P.RUNGI. IL COMMENTO ALLA PAROLA DI DIO DELLA II DOMENICA DI AVVENTO

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II DOMENICA DI AVVENTO 

DOMENICA 7 DICEMBRE 2014 

RADDRIZZATE LE VIE DEL SIGNORE 

Commento di padre Antonio Rungi 

Che l’Avvento sia un tempo forte di conversione personale e comunitaria, lo sappiamo benissimo. Un tempo di penitenza, di rinnovamento spirituale, di vera attesa e preparazione al santo Natale di ogni anno.

In questa seconda domenica, dopo la prima che ci ha fatto riflettere sul tema della vigilanza cristiana, la parola di Dio ci invita a raddrizzare le strade del Signore, cioè a metterci in quella condizione spirituale di una profonda revisione della nostra vita di fede, speranza e carità e di moralità. Quante volte abbiamo deviato e continuiamo a deviare nel nostro comportamento morale, allontanandoci di fatto dalla strada che il Signore ha tracciato mediante la divina rivelazione soprattutto mediante la venuta di Cristo sulla terra, che si è incarnato nel seno verginale di Maria, umiliandosi fino alla morte in croce per la nostra redenzione.

Davanti al Cristo che viene, nessuno può restare impassibile ed insensibile, pensando che stia talmente tranquillo che non ha bisogno di revisione di vita, né di raddrizzare certi comportamenti, chiaramente antitetici al Vangelo. Per invogliarci in questa opera di risanamento interiore viene in nostro soccorso, San Giovanni Battista, il Precursore di Cristo, che nella liturgia della parola di questa seconda domenica è centrale per quello che fa e quello che dice. Egli è la voce che grida nel deserto spirituale di questa umanità, poco attenta alla voce di Dio e molto in sintonia con le voci del mondo.

Il breve, ma intenso brano del Vangelo di Marco ci fa toccare con mano il messaggio dell’Avvento che Giovanni Battista proclama con coraggio: “Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri». Vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo”.

I santi di ieri, di oggi e di sempre sono coloro che sa sanno misurare perfettamente con se stessi e con Cristo. Giovanni è l’esempio tipico di una santità fatta di coerenza, di fedeltà, di penitenza e di coraggio. Tutte virtù che si fondano sull’umiltà, base di partenza per ogni itinerario di avvento vero. Dall’umiltà, dal riconoscersi indegni di non poter sciogliere il legacci dei sandali di Gesù, si parte alla conquista della salvezza della propria anima. Riconoscersi peccatori davanti a Dio, come spesso ci ricorda Papa Francesco, è il primo passo verso la santità. Ritenersi giusti e non bisognosi di conversione e di redenzione è il modo più concreto per restare bloccati spiritualmente e non progredire verso la salvezza.  Confessare i propri peccati e rinnovare le promesse battesimali ci aiuterà a preparare un buon Natale 2014. D’altra parte, la parola di Dio di questa seconda domenica di Avvento insiste anche nelle altre letture e nel salmo responsoriale sul tema della conversione. Isaia è molto esplicita e non usa mezze misure o mezze parole per richiamare il popolo di Dio sulla retta via. “«Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio –. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati». Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato». Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri».

Se volessimo solo in parte mettere in pratica ciò che ci viene detto di fare in questo brano della sacra scrittura, tutta la nostra vita, anche se ben avviata sul cammino della santificazione, cambierebbe dall’oggi al domani, n meglio. Solo per citare alcuni verbi, che si significato azione: consolare, parlare al cuore, gridare la misericordia di Dio, preparare la strada, alzare voce, ed annunciare con forza il vangelo, non temere, pascere il popolo santo di Dio. Il programma personale e comunitario dell’Avvento sta tutto qui.

Riuscire a fare almeno qualcosa di questo progetto di santificazione è già un buon segno, altrimenti sono parole buttate al vento, senza ritorno e riscontro su un piano spirituale e morale.

Con espressioni forti ci richiama l’importanza di questa venuta san Pietro Apostolo nel testo della sua seconda lettera che ascoltiamo in questa liturgia della parola: Una cosa non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno. Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, anche se alcuni parlano di lentezza. Egli invece è magnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi. Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli spariranno in un grande boato, gli elementi, consumati dal calore, si dissolveranno e la terra, con tutte le sue opere, sarà distrutta. Dato che tutte queste cose dovranno finire in questo modo, quale deve essere la vostra vita nella santità della condotta e nelle preghiere, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli in fiamme si dissolveranno e gli elementi incendiati fonderanno! Noi infatti, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia. Perciò, carissimi, nell’attesa di questi eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia”.

Dio è magnanimo con noi, in quanto non vuole che nessuno dei suoi figli si danni. Al contrario chiede un supplemento di bene da compiere per se stessi e per gli altri, in modo che quando arriverà ci troverà ben preparati per affrontare l’eternità. Ecco perché il brano della lettura: “Noi infatti, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia. Perciò, carissimi, nell’attesa di questi eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia”. In sintonia con questo brano e con tutta la liturgia della parola di Dio, possiamo allora elevare a Dio la nostra preghiera con queste semplici espressioni di impetrazione: O Dio, Padre di ogni consolazione, che agli uomini pellegrini nel tempo hai promesso terra e cieli nuovi, parla oggi al cuore del tuo popolo, perché in purezza di fede e santità di vita possa camminare verso il giorno in cui manifesterai pienamente la gloria del tuo nome. Amen.

 

P.RUNGI. IL COMMENTO ALLA PAROLA DI DIO DELLA II DOMENICA DI AVVENTOultima modifica: 2014-12-02T00:24:06+01:00da pace2005
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