano reati o scandali, chi è direttamente toccato da queste vicende e non tramite altri, deve avere il coraggio di denunciare, affinché calunniatori e diffamatori possano essere zittiti in qualche modo, soprattutto sul web, dove non c’è controllo. Mi auguro che, come sacerdote, confessore, questo discorso possa essere accolto come l’inizio di un’era nuova di rispetto di tutto e di tutti. E per arrivare a tutto questo, bisogna comunicare soprattutto il bene delle persone e il loro positivo e mai comunicare il negativo. Un antico proverbio afferma “Se fai il male, pensaci; ma se fai il bene, dimentica”. Dobbiamo pensare prima di scrivere e pubblicare cose non buone, prima di aprire il nostro cuore e la nostra mente agli altri, perché qualsiasi cosa che diciamo, soprattutto delle nostre debolezze e fragilità possono ritorcersi a nostro danno. Il sacramento della confessione e il sigillo sacramentale del confessionale ci può aiutare a mettere in pratica un cammino di conversione personale, mediante la grazia di Dio e del sacramento, ben sapendo che mettendo in pubblico o dicendo a persone, per quante fidate, le nostre cose, alla fine si ritorcono sempre a nostro danno. Dignità quindi e rispetto non solo da parte di chi riceve notizie ed informazioni delicate, ma anche auto-rispetto e dignità di chi si espone in privato o in pubblico su certe questioni. Recuperare il pudore e la riservatezza non può che giovare a questo mondo, molto attento a diffamare e a calunniare, e poco abituato a stimare e a incoraggiare le persone a fare il bene e a farlo bene. D’altra parte, ricordiamo quello che ha detto Gesù, di fronte alla donna che stava per essere lapidata, per essere stata colta in flagrante adulterio: “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”.
Bisogna fare attenzione a chi si ritiene troppo perfetto in certe cose e condanna facilmente. Perchè alla resa dei conti, ognuno ha il proprio punto debole, il proprio tallone d’Achille, che se toccato può far crollare anche presunte montagne di moralità, di rettitudine e di perfezione. I Santi stanno in cielo.
Noi siamo tutti peccatori ed abbiamo bisogno di conversione e purificazione vera del nostro cuore, della nostra mente e delle nostre azioni, perché non sempre rispondenti al bene e al vero.

P.RUNGI. LA MIA RIFLESSIONE DI OGGI SU CALUNNIA E DIFFAMAZIONE SUL WEBultima modifica: 2016-09-16T12:52:35+02:00da pace2005
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