L’ultimo racconto di padre Antonio Rungi

Francesco ed Antonio

 

Francesco ed Antonio erano due carissimi amici, che si frequentavano fin dall’infanzia, facendo lo stesso percorso di studio e vivendo praticamente insieme buona parte della loro giornata.

Un giorno Francesco fu chiamato ad un importante compito, al quale non poteva sotttrarsi, in quanto la sorte era caduta proprio su di lui. Di fronte a tale nuova situazione Francesco non fece altro che abbandonarsi alla volontà di Dio e ai disegni di Dio.

Antonio, invece, restò nel suo paese e continuò a fare quello che aveva fatto fino a pochi mesi prima.

Per Francesco, dopo i solenni festeggiamenti avuti in occasione della sua promozione, incominciarono giorni difficili, in quanto l’azienda che gli aveva lasciato in eredità il nonno, non andava per nulla bene.

Era stato messo al quel posto importante per dare una svolta a tutto il sistema di produzione e per far si che l’azienda si risollevasse dalla crisi in cui versava, potesse produrre di più e soprattutto farsi conoscere di più.

Francesco che giovane non era, nonostante i suoi limiti e la malferma salute, provò in tutti i modi per riportare in auge l’azienda familiare, che era un marchio depositato e tutta la conoscevano nel vasto mondo della comunicazione multimediale e globalizzata.

Antonio, rimasto nel suo paese d’origine, si informava sistematicamente sul comportamento di Francesco e quando sapeva delle belle notizie sul suo conto era talmente felice che gioiva per tutto il gruppo; quando invece le cose non andavano nel verso giusto, Antonio, con il suo modo di fare convincente, lo risollevava dalla sua prostrazione e dal suo abbattimento. Gli dava, per internet e per telefono, continui e adeguati consigli per meglio far produrre l’azienda, lui che era stato un coltivatore diretto molto attento ed aveva curato con speciale attenzione la vigna del suo nonno paterno.

Questa amicizia aumentò di consistenza, quando Antonio, lasciando il suo paese, chiese di essere ospitato nella casa di Francesco, dove abitava ormai da tempo. Francesco accolse con gioia l’amico Antonio ed anzi data la sapienza, la prudenza, la saggezza e l’equilibrio che sempre avevano caratterizzato il suo comportamento, lo fece suo consigliere personale sui temi più scottanti della gestione aziendale. Cosicché Francesco ed Antonio poterono ritrovare la sintonia e la sinergia tra loro, dando buoni frutti per l’azienda del nonno di Francesco, rimasta quasi a secco. Questa amicizia e stretta collaborazione tra Francesco ed Antonio, non fu vista di buon occhio dagli impiegati della fabbrica, i quali fecero in modo, attraverso dicerie e calunnie, di fare allontanare Antonio da Francesco. Costui che non vedeva più da tempo il suo fidato amico, chiese del perché all’amico di quell’autonomo e inspiegabile allontanamento dalla casa e dalla collaborazione con Francesco. Gli fu risposto che non fu colpa sua, ma di quanti suoi collaboratori avevano infangato il buon nome dell’azienda che non riusciva a riprendere, nonostante che vicino ad essa c’erano tante persone ben disposte a fare ogni cosa perché l’azienda di famiglia potesse risorgere dalle ceneri della distruzione del passato, per colpa evidente di inetti operai di quella fabbrica.

Alla fine il rapporto di amicizia tra i due grandi e vecchi amici si incrinò per l’inserimento di nuovi operai nell’azienda di famiglia, la quale invece di migliorare andò a peggiorare, in quanto nessuno produceva davvero e quel poco che produceva restava in giacenza e senza essere venduto.

Francesco ed Antonio allora vista la loro incapacità passarono il testimone ad altri più bravi di loro. L’azienda dovette attendere diversi anni prima di riprendere completamente e fruttuosamente la sua attività e riacquistare la sua credibilità.

L’ultimo racconto di padre Antonio Rungiultima modifica: 2013-03-14T09:24:13+01:00da pace2005
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